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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 17:10

Chiamamilano diventa educaria

E' un neologismo, possiamo dire: è educaria, una contrazione tra due parole, "Educare" e "Aria". Il compito precipuo consiste nell'educare la bambina e il bambino, l'adolescente, al rispetto dell'ambiente, guardando in modo chiaro e specifico la qualità dell'aria in cui viviamo. Alcuni comportamenti, sappiamo bene, possono generare esternalità negative: anche semplici abitudini quotidiane possono determinare un incremento di quelle odiose polveri sottili, PM10, che determinano un aumento cospicuo del livello di inquinamento aereo. Oggi si può prevenire tutto questo, non solo accogliendo misure che possano garantire un contenimento dei livelli insopportabili e micidiali di PM10, di anidride carbonica, di CO2 presenti a Milano, ma anche cercando di educare, appunto, informare e formare, informare formando e formare informando, i più giovani alla tutela dell'ecosistema, degli elementi che caratterizzano il bioclima, della natura. Noi siamo la natura: non voglio peccare di panismo, ma ogni nostro comportamento influisce sul resto del mondo, sul suo futuro. Una farfalla che sbatte le ali in Brasile può determinare un uragano negli Stati Uniti: sarebbe da dirsi. I comportamenti virtuosi sono molti, e renderli noti già in una fascia di età proficua per l'apprendimento e per incidere nel proprio stile di vita in modo perdurante e permanente è fondamentale per il futuro dell'umanità, di noi tutte e di noi tutti. Chiamamilano ha già sperimentato il progetto, facendo leva su collaborazioni d'eccellenza, tra cui l'Istituto dei Tumori di Milano, l'Osservatorio Meteo Duomo, l'Associazione Didattica Museale, e ha promosso un ciclo di incontri e di visite guidate, che hanno reso praticabile quanto esposto in teoria, presso scuole elementari e medie della città, coinvolgendo ben 2400 studentesse e studenti. Forse un domani capiranno cosa singifica preservare la qualità dell'aria, e comprenderanno che più alti sono i parametri di PM10 presenti nell'atmosfera più sono alti i casi di patologie bronchiali e di affezioni gravi all'apparato respiratorio. Forse potranno comprendere quanto sia necessario utilizzare fonti di energia rinnovabile, sostenibile e naturali, nonchè cosa significhi coefficente di coibentazione nella concezione più generale di edilizia biosostenibile e bioarchitettura, oppure l'importanza dell'utilizzo di mezzi compatibili e non inquinanti, dell'utilizzo della bicicletta. Chiamamilano ripropone il ciclo di incontri, formativi, come sempre, ma accessibili anche al resto della cittadinanza. Gli adulti necessitano più di chiunque altro di conoscere cosa singifichi agire eco compatibilmente con la tutela dell'aria e dell'ambiente.
Insieme, per cambiare questo futuro in cui la nostra vita, la nostra sopravvivenza e quella di tutto il mondo è ipotecata.
Cambiamo rotta, rivoluzioniamo le coscienze, l'ha detto anche un conservatore come il Presidente Chirac.

Alessandro Rizzo

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:43

La mia spesa per laPace


Ricevono questo comunicato 1887 persone in tutta Italia.
Hanno aderito alla Campagna "La mia spesa per la Pace"
3644 persone di 744 Comuni e 147 gruppi di sostegno locale
CHI COMPRA VOTA
Votate ogni volta che fate la spesa,
ogni volta che schiacciate il telecomando,
ogni volta che andate in banca
sono voti che date al sistema.
(Alex Zanotelli, missionario)

Carissimo/a aderente,

con la presente, coerentemente con le motivazioni di fondo della nostra campagna, ti invitiamo a
1) Firmare la petizione on - line dei comitati di Vicenza
(8218 adesioni raccolte. Aggiornamento ore 11 del 12-2-'07)
3) Partecipare alla manifestazione nazionale di sabato 17 febbraio a Vicenza (per info vedi www.altravicenza.it)
per dire 

          NO alle politiche unilaterali e di guerra preventiva


NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Crediamo nella nonviolenza come via che possa portare ad una soluzione duratura e condivisa dei conflitti; per questo riteniamo da sempre inutili e dannose le basi militari; ma nel caso della base di Vicenza troviamo di una gravità estrema la decisione del governo italiano, perché ci sembra andare contro le conclamate linee di politica estera del nostro paese oltre che alla vocazione pacifista del patto fondativo della nostra Repubblica, sancito dalla Costituzione .
.
Infatti in gioco non è solo l'ampliamento di una base con tutti i problemi di natura sociale e ambientale che si porta dietro, ma la condiscendenza alla politica dell'attuale amministrazione USA, che da tempo ha scelto invece la guerra (unilaterale e preventiva) come unico mezzo per ristabilire l'ordine nel mondo.

