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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Venerdì, 16 Febbraio, 2007 - 09:34

Partito Umanista

La nonviolenza è l’unica risposta
Il governo Prodi sta reagendo con un misto di isteria e arroganza all’ondata popolare di protesta che culminerà nella manifestazione di sabato a Vicenza. Forse si aspettava che il ricatto del “governo amico” riuscisse anche questa volta a tacitare chi si oppone a una politica di servilismo verso gli Stati Uniti in perfetta continuità con quella di Berlusconi. O forse si aspettava che la gente rimanesse indifferente di fronte alla costruzione della più grande base USA in Europa, da cui partiranno i futuri attacchi verso i paesi non allineati al nuovo ordine di potere, creando un ulteriore rischio terrorismo sul nostro territorio.
Visto che questa tecnica non ha funzionato, si è passati alle ridicole accuse di Amato, con il chiaro proposito di creare tensione e scoraggiare la partecipazione al corteo.
Per tutto questo è fondamentale che la manifestazione di sabato faccia della nonviolenza attiva il suo segno distintivo e respinga ogni provocazione violenta, non dando nessuna solidarietà a  chi promuove e realizza la lotta armata.
Partito Umanista

Giovedì, 15 Febbraio, 2007 - 09:36

Umanisti a Vicenza

Noi  Umanisti  come  premessa :

 A  Vicenza  si tratterà di una manifestazione pacifica e importante. Questo è importante dirlo perché, i mass–media, negli ultimi giorni hanno tentato di amplificare il conflitto ed esasperarlo! In tutti i casi conviene avere un buon livello attenzionale , rilassato e tranquillo.

 Siamo a Vicenza per manifestare il nostro dissenso in modo nonviolento, ma presente e forte!

Giovedì, 15 Febbraio, 2007 - 09:28

Vicenza:Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

vi scrivo per alcuni rapidi aggiornamenti e per invitarvi ancora una
volta a partecipare alla manifestazione di Vicenza del prossimo 17
febbraio a Vicenza, senza cedere al clima di tensione che il governo,
spalleggiato da buona parte delle forze politiche, sta cercando di
alimentare pretestuosamente.

Da Pordenone, parteciperemo con tre corriere: al momento attuale,
abbiamo ancora una ventina di posti per riempire la terza. Chi non si
fosse ancora iscritto, è invitato a farlo al più presto, comunicando
nome e cognome, e un recapito (email o cellulare) a Michele
<michele-negro@libero.it>, 338/4475550.

Per le altre città d'Italia, trovate l'elenco dei contatti sul sito
www.altravicenza.it, all'URL
http://www.altravicenza.it/dossier/dalmolin/doc/20070208pullman01.pdf

Sul sito trovate anche le indicazioni su come sono organizzati i vari
spezzoni, per cui potrete scegliere l'area cui vi sentite più affini.

*****

Sempre a Vicenza, invitiamo tutti a partecipare, il giorno dopo la
manifestazione, domenica 18, all'assemblea promossa dal Coordinamento
"FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO" <<Per lanciare una campagna
nazionale che porti allo smantellamento di tutte le armi nucleari
presenti nel nostro paese in basi militari (Ghedi ed Aviano) e in porti
che ospitano sottomarini nucleari. Un tema specifico, ma dalle molte
implicazioni, che metterà in discussione la presenza di basi militari
sul nostro territori, la partecipazione alla NATO, la legittimità di
molte scelte di politica estera, le posizioni folli di molti governanti
che ormai considerano l'uso di armi nucleari una semplice scelta di
tattica militare.>>
L'appuntamento è dalle 14.00 alle 17.00 presso la Sala dei Chiostri di
Santa Corona - (Contrà Santa Corona, 4).

******

Ieri in sei di noi siamo stati per quasi tre ore in compagnia di un
collaboratore di Beppe Grillo, che ci ha intervistato su Aviano, le
atomiche, la nostra azione legale... Ne è venuto fuori parecchio
materiale che nei prossimi giorni (forse già domani) sarà pubblicato
sul
blog di Grillo (www.beppegrillo.it), che ormai è la quinta testata
italiana per numero di accessi web.

