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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Martedì, 7 Luglio, 2009 - 11:39

On line la prima ricerca nazionale sul bullismo omofobico

Il grave episodio di bullismo a sfondo omofobico nei confronti di un giovane tredicenne a Pavia è l'ennesimo caso che conferma le diffuse forme di violenza fisica e verbale nelle scuole italiane dovuti all'omofobia.
In molti cercano sostegno morale tramite i nostri servizi di accoglienza e telefono amico. Il ragazzo di Pavia e la sua famiglia hanno avuto la forza di denunciare le gravi vessazioni ma ancora in molti hanno paura ad intraprendere azioni giudiziarie per tutelarsi.
“Davanti all'ennesimo atto di bullismo a sfondo omofobico non posso che esprimere piena solidarietà al giovane pavese” dichiara Aurelio Mancuso presidente nazionale di Arcigay e continua “E' necessario che ci siano leggi e politiche precise in questo paese che garantiscano la tutela di tutti gli studenti e i giovani ancora oggi vittime di bullismo sulla base di una reale o presunta omosessualità”
Si può leggere nel rapporto Eurispes - Telefono Azzurro (2008) che tra le vittime di bullismo un adolescente su cinque è omosessuale.
Arcigay, che da anni si occupa di prevenzione e formazione all'interno delle scuole, sta realizzando il progetto “Interventi di prevenzione del bullismo a sfondo omofobico” finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali che si compone di un ciclo di seminari di formazione per operatori scolastici e per giovani studenti.
“Il progetto realizzerà la prima indagine nazionale sul bullismo omofobico” dichiara Marco Coppola, responsabile Scuola di Arcigay e prosegue “Attualmente il questionario della ricerca è già disponibile on-line per le tante lesbiche e gay che hanno subito atti di bullismo a sfondo omofobico e che vorranno aiutarci raccontando la loro storia
L'indirizzo del questionario è

www.scuolearcobaleno.eu

fonte: www.arcigay.it

Martedì, 7 Luglio, 2009 - 09:55

Area giochi attrezzata di via Mazzolari – via Barona=degrado

In allegato l'articolo di Marianna Vazzana apparso su Cronaca Qui del 7 luglio, che fotografa il degrado, l'incuria, i vandalismi e lo spaccio sull'area verde di via Mazzolari angolo via Barona.

Martedì, 7 Luglio, 2009 - 09:52

Baschi azzurri con il cuore nero: ecco chi c'è dietro i Blue Bere

Si usa il termine "volontari" con riferimento ai Blue Berets.
Incominciamo a dire che i Blue Berets saranno volontari... ma l'associzione si intasca 220.000 euro (mezzo miliardo delle vecchie lire!) di soldi pubblici!!!  COMPLIMENTI!!! e meno male che non è a scopo di lucro!!!
Io ho fatto per anni volontariato... ma le associazioni non si sono mai intascate così tanti soldi pubblici!!!
Aggiungo qualche ulteriore considerazione.
Durante una recente assemblea cittadina in zona 4 il vice sindaco De Corato si è rifiutato di dare risposte ai cittadini sulla mancanza di luoghi di socialità, per giovani e per anziani, di eventi zonali che possano diffondere quello spirito di comunità che è il miglior antidoto contro la solitudine, l’emarginazione e la trasformazione della periferia come quartiere dormitorio, senza spazi e luoghi per il tempo libero delle famiglie e dei ragazzi.
In compenso De Corato ha presentato il BLUE BERET seduto al suo fianco come il rimedio contro i mali dell’insicurezza: una ronda di Blue Berets avrebbe a breve percorso le vie Salomone, Mecenate e dintorni e tutti si sarebbe sentiti rassicurati.
Personalmente ritengo che l’ordine pubblico sia e debba rimanere appannaggio delle Forze dell’ordine, alle quali non vanno ridotte le risorse, ma al contrario vanno potenziate per avere delle Forze dell’ordine all’altezza dei loro compiti. Agli enti locali spetta, invece, fare prevenzione mediante investimenti sul territorio, dato che la “sicurezza” è l’ultimo anello di una lunga catena e pochi soggetti si preoccupano degli anelli che stanno prima per prevenire i disagi e le reazioni di rifiuto ed emarginazione: la scuola, i centri socio-educativi, i centri psico-sociali, i luoghi di aggregazione e di socialità, per non rischiare di intervenire quando i “buoi sono scappati dalla stalla”.
Il Comune sta da anni venendo meno a questi suoi obblighi e rincorre i buoi o meglio, fa finta di rincorrerli! La vera criminalità rimane “sconosciuta” a nostri politici di centro destra, dato che –nonostante le evidenze di infiltrazioni malavitose in molte attività imprenditoriali- continua a negare la necessità di una presa di coscienza politica del fenomeno; infatti, la commissione antimafie, fortemente voluta dalle opposizioni, è stata sciolta!
In città cosa è rimasto?!? E’ rimasto l’impegno del vice sindaco De Corato a tenere in palmo di mano i “suoi” Blue Berets come unica soluzione a tutti i mali delle periferie.
Ma chi sono questi Blue Berets? Ecco un articolo molto illuminante, pubblicato si repubblica online.
Un'altra conferma della pericolosità di queste ronde. Che siano nere o verdi poco cambia...il lupo (o la lupa romana?) perde il pelo ma non il vizio!
Pare che il servizio, che ci costa ben 220.000 euro (mezzo miliardo delle vecchie lire!), sia stato sospeso……
 
