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Il Blog di Fiorello Cortiana | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Fiorello Cortiana
Giovedì, 25 Febbraio, 2010 - 02:34

Interrogazioni presentate in CDZ 4 - 25 febbraio 2010


Domenica, 21 Febbraio, 2010 - 16:30

YALLA SE MAGNA!!! cena di autofinanziamento della comunità palestinese

La comunità palestinese di Lombardia è lieta di invitarvi a:
YALLA SE MAGNA!!!
Cena a base di piatti palestinesi

 Sabato 27 Febbraio 2010 – Ore 20.00
Ristorante Papavero
Via PALESTrINA 4, Milano
QUOTA: 20 EURO
                          
ATTENZIONE: POSTI  LIMITATISSIMI  85! NECESSARIA  PRENOTAZIONE A: 3281696434 (SAHAR)
Domenica, 21 Febbraio, 2010 - 11:08

L'omofobia colpisce Italia 1

18/02/2010 - Redazione arcigay

 

MENTRE ERO A PRANZO MI STAVANO ANDANDO LE "CHIACCHIERE" DI TRAVERSO QUANDO HO VISTO CHE SI è COMPIUTO L'ENNESIMO ATTO DI OMOFOBIA MEDIATICA.

ALLE ORE 14:00 COME DI CONSUETO VIENE MANDATA IN ONDA UNA PUNTATA DEI GRIFFIN SU ITALIA UNO, ESATTAMENTE LA NUMERO 13 DELLA QUINTA STAGIONE INTITOLATA "BILL TI PRESENTO LOIS". IN QUESTO EPISODIO LOIS, LA MOGLIE DEL PROTAGONISTA FINISCE A LETTO CON BILL CLINTON GENERANDO UNA CRISI CONIUGALE. VERSO LA FINE DELLA PUNTATA QUANDO PETER GRIFFIN DECIDE DI PERDONARE SUA MOGLIE LOIS CHE LO AVEVA TRADITTO CON L EX PRESIDENTE DEGLI USA, SI DIRIGE DA BILL PERCHè CHIARISCANO LA VICENDA E IRRIMEDIABILMENTE ANCHE PETER FINISCE A LETTO CON L EX DELLA CASA BIANCA.

BENE, QUESTO è COME SI CONCLUDEREBBE L EPISODIO SE NON FOSSE STATO CENSURATO, POICHè SU ITALIA UNO è STATA TAGLIATA LA SCENA CHE HO DESCRITTO PRIMA IN CUI PETER E BILL FINISCONO A LETTO. MI HA DAVVERO STUPITO CHE ITALIA UNO MANDASSE IN ONDA I GRIFFIN CHE è NOTORIAMENTE UNA SERIE MOLTO SPINTA, SOSPESA ANCHE NEGLI USA VARIE VOLTE A CAUSA DI CRITICHE FORTI CHE AVEVA RICEVUTO, MA SE è QUESTO IL PREZZO CHE BISOGNA PAGARE E SOPRATTUTTO CHE NOI GAY DOBBIAMO PAGARE BEH ALLORA NON CI STIAMO, VI PREGO FATE QUALCOSA NN LASCIATE CHE QUEST ENNESIMO ATTO VERGOGNOSO DI DISPREZZO NEI NOSTRI CONFRONTI PASSI INOSSERVATO. AGGIORNATEMI VI PREGO SPERO CHE LA COSA VENGA FUORI. MI SEMBRA DI ESSER TORNATO A BROKEBACK MOUNTAIN SU RAI DUE DI QUALKE ANNO FA CON LA SCENA PRINCIPALE TAGLIATA... KE SKIFO!

Lettera firmata

***

Il giorno 16 febbraio 2010 stavo come di consueto godendomi il mio spazio tv gustandomi un pranzo fatto a base di una puntata de I Griffin, l'episodio in questione era 5×13 “Bill, ti Presento Lois” in inglese ”Bill And Peter’s Bogus Journey”.