Potrebbe anche succedere (stiamo aspettando una conferma in questo
senso) che il tema della nostra azione legale venga inserito nello
spettacolo di Beppe Grillo, che inizierà la sua tournée proprio da
Pordenone fra due giorni, venerdì 16. In tal caso, potrebbero chiederci
di presenziare ai vari spettacoli in giro per l'Italia (l'elenco delle
date è in http://www.beppegrillo.it/tour.php). Se c'è qualcuno che si
vuol mettere a disposizione, me lo faccia sapere...

*******

Un'altra bella notizia sul fronte dei media è che lunedì sera abbiamo
incontrato il direttore di Carta, Gigi Sullo, assieme ai due redattori
che stanno lavorando all'uscita del supplemento Carta EstNord: il primo
numero dovrebbe essere in edicola, assieme al settimanale, il 17 marzo,
giusto a fagiolo con la nostra prima udienza, che come sapete è in
programma per il 23 marzo, per cui molto probabilmente la nostra
vicenda
sarà sulla copertina...

********

Per finire, vi ricordo l'appuntamento di sabato 24 febbraio, in cui si
terrà l'assemblea generale del Comitato. Invitiamo tutti quanti a
partecipare: sarà un momento importante per confrontarci, dopo l'esito
della manifestazione di Vicenza ed in vista delle iniziative da mettere
in campo per l'udienza.

A presto, dunque, e tutti a Vicenza!
Tiziano  Tissino

Martedì, 13 Febbraio, 2007 - 13:59

non lasciamo sparire Foued Cherif

NON LASCIAMO SPARIRE FOUED CHERIF.


 Questa è una petizione per la liberazione di Foued Cherif, promossa dal coordinamento nazionale del Centro delle Culture.
La mattina del 4 gennaio 2007 la Digos di Milano ha prelevato Cherif Foued dal suo posto di lavoro e lo ha portato presso la Questura dove gli è stato notificato un decreto di espulsione. A motivo dell'espulsione, in breve, il sospetto che Foued sia uno spalleggiatore di terroristi. .
La notte del 4 gennaio Cherif Foued è stato imbarcato per la Tunisia senza permettergli di contattare un avvocato, senza potersi difendere, senza sapere con esattezza i capi di imputazione e soprattutto subendo violenza morale per essere strappato via dai suoi affetti.
Foued è stato rinchiuso dal 5 al 15 gennaio nel dipartimento del ministero degli interni tunisino, in carcere di isolamento, il 16 è stato portato in un carcere civile sotto la giurisdizione militare e solo il 18 gennaio la famiglia ha avuto notizia su dove si trovava Foued.
Cherif Foued non è mai stato indagato dall'Autorità Giudiziaria italiana o straniera.
La sua unica "colpa" è stata quella di essere stato identificato, durante una perquisizione, nell'appartamento di alcuni cittadini tunisini indagati per presunte attività terroristiche e peraltro assolti dalla Corte di Assise di Milano.
Foued è stato espulso in Tunisia illegittimamente, creando un precedente gravissimo per la nostra democrazia e per il principio del diritto alla Difesa. Non si può stare inermi a guardare quando l'antiterrorismo, che vorrebbe colpire il terrorismo, diviene abuso; quando vengono negati i diritti a coloro che sono stati accusati di essere i nemici ma, come esseri umani, come imputati, hanno diritto a un avvocato, a un processo, a un giudice, diritto a un trattamento dignitoso e umano. Invece si ritrovano in carceri di Paesi compiacenti, disposti a interrogarli con ogni mezzo e a detenerli senza processo. Non si tratta di illazioni ma di fatti ammessi anche dal Dipartimento di Stato americano che ne parla come di una prassi usata e abusata anche ai danni dei cittadini europei.
L'espulsione di Foued è illegittima perché:
  • 1. non ci sono prove, non è mai stato indagato né in Italia né all'estero
  • 2. non ha goduto del diritto di difesa
  • 3. esiste un divieto di espatrio verso Paesi ove l'espellendo potrebbe essere soggetto a pene illegali e comunque ove non gode dei diritti civili. La Tunisia, secondo il rapporto di Amnesty del 2006 non garantisce i diritti e pratica la tortura. Il nostro paese infatti aderisce a patti comunitari Europei ed internazionali che garantiscono la difesa di tali diritti.
Chiediamo che il governo italiano si faccia carico di:
  • 1. di garantire l'incolumità di Foued Cherif
  • 2. riportare immediatamente Foued Cherif in Italia dalla sua famiglia.
  • 3. dei danni economici e morali causati a Foued ed alla sua famiglia.
Chiediamo ai deputati o ai senatori del parlamento che si facciano promotori di un'interrogazione parlamentare affinché si faccia chiarezza su quanto è successo.
    Non lasciamo soli Foued e la sua famiglia:
    • 1. Diffondi la petizione www.centrodelleculture.org/petizioni/foued: ad altre organizzazioni, a liste di amici, su blog, etc.
    • 2. Mettici in contatto con giornalisti (giornali, televisioni, radio)
    • 3. Mettici in contatto con legali che possono collaborare nella raccolta di informazioni ed esperienze utili.
    • 4. Contatta personaggi politici e istituzioni che si interessino al caso. Dopo essersi documentati, esprimano attraverso comunicati stampa la loro posizione.
    • 5. Aiutarci a raccogliere i fondi per sostenere le spese legali e la famiglia di Foued.

