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.: Il Blog di Angelo Valdameri
Martedì, 1 Settembre, 2009 - 08:54

L'Italia dei dialetti?Ma non sappiamo parlare/scrivere l'italiano

Riporto un articolo di ADUC su un tema di attualità:

27 Agosto 2009.

Nel clima d'agosto dove ogni cosa detta da qualcuno che abbia un minimo di potere e credibilita' politica diventa argomento di possibile svolta legislativa, quella dei dialetti da inserire nell'istruzione obbligatoria e nell'informazione di Stato, e' una che fa numero con altre (qualcuno ricorda la coltura/cultura del bergamotto che il ministro Umberto Bossi aveva tirato fuori come soluzione alle difficolta' economiche del sud? Giornalate, inchieste, dichiarazioni, etc... il bergamotto e' sempre li', nei suoi campi calabresi e nel suo limitato mercato).
Precisando che il dialetto, di per se', ha sempre una derivazione da una lingua madre (altrimenti diventa lingua come quelle in Sardegna, che e' un'altra cosa), e' proprio quest'ultima che conviene conoscere per meglio comprendere il proprio e gli altri dialetti di medesima derivazione. E qui "casca l'asino".
Negli ultimi decenni, soprattutto con l'avvento di Internet e la possibilita' di scambio veloce di messaggi, la correttezza della propria lingua e' diventata una sorta di optional. Spesso si sintetizzano le parole e le frasi, per esigenza di velocita' e di spazio -complice l'abilita' del singolo- possono diventare dialoghi fra iniziati del mezzo (vedi anche sms). Ma molto piu' spesso le persone scrivono senza nessuna cura della grammatica, dell'analisi logica, della punteggiatura, etc.. mandando a ramengo quelle minime regole della comprensione che facilitano la comunicazione interpersonale.
Lo diciamo noi, associazione di consumatori che riceve giornalmente qualche centinaio di lettere (la maggior parte via web) con cui ci vengono chiesti consigli; lettere che poi pubblichiamo, dopo un minimo di correzione che le rendano comprensibili, nella rubrica online "Cara Aduc". Piu' della meta' di queste lettere sono piene di strafalcioni di tutti i tipi, anche scritte da persone che ci indicano svolgere una professione/mestiere in cui la scrittura dovrebbe essere importante: i piu' diffusi strafalcioni sono legati alle espressioni gergali e dialettali, nonche' alle parole che originano da lingue straniere (essenzialmente inglese) e che vengono riportate nei modi piu' fantasiosi, essenzialmente legate alla fonetica. Tra queste anche le lettere di chi, straniero in Italia, ci scrive per avere una consulenza sui propri diritti e doveri, come immigrato e come nuovo residente.
A questa Italia il Governo risponde con lo studio del dialetto a scuola e con l'informazione di Stato in dialetto? Mah!! Gli italiani che sono tali, e i residenti nel nostro Paese provenienti da mondi molto diversi dai nostri (che sono sempre di piu' e che fermarli e' utopia), crediamo abbiano altre esigenze, sempre che si concepisca la nostra societa' come quella in cui gli individui possano e debbano vivere comunicando fra loro e comprendendosi anche nei rapporti con le istituzioni. E su questo andrebbero fatti investimenti oltre che sullo studio della lingua inglese, pur nel rispetto dei singoli dialetti: ma rispetto e' altra cosa da sostituzione e creazione di "gabbie linguistiche" che diventerebbero sempre piu' impenetrabili e ostili.

Martedì, 1 Settembre, 2009 - 08:45

Autovelox & co: una guida

Al rientro delle vacanze qualcuno/a potrebbe ricevere la notifica di una sanzione amministartiva per violazione del codice della strada (ad es. superamento del limite di velocità).
Credo quindi utile riportare qui di seguito la scheda pratica pubblicata da ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
Cari saluti a tutti/e
Antonella Fachin
------------------------

Autovelox & co: una guida
a cura di Rita Sabelli
da ADUC - http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=270298

 
Il Ministero dell'Interno ha recentemente pubblicato una Direttiva (del 14/8/09) allo scopo di migliorare la sicurezza stradale e diminuire il numero di incidenti causati da eccessiva velocita'. Tra le altre cose, la Direttiva detta istruzioni operative per l'utilizzo degli apparecchi di rilevazione della velocita', si' da regolare, uniformare ed ottimizzare le attivita' di controllo.  
Si tratta di una sorta di "riassunto" di tutte le norme esistenti sul tema, che qui riportiamo con nostre integrazioni, anche giurisprudenziali.
 