Sfortunatamente per la rete, io avevo visto l'episodio in versione integrale e in lingua originale. L'episodio parla di una mini-crisi coniugale tra gli sposini causata da un tradimento della moglie Lois con il presidente Clinton. Alla risoluzione dell'accaduto l'unica cosa che rimane da fare a Peter (il marito) è chiarire l'accaduto col presidente, ma ... sorpresa !!! La scena che ritrae i due sdraiati a letto , e preciso, SENZA FARE NIENTE DI OSCENO, in cui Peter fa capire che il presidente l'ha convinto ad andare a letto con lui è VOLGARMENTE TAGLIATA, non solo togliendo qualsiasi significato alla scena, ma dimostrando che il nostro paese è un mondo che predica diritti uguali per tutti, sponsorizza pubblicità progresso come quella dei chirurghi la cui sessualità NON IMPORTA, ma che di fatto trova meno volgare un Beautiful dove madri sposano i figliastri e fratelli e sorelle copulano violando qualsiasi principio di scambio e miglioramento delle informazioni genetiche che far intendere E NON VEDERE che due uomini sono stati a letto assieme.

Beh io pretendo delle scuse, perché benché gli enti televisivi usino o meno le loro forbici virtuali per tagliarci via dalla loro vita, noi siamo qui con loro nel mondo reale, esistiamo con loro e soffriamo forse anche più di loro, ma del resto perché dover usare distintivi come noi e loro? Chi è diverso da chi? Cito infine una frase dal film il ladro di orchidee Il cambiamento non è una scelta, succede e ti ritrovi diverso.

Da Gay.TV - Rikuheart

Sabato, 20 Febbraio, 2010 - 20:24

Al di là del muro: Viaggio nei centri per migranti in Italia.

Per opportuna informazione.

Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
--------------------------------------------------------

Al di là del muro
Viaggio nei centri per migranti in Italia.
Gennaio 2010
Secondo Rapporto di Medici Senza Frontiere sulle condizioni dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) e dei Centri di Accoglienza (CARA e CDA).
Il presente rapporto è frutto di un’indagine svolta da Medici Senza Frontiere-Missione Italia sulle condizioni socio-sanitarie, lo stato delle strutture, le modalità di gestione, gli standard dei servizi erogati e il rispetto dei diritti nei centri di detenzione degli immigrati senza permesso di soggiorno (CIE) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e migranti (CARA e CDA).
La decisione di Medici Senza Frontiere di condurre in Italia una seconda indagine sui centri per migranti, trae origine da tre presupposti.
In primo luogo, continuare a seguire “i percorsi” dei suoi pazienti in Italia, in particolare migranti senza permesso di soggiorno e richiedenti asilo, già assistiti sul molo di Lampedusa, nelle campagne del Sud durante le raccolte stagionali e negli ambulatori aperti in tutto il Paese.
Secondo, aprire una breccia di conoscenza in luoghi celati a contatti con l’esterno, gestiti da enti privati senza alcun sistema di controllo centralizzato e sistematico. Terzo, verificare se e quanto sia mutato rispetto alle denunce raccolte nel suo precedente rapporto del 2004: “CPTA: Anatomia di un fallimento”.
Sabato, 20 Febbraio, 2010 - 18:57

Internazionale d’arte LGBT 2010

 19/02/2010 - Redazione arcigay

In occasione del 25° Torino LGBT Film Festival, l’Associazione Koinè in collaborazione con la Fondazione Artèvision ed AV Art Gallerie, il contributo della Regione Piemonte e il patrocinio di Arcigay presenta la 4° edizione dell’Internazionale d’arte LGBT.

Nell’edizione 2009 hanno partecipato artisti qualiMoxy Hart e Martha Cecilia Meza, favorendo il contatto e la contaminazione fra stili e culture differenti; ma anche giovani talenti comeAlessandro Capurso e Walter Rossignolo, permettendo così di raggiungere sempre più il grande pubblico.

L’internazionale d’Arte nasce con l’intento di dar vita a un evento artistico che permetta la scoperta di nuovi punti di vista, promuovendo l’emergere di una coscienza civile e di sensibilizzazione al mondo LGBT quale parte integrante della società contemporanea presente in qualsiasi fascia sociale ed economica.

