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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 10 Marzo, 2010 - 13:49

È la chiesa cattolica fonte di maschilismo

09/03/2010 - Ufficio stampa Arcigay

 

Proprio l'8 marzo 2010 in occasione della Festa della Donna il vaticano non si è risparmiato l’ultima offesa verso la dignità delle persone omosessuali, spiegando con Celestino Migliore, Osservatore permanente all’ONU, che in “recenti documenti ufficiali ci sono interpretazioni di 'genere' che dissolvono ogni specificità e complementarietà tra uomini e donne E che già stanno macchiando e ostacolando ogni serio e tempestivo avanzamento nella ricognizione della dignità e dei diritti delle donne”. In pratica secondo il vaticano il maschilismo presente nella società sarebbe colpa delle politiche a favore dei diritti lgbt.

“Migliore fa bene a ricordare le tante discriminazioni subite dalle donne ancora in molte parti del mondo. Il rappresentante del Vaticano dimentica però che la Chiesa Cattolica è proprio uno di quei luoghi dove la donna è tutt'oggi discriminata, senza la possibilità di accesso al sacerdozio e senza alcun diritto in un sistema gerarchico composto di soli uomini.” – dichiara il responsabile Relazioni Internazionali di Arcigay Stefano Bucaioni.

“Se le donne hanno dovuto lottare, ed in molte parti del mondo continuano a lottare, per l'uguaglianza, non è certo responsabilità del movimento omosessuale che invece si è sempre affiancato a quello femminista nella battaglia per l'uguaglianza, proprio perché omofobia, maschilismo ed eterosessismo hanno la stessa base di pregiudizio. Le radici di questa disparità, della violenza e delle discriminazioni subite dalle donne, affondano nelle culture maschiliste ed eterosessiste di molte religioni, Islam e Cattolicesimo in prima fila. Consigliamo quindi al Nunzio Vaticano di riflettere su come la sua Chiesa ha trattato e tratta le donne, invece di cercare improbabili responsabilità altrove.”

“È ormai chiaro che il vaticano sta portando avanti una nuova caccia alle streghe contro le persone omosessuali, ritenendole responsabili di tutti i mali di questo mondo” – conclude Bucaioni – “e arrivando persino ad ostacolare la richiesta di depenalizzazione dell'omosessualità, con la quale si chiede all'ONU di intervenire per porre fine alle condanne a morte che in alcuni paesi colpiscono lesbiche, gay e trans.”

Mercoledì, 10 Marzo, 2010 - 13:47

Arcigay promuove il diritto di dire “Sì, lo voglio!”

Si è svolta il 6 e 7 marzo 2010 a Bologna la prima riunione del nuovo Consiglio nazionale Arcigay, il maggiore organo politico dell'Associazione dopo il Congresso, che ha dibattuto le priorità per la prossima primavera, ricca di nuove battaglie per la richiesta di diritti.

La priorità è stata il rilancio della campagna per il riconoscimento del matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso che, a partire dalle tre settimane prima del 23 marzo, data del pronunciamento sul tema della Corte Costituzionale su questo tema, promuova una serie di iniziative sul territorio nazionale per sensibilizzare ed informare sulla necessità del matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso, base per costruire una strada per garantire dignità, inclusione sociale e diritti alle famiglie omosessuali e per raggiungere la piena uguaglianza giuridica e sociale di ogni cittadino.

Per questo Arcigay aderisce a tutte le iniziative promosse dal Comitato nazionale Sì, Lo Voglio che si propone di raccogliere tutte le realtà e le singole persone che in Italia credono in questo obiettivo.

Le altre due priorità evidenziate dal Consiglio nazionale Arcigay sono state il Pride nazionale di Napoli del 26 giugno, occasione di cultura e visibilità nella capitale del nostro meridione, e la Conferenza mondiale AIDS che si svolgerà a Vienna in luglio, dedicata alla lotta contro tutte le discriminazioni.

Il Consiglio nazionale ha eletto la nuova Segreteria nazionale, organo esecutivo dell’associazione, che andrà ad affiancare nei progetti dei prossimi tre anni il presidente nazionale Paolo Patanè e il segretario nazionale Luca Trentini.

Per la prima volta nella storia dell'Associazione, la segreteria ha un’età media di 30 anni e vede la presenza di tre donne.
 
Gli 8 componenti eletti sono:
VINCENZO BRANÀ, 33 anni di Bologna, con delega all'Area Cultura e Attività Ricreative,
STEFANO BUCAIONI, 29 anni di Perugia, Area Relazioni Internazionali,
MAURA CHIULLI, 29 anni di Rimini, Aree Scuola, Giovani e Politiche di Genere,
MARCO COPPOLA, 25 anni di Verbania, Aree Territori e Formazione,
DANIELA TOMASINO, 38 anni di Palermo, Aree Progetti e Lavoro,
EMILIANO ZAINO, 33 anni di Bologna, Area Rapporti con il movimento,
REBECCA ZINI, 24 anni di Milano, Aree Salute, Benessere e Sport,
FEDERICO CERMINARA, 35 anni di Cosenza, nuovo Tesoriere nazionale.
 
