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Giovedì, 21 Maggio, 2009 - 10:29

UN’ALTRA PROVINCIA METROPOLITANA, SOSTENIBILE E SOLIDALE

UN’ALTRA PROVINCIA METROPOLITANA, SOSTENIBILE E SOLIDALE
Programma amministrativo di MASSIMO GATTI – Candidato Presidente della Provincia di Milano
 
 
PREMESSA
Siamo donne e uomini della sinistra, partiti, associazioni e comitati, impegnati da tanti anni nel mondo della solidarietà e del consumo critico, nella difesa del lavoro, della scuola pubblica, del territorio e dell’ambiente come beni inalienabili dei cittadini.
Vogliamo rappresentare, ognuno con la propria specificità, storia e cultura politica, l’esigenza al cambiamento di tanta parte dei cittadini, del mondo dell’associazionismo, dei comitati e del volontariato. Vogliamo rappresentare una alternativa civica e di sinistra alla deriva plebiscitaria
della destra e alla incapacità del centro sinistra di Penati di essere una coerente alternativa.
Vogliamo dare voce ai tanti e alle tante del popolo della sinistra di Milano e della provincia, che vogliono uscire dalla angusta protesta astensionista dando un contributo reale al cambiamento. Per fare questo dobbiamo partire dai grandi valori dell’inclusione sociale, dell’etica laica, dell’ambientalismo, dei socialisti, dei comunisti, che hanno caratterizzato la grande storia civile della nostra provincia.
La gravissima crisi economica sta minando dalle fondamenta il tessuto produttivo e mette in discussione lo stesso sistema democratico. La situazione della nostra Provincia e Regione diventaancor più preoccupante, stretta com’è dalla sottovalutazione della grande criminalità organizzata e dell’evasione fiscale da un lato e dall’altro dalla politica governativa che attacca i “beni pubblici e comuni”, istruzione e ricerca ed istituzioni scolastiche ed universitarie, salute e strutture sanitarie pubbliche, acqua, suolo e beni ambientali e culturali. Tutto ciò limita le libertà individuali e di espressione, non valorizza le diversità alimentando paure e sentimenti razzisti ed emarginanti, stravolge nei fatti i principi fondamentali della Costituzione, aggrava ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori e dei disoccupati, e delle fasce medio-basse e povere della popolazione, accentuando il divario tra i redditi alti e quelli bassi, riducendo i servizi destinati alla persona e alle tante fragilità.
I valori della democrazia e dell’antifascismo sanciti dalla carta costituzionale, fondata sul lavoro, sono i nostri valori che poniamo al centro dell’agire politico amministrativo. Difendiamo la democrazia contro i continui attacchi delle destre, dei populisti e di quanti in nome della
governabilità sono disposti a sacrificare il diritto al pluralismo sancito dalla carta costituzionale.
In vista dei faraonici e poco credibili progetti legati all’Expo 2015, ma anche in relazione alle politiche urbanistiche del Comune di Milano, che vaneggia di una città di due milioni di abitanti, gravi sono i rischi derivanti dalle infiltrazioni mafiose per accaparrarsi quanto più affari possibili e irresponsabili appaiono le risposte pubbliche del centro destra che quasi irridono il grido di allarme di magistrati e operatori.
Vogliamo rappresentare le donne e gli uomini che non vogliono soccombere, in nome del “business”, alla criminalità e alle mafie.
Vogliamo una Provincia che continui a promuovere una cultura attiva della pace e della nonviolenza con iniziative e corsi di formazione ed educazione, istituendo sportelli e centri di mediazione dei conflitti, attivando gli strumenti per la formazione dei Corpi civili di pace, chiedendo al Governo la riduzione delle spese militari a favore di investimenti per la pace, chiedendo l’allontanamento delle 40 testate nucleari USA installate a Ghedi, premendo per fermare la fabbricazione di armi in Lombardia e favorendo una riconversione produttiva. Ecco perché la proposta del centro sinistra di Penati per la Provincia di Milano non ci rappresenta. È una proposta che, pur partendo da un giudizio positivo sull’esperienza amministrativa appena conclusa, esclude pregiudizialmente e non unisce le forze che si battono contro la destra. Sui temi
della sicurezza, della difesa del territorio dalla cementificazione selvaggia e dell’Expo, i contenuti e valori proposti sono contigui e subalterni alla destra del sindaco Moratti e di Podestà.
Ci rivolgiamo quindi a tutte le forze che non si rassegnano, che hanno a cuore gli interessi dei lavoratori, dei giovani, delle donne, degli anziani della nostra provincia sempre più aggredita dalla crisi economica, dalla distruzione del territorio e dalla cementificazione, dall’emarginazione sociale di ampi strati di cittadini e cittadine.
Costruiamo insieme un’altra Provincia metropolitana, sostenibile e solidale.