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
------------------------------------------------------

 
Baschi azzurri con il cuore nero: ecco chi c'è dietro i Blue Berets
 
Vincenzo Scavo, presidente dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le "ronde nere" con divise da Ventennio fascista
di Franco Vanni
http://locali.data.kataweb.it/kpmimages/kpm3/gloc/rep-milano/2009/07/04/jpg_1667029.jpg
 
In testa porta il berretto azzurro, ma il suo cuore è nero. Vincenzo Scavo, presidente dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le "ronde nere" con divise da Ventennio fascista. L'iscrizione di Scavo al partito è del 16 agosto 2003 e scadrà nel 2013. Fino a quel giorno, il capo dell'associazione a cui il Comune dà 220mila euro per fare vigilanza in metropolitana è "dirigente nazionale" del Msi di Gaetano Saya.
L'uomo che guida le ronde regolari, che il vicesindaco Riccardo De Corato definisce «un contributo importante per la sicurezza delle fasce più deboli e indifese», appartiene a un movimento politico che per simboli ha l'aquila imperiale e il sole nero, stemma del misticismo nazista. E Scavo non è solo. Altro ex iscritto al Msi passato anche per i Blue Berets è Riccardo Sindoca, accusato nel 2005 dalla procura di Genova del tentativo di costituire un servizio segreto parallelo. Sul banco degli imputati c'era anche Saya, fondatore del partito. L'inchiesta è ancora aperta. Sulla tessera di iscrizione ai berretti blu, del 3 marzo 2004, Sindoca è registrato con il grado di "Colonnello".
 
http://milano.repubblica.it/multimedia/home/6433821>
 
Il sospetto che i Blue Berets, cui il Comune affida da due anni servizi di ronda, potessero avere simpatie estremiste era stato sollevato dal Pd, che in un'interrogazione parlamentare del 26 giugno segnala «la vicinanza dei berretti blu ad Azione sociale, il partito di Alessandra Mussolini». Lo stesso giorno, De Corato risponde che «l'associazione non ha alcun legame politico». E sfida l'opposizione: «Tirino fuori le prove». La Mussolini non sembra entrarci, il Pd ha sbagliato mira, ma di poco.
A provare invece l'appartenenza di Scavo al Msi, oltre a tessera e modulo di adesione, c'è la conferma di Maria Antonietta Cannizzaro, presidente del partito: «È un nostro dirigente nazionale - dice - non partecipa più alla vita del movimento, ma non avendo restituito la tessera resta in carica fino al 2013».
 
http://oas.repubblica.it/RealMedia/ads/click_nx.ads/local.repubblica.it/rg/milano/interna/1523395100@Top,TopLeft,Left,Right,Middle,Left1,x41,x42,x43,x44,Position1%21Middle
 
Nel manifesto dei Blue Berets, Scavo traccia il profilo del perfetto volontario: «È colui che per scelta di vita dona gratuitamente parte del suo tempo per gli altri, che lavora in silenzio senza aspettarsi gratificazione». Ma la gratificazione alla fine è arrivata: dieci giorni fa il Comune ha affidato all'a ssociazione la vigilanza notturna nel metrò. Fino a 26 "agenti" disarmati che controllano i treni dalle 22.30 a fine corsa. Per il servizio, vinto con gara, ai Blue Berets vanno 220mila euro, presi dal bilancio di Atm. E proprio su quei soldi ieri l'opposizione in Consiglio comunale ha chiesto spiegazioni.
 
