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Il Blog di Fiorello Cortiana | www.partecipaMi.it
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Mercoledì, 21 Luglio, 2010 - 10:11

nobaglio, qualcosa si muove

qualcosa abbiamo fatto muovere, se la Legge Bavaglio finisce su un binario morto è meglio, ma ci sono troppe porcate da coprire non molliamo ! :-)

Martedì, 20 Luglio, 2010 - 17:31

Comitato Referendum Navigli

domani alle 18,00 raccogliamo le firme in viale Gorizia, dove il Naviglio Grande entra nella Darsena, sul marciapiedi di fronte alla pizzeria
chi vuole venire a dare una mano è ben accetto
 
Martedì, 20 Luglio, 2010 - 08:43

Comune di Milano contro Genitori Antismog, WWF e Italia Nostra: 0 a 2!!

TAR : VIA LE DEROGHE ECOPASS
IL COMUNE INDIRIZZI I CITTADINI A CONDOTTE ECOCOMPATIBILI!
GENITORI ANTISMOG, WWF e ITALIA NOSTRA VINCONO IL RICORSO AL TAR CONTRO LE ESENZIONI INGIUSTIFICATE DISPOSTE DAL COMUNE DI MILANO
A maggio il Comune aveva revocato la deroga da Ecopass per Euro 4 diesel senza FAP per evitare un provvedimento sfavorevole da parte dei giudici del TAR Lombardia, davanti al quale pendeva il nostro ricorso: 1-0 per Genitori Antismog, WWF e Italia Nostra!
Rimaneva l’impugnazione riguardante i filtri antiparticolato post–vendita che, installati su veicoli già in circolazione, garantivano automaticamente l’esenzione da Ecopass, nonostante l’efficacia degli stessi sia molto diversa e non  incida o quasi sugli inquinanti distinti dal particolato.
Oggi, 2-0 per tutti noi! Con sentenza 2995/2010 del 15 luglio 2010 il TAR ha respinto tutte le eccezioni del Comune di Milano ed ha annullato la delibera sui filtri argomentando che “non risulta congruamente motivata”, in quanto “non tutti i filtri garantiscono lo stesso livello di abbattimento dell’inquinamento da particolato ed anche la stessa tipologia di filtro garantisce riduzioni differenti a seconda della classe Euro del veicolo sulla quale è installata”. Aggiunge il TAR che i filtri, diversamente da come invece avviene con il sistema di classificazione dei veicoli (Euro 1, 2, ecc.), “garantiscono l’abbattimento solo dell’inquinamento da particolato", sicché "l’esenzione generalizzata dal pagamento della tariffa Ecopass per tutti i veicoli che hanno installato un qualsivoglia filtro antiparticolato determina (…) una irragionevole equiparazione (…) in aperta contraddizione con i principi di proporzionalità e del “chi inquina paga”, che impongono di addossare gli eventuali costi del sistema in modo proporzionale all’incidenza negativa che ogni soggetto esercita sull’ambiente complessivo”.
Il TAR ha poi sottolineato “che anche ove si trattasse di un numero limitato di veicoli (...), l’eventuale abbattimento dell’inquinamento prodotto dagli stessi, pure se in misura ridotta, contribuirebbe al miglioramento delle condizioni di salubrità dell’ambiente. Essendo l’inquinamento, anche quello atmosferico, provocato da una serie convergente di fattori, l’eliminazione di uno di questi, oltre a ridurre in valore assoluto lo stesso, potrebbe anche incidere in misura più ampia, agendo sulla parte di inquinamento determinato da una combinazione di più elementi (come lo smog), con la conseguenza di garantire un beneficio maggiore rispetto a quello riferibile alla sua incidenza diretta e al suo valore assoluto.” 
Infine, “il perseguimento di obiettivi in materia di politica ambientale è legato anche all’adozione di comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, che debbono essere indirizzati dalle politiche pubbliche verso condotte ecocompatibili". L'esenzione dalla tariffa Ecopass "legata alla sola installazione del filtro antiparticolato, indipendentemente dal suo impatto sull’ambiente, potrebbe indurre” ad una corsa all’installazione dei filtri “con un aumento progressivo e consistente, in un futuro più o meno prossimo, del numero di veicoli appartenenti a questa categoria e conseguentemente del loro eventuale impatto inquinante sul sistema complessivo”.
La sentenza del TAR rappresenta un importantissimo precedente di richiamo alle Amministrazioni Pubbliche affinché definiscano le misure antinquinamento in modo coerente rispetto ai dati scientifici, soppesando tutti gli effetti combinati degli inquinanti e dei loro fattori di produzione, tenendo altresì conto delle ricadute di mercato che esse inducono. Insomma, se le cose si fanno (e si possono fare!), che si facciano bene!
Lunedì, 19 Luglio, 2010 - 09:51