Il Consiglio nazionale si è inoltre dotato di una nuova figura di guida ed ha eletto un suo presidente: PAOLO FERIGO, già presidente per 9 anni di Arcigay Milano e componente della segreteria.

07/03/2010 - Ufficio stampa Arcigay

 

Martedì, 9 Marzo, 2010 - 09:50

La DESTRA protagonista della POLITICA nel PDL milanese

Grande successo politico e di presenze al il primo incontro pubblico organizzato dal Movimento Destrafuturo, lo scorso sabato sera a Cusago, Milano. Alla cena sociale hanno partecipato oltre 150 militanti e dirigenti locali di Milano e provincia, entusiasti della nostra iniziativa politica che vuole ridare voce, fiducia, continuità e speranza alla destra italiana.
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Presenti i fondatori di Destrafuturo: il Portavoce Carlo Brignolo Gorla, il Coordinatore Michele Puccinelli, il mitico Comandante Antonio De Simone (che con meticolosità militare di Ufficiale dei Carabinieri in congedo e con il suo naturale carisma, è stato il vero artefice della buona riuscita di questo evento), Roberto Jonghi Lavarini, Flavio Nucci ed un "ringiovanito" Dario Vermi.
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Nel corso della serata sono intervenuti i massimi esponenti del Popolo della Libertà: l'On. Massimo Corsaro (Deputato e vice-Coordinatore del PDL in Lombardia), l'On. Romano La Russa (Assessore Regionale e Segretario Provinciale del PDL), Marco Osnato (Consigliere Comunale e Segretario Cittadino del PDL), l'On. Carlo Fidanza (Eurodeputato e Consigliere Comunale), Giovanni De Nicola (Assessore Provinciale).
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Presente in sala un pubblico qualificato ed interessato, per la maggior parte proveniente da Alleanza Nazionale ed ancor prima dal glorioso Movimento Sociale Italiano, fermamente deciso a fare Politica e Cultura, di destra, all'interno del PDL. Fra le tante facce note ricordiamo: la Contessa Elena Manzoni di Chiosca, il Generale Ettore Poggi Pollini (anche in rappresentanza dei Circoli del Buon Governo del Sen. Marcello Dell'Utri), Giovanni Grigillo (Presidente della patriottica Associazione Giuliano Dalmata) e Francesco Marotta (in rappresentanza del Comitato Destra per Milano).
Lunedì, 8 Marzo, 2010 - 10:52

La democrazia è in lutto

Per opportuna riflessione.
Cari saluti
Antonella Fachin
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Dall'ultimo numero del settimanale Internazionale........
 
Tecnicamente si può già parlare di dittatura.
Forse non ce ne siamo accorti perché siamo ancora abituati ai colonnelli greci o alla giunta militare cilena.
Ma quello che conta è la sostanza, non la forma.
Oggi è inutile mandare i carri armati per prendere il controllo delle principali reti televisive, basta cambiare i direttori.
Non serve bombardare la sede del parlamento, è sufficiente impedire agli elettori di scegliere i parlamentari.
Non c’è bisogno di annunciare la sospensione di giudici e tribunali, basta ignorali.
Non vale la pena nazionalizzare le più importanti aziende del paese, basta una telefonata ai manager che siedono nei consigli di amministrazione.
E l’opposizione?  E i sindacati?
Davvero c’è chi pensa che questa opposizione e questi sindacati possano impensierire qualcuno?
Gli unici davvero pericolosi sono i mafiosi e i criminali, ma con quelli ci si siede intorno ad un tavolo e si trova un accordo.
Poi si può lasciare in circolazione qualche giornale, autorizzare ogni tanto una manifestazione.
Così nessuno si spaventa.
E anche la forma è salva.

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Le firme sono macroscopicamente false!”, tuonava il Giovanardi, “procure e uffici preposti escludano le liste presentate in modo irregolare!”. “Le autorità competenti facciano controlli a campione sull’autenticità delle firme!”, strillava il Tajani. “E’ una truffa agli elettori!”, fremeva il Landolfi.

Era il marzo 2005, vigilia delle Regionali, e s’era appena scoperto che Alternativa Sociale, la lista di Alessandra Mussolini allora in guerra con la Cdl, aveva presentato centinaia di firme false, per giunta autenticate da uomini del centrosinistra.
Tutta la Cdl, temendo l’emorragia di voti verso la transfuga che nel Lazio avrebbe favorito Marrazzo contro Storace, si trasformò in un sinedrio di giureconsulti ultralegalitari che, legge elettorale alla mano, ne invocavano il rispetto fino all’ultimo codicillo. “E’ una partita a carte truccate”, si stracciava le vesti Storace, “qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta ad armi pari”. Ciccio Epurator denunciò la Duciona alla magistratura per farla escludere dalle Regionali. E il 12 marzo As fu cancellata dal Tar. La Nipotegridò al golpe e avviò lo sciopero della fame, mentre la Cdl intonava esultante il De Profundis.
Storace: “Ha raccolto firme false, è finita”.
Martusciello: “Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole”.
Gasparri: “Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera”.
La Russa: “Possono capitare 2, 3 ,10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia! Pecioni! Dicono di aver dietro falangi, poi non mettono insieme 4 firme regolari”.
Gasparri nei panni di pm: “È un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”.
Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”.
Formigoni(ma sì, lui): “Le regole vanno sempre rispettate. È giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”.
Ri-Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. Il capo dell’associazione si chiama Prodi”.
Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”.
Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”.
Capezzone(periodo rosa) stava per chiamare i Caschi blu: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali (chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in tutt’Italia”.
Matteoli: “Falsari”.
Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”.
La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”.
Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”.
Poi si scoprì che le firme false le aveva infilate qualcuno dello staff Storace con accessi abusivi all’anagrafe della regione. E il Consiglio di Stato riammise As.
Apriti cielo: botte da orbi alle toghe rosso-nere.
Landolfi: “Sconcertante”.
Bartolini: “I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori puniranno i truffatori”.
Cicchitto: “Forzatura gravissima”.
La Russa: “Abnorme”.
Gasparri: “Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio”.
Giovanardi: “Pagina vergognosa della storia italiana”.
Berlusconi: “Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo”.

