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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 6 Agosto, 2009 - 11:18

Pisa, la nostra visibilità fa paura agli omofobi

05/08/2009 - Ufficio stampa Arcigay

 

Questa mattina 5 agosto 2009 a Pisa sull’ascensore e sulla porta di ingresso degli uffici del sito web Gay.it sono state trovate scritte omofobe come "Gay.it morirete oggi", "I vostri uffici bruceranno", "Abbasso i gay", "Morirete froci".

Vogliamo esprimere la solidarietà di tutta la nostra associazione alla redazione di Gay.it e alla comunità LGBT pisana per questo episodio di minaccia integralista.

Constatiamo come purtroppo in Italia vi sia una recrudescenza omofobica che tocca tutte le nostre città, a cui è necessario porre immediatamente argine.

È in queste occasioni che diventa ancora più importante il lavoro che Arcigay svolge quotidianamente su tutto il territorio per promuovere la visibilità e i diritti delle persone LGBT. Rileviamo come quando una città si fa ospitale e ricca di relazioni e visibilità omosessuale come Pisa, tornano ad emergere sacche di odio e di paura omofobica che cercano di fermare la ricchezza dell’integrazione e della diversità. Solo la nostra visibilità personale e dei nostri affetti potrà fare sparire questi disperati tentativi di ricacciarci nel silenzio.

Riccardo Gottardi, segretario nazionale Arcigay
Marco Michelucci, presidente Arcigay Pisa

Martedì, 4 Agosto, 2009 - 17:30

Andiamo a vivere in Albania!

30/07/2009 - Ufficio stampa Arcigay

 

La comunità omosessuale italiana andrà a vivere tra qualche mese in Albania. Un altro Paese europeo sta dimostrando all’Italia cosa significa crescere in termini di diritti civili e sociali.

Intervenendo in parlamento, infatti il primo ministro Sali Berisha ha definito "inaccettabile" la discriminazione dei gay, spiegando che con l'adozione di una legge in materia l'Albania si avvicinerebbe all'Europa. Il governo albanese inoltre, secondo quanto riferito dal gabinetto di Berisha, sta pensando alla legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali.

Solo in Italia la politica, sia di destra che di sinistra, non è capace neppure di discutere dei diritti delle persone omosessuali ed ormai siamo l’ultimo paese europeo in cui le famiglie omosessuali non hanno alcun riconoscimento.

Vorrà dire che nei prossimi mesi, in segno di questa tangibile svolta culturale e sociale, organizzeremo dei barconi per attraversare l’Adriatico e andare a costruire le nostre relazioni nel paese balcanico.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

Martedì, 4 Agosto, 2009 - 17:29

Sparatoria a Tel Aviv. Incertezza sul movente.

Per la polizia: “non è stato necessariamente un crimine d’odio”.

http://gaynews24.com/

 

La matrice dell’attacco armato di sabato scorso contro un circolo gay nel centro di Tel Aviv deve ancora essere stabilita, e in merito vi sono piste diverse.

”Per questa ragione occorre essere cauti nell’ imputarne la responsabilita’ ad interi settori”: lo ha dichiarato il capo della polizia israeliana Dudi Cohen, mentre con l’aiuto dello Shin Bet (servizi segreti) proseguono le indagini per identificare l’assassino.

Nell’attacco sono rimasti uccisi due frequentatori del circolo di 26 e 16 anni, e altri dodici sono rimasti feriti.

Nell’ondata di sdegno seguita alla strage, vari esponenti politici hanno subito puntato un dito accusatore verso i partiti ortodossi (in particolare il sefardita Shas), collegando il delitto ai loro duri attacchi verbali contro la omosessualita’.

Su una caricatura pubblicata da Haaretz i dirigenti di Shas sono stati accostati al presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, noto avversario della omosessualita’.

Da parte sua il capo della polizia Cohen ha fatto presente che l’attacco al circolo gay non e’ stato necessariamente un ”crimine d’odio”. Fra le altre ipotesi indagate vi sono una passione amorosa uscita di controllo, o anche una lite.