A 100 passi dal Duomo

Oggi il Sindaco Letizia Brichetto Moratti inaugura i giardinetti di via B. Marcello alla memoria di Falcone e Borsellino (peraltro lasciati soli nella loro lotta alla mafia) ...

Vista l'azione provocatoria che un sindaco leghista fece mesi fa nei confronti di un altro eroe dell'antimafia, PEPPINO IMPASTATO, si dovrebbe onorare degnamente anche la sua memoria, dato che -nonostante il silenzio del Sindaco e del Prefetto Lombardi, le criminalità organizzate sono là dove "girano" i soldi e l'economia e quindi... sono a 100 passi dal Duomo!!!

Spero che i magistrati di Milano e Provincia non siano lasciati soli, né dalle istituzioni, né dalla società civile, dalla gente.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin

Lunedì, 19 Luglio, 2010 - 09:04

Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri

L’articolo si conclude con una domanda: “Perché noi con qualche bottiglia di vino, il nostro tempo e la nostra passione riusciamo a garantire ad alcuni Rom un lavoro e il comune con 12 milioni di euro riesce solo a costruire muri contro l'integrazione e a distruggere il poco che hanno? Aiutateci ad avere delle risposte”.
12 milioni di euro, ma ci rendiamo conto dell’enormità buttata via in maniera inconcludente?!?!? E’ una scelta insensata, perseguita senza ragioni di buon senso, ma solo per motivi ideologici… e i fatti lo dimostrano.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
---------------------------------------------
Da redattore sociale
ROM/SINTI

Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri

Paola e Milena, madre e figlia di Milano, dal novembre 2009 amiche dei rom dell'ex campo nomadi di via Rubattino, con i quali hanno avviato il progetto del vino R.o.m.
MILANO – Storia di un'amicizia. Quella di Milena e Paola, madre e figlia di Milano, da novembre 2009 amiche dei bambini rom del campo nomadi di via Rubattino e delle loro famiglie con le quali, oltre a costruire un profondo legame di affetto e vicinanza, hanno avviato il progetto lavorativo del vino R.o.m. (Rosso di origine migrante, vedi lancio del 10 marzo 2010). Un rapporto speciale, che hanno deciso di raccontare in una lettera ad alcune testate giornalistiche, tra cui l'agenzia Redattore Sociale.
 
“È da settimane che pensiamo di scrivere questa lettera, ma non è facile mettere per iscritto le sensazioni e i rapporti creati in questi ultimi sei mesi”, dicono madre e figlia: la prima lavora in un grande gruppo editoriale, la seconda è studentessa in un liceo delle scienze sociali. “Abbiamo iniziato ad interessarci dei problemi dei bambini sgomberati nel novembre 2009 dal campo Nomadi di Rubattino -dicono-: dopo poco abbiamo iniziato a darci da fare in prima persona, a conoscere, stimare e voler bene a queste persone”, che vogliono elencare per nome “Garofizia, Annamaria, Cristian, Eliza, Alina, Cristina e molti altri ancora”. Un impegno, “ma forse è meglio chiamarla passione -dicono- che ci ha molto unite nonostante ognuna si sia trovata a vivere questa esperienza in modo diverso.
 
