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.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Antonella Fachin
Domenica, 27 Settembre, 2009 - 16:40

HUMOR: il partito dei disoccupati

pdi_bassa.png

Venerdì, 25 Settembre, 2009 - 11:18

25 poliziotti per accompagnare una ronda !!!

Da www.arcoiris.it
http://domani.arcoiris.tv/?p=2345#more-2345

25 poliziotti accompagnano una ronda che trema di paura

23-09-2009
Per merito di Riccardo Icona sappiamo qualcosa di più sulle ronde. L’inchiesta di Rai3 è partita dal fenomeno in atto, anziché riprendere l’estenuante dibattito politico che ha partorito la legge, con il risultato, da un lato, di legittimare  le pretese della Lega, dall’altro di mostrare il vuoto assoluto,. Cossiché, oggi, la ronda, non è che l’effetto nominalistico di una causa sbagliata.  Anzitutto perché, se lo scopo era accrescere la sicurezza dei cittadini, bisognava potenziare le forze dell’ordine. Invece, al contrario, a carabinieri, polizia e guardia di finanza sono stati tagliati i fondi ( un miliardo ) e organici. Come Icona ha documentato, senza che il cattivo mi nistro Maroni si scomodasse a confutare. Ma il clou della trasmissione è stato il servizio sui 9 leghisti che giravano per Torino di notte scortati da ben 25 agenti. “ Perché- ha spiegato il capo manipolo noi siamo indifesi”. E questo dice tanto sulla farsa delle ronde.
Bossi vuol liberare la Padania dall’oppressione dell’Italia di Berlusconi
La Gelmini, che è titolare del più grande licenziamento di massa ordinato in 150 anni di storia d’Italia, tramite i volenterosi tg invita i docenti a non fare politica o ad andarsene dalla scuola (come se non bastassero quelli che ha già cacciato lei!). Comunque, non si capisce perché gli insegnanti non avrebbero diritto a fare politica e la Gelmini invece sì. Chi le ha dato la patente? Berlusconi, ovviamente, anche se nessuno sa perché.  Intanto, Bossi pretende a gran voce la liberazione della padania. E da chi? Da Berlusconi, che è il capo del governo e dunque anche l’oppressore della Padania. Ma siccome Berlusconi è già ostaggio di Bossi, allora forse la padania è oppressa da Maroni, che è il ministro degli Interni; oppure da La Russa in armi; o magari da Bruno Vespa, che è la maggiore autorità ultra governativa esistente. Perciò Floris, pure lui, lasci la politica, i terremoti e la Rai a chi li sa far fruttare.
Gentile Bocchino
L’onorevole Bocchino, ex An, qualificato dalla stampa come ‘finiano’ e firmatario della lettera inviata a Berlusconi, intervenendo ad Omnibus ha fatto questa strana premessa: ‘Sia chiaro che la nostra lettera ( ndr- nella quale gli ex An chiedono di prendere decisioni comuni e non solo ordini da palazzo Graxioli ) era gentilissima, forse la più gentile inviata a Berlusconi’. Avvertimento piuttosto buffo. Da un lato perché inutile: nessuno certo immaginava che membri dello stesso partito del premier (tra l’altro noto per il servilismo di cui si circonda) potessero scrivergli in maniera meno che corretta, anche per rispetto formale del suo ruolo. In secondo luogo la precisazione fa immaginare che, invece, Berlusconi riceva abitualmente corrispondenza poco gentile. Comunque, la premessa è apparsa tale da ingenerare il sospetto che Bocchino volesse allontanare da sé la fama di pericoloso  sovversivo, perfino un po’ comunista. E questo dice tutto del clima interno al Pdl, popolo di sua proprietà.
Una ronda non fa primavera
Per fortuna in tv non ci sono solo i monologhi di Berlusconi e Vespa ( la stessa voce in stereofonia ). C’è anche Linea Notte del Tg3 che riassume i fatti del giorno. Non che sia un programma perfetto ( potrebbe essere meno spezzettato ) ma è informazione e televisione. Una sera, per esempio, ci ha informati della ronda che ha scorazzato per un quartiere di Roma facendo il saluto fascista. Non c’è che dire, un bell’inizio anche se , speriamo,, sarà pure la fine del rondismo. A sentire i vari Cota, Bricolo, Salvini, la “ggente “ moriva dalla voglia di pattugliare il territorio . Invece, approvata la legge, le domande di ronde sono a zero.. Alla fine, in strada, resteranno solo i pensionati che aiutano i bambini e altre forme di volontariato senza alcuna vocazione squadrista., E di notte , le famigerate “ ronde del piacere “  per gli sporcaccioni del nord e del su.
Rotondi alla meta
Personalmente, il ministro Rotondi ci è simpatico, come tutti quelli che ci fanno ridere. Anche se non fa troppa fatica ad apparire simpatico , in compagnia di gente come la Gelmini o La Russa ( per non parlare di Gasparri o dell’inverecondo Capezzone ). Ma, insomma, Rotondi non è odioso quanto certi berluscioni, e coerentemente col suo cognome, è un tipo di ex dc apparentemente poco spigoloso e pacatamente becero. Così, su Rainews24, sosteneva che Berlusconi è l’editore più liberale al mondo ( negli ultimi 50 anni ? ). Invece, in quanto politico, secondo Rotondi, Berlusconi fa quello che fanno tutti gli altri politici e cioè occupa più televisione che può. Ma guarda. Il simpatico Rotondi dimentica che nessun altro politico, in Italia e nel mondo, è editore di stampa e tv e insieme capo del governo. Perché se Berlusconi si accontentasse di essere o editore o politico, non sarebbe Berlusconi.
Giovedì, 24 Settembre, 2009 - 16:07