    Per informazioni: http://www.centrodelleculture.org/petizioni/petizione.php?id=1

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:43

La mia spesa per laPace


Ricevono questo comunicato 1887 persone in tutta Italia.
Hanno aderito alla Campagna "La mia spesa per la Pace"
3644 persone di 744 Comuni e 147 gruppi di sostegno locale
CHI COMPRA VOTA
Votate ogni volta che fate la spesa,
ogni volta che schiacciate il telecomando,
ogni volta che andate in banca
sono voti che date al sistema.
(Alex Zanotelli, missionario)

Carissimo/a aderente,

con la presente, coerentemente con le motivazioni di fondo della nostra campagna, ti invitiamo a
1) Firmare la petizione on - line dei comitati di Vicenza
(8218 adesioni raccolte. Aggiornamento ore 11 del 12-2-'07)
3) Partecipare alla manifestazione nazionale di sabato 17 febbraio a Vicenza (per info vedi www.altravicenza.it)
per dire 

          NO alle politiche unilaterali e di guerra preventiva


NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Crediamo nella nonviolenza come via che possa portare ad una soluzione duratura e condivisa dei conflitti; per questo riteniamo da sempre inutili e dannose le basi militari; ma nel caso della base di Vicenza troviamo di una gravità estrema la decisione del governo italiano, perché ci sembra andare contro le conclamate linee di politica estera del nostro paese oltre che alla vocazione pacifista del patto fondativo della nostra Repubblica, sancito dalla Costituzione .
.
Infatti in gioco non è solo l'ampliamento di una base con tutti i problemi di natura sociale e ambientale che si porta dietro, ma la condiscendenza alla politica dell'attuale amministrazione USA, che da tempo ha scelto invece la guerra (unilaterale e preventiva) come unico mezzo per ristabilire l'ordine nel mondo.

All’interno di questa logica di guerra, la base di Vicenza, ospitando la 173° Brigata, sara' il perno operativo del fronte Sud per le operazioni unilateralmente perseguite dagli Stati Uniti.

I risultati di questa nefasta politica sono sotto gli occhi di tutti, in particolare dello stesso popolo americano che sempre meno condivide le scelte del suo governo, come ha dimostrato nelle recenti elezioni.

Con queste motivazioni dichiariamo il nostro appoggio alle lotte popolari nonviolente contro la base militare a Vicenza, e la presenza di armi di distruzione di massa (armi nucleari) sul nostro territorio.