Si tratta del primo evento tematico dedicato unicamente alle arti visive LGBT.
L’alto valore artistico, le location e il contesto urbano torinese che ne sarà teatro, faranno dell’evento qualcosa di unico nel panorama internazionale.

La tematica dell’Internazionale d’Arte di quest’anno sarà: “Sono come sono”.
Siamo alla ricerca di artisti che vogliano mettersi in discussione, “disfare” il concetto di genere.
Perché i generi sono sempre e solo due?
Perché tutto il resto eccede dalla norma?
Gli uomini non sono tutte singolarità?
Nel momento in cui si è costretti a rappresentarsi attraverso un ruolo di genere si è obbligati a rinunciare a tutto quel che fa di ognuno di noi un’identità; la società si crea delle “aspettative” sul ruolo che tutti si augurano vederci recitare, pena il mancato riconoscimento sociale e in alcuni casi persino giuridico.

Crediamo sia arrivato il momento di andare oltre stereotipi e pregiudizi; lasciamo che l’arte ci racconti l’essenza di coloro che hanno avuto il coraggio “to be themself”.


Tutti gli artisti interessati possono inviare portfolio e curriculum vitae a:
arts.lgbt@associazionekoine.it
specificando nell’oggetto “Internazionale d’arte LGBT_artista”
entro il 28 febbraio 2010

Sabato, 20 Febbraio, 2010 - 18:47

facciamo le cose giuste: COSTRUIAMO CONVIVENZA, SULLA BASE DI DIRITTI E DOVERI UGUALI PER TUTTI

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
----------------------------------------------------

facciamo le cose giuste
MAI PIÙ VIOLENZA!
COSTRUIAMO CONVIVENZA, SULLA BASE DI DIRITTI E DOVERI UGUALI PER TUTTI
La tragica morte di Ahmed Mamoud El Fayed Adou ci addolora infinitamente e ci impone di rivolgere a tutti un appello affinché si ragioni e si reagisca facendo le cose giuste.
Esprimiamo, in primo luogo, la nostra solidarietà ai familiari e agli amici di Ahmed, vittima di una violenza omicida assurda e inaccettabile. Nessuna violenza è accettabile, ancora meno lo è quella che stronca  una giovane vita.
Chi si è macchiato di questo crimine deve essere giustamente punito secondo la legge, che dovrebbe essere uguale per tutti, ma soprattutto deve riflettere sulla gravità irreparabile del suo gesto.
Chi ha reagito a questa orribile morte scatenando ulteriori violenze, pensando di farsi giustizia da sé, deve fermarsi subito e rendersi conto che questa è una strada che porta solo a ulteriori sofferenze, per tutti.
Chi, come i politici che governano questa città e questo paese, stanno già strumentalizzando quanto avvenuto in via Padova per invocare la caccia agli immigrati deve solo vergognarsi e tacere.
Noi proponiamo una riflessione opposta a quella di chi sostiene che “gli immigrati sono troppi” e che ora minacciano di organizzare espulsioni “casa per casa”.
Le responsabilità per la morte di Ahmed e per le violenze che ne sono scaturite sono personali: la responsabilità di ogni gesto appartiene a chi lo compie.
D’altra parte, vi sono responsabilità politiche e morali per la situazione di tensione, di insicurezza, di rabbia e di frustrazione che si è accumulata in questi anni in via Padova: queste responsabilità sono dei governanti locali e nazionali che, pur conoscendo le grandi difficoltà di questo quartiere, non hanno fatto nulla di efficace per proteggere i cittadini, per favorire l’integrazione sociale e promuovere la convivenza civile.
Per questo ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volontà che vivono in via Padova. Sappiamo che sono la maggioranza, tra gli arabi e tra i latinoamericani, tra gli immigrati e tra gli italiani.
Dobbiamo cercare di parlare e ragionare insieme. Tutti vorremmo vivere in tranquillità e serenità.
Sappiamo che le promesse dei governanti per garantire maggiore sicurezza erano solo bugie: l’utilizzo dell’esercito non è servito ai cittadini onesti e pacifici, ha soltanto fatto crescere la tensione, la paura, la divisione
Solo il rispetto, la solidarietà e l’aiuto reciproco tra tutti noi, tra tutte le comunità immigrate, tra immigrati e autoctoni, possono garantire più sicurezza a tutti. Solo in questo modo possiamo isolare chi conduce attività criminali, favorendo davvero una migliore qualità della vita nel quartiere e respingendo ogni strumentalizzazione razzista, ogni ulteriore tentativo di dividere ulteriormente e mettere gli uni contro gli altri  gli abitanti del quartiere.
Non è una strada facile, quella della convivenza tra persone di origine, lingua e cultura diverse, ma è l’unica che vale la pena percorrere.
È lo stesso cammino che abbiamo intrapreso cominciando a preparare la giornata del Primo Marzo.
Vorremmo che quella giornata di protesta pacifica e non violenta per l’affermazione di uguali diritti e responsabilità per tutti i cittadini che vivono in Italia, qualunque sia la loro origine, possa contribuire - almeno un po’ -  anche ad affrontare i problemi di convivenza che sono esplosi in maniera così drammatica nel quartiere di Via Padova.
Associazione Todo Cambia; Aria Civile; Convergenza delle Culture - Milano;  Arci Metromondo, Comitato Primo Marzo Milano; Rete Scuole Senza Permesso