ANCORA 100 PASSI……IN DONO ALLA BIBLIOTECA DI PONTERANICA

ANCORA 100 PASSI……
   IN DONO ALLA BIBLIOTECA DI PONTERANICA 100 COPIE DEL LIBRO DI PEPPINO
     IMPASTATO REALIZZATO IN OCCASIONE DEL TRENTENNALE DELLA SCOMPARSA
I Gruppi Consiliari della Lista Uniti con Dario Fo e Rifondazione Comunista
del  Comune di Milano aderiscono alla manifestazione di sabato 26 settembre
a  Ponteranica  promossa  dall’Associazione Casa Memoria Peppino Impastato,
dal Comitato Peppino Impastato di Ponteranica e dall’Associazione Libera.
La  Lista  Fo  e il PRC, organizzatori del convegno “A 100 passi dal Duomo”
tenuto  a  Milano  in  occasione  del  trentennale  della  morte di Peppino
Impastato  fanno dono di n. 100 copie del libro, realizzato nell’occasione,
alla  biblioteca  di  Ponteranica  perché ne faccia dono ai suoi utenti. Un
ulteriore  modo  per  far conoscere l’esperienza e i valori testimoniati da
Peppino quali giustizia, legalità, solidarietà, accoglienza.
Un  atto  comunale  ha  deliberato  la  revoca  e  la  cancellazione  della
titolazione  della  Biblioteca civica del comune di Ponteranica alla figura
di   Peppino   Impastato,  avvenuta  tre  anni  fa  con  una  cerimonia  di
inaugurazione che vide una grande partecipazione di cittadini.
La  volontà  della  precedente  Giunta  di  centrosinistra  di  dedicare la
Biblioteca a colui che, ragazzo, aveva combattuto con la cultura e la forza
della  comunicazione la mafia e il potere criminale delle cosche di Cinisi,
è sempre stata osteggiata dalla Lega che, una volta al governo della città,
non ha aspettato molto ad annullare la delibera.
Definire  il presente atto come gesto incivile e discriminatorio sarebbe un
eufemismo:  con un impeto di ignoranza e di gretto localismo, un sindaco ha
ritenuto di poter cancellare il ricordo di una figura che deve assurgere ad
esempio  di rettitudine etica nella lotta per la legalità e l’emancipazione
dei più deboli.
Occorre rivendicare il ritorno della titolazione della Biblioteca a Peppino
Impastato,  ma anche resistere contro ogni volontà di cancellare la memoria
collettiva  e la passione civile oggi, con maggiore urgenza e necessità, ci
deve vedere impegnate e impegnati contro una dilagante corruzione mafiosa e
omicida,  cancro  principe  e  primario di ogni convivenza civica e sociale
pacifica, ostacolo al progresso della cittadinanza.
  Basilio Rizzo (Lista Fo)                        Vladimiro Merlin (PRC)
Milano, 24 settembre 2009

Giovedì, 24 Settembre, 2009 - 15:14

INVITO ALLA CITTA': NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI INDIVIDUI

NOI NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE

A Milano il 25 e il 26 settembre  c'è un occasione importante per rendere visibile e chiaro il nostro disaccordo sulle politiche  di questo Governo sull'immigrazione e in particolare per denunciare la barbarie dei respingimento verso la Libia.

