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.: Il Blog di Antonella Fachin
Sabato, 20 Febbraio, 2010 - 20:24

Al di là del muro: Viaggio nei centri per migranti in Italia.

Per opportuna informazione.

Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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Al di là del muro
Viaggio nei centri per migranti in Italia.
Gennaio 2010
Secondo Rapporto di Medici Senza Frontiere sulle condizioni dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) e dei Centri di Accoglienza (CARA e CDA).
Il presente rapporto è frutto di un’indagine svolta da Medici Senza Frontiere-Missione Italia sulle condizioni socio-sanitarie, lo stato delle strutture, le modalità di gestione, gli standard dei servizi erogati e il rispetto dei diritti nei centri di detenzione degli immigrati senza permesso di soggiorno (CIE) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e migranti (CARA e CDA).
La decisione di Medici Senza Frontiere di condurre in Italia una seconda indagine sui centri per migranti, trae origine da tre presupposti.
In primo luogo, continuare a seguire “i percorsi” dei suoi pazienti in Italia, in particolare migranti senza permesso di soggiorno e richiedenti asilo, già assistiti sul molo di Lampedusa, nelle campagne del Sud durante le raccolte stagionali e negli ambulatori aperti in tutto il Paese.
Secondo, aprire una breccia di conoscenza in luoghi celati a contatti con l’esterno, gestiti da enti privati senza alcun sistema di controllo centralizzato e sistematico. Terzo, verificare se e quanto sia mutato rispetto alle denunce raccolte nel suo precedente rapporto del 2004: “CPTA: Anatomia di un fallimento”.
Sabato, 20 Febbraio, 2010 - 18:47

facciamo le cose giuste: COSTRUIAMO CONVIVENZA, SULLA BASE DI DIRITTI E DOVERI UGUALI PER TUTTI

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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facciamo le cose giuste
MAI PIÙ VIOLENZA!
COSTRUIAMO CONVIVENZA, SULLA BASE DI DIRITTI E DOVERI UGUALI PER TUTTI
La tragica morte di Ahmed Mamoud El Fayed Adou ci addolora infinitamente e ci impone di rivolgere a tutti un appello affinché si ragioni e si reagisca facendo le cose giuste.
Esprimiamo, in primo luogo, la nostra solidarietà ai familiari e agli amici di Ahmed, vittima di una violenza omicida assurda e inaccettabile. Nessuna violenza è accettabile, ancora meno lo è quella che stronca  una giovane vita.
Chi si è macchiato di questo crimine deve essere giustamente punito secondo la legge, che dovrebbe essere uguale per tutti, ma soprattutto deve riflettere sulla gravità irreparabile del suo gesto.
Chi ha reagito a questa orribile morte scatenando ulteriori violenze, pensando di farsi giustizia da sé, deve fermarsi subito e rendersi conto che questa è una strada che porta solo a ulteriori sofferenze, per tutti.
Chi, come i politici che governano questa città e questo paese, stanno già strumentalizzando quanto avvenuto in via Padova per invocare la caccia agli immigrati deve solo vergognarsi e tacere.
Noi proponiamo una riflessione opposta a quella di chi sostiene che “gli immigrati sono troppi” e che ora minacciano di organizzare espulsioni “casa per casa”.
Le responsabilità per la morte di Ahmed e per le violenze che ne sono scaturite sono personali: la responsabilità di ogni gesto appartiene a chi lo compie.
D’altra parte, vi sono responsabilità politiche e morali per la situazione di tensione, di insicurezza, di rabbia e di frustrazione che si è accumulata in questi anni in via Padova: queste responsabilità sono dei governanti locali e nazionali che, pur conoscendo le grandi difficoltà di questo quartiere, non hanno fatto nulla di efficace per proteggere i cittadini, per favorire l’integrazione sociale e promuovere la convivenza civile.
Per questo ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volontà che vivono in via Padova. Sappiamo che sono la maggioranza, tra gli arabi e tra i latinoamericani, tra gli immigrati e tra gli italiani.
Dobbiamo cercare di parlare e ragionare insieme. Tutti vorremmo vivere in tranquillità e serenità.
Sappiamo che le promesse dei governanti per garantire maggiore sicurezza erano solo bugie: l’utilizzo dell’esercito non è servito ai cittadini onesti e pacifici, ha soltanto fatto crescere la tensione, la paura, la divisione
Solo il rispetto, la solidarietà e l’aiuto reciproco tra tutti noi, tra tutte le comunità immigrate, tra immigrati e autoctoni, possono garantire più sicurezza a tutti. Solo in questo modo possiamo isolare chi conduce attività criminali, favorendo davvero una migliore qualità della vita nel quartiere e respingendo ogni strumentalizzazione razzista, ogni ulteriore tentativo di dividere ulteriormente e mettere gli uni contro gli altri  gli abitanti del quartiere.
Non è una strada facile, quella della convivenza tra persone di origine, lingua e cultura diverse, ma è l’unica che vale la pena percorrere.
È lo stesso cammino che abbiamo intrapreso cominciando a preparare la giornata del Primo Marzo.
Vorremmo che quella giornata di protesta pacifica e non violenta per l’affermazione di uguali diritti e responsabilità per tutti i cittadini che vivono in Italia, qualunque sia la loro origine, possa contribuire - almeno un po’ -  anche ad affrontare i problemi di convivenza che sono esplosi in maniera così drammatica nel quartiere di Via Padova.
Associazione Todo Cambia; Aria Civile; Convergenza delle Culture - Milano;  Arci Metromondo, Comitato Primo Marzo Milano; Rete Scuole Senza Permesso

