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.: Il Blog di Antonella Fachin
Martedì, 10 Novembre, 2009 - 16:40

Atteggiamento arrogante

DICHIARAZIONE GRUPPI CONSILIARI OPPOSIZIONE

CONSIGLIO di zona 6 DELL’8 NOVEMBRE 2009

I gruppi consiliari di opposizione a seguito dell’atteggiamento arrogante tenuto dal Presidente in occasione della nomina dei Rappresentanti del C.D.Z. nei Distretti Urbani del Commercio ( solo l’ultimo di tanti atti irriguardosi compiuti nei nostri confronti ) ribadiscono:

  1. Che non garantiranno più il numero legale come avvenuto nel consiglio del 5 Novembre;

  2. Per quanto riguarda l’odierna seduta, non parteciperanno al voto come ulteriore forma di protesta.

Partito Democratico – Partito Rifondazione Comunista – Socialisti Italiani –

Verdi – Italia dei Valori – Lista Ferrante

Lunedì, 9 Novembre, 2009 - 16:54

Il Museo del Novecento: under construction?

Passavo ieri sera per Via Mazzini per andare verso Piazza Diaz e sulla mia sinistra lungo tutto l'edificio dell'Arengario capeggiava un cartellone arrecante una scritta piuttosto interesante dal punto di vista dell'impatto grafico: "Museo del Novecento 9.."
Rimane un enorme dubbio che incombe sulla cittadinanza: quando sarà attivo il Museo? Quando avranno compimento i lavori e i cantieri che stanno risistemando internamente il palazzo?
In un articolo apparso in rete su 02blog.it si faceva riferimento a una copertura di 22 milioni di euro per la realizzazione dell'opera e il suo completamento e si definiva nel dicembre 2009 la data di ultimazione dell'opera. L'APT è stato spostato dal dicembre 2006 dall'Arengario, sua sede storica, al vecchio Albergo presente presso Via Foscolo. I lavori prevedono interventi strutturali di elevata portata all'interno dell'Arengario, tanto da ipotizzare un "tubo trasparente" che condurrà direttamente le persone dalla metrò all'ingresso al museo. Il Museo ospiterà opere maggiormente novecentesche: dai futuristi a notevoli esponenti della corrente moderna tra cui Pellizza da Volpedo, di cui troveremo collocato l'epico quadro de Il quarto stato.
Nello stesso intervento si denunciava come i lavori potessero essere trasparentemente seguiti dalla cittadinanza tramite il sito presente in rete, dove saranno seguite le varie fasi del cantiere.
L'ultimo dato, in realtà, non è proprio conseguentemente ottemperato in quanto il sito trova un home page con recata la dicitura classica "unider costruction", mentre già si sanno i nomi del direttore artistico, del presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione del Museo.
Le domande rimangono in gran parte inevase, e le riformulo:
1. quando saranno completati i lavori e se la dead line prevista in dicembre 2009 sarà ottemperata?
2. quali volumetrie saranno interessate per la struttura e come si comporrà il museo nel suo complesso (stanze, sezioni, opere ospitate, ufici amministratrivi e burocratici, spazi interattivi di accesso alle conoscenze, aree per mostre temporanee ...)?
3. quanto è costato il lavroo complessivo di intervento e come sono state reperite le risorse per la copertura del progetto?
4. quando sarà reso funzionante e accessibile il museo da parte dell'utenza?
5. il rapporto esistente tra Comune e la gestione artistica del Museo, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista della programmazione artistica complessiva?

Attendo risposte adeguate dai diretti responsabili dei settori pertinenti e amministratori del Comune di Milano.
Potrà essere il Museo patrimonio nuovo della città a livello culturale? E se sì come e quando potrà esserlo?

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 8 Novembre, 2009 - 13:22

La lotta dei Crocifissi

E’ grave il fatto che i crociati di casa nostra invece di preoccuparsi dei valori cristiani universali si abbandonino ad una invereconda cagnara su questioni di lana caprina”. Di Moni Ovadia

La vicenda della “ostensione” dei crocefissi nelle scuole e la sentenza della Corte Suprema del Parlamento Europeo ha dato la stura all’ennesima cagnara dei soliti politici che hanno imbracciato la spada del crociato per correre in difesa della presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche. Povero crocefisso usato come libretto di assegni per comprare qualche piccola rendita di potere.

Del vero merito della questione, la laicità dell’Europa, accettata come valore fondante da tutte le serie democrazie del vecchio continente  in Italia non gliene frega niente quasi a nessuno. La laicità da noi è stata condannata a morte per il reato capitale di laicismo, reato immaginario inventato dai chierici dell’integralismo nostrano.