Francesco Rizzati del Pdci scrive a De Corato e al presidente di Atm, Elio Catania: «È possibile sprecare risorse, quando Atm non riesce nemmeno a rispettare il piano di investimenti?». Il Comune ha più volte indicato nell'efficienza dei Blue Berets la ragione del loro coinvolgimento nel piano sicurezza, per il quale nel 2009 sono stati stanziati complessivamente 850mila euro. I report di Palazzo Marino parlano di 1.421 interventi fatti dai berretti blu fra il giugno 2008 e l'aprile 2009, di cui 324 alla stazione Centrale. Tutte situazioni in cui i rondisti hanno segnalato alle forze dell'ordine reati, oppure hanno immobilizzato chi li commetteva aspettando poi l'arrivo degli agenti.
 
Mentre i Blue Berets di Scavo lavorano per il Comune con l'a utorizzazione della prefettura, anche la Guardia Nazionale, la ronda nera, si prepara ad aprire una sede milanese. «Il pacchetto sicurezza ci autorizza a farlo - dice Cannizzaro - la inaugureremo tra due settimane». Quartier generale al piano terra di Palazzo Rapisarda, in via Chiaravalle. Una sala con bagni e camerini per indossare le divise. «Dalle giubbe faremo sparire il sole nero, almeno durante il servizio di vigilanza in strada, ma non l'a quila», aggiunge la presidentessa.
 
L'edificio, che ospita anche la sede del partito, è di proprietà dell'ex craxiano Angelo Fiaccabrino ed è stato scelto «perché lì è nata Forza Italia - precisa Cannizzaro - e vogliamo dimostrare a Berlusconi il nostro appoggio». Dopo la presentazione delle ronde nere, un mese fa, le procure di Milano e Torino hanno aperto fascicoli. E tutta la politica, con Palazzo Marino in testa, aveva bollato come «aberrante» l'iniziativa. «Queste ronde di partito - diceva De Corato - sono una cosa molto diversa dalle associazioni sane che operano per la sicurezza». «Come i Blue Berets», appunto.
(04 luglio 2009)

Lunedì, 6 Luglio, 2009 - 15:42

AREA EX CAVA GAREGNANO - OPERE DI BONIFICA

Allefo l'autorizzazione per opere di bonifica dell'area "EX CAVA GAREGNANO" di via Calchi Taeggi

Sabato, 4 Luglio, 2009 - 09:02

Area giochi attrezzata di via Mazzolari – via Barona

Presentata il 2 luglio in Consiglio di Zona 6 la sotto riportata interrogazione.A.Valdameri

INTERROGAZIONE URGENTE

Area giochi attrezzata di via Mazzolari – via Barona
 
Premesso che:
 
-         l’area giochi attrezzata di via Mazzolari angolo via Barona è da qualche anno una realtà per la parte sud della Barona e sfogo per i numerosi bambini che abitano nelle case prospicienti.
 
Posto che:
 
-         È inserita in un’area con diverse problematiche di vivibilità e sicurezza;
 
Appurato che:
 
-         lo stato di degrado è tale e peggiora col tempo a causa dei numerosi atti di vandalismo perpetrati da alcuni gruppi di giovani che abitano nei pressi, che soprattutto la sera la fanno da padroni.
-         le scritte sui muri hanno invaso oramai tutta la struttura;
-         la vasca d’acqua, spesso non funzionante, è piena di rifiuti di ogni genere;
-         le aree giochi per bambini presentano gli attrezzi con diversi guasti, pericolosi per i bambini che le frequentano;
-         tutta l’area è percorsa da motorini che impediscono a quanti, soprattutto anziani, vorrebbero fermarsi sulle panchine
 
 
 
SI CHIEDE
 
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ZONA 6
 
di attivarsi presso i competenti settori del Comune di Milano, settore Arredo Urbano, Parchi e Giardini, Polizia Municipale, FF.OO., affinché:
 
-         si metta fine ad una situazione d’illegalità diffusa mettendo in atto adeguati controlli, anche attraverso l’installazione di telecamere;
-         si faccia un piano di bonifica dell’area con la cancellazione delle scritte, la pulizia sistematica della vasca dell’acqua, la sistemazione delle aree giochi per bambini;
-         sia impedito l’accesso ai motorini;
 