Venerdì, 19 Febbraio, 2010 - 16:50

"poteri speciali" in vista di Expo 2015: lettera aperta al sindaco

Di seguito il testo della lettera aperta inviata dal consigliere comunale Basilio Rizzo al Sindaco Moratti sulla speciale normativa in via di approvazione al Parlamento sui "poteri speciali" in vista di Expo 2015.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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Al Sindaco di Milano
Dott.ssa Letizia Moratti
Palazzo Marino
Ill.mo Signor Sindaco,
dalla stampa e direttamente dalla nostra ex-collega sen. Marilena Adamo ho appreso che il Parlamento si appresta ad approvare una speciale normativa –forse costruita su misura per altri- secondo la quale (in sostanza assimilando le attività in vista dell’Expo a quelle proprie della Protezione Civile) sono previste deroghe a numerosi adempimenti, controlli, passaggi istituzionali propri delle ordinarie procedure per i lavori pubblici.
Non posso esimermi a priori dal notare che le calamità naturali sono ovviamente imprevedibili nei tempi del loro determinarsi mentre l’Expo ha tempi precisi di programmazione…
In ogni caso per un verso le recenti vicende relative a lavori affidati alla Protezione Civile che al di là delle eventuali deplorevoli responsabilità penali di singoli hanno trovato nelle procedure speciali una sorta di "facilitazione" oggettiva del rischio di distorsione e per l’altro le Sue recenti dichiarazioni in Consiglio (a seguito del caso
Pennisi) in cui ha ribadito il Suo impegno per la trasparenza, il rispetto di procedure ed organi di controllo, mi inducono a chiederLe un atto di coerenza con un impegno totale sul piano della cosiddetta questione morale, che risulti anche fortemente simbolico: dichiari solennemente Sig.ra Sindaco che non intende avvalersi di poteri speciali, che crede nelle istituzioni elettive e in tutti gli organi di controllo e garanzia previsti dal normale ordinamento.
Non ne trarrebbe prestigio solo la Sua persona, ma se ne gioverebbe anche l’immagine della nostra città invertendo una tendenza che l’ha costretta, in questi giorni, a vedere adombrato il suo ruolo di capitale morale d’Italia cui molto tutti insieme teniamo.
Con rispetto e speranza.
Basilio Rizzo
Milano, 19 febbraio 2010

Mercoledì, 17 Febbraio, 2010 - 16:54

Rom, lettera delle maestre prima dello sgombero: "Vi insegneremo centomila parole ..."