All’interno di questa logica di guerra, la base di Vicenza, ospitando la 173° Brigata, sara' il perno operativo del fronte Sud per le operazioni unilateralmente perseguite dagli Stati Uniti.

I risultati di questa nefasta politica sono sotto gli occhi di tutti, in particolare dello stesso popolo americano che sempre meno condivide le scelte del suo governo, come ha dimostrato nelle recenti elezioni.

Con queste motivazioni dichiariamo il nostro appoggio alle lotte popolari nonviolente contro la base militare a Vicenza, e la presenza di armi di distruzione di massa (armi nucleari) sul nostro territorio.

Invitiamo pertanto il Capo del governo, il Ministro della difesa e il Ministro degli esteri ad agire attivamente per impedire l’ampliamento della base militare di Vicenza e ci appelliamo a tutte le forze che nell'attuale maggioranza si dichiarano vicine al movimento per la pace perché si attivino per bloccare una scelta di guerra.

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Ti ringraziamo e ti invitiamo a fare il passaparola.
Alla prossima.
Diventa il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
(Mohandas Karamchand Gandhi)
Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:35

martedi 13 febbraio al pirellone Milano

APPELLO ALLE COMUNITA' IMMIGRATE E AGLI ANTIRAZZISTI MILANESI:
CONTRO LE LEGGI DISCRIMINATORIE E RAZZISTE
MARTEDI' 13 FEBBRAIO ORE 11,30

PRESIDIO

SOTTO IL PIRELLONE IN OCCASIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE

A MILANO IN VIA FABIO FILZI
Una delegazione di immigrati di Brescia presidierà la sede del consiglio regionale per protestare contro la legge regionale sui phone center che entrerà in vigore a marzo. L'obbiettivo di questa legge è costringere gli immigrati a cessare queste attività lavorative che sono nel mirino delle forze politiche xenofobe perché diventate il simbolo di una presenza di immigrati nelle città lombarde considerata troppo numerosa e visibile. Ai phone center, anche alle attività già avviate, si chiedono alcuni requisiti che non vengono richiesti per le altre attività commerciali e che non esistono neanche negli uffici pubblici. I phone center, oltre ad essere fonte di reddito e posti di lavoro per molti immigrati che vi sono impiegati, sono anche un luogo di incontro dei migranti ed una possibilità di comunicazione a basso costo con le proprie famiglie. Quindi vengono colpiti non sono solo i gestori ma anche tutti  i migranti che li frequentano, e più ancora in generale viene attaccato un modello di città fondato sulla parità dei diritti e sulla convivenza solidale, considerato che si introducono norme discriminatorie e razziali.
Per questo a Brescia a fianco della lotta dei gestori dei phone center siamo scesi in campo. Saremo in presidio a Milano sotto il Pirellone e stiamo preparando una grande manifestazione a Brescia per il 24 febbraio per rilanciare la mobilitazione per l'abolizione della legge bossi-fini, per la chiusura dei cpt e per il trasferimento delle competenze per i permessi di soggiorno alle poste.
Chiediamo alle associazioni dei migranti e a tutte le forze politiche e sociali antirazziste della città di Milano di partecipare al presidio e di organizzare in modo coordinato iniziative di lotta contro la legge regionale.
Coordinamento immigrati in lotta (BS) - Coordinamento immigrati della Cgil Brescia - Forum associazioni immigrate (BS) - Tavolo migranti social forum - Centro sociale Magazzino 47 - Radio onda d'urto

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:02

Qualcuno è più uguale degli altri?