Il 25 e il 26 settembre il Ministero dell'Interno e l'ANCI hanno organizzato  presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, la Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione

Arci Milano e Arci Nazionale si sono  inventati una iniziativa di protesta pacifica, creativa che riesca a parlare anche a tutte le persone che non pensano che il rispetto dei diritti degli immigrati riguardi direttamente  la democrazia e quindi tutti noi, senza distinzione.

Ci siamo  immaginati un iniziativa di contro-informazione:

una improvvisazione teatrale  itinerante  da realizzare  venerdì 25 alle 18.30   partendo dalle colonne di San Lorenzo fino ad arrivare alla Darsena

NOI NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE

Invitiamo tutte le associazioni,  i soggetti collettivi, i cittadini , le cittadine  a partecipare attivamente  e far propria la giornata di contro informazione.

E allora...... a   venerdi' 25  settembre a partire dalle 18.30 alle colonne di San Lorenzo

Per informazioni e per segnalare contributi, idee  e collaborazioni:
scovazzi@arci.it

PER CHI VOLESSE DARE UNA MANO A COSTRUIRE MATERIALMENTE L'INIIATIVA L'APPUNTAMENTO E' VENERDI ( MATTINA E POMERIGGIO) in Arci – via Adige, 11, ma da estendere in ogni comune

A Milano il 25 e il 26 settembre  c'è un occasione importante per rendere visibile e chiaro il nostro disaccordo sulle politiche  di questo Governo sull'immigrazione e in particolare per denunciare la barbarie dei respingimento verso la Libia.

Il 25 e il 26 settembre il Ministero dell'Interno e l'ANCI hanno organizzato  presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, la Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione.  Arci Milano e Arci Nazionale si sono  inventati   un iniziativa di protesta pacifica, creativa che riesca a parlare anche a tutte le persone che non pensano che il rispetto dei  diritti degli immigrati riguardi direttamente  la democrazia e quindi tutti noi, senza distinzione.

Ci siamo  immaginati un iniziativa di contro-informazione  di  improvvisazione teatrale  itinerante  da realizzare  venerdì 25 alle 18.30   partendo dalle colonne di San Lorenzo fino ad arrivare alla Darsena.

Invitiamo tutte le associazioni,  i soggetti collettivi, i cittadini , le cittadine  a partecipare attivamente  e far propria la giornata di contro informazione.

E allora...... a   venerdi' 25  settembre a partire dalle 18.30 alle colonne di San Lorenzo

Per informazioni e per segnalare contributi, idee  e collaborazioni:

scovazzi@arci.it.

PER CHI VOLESSE DARE UNA MANO A COSTRUIRE MATERIALMENTE L'INIIATIVA L'APPUNTAMENTO E' VENERDI ( MATTINA E POMERIGGIO) in Arci – via Adige, 11

Domenica, 20 Settembre, 2009 - 17:11

chiusura delle scuole civiche serali: la profezia si avvera!

Chiusura dei Corsi del Civico Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato IPIA (paritario serale), di via Rubattino.