Venerdì, 19 Febbraio, 2010 - 19:33

Qualunque cosa succeda di Umberto Ambrosoli

MERCOLEDI' 24 FEBBRAIO 2010

ARCI 50 Via Benaco 1, Milano

ne parliamo con l’autore

Jole Garuti
Saveria Antiochia Omicron

Luigi Lusenti  ARCI50

Venerdì, 19 Febbraio, 2010 - 16:50

"poteri speciali" in vista di Expo 2015: lettera aperta al sindaco

Di seguito il testo della lettera aperta inviata dal consigliere comunale Basilio Rizzo al Sindaco Moratti sulla speciale normativa in via di approvazione al Parlamento sui "poteri speciali" in vista di Expo 2015.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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Al Sindaco di Milano
Dott.ssa Letizia Moratti
Palazzo Marino
Ill.mo Signor Sindaco,
dalla stampa e direttamente dalla nostra ex-collega sen. Marilena Adamo ho appreso che il Parlamento si appresta ad approvare una speciale normativa –forse costruita su misura per altri- secondo la quale (in sostanza assimilando le attività in vista dell’Expo a quelle proprie della Protezione Civile) sono previste deroghe a numerosi adempimenti, controlli, passaggi istituzionali propri delle ordinarie procedure per i lavori pubblici.
Non posso esimermi a priori dal notare che le calamità naturali sono ovviamente imprevedibili nei tempi del loro determinarsi mentre l’Expo ha tempi precisi di programmazione…
In ogni caso per un verso le recenti vicende relative a lavori affidati alla Protezione Civile che al di là delle eventuali deplorevoli responsabilità penali di singoli hanno trovato nelle procedure speciali una sorta di "facilitazione" oggettiva del rischio di distorsione e per l’altro le Sue recenti dichiarazioni in Consiglio (a seguito del caso
Pennisi) in cui ha ribadito il Suo impegno per la trasparenza, il rispetto di procedure ed organi di controllo, mi inducono a chiederLe un atto di coerenza con un impegno totale sul piano della cosiddetta questione morale, che risulti anche fortemente simbolico: dichiari solennemente Sig.ra Sindaco che non intende avvalersi di poteri speciali, che crede nelle istituzioni elettive e in tutti gli organi di controllo e garanzia previsti dal normale ordinamento.
Non ne trarrebbe prestigio solo la Sua persona, ma se ne gioverebbe anche l’immagine della nostra città invertendo una tendenza che l’ha costretta, in questi giorni, a vedere adombrato il suo ruolo di capitale morale d’Italia cui molto tutti insieme teniamo.
Con rispetto e speranza.
Basilio Rizzo
Milano, 19 febbraio 2010

Venerdì, 19 Febbraio, 2010 - 13:41

Malawi: rilasciare immediatamente una coppia di gay!