Rom, lettera delle maestre prima dello sgombero

"Vi insegneremo centomila parole perchè nessuno possa annientare chi come voi non ha voce". I bambini della scuola elementare milanese di via Pini vivono in una baraccopoli a Segrate, ultima tappa di una serie di sgomberi.
E il prossimo è in arrivo
MILANO - Le maestre della scuola elementare di via Pini a Milano scrivono ai loro alunni rom, che domani potrebbero di nuovo essere sgomberati. "Vi insegneremo mille parole, centomila parole perche' nessuno possa piu'
cercare di annientare chi come voi non ha voce". Oggi questi bambini vivono in una baraccopoli sorta a Segrate, ma il 19 novembre 2009 erano stati mandati via dall'ex edificio Enel di via Rubattino, nel quartiere della scuola di via Pini. Segrate e' l'ultima tappa dei continui sgomberi che hanno subito da allora. Anche domani, probabilmente, vedranno la loro baracca rasa al suolo dalle ruspe. Nonostante tutto, i bambini hanno continuato ad andare a scuola. Spesso sono le maestre ad andarli a prendere nelle loro baracche, costruite di volta in volta in zone diverse di Milano.
Questa la lettera che le maestre di via Pini hanno inviato all'agenzia Redattore Sociale.
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"Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate -scrivono le maestre-. Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perche' i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. È proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perche'
sognano di vedervi integrati in questa societa', perche' sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacita' e la vostra dignita'. Vi fanno studiare perche' sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la fiducia degli altri.
Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il freddo, tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti ogni volta a perdere tutto e a dormire all'aperto in attesa che i vostri papa'
ricostruissero una baracchina, sapendo che le ruspe di li' a poco l'avrebbero di nuovo distrutta insieme a tutto cio' che avete. Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a scuola perche' sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perche' non volevamo che le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le vostre casette facessero scempio del vostro lavoro, pieno di entusiasmo e di fatica. Saremo a scuola ad aspettarvi, verremo a prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, ne' voi ne' i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad apprezzare.
Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta tenacia possa esserci nel voler studiare, grazie ai vostri genitori che vi hanno sempre messi al primo posto e che si sono fidati di noi. I vostri compagni ci chiederanno di voi, molti sapranno gia' perche' ad accompagnarvi non sara'
stata la vostra mamma ma la maestra. Che spiegazioni potremo dare loro? E quali potremo dare a voi, che condividete con le vostre classi le regole, l'affetto, la giustizia, la solidarieta': come vi spiegheremo gli sgomberi?
Non sappiamo cosa vi spiegheremo, ma di sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, piu' cose che possiamo, perche' domani voi siate in grado di difendervi dall'ingiustizia, perche' i vostri figli siano trattati come bambini, non come bambini rom, colpevoli prima ancora di essere nati.
Vi insegneremo mille parole, centomila parole perche' nessuno possa piu' cercare di annientare chi come voi non ha voce. Ora la vostra voce siamo noi, insieme a tantissimi altri maestri, professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai volontari che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra zona. A presto bambini, a scuola.
Le vostre maestre:
Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina, Maria Sciorio, Monica Faccioli".
15 febbraio 2010
Lunedì, 15 Febbraio, 2010 - 17:09

BASTA con la politica della paura!Le periferie vanno riqualificate per creare senso di comunità

Maroni, Salvini, De Corato sono per la tolleranza zero e per il rispetto delle leggi!!
A parole, ma non nei fatti!!!

Sono tante le leggi che le Forze dell'ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato) e le autorità di controllo e di vigilanza (ASL, VVF, Ispettorato del Lavoro, Polizia Annonaria ecc.) dovrebbero far rispettare:
NO al lavoro nero,
NO all'evasione di contributi previdenziali e versamenti INAIL,
NO all'evasione fiscale dei redditi di imprenditori e artigiani,
NO all'evasione degli affitti non dichiarati,
NO alla mancanza di programmazione e governo del territorio nel rilascio delle licenze commerciali, per una equa distribuzione delle attività su tutto il territorio cittadino,
NO alla mancanza di controlli igienico-sanitari sugli esercizi commerciali.

A tutto ciò aggiungo:
NO alle politiche "senza se e senza ma" sempre e solo nei confronti degli ultimi e di alcune categorie di persone: i rom, i mussulmani, gli stranieri ecc.
NO alle politiche di tolleranza verso i furbi, soprattutto se sono in colletto bianco (Milko Pennisi del PDL non è stato ancora cacciato via dal partito nonostante sia stato colto in flagranza di reato mentre si intascava 5.000 euro di tangente; e che dire del problema dei derivati, delle eccessive consulenze del sindaco Moratti eludendo le norme amministrative??),  
NO alla mancanza di politiche di socializzazione e di riqualificazione delle periferie, nelle quali non vi sono spazi civici, centri di aggregazione giovanile, centri multifunzionali per anziani e i pochi circoli sociali vengono "tormentati" da continui controlli nella speranza che chiudano, negando il loro ruolo fondamentale di presidio sociale! Ricordo che per riqualificare una periferia -come qualsiasi sociologo può confermare (v. facoltà di sociologia dell'Univ. degli Studi di Milano Bicocca) non basta costruire nuovi edifici, ma bisogna creare spazi e luoghi GRATUITI di socializzazione, perchè bisogna favorire la creazione del senso di comunità e di appartenza alla collettività.
No al taglio di sovvenzioni e aiuti alle associazioni che operano in periferia e che sopperiscono alle carenze del Comune  di Milano.