1. PARTECIPAZIONE E DEMOCRAZIA PER UNA NUOVA ETICA PUBBLICA
Vogliamo farci interpreti di una nuova stagione della politica che riscopra la radicalità dell’etica democratica e della cosa pubblica, del rapporto di simbiosi tra eletti e elettori. Una nuova stagione che riporti alla ribalta i valori fondamentali dell’agire della politica, finalizzata alla
rappresentanza generale delle istanze dei cittadini contro gli interessi egoistici che creano disagio sociale e povertà.
I temi della democrazia e della partecipazione, dell’etica della politica nella gestione del bene comune, sono il nostro orizzonte per un nuovo governo dell’area metropolitana. È indispensabile la ricostruzione di una democrazia partecipativa, a partire da un rapporto continuo e costruttivo tra cittadini ed eletti. Una democrazia che rilanci il protagonismo dei cittadini e delle cittadine nelle scelte che li riguardano a cominciare da un rinnovato ruolo delle assemblee elettive. In questo senso il nostro obiettivo sarà anche quello di valorizzare gli esempi esistenti in molti Comuni della Provincia che hanno prodotto esperienze significative nelle forme e negli ambiti più diversi, dal Bilancio
Partecipativo, alle Agenda 21 locali. Oggi è possibile e necessario rilanciare una politica di partecipazione dei cittadini anche attraverso
il pieno utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione. Internet può essere un potente strumento di democrazia se utilizzato per mettere in rete e relazionare tra loro realtà istituzionali e semplici cittadini. Sosterremo un percorso di e-democracy, per rendere sempre più trasparente e democratica la gestione delle istituzioni e la formazione delle scelte.
Se vogliamo salvare il pianeta per le future generazioni la Provincia deve perseguire ed educare alla sobrietà, diminuendo l’impronta ecologica, contenendo il consumo energetico, approvando un ecobilancio, accanto a quello finanziario. La Provincia deve diventare un “consumatore critico” favorendo nelle gare di appalto le imprese con certificazione sociale e ambientale, negando il patrocinio ad iniziative sponsorizzate da aziende che praticano politiche del lavoro e commerciali censurabili o poco trasparenti. Deve essere un “risparmiatore responsabile” affidando servizi di tesoreria provinciale solamente ad istituti bancari che non siano compromessi con il commercio internazionale di armi. Deve essere un “promotore della responsabilità sociale delle imprese”, favorendo con la formazione e il finanziamento una certificazione sociale e ambientale di impresa che risponda a seri modelli di controllo e verifica. Deve essere un “motore dei Distretti di Economia Solidale”, creando una città dell’economia solidale, impegnandosi a sostenere la cooperazione decentrata con aree del Sud del mondo, rispettandone l’autodeterminazione e promuovendo lo scambio culturale e commerciale (progetti di microcredito, commercio equo e solidale, turismo
responsabile).
La nostra proposta rimette al centro il ruolo del pubblico nella programmazione e nella gestione dei servizi, contro privatizzazioni e esternalizzazioni che non ne migliorano la qualità, lasciano campo libero alle dinamiche spontanee del mercato, all’azione dei poteri forti, favoriscono rapporti clientelari e illegalità, svalutano competenze e professionalità interne privilegiando l’uso di consulenze esterne.
2. PER UN GOVERNO DEMOCRATICO DEL TERRITORIO
Dopo anni di assenza di un forte ruolo programmatorio pubblico, la scelta del Presidente uscente e del PD di rinunciare all’approvazione del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, rappresenta una grave concessione alla politiche del centrodestra, ai cementificatori e ai poteri forti. Questa situazione impedisce una riqualificazione territoriale e ambientale, e non salvaguarda circa 1000 Kmq di aree agricole.
Noi siamo invece per un PTCP che ponga al centro dei suoi contenuti i seguenti obiettivi generali:
- una riqualificazione sociale ed ambientale di tutte le periferie urbane degradate e carenti di servizi pubblici ed attrezzature collettive, nel quadro di una valorizzazione delle identità storiche, culturali, economiche, naturali e paesaggistiche del locale, come alternativa alle forme
universali e de-territorializzate della globalizzazione tese ad omogeneizzare e distruggere ogni diversità;
- una ri-naturalizzazione del territorio e delle città ricercando un nuovo equilibrio ecologico tra le forme artificiali e le forme naturali, tra la superficie impermeabile e quella permeabile, con scelte di piano incentrate sul “consumo zero” del territorio, tese ad assicurare alla popolazione una migliore qualità dell’abitare, del lavorare, dello studiare, del muoversi e del divertirsi, in perfetta sintonia con la necessità di conservare il capitale naturale per le future generazioni;
- una pianificazione urbanistica attenta al contesto che valorizzi servizi, ma anche strutture con funzioni di pregio in zone degradate al fine di favorire la richiesta di una manodopera qualificata, a tutto vantaggio di un progresso culturale delle persone che vi lavorano e che in quel territorio vivono, così come in vista dell’Expo, l’offerta alberghiera sia commisurata al reale fabbisogno per non rischiare di costruire cattedrali nel deserto.
- Una valorizzazione, salvaguardia e potenziamento dei parchi locali di interesse sovracomunale (P.L.I.S.)
Parco Agricolo Sud Milano
Il Parco non è un vincolo, ma una grande opportunità da salvaguardare da mire espansive e speculative. Occorre una vera politica di rilancio del Parco Sud prevedendo interventi per il risanamento, manutenzione e tutela ambientale, anche come occasione per una nuova occupazione;
un programma di rilancio delle produzioni agricole, favorendo l’interscambio diretto produttoreconsumatore, per la creazione di una rete di economia solidale.
La non attuazione del PTCP, con i Piani di Cintura Urbana previsti e soprattutto con il Piano di Fruizione del Settore Agricolo, è un duro colpo al Parco Sud che impedisce e impedirà, se questi Piani verranno approvati attraverso l’istituto della Conferenza dei Servizi tra i soli Enti interessati, di definire un limite fisico al processo di continua urbanizzazione dell’area metropolitana milanese, penalizzando la qualità della vita dei cittadini.
Consumo zero del territorio e un’altra Expo 2015 Il modello proposto per l’Expo 2015 è fortemente penalizzante per il territorio e la Provincia. Esso viene considerato dalla Moratti e dai suoi sostenitori come “l’evento principe” intorno al quale realizzare un nuovo e rilevante sviluppo degli insediamenti e delle infrastrutture della mobilità, con effetti trainanti per tutta l’economia milanese. Insomma, un evento che vorrebbe fermare il declino lento ma inesorabile di Milano e della sua provincia attraverso la speculazione immobiliare fondata sull’appropriazione privata della rendita fondiaria urbana. Il bilancio tra costi e benefici per la popolazione pende pesantemente a vantaggio di pochi e a scapito di molti. Il progetto complessivo non è accettabile. Le strutture espositive devono essere localizzate nell’attuale Fiera di Rho-Pero e in altri spazi esistenti, senza cedere altro territorio agli immobiliaristi, ai quali, al termine della manifestazione, verrebbe concessa una premialità di
carattere chiaramente speculativo. Crisi e nuove emergenze sociali impongono la rinuncia ad ogni spreco di risorse economiche, da indirizzare invece alla riqualificazione ambientale, sociale e culturale delle città.
Idroscalo: un patrimonio pubblico per tutta la Provincia
Vogliamo che l’Idroscalo rimanga un grande patrimonio pubblico gestito e diretto dall’Amministrazione Provinciale e ci batteremo contro ogni ipotesi di privatizzazione ancorché mascherata. I 2,5 milioni di sportivi e frequentatori che oggi affollano l’Idroscalo ogni anno, dispongono di una risorsa unica nel contesto lombardo e nazionale e questo grazie a una scelta di programmazione sportiva, musicale e di eventi in grado di fare concorrenza ad ogni ente privato. L’Idroscalo è anche “una palestra a cielo aperto” grazie alla presenza delle associazioni sportive e delle federazioni ed in particolare al Consorzio tre sport (CSI, UISP e US Acli), esperienza unica in Italia, al quale deve essere riconfermata la gestione dell’area multisport e degli idrocamp estivi. Riteniamo necessario risolvere il problema dell’accessibilità all’Idroscalo, attraverso un piano di
