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.: Il Blog di Antonella Fachin
Domenica, 28 Marzo, 2010 - 20:05

Omosessualità. La FCEI aderisce all'appello “Sì lo voglio

Omosessualità. La FCEI aderisce all'appello “Sì lo voglio”  
A favore di un matrimonio civile per tutti e tutte
Roma (NEV), 24 marzo 2010 – Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha aderito all’appello ”per il riconoscimento del diritto al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso come principio di uguaglianza” proposto dal Comitato “Sì lo voglio”. I promotori dell'appello chiedono che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine venga garantita “parità e uguaglianza e pertanto anche il diritto di sposarsi, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale” (per il testo integrale vedi www.affermazionecivile.it).
“Pur nella complessità e diversità delle posizioni espresse dalle chiese membro della FCEI, riteniamo di voler aderire all’appello, nel quadro della difesa dello stato laico”, è quanto scrivono i consiglieri della FCEI ai promotori dell'appello. E continuano: “Nello specifico non riteniamo che lo stato debba e possa modellare la sua politica della famiglia sui dettati della morale cattolica, e affermiamo l’uguaglianza e la pari dignità sociale di ogni cittadino e cittadina, come sancito dalla Costituzione. In questo quadro preferiamo non omologare le unioni civili tra persone di diverso orientamento sessuale al matrimonio eterosessuale, ma sosteniamo il diritto delle persone di creare vincoli e legami responsabili e riconosciuti legalmente con coloro che amano”.
La Corte Costituzionale, che si sarebbe dovuta pronunciare ieri, 23 marzo, sulla costituzionalità di alcune norme in materia di matrimonio civile, ha rinviato la sentenza al prossimo 12 aprile. L'auspicio dei promotori è che essa possa fare una distinzione tra matrimonio religioso e matrimonio civile e affermare che il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso non è un tema eticamente sensibile, ma semplicemente un diritto fondamentale della persona che non può essere negato.
Samuele Bernardini
Centro Culturale Protestante
Milano
Mercoledì, 24 Marzo, 2010 - 09:20

W lo stato laico!

Stato confessionale.

mar 23
Cari precari,
dalla nascita siete circondati di croci. No, stavolta non in senso metaforico, ma letterale. Questo paese è ossessionato dall’accontentare uno stato straniero che aggira, scavalca e denigra le nostre leggi. Che ci spiega cosa è morale e cosa no: uno Stato che però, quando fa qualcosa di immorale, dà la colpa al diavolo. Poi sono cazzi dei magistrati andarlo a cercare ‘sto povero diavolo, ma i preti non si toccano. Se non in compagnia dei bambini.
Non c’è atto, dalla trombata all’aborto, dalla nascita alla morte, dal voto all’astensione (anche sessuale) che non passi per le bocche dei vescovi.
Ieri il cardinal Bagnasco, tanto per mettere le mani nelle nostre urne (oltre che nelle tasche e nelle coscienze) ha invitato tutti a non votare chi è a favore dell’aborto. Però caro cardinale, poteva anche essere un po’ più positivo. Non avrebbe fatto bene anche a dire di andare tutti a votare per chi sconfiggerà il cancro in tre anni? – Arnald
Domenica, 21 Marzo, 2010 - 14:10

LAVORO SUBORDINATO: precauzioni d'abuso (da parte dei datori di lavoro)

Precauzioni per l’abuso.

Cari precari,
mentre le nostre piazze si popolano di viola, rosso e nero, il governo zitto zitto, quatto quatto, legifera a più non posso per mettere i lavoratori con le spalle al muro. Ultima, in ordine di tempo, la questione dell’arbitrato in caso di controversia tra datore di lavoro e sottoposto.
Di cosa si tratta? Semplice. In caso il fine rapporto non accontenti il lavoratore e questi decida di portare in causa il datore di lavoro, da oggi la controversia può essere risolta non più dai giudici, ma da un arbitro che deciderà a sua discrezione le sorti della questione.
Ora, immaginate di fare un colloquio di lavoro e il vostro futuro capo vi chieda, candidamente: “Lei è disposto a firmare un foglio in cui accetta di risolvere la nostra futura controversia attraverso un arbitrato?”.
Provate a rispondere: “No”. Poi fatemi sapere se siete stati assunti. – Arnald
Martedì, 16 Marzo, 2010 - 22:09

Sabato 20 marzo mattina: manifestazione della memoria e dell'impegno contro le mafie

Desidero segnalare la manifestazione promossa da libera, associazione contro le mafie, che si terrà sabato 20 marzo prossimo.
 