Per tutti questi motivi, ieri sera il governo Berlusconi ha riammesso per legge le liste fuorilegge di Polverini e Formigoni.

Lunedì, 8 Marzo, 2010 - 10:42

BUONA FESTA DELLA DONNA!!!

BUONA FESTA DELLA DONNA!!!

BUONA FESTA DELLA DONNA A TUTTE LE DONNE DEL MONDO, SPERANDO CHE CRESCA IL NUMERO DI COLORO CHE POSSONO FESTEGGIARLA …
ANTONELLA

Una donna è un paese straniero del quale un uomo non arriva mai a capire fino in fondo i costumi, la politica e la lingua. C. Patmore

Donna
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però  non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

Venerdì, 5 Marzo, 2010 - 10:50

Come si batte la destra? Mediando per tenere unita la sinistra

da Liberazione del 2 marzo 2010 qualche spunto di riflessione.


Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
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José (Pepe) Mujica: «Come si batte la destra? Mediando per tenere unita la sinistra»

Intervista al neoletto presidente dell'Uruguay

«Cercare mediazioni anche quando sembrano impossibili. Cercare e cercare, fino a trovarle. Costruire alleanze e lavorare duro per mantenerle in piedi. La sinistra tende a dividersi e quando si divide perde. E’ infantile dividersi, è infantile atomizzarsi per poi essere sconfitti. I politici di sinistra seri non rompono fronti comuni, li costruiscono. Per vincere si fa così. Per governare si fa lo stesso».
La lezione è di José (Pepe) Mujica, ex capo guerrigliero dei Tupamaros, una icona per chi sognava la rivoluzione in America latina negli anni Sessanta. Mujica ha iniziato ieri il suo mandato di presidenza alla guida dell’Uruguay. Prima della cerimonia di investitura ha ricevuto alcuni giornalisti stranieri.
Presentato dagli avversari come troppo radicale, troppo di sinistra, con un passato politico troppo pesante per governare il Paese, Mujica ha battuto il candidato delle destre senza fatica al ballottaggio.
Ha 74 anni. Non parla difficile, gli piace la parte del vecchio rude e saggio. Si definisce «un contadino nell’anima». Ha il suo maggior bacino elettorale tra gli under 30. Ha rifiutato di trasferirsi nella residenza presidenziale, «non sono mica matto» ha spiegato. Continua a vivere a casa sua nella campagna di Montevideo. Coltiva rose. Sta con la stessa donna da cinquant’anni, Lucia Topolansky, ex guerrigliera, presidente del Senato.
Quando gli si domanda se non fu un po’ fesso credere che la tattica guevarista dei fuochi rivoluzionari fosse una buona idea per portare la rivoluzione nel placido Uruguay, minuscolo Paese agricolo lungo il Rio de la Plata, risponde: «Ci sbagliammo, ma non sull’obiettivo. Sono rimasto delle stessa idea, la tattica è cambiata ma il fine è lo stesso: costruire un mondo meno ingiusto». Per averci provato durante la dittatura uruguayana (1973 1985) passò gli ultimi due anni della sua lunga prigionia in un pozzo.
L’ex guerrigliero è un maestro nell’arte della mediazione. Se il centrosinistra uruguayano non è esploso in uno dei suoi innumerevoli conflitti intestini ed è uscito con un gradimento altissimo dal suo primo mandato al governo del Paese, è fondamentalmente merito del vecchio Mujica. E’ stato lui, l’anima più radicale del Frente, a trovare il punto d’equilibrio tra laici e cattolici, tra liberisti e statalisti, tra fondamentalisti ed eterodossi. Gli abbiamo chiesto come ha fatto.
Presidente, come riesce a tenere unito il centrosinistra senza perdere per strada pezzi di alleanza e senza modificare la radicalità della sua personale posizione politica?
E’ una via crucis. Mantenere il fronte compatto è una conquista, richiede molto lavoro, molta intelligenza. Ma la nostra gente ci vuole uniti, se ci dividiamo non ci appoggia perché non vuole perdere. L’alleanza del centrosinistra non è proprietà di un dirigente che si crede il regista del film. L’alleanza è una richiesta della base, è tenuta insieme dal basso con un sistema semplice: chi rompe il fronte perde, la gente lo punisce, smette di votarlo.