Con determina del 3 agosto 2009, tutte le classi, dal primo al quinto anno, dell'IPIA sono state chiuse. Si tratta di una storica istituzione del Comune di Milano in zona 3: la sede originaria è sempre stata in via Deledda (piazzale Loreto), fin dalle sue origini negli anni ’60; il trasferimento in via Rubattino, avvenuto 4 anni fa, doveva essere solo temporaneo, in attesa del completo adeguamento dell’edificio comunale in Via Deledda.
La scuola serale per studenti-lavoratori di via Rubattino rappresenta l’unica realtà in zona che offra l’opportunità di un miglioramento della condizione sociale e lavorativa; spesso è il luogo del reinserimento in un percorso di studi di sicuro sbocco professionale; per altri versi, negli ultimi anni, rappresenta anche un luogo privilegiato di incontro, conoscenza e confronto fra studenti italiani e stranieri, i quali ultimi trovano così il miglior viatico di inserimento nel tessuto culturale e lavorativo cittadino.
L'istituto forma impiantisti elettrici e tecnici elettronici
, e ha sempre un elevato numero di iscritti, da 18 a 25 studenti per classe. Gli studenti-lavoratori iscritti all'IPIA hanno ricevuto a fine agosto una lettera dal Comune con la quale sono stati invitati a iscriversi all'IPSIA Marelli oppure all'ITIS Giorgi.
Ora, il Marelli è un istituto professionale statale che si trova però in via Livigno, zona Nord Ovest - Maciachini, davvero fuori zona per un’utenza che gravita - per la residenza o per il lavoro - sulla zona est di Milano: per molti di loro la sede proposta sarebbe difficilmente raggiungibile considerando l’orario di inizio delle lezioni serali, intorno alle 17.30, quando il traffico è più intenso e per essi ciò significherebbe impossibilità di frequenza.
Il Giorgi, che presenta problematiche logistiche simili (è ubicato in viale Liguria), non è neanche un istituto professionale, è un istituto tecnico e come tale rilascia un diploma alla fine del quinquennio con l’esame di Stato, ha una struttura didattica completamente diversa e per accedervi gli studenti devono superare un esame di idoneità/integrativo al quale nessuno li ha preparati. L'indicazione del Giorgi non tiene peraltro conto del fatto che chi ha scelto il professionale lo ha fatto innanzitutto perché al termine dei primi tre anni si ottiene, con esame interno, un diploma di qualifica di impiantista elettrico/elettronico che permette di svolgere subito un lavoro specializzato nel settore, con mansioni e competenze secondo le norme di legge.

Si fa un gran parlare di “presidio del territorio”. Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Locale possono fare molto ma non certo creare e gestire luoghi di aggregazione, di istruzione e formazione al lavoro. Nelle civiche scuole serali si formano cittadini, e famiglie: grazie agli studi svolti, i diplomati riescono a trovare più facilmente il lavoro corrispondente alla loro preparazione, così integrandosi pienamente nel tessuto sociale.
Il Comune di Milano possiede un patrimonio importante di personale esperto e di competenze, sedi diffuse sul territorio, anche periferico della città, e attrezzature di laboratorio di alto valore formativo: le scuole civiche serali sono in grado di avvicinare la scuola alle esigenze del mercato del lavoro.
Incredibilmente, ora il Comune sta operando per lo smantellamento e/o drastico ridimensionamento di un efficace strumento di presidio del territorio e di crescita non solo professionale ma anche civica dei suoi cittadini! Il Comune risparmierebbe di sicuro con la chiusura della scuola IPIA e di tutti gli altri corsi o classi (licei, istruzione tecnica, idoneità), ma il costo lo pagherà tutta la città in termini di una potenziale popolazione studentesca senza possibilità di istruzione e formazione perchè la gran maggioranza dei frequentanti i civici corsi non potrebbe sostenere i costi proibitivi delle scuole private.

In sostanza, il Comune di Milano sta smantellando il suo patrimonio di cultura e formazione professionale e sempre più reale sta diventando l'ipotesi, direi la profezia (agghiacciante) che Piero Calamandrei fece sulla scuola pubblica.
Calamandrei fu giornalista, giurista, politico e docente universitario durante il fascismo, uno dei pochi a non avere né chiedere mai la tessera del partito.
Nel febbraio del 1950 al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, Calamandrei fece un discorso sulla scuola, parole che sono purtroppo attualissime. Pubblico il suo discorso per chi non l'avesse mai letto e per i ragazzi, le giovani generazioni di Milano e dell'Italia: leggetelo ne vale la pena per aprire gli occhi e il cervello... ne va del vostro futuro!