APPARECCHI RILEVATORI DELLA VELOCITA'
Possono essere fissi o mobili, e rilevare la velocita' istantanea o media (tutor). Devono essere approvati (omologati) dal Ministero dei trasporti.
 
I fissi sono solitamente omologati per il funzionamento automatico senza la presenza dei vigili, e possono essere installati solo su determinate strade (vedi piu' avanti).
Per i mobili presidiati o utilizzati direttamente dalla polizia non ci sono particolari limitazioni, li si puo' trovare su qualsiasi strada.
 
Gli apparecchi di misurazione della velocita' non sono soggetti a taratura periodica in senso tecnico, poiche' la normativa (legge 273/91) riguarda soltanto i controlli metrologici effettuati su apparecchi di misura di tempo, distanza e massa.
Devono pero' essere sottoposti a controlli di funzionalita' con periodicita' precisata dal costruttore nel manuale d'uso. Sia per gli apparecchi fissi che mobili il controllo deve comunque avvenire come minimo con cadenza annuale, da parte del costruttore -se abilitato- o dai centri di taratura.
 
Sul fatto che non sia necessaria la taratura del singolo apparecchio (concetto ribadito piu' volte dal Ministero) si e' espressa anche la Cassazione con sentenza 16757/07. Fanno fede, e sono sufficienti, le omologazioni del modello-tipo e le verifiche periodiche fatte nei termini previsti dai manuali d'uso.
Sul tema "carenza di controlli", "mafunzionamenti", "difetti di costruzione" degli apparecchi, merita citare alcune altre sentenze di Cassazione (12843/09 e 13114/09), che sanciscono come sia a carico del ricorrente la prova a sostegno (non basta una mera affermazione o ipotesi). Ne' in tal senso conta la mancata indicazione, sul verbale, di frasi che attestino che la funzionalita' del singolo apparecchio sia stata sottoposta a controllo preventivo e costante durante l'uso. Esse non sono obbligatorie.
 
Le omologazioni ministeriali dispongono le modalita' d'uso (automatico o manuale), l'obbligo di presidio da parte delle pattuglie, le periodicita' di controllo.
 
I piu' diffusi apparecchi che possono funzionare in modalita' automatica senza la presenza degli agenti (quindi senza obbligo di fermo) sono:
VELOMATIC 512: decreto omologazione 8 aprile 2009 n.35388
TRAFFIPHOT III: decreto omologazione 24 dicembre 2004 n.4130
AUTOVELOX 104/E: decreto omologazione 27 giugno 2006 n.903 con successive estensioni
AUTOVELOX 104/C-2: decreto omologazione 16 maggio 2005 n.1123 e successive estensioni
AUTOVELOX 105 SE: decreto omologazione 16 maggio 2005 n.1122 e successive estensioni
MULTARADAR S580: decreto omologazione 12 marzo 2009 n.1281
CELERITAS: decreto omologazione 12 marzo 2009 n.1279
TRAFFIC-OBSERVER LMS-6: decreto omologazione 11 luglio 2008 n.57772
SICVE (tutor): decreto omologazione 24 dicembre 2004 n.3999 e successive estensioni
etc.etc.
 
Per visionare i decreti di omologazione:
http://www.trasporti.gov.it/page/NuovoSito/site.php?p=cm&o=vd&id=3087
 
UTILIZZO
Tutti gli apparecchi possono essere utilizzati unicamente dagli organi che svolgono funzione di polizia stradale, quindi da
- in via principale Polizia Stradale della Polizia di Stato;
- Polizia di Stato;
- Arma dei carabinieri;
- Corpo della guardia di finanza;
- Corpi e ai servizi di polizia provinciale, nell'ambito del territorio di competenza;
- Corpi e ai servizi di polizia municipale, nell'ambito del territorio di competenza;
- funzionari del Ministero dell'interno addetti al servizio di polizia stradale;
- Corpo di polizia penitenziaria e al Corpo forestale dello Stato, in relazione ai compiti di istituto.
(si vedano art.11 e 12 comma 1 c.d.s.)
 