In Uruguay esiste una cultura della negoziazione politica. Non a caso esistono due partiti con 180 anni di vita. La necessità di costruire fronti è per noi un dato chiaro. La sinistra ce la fa solo se prima vince la sua tendenza ad affermare identità al costo di dividersi e sparire. Chiaro no? Bisogna comportarsi con maturità. Non pretendere accordi globali. Bisogna rinunciare a perseguire obiettivi finali totali del tipo o tutto o niente. Trattare, trattare, trattare. Tendere ponti sempre, mai chiudere porte. Aprirle.
E’ questo il suo segreto?
Uno, l’altro è non cadere nella malattia del potere. Se la sinistra si ammala della vanità del potere muore.
Si è complimentato con gli uruguayani per aver votato Mujica alla presidenza…
Votando me hanno sconfitto la forza dello stereotipo. Mi complimentavo per questo. Io rappresento gli anni Sessanta, sono il guerrigliero che voleva la rivoluzione. Quell’utopia è anacronistica. Il nostro errore, l’errore di chi perseguiva il sogno della rivoluzione, fu credere di avere diritto di distruggere per creare qualcosa di nuovo che non sapevamo nemmeno chiaramente cosa fosse. La vita mi ha insegnato che dentro la democrazia liberale si può costruire molto. Che più liberale è e più ci si può costruire dentro un mondo migliore. La nostalgia per un antico sogno passato non serve. Qui siamo tutti per tradizione cultori del tango, la nostalgia sappiamo bene cosa è. Ma la nostalgia va bene per l’arte, la storia si costruisce guardando al futuro. Avanti, non indietro.
Occhio, continuo ad essere socialista. Credo che io non arriverò a vederlo, ma il socialismo si farà. Ma non si farà come pensava, sbagliando, la mia generazione negli anni Sessanta. Prima bisogna creare una società con benessere diffuso, una società molto colta. Senza fare prima questo, senza riuscirci, pensare al socialismo è da irresponsabili.
Ha avvisato che il suo sarà un governo di austerità, cosa vuol dire?
A spendere i soldi pubblici non ci vuole molto. Sono capaci tutti. Questo governo dovrà creare ricchezza, non spendere quella che c’è. I ministri sono già avvertiti. Abbiamo bisogno di parsimonia e intelligenza. La felicità costa poco, ma non si compra. L’austerità è un modo di preservare la libertà individuale, è una lotta per mantenere la libertà. La vera ricchezza è il tempo. Impegnarlo tutto, spenderlo in cambio di beni non mi sembra un buon affare. Ognuno vive come vuole, ho amici in tutte le classi sociali e quando vado a casa di persone ricche non giudico e non mi intrometto. Ma penso che la vera ricchezza sia poter spendere più tempo possibile nel fare ciò che dà piacere. Non credo di essere un esempio per nessuno, ma nei momenti migliori della mia vita avevo condizioni materiali molto modeste.
Qual è il primo obiettivo del suo governo?
Dimezzare gli indici di povertà in quattro anni. Siamo un Paese di tre milioni di persone, non è impossibile riuscirci. E migliorare l’istruzione. Non si costruisce niente di buono senza cultura.
Le piace il modo in cui il Brasile sta esercitando il ruolo di potenza continentale?
Ammiro la prodezza mostrata da Lula alla guida del Brasile. Ha saputo governare un Paese che è quasi un continente, senza poter contare su una maggioranza parlamentare ha ottenuto risultati straordinari in politica interna. Basta questo a spiegare che si sta parlando di un politico di qualità superiore. E’ ovvio che un Paese come il Brasile abbia vocazione di guida continentale. Ma per guidare, per essere leader, bisogna essere generosi. Per aspirare ad esercitare leadership bisogna prima saper dare. Non so se mi spiego: chi vuole comandare paga la cena.

Giovedì, 4 Marzo, 2010 - 17:06

Decalogo delle richieste WWF ai candidati alle Regioni

Decalogo delle richieste WWF ai candidati alle Regioni
25/2/2010 - Ad un mese dalle elezioni l'Associazione chiede un impegno per l'ambiente ai candidati

 
Quanto "pesa" il fattore A di ambiente nelle politiche dei futuri governatori regionali?
Lo chiede il WWF Italia che in tutte le sezioni regionali vede l’associazione al lavoro per presentare nelle 13 regioni che vanno al voto le proprie proposte ai candidati governatori degli opposti schieramenti sulle emergenze ambientali e sul ruolo che le Regioni possono svolgere per fare in modo che nella nuova legislatura ci siano segnali chiari di un impegno concreto in difesa dell’ambiente, del paesaggio, del territorio.
 