viabilità e servizi pubblici. Da subito va istituita una navetta dall’Aeroporto di Linate e dalle vicine stazioni ferroviarie di Segrate e Pioltello.
3. NO AD ALTRE AUTOSTRADE, PIU’ TRASPORTO PUBBLICO SU FERRO
I livelli di congestione del traffico e dell’inquinamento dell’aria sono fra i principali problemi del nostro territorio, ai quali sono collegati problemi di ambiente, salute e sicurezza. La risposta del centrodestra e del nuovo centro sinistra di Penati, rispetto a crescenti e mutati bisogni
di mobilità, è orientata a una politica di realizzazione di grandi e costose infrastrutture e ha creato squilibri sociali ed ambientali insostenibili. In particolare, la filosofia di incrementare la realizzazione di nuove strade per decongestionare le esistenti, ha aggravato la situazione invece di risolverla. Noi proponiamo, una mobilità sostenibile e compatibile con l’ambiente e il territorio e ci battiamo per favorire il rilancio del sistema ferroviario metropolitano, il potenziamento del trasporto pubblico e accessibile su ferro attraverso l’ampliamento della rete delle  metropolitane e delle metrotranvie, a partire dalla realizzazione di un “anello del ferro” che colleghi i comuni della provincia, l’istituzione del biglietto unico e del sistema tariffario integrato per il trasporto metropolitano e urbano, la realizzazione di nuove piste e corsie ciclabili.
In particolare proponiamo le seguenti soluzioni efficaci:
- riqualificare e potenziare le linee ferroviarie esistenti separando quelle nazionali da quelle regionali e locali, trasformando queste ultime in un “servizio metropolitano” cadenzato, memorizzabile, frequente, diffuso e affidabile per tutto l’arco della giornata, specialmente per le persone “pendolari” per motivi di lavoro e di studio;
- promuovere l’attuazione di linee metropolitane extraurbane, anche “leggere” (metro-tranvie) per mettere in rete il maggior numero di quei Comuni che non sono serviti dalla ferrovia; linee collegate con stazioni ferroviarie e con le linee MM esistenti;
- promuovere interventi sulla rete stradale attuale tesi a separare il traffico veicolare locale da quello di attraversamento in prossimità delle città e a potenziare i collegamenti traversali tra i Comuni all’esterno di Milano, integrando e razionalizzando i sedimi di strade esistenti;
- approfondire il progetto MI-BICI della Provincia per la realizzazione di un sistema provinciale di percorsi ciclabili capace di collegare in rete i maggiori servizi pubblici, i centri storici, i principali luoghi di lavoro e di studio e il sistema dei parchi esistenti e in progetto.
La Provincia deve arrivare a ridurre su scala locale le emissioni di CO2 ed è fondamentale un ruolo di controllo e coordinamento dei Comuni per adottare delle politiche in questo settore di carattere preventivo. La risposta non può essere l’Ecopass della Moratti, che sempre più si dimostra una trovata propagandistica priva di efficacia se non quella di tassare ulteriormente i cittadini specie della Provincia. Siamo favorevoli invece a promuovere politiche che consentano ai cittadini di utilizzare mezzi pubblici non inquinanti rapidi ed efficienti e finalmente accessibili a tutti. La Provincia può trasformare il suo parco macchine con mezzi alimentati con combustibile non inquinante e completare la trasformazione degli impianti termici degli immobili di proprietà e delle scuole con combustibili meno inquinanti.
Riteniamo che sia anche possibile definire coi Comuni la concentrazione delle merci, destinate al sistema urbano milanese, in punti situati ai margini del sistema; merci da trasportare nei siti di destinazione interni all’area metropolitana con veicoli ecologici, gestiti da un apposito servizio pubblico a pagamento da parte dei destinatari.
È fondamentale che la Provincia di Milano assuma un ruolo di coordinamento dei Comuni per adottare delle politiche per: 
- la riduzione delle emissioni da traffico privato nelle aree urbane predisponendo corsie preferenziali per tutti i mezzi pubblici e per i taxi, dotando le strade di sedi protette per permettere la circolazione sicura della mobilità ciclabile con obbligo di posteggi per bici davanti
agli edifici pubblici e con sanzioni ai condomini che non prevedono spazio per posteggio bici, scoraggiando l’uso della moto (inquina come e più dell’auto) multando il posteggio sui marciapiedi, che impedisce spesso alle persone con disabilità la loro fruizione specie nelle periferie;
- sostituire tutti i mezzi pubblici alimentati a gasolio con mezzi alimentati a metano o a biogas;
- ridurre le emissioni da riscaldamento attuando una conversione degli impianti cominciando dagli edifici provinciali;
- eseguire la certificazione di efficienza energetica degli stabili pubblici realizzando opere di manutenzione al fine di ridurre le dispersioni termiche;
- dotare tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici e di pannelli solari per autoprodurre energia rinnovabile;
- emettere tariffa unica per tutti i percorsi in metropolitana;
- istituire parcheggi in tutti gli ingressi per Milano con biglietto MM gratis per tutto il giorno a chi vi deposita l’auto;
- installare lampade a basso consumo negli uffici e far spegnere le insegne pubblicitarie durante la notte;
- invitare tutti gli operatori economici e commerciali a dichiarare i loro consumi, ad adottare politiche di risparmio energetico, a regolamentare l’uso dei condizionatori così come avviene per il riscaldamento (tempistiche e limiti di temperatura);
- sistemare le situazioni ancora presenti legate all’abbattimento di barriere architettoniche sia dell’ambiente fisico, sia degli edifici pubblici,sia dei mezzi di trasporto pubblico e privato;
- aumentare la sicurezza stradale su strade comunali e provinciali ( gli incidenti stradali sono la prima causa di morte fra la popolazione giovanile).
4. RIFIUTI ZERO: SI DEVE, SI PUÒ! NO A NUOVI INCENERITORI
La Provincia deve programmare un piano dei “RIFIUTI ZERO”, fondato sulle 5 R (Riduzione, Raccolta differenziata, Recupero, Riciclo, Riuso) e dire no a nuovi inceneritori; deve avviare e sostenere la realizzazione degli impianti di compostaggio per la produzione di compost di qualità a sostegno anche dell’agricoltura del Parco Sud. Dobbiamo passare dalla mentalità di “smaltire i rifiuti”, al principio di “recuperare le risorse” con
conseguente riduzione di utilizzo di risorse naturali e di energia per la produzione/trasformazione delle materie prime, riduzione di produzione di gas serra e aumento delle attività umane e quindi dei posti di lavoro. Occorre assumere responsabilità a livello industriale progettando e producendo prodotti riciclabili e recuperabili con il minor spreco possibile di risorse; responsabilità a livello di comunità: separare i
vari rifiuti, ossia effettuare la raccolta differenziata, per facilitare il riciclo e il loro recupero; responsabilità a livello politico. La Provincia di Milano può coordinare il lavoro dei Comuni con regole chiare e precise che impongano la raccolta differenziata, (anche per il Comune di Milano per quel che riguarda l’umido delle famiglie) il riciclo/recupero e indirizzino le attività di produzione verso prodotti riciclabili o recuperabili, con l’obiettivo generale di riduzione dei rifiuti destinati alla discarica o all’incenerimento.
Siamo quindi contrari alla logica di nuovi inceneritori che sono concettualmente e concretamente l’opposto di ciò che è necessario: massimizzano i rifiuti e bruciano anziché riciclare merci ad alto contenuto energetico (carta, legno, ecc.) sprecando in realtà energia. Non devono essere previsti nuovi inceneritori, discariche ed impianti di produzione CDR perché con una reale politica alternativa dei rifiuti gli attuali impianti di smaltimento risultano sufficienti per rispondere al fabbisogno della nostra Provincia.
 