I suddetti organi devono anche redigere e sottoscrivere i verbali, nonche' convalidare le foto fatte dagli apparecchi.
 
Alle societa' private possono essere affidate unicamente attivita' sussidiarie all'accertamento, quali -per esempio- la rimozione dei rullini fotografici, lo sviluppo e la stampa delle foto (alla presenza di un operatore dell'organo di polizia), la memorizzazione dei dati e la predisposizione degli stampati per le procedure di notifica (compresi i verbali).
Durante i rilevamenti possono inoltre essere utilizzate prestazioni di personale tecnico.
 
Gli apparecchi possono anche non essere non di proprieta' dell'organo utilizzatore, ma anche:
- presi in locazione o leasing da societa' i cui contratti prevedono anche la manutenzione;
- presi in comodato da altre amministrazioni o dagli enti proprietari o concessionari delle strade, con contratti che possono prevedere anche la manutenzione.
 
Alla velocita' rilevata va applicata una percentuale di riduzione del 5% di minimo 5 km/h
 
POSIZIONAMENTO
Gli apparecchi fissi a funzionalita' automatica (a distanza) possono essere installati su autostrade e strade extraurbane principali (rispettivamente tipo A e B).
Per le strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento (tipo C e D) occorre la disposizione del Prefetto, che deve individuare i tratti di tali strade ove puo' essere possibile l'attivita' di controllo remoto del traffico (vedi Art.4 Dl 121/2002).
Sulle strade urbane di quartiere e locali (tipo E ed F) non e' invece consentito l'uso di apparecchi automatici. Su di esse e' possibile solo attivita' di controllo con intervento diretto della polizia (anche attraverso apparecchi a rilevazione manuale).
 
Ricordiamo che per gli apparecchi a funzionalita' automatica a distanza, stante apposita omologazione, non e' obbligatoria la presenza degli agenti e non e' prevista la necessita' di fermare il veicolo, in deroga a quanto prevede in modo generico il c.d.s. (vedi piu' avanti).
 
Stessa cosa per gli apparecchi mobili a funzionalita' automatica. In questo caso gli apparecchi possono essere alloggiati dentro un'auto in sosta fuori della carreggiata, oppure su cavalletti o su strutture removibili.
 
Gli apparecchi mobili utilizzati con la presenza degli agenti (compresi quelli ad uso manuale) possono invece essere usati su tutte le strade, sia urbane che extraurbane, e sulle autostrade.
Con una differenza.
Sulle autostrade, strade extraurbane principali nonche' su strade extraurbane secondarie ed urbane di scorrimento segnalate dal Prefetto, non e' necessaria la contestazione immediata ne' che sul verbale siano precisate le motivazioni del mancato fermo (basta il riferimento al Cds art. 201 o al decreto prefettizio, vedi piu' avanti).
Sulle altre strade, quindi quelle urbane, locali e in generale quelle non segnalate dal Prefetto, la contestazione differita e' ammessa solo se l'apparecchio -direttamente controllato dall'agente di polizia- consente l'accertamento solo dopo che il veicolo e' passato, oppure se sia impossibile fermare lo stesso in tempo utile, nei modi regolamentari e in sicurezza. In questi casi il verbale deve richiamare l'art.201 comma 1 bis lettera e) del codice della strada (che prevede questi casi di deroga all'obbligo di fermo) e deve citare le modalita' di controllo che legittimano il mancato fermo.
 
Ricordiamo anche che le pattuglie, cosi' come le auto sulle quali sono eventualmente posti gli apparecchi, devono risultare ben visibili, oltre che segnalate (vedi piu' avanti).
 
In tutti gli altri casi diversi da quelli ora detti, la contestazione deve essere immediata, quando possibile, ed il verbale deve eventualmente indicare con chiarezza le motivazioni del mancato fermo.
 