“Mai come in questo momento di ripetute crisi ambientali è fondamentale il ruolo delle Regioni– ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Eppure c’è ancora una sproporzione tra le competenze attribuite alle Regioni in materia ambientale e le risorse messe a disposizione. Infatti queste spendono oggi per l’ambiente in media 75 euro l’anno pro capite, una cifra che complessivamente è pari a solo lo 0,31 per cento del PIL (poco più di 2,4 miliardi di euro: il 64% destinato alla difesa dell’ambiente, il 36% a gestire le risorse naturali, fonte ISTAT). Eppure il Titolo V della Costituzione, pur riservando la tutela dell’ambiente alla competenza esclusiva dello Stato, vede un importante ruolo delle Regioni nella materia concorrente del governo del territorio, tutela del paesaggio, gestione delle aree protette regionali e della Rete Natura 2000, oltre che in settori economici tradizionali, quali quelli industriale, agricolo e turistico. Il nostro appello, lanciato proprio nell’Anno della Biodiversità è di investire nella difesa della natura, ripartendo da un tema che accomuna tutti i cittadini, perché salvare l’ambiente vuol dire tutela della salute, investimenti per lanciare seriamente la green-economy, futuro garantito alle nuove generazioni”. 
 
Dalle richieste specifiche emergono 10 priorità comuni a tutte le Regioni, su cui il WWF chiede precisi impegni
 
1. tutelare la ricchezza naturale delle regioni, predisponendo Piani d’azione regionali e inserendo la tutela della biodiversità nella pianificazione territoriale e nei programmi operativi economico-finanziari;
2. perseguire l’Obiettivo: consumo del suolo “zero”, prevedendo che i nuovi piani paesistici contengano obiettivi chiari e misurabili di riduzione progressiva e significativa del consumo del suolo (favorito da interventi estemporanei, da abbandonare, come il c.d. Piano Casa);
3. pianificare per prevenire il dissesto idrogeologico, adottando Piani di tutela delle acque in linea con l’Europa che facciano decollare la gestione dei Distretti idrografici per contrastare il rischio idrogeologico e conseguire il traguardo del “buono stato ecologico di laghi e fiumi”;
4. far respirare i territori assediati dal traffico, inserendo nei Piani regionali dei trasporti obiettivi espliciti di riduzione delle emissioni di Co2, di rientro nei limiti per l’inquinamento dell’aria (in particolare per quanto riguarda  NO2 e di PM10) e di riduzione del rumore e non prevedendo la costruzione di nuove autostrade;
5. predisporre l’alternativa al nucleare, adeguando i Piani energetici regionali ai nuovi obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra (-30% entro il 2020 e -80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990) attraverso il risparmio, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e contrastando qualsiasi realizzazione/riconversione di impianti a carbone, nonché  la costruzione di centrali nucleari, assolutamente inutili, dannose ed economicamente insostenibili;
6. contribuire alla lotta sui cambiamenti climatici, elaborando Piani strategici regionali che fissino obiettivi per la riduzione di Co2  in tutti i settori (in particolare quelli non sottoposti all’emission trading: trasporti, settore civile, agricoltura) e linee d’azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici;
7. premiare chi riduce i rifiuti, redigendo i Programmi di prevenzione dei rifiuti richiesti dalla Commissione Europea e perseguendo l’obiettivo di riduzione dei rifiuti, anche sollecitando i Comuni ad usare virtuosamente la leva fiscale con il passaggio dalle tasse attuali a tariffe premianti per chi adotta comportamenti virtuosi;
8. consolidare la rete delle aree protette,  sviluppando una rete di aree protette, collegate alla Rete Natura 2000 (tutelata dall’Europa) basata sull’efficienza e l’efficacia degli interventi programmati e pianificati;
9. contrastare la caccia selvaggia, non promuovendo modifiche peggiorative alla legge quadro sulla caccia (come stabilito dalla Conferenza delle Regioni), contenendo la pressione venatoria e non derogando dall’elenco delle specie cacciabili stabilito dall’Europa;
10. educare all’ambiente, rafforzando il Sistema INFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) e integrandolo con le attività educative delle scuole e le attività di formazione.
 
La “MAPPA DELLE EMERGENZE AMBIENTALI” riassume gli impegni prioritari contenuti negli articolati documenti che le Sezioni regionali del WWF sottoporranno alla valutazione dei candidati governatori. Numerose le richieste di revisione delle politiche, ma anche gli impegni positivi per costruire il futuro elaborate dalle Sezioni regionali del WWF.
 
Nord Italia
Veneto: radicale ridimensionamento del Piano regionale dell’attività di cava e il blocco del progetto della mega-discarica di amianto (la più grande d'Europa con ben 500.000 mc di asbesto stoccati in 9 ettari) prevista in una cava a sud di Roverchiara (Vr), zona umida vincolata dalla Regione e, nel contempo, l’istituzione dei parchi regionali della Laguna di Venezia e del Monte Baldo;
Lombardia: blocco della terza pista dell’aeroporto di Malpensa, scalo situato all’interno del parco regionale del Ticino (visto il calo dei passeggeri da 24 a 19 mln l’anno) e interventi concreti per il miglioramento della qualità dell’aria (attraverso il contenimento della circolazione di auto e furgoni diesel senza Filtro Anti Particolato  - FAP - e introducendo pedaggi autostradali proporzionali all'inquinamento del singolo mezzo e alle fasce orarie di maggior congestione) e, nel contempo, l’adozione delle misure supplementari per tutelare il Po indicate nel Piano di gestione idrografico padano;
Piemonte: dare la priorità agli interventi sul nodo ferroviario di Torino e sul Servizio ferroviario metropolitano, invece di perseguire l’obiettivo di una inutile nuova linea ad AV Torino-Lione, e nel contempo arrivare a tutelare il biocorridoio Alpi-Appennino, creando una grande area transfrontaliera per la tutela della biodiversità, in accordo con il parco nazionale francese del Mercantour.
 