Non consentiamo all'assessore Moioli di smantellare e impoverire le civiche scuole serali di Milano, da sempre esempio di eccellenza e fiore all'occhiello della nostra città!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
CapogruppoUniti con Dario Fo per Milano
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“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia.
Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo. La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: - che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. - che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro.
La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.
Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. »
la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […]. Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […].
E venuta così fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico. Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private.
Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […]. Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […].
Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“. Piero Calamandrei, 1950

Domenica, 20 Settembre, 2009 - 16:15

HUMOR: AFGHANISTAN: Mission impossible

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Ciao a tutti flessibili,
questo testo è postumo alla pubblicazione della vignetta. Lo scrivo perché vorrei parlarvi della retorica di questo paese. Ho ricevuto (e naturalmente accettato, perché siamo liberi di pensarla come ci pare) una critica su questa vignetta. Mi è stato detto che è di cattivo gusto perché quei ragazzi son morti. E ci mancherebbe che non lo so! Oltretutto mio cognato andrà a Kabul tra poco tempo. Due considerazioni: non mi pare che la gente si strappi le veste quando muoiono i ragazzi nei cantieri o nelle fabbriche. Eppure di vignette pesanti e amare sulle morti bianche ne ho scritte. Seconda considerazione: trovo molto più di cattivo gusto che il governo (da quello Prodi a all’attuale), non chiariscano le regole d’ingaggio o non decidano di riportare a casa i ragazzi che stanno lì a spaccarsi il culo per una guerra di Bush. - Arnald
Mercoledì, 16 Settembre, 2009 - 19:06

HUMOR: la crisi e l'odore dei soldi

Mercoledì, 16 Settembre, 2009 - 19:05

HUMOR: IL FLOP DI BERLUSCONI

Mer 16 Set 2009
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Giovedì, 10 Settembre, 2009 - 14:57

La nuova influenza: Una risposta alle domande più frequenti

Dal sito di Altroconsumo un articolo equilibrato sulla nuova influenza.
http://www.altroconsumo.it/infezioni-virali/la-nuova-influenza-una-risposta-alle-domande-piu-frequenti-s252993/nm-newsletter-p250293/prm_id_c/3091.htm

Cari saluti a tutti/e
Antonella
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Una risposta alle domande più frequenti