In questo thread di discussione nei forum presenti nel nostro sito di partecipami.it voglio proporre alla vostra riflessione e analisi questo tema, rigurdante una parte cospicua della cittadinanza multietnica che vive, risiede a pieno titolo, lavora, studia, si diverte e si muove, usufruisce degli spazi, in questa grande città, quale è Milano: solo un particolare, però, riguarda questa fascia di cittadine e di cittadini, ossia non possono partecipare nè attivamente nè indirettamente alle scelte di governo della città, dove sono inseriti. Sto parlando del 12%, 150000 in termini assoluti, cittadine e cittadini stranieri, residenti a Milano, ma esclusi dal diritto di votare propri rappresentanti nel consiglio comunale e nei consigli di zona, quelli circoscrizionali. Roma docet, possiamo dire: nella Capitale queste persone che sono l'8% circa della popolazione, ossia 160000 abitanti, hanno potuto, lo scorso 10 dicembre votare dellle proprie rappresentanti e dei propri rappresentanti in seno ai Municipi e al Consiglio Comunale, partecipando attivamente e in modo ponderato alle consultazioni. A Milano non si parla, nè si accenna minimamente alla costituzione di "consulte", ossia di meri organi che possano anche solamente avere la potestà di esprimersi in merito alle questioni che riguardano la vita comune di questa città, della propria zona. A Roma queste persone elette potranno incidere nelle scelte, presentando propri ordini del giorno, interrogazioni, interpellanze, mozioni: a Milano neppure lontanamente si discute circa una possibile integrazione reale e democratica di questa fascia, oggi esclusa dalla partecipazione civile e civica, elemento preponderante e propedeutico alla costruzione di una società e comunità realmente multietnica, dei diritti universali e del riconoscimento del valore della differenza come motore di progresso civico. Tutto è fermo e immobile, a Milano. Niente si propende a determinare come mera volontà di garantire alle nostre immigrate e ai nostri immigrati un titolo di eguaglianza effettiva e sostanziale rispetto alle proprie concittadine e ai propri concittadini. Lavorano, pagano i tributi, i più giovani frequentano le scuole, alcuni usufruiscono dei servizi delle public utility, altri frequentano gli spazi pubblici, altri sono in cerca di abitazione, altri fanno la fila alla posta per pagare la luce, il GAS, l'acqua: ma a loro non si può permettere di votare per partecipare e per avere una voce rappresentativa tale da portare nei consessi democratici le proprie istanze, che sono anche nostre, che immigrate e immigrati non siamo, ma che certamente viviamo a stretto contatto con loro, e che per il nostro benessere certamente dobbiamo pensare anche al loro benessere. I diritti di cittadinanza sono intercomunicabili, non scindibili, non parcellizzabili: non possono essere scomposti l'uno dall'altro, ma devono essere integrati in un disegno comune, che è il disegno di un futuro sociale di convivenza pacifica e di giustizia solidale. La legge è uguale per tutte e per tutti: quindi, come un sillogismo kantiano, deduco che anche i diritti sono uguali per tutte e per tutti, non solo i doveri, Anche le opportunità di diventare attori protagonisti di questa nostra società sono equipollenti. A Roma esiste tutto questo. A Milano rimane il fatto che alcune cittadine e alcuni cittadini sono sì uguali ad altre categorie di residenti, ma i primi sono più uguali di alcuni di questi ultimi, come scriveva Orwell in "La fattoria degli animali". Questa situazione non è più tollerabile in una città che vuole e ambisce a diventare europea: occorre proporre qualcosa che possa garantire anche alle cittadine e ai cittadini immigrati il diritto di partecipare attivamente alla vita democratica della propria comunità, delle proprie comunità, accettando e accogliendo una visione istituzionale di un mondo di dirittti pluriversali, ossia di pari trattamento e di pari opportunità per tutte e per tutti. Basta proporre un ordine del giorno, una mozione, per poi renderla ersecutiva. Non importa, qui, un discorso di appartenenza ideologica, ma di senso di civismo e di giustizia sociale, nell'accezione, tutta occidentale, del valore indefettibile della persona umana, della sua dignità di cittadina e di cittadino, di soggetto attivo e di diritto, non subordinabile a nessun tipo di presupposto discriminatorio o di esclusione. Lo stato sociale è un bisogno a cui lo stato deve rispondere adeguatamente; ma lo stato di diritto, ed è questo il caso specifico, è naturale, ossia è determinato dalla sola esistenza di una persona come soggetto giuridico di opportunità e di doveri. Negare questo ultimo elemento singifica negare l'eguaglianza. E in una comunità come la nostra l'eguaglianza è prodromica alla costruzione di un futuro di pace e di unità. Non è tollerabile che qualcuno in questa comunità sia escluso da alcuni diritti che altri hanno: il vulnus è troppo elevato nel suo aspetto, tanto da rendere il futuro ipotecato da possibili atti di esclusione e di emarginazione, con la giustificante di alcuni precedenti, come questo caso, di grave portata. L'opposizione de L'Unione, la scorsa consiliatura, aveva proposto che almeno nei 9 consigli circoscrizionali, con poteri limitati rispetto alle municipalità romane, veri e propri comuni con poteri vincolanti. La proposta cadde come un sasso nello stagno, ma rimane aperta: l'attendismo non è più giustificabile nè tollerabile, semmai prima lo fosse stato da parte di qualcuno, con responsabilità di governo e di amministrazione della città.
Ai posteri l'ardua sentenza? Spererei di non proferire queste parole, ma di dire: Eureka!