 
Milano 2, luglio 2009
 
Angelo Valdameri Lista Uniti con Dario Fo
 
 

Sabato, 4 Luglio, 2009 - 09:01

Essenze arboree ammalorate e/o morte in zona 6

Presentata il 2 luglio la sotto riportata interrogazione.A.valdameri

INTERROGAZIONE URGENTE

Essenze arboree ammalorate e/o morte in zona 6
 
Premesso che:
 
-         nell’autunno scorso in zona 6 sono state messe a dimora numerose essenze arboree, nei viali, lungo alcune piste ciclabili, nelle aree verdi e nei parchi.
 
Posto che:
 
-         molte di queste essenze arboree si sono ammalo rate, in mancanza di disinfestazione, o sono morte perché carenti di acqua (da Cascina Bianca a via S.Paolino, via Ovada/Voltri, ecc).
 
 
 
SI CHIEDE
 
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ZONA 6
 
di attivarsi presso i competenti settori del Comune di Milano, settore Arredo Urbano, Parchi e Giardini affinché:
 
-         si appurino le cause che hanno portato a questa situazione e se esiste una garanzia di sostituzione;
-         si conoscano i progetti di sostituzione delle essenze morte;
-         si conoscano le motivazioni che non hanno permesso una regolare irrigazione delle essenze;
-         si informi il Consiglio di Zona, anche attraverso un’audizione del responsabile della Parchi e Giardini di Zona 6, sul come intervenire per non ricadere nelle stesse problematiche di quest’anno.
 
Milano 2, luglio 2009
 
Angelo Valdameri Lista Uniti con Dario Fo
 
 
c
Venerdì, 3 Luglio, 2009 - 16:43

Affermiamoci a Catania per il Sicilia Pride

Il corteo del Sicilia Pride 2009, manifestazione regionale dell'orgoglio conclude un mese di appuntamenti sociali e culturali che hanno coinvolto tutte le città siciliane e la stagione 2009 dei Pride, dopo Torino, Napoli, Roma e il Pride nazionale di Genova.

La manifestazione si svolgerà a Catania sabato 4 luglio 2009: si radunerà alle ore 16.00 in piazza Cavour, per partire alle ore 17.00 e scorrere lungo l'asse di via Etnea; si giungerà infine, intorno alle ore 19:00, in piazza Università dove si terrà il comizio finale.
Abbiamo vissuto insieme e proposto alla città numerosi Pride sino al 2008, manifestazioni tutte ad alto contenuto rivendicativo: dignità, laicità, matrimoni, diritti. Rivendicazioni avanzate alla classe dirigente italiana, a volte anche con qualche speranza di accoglimento sia pure parziale. Sino ad oggi abbiamo interloquito con un muro di gomma che ha sempre palesemente o subdolamente respinto qualunque istanza, anche quando in un ampio programma politico-elettorale si era fatta finalmente menzione di talune esigenze, puntualmente, poi, disattese in ossequio agli indirizzi forniti da oltre le mura leonine. Sino ad oggi abbiamo ricevuto, senza peraltro averla mai chiesta, solo una maggiore visibilità ma limitata all’aspetto scenico televisivo, una sorta cioè di esposizione mediatica pubblicitaria, falsamente libertaria, che, in buona sostanza, ci ha trattato come soggetti che divertono, sono simpatici, ma ai quali è negato ogni diritto.

Ci siamo, allora, posti l’interrogativo: a chi chiedere, chi disturbare, a chi far sapere della nostra esistenza, dei nostri disagi, del fatto che la Carta Costituzionale per noi non esiste (uguaglianza dei cittadini), delle violenze fisiche e morali, degli spazi negati.
Abbiamo, quindi, scorso le pagine della storia e una risposta ci è stata fornita proprio dalla nostra storia, dalla storia del Pride e del movimento omosessuale, risposta che ha un nome ben preciso STONEWALL, un nome che, proprio a giugno di quest’anno compie 40 anni.