BASTA con questa politica che trasforma tutto in un problema di ordine pubblico da 20 anni a questa parte: i risultati negativi dimostrano l'inefficienza di questa politica dell'emergenza e della paura, che è servito solo poer far manbassa di voti.
Molti milanesi hanno votato per il pugno duro del centro-destra: complimenti! si sta andando di male in peggio!!! Si spinge verso lo scontro tra etnie, invece di promuovere una società multietnica accogliente e includente.

Sul caso di via Padova ecco i comunicati di alcune forze politiche. Spero vogliate leggerli e riflettere.

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin

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Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto
AGNOLETTO: «De Corato e la Lega: avvoltoi sul cadavere di un ventenne.
AVREBBERO DOVUTO ANDARE sì in via Padova ma per dimettersi».
Milano, 14 febbraio 2010 - «La visita di De Corato e di Boni oggi pomeriggio in via Padova – dichiara Vittorio Agnoletto, candidato presidente della Regione Lombardia per la Federazione della Sinistra - rappresenta bene la bassezza morale dei rappresentanti delle amministrazioni milanesi. Con un cadavere ancora caldo di un giovane ventenne in attesa di autopsia, si sono presentati in via Padova con l’intento di esacerbare gli animi, di istigare gli uni contro gli altri italiani e immigrati, pronti a cavalcare l’esasperazione per raccogliere qualche voto in più.
Si sono comportati come veri e propri imprenditori della paura.
Quello che è accaduto ieri in via Padova è il risultato di quanto da tempo viene denunciato quasi quotidianamente dal cardinale Tettamanzi: l’assenza di qualunque politica di accoglienza e di integrazione verso gli immigrati. Proprio per aver denunciato questa situazione il cardinale è stato più volte attaccato violentemente e ripetutamente dalla Lega.
L’assenza di politiche d’integrazione guidate e pianificate è l’altra faccia di scelte speculative che hanno reso invivibili interi quartieri della città abbandonati a se stessi, dove vivono i milanesi più poveri e si concentrano gli immigrati, mentre la giunta milanese si è concentrata solo sul centro di Milano da trasformare in un salotto e sull’Expo; e quella lombarda sulla costruzione di una reggia per il governatore Formigoni, costata 500 milioni sottratti alle case popolari e con tanto di eliporto. Questa politica urbanistica ha prodotto ghetti dove decine e decine di persone vivono ammassate in condizioni indecenti senza igiene e sicurezza, dove chi gestisce il traffico di droga ha facilità a reclutare manodopera e a nascondersi, dove proprietari di casa senza scrupoli affittano monolocali fatiscenti per diverse migliaia di euro. Quanto accaduto domenica rappresenta il fallimento totale delle politiche della giunta comunale e regionale.
Boni e De Corato avrebbero dovuto presentarsi oggi in via Padova per rassegnare le loro dimissioni  davanti alle vittime delle loro politiche speculative, gli abitanti del quartiere».
Vittorio Agnoletto, candidato presidente della Regione Lombardia per la Federazione della Sinistra
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MILANO - VIA PADOVA: DISGUSTOSO COMPARTAMENTO DI SALVINI E DE CORATO. VANNO ESPULSI LORO, DAL GOVERNO DELLA CITTÀ
di lucmu (del 14/02/2010, in Migranti&Razzismo)
Come milanese e residente di via Padova, prima ancora che come rappresentante istituzionale, mi sento disgustato di fronte al comportamento ipocrita e vergognoso di Salvini e De Corato, che fanno finta di essere appena sbarcati da Marte, mentre in realtà sono quelli che in città comandano da una vita e sono tra i principali responsabili della situazione di abbandono delle periferie urbane.
Lasciamo stare la Regione, governata da 15 anni dallo stesso Presidente e da 10 in alleanza con la Lega. E evitiamo anche di ricordare che le politiche sull’immigrazione sono regolate sin dal 2002, cioè da ormai 8 anni, da una legge che si chiama “Bossi-Fini”.
Ma che dire del fatto che la Lega siede al governo della città da 17 anni e che lo stesso Matteo Salvini siede in Consiglio Comunale dal medesimo numero di anni, cioè dal 1993? O che dire del prode De Corato, che siede in Consiglio Comunale addirittura dal 1985 e che da ben 13 anni, cioè dal secolo scorso, occupa ininterrottamente la carica di Vicesindaco. Insomma, non facciano le verginelle!
La situazione di via Padova -o meglio di quella parte tra viale Monza e via Padova, delimitata da piazzale Loreto, da una parte, e dai ponti ferroviari, dall’altra- è il frutto del progressivo abbandono delle periferie da parte delle istituzioni e della loro trasformazione in un mero problema di sicurezza. Non a caso, nella seconda giunta Albertini, ci fu addirittura un assessorato denominato significativamente “alle Periferie, Sicurezza e Protezione Civile”.
In cambio, in via Padova è arduo trovare una presenza civile e civica delle istituzioni. Le scuole e gli insegnanti, già messi in ginocchio dai tagli draconiani all’istruzione pubblica di Tremonti e Gelmini, vengono lasciati soli di fronte a delle classi sempre più multietniche, salvo poi inventarsi l’ennesimo provvedimento a negativo, cioè le quote. Di spazi sociali o culturali, per giovani o anziani, non c’è quasi traccia, anzi, una delle poche presenze civiche, quelle delle associazioni dell’ex-municipio di Crescenzago, è finita nel mirino del Comune.
Un quartiere multietnico cresciuto senza accompagnamento, senza politica pubblica, senza strategia, senza investimenti per l’inclusione. E come meravigliarsi che in questa situazione i furbi e i profittatori abbiano trovato il loro piccolo paradiso, a danno sia degli italiani, che degli stranieri?
Quando poi succede un fatto grave, come l’omicidio del giovane pizzaiolo Ahmed, ed esplode la rabbia dei suoi coetanei, allora la prolungata assenza delle istituzioni e di un politica degna di questo nome, fa sì che ognuno e ognuna cerchi riparo nell’unico fortino che la solitudine gli abbia lasciato: quello dell’appartenenza su base etnica o culturale. Magrebino contro sudamericano, italiano contro straniero eccetera.
Il disastro costruito da anni di abbandono delle periferie urbane e di criminalizzazione degli immigrati tout court è tutto qui, nella formazione di tante piccole patrie etniche.
Ora coloro i quali governano da quasi vent’anni questa città cercano di vendere la favola che la colpa sia di qualcun altro e, da codardi quali sono, alzano il tiro all’inverosimile, chiedendo rastrellamenti ed “espulsioni casa per casa, piano per piano” ed annunciano cortei xenofobi in via Padova.
L’unica espulsione di cui invece ci sarebbe bisogno è quella di De Corato e Salvini dal governo della città.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
* * * *