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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IMPORTANTE! Milano, sabato 20 marzo

... e non mi sembra azzardato affermare che una delle cause dall'attuale virulenza della mafia risieda, proprio, nella scarsa attenzione complessiva dello Stato nei confronti di questa secolare realtà ...
... pericolo di una saldatura tra criminalità tradizionale e criminalità degli affari: un pericolo che minaccia la stessa sopravvivenza delle istituzioni democratiche ...
Giovanni Falcone
da un articolo pubblicato da L'Unita il 31/05/92, otto giorni dopo la strage di Capaci
Sei contro le mafie?
Il 20 marzo potrai dimostralo.
Mentre i nostri amministratori affermavano, come oggi, che a Milano non c'è un problema mafie, a Milano nel 1979  Giorgio Ambrosoli  veniva ucciso perchè si batteva contro gli abusi nel rispetto del diritto.
Milano, sabato 20 marzo
tutti in piedi in tempo utile per partecipare alla manifestazione della memoria e dell'impegno
in ricordo delle vittime delle mafie:
Ore 9.00 Concentramento Manifestazione Bastioni Porta Venezia
Ore 10.00 Partenza Manifestazione da Bastioni Porta Venezia
Ore 11.30-13 Piazza Duomo: Lettura dei nomi delle vittime e interventi di Libera, Avviso Pubblico, familiari delle vittime
Di sabato alle ore 09.00 ti sembra troppo presto?
Ti invito a ricordare chi si impegna ogni giorno contro le mafie e ad arrivare ai Bastioni di Porta Venezia almeno entro le ore 10.00.
L'Expo 2015, come tutti i grandi eventi che possono determinare sviluppo e riconversione del territorio e del tessuto produttivo, può rivelarsi una ghiotta occasione per una pesante infiltrazione dell’economia criminale:
SABATO 20 MARZO
TUTTI CON  LIBERA
a favore della legalità
per esigere rispetto del territorio e
"insieme"
diventare antidoto all’infiltrazione mafiosa   
Di seguito il programma dettagliato:
Ti invito anche a guardare e ad ascoltare lo spot per la "giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie":
La libertà è partecipazione ... sabato 20 marzo partecipare è importante!!! 
Rilancia l'invito. 
Io ci sarò, vieni anche tu.
Baci,
Liliana   
Peppino ci unisce

se sappiamo ancora
vivere la sua vita
in una stagione diversa
con nuove immagini
e nuove parole
ma con la stessa volontà
di negarsi alla crudeltà degli assassini
alle astuzie dei mercanti
che offrono scampoli di potere
per elevare al cielo
le loro piramidi di voti
alle chiacchiere di chi copre
la sua svendita
al migliore offerente
con patacche senza valore

a PEPPINO IMPASTATO di Umberto Santino
Lunedì, 8 Marzo, 2010 - 10:52

La democrazia è in lutto

Per opportuna riflessione.
Cari saluti
Antonella Fachin
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Dall'ultimo numero del settimanale Internazionale........
 
Tecnicamente si può già parlare di dittatura.
Forse non ce ne siamo accorti perché siamo ancora abituati ai colonnelli greci o alla giunta militare cilena.
Ma quello che conta è la sostanza, non la forma.
Oggi è inutile mandare i carri armati per prendere il controllo delle principali reti televisive, basta cambiare i direttori.
Non serve bombardare la sede del parlamento, è sufficiente impedire agli elettori di scegliere i parlamentari.
Non c’è bisogno di annunciare la sospensione di giudici e tribunali, basta ignorali.
Non vale la pena nazionalizzare le più importanti aziende del paese, basta una telefonata ai manager che siedono nei consigli di amministrazione.
E l’opposizione?  E i sindacati?
Davvero c’è chi pensa che questa opposizione e questi sindacati possano impensierire qualcuno?
Gli unici davvero pericolosi sono i mafiosi e i criminali, ma con quelli ci si siede intorno ad un tavolo e si trova un accordo.
Poi si può lasciare in circolazione qualche giornale, autorizzare ogni tanto una manifestazione.
Così nessuno si spaventa.
E anche la forma è salva.