Milena, la mamma, si è molto impegnata nel seguire il progetto del vino R.o.m. che ha permesso ad alcuni di loro di inserirsi nel mondo del lavoro e di trovare una sistemazione stabile e una casa. Ai più piccoli si è invece appassionata molto Paola, che ha iniziato a conoscerli, giocarci ed aiutarli  con le docce. “Cose pratiche sicuramente importanti -dicono madre e figlia- ma quello che ci sta più a cuore è il rapporto che abbiamo creato con loro, fatto di aiuto reciproco ma anche di chiacchierate, scherzi, abbracci, risate e pomeriggi passati insieme”. E allora è bello “vedersi correre incontro una bambina che, nonostante la difficoltà della sua vita, è ancora capace di ridere e di affezionarsi, capendo che non tutte le persone che ha intorno sono cattive e indifferenti come quelle che ogni pochi mesi le tolgono la sua piccola baracca” oppure “trovarsi a bere un caffè dopo aver scaricato casse e casse di vino con un ragazzo a cui si è riusciti a trovare un lavoro e sentirlo parlare con un emozione indescrivibile di ciò che gli stanno insegnando e di quanto sia fiero di riuscire a garantire con i suoi sforzi una 'vita normale' alla sua famiglia”.
 
Infine, una domanda: “Perché noi con qualche bottiglia di vino, il nostro tempo e la nostra passione riusciamo a garantire ad alcuni Rom un lavoro e il comune con 12 milioni di euro riesce solo a costruire muri contro l'integrazione e a distruggere il poco che hanno? Aiutateci ad avere delle risposte”.
(ar)
© Copyright Redattore Sociale
Domenica, 18 Luglio, 2010 - 10:47