Centro Italia
Toscana: razionalizzazione degli interventi infrastrutturali puntando sull’aeroporto di Pisa invece che sugli scali minori di Peretola e Ampugnano e sul potenziamento a 4 corsie della SS1 Aurelia tra Rosignano e Civitavecchia invece che sull’Autostrada Tirrenica, e, nel contempo, procedere all’approvazione portare a compimento il lavoro sul  Piano d’azione sulla biodiversità, che farebbe della Regione Toscana la prima amministrazione regionale in Italia che si dota di uno strumento attuativo in linea con la Convenzione internazionale della Biodiversità (CBD); Lazio: un ripensamento su quegli interventi infrastrutturali che, se realizzati, avranno un pesante impatto sul paesaggio, su aree sottoposte a vincoli naturalistici, culturali, archeologici e idrogeologici quali il Corridoio intermodale Roma-Latina, l’aeroporto ed il porto di Fiumicino e, nel contempo, concludere al più presto la fase istruttoria e procedere alla definitiva approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale.
 
Sud Italia
Basilicata: sospendere la concessione di ulteriori permessi di ricerca ed estrazione petrolifera e avviare immediatamente il monitoraggio ambientale della Val d’Agri, a tutela della salute dei cittadini e del parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, e, nel contempo, l’istituzione del parco regionale dei Calanchi; Calabria: conferma della fuoriuscita della Regione dalla Stretto di Messina SpA e dell’opposizione al ponte sullo Stretto di Messina e, nel contempo, maggiore tutela per il territorio con l’immediata attuazione degli interventi previsti nel Piano di difesa del suolo della Regione e l’approvazione di una legge di tutela integrale delle coste;  Puglia: l’approvazione di piani per affrontare e risolvere le criticità ambientali relative agli insediamenti industriali di Brindisi-Cerano e Taranto-Ilva e, nel contempo, costituire un sistema informatizzato in rete con le Province e gli Enti gestori delle aree naturali protette per la pianificazione e la corretta gestione integrata dei Siti Natura e della aree protette.
 

Giovedì, 4 Marzo, 2010 - 11:04

Caos Liste PDL: la democrazia degli imbecilli

La magistratura ci prova, la sinistra ci spera ma la colpa è di una classe dirigente di imbecilli, faciloni e sprovveduti. La burocrazia non può bloccare la democrazia: il Popolo della Libertà, primo partito italiano, deve potere, comunque, partecipare alle elezioni regionali, anche in Lombardia ed a Roma. Ma nel PDL è necessario ed urgente fare "ordine e pulizia": cacciare incapaci e parassiti, rinnovare la classe dirigente, riorganizzare il partito, selezionare meglio i candidati.

Sicuramente vi è una chiara responsabilità politica del Coordinatore Regionale, l'Onorevole GUIDO PODESTA' (troppo impegnato, come Presidente della Provincia di Milano, per coordinare bene anche il partito!) e del Responsabile Elettorale Regionale, l'Assessore STEFANO MAULLU (da mesi troppo impegnato per la sua rielezione), ma il primo è praticamente dimissionario ed il secondo è stato, da tempo, "congelato" proprio perchè ricandidato in Regione. Il primo responsabile di questa disastrosa presentazione della lista ha uno nome, un cognome, un volto ed un preciso incarico: è il Responsabile Organizzativo, DORIANO RIPARBELLI, colui che ha coordinato, dalla sede milanese di Viale Monza, il lavoro di raccolta e di verifica di tutte le fermi e di tutta la relativa la documentazione necessaria. Ricordiamo anche che DONATO RIPARBELLI, da sempre vicinissimo a Podestà', per questo delicato incarico, aveva persino ottenuto il terzo posto nel listino bloccato del Presidente Formigoni.

Queste sono le prime tre teste che il Popolo della Libertà chiede direttamente a Silvio Berlusconi! Noi parliamo chiaro, non abbiamo nulla da perdere, facciamo Politica per passione ed impegno sociale. Ora pensiamo a fare riammettere la candidatura di Formigoni e delle liste collegate ed a vincere, nonostante tutto, le elezioni regionali ma, dopo, faremo i conti seriamente!

DESTRA PER MILANO - LiberaMente nel PDL

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Nasce su Facebook, per iniziativa di Fabrizio Hennig, il Comitato per le ELEZIONI PRIMARIE nel PDL in LOMBARDIA

http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest&note_id=338469383092#!/group.php?gid=353797701104&ref=mf

Al PDL serve subito una migliore organizzazione, un più forte radicamento sul territorio, una reale partecipazione popolare, più trasparenza nella gestione del partito, un rinnovamento generazionale, una reale meritocrazia che selezioni candidati seri e credibili ed una classe dirigente competente ed affidabile che non viva di politica come mestiere ma per la Politica come passione ed impegno sociale.