comunicato stampa di Sinistra Ecologia Libertà
Scontri Via Padova, SeL: Dimissioni casa per casa
I fatti avvenuti a Milano in via Padova sono la conferma del fallimento della legge Bossi-Fini, strutturalmente costruita per non promuovere processi di integrazione ma anche come purtroppo vediamo incapace di tutelare la convivenza. Ma è il fallimento anche delle politiche concrete con cui il centrodestra ha governato il territorio. È il luogo dell'esercito in permanenza, presentato in pompa magna proprio nell'esatto luogo dell'omicidio di ieri, è il luogo di sperimentazione delle "ronde" ben prima che diventassero grottesca e disattesa legge dello stato, è il luogo delle telecamere istallate e poi scomparse.
Per contro è il luogo dove comprensori scolastici, luoghi di culto cattolici quanto islamici, associazioni e singoli cittadini sono stati lasciati totalmente soli nella gestione quotidiana dell'esistente.
Via Padova è stata anche fino a ieri, diversamente da quanto tinteggiano molti organi di informazione, il luogo di un esperimento di successo, di una convivenza difficile ma possibile. Il luogo della riapertura dei negozi chiusi da anni, dell'integrazione a mezzo scuola, del dialogo religioso. Quella via Padova ce la può ancora fare e a coloro che blaterano di pugno di ferro e di espulsioni casa per casa andrebbe oggi rivolto l'invito a dimettersi tutti, casa per casa.
A sostegno delle politiche di convivenza e integrazione autoprodotte dai cittadini delle zona , contro i fabbricanti di paura e i loro bancarottieri locali Sinistra Ecologia e Libertà invita i suoi aderenti, le associazioni, i singoli ad una serie di iniziative territoriali, di cui la prima proprio in:
 via Padova angolo Predabissi mercoledì 17 febbraio dalle ore 16,30.