Plastic: se chiude è responsabile anche l'amministrazione comunale

Insisterò nel presentare il prossimo consiglio di zona di giovedì 22 luglio un’interrogazione, sarà mia prassi fino al ricevimento di risposte adeguate e compiute da parte dei soggetti in indirizzo, a cui ripetutamente da qualche mese invio quesiti, sul futuro del locale Plastic di Milano.
Ormai si è definito un intero carteggio unidirezionale tra il sottoscritto, Capogruppo de La Sinistra in Consiglio di Zona e gli organi, nonché la società proprietaria Casa Rosa srl, circa le vicende che interessano gli interventi previsti per l’edificio e la struttura dove sorge lo storico locale, l’edificio di Viale Umbria 120, e il motivo per cui tale ristrutturazione a proprio completamento sia incompatibile con la permanenza del Plastic al piano terreno.
Credo che il silenzio continuo e perpetrato da parte della proprietà dello stabile, Casa Rosa srl, sia alquanto indicatore di un’assenza totale di volontà di dialogare sia con la gestione del locale, pronta e disponibile a verificare le condizioni per un rinnovo del contratto di locazione, sia con le autorità territoriali di zona, il Consiglio in primis, totalmente all’oscuro circa l’entità del progetto di intervento.
Avevo il 30 giugno espresso alla cittadinanza, chiamandola a raccolta, quella parte della cittadinanza che vede nel Plastic la presenza di un luogo di aggregazione internazionale ad alto contenuto culturale e artistico, di avanguardia e pertanto irrinunciabile per la memoria storica di questa città, punto di riferimento musicale e performativo di diverse generazioni, a partire dal 1980 con le prima serate a contenuto internazionale e i primi eventi della “gay life” milanese, una lettera aperta in cui chiedevo all’amministrazione comunale un atto di mediazione e di sollecito per una soluzione adeguata e opportuna che evitasse la chiusura dell’esercizio.
Perché ribadisco il Plastic non è un esercizio qualunque e la sua chiusura non è un affare privato tra gestione e proprietà del locale. La chiusura definitiva del Plastic determinerebbe cascami gravi al tessuto connettivo culturale e artistico sociale di questa metropoli, come si evidenzia dall’ottima scelta dell’amministrazione di insignire il fondatore e titolare del locale, Lucio Nisi, del riconoscimento civico della Benemerenza lo scorso 7 dicembre.
A qusto atto dovuto a una storia che ha arricchito in modo illustre la nostra città non può conseguire un comportamento inerte da parte dell’amministrazione comunale e da parte del nostro organo consiliare circoscrizionale, nel cui territorio di competenza sorge, spero di non dover dire a inizio del prossimo anno lavorativo sorgeva, l’importante locale, apprezzato da sempre da illustri artisti alla stregua di Andy Warroll, Vivienne Westwood, David Lachapelle e tanti altri notori.
Difendere la presenza e la permanenza del Plastic in quello stabile e in quella locazione non è solo un fatto dovuto e necessario, ma è anche una scelta politica di una città che dovrebbe preoccuparsi a garantire interventi volti a sollecitare il mantenimento di spazi e locali storici parti integranti della cultura di una città che veniva vista fino a qualche anno fa come ospitale verso le avanguardie artistiche e culturali europee.
Rinnovo i quesiti esposti nelle diverse interrogazioni in merito alla possibile cessazione del locale e in merito all’entità degli interventi previsti presso lo stabile di Viale Umbria 120, auspicando una risposta adeguata e dovuta da parte della silente proprietà, Casa Rosa srl, e un’altrettanto azione dovuta e necessaria di sollecito a una soluzione opportuna circa il mantenimento del locale da parte dell’amministrazione comunale. E’ ormai noto che gli interventi di ristrutturazione, così sono stati definiti in una, l’unica, risposta ricevuta da Casa Rosa srl, sono ormai avviati, ma non si comprende l’entità delle volumetrie degli spazi che verranno ospitati, quanti saranno gli appartamenti previsti, se tali interventi potrebbero dare avvio a modifiche strutturali dell’edificio, saremmo nel qual caso in presenza di pratiche per la realizzazione di DIA o Superdia, il motivo per cui la proprietà si ostini a considerare incompatibile il progetto di ristrutturazione completato con la prosecuzione dell’attività del locale e del ristorante di fianco, quale sarà, a questo punto, la destinazione del piano terra, oggi a uso commerciale e, infine, richiedo nuovamente alle autorità competenti, la vigilanza urbana, di verificare le condizioni in merito alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro nel cantiere presente e operativo al primo piano dello stabile ma non aperto al pubblico.
Attendo con fiducia riscontri adeguati in merito al fine di valutare come poter procedere per preservare un patrimonio culturale insostituibile di questa città: non vorrei che si ripeta una situazione analoga al caso della chiusura del Rolling Stone, a pochi metri dall’edificio interessato, per motivi di interventi edilizi arrecanti pregiudizio ai residenti e deturpanti l’ambiente urbano circostante.  