Il 28 giugno 1969, infatti, la polizia che compiva l’ennesima irruzione omofoba nel celebre locale STONEWALL INN si trovava per la prima volta la reazione decisa degli avventori, in buona parte trans, guidati dalla mitica SYLVIA RIVERA la, quale con il lancio di una scarpa e una bottiglia, diede inizio alla rivolta dalla quale prese avvio il movimento omosessuale.
Sicuramente il clima politico generale del 68 e, segnatamente per l’America, la tragedia del Vietnam influirono significativamente dando coraggio e consapevolezza ai protagonisti di Stonewall, ma la misura era anche già sufficientemente colma.
A chi si rivolsero i nostri nel 1969? A chi chiesero e cosa? Essi non si rivolsero a nessuno ma solo alla popolazione omosessuale chiedendo di scendere nelle piazze, di affermare la propria esistenza, di rendersi essi stessi interpreti delle loro vite ed esigenze, delle loro dignità. Pochi anni dopo, Milk RECLUTAVA la sua gente, la nostra gente, e avviava la sua politica divenendo un faro per tutta la comunità. Nulla di autoreferenziale, ma esclusivamente la assoluta consapevolezza e certezza di poter parlare venendo ascoltato da propri simili, una scelta strategica basata sulla intuizione che solo un movimento forte e compatto poteva condurre a risultati che avrebbero coinvolto anche altri strati sociali avvicinandoli alle nostre posizioni. Così avvenne.
Ciò che noi rivendichiamo è già ben noto, come parimenti è ben noto che, in realtà, trattasi di istanze perfettamente in linea con i dettami costituzionali, con lo spirito stesso della democrazia, della civiltà. Ma nulla è mai cambiato ugualmente, nemmeno l’esempio di altri paesi è servito a nulla. La classe politica italiana è sorda e vive già da tempo la crisi dell’esser venuti meno proprio i valori ispiratori delle diverse parti, divenendo solo una parodia di personaggi in cerca
non di autori ma di potere e basta.

Da queste considerazioni nasce in noi la scelta di non rivolgerci più ai conducenti ma solo al nostro popolo e a chi ad esso si sente vicino. Non più, quindi, un Pride RIVENDICATIVO, bensì AFFERMATIVO.

Affermativo della nostra esistenza, della nostra dignità, delle nostre vite. NOI ESISTIAMO, CI SIAMO E SEMPRE CI SAREMO, piaccia o non piaccia, ci amiamo e ci ameremo e ci faremo anche amare. E questo non più tacitamente, non più nascosti ma visibilmente. Abbiamo solo un’arma: la VISIBILITA’ e la useremo sino in fondo, facendo appello a ciascuno di noi affinché esca dall’anonimato perché questo è proprio ciò che vogliono i nostri avversari: recingerci nelle cortine dell’anonimato, tirandoci fuori solo per esibizioni mediatiche che possano dare, comunque, una facile e comoda patente di liberalità. Grazie NO, niente elemosine, niente mance.
E’ a noi stessi che chiediamo coraggio, coerenza, dignità, è a noi stessi che chiediamo di occupare i nostri spazi, le nostre città, è a noi stessi che chiediamo di trasformarci in militanti e attivisti, senza inciuci, senza compromessi di sorta con nessuna politica che oggi non è degna nemmeno di questo nome.
NON CHIEDIAMO MA FACCIAMO.
E questa nostra affermazione la formuliamo anche alla cittadinanza nei suoi diversi e molteplici strati sociali e categorie di lavoro, coinvolgiamoli nelle nostre attività, nelle nostre iniziative, reclutiamo artigiani, operai, professionisti, studenti, migranti e mostriamo loro la nostra forza. Ma, prima ancora, prendiamo noi stessi coscienza della nostra forza e che questa può aumentare, perché solo dalla nostra forza possono scaturire benefici per tutti noi. Ecco perché questo è un PRIDE AFFERMATIVO.

www.arcigay.it

Venerdì, 3 Luglio, 2009 - 16:27

India: da oggi l'omosessualità non è più reato

Importantissima sentenza dell'Alta Corte di Nuova Dehli che stabilisce che considerare reato l'omosessualità è anticostituzionale. Adesso una legge difenderà gay e lesbiche da violenze e persecuzioni.

Questo è un giorno che passerà alla storia per la comunità lgbt indiana. L'Alta Corte di Delhi ha stabilito che i rapporti sessuali fra adulti consenzienti dello stesso sesso non devono essere più considerati come un crimine. La sentenza dovrà ora essere accolta in parlamento, dove dovrà essere recepita in una apposita legge. La decisione della Corte era stata sollecitata da fondazioni dei diritti di gay e lesbiche vittime di discriminazioni. Il giudice ha deciso che la sezione 377 del codice penale indiano, che risale al tempo del dominio britannico e che riguarda il cosiddetto "sesso contro natura", è viola i principi di uguaglianza sanciti dalla costituzione indiana perché discrimina gli omosessuali.