5. PROTEGGIAMO I BENI COMUNI. ACQUA PUBBLICA
Noi contestiamo il dogma delle liberalizzazioni in quanto, concretamente, contrastano con l’esigenza di risparmiare risorse ambientali; contestiamo la mercificazione dei beni ambientali stessi, in quanto sono indispensabili alla vita e non sostituibili. Acqua, aria, territorio, energia e biodiversità sono beni comuni e a questi si deve garantire l’accesso per tutti, come garanzia per le generazioni future ed il mantenimento della loro riproducibilità come cicli. Pensiamo ad indicatori di qualità ambientali diversi da quelli economici.
Acqua bene comune e diritto umano In questi anni ci siamo battuti strenuamente contro la logica di privatizzazione dell’acqua pubblica.
La non costituzione di questa società, unica in grado di snellire gli sprechi dei tanti consigli di amministrazione e assicurare grandi investimenti infrastrutturali in grado di ammodernare la rete e ridurre gli sprechi, è una delle gravi responsabilità di Penati e del PD che ha governato la Provincia.
Continueremo a batterci contro la logica di privatizzazione dell’acqua pubblica e perché si tenga fede all’impegno di pervenire ad un’unica Azienda totalmente pubblica che riunisca in sé patrimonio, gestione ed erogazione del sistema idrico della provincia milanese entro il 31/12/2009, in grado di coordinarsi efficacemente con il sistema idrico integrato della città di Milano e delle provincie confinanti.
6. DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA. RILANCIAMO LA CULTURA
La scuola pubblica, laica e democratica, la scuola della Costituzione, va difesa e valorizzata come una grande priorità. Contro ogni processo di privatizzazione e aziendalizzazione occorre affermarne il carattere pubblico per contrastare efficacemente le nuove disuguaglianze, per
costruire una società che garantisca pari opportunità e pari diritti a tutte e a tutti. Una scuola aperta al territorio che, attraverso la sinergia tra docenti curriculari di sostegno, studenti, genitori, istituzioni e associazioni, sappia rispondere alla sfida solidale, che ci sentiamo di assumere perché diventi la risorsa straordinaria su cui puntare per condividere un futuro comune.
Occorre incrementare la rete di accesso sia aumentando l’offerta di indirizzi di istituti scolastici, sia decentrando l’offerta formativa per ridurre il pendolarismo e l’abbandono scolastico. Occorre recuperare un diverso diritto allo studio, difendere il tempo pieno, combattere la dispersione
scolastica, sostenere il successo formativo, sconfiggere un analfabetismo di ritorno sempre più diffuso, sviluppare un’educazione critica ai linguaggi dei media, valorizzando le buone pratiche, fornendo risorse e strumenti necessari. Va infine completato l’impegno speso dalla Provincia in materia di edilizia e sicurezza scolastica, con l’impiego sempre più capillare di fonti di energia pulite e rinnovabili.
Il diritto alla cultura e alle culture come spazio di crescita , di ricerca, di promozione, inclusione e coesione sociale. La vita culturale di una città e di una provincia così come l’accessibilità alla sua fruizione da parte di tutti i cittadini sono uno dei requisiti della qualità urbana. e possono costituire un elemento importante di crescita e sviluppo anche economico.
La Provincia deve sviluppare il proprio ruolo di regia per valorizzare percorsi in tutti i campi in cui la cultura si esprime, essere precursore creativo attraverso un investimento progettuale coordinamento anche per la diffusione degli eventi. È urgente affiancare ai grandi eventi una rete di occasioni culturali perché le persone possano vivere il territorio incontrandosi in spazi di saperi e relazioni, dalle biblioteche, ai musei, ai teatri…in risposta a una solitudine sempre più diffusa. In questo campo la situazione attuale di Milano e provincia è contraddittoria, accanto alle esperienza di eccellenza di livello internazionale ed al fiorire di vitalità diffuse nel territorio, vi sono ancora – o forse dovremmo dire nuovamente – ampie fasce della popolazione che, per motivi diversi, hanno poche o nessuna possibilità di entrare in contatto con i luoghi di produzione e di offerta culturale. 
A Milano emergono anche produzioni culturali innovative e d’avanguardia ma spesso, in particolare quelle giovanili, non sono adeguatamente valorizzate, non trovano sbocchi per crescere ed in molti casi neppure spazi per potersi esprimere. La gestione delle risorse per la cultura dovrà essere allora molto accorta ed equamente ripartita tra quella che è stata considerata per anni la cultura “alta” ed i punti di eccellenza da un lato ed il sostegno alle iniziative culturali diffuse nel territorio, in particolare nelle periferie, che in una prospettiva di città metropolitana, devono diventare luoghi di produzione e di fruizione culturale.
7. SENZA LAVORO NON C’È DIGNITÀ, NON C’È FUTURO. LA PROVINCIA CONTRO LA CRISI
La crisi economica e finanziaria, colpisce drammaticamente la nostra provincia con una espansione della cassa integrazione e licenziamenti. Senza lavoro e protezione sociale non c’è dignità dell’individuo. Senza un lavoro per i giovani non c’è futuro. Ci battiamo contro ogni logica di
precarizzazione del lavoro.
La Provincia può orientare l’intervento pubblico verso uno sviluppo di qualità del lavoro, fondato sul riequilibrio tra le attività manifatturiere e quelle terziarie,favorendo la riconversione e l’innovazione ecologica dei processi produttivi e dei prodotti per assicurare nuove opportunità occupazionali in un ambiente sano, dentro e fuori i posti di lavoro.
La nostra azione sarà quella di concorrere per la massima espansione degli ammortizzatori sociali, includendo i precari e i settori non garantiti. In questo senso andrà l’azione per ottenere una legge che imponga alle multinazionali che lasciano il nostro territorio di accollarsi il costo per rioccupare i propri lavoratori. Ancora più strategica sarà l’azione di politica industriale per fare in modo che molte piccole e
medie imprese non scompaiano nella crisi. Promuoveremo l’estensione della legge Prodi Bis per le piccole imprese e la costituzione di un Fondo regionale di Garanzia per il Lavoro con il compito di sostenere finanziariamente i commissari pubblici nominati per evitare il fallimento di imprese in crisi. Il grande passo fatto in Provincia con la riconquista del ruolo pubblico attraverso l’istituzione dei Centri per l’Impiego, è stata una risposta positiva che consente di costruire un “sistema integrato” delle politiche del lavoro, della formazione, dell’istruzione. Va dunque confermata e razionalizzata l’integrazione dei servizi pubblici per l’impiego e per la formazione.
La Provincia di Milano, grazie al grande lavoro svolto in questi anni dalla sinistra, è oggi certamente un punto di riferimento per molti lavoratori e per i sindacati, che hanno potuto verificare come una Provincia possa essere un valido strumento per la difesa dei diritti del lavoro. Vogliamo che continui ad esserlo. Riteniamo che la Provincia debba prevedere forme di intervento straordinario per le diverse emergenze che caratterizzano la nostra vita, in particolare quelle che vivono i migranti, quelle legate al degrado delle periferie, ai fenomeni diffusi di emarginazione: anziani , minori, disabili, e, infine, all’emergenza casa e al carovita sempre più soffocante.
Un altro problema sempre più stringente nella nostra provincia è il carovita. Aumentano le persone e le famiglie vivono con difficoltà in virtù dei rincari massicci di beni, servizi, tasse e tariffe. Sempre più persone scivolano nella povertà. Anche per queste ragioni, a nostro avviso, è utile sostenere le realtà autorganizzate dei cittadini come i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e GAP (Gruppi di Acquisto Popolare) portatori di nuovi stili di vita basati su consumo consapevole, maggior sobrietà e contro il consumismo esasperato imposto dai media e dalle multinazionali. Iniziative autogestite dai cittadini che possono essere valorizzate concedendo spazi pubblici per lo scambio delle merci. Il sostegno a queste iniziative è una risposta concreta non solo alla crisi, ma valorizza l’economia locale (utilizzo di alimenti e prodotti locali) e l’ambiente (prodotti a consumo zero dei trasporti). La Provincia in questo quadro potrà essere promotrice di un grande progetto di valorizzazione dell’agricoltura del Parco Sud, favorendo l’interscambio diretto tra i consumatori dei GAS e gli agricoltori, per la creazione di una forte rete di economia solidale.
Ci batteremo anche per favorire, di concerto coi Comuni, la nascita di luoghi atti al commercio con un paniere controllato e calmierato e per contributi economici distribuiti in modo continuativo e coordinato . Riteniamo anche si debbano prevedere forme di intervento straordinario per le diverse emergenze che limitano la possibilità di una vita dignitosa ad anziani, minori, disabili, migranti. Le periferie sono investite da un disagio abitativo che si aggiunge al degrado sociale e culturale che vivono molti quartieri di edilizia popolare. Il bisogno abitativo riguarda sempre più ampi strati di popolazione espulsi dalla città: non serve un’ulteriore cementificazione, ma promuovere un piano casa che privilegi l’affitto, forme di acquisto con riscatto, recupero di appartamenti e stabili vuoti. Urge anche promuovere una manutenzione puntuale dell’ edilizia residenziale pubblica lasciata in condizioni fatiscenti e poco sicure.
8. PER UNA CULTURA DEI DIRITTI, DELLA PACE E DELL’ACCOGLIENZA