  • lavare spesso le mani con acqua e sapone e in particolare dopo avere tossito o starnutito o dopo aver frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili è possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol;
  • coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura;
  • evitare di toccare occhi, naso e bocca prima di aver lavato le mani; i germi, e non soltanto quelli dell'influenza, entrano nel nostro organismo attraverso questi organi.
8. Quali sono i sintomi?
I sintomi che caratterizzano l'influenza A/H1N1 sono gli stessi della classica influenza stagionale, e sostanzialmente tre:
  • febbre alta sopra i 38° C
  • almeno uno di questi sintomi respiratori: raffreddore, dolore alla gola, tosse
  • dolori importanti a muscoli e articolazioni.
Questa influenza è a volte accompagnata da disturbi gastro-intestinali.
Nel lattante invece è comune che l'infezione si manifesti con vomito e diarrea e solo eccezionalmente con febbre.
9. Cosa fare se si sospetta di avere contratto l'influenza A (ma anche la classica influenza stagionale)?
Se si ha il sospetto di essere malati, non bisogna recarsi in ambulatorio, né in farmacia, né in ospedale, ma contattare il proprio medico telefonicamente. Ci fornirà tutte le istruzioni del caso, sia per quanto riguarda le norme di comportamento da assumere che per quanto riguarda la terapia. L'influenza infatti, nella maggior parte dei casi, si conclude con la guarigione del paziente: il medico di famiglia, conoscendo bene lo stato di salute dei pazienti e quello dei familiari conviventi, è il riferimento da privilegiarsi per ogni tipo di necessità.
Se si è malati è essenziale rimanere a casa evitando i contatti non necessari con altre persone, non intraprendere viaggi, non recarsi al lavoro o a scuola, in modo da non diffondere il virus ad altre persone e da ridurre il rischio di complicazioni (si intende sovra-infezioni da parte di altri virus o batteri).
10. Come si cura?
Normalmente, in caso di influenza si fa ricorso soltanto a rimedi contro i sintomi. Oltre ai semplici ma efficaci rimedi casalinghi (assunzione di liquidi, riposo, umidificazione dell'aria…) il medico di famiglia potrà consigliare alcuni farmaci, generalmente antipiretici contro la febbre e antidolorifici per il mal di testa e i dolori articolari e muscolari.
Nel caso dell'influenza è assolutamente inutile ricorrere all'uso di antibiotici.
Sintomi come febbre e tosse sono assolutamente comuni nell'influenza, ed essendo causati da un virus e non da batteri, usare un antibiotico è insensato.
11. È utile assumere farmaci antivirali?
Il virus H1N1 è sensibile ai farmaci antivirali oseltamivir (Tamiflu, 36,80 euro) e zanamivir (Relenza, 32,60 euro), acquistabili in farmacia solo con ricetta medica, totalmente a carico del paziente.
Le migliori conoscenze oggi disponibili indicano però che l'unico beneficio dato da questi farmaci è la riduzione della durata dei sintomi, pari ad un giorno negli adulti sani e un giorno e mezzo nei bambini sani. Inoltre, l'efficacia e la sicurezza di questi farmaci non sono accertate in bambini inferiori ad un anno, donne in gravidanza e allattamento, anziani sopra i 65 anni, persone con malattie croniche (cardiache e respiratorie), bambini asmatici e persone con difese immunitarie compromesse.
Tenendo quindi conto che l'influenza per natura è una malattia che si risolve in pochi giorni, il vantaggio è decisamente modesto, a fronte di effetti indesiderati da non sottovalutare (nausea, vomito, insonnia, allucinazioni, irritabilità nei bambini) e del costo elevato per il paziente.
Un'ulteriore preoccupazione è l'emergere di resistenza dei virus a questi farmaci, fenomeno noto da tempo e che si sta diffondendo rapidamente: un uso improprio o eccessivo non fa che favorirla.
12. Che informazioni abbiamo attualmente sul vaccino?
Secondo il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali il vaccino contro il nuovo virus influenzale sarà disponibile dalla seconda metà di novembre 2009 ai primi mesi del 2010.
È difficile dire se il vaccino sarà utile o no, dipende da molti fattori. Prima di tutto dalla disponibilità di questo ultimo prima che compaia il picco di infezione, che attualmente è previsto in Italia per la seconda metà di dicembre. Ancora prima, dipenderà dall'efficacia che il vaccino dimostrerà negli studi clinici necessari alla sua approvazione. Su questo argomento, così come sulla sicurezza del vaccino, nulla può essere anticipato, poiché gli studi clinici sono attualmente in corso. L'unica informazione che abbiamo è che la metodica di preparazione del nuovo vaccino ricalcherà quella del vaccino influenzale stagionale che ogni anno arriva nelle farmacie.
Nel momento in cui scriviamo (4 settembre) è stata annunciata la messa a punto del primo vaccino in Cina, vaccino di cui non si sa nulla per il momento, se non il nome.
Per quanto riguarda chi dovrà essere vaccinato, la decisione viene presa in base alle caratteristiche epidemiologiche dell'infezione (diffusione, gravità, fasce di popolazione colpite) ed all'esigenza di mantenere attivi i servizi pubblici, in particolare quelli sanitari.
Per ora comunque ci vuole molta cautela su questo argomento. Va però ricordato che il vaccino è comunque un grande business per le aziende farmaceutiche che lo produrranno. L'affare è enorme e bisognerà davvero vigilare perché gli interessi industriali non prevalgano su quelli della gente.