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Le firme sono macroscopicamente false!”, tuonava il Giovanardi, “procure e uffici preposti escludano le liste presentate in modo irregolare!”. “Le autorità competenti facciano controlli a campione sull’autenticità delle firme!”, strillava il Tajani. “E’ una truffa agli elettori!”, fremeva il Landolfi.

Era il marzo 2005, vigilia delle Regionali, e s’era appena scoperto che Alternativa Sociale, la lista di Alessandra Mussolini allora in guerra con la Cdl, aveva presentato centinaia di firme false, per giunta autenticate da uomini del centrosinistra.
Tutta la Cdl, temendo l’emorragia di voti verso la transfuga che nel Lazio avrebbe favorito Marrazzo contro Storace, si trasformò in un sinedrio di giureconsulti ultralegalitari che, legge elettorale alla mano, ne invocavano il rispetto fino all’ultimo codicillo. “E’ una partita a carte truccate”, si stracciava le vesti Storace, “qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta ad armi pari”. Ciccio Epurator denunciò la Duciona alla magistratura per farla escludere dalle Regionali. E il 12 marzo As fu cancellata dal Tar. La Nipotegridò al golpe e avviò lo sciopero della fame, mentre la Cdl intonava esultante il De Profundis.
Storace: “Ha raccolto firme false, è finita”.
Martusciello: “Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole”.
Gasparri: “Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera”.
La Russa: “Possono capitare 2, 3 ,10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia! Pecioni! Dicono di aver dietro falangi, poi non mettono insieme 4 firme regolari”.
Gasparri nei panni di pm: “È un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”.
Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”.
Formigoni(ma sì, lui): “Le regole vanno sempre rispettate. È giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”.
Ri-Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. Il capo dell’associazione si chiama Prodi”.
Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”.
Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”.
Capezzone(periodo rosa) stava per chiamare i Caschi blu: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali (chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in tutt’Italia”.
Matteoli: “Falsari”.
Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”.
La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”.
Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”.
Poi si scoprì che le firme false le aveva infilate qualcuno dello staff Storace con accessi abusivi all’anagrafe della regione. E il Consiglio di Stato riammise As.
Apriti cielo: botte da orbi alle toghe rosso-nere.
Landolfi: “Sconcertante”.
Bartolini: “I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori puniranno i truffatori”.
Cicchitto: “Forzatura gravissima”.
La Russa: “Abnorme”.
Gasparri: “Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio”.
Giovanardi: “Pagina vergognosa della storia italiana”.
Berlusconi: “Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo”.

Per tutti questi motivi, ieri sera il governo Berlusconi ha riammesso per legge le liste fuorilegge di Polverini e Formigoni.

Lunedì, 8 Marzo, 2010 - 10:42

BUONA FESTA DELLA DONNA!!!

BUONA FESTA DELLA DONNA!!!

BUONA FESTA DELLA DONNA A TUTTE LE DONNE DEL MONDO, SPERANDO CHE CRESCA IL NUMERO DI COLORO CHE POSSONO FESTEGGIARLA …
ANTONELLA

Una donna è un paese straniero del quale un uomo non arriva mai a capire fino in fondo i costumi, la politica e la lingua. C. Patmore

Donna
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però  non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

Venerdì, 5 Marzo, 2010 - 10:50

Come si batte la destra? Mediando per tenere unita la sinistra

da Liberazione del 2 marzo 2010 qualche spunto di riflessione.


Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
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José (Pepe) Mujica: «Come si batte la destra? Mediando per tenere unita la sinistra»