 La Corte Suprema del Parlamento Europeo ha fatto semplicemente la sua parte perché non è tenuta a conformarsi alle anomalie e alle patologie di una classe politica di piccolo cabotaggio incistita solo nei propri piccoli interessi di potere e che non ha il minimo rispetto per il ruolo delle istituzioni preposte a tutelare i principi universali su cui l’Unione Europea si fonda.

Personalmente non ho niente contro il crocefisso, sono cresciuto fra crocefissi alle pareti di centinaia di luoghi in cui sono stato, ho lavorato e ho vissuto e non mi hanno certo condizionato.  Per quanto mi riguarda possono rimanere dove stanno. Del resto, in un Paese in cui ci sono migliaia di chiese e chiesette, di campanili possenti e svettanti o intimi e modesti, segno materico della civiltà cristiano-cattolica e intrinsecamentre appartenenti alla morfologia della bellezza italica, anche se i crocefissi venissero rimossi la situazione della “ostensione” non cambierebbe granché. Ma è grave invece il fatto che i crociati di casa nostra invece di preoccuparsi dei valori cristiani universali si abbandonino ad una invereconda cagnara su questioni di lana caprin

fonte: SeL Lombardia del 7 novembre 2009

Sabato, 7 Novembre, 2009 - 20:19

..in verità vi dico...

In verità vi dico.

nov 3
crocifisso_bassa.png
Ciao a tutti precari,
leggevo oggi sui giornali che i sindaci di tutta Italia promettono di scendere in strada a distribuire crocifissi in difesa degli italiani. Così ho capito come possiamo ottenere tutto ciò che ci viene tolto o non ci viene dato. Basterà chiedere alla corte di Strasburgo di vietare gli estintori nelle fabbriche, i letti negli ospedali, i banchi nelle scuole per vedere i nostri amministratori fare finalmente qualcosa per noi. – Arnald
Sabato, 7 Novembre, 2009 - 20:17

Le dieci risposte

Le dieci risposte.

le_dieci_domande_bassa
Finalmente, cari precari, Silvio nostro ha deciso di rispondere a dieci domande tutt’altro che innocenti. Certo, l’ha fatto attraverso il suo valvassino Vespa, ma almeno ha compiuto lo sforzo.
C’è da dire che l’atteggiamento di Repubblica si stava facendo pesante e io stesso, che non sono un amante del Presidente, cominciavo ad averne piene le palle di cinque pagine fisse e quotidiane sulle puttane e le puttanate di Berlusconi.
Ora, finalmente, potremo tornare a occuparci dei problemi del paese: crisi, occupazione, cassa integrazione, credito alle imprese, infrastrutture, scuola, ecc.
Sempre che ci sia qualche politico determinato ad affrontarli, tra un troiaio e l’altro, s’intende. – Arnald
Venerdì, 6 Novembre, 2009 - 02:27

Carovana Antimafia parte da Milano dal Circolo ARCI50

Venerdì, 6 Novembre, 2009 - 02:16

MOZIONE RIQUALIFICZIONE CASCINA MONLUE’ COME LABORATORIO MUSICALE

Venerdì, 6 Novembre, 2009 - 02:13

Interrogazioni presentate in CDZ 4 il 5 novembre


Mercoledì, 4 Novembre, 2009 - 17:08

Solaro (MI): spettacolo teatrale "Che pena la morte"

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2728

 

Il 30 novembre 1786 è una data fondamentale: è il primo giorno di una storia nuova per tutti gli uomini e per tutte le donne dal XVIII secolo ai nostri tempi. Il Granducato di Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte.

Per celebrare questa ricorrenza e far sentire una volta di più la nostra voce contro una punizione crudele, inumana e degradante, Il Gruppo 135 di Saronno, in collaborazione con Spunk Teatro, è lieta di invitarvi allo spettacolo teatrale "Che pena la morte".

Introduzione di Roberto Decio - Coordinamento Pena di Morte Amnesty International - Sezione Italiana

La rappresentazione intende dare una visione grottesca della realtà sottolineando come la pena di morte sia il sintomo di una cultura violenta e non una soluzione ad essa. Attraverso una panoramica apparentemente scanzonata, vengono illustrate le tecniche di soppressione usate in diverse parti del mondo. Ogni giorno, prigionieri - uomini, donne e perfino bambini - vengono messi a morte e la serata ha l'obiettivo di far luce su una piccola selezione di casi la cui vita è stata "legalmente" tolta da uno Stato.

Qualunque sia il crimine, che siano colpevoli o innocenti, vite umane sono reclamate da un sistema giudiziario che ritiene l'esecuzione più importante della riabilitazione, spesso in seguito a processi iniqui.

Intervenendo alla serata, contribuirete concretamente all'abolizione di questa pratica, inopportuna, inaccettabile e incompatibile con le norme di un comportamento moderno e civile.
 