Invitiamo pertanto il Capo del governo, il Ministro della difesa e il Ministro degli esteri ad agire attivamente per impedire l’ampliamento della base militare di Vicenza e ci appelliamo a tutte le forze che nell'attuale maggioranza si dichiarano vicine al movimento per la pace perché si attivino per bloccare una scelta di guerra.

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Ti ringraziamo e ti invitiamo a fare il passaparola.
Alla prossima.
Diventa il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
(Mohandas Karamchand Gandhi)
Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:35

martedi 13 febbraio al pirellone Milano

APPELLO ALLE COMUNITA' IMMIGRATE E AGLI ANTIRAZZISTI MILANESI:
CONTRO LE LEGGI DISCRIMINATORIE E RAZZISTE
MARTEDI' 13 FEBBRAIO ORE 11,30

PRESIDIO

SOTTO IL PIRELLONE IN OCCASIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE

A MILANO IN VIA FABIO FILZI
Una delegazione di immigrati di Brescia presidierà la sede del consiglio regionale per protestare contro la legge regionale sui phone center che entrerà in vigore a marzo. L'obbiettivo di questa legge è costringere gli immigrati a cessare queste attività lavorative che sono nel mirino delle forze politiche xenofobe perché diventate il simbolo di una presenza di immigrati nelle città lombarde considerata troppo numerosa e visibile. Ai phone center, anche alle attività già avviate, si chiedono alcuni requisiti che non vengono richiesti per le altre attività commerciali e che non esistono neanche negli uffici pubblici. I phone center, oltre ad essere fonte di reddito e posti di lavoro per molti immigrati che vi sono impiegati, sono anche un luogo di incontro dei migranti ed una possibilità di comunicazione a basso costo con le proprie famiglie. Quindi vengono colpiti non sono solo i gestori ma anche tutti  i migranti che li frequentano, e più ancora in generale viene attaccato un modello di città fondato sulla parità dei diritti e sulla convivenza solidale, considerato che si introducono norme discriminatorie e razziali.
Per questo a Brescia a fianco della lotta dei gestori dei phone center siamo scesi in campo. Saremo in presidio a Milano sotto il Pirellone e stiamo preparando una grande manifestazione a Brescia per il 24 febbraio per rilanciare la mobilitazione per l'abolizione della legge bossi-fini, per la chiusura dei cpt e per il trasferimento delle competenze per i permessi di soggiorno alle poste.
Chiediamo alle associazioni dei migranti e a tutte le forze politiche e sociali antirazziste della città di Milano di partecipare al presidio e di organizzare in modo coordinato iniziative di lotta contro la legge regionale.
Coordinamento immigrati in lotta (BS) - Coordinamento immigrati della Cgil Brescia - Forum associazioni immigrate (BS) - Tavolo migranti social forum - Centro sociale Magazzino 47 - Radio onda d'urto

Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:49

SI, ALLA NONVIOLENZA.....

CAMPAGNA "NONVIOLENZA UMANISTA"

Sì alla NONVIOLENZA .....
Abbiamo sentito scandire molti "no alla violenza" dopo l'ennesimo
assassinio senza senso nei dintorni di uno stadio.

  MILANO " NONVIOLENZA"

Ma chi pensa ancora che la violenza si combatta con la violenza nelle
sue
forme di repressione e restrizione della libertà non ha ancora capito
nulla.
L'unica risposta alla violenza è la NONVIOLENZA: un metodo più lento,
più
riflessivo, più intelligente, etico e l'unico veramente efficace.

Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:37

Ass. Umaniste, Partito Umanista,La Comunità

                      

Per la pace ed il disarmo
appello per un enorme simbolo della pace
a Roma il 17 di Marzo
Le associazioni umaniste Mondo senza guerre, Partito Umanista, La Comunità per lo sviluppo umano, Centro delle culture hanno promosso l'appello riportato qui sotto che convoca tutti i pacifisti italiani a Roma il 17 Marzo, in occasione dell'anniversario dell'inizio della guerra in Iraq, per ribadire la necessità ed urgenza della pace nel mondo e del disarmo, in particolare nucleare, delle grandi potenze.
*ROMA, 17 MARZO 2007
**APPELLO PER COSTRUIRE INSIEME IL SIMBOLO DELLA PACE E DEL DISARMO*
Ci troviamo davanti ad una scelta: *pace crescente o distruzione crescente*. L'alternativa è tra la costruzione della pace come diritto fondamentale di popoli e individui e una folle spirale di distruzione e violenza.
Pochi dati bastano a illustrare la drammaticità della situazione:
* Oggi sono in corso nel mondo più di 30 conflitti. Ogni anno
muoiono a causa delle armi 500.000 persone, 1.300 al giorno, una
al minuto.
* Secondo i dati ufficiali, la Russia ha ammesso di possedere 20.000
bombe nucleari, gli Stati Uniti 10.500, la Gran Bretagna 185, la
Francia 450 e la Cina 400. Secondo alcuni osservatori Israele ne
possiede almeno 200.
* Nonostante le riduzioni effettuate negli anni Novanta, rimangono
in tutto il pianeta più di 30.000 testate nucleari, sufficienti a
distruggerlo per intero 25 volte.
* La Nato si muove al di fuori degli accordi del Trattato di Non
Proliferazione Nucleare, violandoli apertamente. Gli Stati Uniti
hanno dislocato 480 bombe nelle varie basi Nato in Europa: 150 in
Germania, 20 in Belgio, 20 in Olanda, 110 in Gran Bretagna, 90 in
Italia e 90 in Turchia.

I mezzi d'informazione diffondono un'immagine distorta e parziale di questa realtà, attribuendo la minaccia nucleare solo ad alcuni paesi e tacendo sulle sue dimensioni complessive, così che l'opinione pubblica non ha una vera percezione dell'enorme rischio che stiamo correndo.
E' necessario reagire alla disinformazione e allo scoraggiamento dando impulso al movimento pacifista e nonviolento che si è sviluppato in questi anni nel mondo, unendo persone di differenti razze e religioni, culture e generazioni nel rifiuto della guerra e di ogni altra forma di violenza. Dobbiamo costruire un'alternativa non prevista nel copione dei potenti: un'alternativa basata sul rafforzamento dei vincoli tra i popoli, sull'appoggio reciproco, sulla solidarietà, sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, sulla mobilitazione e sulla pressione su coloro che pretendono di decidere il destino di tutti.
Abbiamo deciso di raccogliere l'appello lanciato dai pacifisti di tutto il mondo per dare vita a mobilitazioni nonviolente. Vogliamo ripetere l'esperienza già realizzata con successo a Budapest, Praga, Santiago del Cile, Helsinki, Parigi, Londra, Amsterdam, Atene, Milano, Firenze, Roma e Torino. Vogliamo costruire il simbolo della pace e del disarmo per riaffermare le tre maggiori urgenze del momento:
* Ritirare le truppe d'invasione
* Restituire i territori occupati
* Smantellare gli arsenali
Chiediamo a quanti lavorano per la pace, la nonviolenza, i diritti umani
e il superamento di ogni forma di discriminazione, chiediamo al mondo della politica, del volontariato, della cultura, dell'informazione e della spiritualità di sottoscrivere e diffondere questo appello e soprattutto di partecipare alla creazione a Roma del simbolo della pace e del disarmo.
Note:
Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:29

Iniziativa raccolta firme acqua pubblica

 13 gennaio 2007 è iniziata nelle piazze delle città italiane la raccolta firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si vuole riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda la proprietà che la gestione ed erogazione dei servizi idrici.