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 15:33

L’IPOTECA SUL FUTURO

I risultati di un’indagine del SUNIA diffusi da pochi giorni hanno messo in luce un dato allarmante quanto purtroppo così noto da essere quasi ignorato da chi dovrebbe avere la responsabilità di porre rimedio all’emergenza casa. Nell’ultimo anno i canoni di locazione delle abitazioni hanno registrato un ulteriore aumento arrivando a cifre ormai insostenibili. Secondo le rilevazioni del Sindacato degli inquilini l’affitto di un bilocale in periferia è di 768 euro, per un trilocale si arriva a 831. Per queste due tipologie abitative a Milano gli affitti sono mediamente di 1172 e 1411 euro. Ciò significa che una famiglia per soddisfare il bisogno primario dell’abitare deve spendere almeno 10.000 euro all’anno per il canone di locazione di un appartamento in zone che sebbene ai margini della città nel corso degli ultimi anni sono state investite da una vera e propria ondata speculativa. Questo scenario non fa che confermare come l’emergenza casa che affligge Milano da troppo tempo rischia di farsi sempre più drammatica producendo non solo un profondo disagio sociale nell’immediato ma anche effetti negativi a lungo termine. Se accostiamo i prezzi dei canoni di locazione con quelli del reddito disponibile delle famiglie milanesi abbiamo le coordinate di uno scenario a dir poco allarmante. Se infatti –secondo l’ultimo “Rapporto sull’andamento dei redditi dei cittadini e delle famiglie milanesi” curato dal Settore statistica del Comune e dall’Università Bicocca– il reddito imponibile medio delle famiglie milanesi è di 35.312 euro, quello mediano –cioè quello al di sotto del quale si colloca la metà delle famiglie milanesi– è di 20.897 euro. Ciò significa che in molti casi il reddito disponibile è appena sufficiente per coprire le spese, ma sempre più spesso non consente di tener dietro ai costi che comporta vivere in questa città e costruire una famiglia. L’emergenza casa infatti non produce solo un diffuso disagio sociale, ma pregiudica il futuro della città. I dati demografici a tal proposito sono eclatanti.
Le cifre relative allo spopolamento di Milano, soprattutto per quanto riguarda giovani e famiglie, sono preoccupanti. Si pensi soltanto che dal 2001 al 2003 –ultimi dati disponibili– le famiglie, coppie con figli, sono passate da 160.262 a 138.135 e le coppie senza figli da 135.826 a 101.538. Considerando l’aumento dell’età media e la diminuzione continua del numero di bambini e ragazzi l’orizzonte demografico della nostra città è quanto mai fosco.
L’emergenza casa non può essere indicata come l’unico responsabile di questo trend ma costituisce indubbiamente una pesantissima ipoteca sul futuro di Milano.

http://www.chiamamilano.it

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 15:27

ABITARE SOSTENIBILE

" Cambia il clima, ma non sai come fare ?
ABITARE SOSTENIBILE è il corso per conoscere le tecnologie, i materiali, le fonti rinnovabili e gli incentivi per ridurre i costi e le emissioni.
5 incontri dal 6 Marzo al 3 Aprile h 18.30- 21.30 (50€)
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il futuro è nelle tue mani "

Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:49

SI, ALLA NONVIOLENZA.....

CAMPAGNA "NONVIOLENZA UMANISTA"

Sì alla NONVIOLENZA .....
Abbiamo sentito scandire molti "no alla violenza" dopo l'ennesimo
assassinio senza senso nei dintorni di uno stadio.