E' inoltre assolutamente necessario evitare che, nel PDL (in Comune, Provincia e Regione), si consolidi quella che è una vera e propria casta di pochi privilegiati, mestieranti della politica che si spartiscono il potere, ricoprendo contemporaneamente (senza averne tempo e spesso nemmeno meriti e capacità) due, tre, quattro e più remunerati incarichi politici, elettivi, istituzionali, amministrativi, consulenze e prebende, in enti controllati e società partecipate. Questa vergognosa prassi partitocratica è come un tappo che blocca la crescita di una nuova classe dirigente responsabile e che, quindi, impedisce una più esteso e profondo radicamento del Popolo della Libertà nella società e sul territorio. Nel PDL ci sono tantissime energie positive, talenti inespressi, professionalità inutilizzate ed a tutti deve essere dato il giusto spazio, secondo capacità, meriti e competenze: il cumolo delle cariche deve essere vietato ed impedito!

Roberto Jonghi Lavarini
(fra i promotori della iniziativa insieme ad una decina di dirigenti locali del PDL milanese)

Aderite anche Voi alla iniziataiva, diamo forza al Popolo della Libertà:
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Domenica, 28 Febbraio, 2010 - 21:48

1° marzo: la giornata dei migranti "24 ore senza di noi"! programma della giornata

Domani è il 1° marzo: la giornata dei migranti "24 ore senza di noi"!

Per solidarietà cerchiamo di indossare qualcosa di GIALLO!

ECCO IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

Ritrovo alle 9.30 PRESIDIO davanti a Palazzo Marino, piazza della Scala; il corteo farà un giro attorno al municipio milanese.
Seguirà un momento di dibattito con al centro i temi e i problemi del lavoro.

Alle 13.00 saranno srotolati tre grandi striscioni gialli in tre luoghi significativi per la vita degli immigrati a Milano:
davanti alla Questura ("Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi"),
davanti al Tribunale ("Migrare non è reato") e
in Via Corelli ("Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione").

Nel pomeriggio, dalle ore 17.30, raduno in piazza Duomo.
Terremo, in Piazza, lezioni di lingue straniere in italiano e per gli italiani; lancio dei palloncini alle ore 18.30.

Alle 19, partenza del corteo in direzione di piazza Castello:
microfono aperto con una serie di interventi e
chiusura con musica da vivo.

Cari saluti a tutti/e
Antonela Fachin

Venerdì, 26 Febbraio, 2010 - 22:57

Plastic: una chiusura che preoccupa

In una risposta della società proprietaria dello stabile dvoe sorgeva il locale Plastic, Casa Rosa srl, a una mia interrogazione in cui chiedevo notizie in merito alla sua chiusura e ia progetti inerenti l'area di natura edilizia, i proprietari esprimono esserci imprecisioni "generate probabilmente da notizie che sono state strumentalmente e artatamente diffuse", ritenendo "corretto informare su quali sono gli esatti termini della questione". Il testo della mia interrogazione è possibile reperirlo sul mio blog nella sezione appositamente dedicata alle interrogazioni, ma riporto in allegato il file. In sintesi nella mia interrogazione, allarmato per le notizie apprese riguardanti la sospensione del servizio commerciale della discoteca Plastic, che non è solo discoteca come definita dalla proprietà, ma spazio di aggregazione culturale di rilevante portata e interesse, ho chiesto notizie e informazioni circa possibili interventi strutturali interessanti l'area, eliminando un'occasione e un'opportunità culturale di rilevante interesse internazionale. Ricordo che il 6 marzo prossimo i responsabili del locale saranno invitati alla serata di saluto delle associazioni della zona 4 insignite quest’anno della Civica Benemerenza da parte del Comune di Milano. Voglio ricordare, dato che spesso la memoria storica in questa città rischia die ssere drasticamente cancellata, che "il Plastic è stato luogo di avanguardia soprattutto musicale negli ultimi anni, ospitando nella sua lunga attività Andy Warholl, nella fase personale in cui era alla ricerca di nuovi stili di vita passando dalla città alla Factory e di stimoli artistici girando l’Europa". Mi piace sottolineare come "nel 1980 l’esordio del locale avvenga con l’organizzazione delle prime serate gay milanesi, rientrando nei pilastri fondativi della gay life meneghina, dal titolo "Man To Man"". E', finalmente importante, che "il locale non aveva nulla da invidiare, essendo uno dei primi in Italia, ai tanti pub londinesi, dal momento che ha sempre ospitato nella sua fase iniziale serate London Loves, frutto della percezione dell‘importanza che avrebbe assunto il rock inglese con gli anni".

E' conseguenziale l'allarme deriato dalla chiusura e dalla cessazione del servizio del locale, dato che "determina una diminuzione della qualità della vita della città, inficiandone la portata di impatto sociale di alto contenuto e valore, aumentando alienazione e dispersione, soprattutto nelle fasce giovanili".

La proprietà mi ricorda che il contratto di locazione con il sig. Nisi, titolare del locale, è terminato il 31/12/2004 e che, come prevede la legge, a dicembre 2003 la proprietà abbia comunicato la relativa disdetta, computando un lasso di tempo di 6 anni in cui il Sig. Nisi avrebbe dovuto trovare altra localizzazione per la sua discoteca. Si aggiunge nella stessa lettera di risposta che al sig. Nisi sia stato spiegato molto chiaramente che i lavori di consolidamento dell'immobile, le cui condizioni fatiscenti sono ben note alla zona, e la sua successiva affittanza degli appartamenti ristrutturati erano "assolutamente incompatibili con l'esistenza di una discoteca al piano di sotto".