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 17 Luglio, 2010 - 16:19

Signor De Corato è giunto il momento di abbandonare le cancellate

Ha riaperto l'Arco della Pace, dopo ben 15 anni di chiusura per lavori di restauro durati troppo, in modo discontinuo, spesso privi di fondi e coperture funzionali a garantirne il completamento. L'Arco della Pace vide Napoleone III entrare nella città, così come Vittorio Emanuele II dopo la vincente battaglia di Magenta. Ha un significato storico fondamentale per la storia della città, ma intere generazioni non ne hanno potuto assaporarne la portata essendo fino a oggi impedito l'accesso per lavori di intervento. Il risultato della ristrutturazione è ottimo: l'Arco rieccheggia nella sua lucentezza e maestosità, campeggiando alla fine della bellissima prospettiva che si può gustare da Piazza del Cannone. Il costo dell'operazione complessiva è stato elevato, un milione di euro in tutto, 700.000 disposti dal ministero dei Beni culturali e 300.000 da introiti pubblicitari dai trompe l'oeil del cantiere. Altre donazioni e altri contributi hanno portato comunque a una copertura complessiva di 2,5 milioni, "con finanziamenti non del tutto continui", come afferma la sovrintendente ai beni culturali, Caterina Bon Valsassina. I lavori nella loro interezza non sono mai stati costanti, coerenti, discontinui. Ora l'Arco può essere vissuto e apprezzato dalla cittadinanza e dai turisti, ma c'è qualcuno che già prevede una sua recintazione. Altre barriere, altre inferriate, altre cancellate perchè si temono "invasioni barbariche" da parte di writer impazziti, di clochard bivaccanti, di "persone notturne" imbrattatrici, mentre non si comprende come la politica delle cancellate sia una misura fallimentare in quanto non politica, ma dell'ordine di facciata, della sicurezza delle parole, dell'utilizzo della forza fine a sè stesso, quasi muscolare, molto propagandistica, elettoralistica. Comprendo che siamo ormai prossimi alla campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione, e spero che il rinnovo sarà totale, ma parlare con slogan e provvedere ad adottare misure a effetto è stata una prassi che ha condotto la vicereggenza di De Corato al Comune di Milano da quando si è insediato. Signor De Corato da buon amministratore dovrebbe fare dei bilanci positivi e interessanti sulle misure da lei sempre adottate fino a oggi. Che cosa hanno apportato le cancellate in Piazza della Vetra, oppure nel parchetto di Viale monte Nero? Che effetto hanno avuto gli sgomberi dei centri sociali, delle case occupate da lei condotti sfoggiando la sua potenza e abilità? Tutto è rimasto come prima, con un maggiore disagio e degrado in diverse situazioni. Tutto è rimasto come prima con la politica dei divieti, che non è politica in quanto non è una soluzione che interessa e coinvolge la città, che interpreta la città, i suoi bisogni, le sue necessità, le sue caratteristiche geosociali e geoculturali.  Esiste una soluzione alternativa alla linea del non dialogo e dell'autoritarismo autoreferenziale, quasi autistico? Esiste una politica che possa dare soluzioni adeguate a prevenire forme di deturpazione di monumenti importanti e storici della città, patrimonio della metropoli e dell'umanità? Esistono e sono quelle indicate anche dallo stesso assessore alla cultura: arricchire gli spazi di protagonismo civile con animazioni culturali, intendendo per animazioni non quelle "balneari" di basso contenuto, ma quelle culturali, sociali, aggregative di qualità. La nostra è una metropoli che vuole vivere e agire nella sua dimensione sociale, civica e storica. Viviamo situazioni paradossali in cui fa notizia la "movida", una situazione che in una città europea dovrebbe non essere novità allarmante, ma caratteristica tipica della notte in città, di una città che vede persone che vogliono vivere le offerte culturali e aggregative di una metropoli. Viviamo situazioni in cui per godere della bellezza di un monumento di mette quest'ultimo dentro una capsula, come quando si compra un divano che, ritenuto essere troppo bello, lo si tiene sempre ricoperto col celofan. Che senso ha, mi domando? Che cosa risolve? Apriamo questa città e riteniamo la cittadinanza essere protagonista e responsabile, non come un insieme di scolaretti da mantenere in silenzio tramite gli ammonimenti continui. Non abbiamo bisogno, signor De Corato del suo sempre ostentato paternalismo ottocentesco, ma abbiamo bisogno fortemente di rendere questa città nostra, patrimonio comune e pubblico, civilizzando le persone propense all'individualismo alla cultura civica della dimensione collettiva. Si previene portando la dimensione sociale a essere unica forma di deterrenza per chi voglia commettere atti inopportuni e odiosi per la collettività. Non è giunto il momento, come più volte sostenuto in occasione della volontà più volte espressa di impacchettare le colonne maestose di San Lorenzo, forse, di cambiare linea amministrativa, dato il fallimento universale avutosi in ripetute occasioni di transennamento di spazi pubblici, affidando alla cultura e all'arte usufruibile pubblicamente e pubblicamente offerta il ruolo di prevenire forme di disgressione sociale? Lo ripeto per la seconda volta, spero che qualcosa con il prossimo anno possa cambiare veramente rendendo la città non più patria delle paure, delle ansie, delle angosce, dei pregiudizi, dei divieti, dei dictat, dei moralismi paternalistici. Esiste una cittadinanza attiva e considerandola matura, in quanto lo è molto di più di certi amministratori che inventano soluzioni superficiali e inefficaci, obsolete. 

 Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo 

Consiglio di Zona 4 Milano 

Venerdì, 16 Luglio, 2010 - 15:21

LAVORO (POCO), TRAFFICO (MOLTO) E ZERO OTTIMISMO

dal notiziario CHIAMAMILANO del 17 luglio 2010.

Cordiali saluti
Antonella FAchin

LAVORO (POCO), TRAFFICO (MOLTO) E ZERO OTTIMISMO
I risultati di un’indagine dell’Ipsos, commissionata dall’ANCI sul grado di soddisfazione dei cittadini lombardi nei confronti delle amministrazioni cittadine

Lavoro, welfare e inefficienza politica sono i tre temi che maggiormente preoccupano i cittadini lombardi.

Mercoledì 14 luglio si è svolta presso l’Urban Center in galleria Vittorio Emanuele la prima presentazione dell’Osservatorio Ipsos sulla percezione che i cittadini lombardi hanno dell’operato dei propri Comuni.

L’indagine demoscopica, commissionata dall’ANCI Lombardia, ha messo in luce come il problema maggiormente percepito, sia a livello nazionale che nella nostra regione, riguarda il lavoro, come ha dichiarato il 71% degli intervistati.
Al secondo posto la mobilità, mentre positivo è il trend sul tema sicurezza.

Secondo Attilio Fontana, Sindaco di Varese e presidente dell’ ANCI Lombardia, il monitoraggio delle opinioni dei cittadini è molto importante, oltre ad essere un utile strumento per gli amministratori e spiega che “questa ricerca, che esce in concomitanza con la manovra e l’accordo sull’autonomia fiscale dei Comuni, mostra quanto fortemente i cittadini si rispecchino nelle realtà comunali”.
Il giudizio sul lavoro dei comuni è favorevole per il 55% degli italiani (per il18% molto positivo, positivo per il 37%). Ma ci sono forti differenze tra Nord e Sud: i più soddisfatti sono nel cittadini del nord est, con il 29% di molto positivo; i più delusi si trovano nel Sud e le isole con un 27% di molto negativo.
In Lombardia i cittadini soddisfatti della propria amministrazione cittadina superano del 26% gli insoddisfatti. Ma anche qui notiamo delle differenze: la “Bassa” è la zona che apprezza maggiormente i comuni (il 24%  sono molto molto e il 48% soddisfatti).
Luca Comodo, Direttore della divisione politico-sociale dell’Ipsos ha illustrato che, in ogni caso, la Lombardia ha una media di soddisfazione più alta del dato nazionale.
Seconda emergenza per i cittadini lombardi è la mobilità: intesa nel senso più ampio del termine,  dalle infrastrutture al traffico, dai parcheggi alla manutenzione delle strade, alla qualità del trasporto pubblico.
Il 34% dei Lombardi considera prioritario questo problema e la percentuale sale al 45% se si considera la sola Provincia di Milano.
In calo invece la percezione d’insicurezza: il tema è prioritario per il 13% dei Lombardi contro il 18% del 2009. Difficile comprendere se una flessione così netta dell’allarme criminalità sia dovuta ad un aumento effettivo della sicurezza delle città o piuttosto allo scemare delle ondate mediatiche che puntualmente si gonfiano in prossimità delle elezioni.