  MILANO " NONVIOLENZA"

Ma chi pensa ancora che la violenza si combatta con la violenza nelle
sue
forme di repressione e restrizione della libertà non ha ancora capito
nulla.
L'unica risposta alla violenza è la NONVIOLENZA: un metodo più lento,
più
riflessivo, più intelligente, etico e l'unico veramente efficace.

Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:37

Ass. Umaniste, Partito Umanista,La Comunità

                      

Per la pace ed il disarmo
appello per un enorme simbolo della pace
a Roma il 17 di Marzo
Le associazioni umaniste Mondo senza guerre, Partito Umanista, La Comunità per lo sviluppo umano, Centro delle culture hanno promosso l'appello riportato qui sotto che convoca tutti i pacifisti italiani a Roma il 17 Marzo, in occasione dell'anniversario dell'inizio della guerra in Iraq, per ribadire la necessità ed urgenza della pace nel mondo e del disarmo, in particolare nucleare, delle grandi potenze.
*ROMA, 17 MARZO 2007
**APPELLO PER COSTRUIRE INSIEME IL SIMBOLO DELLA PACE E DEL DISARMO*
Ci troviamo davanti ad una scelta: *pace crescente o distruzione crescente*. L'alternativa è tra la costruzione della pace come diritto fondamentale di popoli e individui e una folle spirale di distruzione e violenza.
Pochi dati bastano a illustrare la drammaticità della situazione:
* Oggi sono in corso nel mondo più di 30 conflitti. Ogni anno
muoiono a causa delle armi 500.000 persone, 1.300 al giorno, una
al minuto.
* Secondo i dati ufficiali, la Russia ha ammesso di possedere 20.000
bombe nucleari, gli Stati Uniti 10.500, la Gran Bretagna 185, la
Francia 450 e la Cina 400. Secondo alcuni osservatori Israele ne
possiede almeno 200.
* Nonostante le riduzioni effettuate negli anni Novanta, rimangono
in tutto il pianeta più di 30.000 testate nucleari, sufficienti a
distruggerlo per intero 25 volte.
* La Nato si muove al di fuori degli accordi del Trattato di Non
Proliferazione Nucleare, violandoli apertamente. Gli Stati Uniti
hanno dislocato 480 bombe nelle varie basi Nato in Europa: 150 in
Germania, 20 in Belgio, 20 in Olanda, 110 in Gran Bretagna, 90 in
Italia e 90 in Turchia.

I mezzi d'informazione diffondono un'immagine distorta e parziale di questa realtà, attribuendo la minaccia nucleare solo ad alcuni paesi e tacendo sulle sue dimensioni complessive, così che l'opinione pubblica non ha una vera percezione dell'enorme rischio che stiamo correndo.
E' necessario reagire alla disinformazione e allo scoraggiamento dando impulso al movimento pacifista e nonviolento che si è sviluppato in questi anni nel mondo, unendo persone di differenti razze e religioni, culture e generazioni nel rifiuto della guerra e di ogni altra forma di violenza. Dobbiamo costruire un'alternativa non prevista nel copione dei potenti: un'alternativa basata sul rafforzamento dei vincoli tra i popoli, sull'appoggio reciproco, sulla solidarietà, sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, sulla mobilitazione e sulla pressione su coloro che pretendono di decidere il destino di tutti.
Abbiamo deciso di raccogliere l'appello lanciato dai pacifisti di tutto il mondo per dare vita a mobilitazioni nonviolente. Vogliamo ripetere l'esperienza già realizzata con successo a Budapest, Praga, Santiago del Cile, Helsinki, Parigi, Londra, Amsterdam, Atene, Milano, Firenze, Roma e Torino. Vogliamo costruire il simbolo della pace e del disarmo per riaffermare le tre maggiori urgenze del momento:
* Ritirare le truppe d'invasione
* Restituire i territori occupati
* Smantellare gli arsenali
Chiediamo a quanti lavorano per la pace, la nonviolenza, i diritti umani
e il superamento di ogni forma di discriminazione, chiediamo al mondo della politica, del volontariato, della cultura, dell'informazione e della spiritualità di sottoscrivere e diffondere questo appello e soprattutto di partecipare alla creazione a Roma del simbolo della pace e del disarmo.
Note:
Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:29

Iniziativa raccolta firme acqua pubblica

 13 gennaio 2007 è iniziata nelle piazze delle città italiane la raccolta firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si vuole riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda la proprietà che la gestione ed erogazione dei servizi idrici.