Sinistra Ecologia Libertà
Milano, 14 febbraio 2010

Lunedì, 15 Febbraio, 2010 - 14:24

in nome delle belle ragazze albanesi

Dalla scrittrice albanese Elvira Dones riceviamo questa lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". In visita a Tirana, durante l'incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni soloper chi porta belle ragazze".

Cari saluti
Antonella Fachin
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"Egregio Signor Presidente del Consiglio,
le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto:
rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia:
così, per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel
puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera:
andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.
* Elvira Dones, scrittrice-giornalista.
Nata a Durazzo nel 1960, si è laureata in Lettere albanesi e inglesi all?Università di Tirana. Emigrata dal suo Paese prima della caduta del Muro di Berlino, dal 1988 al 2004 ha vissuto e lavorato in Svizzera. Attualmente risiede negli Stati Uniti, dove alla narrativa alterna il lavoro di giornalista e sceneggiatrice.

Giovedì, 11 Febbraio, 2010 - 22:25

12 febbraio: salviamo il Darwin Day

Comunicato stampa salviamo il Darwin Day

Ridateci il Darwin Day/Appello di Lascienzainrete
Il 12 febbraio Charles Darwin avrebbe compiuto 201 anni. E come tutti gli anni intorno a quella data numerose città italiane si accingono a festeggiare l'anniversario con il Darwin Day. Dall'elenco manca ancora Milano. Il Museo di storia naturale del capoluogo lombardo, che per primo ha lanciato questa iniziativa in Italia giunta ormai alla sesta edizione, non intende più sostenere la manifestazione.  
Ogni anno i protagonisti del dibattito evoluzionistico internazionale e nazionale si confrontavano fra loro e con il pubblico. Il tutto ha visto il suo culmine nel 2009 con i moltissimi eventi dedicati a questi temi, tra cui la grande mostra Darwin 1809-2009 che ha visto tra le sue sedi anche Milano.
Il Darwin Day è stato per anni un evento molto apprezzato e grazie al suo stile divulgativo era pensato e calibrato per un pubblico curioso, non necessariamente di addetti ai lavori. Non sono mancati i riconoscimenti pubblici a questa manifestazione, fra cui l'Ambrogino d'oro dato quest'anno a una delle sue promotrici.
Chiediamo al direttore del Museo di storia naturale di Milano Enrico Banfi e al coordinatore del Polo dei musei scientifici Mauro Mariani di ripristinare una manifestazione così simpatica e di successo, capace di avvicinare con una formula non accademica e istituzionale schiere di giovani e di non esperti alla scienza.
per sottoscrivere l'appello andare al link http://www.lascienzainrete.it

Mercoledì, 10 Febbraio, 2010 - 17:40

A CHIARAVALLE VA IN SCENA LA DISUMANA IDIOZIA DI DE CORATO

Un'altra testimonianza.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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A CHIARAVALLE VA IN SCENA LA DISUMANA IDIOZIA DI DE CORATO: ROM CACCIATI SOTTO I PONTI CON LA NEVE
di lucmu (del 09/02/2010, in Migranti&Razzismo)
Stamattina a Chiaravalle, comune di Milano, nevicava alla grande, faceva freddo e il terreno era ormai una poltiglia che imprigionava gli automezzi. Ma questo non ha certo fermato il prode De Corato, sempre inflessibile con chi non ha amici potenti, e verso le otto lo sgombero della baraccopoli rom è iniziato lo stesso.
La procedura è stata la solita. Non era prevista alcuna alternativa per il centinaio di persone, per circa la metà minori. L’unica “proposta”, avanzata senza troppa convinzione dai funzionari dei servizi sociali, è stata quella della divisione dei nuclei familiari. Cioè, mentre le donne con bambini possono andare provvisoriamente in qualche comunità, i maschi scelgano se andare sotto i ponti, oppure iscriversi in coda alla lista di attesa per i dormitori e poi andare sotto i ponti lo stesso.
Ovviamente, nemmeno l’esito della procedura è cambiato. Praticamente nessuna ha accettato la “proposta” e la quasi totalità degli sfollati finirà in un’altra baraccopoli della città o dell’hinterland. Ma questo non è un problema per il nostro Vicesindaco, cui, anzi, il nomadismo degli sgomberi fa comodo.