A quanto pare, afferma la stampa, l’assassino conosceva il circolo ed ha agito con freddezza, senza lasciare tracce.

Martedì, 4 Agosto, 2009 - 15:16

INNSE: irresponsabile chi lavora per chiuderla. 4 operai su 1 gru

DALLE 15 ALLE 17 SCIOPERO DI SOLIDARIETÀ DEI METALMECCANICI

Presidio Innse, quattro operai su una gru
Un corteo verso la stazione di Lambrate

Ripreso lo smantellamento dei macchinari venduti dopo il vertice in Prefettura. Pd: «Fermare l'uso della forza»

MILANO - Situazione ancora incandescente alla Innse di via Rubattino. Quattro operai sono saliti su una gru alta dieci metri, dopo essersi introdotti nello stabilimento intorno alle 11.30, chiedendo che sia fermato lo smantellamento dei macchinari e minacciando di lanciarsi nel vuoto. Altri lavoratori, una ventina, si stanno muovendo in corteo verso la stazione di Lambrate con striscioni che recitano «Giù le mani dalla Innse».
«VOGLIAMO TRATTATIVA VERA» - Nello stabilimento intanto si organizza la resistenza a oltranza. «Rimarremo quassù fino a che non ci sarà una trattativa vera, perché non si può smantellare una fabbrica di queste dimensioni - dice un funzionario della Fiom salito sulla gru assieme ai quattro operai -. Appena entrati abbiamo chiesto che tutti i lavoratori che stavano smontando i macchinari smettessero di farlo, cosa che è poi successa». I quattro, dai 30 ai 60 anni, sono entrati nella fabbrica aggirando il cordone delle forze dell'ordine che da giorni presidia l'area e poi sono stati raggiunti dal segretario milanese della Fiom Marina Sciancati e dal segretario generale Gianni Rinaldini, che, scortati da Digos e carabinieri, hanno portato agli operai panini e acqua. «Stanno bene, ma non scenderanno fino a che non ci sarà una risposta. Hanno visto che è già stato smontato il primo macchinario - spiega Sciancati -. Non ci sono ancora spiragli aperti». Il gesto di protesta ha di fatto portato al blocco dei lavori di smantellamento, effettuati da operai di due ditte di Arluno e Vicenza chiamati dal proprietario Silvano Genta.
PD: «NO ALL'USO DELLA FORZA» - E si allarga la solidarietà ai 49 dipendenti della Innse: la Fiom ha indetto per oggi, dalle 15 alle 17, uno sciopero nelle aziende metalmeccaniche della provincia di Milano. I partecipanti potrebbero raggiungere lo stabilimento di via Rubattino, dove il presidio dei lavoratori è andato avanti tutta la notte. Martedì mattina ci sono stati nuovi tafferugli tra i manifestanti, i giovani dei centri sociali e le forze dell'ordine. Una situazione condannata dal Pd: Cesare Damiano, responsabile lavoro, e Emanuele Fiano, deputato lombardo dei Democratici, hanno fatto un appello ai ministri Maroni e Scajola perché la vertenza non si risolva con l'uso della forza. «Occorre sospendere lo sgombero e lo smontaggio dei macchinari della fabbrica - affermano - e riaprire un tavolo di confronto per la piena tutela occupazionale di tutti i lavoratori». I due esponenti del Pd chiedono anche a Regione e Comune «di dare un segnale concreto e coerente». Il senatore del Pd Paolo Nerozzi ha chiesto al governo con un'interrogazione urgente interventi immediati per uscire dalla crisi: «Dobbiamo purtroppo registrare un aumento del grado di tensione all'interno dello stabilimento Innse - ha detto -. Torniamo a chiedere l'urgente apertura di un tavolo di consultazione».
SMONTAGGIO MACCHINARI - Nella sede della storica azienda in liquidazione alla periferia est di Milano erano riprese martedì mattina le operazioni di smontaggio dei macchinari. I 49 dipendenti, che chiedono di poter continuare a lavorare, spiegano che resisteranno «fino all'ultimo davanti alla fabbrica». Messi in mobilità a maggio 2008, ora si augurano che «arrivino altre persone per darci una mano. Già stiamo aumentando di numero e così potremo prendere forti iniziative di protesta». Al presidio sono presenti i sindacalisti della Fiom-Cgil, tra cui il segretario milanese Maria Sciancati. Lunedì il sindacato ha partecipato a un incontro in Prefettura con rappresentanti della Regione e della Provincia, al termine del quale il viceprefetto ha chiarito di dover far rispettare il decreto ingiuntivo per la consegna dei macchinari venduti. Così nella fabbrica sono entrati gli operai delle ditte acquirenti che hanno ripreso le operazioni di smontaggio. «Il tavolo con le istituzioni che abbiamo chiesto ci è stato negato e per ora non sono previsti nuovi incontri» spiega il sindacato.