Intervista al neoletto presidente dell'Uruguay

«Cercare mediazioni anche quando sembrano impossibili. Cercare e cercare, fino a trovarle. Costruire alleanze e lavorare duro per mantenerle in piedi. La sinistra tende a dividersi e quando si divide perde. E’ infantile dividersi, è infantile atomizzarsi per poi essere sconfitti. I politici di sinistra seri non rompono fronti comuni, li costruiscono. Per vincere si fa così. Per governare si fa lo stesso».
La lezione è di José (Pepe) Mujica, ex capo guerrigliero dei Tupamaros, una icona per chi sognava la rivoluzione in America latina negli anni Sessanta. Mujica ha iniziato ieri il suo mandato di presidenza alla guida dell’Uruguay. Prima della cerimonia di investitura ha ricevuto alcuni giornalisti stranieri.
Presentato dagli avversari come troppo radicale, troppo di sinistra, con un passato politico troppo pesante per governare il Paese, Mujica ha battuto il candidato delle destre senza fatica al ballottaggio.
Ha 74 anni. Non parla difficile, gli piace la parte del vecchio rude e saggio. Si definisce «un contadino nell’anima». Ha il suo maggior bacino elettorale tra gli under 30. Ha rifiutato di trasferirsi nella residenza presidenziale, «non sono mica matto» ha spiegato. Continua a vivere a casa sua nella campagna di Montevideo. Coltiva rose. Sta con la stessa donna da cinquant’anni, Lucia Topolansky, ex guerrigliera, presidente del Senato.
Quando gli si domanda se non fu un po’ fesso credere che la tattica guevarista dei fuochi rivoluzionari fosse una buona idea per portare la rivoluzione nel placido Uruguay, minuscolo Paese agricolo lungo il Rio de la Plata, risponde: «Ci sbagliammo, ma non sull’obiettivo. Sono rimasto delle stessa idea, la tattica è cambiata ma il fine è lo stesso: costruire un mondo meno ingiusto». Per averci provato durante la dittatura uruguayana (1973 1985) passò gli ultimi due anni della sua lunga prigionia in un pozzo.
L’ex guerrigliero è un maestro nell’arte della mediazione. Se il centrosinistra uruguayano non è esploso in uno dei suoi innumerevoli conflitti intestini ed è uscito con un gradimento altissimo dal suo primo mandato al governo del Paese, è fondamentalmente merito del vecchio Mujica. E’ stato lui, l’anima più radicale del Frente, a trovare il punto d’equilibrio tra laici e cattolici, tra liberisti e statalisti, tra fondamentalisti ed eterodossi. Gli abbiamo chiesto come ha fatto.
Presidente, come riesce a tenere unito il centrosinistra senza perdere per strada pezzi di alleanza e senza modificare la radicalità della sua personale posizione politica?
E’ una via crucis. Mantenere il fronte compatto è una conquista, richiede molto lavoro, molta intelligenza. Ma la nostra gente ci vuole uniti, se ci dividiamo non ci appoggia perché non vuole perdere. L’alleanza del centrosinistra non è proprietà di un dirigente che si crede il regista del film. L’alleanza è una richiesta della base, è tenuta insieme dal basso con un sistema semplice: chi rompe il fronte perde, la gente lo punisce, smette di votarlo.
In Uruguay esiste una cultura della negoziazione politica. Non a caso esistono due partiti con 180 anni di vita. La necessità di costruire fronti è per noi un dato chiaro. La sinistra ce la fa solo se prima vince la sua tendenza ad affermare identità al costo di dividersi e sparire. Chiaro no? Bisogna comportarsi con maturità. Non pretendere accordi globali. Bisogna rinunciare a perseguire obiettivi finali totali del tipo o tutto o niente. Trattare, trattare, trattare. Tendere ponti sempre, mai chiudere porte. Aprirle.
E’ questo il suo segreto?
Uno, l’altro è non cadere nella malattia del potere. Se la sinistra si ammala della vanità del potere muore.
Si è complimentato con gli uruguayani per aver votato Mujica alla presidenza…
Votando me hanno sconfitto la forza dello stereotipo. Mi complimentavo per questo. Io rappresento gli anni Sessanta, sono il guerrigliero che voleva la rivoluzione. Quell’utopia è anacronistica. Il nostro errore, l’errore di chi perseguiva il sogno della rivoluzione, fu credere di avere diritto di distruggere per creare qualcosa di nuovo che non sapevamo nemmeno chiaramente cosa fosse. La vita mi ha insegnato che dentro la democrazia liberale si può costruire molto. Che più liberale è e più ci si può costruire dentro un mondo migliore. La nostalgia per un antico sogno passato non serve. Qui siamo tutti per tradizione cultori del tango, la nostalgia sappiamo bene cosa è. Ma la nostalgia va bene per l’arte, la storia si costruisce guardando al futuro. Avanti, non indietro.
Occhio, continuo ad essere socialista. Credo che io non arriverò a vederlo, ma il socialismo si farà. Ma non si farà come pensava, sbagliando, la mia generazione negli anni Sessanta. Prima bisogna creare una società con benessere diffuso, una società molto colta. Senza fare prima questo, senza riuscirci, pensare al socialismo è da irresponsabili.
Ha avvisato che il suo sarà un governo di austerità, cosa vuol dire?
A spendere i soldi pubblici non ci vuole molto. Sono capaci tutti. Questo governo dovrà creare ricchezza, non spendere quella che c’è. I ministri sono già avvertiti. Abbiamo bisogno di parsimonia e intelligenza. La felicità costa poco, ma non si compra. L’austerità è un modo di preservare la libertà individuale, è una lotta per mantenere la libertà. La vera ricchezza è il tempo. Impegnarlo tutto, spenderlo in cambio di beni non mi sembra un buon affare. Ognuno vive come vuole, ho amici in tutte le classi sociali e quando vado a casa di persone ricche non giudico e non mi intrometto. Ma penso che la vera ricchezza sia poter spendere più tempo possibile nel fare ciò che dà piacere. Non credo di essere un esempio per nessuno, ma nei momenti migliori della mia vita avevo condizioni materiali molto modeste.
Qual è il primo obiettivo del suo governo?
Dimezzare gli indici di povertà in quattro anni. Siamo un Paese di tre milioni di persone, non è impossibile riuscirci. E migliorare l’istruzione. Non si costruisce niente di buono senza cultura.
Le piace il modo in cui il Brasile sta esercitando il ruolo di potenza continentale?
Ammiro la prodezza mostrata da Lula alla guida del Brasile. Ha saputo governare un Paese che è quasi un continente, senza poter contare su una maggioranza parlamentare ha ottenuto risultati straordinari in politica interna. Basta questo a spiegare che si sta parlando di un politico di qualità superiore. E’ ovvio che un Paese come il Brasile abbia vocazione di guida continentale. Ma per guidare, per essere leader, bisogna essere generosi. Per aspirare ad esercitare leadership bisogna prima saper dare. Non so se mi spiego: chi vuole comandare paga la cena.