De Corato, infatti, ce la sta mettendo tutta per arrivare allo sgombero numero 200 prima del voto regionale. Se poi gli sgomberati sono sempre gli stessi, se di mezzo ci sono la salute e l’inserimento scolastico dei bambini, chi se ne frega. L’importante è fare numero e un po’ pubblicità.

A proposito, stamattina non c’erano nemmeno le forze dell’ordine. Né un poliziotto, né un carabiniere. L’operazione è stata gestita interamente dal Comune. E per l’occasione, anche se non ce n’era bisogno, visto e considerato chi abitava la baraccopoli, ha fatto la sua apparizione la “celere di De Corato”.
Cioè una quarantina di vigili urbani - un po’ nervosetti peraltro, visto che volevano allontanare il sottoscritto con la forza – dotati di casco antisommossa, manganello e scudo (una new entry), con sopra la bella scritta “Polizia Locale”. Tutto ciò non è molto legale, come si sa, ma anche in questo caso chi se ne frega, tanto nessuno interviene.

Rimane aperta soltanto una domanda: quanto dovremo andare avanti ancora prima che qualcuno, a parte i soliti noti, prenda la parola e si ribelli a questa disumana idiozia?
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Mercoledì, 10 Febbraio, 2010 - 17:33

la celere del Vicesindaco di Milano è illegittima e va sciolta

Per opportuna informazione riporto il comunicato stampa del consigliere regionale Muhlbauer.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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AFFOSSATA LA POLIZIA REGIONALE DI FORMIGONI. ACCOLTA NOSTRA MOZIONE SOSPENSIVA. ORA SI SCIOLGA LA CELERE DI DE CORATO
di lucmu (del 10/02/2010, in Sicurezza, linkato 24 volte)
È miseramente naufragato in meno di due ore di seduta il tentativo di Formigoni e Maullu di istituire con un colpo di mano, nell’ultimo giorno di Consiglio, la nuova “polizia locale regionale”, con tanto di vigili urbani armati come se dovessero partire per l’Afghanistan.
Infatti, di fronte alla prospettiva dell’ostruzionismo ad oltranza, è stata accolta a maggioranza, a voto segreto, la nostra “questione sospensiva”. Cioè,la richiesta di non procedere all’esame del progetto di legge regionale n. 447, il cui firmatario si chiama Roberto Formigoni.
Ora è necessario che dalla mancata approvazione della nuova legge regionale si traggano tutte le conseguenze. A partire dall’immediato scioglimento dell’illegittima celere di De Corato, cioè di quella squadra speciale della Polizia Locale di Milano che abbiamo visto in azione anche ieri nella baraccopoli di Chiaravalle, equipaggiata con caschi antisommossa, manganello e scudo.
In realtà, quel reparto è sempre stato fuorilegge, visto che la Costituzione italiana e la legge nazionale riservano le funzioni di ordine pubblico allo Stato, cioè a Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, mentre le polizie municipali possono svolgere unicamente funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, solo a determinate condizioni e mai in solitudine.
Ma ora è fallito anche il tentativo di inserire abusivamente, nella legge regionale, i “caschi antisommossa” e altre attrezzature. Quindi, De Corato da oggi è fuorilegge da ogni punto di vista: costituzionale, nazionale e regionale.
Insomma, il Prefetto, il Questore o il Comandante dell’Arma dei Carabinieri informino il Comandante della Polizia Locale di Milano che deve immediatamente sciogliere la celere del Vicesindaco di Milano.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Sabato, 6 Febbraio, 2010 - 12:46

Lettera di un cittadino dell'Italianistan

Salve,
sono un cittadino dell´Italianistan.
Vivo a Milano DUE in un palazzo costruito dal PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Lavoro a Milano in una  azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l´assicurazione  dell´auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l´assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. 
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio,con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall´agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere.
Allora mi stufo e vado a navigare un po´ in internet, con provider del Presidente del Consiglio..
Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono  dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse!!!!!!!!!!!!!
Per fortuna!

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