Giovedì, 10 Settembre, 2009 - 14:32

Curarsi in Europa: cure e rimborso dal Serv. Sanitario

Tratto da Altroconsumo:
http://www.altroconsumo.it/diritti-all-estero-s253063/nm-newsletter-p250293/prm_id_c/3091.htm
Cari saluti a tutti/e
Antonella
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Curarsi in Europa
Articolo pubblicato su Test Salute 80, giugno 2009
Se la vostra salute è dispettosa e durante una vacanza all'estero decide di darvi qualche grattacapo, è opportuno sapere come risolvere con serenità anche il più banale imprevisto. Non occorre interrompere il vostro soggiorno, perché tutti i cittadini europei che si trovano ad affrontare un problema di salute, mentre sono in viaggio in un altro Stato membro, hanno diritto a ottenere le cure sanitarie e il rimborso, grazie all'intervento dei Servizi sanitari nazionali.
L'imprevisto: cosa fare?
Un accesso diretto: se vi trovate in un qualsiasi Stato dell'Unione Europea e in quelli extra-Ue con cui l'Italia ha stipulato delle convenzioni, dopo aver presentato l'apposito documento, avrete diritto a ricevere l'assistenza sanitaria prevista senza oneri a vostro carico. Sarà la Asl di vostra appartenenza a provvedere alle spese.
Basta la tessera sanitaria. Lo strumento che vi consente di godere di un accesso diretto alle cure necessarie e urgenti durante una vacanza è la Tessera Europea di Assicurazione Malattia (Team), che dal 1° giugno 2004 ha sostituito il modulo cartaceo E111. La nuova tessera, introdotta con l'obiettivo di agevolare la mobilità delle persone nell'Ue, è un documento personale, che presenta un formato unico per tutti i 27 Stati della Ue. Nel nostro Paese viene rilasciata a tutte le persone iscritte al Ssn in possesso della cittadinanza italiana, con residenza in Italia. Ogni Stato membro, in base alle decisioni comunitarie, ha stabilito se emettere la Team come Tessera autonoma, oppure se integrarla nella Tessera sanitaria nazionale, già esistente. L'Italia ha optato per questa seconda possibilità, emettendo un'unica tessera con le funzioni di tessera sanitaria nazionale sul fronte e di Team sul retro.
Con la Team potrete accedere ai servizi sanitari pubblici del paese in cui vi trovate, esattamente come i suoi residenti. Questo significa che se per la legislazione dello Stato che vi ospita è previsto per alcune prestazioni il pagamento di un ticket, anche voi dovrete pagarlo.
Prestazioni previste. Il personale sanitario del Paese in cui soggiornate non è tenuto a fornirvi quei trattamenti (come le cure dentistiche) che possono attendere il vostro ritorno a casa. Inoltre, se dovete intraprendere un percorso terapeutico che prevede trattamenti prolungati e visite di controllo, allora potrete ricevere la prima assistenza nel paese straniero, a cui seguirà una visita a casa da parte del vostro medico curante.
Attenzione: la tessera non consente di richiedere il trasferimento gratuito nel Paese di origine in caso di grave trauma o malattia. Per questo è necessaria una copertura assicurativa ad hoc (ce ne siamo occupati su SD 95, luglio 2007). Nel caso abbiate smarrito o dimenticato la tessera è opportuno contattare la vostra Asl.

Pianificare un intervento
Diversa è la situazione nel caso in cui vogliate andarvi a curare all'estero per scelta. Poiché il nostro Ssn assicura a tutti i cittadini un'assistenza sanitaria in forma gratuita, per ricevere cure all'estero si devono verificare due condizioni: avete bisogno di una prestazione di altissima specializzazione che non potete ricevere in Italia in maniera tempestiva o in forma adeguata; i tempi di attesa per la vostra cura o intervento non sono compatibili con la malattia.
Come fare? Se si verificano questi due casi dovete recarvi alla vostra Asl di residenza e presentare la domanda di cure all'estero, insieme a una relazione medica, che motivi la richiesta e contenga l'indicazione del centro al quale vi volete rivolgere. L'Asl, a sua volta, invia la richiesta al Centro regionale di riferimento, che deve esprimere il proprio parere sulla richiesta. I criteri su cui si basano i centri per accettare la domanda sono, come sottolineato in precedenza, due: l'inadeguatezza e la tempestività.
Se il centro di riferimento esprime un parere positivo e se la struttura estera individuata è pubblica o privata convenzionata, la Asl rilascia il documento E112 e l'assistenza vi verrà erogata in forma gratuita. Se, invece, la struttura estera è privata, l'Asl vi rilascia un'autorizzazione scritta, grazie alla quale potrete chiedere il rimborso della spesa che avrete anticipato, al vostro rientro in Italia.
Naturalmente dovrete presentare tutte le fatture e i documenti relativi alla prestazione ricevute. Attenti, dunque, a non smarrirli.
*       Se la risposta è no. Se l'Asl esprime un parere negativo sul vostro caso, il ministero della Salute dà le seguenti indicazioni:
*       se viene rigettata la vostra domanda di autorizzazione di recarvi all'estero per farvi curare potete presentare ricorso, in questo ordine: al Direttore generale della Asl, al tribunale amministrativo regionale (Tar), al Consiglio di Stato in sede di appello; infine al Presidente della Repubblica con ricorso straordinario;
*       se vi viene rigettata la domanda di rimborso di eventuali spese sostenute, potete ricorrere: alla magistratura ordinaria (giudizio di 1° grado), alla magistratura ordinaria di appello (giudizio di 2° grado), alla magistratura di Cassazione (giudizio di 3° grado).
Infine, potreste rivolgervi anche alla Corte di Giustizia della Ue.

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