Ingresso € 10
Il ricavato sarà devoluto a favore di Amnesty International

Sabato 28 novembre alle ore 21.00
SALA POLIFUNZIONALE
Via della Repubblica 33
Villaggio Brollo

Per informazioni: gr135@amnesty.it

Mercoledì, 4 Novembre, 2009 - 15:21

Condominio. Limitazioni nell'uso dell'appartamento e regolamento

Condominio. Limitazioni nell'uso dell'unita' immobiliare e regolamento
2 novembre 2009 
tratto da:
http://avvertenze.aduc.it/condominio/condominio+limitazioni+nell+uso+dell+unita_16602.php

E’ usuale che il regolamento di condominio contenga delle limitazioni alle facoltà d’uso delle unità immobiliari di proprietà esclusiva.

Si pensi al divieto di possedere cani o gatti, a quello di adibire il locale a circolo ricreativo o ad attività ristorativa o ancora, più in generale, al divieto di utilizzo dell’unità immobiliari in modo tale da recare disturbo alla tranquillità delle persone.
E’ lecito tutto questo?
La Cassazione, con la sentenza n. 20237 del 18 settembre 2009, torna ad occuparsi dell’argomento. Risultato: i divieti d’utilizzo sono leciti purché siano espressamente previsti e siano contenuti in un regolamento condominiale di origine contrattuale accettato da tutti i condomini al momento dell’acquisto dell’unità immobiliare.
Vale la pena ricordare che si è soliti distinguere due tipi di regolamento:
a) quello così detto assembleare (art. 1138 c.c.) per la cui adozione è sufficiente una votazione a maggioranza dell’assemblea di condominio. Questo tipo di regolamento, per legge, può, esclusivamente, disciplinare l’uso delle parti comuni, il decoro dello stabile, l’amministrazione delle parti comuni e la ripartizione delle spese secondo i criteri previsti dalla legge (artt. 1123, 1126 c.c.);
b) quello così detto contrattuale, il quale altro non è che un contratto tra tutti i condomini. Tale accordo, prevedendo l’assenso di tutti i partecipanti al condominio, può contenere delle limitazioni alle facoltà d’uso delle unità immobiliari. Solitamente un regolamento del genere è inserito dal costruttore nei singoli atti d’acquisto degli appartamenti. Nel caso di vendite successive alla prima (ossia a quello costruttore-primo acquirente) il regolamento, per essere valido nei confronti degli ulteriori acquirenti, deve essere inserito, o quanto meno richiamato, nei relativi rogiti.
Quando le clausole limitatrici delle facoltà d’uso sono legittime?
Secondo la Suprema Corte di Cassazione “le restrizioni alle facoltà inerenti alla proprietà esclusiva contenute nel regolamento di condominio di natura contrattuale, devono essere formulate in modo espresso o comunque non equivoco in modo da non lasciare alcun margine d’incertezza sul contenuto e la portata delle relative disposizioni.” (Cass. 20 luglio 2009, n. 16832).
Chiarito ciò vale, quindi, la pena domandarsi: quando le clausole possono dirsi formulate in modo chiaro?
La sentenza n. 20237 del Supremo Collegio torna sull’argomento ribadendo quanto più volte affermato. Secondo i giudici di legittimità, infatti,  i divieti e le limitazioni […] possono essere formulati nel regolamento sia mediante la elencazione delle attività vietate (in tal caso, al fine di stabilire se una determinata destinazione sia vietata o limitata, basterà verificare se la destinazione stessa sia inclusa nell'elenco) sia mediante riferimento ai pregiudizi che si ha intenzione di evitare (in questo secondo caso, naturalmente, al fine suddetto, è necessario accertare la idoneità in concreto della destinazione contestata a produrre gli inconvenienti che si vollero evitare)" (Cass., n. 1560 del 1995; Cass., n. 9564 del 1997; Cass., n. 11126 del 1994)” (così Cass. 18 settembre 2009 n. 20237).
In poche parole, sarà legittimo tanto il divieto espresso (es. “è vietato possedere qualunque genere di animali in appartamento”), tanto quello che vieta un pregiudizio in generale (es. “è vietato svolgere attività che rechino disturbo alla tranquillità dello stabile”).
Nel primo caso si potrà chiedere automaticamente il rispetto della norma violata, pretendendo l’allontanamento dell’animale dal condominio; nella seconda ipotesi sarà necessaria una valutazione in concreto della violazione del divieto di recare disturbo; in sostanza si dovrà aprire un contenzioso.
E’ evidente che l’elencazione delle attività vietate sia, in termini di certezza, la migliore e metta al riparo da azioni giudiziarie molte volte dettate più da contrasti tra vicini che da effettive lesioni di diritti.
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