Steven Monjeza e Tiwonge Chimbalanga sono stati arrestati il 28 dicembre 2009 dopo che un giornale locale aveva diffuso la notizia della loro partecipazione a una cerimonia tradizionale di fidanzamento a Chirimba, comune di Blantyre.
 
Monjeza e Chimbalanga sono stati accusati di "reato contro natura" e "pratiche indecenti fra uomini" in base a quanto previsto dal codice penale, sezioni153 e 156.
 
I due, rispettivamente 26 e 20 anni, sono stati più volte picchiati dalla polizia e sono attualmente detenuti nel carcere di Chichiri.
 
L'arresto, a causa del reale o presunto orientamento sessuale, viola il diritto alla libertà di coscienza, di espressione e alla riservatezza. Le leggi che criminalizzano l'omosessualità o l'identità di genere violano questi diritti, tutelati dai trattati ratificati dal Malawi, compreso il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli.

 

Amnesty International esprime preoccupazione per i tentativi effettuati dalle autorità di appurare l'avvenuto rapporto sessuale con esplorazioni anali che, se eseguite senza il consenso della persona, violano il divieto assoluto di tortura e trattamenti inumano e degradante o punizione.

Amnesty International considera coloro che sono arrestati o trattenuti a causa del loro reale o presunto orientamento sessuale prigionieri di coscienza, e chiede il loro rilascio immediato e incondizionato.

 

 FIRMA ANCHE TU

http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/227

Venerdì, 19 Febbraio, 2010 - 09:19

la Protezione Civile e la politica

La modifica al decreto alla Commissione Ambiente della Camera e l’inchiesta della magistratura seguono il loro corso normativo e giudiziario, ma ancora una volta sono le questioni ambientali a misurare e a definire la qualità della politica e della cultura ad essa sottesa. Sono di pochi giorni fa le immagini nei telegiornale degli Ischitani che facevano muro contro le forse dell’ordine a difesa degli edifici abusivi, edificati spesso in zone a rischio idrogeologico.

Per questo le immagini che dai Nebrodi ci hanno mostrato la montagna, con la sua terra, i suoi ulivi e le sue case muoversi verso valle come una gigantesca colata lavica ci chiedono anche un altro sguardo per una riflessione efficace sulla Protezione civile in Italia e sulla cultura politica nell’amministrazione della cosa pubblica e del territorio cui si riferisce.

Il Servizio nazionale per la Protezione civile nasce con la legge 24 febbraio 1992, n. 225, “al fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, catastrofi o altri eventi calamitosi”.

La Protezione civile coinvolge l’articolazione dello Stato dal centro alla periferia e la società civile attraverso le organizzazioni di volontariato. Questa struttura permette il coordinamento centrale e, ad un tempo, una grande elasticità e tempestività operativa. La Protezione civile vede il coinvolgimento operativo di circa 800.000 volontari organizzati in quasi 4.000 gruppi, coordinati alle amministrazioni locali e ai corpi dello Stato, dal Corpo Forestale a quello dei Vigili del Fuoco, dalle Forze armate a quelle di polizia, dal Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico al Corpo forestale, alle società legate alle infrastrutture come Enel e Telecom, così come la Croce Rossa e gli Istituti di Ricerca scientifici. Una elevata concentrazione di professionalità, anche tra i volontari, unita ad una notevole intensità motivazionale legata alla missione e alla natura, anche drammatica, degli interventi. In questi giorni la Protezione civile è stata paragonata ad un esercito, ad una forza di pace, ma se uniamo allo sguardo descrittivo sulla sua struttura le funzioni che nel tempo le sono state affidate essa si presenta in modo plastico come lo Stato stesso. Indubbiamente la consapevolezza che in questi giorni sta prendendo corpo, mista ad indignazione, stupore e sconforto, pone ad una tale struttura questioni di legalità legittimità e di controllo. Non si tratta soltanto di separare l’organizzazione e la gestione dei grandi eventi previsti e annunciati anni prima, siano i mondiali di nuoto a Roma, i raduni religiosi o il prossimo Expo 2015 a Milano, dal servizio nazionale che si occupa delle catastrofi o delle emergenze “imprevedibili”, perché annunciate ma non considerate. Anche qui ci viene chiesto un ulteriore sforzo di riflessione: sommare ed equiparare le catastrofi e le calamità ai grandi eventi e ai grandi raduni, rendere sinonimi l’urgenza e l’emergenza non richiede solo deroghe che costituiscono l’ambiente naturale per distorsioni e degenerazioni illecite. Ciò che impressiona è constatare che, delega dopo delega, un Paese  invece di semplificare una ridondante e anche contraddittoria articolazione di norme e competenze sceglie di prescindere da esse.