Vogliamo un Provincia che promuova una cultura dei diritti, per tutte e tutti, indipendentemente da genere, età, orientamento sessuale e religione.
I bambini e le bambine sono i primi soggetti di diritti. Salute, scuola, gioco, spazi e luoghi pensati a loro misura sono gli indicatori di una qualità di vita a vantaggio di tutti. La Provincia s’impegnerà nell’incrementare i servizi (come è stato fatto in questi anni con la creazione di nuovi nidi), il cui accesso va sempre garantito e la frequenza sostenuta. I giovani protagonisti e partecipi nella costruzione del loro futuro vanno coinvolti direttamente nelle scelte che li riguardano. È indispensabile dare ulteriori risorse all’Osservatorio giovani e alla Consulta degli assessori alle politiche giovanili oltre che all’Ufficio Politiche giovanili e GIOLAB. Prolungare nel tempo la validità della carta giovani, strumento essenziale in questo periodo di crisi economica.
La difesa dei diritti passa anche attraverso l’applicazione della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, oggi legge dello stato: ci batteremo affinché sia applicata sia a livello nazionale che locale, e perché sia costituito il previsto Osservatorio per il monitoraggio della
Convenzione, con la presenza del movimento associativo delle persone con disabilità. Il nostro paese vive un pericoloso attacco alla laicità dello stato e ai diritti dei cittadini e delle cittadine per quanto riguarda i temi bioetici, il testamento biologico e l’autodeterminazione delle
donne. Ciò deve tradursi in un impegno per la difesa della legge 194 (interruzione volontaria della gravidanza) e per la cancellazione della legge 40 (procreazione medicalmente assistita). Siamo per la difesa dei valori di libertà di ogni donna e uomo. In relazione al movimento LGTQ (lesbiche, gay, transessuali e queer) sono da promuovere le iniziative rivolte alle scuole di ogni ordine e grado con l’obiettivo di superare pregiudizi e discriminazioni rispetto alle sessualità non omologate e da sostenere le associazioni presenti sul territorio che condividono questo obiettivi. La democrazia di genere riassume oggi più di ieri le esigenze di libertà e uguaglianza di una società emancipata dalle costrizioni religiose e patriarcali. Per un’amministrazione come la Provincia ciò si traduce anche in una rappresentanza equilibrata all’interno dell’istituzione, in scelte politiche che frenino la maggior esposizione delle donne alla disoccupazione e che realizzino un welfare
capace di dare risposte adeguate a difficoltà organizzative ed economiche. Si traduce nel mettere a disposizione una Casa delle Donne come sede adeguata ad ospitare un punto di vista alternativo alla visione patriarcale e sessista della società. Gli immigrati sono una risorsa e una speranza. Gli oltre centocinquantamila immigrati residenti nella nostra provincia, vivono una situazione di totale insicurezza del loro futuro, spesso sfruttati nel lavoro, alla mercè del caporalato e degli speculatori immobiliari. Sono vissuti come un problema di sicurezza e non come la grande opportunità per la nostra provincia, tenuto conto del ruolo determinante che garantiscono al PIL, alla natalità, a lavori socialmente utili. La battaglia per il diritto di cittadinanza, per l’inserimento sociale dei cittadini e cittadine migranti, per l’uscita dalla clandestinità, sarà il nostro obiettivo per far vivere in Provincia di Milano una nuova stagione dell’accoglienza, a partire dalla creazione di un apposito assessorato.
Dobbiamo rompere il corto circuito immigrati/sicurezza. La “vera sicurezza” è fatta di risanamento dei quartieri e periferie ridotte al degrado sempre più evidente, di capacità di dare risposte al bisogno casa dei cittadini italiani e migranti, di capacità di sostegno economico agli anziani sempre più soli e così abbandonati, di capacità di dare spazi aggregativi e sociali alle mille forme della cultura giovanile e dell’associazionismo. Combatteremo fuori e dentro le istituzioni ogni deriva razzista ed ogni spinta a emarginare e segregare, perché siamo forti dei nostri valori che sappiamo patrimonio della grande maggioranza dei cittadini.
Il diritto alla salute. La Provincia, pur non avendo deleghe specifiche nell’ambito della salute, può svolgere una azione di educazione e di prevenzione in alcune aree specifiche, ad esempio:
- per la tutela della salute dei lavoratori, attraverso un osservatorio provinciale degli infortuni e delle morti sul lavoro;
- per le politiche della salute legate all’immigrazione, soprattutto a favore delle donne e dei minori, e di tutti coloro che non hanno un permesso di soggiorno;
- per la prevenzione delle patologie legate all’ambiente (inquinamento di aria, acqua, suolo), sia attraverso politiche di controllo sovracomunali sia attraverso la costituzione di uno specifico osservatorio.
Lo sport come diritto di tutti e per tutti. Va incoraggiata la “domanda di sport” da parte dei cittadini ed allargato il più possibile il numero dei praticanti. L’attività motoria e sportiva, caratterizzata ormai come un nuovo bisogno sociale, deve essere uno dei punti strategici della
provincia in stretta collaborazione con i Comuni, le scuole, le associazioni e le società sportive, gli enti di promozione, le federazioni ed il Coni.
È uno strumento essenziale di educazione e di formazione (in particolare per i giovani) di socializzazione, di inclusione sociale, soprattutto per le persone con disabilità, contribuisce altresì al benessere e ad una migliore qualità della vita per tutti.
Occorre riaffermare il ruolo di primo piano della Provincia anche nel campo della pace e della cooperazione internazionale, riconfermando con forza la necessità di mantenere una struttura fondamentale come la Casa della Pace e uno strumento essenziale come il Fondo Provinciale
Milanese per la cooperazione internazionale. Occorre continuare a valorizzare l’enorme patrimonio di associazioni e organizzazioni pacifiste, ong, associazioni non profit, università, scuole e comunità migranti, per la promozione di una cultura di pace, del rispetto dei diritti umani, di un’attiva cittadinanza mondiale, del dialogo e della valorizzazione delle differenze.
9. LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, CONTROLLO DEGLI APPALTI
Anche in vista dell’Expo 2015, gravi sono sia i rischi derivanti dalle infiltrazioni mafiose,sia le risposte pubbliche che irridono il grido di allarme dei magistrati e della società civile. Vogliamo rappresentare le donne e gli uomini onesti, che non intendono soccombere a queste logiche. Per una vera azione di contrasto della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta nell’economia milanese, occorre un impegno concreto delle istituzioni, a partire dal controllo sugli appalti pubblici e privati, per il rispetto della legalità, della trasparenza e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Anche per questo riteniamo necessario riconsegnare al Consiglio provinciale un ruolo di vigilanza e trasparenza a partire dal buon funzionamento della commissione sul rapporto tra Amministrazioni locali e criminalità, e dalla costituzione di un Osservatorio degli infortuni sul lavoro. È necessaria una diversa e democratica gestione delle società pubbliche della Provincia di Milano, perché forniscano servizi nell’interesse della cittadinanza e non siano preda di affaristi e speculatori. 
Noi proponiamo che la difesa e valorizzazione della funzione sociale dei servizi pubblici, sia il primo obiettivo dell’Ente Provincia di Milano e che il Consiglio Provinciale disponga di un’apposita e autonoma commissione che vigili sull’etica con cui le società vengono amministrate.
10. CITTÀ E CITTADINANZA METROPOLITANA
Pensiamo sia necessario un governo sovracomunale e intermedio tra Regione e Comuni, poiché è evidente l’esistenza di una dimensione di diritti e di cittadinanza connessi ad un territorio metropolitano, che ha gli stessi bisogni (il caso maggiormente evidente è rappresentato dalla
mobilità derivante dal pendolarismo interno alla stessa area) e che sulla base di questi riconosce la necessità di un istituzione comune e trasparente. Per questo riteniamo sia da superare l’ente Provincia attraverso la creazione vera della città metropolitana. Risultano infatti le funzioni espletate ad oggi dalla Provincia inadeguate al livello di governo atteso dai cittadini e necessario alla programmazione territoriale, rischiando di rivelarsi un inefficace centro di costo. La Città metropolitana, rispettosa dell’autonomia del singolo comune, deve essere dotata di poteri e di funzioni di programmazione, pianificazione, gestione di questioni e settori strategici a livello sovracomunale, quali la mobilità e trasporti, infrastrutture, rifiuti e fonti energetiche, riassetto idrogeologico, parchi. Compito della Città metropolitana è favorire lo sviluppo sostenibile, quindi policentrico e equilibrato dell’intera area e dei diversi centri urbani.
Per fare ciò è quindi necessario il superamento dell’ente Provincia, la scomposizione del comune di Milano in aggregati minori e più vicini ai cittadini (attuando un reale decentramento di alcune funzione e delegandone altre all’ente metropolitano), prevedendo infine per il nuovo ente
metropolitano nuovi organi di partecipazione civica e il più ampio spazio al controllo democratico operato direttamente dalle cittadine e dai cittadini. L’iter riformatore deve avere tempi certi, con una prima tappa certa nel 2011, anno delle elezioni amministrative di Milano.
Mercoledì, 20 Maggio, 2009 - 16:08