Nota importante: Le strade extraurbane che attraversano un centro abitato diventano, a seconda delle loro caratteristiche e a prescindere da chi ne abbia la proprieta' e la gestione, urbane di scorrimento, urbane di quartiere o locali. Nel primo caso gli apparecchi automatici potrebbero essere installati solo dietro autorizzazione del Prefetto. Negli ultimi due casi, invece, non sarebbe possibile alcuna rilevazione automatica.
 
SEGNALAZIONE
Il codice della strada prevede che le postazioni di controllo e rilevazione della velocita' siano preventivametne segnalate e ben visibili. Anche le pattuglie eventualmente presenti devono essere ben visibili.
L'indicazione della segnalazione, inoltre, deve apparire anche sul verbale (Ministero trasporti, pareri del 4/3/08 e 4/2/08).
 
A seguito della riforma del 2007 (d.l. 117/07) il Ministero dei trasporti ha pubblicato un decreto (DM 15/8/07) che ha definito le modalita' di segnalazione.
 
Devono essere segnalati tutti i dispositivi di rilevamento che funzionano da “fermi”, ovvero autovelox (fissi o mobili), telelaser, etc.. Sono esclusi i sistemi di rilevamento “a inseguimento”, ovvero utilizzati da un'auto o moto in movimento.
La segnalazione puo' avvenire con cartelli stradali temporanei o permanenti, segnali luminosi a messaggio variabile oppure dispositivi di segnalazione luminosa installati su veicoli. Per le postazioni mobili possono essere utilizzate segnalazioni fisse solo se il posizionamento della postazione sia stata pianificata e NON abbia carattere occasionale ma avvenga con una certa sistematicita'.
Essi devono essere di forma rettangolare di dimensione e colore variabile a seconda del tipo di strada, in conformita' con le disposizioni del regolamento attuativo degli articoli 39 e 41 del codice della strada.
Sul pannello rettangolare deve essere riportata l'iscrizione “controllo elettronico della velocita'” oppure “rilevamento elettronico della velocita'” , eventualmente integrata con il simbolo o la denominazione dell'organo di polizia stradale che attua il controllo. I segnali luminosi installati sulle autovetture possono contenere iscrizioni sintetiche tipo “controllo velocita'” oppure “rilevamento velocita'”.
 
Nessuna norma fissa distanze minime precise tra il segnale e l'apparecchio rilevatore. Viene solo detto che i segnali devono essere posizionati con adeguato anticipo rispetto al luogo ove avviene la rilevazione, in modo da garantire il tempestivo avvistamento della postazione di controllo, sia in relazione al tipo di strada che alla velocita' locale predominante. La distanza massima e', in ogni caso, 4 km.
 
Tuttavia il ministero dell'interno ha ribadito (*) che si possano prendere in considerazione, per stabilire la distanza “adeguata”, le distanze minime indicate nel regolamento attuativo dell'art.39 del codice della strada per i segnali di prescrizione, ovvero 250 metri sulle autostrade e strade extraurbane principali, 150 metri sulle strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento (con velocita' superiore a 50 km/h) e 80 metri sulle altre strade.
Si dovrebbe evitare che tra il segnale e la postazione di rilevamento vi siano intersezioni che comporterebbero la ripetizione dello stesso. Tuttavia, se cio' avviene, la ripetizione e' necessaria. Non e' invece previsto che vi siano apposti segnali indicanti la “fine” della prescrizione.
Tale interpretazione e' stata confermata anche dal Ministero dei Trasporti (parere del 21/4/09), che ha precisato anche che le modalita' operative di controllo devono essere stabilite dal Prefetto.
 
Sui box che contengono gli apparecchi fissi devono essere collocati dei cartelli di indicazione. Se la postazione e' situata sopra il livello della strada il segnale e' apposto sul portale su cui gli apparecchi sono installati.
 