04 agosto 2009
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MILANO: FERRERO (PRC), INNSE PROBLEMA SOCIALE MARONI RITIRI LE 'TRUPPE'
Roma, 4 ago. (Adnkronos) - '''Piena solidarieta' con i lavoratori dell'Innse in lotta per il posto di lavoro che stamattina sono saliti su una gru. Adesso il ministro dell'interno Roberto Maroni ritiri la polizia, che da tre giorni sta unicamente difendendo gli interessi degli speculatori e sprecando decine di migliaia di euro di denaro pubblico con una parata militare di oltre un centinaio di agenti schierati contro 49 lavoratori che hanno la sola colpa di difendere il posto di lavoro. Maroni ritiri le truppe e il prefetto di Milano convochi le parti: quello dell'Innse e' un problema sociale e non di ordine pubblico''. Lo ha dichiarato il segretario del Prc, Paolo Ferrero, commentando gli sviluppi della protesta dei lavoratori, in lotta per evitare la chiusura dell'azienda metalmeccanica.
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Dopo il vertice in prefettura, continua il presidio

I lavoratori della Innse: non ci muoviamo

Ancora tensioni nello stabilimento. Fiom: ora tocca agli operai decidere cosa fare, 2 ore di sciopero di solidarietà

MILANO - Sono sempre determinati, gli operai della Innse. Nono­stante il defilarsi, uno dopo l’altro degli interlocutori del­la partita. Nonostante tutto. Erano 50 un anno e mezzo fa, all’inizio di questa vicen­da. Oggi sono 49. E l’unico che manca non ha mollato per cercare un altro lavoro: si è arreso a un'infarto, a 49 anni, dopo una notte passata a presidiare i reparti. Lunedì sera, davanti alla pre­fettura, le maestranze della Innse volgevano lo sguardo in alto, verso le stanze dove è proseguito fino a tarda sera l’incontro del viceprefetto, Renato Saccone, con i rappre­sentanti della Regione e il sindacato. Che poi in questo caso vuol dire la Cgil regiona­le e il vertice nazionale della Fiom, con il segretario gene­rale Gianni Rinaldini e il se­gretario Giorgio Cremaschi. Alle 9 di sera, quando è ter­minata la riunione, i lampio­ni di corso Monforte hanno illuminato la delusione dei 49: lo smantellamento dei macchinari, sospeso per da­re corso alla trattativa, ri­prenderà già da oggi. Nessu­na disponibilità da parte del­la prefettura a impostare un nuovo tavolo senza novità di sostanza.
Resta quindi alta la tensio­ne in via Rubattino 81. La Fiom ha indetto due ore di sciopero in provincia. Intan­to nel deserto produttivo del­la periferia di Milano, tra scheletri di capannoni e fab­briche vuote, i reduci della Innse promettono battaglia. Cremaschi l’aveva già detto fin dalla mattina di lunedì: «Da qui non ci muoviamo. Posso­no smontare i macchinari ma non li lasceremo certo uscire da qui. Questa non è la fine della Innse ma l’inizio di un dramma». Per la Fiom «se il governo non difende i posti di lavoro sani figuria­moci quelli delle aziende in crisi». Il candidato alla guida del Pd, Pierluigi Bersani, ha tele­fonato al ministro dell’Inter­no, Roberto Maroni: «Gli ho detto che quando un proble­ma è così acuto bisogna fer­mare le macchine e discute­re. Avendo fatto il ministro dell'Industria posso dire che ogni volta che si smantella un'attività è un pezzo di noi che se ne va». «Mi auguro che queste vicenda si risolva al più presto e per il meglio» ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini. Paolo Ferrero, segretario del Prc, chiede al ministro Maroni di ritirare subito la forza pubbli­ca a protezione dello sman­tellamento delle macchine.