Giovedì, 4 Marzo, 2010 - 17:06

Decalogo delle richieste WWF ai candidati alle Regioni

Decalogo delle richieste WWF ai candidati alle Regioni
25/2/2010 - Ad un mese dalle elezioni l'Associazione chiede un impegno per l'ambiente ai candidati

 
Quanto "pesa" il fattore A di ambiente nelle politiche dei futuri governatori regionali?
Lo chiede il WWF Italia che in tutte le sezioni regionali vede l’associazione al lavoro per presentare nelle 13 regioni che vanno al voto le proprie proposte ai candidati governatori degli opposti schieramenti sulle emergenze ambientali e sul ruolo che le Regioni possono svolgere per fare in modo che nella nuova legislatura ci siano segnali chiari di un impegno concreto in difesa dell’ambiente, del paesaggio, del territorio.
 
“Mai come in questo momento di ripetute crisi ambientali è fondamentale il ruolo delle Regioni– ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Eppure c’è ancora una sproporzione tra le competenze attribuite alle Regioni in materia ambientale e le risorse messe a disposizione. Infatti queste spendono oggi per l’ambiente in media 75 euro l’anno pro capite, una cifra che complessivamente è pari a solo lo 0,31 per cento del PIL (poco più di 2,4 miliardi di euro: il 64% destinato alla difesa dell’ambiente, il 36% a gestire le risorse naturali, fonte ISTAT). Eppure il Titolo V della Costituzione, pur riservando la tutela dell’ambiente alla competenza esclusiva dello Stato, vede un importante ruolo delle Regioni nella materia concorrente del governo del territorio, tutela del paesaggio, gestione delle aree protette regionali e della Rete Natura 2000, oltre che in settori economici tradizionali, quali quelli industriale, agricolo e turistico. Il nostro appello, lanciato proprio nell’Anno della Biodiversità è di investire nella difesa della natura, ripartendo da un tema che accomuna tutti i cittadini, perché salvare l’ambiente vuol dire tutela della salute, investimenti per lanciare seriamente la green-economy, futuro garantito alle nuove generazioni”. 
 