Infine, i dati sull’ottimismo per la propria situazione personale: da gennaio a giugno di quest’anno il Nord, che partiva da un modesto ottimismo dell’8% è precipitato ad un misero 1%. Cioè solo un cittadino su cento pensa che in un prossimo futuro la propria condizione migliorerà.
Se non è crisi questa.

Fanny Papa

Venerdì, 16 Luglio, 2010 - 14:35

Referendum acqua in Lombardia: esito STREPITOSO in Lombardia!!!

Per opportuna informazione.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
--------------------------------------------
La raccolta firme per il Referendum acqua in Lombardia ha avuto un esito STREPITOSO!!!

Come potete leggere nella tabella allegata, in Lombardia sono state raccolte 230 mila firme, di queste ben 215 mila sono state certificate e quindi spedite a Roma, pari al 93% delle firme raccolte.

Questi numeri sono il risultato del lavoro capillare e instancabile dei Comitati, prima nell'organizzazione dei banchetti, poi nella certificazione dei moduli.
Un esito che fa dire dalla Lombardia (così come da tutta Italia, dove sono state raccolte in totale più di 1 milione di firme) un chiaro no alla privatizzazione dell'acqua!

Saluti,
Roberto Fumagalli (referente per la Lombardia campagna Referendum acqua)

Giovedì, 15 Luglio, 2010 - 13:00

i milanesi e le comunali 2011

Il sondaggio sugli Orientamenti dei cittadini milanesi in vista delle elezioni comunali del 2011, proposto dalla Rete Civica di Milano e realizzato da SWG, apre il confronto sulle Comunali 2011 sulla piattaforma sociale partecipaMi.it

Non poteva essere scelto un momento più opportuno visto il positivo e dispiegato risveglio di tanti milanesi orfani di una politica. Sia il Manifesto per Milano, con gli incontri che ha generato, sia l'intervento di Giuseppe Guzzetti alla presentazione del rapporto annuale dell'Abrosianeum, sia la candidatura di Giuliano Pisapia proposta con un confronto pubblico, hanno messo in luce un'ansia di partecipazione e una potenziale riserva di dignità civica ambrosiana che fanno ben sperare affinché il confronto sul governo dell'amministrazione comunale metta al centro l'interesse generale della città e dei suoi cittadini e non simulazioni e simbolicità retoriche a copertura di interessi particolari ancorché consociativi.

Il sondaggio di partecipaMi.it conferma questi segnali e ha il merito di definire alcune questioni che i milanesi ritengono cruciali e sulle quali si aspettano un confronto serio. In modo molto chiaro sgomberano il campo dalle preoccupazioni di presentare un candidato che sia diverso perché proveniente da un mondo ritenuto estraneo alla politica: pragmaticamente non ne fanno una questione di genere, di generazione o di fede religiosa, i milanesi vogliono competenza, onestà e capacità di ascolto e coinvolgimento dei cittadini, un candidato che conosca e viva Milano.

E' la città come comunità ad essere al centro delle esigenze dei cittadini, infatti tra le competenze che richiedono ad un sindaco ci sono nell'ordine il sociale, il manageriale pubblico, l'ambiente e la cultura; quelle imprenditoriali, tecnico/scientifiche e manageriali private seguono a molta distanza. Così l'attenzione all'efficienza della amministrazione, il controllo della spesa pubblica ed i servizi sociali sono i servizi cui il sindaco dovrebbe prestare maggior attenzione. Università e ricerca, sostegno a persone e famiglie in difficoltà, sicurezza, politiche per gli anziani e innovazione sono le politiche economico-sociali che i milanesi vogliono vedere.