Nel merito della vicenda, lunedì è stata la giornata dei pas­si indietro. La Regione - che pure si era molto adope­rata nei mesi scorsi - ha da­to forfait. In prefettura assen­ti Comune e Provincia. Il Pi­rellone lascia il cerino nelle mani della magistratura che «avrebbe potuto anche deci­dere di sospendere lo sgom­bero». E dei potenziali acqui­renti: «C'è stato chi si era det­to in un primo tempo interes­sato, ma poi si è tirato indie­tro». Facile leggere tra le ri­ghe il nome della Ormis di Bergamo. L’azienda non in­terviene. Ma già nei mesi scorsi fonti interne lasciava­no intendere che la partita fosse ormai difficile da recu­perare: «Il nostro interesse era sincero, se ci fosse stata davvero l’intenzione di anda­re verso un rilancio della Inn­se a quest’ora la partita sareb­be già chiusa. E le macchine non si sarebbero fermate». Certo è che la trattativa non è mai entrata nel vivo. Mai si è parlato di soldi per l’acquisto della Innse. Dal canto suo Stefano Genta, il proprietario dell’azienda («acquisita sull’orlo del falli­mento a 750 mila euro» ricor­da la Cgil) deve ad Aedes una consistente somma per l’affitto dell’area. Di qui la causa della stessa Aedes. La vendita dei mac­chinari alla Mpc di Santorso (Vicen­za) e alla Lombar­dmet di Arluno (Mi). E la senten­za dello scorso maggio che auto­rizza la loro uscita dall’azienda.
Se la vicenda si concluderà con lo smantellamento della Innse, nulla più impedirà la realizzazione del piano di riqualificazione urbana della zona varato negli anni 90. Al posto dei capannoni si parla di università, residenziale, parchi. Dal canto suo il Co­mune assicura che a fronte di un piano industriale con qualche prospettiva sarebbe stato pronto a cambiare il progetto sull’area. Ma la Cgil insiste: «L’azienda è vittima della speculazione edilizia». Così - dopo un anno mez­zo di trattative, presidi, pro­poste - i 49 tornano soli. A scrivere l’ultimo capitolo del­la loro storia all’Innse.

Rita Querzé - Corsera
04 agosto 2009
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INNSE: PER LA CGIL IRRESPONSABILE CHI LAVORA PER CHIUDERLA. UN BRUTTO SEGNALE DI PARTENZA PER LA RIPRESA AUTUNNALE. DICHIARAZIONE DI NERINA BENUZZI DELLA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO E DI GIACINTO BOTTI DELLA SEGRETERIA CGIL LOMBARDIA

CGIL MILANO E
CGIL LOMBARDIA

COMUNICATO STAMPA

INNSE: PER LA CGIL IRRESPONSABILE CHI LAVORA PER CHIUDERLA. UN BRUTTO SEGNALE DI PARTENZA PER LA RIPRESA AUTUNNALE. DICHIARAZIONE DI NERINA BENUZZI DELLA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO E DI GIACINTO BOTTI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA.