Dalle richieste specifiche emergono 10 priorità comuni a tutte le Regioni, su cui il WWF chiede precisi impegni
 
1. tutelare la ricchezza naturale delle regioni, predisponendo Piani d’azione regionali e inserendo la tutela della biodiversità nella pianificazione territoriale e nei programmi operativi economico-finanziari;
2. perseguire l’Obiettivo: consumo del suolo “zero”, prevedendo che i nuovi piani paesistici contengano obiettivi chiari e misurabili di riduzione progressiva e significativa del consumo del suolo (favorito da interventi estemporanei, da abbandonare, come il c.d. Piano Casa);
3. pianificare per prevenire il dissesto idrogeologico, adottando Piani di tutela delle acque in linea con l’Europa che facciano decollare la gestione dei Distretti idrografici per contrastare il rischio idrogeologico e conseguire il traguardo del “buono stato ecologico di laghi e fiumi”;
4. far respirare i territori assediati dal traffico, inserendo nei Piani regionali dei trasporti obiettivi espliciti di riduzione delle emissioni di Co2, di rientro nei limiti per l’inquinamento dell’aria (in particolare per quanto riguarda  NO2 e di PM10) e di riduzione del rumore e non prevedendo la costruzione di nuove autostrade;
5. predisporre l’alternativa al nucleare, adeguando i Piani energetici regionali ai nuovi obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra (-30% entro il 2020 e -80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990) attraverso il risparmio, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e contrastando qualsiasi realizzazione/riconversione di impianti a carbone, nonché  la costruzione di centrali nucleari, assolutamente inutili, dannose ed economicamente insostenibili;
6. contribuire alla lotta sui cambiamenti climatici, elaborando Piani strategici regionali che fissino obiettivi per la riduzione di Co2  in tutti i settori (in particolare quelli non sottoposti all’emission trading: trasporti, settore civile, agricoltura) e linee d’azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici;
7. premiare chi riduce i rifiuti, redigendo i Programmi di prevenzione dei rifiuti richiesti dalla Commissione Europea e perseguendo l’obiettivo di riduzione dei rifiuti, anche sollecitando i Comuni ad usare virtuosamente la leva fiscale con il passaggio dalle tasse attuali a tariffe premianti per chi adotta comportamenti virtuosi;
8. consolidare la rete delle aree protette,  sviluppando una rete di aree protette, collegate alla Rete Natura 2000 (tutelata dall’Europa) basata sull’efficienza e l’efficacia degli interventi programmati e pianificati;
9. contrastare la caccia selvaggia, non promuovendo modifiche peggiorative alla legge quadro sulla caccia (come stabilito dalla Conferenza delle Regioni), contenendo la pressione venatoria e non derogando dall’elenco delle specie cacciabili stabilito dall’Europa;
10. educare all’ambiente, rafforzando il Sistema INFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) e integrandolo con le attività educative delle scuole e le attività di formazione.
 
La “MAPPA DELLE EMERGENZE AMBIENTALI” riassume gli impegni prioritari contenuti negli articolati documenti che le Sezioni regionali del WWF sottoporranno alla valutazione dei candidati governatori. Numerose le richieste di revisione delle politiche, ma anche gli impegni positivi per costruire il futuro elaborate dalle Sezioni regionali del WWF.
 
Nord Italia
Veneto: radicale ridimensionamento del Piano regionale dell’attività di cava e il blocco del progetto della mega-discarica di amianto (la più grande d'Europa con ben 500.000 mc di asbesto stoccati in 9 ettari) prevista in una cava a sud di Roverchiara (Vr), zona umida vincolata dalla Regione e, nel contempo, l’istituzione dei parchi regionali della Laguna di Venezia e del Monte Baldo;
Lombardia: blocco della terza pista dell’aeroporto di Malpensa, scalo situato all’interno del parco regionale del Ticino (visto il calo dei passeggeri da 24 a 19 mln l’anno) e interventi concreti per il miglioramento della qualità dell’aria (attraverso il contenimento della circolazione di auto e furgoni diesel senza Filtro Anti Particolato  - FAP - e introducendo pedaggi autostradali proporzionali all'inquinamento del singolo mezzo e alle fasce orarie di maggior congestione) e, nel contempo, l’adozione delle misure supplementari per tutelare il Po indicate nel Piano di gestione idrografico padano;
Piemonte: dare la priorità agli interventi sul nodo ferroviario di Torino e sul Servizio ferroviario metropolitano, invece di perseguire l’obiettivo di una inutile nuova linea ad AV Torino-Lione, e nel contempo arrivare a tutelare il biocorridoio Alpi-Appennino, creando una grande area transfrontaliera per la tutela della biodiversità, in accordo con il parco nazionale francese del Mercantour.
 