Mi si informa di una proroga del contratto di locazione di 5 anni, portando la disdetta e lo scioglimento del contratto al 30/6/2010, essendo la sospensione del servizio, avutasi dal novembre 2008 al marzo 2009, dovuta esclusivamente a un controllo dell'Annonaria che aveva rilevato irregolarità del locale. Mi si precisano alcune "caratteristiche dell'intervento edilizio che intendono portare avanti".

Si parla nella risposta di opere volte alla manutenzione di tutto l'immobile, con lavori di manutenzione straordinaria sulle parti di abitazione conservate nella loro tipologia, e realizzanti una nuova copertura con il recupero abitativo del sottotetto. Manutenzione che si verificherà anche per quanto concerne il piano terra, sottolinea sempre la prprietà, considerando infondate le notizie riguardanti a una demolizione dello stabile. Infine la proprietà parla di diritti propri di volere che "lo stabile possa riacquistare un aspetto più decoroso anzichè lasciarlo deperire". 

Si augura la proprietà che il Plastic possa trovare, anche con la collaborazione dell'amministrazione, una nuova localizzazione, e che il Sig. Nisi rispetti le norme e che possa, così, onorare "la benemenrenza recentemente ricevuta".

Questo è a titolo di cronaca, essendo giusto rendere pubblica la risposta ricevuta dalla proprietà, che ringrazio per il sollecito riscontro. Fatto, è questo, straordinario visti i lunghi tempi dell'amministrazione nel dare riscontro alle varie interrogazioni. Rimangono, però, forti perplessità in merito e che sottoporrò in Consiglio di Zona 4 nella prossima seduta di giovedì 11 marzo. Sono abbastanza convinto sui termini legislativi, i termini di decorrenza del contratto, la scadenza del medesimo, il dilazionamento nel tempo dello sfratto del locale. Ma mi sovviene un dubbio ancora: perchè proprio oggi la proprietà ha assunto questa volontàò, legittima e direi anche plausibile, di intervenire per riqualificare lo stabile. Da quanto Casa Rosa srl è proprietaria dello stabile? E' subentrata ad altro proprietario precedente, autore di tale degrado strutturale dello stabile, così come viene descritto dalla società, oppure è proprietaria da sempre? Ma come mai e perchè avrebbe dovuto succedere a un altro proprietario, qualora la proprietà fosse stata trasferita a Casa Rosa srl da soli pochi anni, se lo stabile versava già in condizioni miserevoli, quindi poco appetibili per garantire cospicue entrate?

Mi sovviene un'altra questione: quali sono effettivamente i progetti di riqualificazione dello stabile? Esistono già degli appartamenti? Finora la destinazione dello stabile, a parte il piano terra destinato alla discoteca, quindi uso commerciale, a quali utilizzi era indirizzata? Chiedo, con maggiore determinazione, quali siano gli appartamenti previsti, quanti siano gli appartamenti previsti, i costi e i tempi dei lavori di intervento, i canoni di locazione e di cessione degli appartamenti? Mi viene con maggiore determinazione da chiedere cosa si intenda quando la prorpietà assicura per quanto riguarda il piano terra che "le opere previste consisteranno in manutenzione stroardinaria per conservare l'edificio nel modo più opportuno e risolvere tutti gli elementi di degrado".

Rimango fortemente dubbioso su molti passaggi, che sono a parere del sottoscritto, ma credo anche da una lettura oggettiva, insoluti. Alcune definizioni mi sembrano fortemente astratte, molto evasive, se non addirittura generiche. Mi riferisco soprattutto all'intervento inerente il piano terra.

Prego veramente si faccia risposta a tali dubbi che permangono, considerando fortemente legittimi i diritti della proprietà, ma considerando anche assiomatico il principio secondo cui si debba cercare di garantire la gestione della proprietà privata con la promozione e la tutela dell'interesse collettivo. Lungi da me, sia chiaro, definire la società proprietaria come soggetto che promuova interessi individuali, ripeto legittimi, a discapito dolosamente voluto della collettività. Non è questa mia itnenzione. Ma sarebbe opportuno constatare, come premesso nel presente intervento, che un intervento di riqualificazione dello stabile debba essere contestualizzato alla dimensione della situazione in cui esso viene inserito: esiste un locale, il Plastic, da decenni considerato punta di diamante culturale a livello internazionale. Tale questione non può essere risolta solamente con termini giuridici riguardanti la cessazione del contratto di locazione. Non avrebbe senso, dato che assume rilavenza pubblica, di forte impatto sociale e aggregativo. Mi domado cosa ostacoli la volontà di rinnovare il contratto. Non è, questa, questione meramente commerciale dovuta alla liberale dimensione dei contratti tra privati: deve assumersi tale problematica come fortemente interessante l'amministrazione comunale in tutti i suoi livelli, come scrive anche la prorpietà dello stabile alla fine della sua lettera di risposta alla mia interrogazione. Le questioni devono essere poste in consiglio di zona: sono molte, rimangono inevase, fortemente generiche.

 

Alessandro Rizzo

Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

 

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