La corte ha però deciso che l'aspetto penale resta per i rapporti non consenzienti e per quelli non vaginali. Alla lettura della sentenza, secondo la televisione IBN Live, in aula ci sono stati manifestazioni di gioia estrema da parte degli attivisti per i diritti degli omosessuali. In base alla legge indiana il "sesso contro natura" è punibile con il carcere fino a 10 anni, e con l'ergastolo in casi più gravi. Gruppi di attivisti umanitari e organizzazioni non governative da anni lottano per l'abrogazione di questa legge, che accomuna i rapporti omosessuali a quelli con gli animali. Ma tutte le petizioni sono state rigettate dalle autorità indiane che, almeno finora, hanno sempre considerato i comportamenti omosessuali contrari alla morale indiana. Le associazioni che cercano di tutelare le ragioni dei gay portano una nuova importante argomentazione a sostegno della loro tesi: la lotta all'Aids. In India ci sarebbero milioni di omosessuali a rischio Aids che, per paura del carcere, non denunciando la loro condizione e quindi non hanno accesso alle necessarie cure mediche. Nei giorni scorsi il governo aveva annunciato una revisione della legge, prima di fare dietrofront dopo le proteste di gruppi religiosi musulmani, che hanno definito l'omosessualità contraria alla legge islamica e alla morale. Secondo la nota agenzia di stampa internazionale Associated Press, la sentenza dell'alta corte varrebbe solo per il territorio di Nuova Dehli.

"Sono così eccitato che non sono stato ancora in grado di diffondere la notizia - ha dichiarato Anjali Goplan, presidente della Naz Foundation, un'organizzazio che si occupa di salute e sessualità e che aveva partecipato alla petizione per la decriminalizzazione dell'omosessualità -. Finalmente siamo entrati nel XXI secolo". Certo Non basterà una legge a cambiare la mentalità e la cultura di un intero popolo da secoli abituato a considerare i gay e le lesbiche come dei depravati, ma almeno dovrebbe proteggerli dai criminali e dalle persecuzioni della polizia. Ed è di certo un grandissimo passo avanti.

www.gay.it

Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 14:33

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA, OCCUPATO DAL BOCCACCIO. UN INTERVENTO DETTATO SOLO DA RAGIONI POLITICHE
Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 13:48

Documenti presentati in CDZ 4 il 25 giugno

Documento in merito alla gestione di 12000 euro da parte della Commissione Cultura circoscrizionale e l'organizzazione del Mese della Cultura