Rilevante la sentenza di Cassazione penale n.11131/09 che ha evidenziato, per alcuni casi calabresi di autovelox nascosti e non segnalati, il reato di truffa. Qui il nostro osservatorio legale sul caso:
http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=258225
 
(*) Circolare del 20/8/2007 e Direttiva 14/8/2009
 
CONTESTAZIONE IMMEDIATA O DIFFERITA?
Come gia' visto, norme, disposizioni varie e giurisprudenza hanno sempre di piu' affrancato l'apparecchio autovelox -soprattutto quello omologato per uso automatico- dal generico obbligo di fermo e dalla necessita' di presidio da parte delle pattuglie di polizia.
Vediamo il quadro. Prima di tutto e' lo stesso codice della strada, all'art. 201 comma 1 bis, ad elencare tra i casi per i quali la contestazione immediata non e' "necessaria" :
- lettera e) del comma 1 bis: accertamento della violazione per mezzo di appositi apparecchi di rilevamento direttamente gestiti dagli organi di Polizia stradale e nella loro disponibilita' che consentono la determinazione dell'illecito in tempo successivo poiche' il veicolo oggetto del rilievo e' a distanza dal posto di accertamento o comunque nell'impossibilita' di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari (in pratica gli apparecchi usati manualmente, come i telelaser);
- lettera f) del comma 1 bis: accertamento effettuato con i dispositivi di cui all'art.4 del Dl 121/2002, convertito nella legge 168/2002 (in pratica gli autovelox a funzionamento automatico installati su autostrade e strade extraurbane principali, nonche' su extraurbane secondarie e urbane segnalate dal Prefetto). 
 
Il concetto e' ulteriormente ribadito anche dal Dl 121/2002, allo stesso art.4.
 
L'art.201 comma 1ter stabilisce anche che per gli apparecchi ad utilizzo automatico non e' necessaria la presenza della polizia, stante adeguata omologazione.
 
Anche la regola generale secondo cui sul verbale devono essere riportate le motivazioni del mancato fermo ha le sue piccole deroghe.
Nel caso di apparecchio a funzionamento automatico a distanza puo' infatti bastare la citazione della legge (art.201 c.d.s. comma 1 bis lettera f), mentre nei casi di utilizzo di apparecchi ad uso manuale -dove deve in qualche modo giustificarsi l'impossibilita' - possono essere inserite frasi che si riferiscono all'impossibilita' di fermare il veicolo per motivi di sicurezza, in tempo utile, o al fatto che la determinazione dell'illecito e' successiva al passaggio dello stesso. In questi casi potrebbe bastare la citazione dell'art.201 c.d.s. comma 1 bis lettera e) con la descrizione del tipo di controllo effettuato.
Nel caso di strade extraurbane secondarie ed urbane segnalate dal Prefetto, la motivazione puo' anche far riferimento al decreto prefettizio che autorizza l'uso del dispositivo su quella strada e prevede per essa la deroga all'obbligo di fermo (ai sensi dell'art.4 del Dl 121/2002).
In pratica, la contestazione immediata rimane obbligatoria solo per gli autovelox mobili gestiti direttamente dalla polizia sulle strade urbane o locali e su quelle extraurbane e urbane di scorrimento non segnalate dal Prefetto. In questo caso vale la regola generale per cui sul verbale devono essere riportate le chiare motivazioni dell'eventuale mancato fermo.
Quando avviene il fermo del veicolo e la contestazione immediata, non e' ovviamente necessario sviluppare foto o filmati. Questi supporti rappresentano semmai una documentazione ulteriore, ma non indispensabile, ai fini della prova dell'avvenuto illecito.
Il fermo del veicolo, inoltre, puo' avvenire anche da parte di una pattuglia posta successivamente a quella che ha rilevato l'infrazione, con comunicazione via radio delle risultanze dal monitor dell'apparecchiatura. Sul verbale devono apparire, in ogni caso, i nomi degli agenti che hanno effettuato l'accertamento
(si veda in proposito anche la sentenza di Cassazione n.15774 del 3/7/09).

FOTO, FILMATI e PRIVACY
Le foto o i filmati prodotti dalle apparecchiature non devono mai essere allegati al verbale. Se il soggetto multato vuole puo' visionarli.
 
Queste "prove" , qualora contengano gli estremi identificativi del veicolo- devono essere conservate dagli organi di polizia stradale secondo le disposizioni in materia di privacy, per un periodo di tempo coincidente almeno con la definizione dell'accertamento (pagamento della multa o conclusione dell'eventuale ricorso o della procedura di riscossione). Le disposizioni della tutela della privacy valgono, ovviamente, anche qualora le funzioni di sviluppo e stampa vengano affidate a ditte private.
 