Ma non saranno banchetti del solo movimento dell’acqua. Più di 100 associazioni e comitati hanno promosso e aderito alla campagna, tra cui il Partito Umanista e gli Umanisti per l'Ambiente, i Cobas, l'ARCI, la CGIL, l'intero movimento di Porto Alegre, i partiti della sinistra radicale, ma anche vescovi e parroci, personalità della cultura e dello spettacolo che hanno inviato i messaggi di sostegno.
L'obiettivo è di raccogliere mezzo milione di firme in 6 mesi, anche se ne basteranno 50.000 per portare l'iniziativa popolare in Parlamento. La proposta di legge vuole innanzitutto inserire nella legislazione italiana il principio che l'acqua dev'essere un bene comune, un bene pubblico, non una merce che si può privatizzare e vendere, sulla quale si può speculare e fare profitti.
In passato l'acqua è stata gestita dai Comuni stessi o da aziende municipalizzate, ma da alcuni anni è partita un'offensiva da parte di aziende e multinazionali per accaparrarsi i diritti su di essa. C'è chi la vede come il "petrolio blu" del futuro, da sottomettere ai meccanismi del libero mercato e da quotare in borsa. Da proprietà e diritto di tutti l’acqua diventerebbe così una merce alla quale si accede solo pagandola salata. Nell'ambito politico tutti d'accordo a privatizzare, dal centrodestra al centrosinistra, dalla sindaca di Milano Moratti fino al presidente Prodi (il quale aveva promesso l'esatto contrario in campagna elettorale). Tutti a collaborare volenterosi alla svendita del patrimonio pubblico, come è accaduto in provincia di Pavia, dove la legge della Regione Lombardia che obbliga a privatizzare i servizi idrici è stata recepita all'unanimità.
L'argomentazione che, essendo un bene scarso, l'acqua verrebbe gestita meglio da privati per evitare sprechi, è falsa. Gli acquedotti sono oggi in buone condizioni, l'acqua di ottima qualità, l'accesso garantito a tutti, il costo basso. L'obiettivo principale delle società private è il profitto (a spese dei cittadini) e non la qualità del servizio.
La questione è gravissima e non riguarda solo l'Italia. Al summit di Nairobi e alla FAO parlano di siccità, desertificazione e carenza idrica in Europa, negli USA e in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli ormai in crisi per l'eccessiva dipendenza dall'acqua. In un rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU dal titolo significativo "Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua" si legge che 4900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e servizi sanitari.

Per quanto riguarda la situazione italiana, è urgente porre uno stop alla privatizzazione ora che è ancora possibile. Una volta privatizzata l’acqua, sarà difficile tornare indietro. I cittadini, i politici e le istituzioni non si stanno rendendo conto di quello che è in gioco. Questa ignoranza è dovuta in parte al silenzio imposto dai mass-media, che hanno la consegna di tacere sulla questione.
Scendendo in piazza, pacificamente, a raccogliere le firme dobbiamo quindi anche informare, informare, informare, affinché si crei un'ampia protesta in tutto il paese che riesca ad ostacolare e bloccare l'avanzata dei privati.
L'acqua deve restare un bene pubblico. Non può diventare una merce.
Allegato Descrizione
00113_dossier_acqua.doc
109.5 KB
Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:20

martedi 14 febbraio alle 17,30 europa in Pac

PER UN’EUROPA DI PACE
NO ALLA BASE MILITARE USA
IN REPUBBLICA CECA
Il governo della Repubblica Ceca ha autorizzato l’installazione di una nuova base militare USA nel paese, come parte del cosiddetto National Missile Defense System. Si notano in questa vicenda lo stesso servilismo dimostrato dal governo italiano riguardo alla base di Vicenza, la stessa arroganza degli Stati Uniti, la stessa opposizione della gente.
Davanti alle crescenti proteste organizzate da un coordinamento di oltre 40 organizzazioni, il cui portavoce Jan Tamas è il presidente del Partito Umanista ceco, il governo ha sostenuto che “si tratta solo di una questione tecnica” e si è rifiutato di sottoporla a referendum.
Martedì 13 febbraio alle 17,30
Presidio di protesta, in contemporanea con gli umanisti di Olanda, Grecia, Spagna, Francia e Ungheria davanti al consolato della Repubblica Ceca a Milano, via G.B. Morgagni 20, in appoggio alla manifestazione organizzata a Praga alla stessa ora davanti alla sede del governo ceco.
www.partitoumanista.it

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