Appena concluso l'incontro in Prefettura Nerina Benuzzi della segreteria della Camera del Lavoro di Milano e Giacinto Botti della segreteria regionale della Cgil hanno detto: "dall'incontro di stasera in Prefettura, richiesto dal sindacato, non e' emersa la volonta' da parte delle istituzioni di governo, nazionali e regionali, di impegnarsi a costruire le condizioni per salvaguardare il valore di eccellenza produttiva e occupazionale della INNSE di Milano.
Confermata anche nell'incontro di stasera l'assenza di qualsiasi ruolo da parte del Comune e della Provincia. Il sindacato ha richiesto al Prefetto di convocare un tavolo immediato con tutti i soggetti interessati per concretizzare un'iniziativa comune e, conseguentemente, ha chiesto il blocco dell'attivita' di smantellamento degli impianti produttivi in corso da domenica.
Per affrontare i problemi di salvaguardia dei posti di lavoro e di una importante realta' produttiva non serve l'ampio, ingiustificato spiegamento di forze dell'ordine cui abbiamo assistito in queste ore davanti all'INNSE, ma una precisa volonta' politica e istituzionale, a partire da una Regione che non sta certamente facendo tutto quello che avrebbe possibilita' di fare, come dimostrano le vaghe prese di posizione del Presidente Formigoni. La Cgil, nel confermare il proprio impegno a sostegno delle mobilitazioni dei lavoratori dell'INNSE, auspica che da domani prevalga la ragionevolezza, si interrompano le operazioni di smontaggio dei macchinari e si riconsegnino le vertenze sindacali al loro giusto ambito, che non e' certo quello dell'ordine pubblico ".

Milano 3 agosto 2009    
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Cristina Pecchioli - Uff. Stampa CGIL Lombardia
e-mail: cristina.pecchioli@cgil.lombardia.it
Viale Marelli 497 - 20099 Sesto S. Giovanni (Mi)
Tel ++39 - 02 26254324 Fax ++39 - 0226254351
Cell. 335 74 91 392
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Lunedì, 3 Agosto, 2009 - 14:34

Solidarietà alla comunità glbt israeliana

Esprimo forte condoglianza, vicinanza e anche cordoglio per le giovani vittime dell'ignobile e barbaro attacco terroristico contro un Circolo glbtq a Tel Aviv, a parte di un pericoloso integralista, perpetrato con efferatezza contro persone colpevoli solo di essere omosessuali. La gravità inaudita dell'ignobile attacco, che ha visto perdere la vita ragazzi che cercavano in quel contesto sostegno culturale, sociale, psicologico in un clima già difficile  perpetrato da una sottocultura della discriminazione e della persecuzione verso uomini e donne di orientamento glbtq.

L'atto risulta essere odioso a livello sociale e offende il sentimento universale della difesa e della promozione e affermazione dei diritti umani e civili. Il ricordo di Nir Katz, di 26 anni, e Liz Troubishi, soltanto 17 anni, le due vittime di questo terribile attentato, deve essre vivo nelle nostre coscienze per contrastare, denunciare con fermezza e determinazione, condannare senza indugio ogni azione omofobica e di intolleranza quotidianamente presente vicino a noi, non soltanto in paesi relativamente lontani come Israele.

La situazione particolare vede un Circolo da sempre impegnato a offrire servizi di asistenza e di accoglienza per ragazze e ragazzi di orientamento glbtq, spesso soli e impotenti di rivendicare la loro natura e affermarsi in un contesto fortemente ostile ad "alternative" alla cultura sociale "paternalista", maschilista ed "eterosessista" conformata.

L'attacco perpetrato con diabolica bestialità da una brutale mente criminale ha visto diverse persone ferite, oltre alle due vittime, da una raffica di spari lanciati contro il locale: persone che cercavano assistenza e confronto, spesso all'oscuro della famiglia verso cui è difficile spesso, pr timore, per paura della non accettazione, dichiarare la propria omosessualità.
Oltre al dolore per la morte di innocenti e di persone amiche e care si aggiunge, spesso, l'angoscia di "venire scoperti", di uscire allo scoperto nella società.

Nel mondo l'omofobia miete vittime, in qualsiasi forma e modo, secondo canali diversi: da quelli psicologici a quelli dell'aggressione, dalla persecuzione culturale all'emarginazione, fino ad arrivare, come in questo caso barbaro e ignobile, all'annientamento reale e fisico della persona.

E' arrivato il momento di affermare ancora con magiore determinazione e convinzione la nostra condanna verso ogni forma di persecuzione di persone di orientamento glbtq, ponendo fine e termine nel mondo a un'intolleranza, spesso alimentata da coloro che avebbero la responsabilità politica di governare e rappresentare i paesi e la società, che porta ogni anno a contare vitime innocenti di violenze brutali.

Alssandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 31 Luglio, 2009 - 13:56

Barack Obama assegna la “Presidential Medal of Freedom” ad Harvey

Barack Obama assegna la “Presidential Medal of Freedom” ad Harvey Milk.

Il presidente degli Stati Uniti, ha assegnato la Presidential Medal of Freedom ad Harvey Milk l’attivista per i diritti omosessuali assassinato alla fine degli anni ‘70 a San Francisco. La medaglia verrà consegnata al nipote Stuart Milk nel corso di una cerimonia che si terrà alla Casa Bianca il prossimo 12 agosto.

http://gaynews24.com

Giovedì, 30 Luglio, 2009 - 23:39

Mozione per rafforzamento spazi comunicazione sociale


 

Al Settore Arredo Urbano

Al Settore Pubblicità – Servizio Pubbliche Affissioni

All’ Assessore alle Aree Cittadine del Comune di Milano

All’Assessorato al Bilancio del Comune di Milano

 

 

MOZIONE

 

Disposizioni amministrative per il rafforzamento di spazi per le comunicazioni istituzionale e sociale (iniziative senza scopo di lucro) sul territorio cittadino

 

 

 

Premesso che

 

l’articolo 21 della Costituzione sancisce come diritto fondamentale la libertà di espressione del pensiero nella dicitura “ … tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali della persona

 

 

constatato che

 

 

è in discussione in sede consiliare e di commissione consiliare la revisione del Regolamento sulla Pubblicità e sulle Affissioni, nonché un nuovo Regolamento sul tariffario complessivo, e che riguardo tale argomento possa rientrare la costituzione degli spazi di informazione a scopo sociale, esistendo a proposito una ipotesi di proposta di alcuni consiglieri comunali,

 

 

considerato che

 

 

ogni iniziativa per la propria riuscita e promozione ha necessità di una capillare diffusione, e che ogni informazione che riguardi l’amministrazione pubblica, circoscrizionale e comunale, necessiti di un’adeguata pubblicizzazione al fine di garantirne la trasparenza in un’ottica di avvicinamento della cittadinanza alla vita istituzionale

 

preso atto di fatto

 

 

che tale opportunità risulta essere totalmente carente e lacunosa nell’ambito circoscrizionale e comunale, tanto che, spesso, la mancanza dei necessari spazi di comunicazione determina il ricorso all’utilizzo improprio di spazi per affissione,

 

 

 

Visto in diritto

 

le poche possibilità aggiuntive alla comunicazione politica e sociale che il Regolamento comunale offre e la possibilità di incorrere in pene sanzionatorie spesso non sostenibili da parte dei soggetti coinvolti,

 

 

PQM

 

 

Si invita

 

 

i Settori in indirizzo di provvedere a definire quali tipi di supporto utilizzare per le necessità suesposte e di garantire un’equa distribuzione e diffusione nell’ambito territoriale comunale di spazi di comunicazione sociale, nella nostra circoscrizione in particolare vista la nostra competenza, in riferimento anche alla discussione di revisione del regolamento sulle affissioni pubblicitarie e nell’ottica di un necessario riordino ed armonizzazione del piano generale degli impianti pubblicitari,

 

 

e si impegna

 

 

l’Assessorato alle Aree Cittadine alla verifica e coordinamento con i Consigli Circoscrizionali, riferimenti territoriali primari maggiormente competenti, a disporre un piano di equa distribuzione degli spazi per la comunicazione sociale, prevedendone anche un incremento attraverso l’utilizzo di nuovi canali di informazione e comunicazione tecnologicamente avanzati,

 

 

l’Assessorato al bilancio di definire una previsione di investimento da inserire nel prossimo bilancio comunale al fine di garantire una soddisfazione della richiesta di spazi di comunicazione sociale in un’ottica di equa distribuzione dei medesimi e una diffusione il più possibile capillare e ripartita

 

Proponente:

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo LA SINISTRA

 