La cultura riveste un ruolo fondamentale per la coesione sociale di un territorio e per uno stimolo alla partecipazione e al dialogo, al confronto, alla valorizzazione degli spazi, alla promozione delle libere espressioni di pensiero e di arte.
In questi ultimi anni si inserisce la cultura tra i capitoli di uno stato sociale inclusivo, che promuova non solo i diritti e l'eguaglianza delle opportunità tra le persone ma, anche e inoltre, lo stare bene, il vivere bene, in armonia e in sintonia con la comunità e con la propria personalità, la propria autodeterminazione.
E' chiaramente necessario che il ruolo fondamentale di un'amministrazione territoriale, seppure di dimensioni più ristrette e relative come il nostro Consiglio di Zona, si identifichi nella promozione delle realtà, associazionistiche e soggettive, delle professionalità, delle esperienze che esprimono novità culturali e proposte culturali di grande valore e risultato collettivo e pubblico.
L'idea di dedicare un periodo dell'anno a momenti e iniziative culturali e artistiche che siano presenti uniformemente sul nostro territorio circoscrizionale è assolutamente giusta, condivisbile, importante e fondamentale per una promozione della nostra circoscrizione, per un'offerta plurale alla cittadinanza di incontro e di confronto, per una consocenza delle realtà che vivono la zona, per un concetto di sicurezza che si costruisce partendo dalla diffusione di saperi e di messaggi aggregativi.
Raggiungere questa finalità, ambiziosa ma non impossibile, impegnativa è necessario investire in modo universale e coinvolgente sui componenti della Commissione Cultura, rendendo, questa, primaria nella proposta di un progetto che sappia, proprio per la necessità di garantire un'offerta variegata e vasta, diversificata, coinvolgente, essere rappresentativo delle esigenze e delle sensibilità culturali della zona.
Costituire un gruppo ristretto di persone, indubbiamente di valore, che debbano esprimere un progetto in questo senso, non è un'analisi personalistica, nominato senza un previo coinvilgimento e una previa conoscenza delle professionalità e delle esperienze dei singoli componenti della commissione stessa, rischia di non proporre un progetto ampio e plurale, coinvolgente e mirato alla partecipazione. Rischia di diventare esclusivo, svuotando di funzioni e di contenuto la Commissione stessa, unico organo collegiale di definizione di scelte condivise. Occorre sottolineare il fatto di un mancato coinvolgimento ex ante delle associazioni della zona al momento della definizione del progetto del "Mese della Cultura", dialogando con esse e coinvilgendole in base alle proprie sensibilità e finalità, in un quadro di valorizzazione delle professionalità e di un loro investimento nell'interesse pubblico e collettivo. Un'altra critica che viene espressa riguarda i 12000 euro stanziati per la realizzazione del mese della cultura: una cifra importante se si considera che un suo impiego sta determinando il blocco di iniziative promuovibili su proposta della commissione e/o delle singole associazioni, più volte interfacciatesi con la Commissione. E' opportuno indicare un ridimensionamento della lunghezza temporale di questo impegno riportando nella Commissione il ruolo e la funzione principe decisionale e di scelta, coinvolgendo le associazioni nella fase preparatoria, anche nella semplice individuazione dei criteri di formulazione organizzativa del calendario di attività; e, infine, riconoscendo a queste ultime la necessaria professionalità in termini culturali ed economici, una volta espressa la loro disponibilità a partecipare al percorso fin dall'inizio.
La proposta è interessante e ambiziosa, giustamente, ed è proprio per questo che occorre rifomulare modalità organizzative che sappiano coinvilgere e rendere partecipi e responsabilizzati i soggetti coinvolti, definendo in modo perentorio la funzione principale e primaria della commissione stessa, organo collegiale istruttorio utile canale istituzionale finalizzato a esprimere proposte al Consiglio.

I consiglieri di Zona 4 Milano
Alessandro Rizzo, Franz Brunacci, Massimo Gentili, Daniele Olivieri, Pierangelo Tosi

RICORDO DI IVAN DELLA MEA: richiesta di minuto di silenzio al Consiglio di Zona 4 in seduta giovedì 25 giugno

E’ morto il 19 giugno all’Ospedale San Paolo di Milano Ivan Della Mea. Volevamo ricordarlo per la figura rilevante sia dal punto di vista musicale e cantautorale, sia per l’alto spessore intellettuale e politico di una personalità fatta di coerenza e di passione, di dedizione e di senso della solidarietà.
La sua ispirazione ha portato a grandi brani che si ascrivono nella più conosciuta e rappresentativa tradizione folck italiana. Nel 62 scrive Canti e inni socialisti, in occasione del 70° anniversario del Partito socialista italiano. Dischi del Sole è l’lp uscito con la collaborazione di Giovanna Marini e Paolo Pietrangeli, Ballate della piccola e grande violenza e il Nuovo Canzoniere scandiscono e raccontano i momenti delle lotte sindacali e studentesche lungo tutto l’arco degli anni 60: mobilitazioni che arricchirono la nostra democrazia e la partecipazione. Particolari sono stati per oggetto e per messaggio sociale Ballata per Ciriaco Saldutto, dedicata a uno studente torinese morto suicida dopo essere stato bocciato, e la celebre El me Gatt, una delle più importanti canzoni di protesta italiane, rimangono imperiture nella letteratura musicale nostrana di tradizione popolare.
Dirige l’Istituto De Martino, eccellente istituzione educativa nel campo della ricerca antropologica musicale, partecipando a diverse produzioni cinematografiche e letterarie, ricordiamo tra queste “Il sasso dentro” del 1990 e “Sveglia nel buio” del 1997.
Ricordare Ivan Della Mea è importante in questo nostro consiglio perché è stata una figura preponderante a livello sociale e culturale nella nostra circoscrizione: è stato Preidente del Circolo ARCI Corvetto, promuovendo uno spazio con una funzione collettiva e aggregativi di forte spessore all’interno di un periferia, spesso fatta di emarginazione, sapendone interpretare caratteristiche e virtù.

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