PRESIDIO in p.za SAN BABILA ore18.30 per dimissioni 1° ministro

Oggi PRC convoca presidio per chiedere dimissioni Berlusconi: il presidio sta vedendo l'adesione della lista civica Uniti con Dario Fo per Milano, della lista civica "un'ALTRA PROVINCIA -Massimo Gatti Presidente" e della società civile milanese indignata.
Credo sia giusto aderire e far girare l'informazione...
Cari saluti
Antonella Fachin

COMUNICATO STAMPA
Sentenza Mills, Patta: “Berlusconi non si difenda dal processo ma nel processo”
Rifondazione convoca un presidio per oggi alle 18.30 in piazza San Babila per chiedere le dimissioni del Primo Ministro Silvio Berlusconi
Milano, 20 maggio 2009. In merito alla sentenza di condanna dell'avvocato inglese David Mills a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari e che vede coinvolto anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il Segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, Antonello Patta, dichiara:
“La sentenza emessa ieri di fatto accerta il ruolo di corruttore del Presidente del Consiglio e lo chiama in causa direttamente. In un Paese civile, dove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, un Primo Ministro degno del suo ruolo avrebbe già provveduto a dare le dimissioni e a mettersi a completa disposizione della Magistratura.
Berlusconi rinunci all’applicazione a se stesso del Lodo Alfano, non si difenda dal processo ma nel processo.
In un momento di crisi in cui ci sarebbe bisogno di un Paese unito ad affrontare i drammatici problemi che colpiscono i cittadini, prendiamo atto invece che al Presidente dei “cucù” si aggiunge il Presidente dell’immunità sudamericana.
Il Presidente non si permetta di utilizzare il suo ruolo istituzionale per un assurdo attacco alla magistratura e che non utilizzi, come già fatto in passato, la sua investitura popolare per imporsi come unico potere dello Stato, con derive populiste e autoritarie inaccettabili.
Per questo Rifondazione Comunista invita tutte le cittadine e i cittadini democratici ad un presidio oggi alle 18.30 in piazza San Babila a Milano per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”.
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SU COSA MILLS HA MENTITO, dal blog si Di Pietro
Ieri è stato reso pubblico l’intero testo della sentenza del processo all’avvocato inglese David Mills. Il fatto oramai è noto, l’avvocato inglese testimoniò il falso per favorire l’attuale Presidente del Consiglio in reati di corruzione, finanziamento illecito ai partiti ed evasione fiscale. Quello che non è noto ai cittadini è su cosa Mills mentì, perché senza sapere su cosa mentì, i cittadini si soffermano a guardare il dito e non la luna, mentre io voglio invitarli a guardare la luna e destare le loro coscienze.
Sopra riporto un filmato di propaganda di Studio Aperto in cui è palese l’uso strumentale della menzogna come modus operandi del sistema che ha consegnato e mantiene il potere di questa persona: Berlusconi non fu assolto, al contrario di quanto invece viene riferito dal servizio sopra riportato. Berlusconi si è semplicemente sottratto al processo e alla sua condanna.
Sotto riporto invece una parte del documento della sentenza, una parte di verità accertata, un documento che testimonia un Paese che “ancora c’è” e che ha il dovere di resistere. Nei giorni a seguire pubblicherò altre parti della sentenza per ricostruire con voi una verità che non sentirete dai Tg e leggerete dai giornali.
(pagina 77 / 78 documento sentenza)