Per motivi di privacy, nel caso di rilevazione automatica non si possono fare riprese frontali del veicolo. Esse sono consentite solo se la rilevazione e' effettuata con dispositivi laser e vi e' la contestazione immediata.
 
DUE PAROLE SULLE "TRUFFE AUTOVELOX"
Le recenti cronache hanno evidenziato diversi e diffusi casi di truffe (o ipotetiche tali) perpetrate con apparecchi autovelox.

In alcuni casi si e' trattato di indagini penali e sequestri dovuti a presunte irregolarita' negli appalti tra ditte fornitrici degli apparecchi e enti comunali. In altri gli apparecchi sequestrati non erano conformi alle norme o alle autorizzazioni rilasciate dal Ministero, erano installati dove non potevano, erano usati in maniera irregolare oppure erano nascosti e non segnalati.
I casi sono quindi diversi e vanno valutati in modo specifico, ovviamente, magari con l'aiuto di comitati o associazioni locali.
Come regola generale, se l'apparecchio che ci ha multato rientra tra quelli "indagati" e' possibile far ricorso al giudice di pace se non si e' ancora pagato e se non sono decorsi i termini per contestare (60gg dalla notifica). In caso contrario la cosa diventa difficile perche' il verbale non e' piu' impugnabile per legge. Occorrerebbe quindi attendere la conclusione delle indagini e magari costituirsi parte civile nel processo penale, con lo scopo di ottenere il risarcimento del danno.
Cio' tenendo nel frattempo sott'occhio le varie iniziative locali, comprese quelle dell'amministrazione comunale.
 
LINK UTILI
- Testo della direttiva e dell'Allegato 1 (operativo)
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/16/0142_direttiva_velocita.pdf
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/16/0141_allegato_direttiva.pdf
 
Schede collegate
- MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: IL VERBALE E LA SUA NOTIFICA
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40773
- MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: LE SANZIONI E IL PAGAMENTO
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=57754
- MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: COSA FARE (pagamento o ricorso)
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40753
Martedì, 1 Settembre, 2009 - 08:08

No all'inceneritore nel Parco Sud

MEDIGLIA, GATTI: “PRESENTATA INTERROGAZIONE PER SOLLECITARE INTERVENTO DELLA PROVINCIA CONTRO IL GASSIFICATORE/INCENERITORE. GLI ATTI ESISTONO, VANNO SOLO LETTI E APPLICATI”

 

Milano, 28 agosto 2009. Il Capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia – PRC – PdCI, Massimo Gatti, oggi ha presentato un’interrogazione al Presidente della Provincia di Milano in merito all’ impianto di trattamento dei rifiuti urbani di Mediglia, per venire a conoscenza delle azioni che la Giunta Provinciale intende intraprendere per attuare l’ordine del giorno approvato all’unanimità il 25 marzo 2009 dal Consiglio provinciale e la deliberazione n. 566 del 25 maggio 2009, in cui la Giunta provinciale esprimeva il proprio parere negativo in ordine alla realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti urbani con valorizzazione energetica dei medesimi mediante gassificazione/incenerimento.

 

“Per tutelare gli interessi generali delle cittadine e dei cittadini di Mediglia – ha affermato Massimo Gatti - che si sono già espressi ripetutamente contro il gassificatore/inceneritore, è necessario che la Provincia di Milano si attivi rapidamente per realizzare quanto approvato da Consiglio e Giunta, sostenendo con determinazione e celerità queste decisioni nei confronti della Giunta Regionale. Contrariamente a quanto affermato continuamente e con troppa disinvoltura dal Presidente Podestà, gli atti formali esistono, si tratta solo di saperli leggere ed applicare. È necessario un impegno univoco di tutti i soggetti istituzionali per impedire che Mediglia diventi una seconda Inzago”.  

 

Nell’interrogazione si chiede inoltre quali iniziative intende mettere in campo la Giunta provinciale per attuare i contenuti del vigente Piano provinciale per la gestione dei rifiuti, in modo particolare in merito alle azioni di riduzione, potenziamento della raccolta differenziata, riciclo e riuso, a partire dalla città di Milano.