Firmatari

Massimo Gentili – Capogruppo La Sinistra

Daniele Olivieri – Consigliere PS – Gruppo LA SINISTRA

Franz Brunacci – Consigliere Gruppo MISTO

Mercoledì, 29 Luglio, 2009 - 17:43

50 ANNI DI SCUOLE CIVICHE - LA MOIOLI LE VUOLE CHIUDERE

Una storia gloriosa e unica: le civiche scuole di Milano hanno consentito
per 50 anni a generazioni  di studenti che non erano più in condizioni di
frequentare  le scuole statali  di completare gli studi e di diventare
professionisti, docenti, dirigenti d’azienda, o semplicemente di migliorare
la propria condizione lavorativa.
Un presente di qualità: all’esame di stato , tutti gli studenti dei civici
licei serali sono stati promossi.
Una vita difficile: sempre poco valorizzate, in particolare dalle ultime
giunte di destra che non hanno mai voluto pubblicizzare l’importante ed
unica opportunità offerta da queste scuole attraverso un’adeguata
informazione, in particolare presso gli istituti statali. Anzi, sempre
pronti (i vari assessori che si sono succeduti) con le forbici in mano a
tagliare classi, corsi e docenti. Quest’ultimo atto dell’assessore Moioli
più che colpo di forbice è un taglio di ghigliottina che taglia
indiscriminatamente sia dove le iscrizioni sono poche che dove sono molte,
come nei corsi di idoneità, inoltre  dove si potrebbero trovare soluzioni
diverse per mantenere e sviluppare il servizio – la Moioli sceglie  di
chiudere.
Siamo troppo maliziosi se pensiamo che così l’unica offerta che resta in
campo è quella delle scuole private? (con ben altri costi per le famiglie)
Questa Giunta ha dichiarato che nonostante i problemi di bilancio non
avrebbe tagliato i servizi sociali .  Non è così per le scuole civiche -
proprio quando in tempi di crisi economica servirebbero più istruzione e
formazione – non è così per gli asili nido – dove per risparmiare qualche
euro si abbatterà la qualità del servizio assieme  ai diritti ed ai già
magri stipendi delle lavoratrici.
Le scuole civiche vanno salvate! Bisogna investire e non tagliare su questa
storica risorsa della nostra città. Come primo passo le decisioni vanno
congelate fino a settembre quando si avrà un quadro più preciso delle
iscrizioni.
Noi, comunque ci batteremo fino in fondo per difendere e rilanciare questa
preziosa esperienza perché investire sull’istruzione significa costruire un
futuro migliore.

Consiglio Comunale di Milano - Gruppi consiliari
 Rifondazione Comunista
 Comunisti Italiani
Lista Uniti con Dario Fo

Mercoledì, 29 Luglio, 2009 - 17:38

International Business Equality Index, vincente British Telecom

La Camera di Commercio Internazionale Gay e Lesbica (IGLCC – International Gay and Lesbian Chamber of Commerce) pubblica i risultati della prima edizione dell’International Business Equality Index. Questo indice misura le performance di società multinazionali in relazione alle tematiche della diversità e dell’inclusione (diversity & inclusion) concentrandosi specificamente sulle comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) nei paesi in cui operano. La società al vertice della classifica sono BT Group (British Telecom), seguita da IBM e The Dow Chemical Company. Il risultato è stato reso noto nel corso della conferenza stampa a conclusione del 2° congresso annuale della IGLCC tenutosi a Copenhagen.
Le società partecipanti all’Equality Index di quest’anno sono: AMR (la società madre di American Airlines, Inc. e American Eagle), BT Group, Cisco Systems, The Dow Chemical Company, IBM, ING, Intel, KPMG, Kraft Food, Merck, Novartis, Philips, SAP, TNT e UBS. Esse rappresentano 1,7 milioni di dipendenti in 227 paesi e un fatturato di 800 miliardi di USD l’anno.
Mercoledì, 29 Luglio, 2009 - 17:12