Ma non saranno banchetti del solo movimento dell’acqua. Più di 100 associazioni e comitati hanno promosso e aderito alla campagna, tra cui il Partito Umanista e gli Umanisti per l'Ambiente, i Cobas, l'ARCI, la CGIL, l'intero movimento di Porto Alegre, i partiti della sinistra radicale, ma anche vescovi e parroci, personalità della cultura e dello spettacolo che hanno inviato i messaggi di sostegno.
L'obiettivo è di raccogliere mezzo milione di firme in 6 mesi, anche se ne basteranno 50.000 per portare l'iniziativa popolare in Parlamento. La proposta di legge vuole innanzitutto inserire nella legislazione italiana il principio che l'acqua dev'essere un bene comune, un bene pubblico, non una merce che si può privatizzare e vendere, sulla quale si può speculare e fare profitti.
In passato l'acqua è stata gestita dai Comuni stessi o da aziende municipalizzate, ma da alcuni anni è partita un'offensiva da parte di aziende e multinazionali per accaparrarsi i diritti su di essa. C'è chi la vede come il "petrolio blu" del futuro, da sottomettere ai meccanismi del libero mercato e da quotare in borsa. Da proprietà e diritto di tutti l’acqua diventerebbe così una merce alla quale si accede solo pagandola salata. Nell'ambito politico tutti d'accordo a privatizzare, dal centrodestra al centrosinistra, dalla sindaca di Milano Moratti fino al presidente Prodi (il quale aveva promesso l'esatto contrario in campagna elettorale). Tutti a collaborare volenterosi alla svendita del patrimonio pubblico, come è accaduto in provincia di Pavia, dove la legge della Regione Lombardia che obbliga a privatizzare i servizi idrici è stata recepita all'unanimità.
L'argomentazione che, essendo un bene scarso, l'acqua verrebbe gestita meglio da privati per evitare sprechi, è falsa. Gli acquedotti sono oggi in buone condizioni, l'acqua di ottima qualità, l'accesso garantito a tutti, il costo basso. L'obiettivo principale delle società private è il profitto (a spese dei cittadini) e non la qualità del servizio.
La questione è gravissima e non riguarda solo l'Italia. Al summit di Nairobi e alla FAO parlano di siccità, desertificazione e carenza idrica in Europa, negli USA e in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli ormai in crisi per l'eccessiva dipendenza dall'acqua. In un rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU dal titolo significativo "Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua" si legge che 4900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e servizi sanitari.

Per quanto riguarda la situazione italiana, è urgente porre uno stop alla privatizzazione ora che è ancora possibile. Una volta privatizzata l’acqua, sarà difficile tornare indietro. I cittadini, i politici e le istituzioni non si stanno rendendo conto di quello che è in gioco. Questa ignoranza è dovuta in parte al silenzio imposto dai mass-media, che hanno la consegna di tacere sulla questione.
Scendendo in piazza, pacificamente, a raccogliere le firme dobbiamo quindi anche informare, informare, informare, affinché si crei un'ampia protesta in tutto il paese che riesca ad ostacolare e bloccare l'avanzata dei privati.
L'acqua deve restare un bene pubblico. Non può diventare una merce.
Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:20

martedi 14 febbraio alle 17,30 europa in Pac

PER UN’EUROPA DI PACE
NO ALLA BASE MILITARE USA
IN REPUBBLICA CECA
Il governo della Repubblica Ceca ha autorizzato l’installazione di una nuova base militare USA nel paese, come parte del cosiddetto National Missile Defense System. Si notano in questa vicenda lo stesso servilismo dimostrato dal governo italiano riguardo alla base di Vicenza, la stessa arroganza degli Stati Uniti, la stessa opposizione della gente.
Davanti alle crescenti proteste organizzate da un coordinamento di oltre 40 organizzazioni, il cui portavoce Jan Tamas è il presidente del Partito Umanista ceco, il governo ha sostenuto che “si tratta solo di una questione tecnica” e si è rifiutato di sottoporla a referendum.
Martedì 13 febbraio alle 17,30
Presidio di protesta, in contemporanea con gli umanisti di Olanda, Grecia, Spagna, Francia e Ungheria davanti al consolato della Repubblica Ceca a Milano, via G.B. Morgagni 20, in appoggio alla manifestazione organizzata a Praga alla stessa ora davanti alla sede del governo ceco.
www.partitoumanista.it

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