La politica pubblica abdica così al suo ruolo ed al suo compito di governo dei processi e si affida in outsourcing ad un Servizio nazionale connaturato alle calamità e alle emergenze, che una buona pianificazione e gestione di infrastrutture e territorio dovrebbe evitare, scongiurare e ridurre.

 Proprio la buona azione della Protezione Civile e dei suoi tecnici ha evidenziato questa alterazione. Il dissesto idrogeologico nel messinese dopo l'alluvione del 2007 è oggetto di una inchiesta della Procura. I tecnici della Protezione Civile nella loro relazione del 2008 ai pubblici ministeri rilevarono che: "La causa scatenante le forti alluvioni è stata certamente l'elevata intensità di eventi meteorici, ma non può non essere presa in considerazione la leggerezza di alcune scelte territoriali, che si sono rilevate determinanti negli effetti provocati dal dissesto idrogeologico. Scelte che hanno fatto sì che il degrado dei corsi idrici del messinese diventasse un fenomeno ormai generalizzato e diffuso capace di provocare un vero e proprio disastro". Sono state riscontrate responsabilità? Di più: Calogero Ferlisi, comandante del nucleo per la tutela del territorio dei vigli urbani di Messina lungo tre anni  ha denunciato 1200 edifici abusivi, 200  dei quali erano nel borgo della catastrofe alluvionale dello scorso 2009 a Giampilieri.  Di fronte ad un’emergenza descritta e agli eventi catastrofici previsti come si è mossa articolazione istituzionale che da’ corpo e definisce la politica pubblica nel territorio, Sindaci, Presidenti di Provincia, Prefetti, Governatore? Non pervenuto. La giunta regionale siciliana, a seguito del dissesto idrogeologico catastrofico che interessa il comune di San Fratello, ha dichiarato lo stato di calamità  per gran parte del territorio della provincia di Messina e parte della provincia di Palermo. La giunta ha inoltre deliberato la richiesta dello stato di emergenza al Consiglio dei ministri.

Certamente ora interverrà in aiuto degli sfollati la Protezione Civile, lo farà con la consueta abnegazione e i suoi operatori devono essere confortati dalla stima di sempre. Troppo semplice, e un po’ razzista, ridurre questo succedersi di fatti e di mancanze ad una vicenda Pirandelliana da circoscrivere e da commentare davanti al televisore, ogni italiano non deve andare molto indietro nella memoria della sua regione per trovare esempi simili, purtroppo.

Non a caso  Bertolaso chiese a Berlusconi 25 miliardi di euro per mettere in sicurezza tutte
le zone a rischio idrogeologico presenti sul territorio nazionale. L’ignavia di chi ha competenze e funzioni per la pianificazione e la gestione del territorio può indignare, ciò che deve preoccupare è la mancanza di una cultura politica capace di vedere il proprio territorio, la propria regione, il proprio Paese, come un ecosistema complesso del quale sentire la responsabilità. Per questo la semplificazione normativa, pur necessaria, non può significare l’assenza di regole e procedure che vedano, ad esempio, la valutazione di impatto ambientale come elemento interno alla progettazione di un intervento e non come sua successiva mitigazione. Agire nel rispetto del principio di precauzione non significa immobilismo ma tener conto di tutte le indicazioni presenti. I sistemi informativi territoriali e la partecipazione informata nell’era digitale sono utili proprio per “fare bene” nel rispetto dell’interesse generale e della sostenibilità ambientale. Non sempre il “fare presto e comunque” è altrettanto efficace.

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