 

“Infatti non servono nuovi, inutili e dannosi inceneritori, né a Mediglia né altrove – ha concluso Massimo Gatti -. In questi ultimi giorni il Comune di Milano, la Regione Lombardia e la Provincia di Podestà, stanno invece riproponendo la pericolosa litania di un nuovo inceneritore a tutti i costi, solo per obbedire alle esigenze di massimizzazione dei profitti di alcuni potentati e non agli interessi generali della nostra popolazione”.  
 
 

Luca Forlani

Segreteria Gruppo Consiliare Lista civica Un'Altra Provincia-PRC-PdCI

tel. 02.77402614 - cell. 334.3952953

gattialtraprovincia@gmail.com

http://massimogatti.wordpress.com

Lunedì, 31 Agosto, 2009 - 16:46

Aumentano le denunce di casi di omofobia

Lo Sportello Legale Arcigay - che fornisce a livello nazionale consulenza legale gratuita - segnala che negli ultimi giorni sono pervenute svariate testimonianze di violenze omofobiche: pesanti ingiurie, danneggiamenti, lesioni e in alcuni casi anche aggressioni.

In particolare - rispettando la privacy delle vittime – ci sono stati segnalati un caso di stalking in Liguria, un caso di pesanti ingiurie e minacce da parte di un commerciante in Puglia, un caso di quasi linciaggio verbale da parte di alcuni condomini in Calabria e svariate segnalazioni di diffamazioni a mezzo internet.

“I fatti citati sono solo una piccola testimonianza dello stillicidio quotidiano di reati con movente omofobo ai danni delle persone LGBT.” – dichiara l’Avvocato Cathy La Torre, responsabile dello Sportello Legale Arcigay – “Non possiamo fare a meno di constatare che il crescendo di segnalazioni corrisponde al recente interessamento dei media al problema della violenza omofobica, a dimostrazione del fatto che parlarne aiuta le persone LGBT a denunciare gli episodi di violenza e discriminazione di cui sono stati vittima.”

“I casi emersi sulla stampa raccolti nel nostro report sono solo la punta dell’iceberg che rivela un universo sommerso di odio e paure” – aggiunge il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “è necessario continuare a parlare pubblicamente di questa grave piaga sociale e soprattutto è necessario approvare una legge contro le violenze omofobe. Sosteniamo dunque tutte le manifestazioni pubbliche che denunciano e portano alla luce la diffusa omofobia e stiamo costruendo una grande manifestazione nazionale in autunno, di affermazione della nostra dignità”.

Info: sportellolegale@arcigay.it

 

fonte: www.arcigay.it

Lunedì, 31 Agosto, 2009 - 10:33

Proponiamo di marciare a Roma per i nostri Diritti

24/08/2009 - Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Fam. Arcobaleno

 

Proporremo nei prossimi giorni a tutte le associazioni del movimento italiano la convocazione unitaria, oltre a sit-in e presidi di protesta per il grave fatto accaduto a Roma, di una grande marcia a Roma, per i diritti e la dignità delle persone LGBT.

L’11 ottobre a Washington si terrà la tradizionale Giornata del Coming Out che quest’anno sarà il punto d’arrivo della marcia lanciata da Cleve Jones attivista gay che ha lavorato al fianco di Harvey Milk.

Anche noi, come i gay e le lesbiche USA, pretendiamo che il Parlamento faccia giustizia sull’uguaglianza dei diritti e per il matrimonio civile per le persone LGBT.

Allo stesso modo è ora di aprire un nuovo capitolo nel movimento dei diritti, affinché la nostra voce sia finalmente ascoltata dalle istituzioni. Siamo certi che tutte le persone realmente democratiche avvertano la gravità dell’ondata di odio e di violenza che si è abbattuta sul nostro Paese, ai danni delle persone LGBT, delle donne, dei migranti, delle persone socialmente indifese.

Pretendiamo, infine, che Governo ed opposizione, si esprimano in modo chiaro e tempestivo rispetto alle nostre richieste e soprattutto che dicano al Paese quali iniziative concrete vogliono mettere in atto.

Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay
Cristina Gramolini vice presidente nazionale ArciLesbica
Rita De Santis presidente nazionale Agedo
Giuseppina La Delfa presidente nazionale Famiglie Arcobaleno

Lunedì, 31 Agosto, 2009 - 08:22

Darsena: presentato il ricorso contro il Comune di Milano

Parcheggio Darsena: presentato il ricorso contro il Comune di Milano da parte di alcuni residenti e dei comitati dei Navigli.