LA FALSITA’ DELLE TESTIMONIANZE

In relazione alla deposizione resa il 20 novembre 1997 nel procedimento n. 1612/96 (c.d. Guardia di Finanza), si contesta a Mills:
1) di avere omesso di dichiarare, pur specificatamente interrogato, che la proprietà delle società offshore del Fininvest B Group faceva capo direttamente e personalmente a Silvio Berlusconi;
2) di avere omesso di riferire la circostanza del colloquio telefonico con Silvio Berlusconi nella notte di giovedì 23 novembre 1995, avente quale argomento la società All Iberian e il finanziamento illegale di 10 miliardi di lire erogato da Berlusconi tramite All Iberian a Bettino Craxi;
3) di avere dichiarato circostanze false in ordine al compenso di circa un milione e mezzo di sterline ricevuto una tantum nel 1996 a seguito di accordi con Silvio Berlusconi – compenso qualificato come “dividend” e tenuto bloccato fino al 2000 in un deposito bancario denominato MM/AIL (Mackenzie Mills/All Iberian Limited) – affermando che si trattava di una plusvalenza di spettanza della società offshore Horizon Ltd., che i clienti avevano ritenuto al momento di non ritirare.
In relazione alle deposizioni rese il 12 e 19 gennaio 1998 nel procedimento n. 3510/96 + 3511/96 (c.d. All Iberian) si contesta a Mills:
1) di aver evitato di rispondere alle domande sulla proprietà delle società offshore (cfr. p. 121 verbale d’udienza 12 gennaio 1998: “non spetta a me dire chi è il proprietario, chi no” e pag. 129: “per rispondere alla sua prima domanda sulla proprietà, cioè vorrei chiarire un po’ la questione. La proprietà è rimasta un po’ vaga, come dicevo prima, perché nessuno ha detto: io sono il proprietario di queste società ... il cliente era il Gruppo Fininvest”);
2) per quanto riguarda Century One Ltd e Universal One Ltd, società offshore costituite da Mills per conto di Silvio Berlusconi, che avevano ricevuto dal Gruppo Fininvest - a fronte di fittizie vendite di diritti televisivi - ingenti rimesse di denaro su conti bancari presso BSI Lugano, somme successivamente prelevate in contanti (per circa 50 milioni di euro) da Paolo Del Bue e altre persone della fiduciaria Arner:
a) di aver omesso di riferire che beneficial owners di dette società, in forza di accordi di trust stipulati dallo stesso Mills, erano Marina e Piersilvio Berlusconi;
b) di aver omesso di riferire quanto a sua conoscenza in ordine al legame diretto esistente tra Paolo Del Bue, della fiduciaria Arner, e la famiglia Berlusconi.
Poiché le contestazioni in parte si sovrappongono o comunque si intrecciano le une con le altre, si ritiene di evidenziare unitariamente gli argomenti oggetto dell’imputazione.
Sabato, 2 Maggio, 2009 - 16:33

ITALIA declassata:troppe restrizioni alla libertà di stampa

Meditate gente, meditate: è il peggior paese OCCIDENTALE!!!!
La causa: la "situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati".

Cari saluti
Antonella Fachin
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Rapporto di Freedom House, organizzazione non-profit e indipendente

Libertà di stampa: l'Italia fa un passo indietro, unica nazione in Europa

La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati»

NEW YORK - L'Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale».
La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un'organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.
CLASSIFICA - Nell’annuale classifica di Freedom House, l’Italia va indietro come i gamberi, insieme a Israele, Taiwan e Hong Kong. «Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House. Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa.
I «migliori della classe» restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia (prime cinque a livello mondiale). Le «peggiori»: Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba.
PROBLEMA ITALIA - Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato.
Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.
Alessandra Farkas
30 aprile 2009
da www.corriere.it

Venerdì, 1 Maggio, 2009 - 21:17

Buon 1° maggio?

Primo maggio.

Posted by Arnald under Diversamente occupati

primo_maggio_2009_bassa.png
Giovedì, 30 Aprile, 2009 - 23:32

Buon 1° maggio! Buon May Day a tutti/e!

Buon 1° maggio
a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici e a tutti coloro che sperano di trovare presto un lavoro, ai precari cui non è consentito avere un progetto di vita con la scusa della flessibilità (solo la loro!) nella speranza che la loro carriera sia diversa da quella immaginata dal grande Arnald!

Cari saluti
Antonella Fachin

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Lunedì, 27 Aprile, 2009 - 09:02

MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..."

Provocatorio, discutibile, ma ahimè il contenuto è reale, leggete questo articolo fino in fondo......
Buon inizio di settimana a tutti/e
Antonella Fachin
"MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..."

     di Giacomo Di Girolamo, direttore di Marsala.it

     Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si  sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

     Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no-stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera.
     Non do un euro.
     E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

     Non do un euro perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell'italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficenza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull'orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l'uno con l'altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

     Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo.
     Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l'economia del nostro Paese. E nelle mie tasse c'è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

     C'è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, (NDR: che sta sta per nominare 500 nuovi dirigenti regionali!!!)  a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato - come tutti gli altri - da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n'era proprio bisogno?
     Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di "new town" e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: "new town". Dove l'ha preso? Dove l'ha letto? Da  quanto tempo l'aveva in mente?

     Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori.  Ecco come nasce "new town". E' un brand. Come la gomma del ponte.

     Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che "in questo momento serve l'unità di tutta la politica". Evviva.
Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia.
     Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c'è.

     Io non lo do, l'euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po' dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

     Poi ci fu l'Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l'Irpinia ci fu l'Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

     Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima? Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L'Aquila in realtà era  un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

     Ecco, nella nostra città, Marsala, c'è una scuola, la più popolosa, l'Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d'affitto fino ad ora, per quella scuola, dove - per dirne una - nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C'è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

     Ecco, in quei milioni di euro c'è, annegato, con gli altri, anche l'euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
     Stavo per digitarlo, l'sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

     Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l'alibi per non parlare d'altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all'opposizione) perché c'è il terremoto.
     Come l'11 Settembre, il terremoto e l'Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

     Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno.
     Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un  anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum.
     Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

     Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il  mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce una  rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire "in Giappone non sarebbe successo", come se i giapponesi avessero scoperto una cosa nuova, come se il know - how del Sol Levante fosse solo un' esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni.
     Glielo fanno dimenticare all'atto pratico.

     E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c'è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d'altronde.

     Giacomo Di Girolamo"

Venerdì, 24 Aprile, 2009 - 22:15

LA LISTA UNITI CON DARIO FO SARA' IN PIAZZA PER LA LIBERAZIONE

25 APRILE: FESTA DI APRILE, FESTA DI LIBERTA'
LA LISTA UNITI CON DARIO FO SARA' IN PIAZZA PER LA LIBERAZIONE

Domani è la Festa della Liberazione dell'Italia e dell'Europa dalla barbarie nazifascista: festa di aprile, festa di libertà, come diceva Calamandrei, che esortava a resistere ora e sempre. Su questo insegnamento proseguiamo nell'impegno storico verso l'attuazione della Costituzione che è il risultato della Lotta partigiana. La storia non può essere condivisa,
ma conosciuta per evitare che un eterno presente porti all'oblio: la storia deve essere collettiva per un futuro migliore in cui i principi di giustizia sociale, democrazia civica, uguaglianza dei diritti e delle opportunità, di libertà e di autodeterminazione della persona siano basi fondanti di una convivenza pacifica tra i popoli.