In gara contro il pregiudizio i campioni delle Olimpiadi Gay

28/07/2009 - La Repubblica
COPENAGHEN- Trentotto discipline, oltre ottomila sportivi provenienti da circa cento paesi e uno spirito che mai come in questo caso si potrebbe definire più"decubertiniano": entra nel vivo a Copenaghen la seconda edizione dei Word Outgames, le Olimpiadi dedicate alla comunità omosessuale. Una manifestazione internazionale che promuove il benessere fisico, mentale espirituale di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transgender che fino al prossimo 2 agosto si affronteranno nelle classiche specialità olimpiche -dall'aerobica al ciclismo, dal nuoto al curling - con qualche eccezione come ladanza o le corse sui pattini a rotelle.
Al motto di "veri sport, vera cultura e un vero divertimento" l'Olimpiade, che nel 2006 si era tenuta per la prima volta nella città canadese di Montreal, accetta iscritti proveniente da ogni parte del mondo e di qualsiasi livello: dall'amatoriale all'agonistico. Quello che conta è gareggiare contro il pregiudizio, in un settore come quello dello sport nel quale l'omosessualità rappresenta ancora un forte tabù. Così forte che secondo OutSport, la piùautorevole webzine di cultura sportiva omosessuale, alle Olimpiadi di Pechino dello scorso anno solo dieci atleti si sono dichiarati apertamente gay, contro una stima di circa mille. Inoltre il portavoce del Portnoy Group, un'importanteazienda di consulenza sportiva, dichiarò che in fatto di branding essere gay comporta ancora oggi un danno di immagine all'atleta.
Oltre all'immagine e al denaro rimane però lo spirito di questi atleti coraggiosi. Egrazie alla loro massiccia partecipazione i giochi possono prendere il via per il secondo anno. Inaugurati lo scorso venerdì con una grande cerimonia diapertura, è solo a partire da oggi che gli sportivi inizieranno ad affrontarsi nelle varie specialità. Tra gli atleti che cercheranno di portare in alto i colori italiani ci sono anche i calciatori della KingKickers Italia, la squadra che ha sede a Milano allenata dal giornalista sportivo Paolo Giordano che dalla sua pagina di Facebook informa in tempo reale sull'andamento del difficile girone che vede la nazionale confrontarsi con squadre favorite come laDanimarca, gli Stati Uniti e il Messico. Nei prossimi giorni seguiranno le competizioni di basket, bowling, bridge, hockey sul prato, nuoto, fino alla conclusione dei giochi con il triathlon previsto per sabato 1 agosto.
A completare un programma sportivo decisamente ricco, l'amministrazione comunale di Copenaghen e la Glisa, l'associazione sportiva internazionale di gay e lesbicheche dal 2003 si contende con la Gay Games Federation la gestione degli eventi sportivi della comunità omosessuale, hanno organizzato mostre, dibattiti einstallazioni ispirate al tema di genere, identità e diversità. E se la prima immagine che vi viene in mente pensando a questo evento è quella di sportivi inabiti frivoli che ancheggiano effeminati o di donne corpulente che ballano abbracciate, potete anche accantonare il pregiudizio. Quella di Copenaghen altro non è che una manifestazione sportiva nella quale i partecipanti possono esprimere le loro preferenze sessuali in totale libertà. Poi, una volta smesse le scarpe sportive, c'è spazio anche per un fitto calendario di party che animeranno le notti dei partecipanti.
Ma nonostante il clima di festa che ha accompagnato i primi giorni dei giochi, anche nella civilissima Danimarca - qui dal 1989 le unioni civili traomosessuali sono riconosciute e nello scorso marzo è stata approvata l'adozionedi figli anche per coppie gay - tre atleti sono stati aggrediti in una delle piazze principali della capitale durante la ceremonia di apertura. Fredda d'altronde era stata anche la reazione da parte dei media e del governo danese, che non ha partecipato all'inaugurazione. E mentre gli atleti, sportivamente, continuano a gareggiare, Uffe Elbaek, direttore dell'evento, ci tiene a ricordare che l'aggressione ai tre atleti, uno svedese, un norvegese e uninglese, deve far riflettere ma non sporcare in alcun modo l'immagine di una città come Copenaghen nota come una delle capitale più tolleranti e progressiste.

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