Venerdì, 28 Agosto, 2009 - 18:08

Aggressione a Napoli, ormai una violenza al giorno

Un ennesimo, gravissimo, episodio di violenza omofoba è avvenuto a Napoli. Le vittime  - un armeno di 25 anni e uno svizzero di 47 – sono state aggredite da un gruppo in Piazza Dante e hanno riscontrato contusioni e un forte stato d'ansia.

“Ormai contiamo una violenza al giorno e ogni giorno le persone omosessuali diventano più spaventate di vivere in questo paese.” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “Quanti giorni vogliamo ancora fare passare per approvare urgentemente una legge che tuteli chiaramente le persone dagli attacchi omofobici come questo?”

Secondo il report Arcigay che raccoglie solo gli episodi di omofobia emersi sulla stampa, non considerando purtroppo tutte le vittime che non hanno ancora il coraggio di denunciare le violenze, i casi di omicidio, aggressione e pestaggi registrati nel 2009 sono già 56 ed hanno superato quelli del 2008, nonostante si basino su nemmeno 8 mesi. Inoltre dal 2006 ad oggi la tendenza è purtroppo in crescita, con un’incremento degli episodi di aggressione, insulti e vandalismo.

“Napoli è la città dell'accoglienza, ma rischia di perdere questa sua vocazione: serve una forte svolta culturale.” aggiunge il presidente di Arcigay Napoli, Salvatore Simioli – “La situazione che si è venuta a creare sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza sociale: chiediamo un incontro urgente al sindaco di Napoli Iervolino per mettere a punto una vasta serie di interventi contro l'omofobia e, soprattutto,contro ogni forma di intolleranza.”

“A livello nazionale, Arcigay sta costruendo un percorso unitario del movimento LGBT per l’organizzazione di una grande manifestazione in autunno, di risposta all’odio e di affermazione della nostra dignità” – conclude Mancuso – “che coinvolga tutta la cittadinanza che vuole ancora un’Italia libera dal pregiudizio e dalla paura”.

 

www.arcigay.it

Ufficio Stampa 28 agosto

Venerdì, 28 Agosto, 2009 - 18:05

Libertà di stampa, l'appello di tre giuristi - Firma

L'APPELLO DEI TRE GIURISTI

L’attacco a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l’ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.

Invece, si batte la strada dell’intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di "cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee", come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell’informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.

Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d’informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.

Franco Cordero

Stefano Rodotà

Gustavo Zagrebelsky

 

Io ho aderito ... ora tocca a te

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 26 Agosto, 2009 - 16:56

Darsena = degrado

Nuova proposta del Comune per la Darsena. Fa seguito ad altri annunci che sono stati fatti anche negli anni scorsi in questo periodo.Peccato che alle parole non siano seguiti i fatti. E la darsena giace in uno stato pietoso. Ha ragione il sig Muttoni a lamentare la latitanza dell'Amministrazione Moratti. Aggiungo che basta andare in viale Gorizia ed affacciarsi dal parapetto sulla darsena: sotto è un tappeto  di piatti e bicchieri di plastica. I topi, grossi come pantegane, la fanno da padroni.

Il cantiere per la realizzazione dei box è fermo da anni. Ora, secondo La Repubblica di oggi sembra che qualcosa si stia muovendo. Arriveremo all'Expò 2015 nelle stesse condizioni di oggi?. Milano città europea?. Angelo Valdameri consigliere di zona 6 Lista Fo

Mercoledì, 26 Agosto, 2009 - 14:24

Darsena: c'è il nuovo piano dei costruttori

Stando a La Repubblica di oggi i costruttori del parcheggio sotto la Darsena avrebbero presentato al comune il nuovo progetto. Prevede 713 posti a rotazione e 303 box per residenti. In pratica un piano in pù dai 2 previsti. Simini, assessore ai Lavori Pubblici dà un ultimatum: "di parole ne ho sentite tante, dice, aspettiamo la proposta da gennaio. Ora ci interessano fatti e progetti realizzabili".

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