Centro Italia
Toscana: razionalizzazione degli interventi infrastrutturali puntando sull’aeroporto di Pisa invece che sugli scali minori di Peretola e Ampugnano e sul potenziamento a 4 corsie della SS1 Aurelia tra Rosignano e Civitavecchia invece che sull’Autostrada Tirrenica, e, nel contempo, procedere all’approvazione portare a compimento il lavoro sul  Piano d’azione sulla biodiversità, che farebbe della Regione Toscana la prima amministrazione regionale in Italia che si dota di uno strumento attuativo in linea con la Convenzione internazionale della Biodiversità (CBD); Lazio: un ripensamento su quegli interventi infrastrutturali che, se realizzati, avranno un pesante impatto sul paesaggio, su aree sottoposte a vincoli naturalistici, culturali, archeologici e idrogeologici quali il Corridoio intermodale Roma-Latina, l’aeroporto ed il porto di Fiumicino e, nel contempo, concludere al più presto la fase istruttoria e procedere alla definitiva approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale.
 
Sud Italia
Basilicata: sospendere la concessione di ulteriori permessi di ricerca ed estrazione petrolifera e avviare immediatamente il monitoraggio ambientale della Val d’Agri, a tutela della salute dei cittadini e del parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, e, nel contempo, l’istituzione del parco regionale dei Calanchi; Calabria: conferma della fuoriuscita della Regione dalla Stretto di Messina SpA e dell’opposizione al ponte sullo Stretto di Messina e, nel contempo, maggiore tutela per il territorio con l’immediata attuazione degli interventi previsti nel Piano di difesa del suolo della Regione e l’approvazione di una legge di tutela integrale delle coste;  Puglia: l’approvazione di piani per affrontare e risolvere le criticità ambientali relative agli insediamenti industriali di Brindisi-Cerano e Taranto-Ilva e, nel contempo, costituire un sistema informatizzato in rete con le Province e gli Enti gestori delle aree naturali protette per la pianificazione e la corretta gestione integrata dei Siti Natura e della aree protette.
 

Domenica, 28 Febbraio, 2010 - 21:48

1° marzo: la giornata dei migranti "24 ore senza di noi"! programma della giornata

Domani è il 1° marzo: la giornata dei migranti "24 ore senza di noi"!

Per solidarietà cerchiamo di indossare qualcosa di GIALLO!

ECCO IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

Ritrovo alle 9.30 PRESIDIO davanti a Palazzo Marino, piazza della Scala; il corteo farà un giro attorno al municipio milanese.
Seguirà un momento di dibattito con al centro i temi e i problemi del lavoro.

Alle 13.00 saranno srotolati tre grandi striscioni gialli in tre luoghi significativi per la vita degli immigrati a Milano:
davanti alla Questura ("Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi"),
davanti al Tribunale ("Migrare non è reato") e
in Via Corelli ("Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione").

Nel pomeriggio, dalle ore 17.30, raduno in piazza Duomo.
Terremo, in Piazza, lezioni di lingue straniere in italiano e per gli italiani; lancio dei palloncini alle ore 18.30.

Alle 19, partenza del corteo in direzione di piazza Castello:
microfono aperto con una serie di interventi e
chiusura con musica da vivo.

Cari saluti a tutti/e
Antonela Fachin

Domenica, 21 Febbraio, 2010 - 16:30

YALLA SE MAGNA!!! cena di autofinanziamento della comunità palestinese

La comunità palestinese di Lombardia è lieta di invitarvi a:
YALLA SE MAGNA!!!
Cena a base di piatti palestinesi

 Sabato 27 Febbraio 2010 – Ore 20.00
Ristorante Papavero
Via PALESTrINA 4, Milano
QUOTA: 20 EURO
                          
ATTENZIONE: POSTI  LIMITATISSIMI  85! NECESSARIA  PRENOTAZIONE A: 3281696434 (SAHAR)
Allegato Descrizione
CENA 27 FEB 2010.doc
2.48 MB
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