Per le politiche ambientali, si aspettano interventi sull'inquinamento dell'aria, sulle aree dismesse e degradate, sui rifiuti e sul traffico. Queste sono questioni che riguardano il territorio, le sue funzioni e la sua qualità, ma la maggioranza dei milanesi non sa nulla del PGT, il Piano di Governo del Territorio che tanto ha impegnato le diverse anime della maggioranza e l'opposizione. La città non è stata coinvolta ed informata.

Poco più della maggioranza degli intervistati, il 54%, ritiene che il candidato sindaco andrebbe scelto attraverso le primarie. Dalle risposte degli intervistati appare molto chiara la domanda di una città capace, come nelle proprie tradizioni, di offrire a tutti una possibilità di futuro e con chiarezza e senso dei tempi i milanesi chiedono una città capace di produrre valore, impresa e lavoro a partire dall'Università e dalla Ricerca, cioè dall'economia della conoscenza retroterra della Milano della moda, del design, delle fiere e della comunicazione.

Ad un tempo, in modo molto determinato, chiedono alla politica di accompagnare la città e le sue generazioni a cogliere le sfide dell'innovazione come un'opportunità per tutti. I milanesi non vogliono essere residenti, spettatori di un teatro nel quale finanza, impresa, politici e mafie si contendono il futuro della città. Gli orientamenti esprimono cittadini che vogliono abitare la propria città in condizioni di qualità sociale ed ambientale, che vogliono farlo assieme come comunità e chiedono al sindaco, alla politica, di essere coinvolti ed ascoltati cioè forme di partecipazione informata.

Per questo si aspettano un'amministrazione comunale organizzata al fine di rispondere insieme a queste esigenze. Gli orientamenti espressi rivelano una riserva di intelligenza e di disponibilità dei milanesi ad essere di nuovo un'opinione pubblica avvertita e partecipe che non può essere ridotta ad un ruolo di spettatori che, attraverso stampa e televisione, vedono affacciarsi i diversi candidati. Non dimentichiamoci che nelle ultime tornate elettorali, provinciali e regionali, pur a fronte di candidati che competevano con grandi investimenti in comunicazione e presenza mediatica, i milanesi hanno dato vita ad una nuova "maggioranza silenziosa": quella degli astensionisti.

Nella città capitale dell'associazionismo e del volontariato, quindi di un investimento di tempo e di energie gratuito da parte di moltissimi, questo astensionismo non rivela ancora, fortunatamente, un disimpegno dall'interesse alla cosa pubblica e ad un urbanesimo di qualità. Solo un anno fa, il Prefetto aveva minimizzato la questione del crimine organizzato e il consiglio comunale non aveva costituito una commissione apposita in vista dell'EXPO, mentre oggi i milanesi assistono sgomenti ad una presenza organizzata ed ad una relazione con i politici e a un controllo sociale del territorio metropolitano che pensavano ci fossero solo nella Locride.

Bene, la disponibilità a reagire rivelata dagli orientamenti espressi chiede alle persone di buona volontà di costruire processi partecipati di confronto sulle questioni concrete che riguardano Milano e il suo futuro. Io credo che le piattaforme sociali digitali possano essere uno strumento coerente e funzionale a questo processo e costituiscano una dimensione propedeutica ed intrecciata con le occasioni di incontro e di confronto. Questa città si salverà dal baratro del malaffare solo se parteciperà tutta, non se farà da spettatrice anche al confronto più avvincente. In questo senso i 5 referendum per Milano (traffico, verde, Navigli, Expo senza speculazioni immobiliari, sviluppo delle energie rinnovabili) e le osservazioni al PGT costituiscono dei momenti di confronto e di partecipazione dei milanesi alla cosa pubblica. Momenti trasversali e aperti che, in sintonia con gli orientamenti espressi dai milanesi, richiedono una via ambrosiana alle comunali 2011 al di là degli schieramenti asfittici che hanno generato tante astensioni.

Fiorello Cortiana

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