La Lista Uniti con Dario Fo domani dà appuntamento a Milano a manifestare per la Festa della Liberazione, perchè non sia solo una ricorrenza e un cerimoniale, ma sia occasione di un rinnovato impegno a essere "sentinelle partigiane" dell'oggi e dei principi su cui si fonda la nostra cultura.

La Lista sarà domani dietro allo striscione unitario della Lista Civica "Un'altra Provincia", insieme al candidato presidente Massimo Gatti, per iniziare un percorso collettivo che si riconosca nell'antifascismo e nell'antirazzismo.

L'appuntamento è alle 14,30 davanti al Planetario di Corso Porta Venezia Milano

Venerdì, 24 Aprile, 2009 - 20:01

Buon 25 aprile! Buona festa della Liberazione!

Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 16:07

e gli aerei continuano a volare su Milano!

Carissimi/e,

sulla zona est di Milano si continua a sentire i rombi dei motori degli aerei in decollo da Linate e tutto questo grazie all'assessore Croci!!!
Al consiglio di zona 3 il 16 aprile scorso ho quindi presentato l'ennesima mozione su questo problema, per sollecitare la definitiva soluzione del problema.
Cordiali saluti
Antonella Fachin
---------------------------- 
M O Z I O N E   U R G E N T E

Presentata nella seduta del 16 aprile 2009 dalla consigliera:
Antonella FACHIN (Uniti con Dario Fo per Milano)

Oggetto:  Rotte aeree in decollo da Linate e disagi dei milanesi
PREMESSO CHE
- l’Assessore Croci ha promosso la sperimentazione di nuove rotte aeree in decollo dall’aeroporto di Milano-Linate da parte di ENAC dopo aver consultato i rappresentanti politici della Commissione Aeroportuale, ma non i consigli di zona interessati dall’esperimento;
- la sperimentazione sui decolli da Linate ha coinvolto l’intera zona nord-est della città di Milano che è stata interessata dal sorvolo, a bassa quota, di almeno 60 aerei al giorno, con inizio alle ore 6.30 e termine alle ore 23.30;
- le dichiarazioni iniziali dell’Assessore Croci e dei consulenti tecnici del Comune di Milano sono state smentite dai fatti, che hanno confermato la legittimità e la fondatezza dei disagi denunciati dai cittadini milanesi;
- l’Assessore Croci ha dovuto quindi riconoscere il fallimento della sperimentazione secondo il progetto del consulente tecnico del Comune di Milano, Air Support s.r.l., e chiedere all’ENAC:
1)      l’abolizione della rotta 330 sperimentale e il parziale ripristino della rotta 340 originaria, dato che la rotta 330 passava sulla zona est di Milano e in particolare sopra l´area ex Innocenti e su una parte del quartiere di Lambrate;
2)      l’effettuazione di un nuovo monitoraggio, per verificare se effettivamente esistono situazioni di criticità.
CONSIDERATO CHE
- contrariamente all’asserzione circa il ripristino dello “status quo ante”, la situazione attuale della radiale 340 non corrisponde alla situazione prima della sperimentazione: i voli che oggi solcano la radiale 340 sono più che raddoppiati, dato che prima rappresentavano solo il 11% dei voli e ora costituiscono il 25% del totale dei decolli;
- i cittadini della zona est continuano a segnalare il rumore assordante di aerei in decollo da Linate, a causa delle frequenti e numerose dispersioni nelle radiali limitrofe (a ovest della 340), soprattutto tra le 6,00 e le 7,00 del mattino e verso le 22,30 - 23,30 della sera.
- allo stato attuale il Comune di Milano ha peggiorato la qualità della vita dei propri cittadini e ha di fatto consentito al solo Comune di Segrate di avvantaggiarsi della situazione, favorendo nuovi e continui progetti di edificazione sul suo territorio (v. ad es.: il nuovo quartiere Santa Monica e “la città del tempo libero” nell’area dell’ex dogana);
- i cittadini di Milano sono tuttora preoccupati per la propria salute e sicurezza per il permanere dell’inquinamento acustico e atmosferico di tutta la zona nord-est della città;
- l’assessore Croci in data 19 febbraio 2009 ha dichiarato che in caso di criticità “provvederemo subito con nuovi interventi al fine di migliorare l’efficienza del sistema aeroportuale milanese, con particolare attenzione alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”;
Tutto ciò premesso, il Consiglio di Zona 3
CHIEDE
al Sindaco di Milano,
all’Assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci,
all’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna,
alla Direzione Centrale Mobilità Trasporti Ambiente,
ai Settori competenti per materia
-         di sapere quando i dati nuova verifica di ENAC sulla rumorositá della radiale 340 saranno resi disponibili e di conoscere con tempestività l’esito della predetta verifica;
-         di tener conto delle segnalazioni -per niente peregrine- dei cittadini della zona est di Milano, danneggiati dalla decisione dell’assessore del Comune di Milano, Edoardo Croci, di promuovere, a spese del Comune di Milano, il cambiamento delle rotte aeree in decollo da Linate;
-         di rimediare rapidamente ai disagi provocati ai cittadini milanesi mediante l’effettivo ripristino del preesistente numero di voli sulla radiale 340, onde ritornare ai soli voli che "solcavano" la radiale 340 ante sperimentazione e che rappresentavano il 11% del traffico aereo e non il 25% come oggi;
-         di conoscere quanto sinora il Comune di Milano ha speso a seguito della sperimentazione promossa non dal Comune di Segrate, come sarebbe stato comprensibile, bensì da un proprio Assessore, sulla base del progetto predisposto dalla società di consulenza del Comune di Milano, Air Support s.r.l.;
-         di risolvere il contratto con la società Air Support s.r.l., dato che essa ha fallito nell’incarico e ha provocato disagi ai cittadini del Comune di Milano, suo committente.
Milano, 16 aprile 2009
 

Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 11:34

HUMOR: IL LAUREATO in Abruzzo

Il laureato.

Posted by Arnald under Diversamente occupati, 20 aprile 2009
abruzzo3.png
Cari precari,
questa mattina a L’Aquila è stata consegnata una laurea ad honorem in memoria di Lorenzo Cinì, ragazzo di 23 anni che si sarebbe laureato oggi, se non fosse morto sotto le macerie della casa dello studente.
Ieri, intanto, un nuovo scandalo sotto il sole: nel capoluogo abruzzese erano pronte e chiuse due nuove case dello studente che non hanno subito il benché minimo danno dal terremoto.
Perché allora non usarle, visto che gli studenti avevano chiamato più di una volta le autorità per rendere noti i dissesti e i tentennamenti dell’edificio? La spiegazione è semplice e tutta italiana: l’operazione di trasferimento e la gestione dei nuovi edifici erano antieconomiche.
Dunque, come sempre accade in questo paese di merda (ricordate gli estintori vuoti della Thyssen?) si pensa prima al soldo che alla vita delle persone. Onestamente, se fossi il padre dello studente miseramente crepato (e basta col cazzo di politically correct), ammazzato dalle nostre istituzioni, con quella laurea mi ci pulirei pubblicamente il culo.
E poi che riparta pure la costruzione della città: tanto per come vanno le cose qui da noi, dobbiamo solo aspettare che venga di nuovo tirata giù a colpi di mazzetta. - Arnald
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