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.: Il Blog di Massimiliano Bombonati
Giovedì, 8 Aprile, 2010 - 09:32

Bullismo omofobico: istruzioni per l’uso

Si svolgerà a Milano presso l'UNA Hotel Tocq (via A. Di Tocqueville, 7/D – Porta Garibaldi) sabato 10 aprile (dalle 10 alle 19) e domenica 11 aprile 2010 (dalle 9 alle 16) il 5° ed ultimo modulo del Seminario di formazione per moltiplicatori “Bullismo omofobico: istruzioni per l’uso”, inserito nel progetto nazionale Arcigay Interventi di prevenzione contro il bullismo a sfondo omofobico - PROGETTO FINANZIATO DAL MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI AI SENSI DELLA L. 383/2000 – ANNUALITÀ 2007, LETTERA F.

Ancora una volta, quaranta operatori e operatrici dell'Associazione si riuniscono per portare avanti un importante percorso di crescita e professionalizzazione che vede l'intervento di Arcigay in decine di eventi di formazione rivolti a studenti e studentesse in tutto il territorio italiano per una scuola che sia inclusiva di tutte le identità, allo scopo di prevenire il disagio di studenti e studentesse omosessuali, che proprio all’interno della scuola o nel gruppo dei pari sono oggetto di discriminazione, pregiudizio e in alcune non rare occasioni, bersagli di veri e propri atti di bullismo.

A partire dal mese di dicembre 2009 tutti i beneficiari della formazione hanno cominciato ad organizzare e condurre laboratori di educazione alle diversità nei propri territori, con riferimento ai metodi e ai tipi di attività proposti durante i seminari. Nel frattempo un gruppo di supervisione scientifica ha condotto la prima ricerca nazionale sul bullismo omofobico nella scuola secondaria italiana - Scuole Arcobaleno - coinvolgendo 11 istituti in numerose regioni d’Italia. Il presente seminario sarà l’ultimo per questo progetto e sarà l’occasione per tirare un po’ le fila di tutti i percorsi aperti.

Negli incontri precedenti di Genova (23-24 maggio 2009), Napoli (3-4 ottobre 2009), Bologna (14-15 novembre 2009), Napoli (23-24 gennaio 2010), operatori ed operatrici si sono misurati rispetto al funzionamento degli istituti di istruzione in Italia, alla gestione e all’organizzazione di un gruppo di lavoro, alle metodologie di educazione non formale, agli strumenti di educazione alle differenze, alle tecniche di presentazione e conduzione di un intervento, all’analisi del contesto, alla valutazione dei risultati, permettendo a tutte e a tutti di acquisire nuove esperienze e un linguaggio comune per continuare a lavorare insieme e portare i nostri strumenti corretti di prevenzione al bullismo omofobico in tutte le scuole d’Italia.

In quest’ultimo seminario si guarderà un po’ fuori della nostra associazione, per misurarsi anche con altre esperienze e approcci, con l’aiuto di alcuni esperti. A Milano operatori e operatrici, guidati sempre dalla responsabile della formazione Ambra Guarnieri e dalla supervisione scientifica del dott. Gabriele Prati, potranno formarsi rispetto ai seguenti obiettivi:
• Presentare lo stato dell’arte delle ricerche e dei modelli teorici sviluppati a livelllo italiano e internazionale sul fenomeno del bullismo omofobico;
• Presentare i risultati della prima ricerca nazionale sul bullismo omofobico nella scuola italiana;
• Presentare un caso di bullismo omofobico e discutere la rappresentazione del fenomeno da parte dei mezzi di comunicazione;
• Presentare gli strumenti giuridici che disciplinano il fenomeno del bullismo omofobico e alcuni casi di intervento;
• Valutare il percorso di formazione finora condotto e definire prime ipotesi per un follow-up.

Ancora una volta, per sfruttare al meglio i due giorni formativi, si alterneranno tecniche di formazione formale, non formale e informale, dove per non formale intendiamo metodologie educative basate sulla partecipazione attiva e l’interazione tra i partecipanti (workshops, gruppi di lavoro e di discussione, attività creative finalizzate a facilitare la discussione su temi specifici) e per informale la formazione e informazione reciproca data dalla convivenza tra persone durante una formazione residenziale.

Grazie al contributo dei volontari e delle volontarie di Arcigay Milano, sarà un'ulteriore opportunità di accrescere la rete relazionale e di competenze di Arcigay. Buon lavoro!

Martedì, 6 Aprile, 2010 - 22:00

HUMOR: MORTI SUL LAVORO: andate in pace

Cari assunti, convenienti precari,
dopo i bagordi della campagna elettorale, i TG di tutta Italia sono a caccia di notizie. Ecco che tornano protagonisti i morti sul lavoro. Sì, sempre questi arroganti, presuntosi, rompicoglioni che provano a conquistare le pagine dei giornali. Ultimo in lista, tale Sergio Capitani, operaio di trentaquattro anni. Un infido lavoratore che si è fatto ammazzare da un tubo pieno di ammoniaca nella centrale elettrica di Civitavecchia, proprio alla vigilia di Pasqua. Un piano diabolico per rubare la scena alla star del momento: Gesù Cristo. Caro mio, ti è andata male. Gesù è morto a trentatre anni, non a trentaquattro, e di lui ancora si parla. Di te invece, tempo una settimana, non si ricorderà più nessuno. – Arnald
p.s.: Sergio Capitani è morto da tre giorni. Ho aspettato a parlarne perché se avesse deciso di risorgere, che figura ci avrei fatto io?

Martedì, 6 Aprile, 2010 - 20:26

Il Comune di Rimini contro l'omofobia: ma Milano cosa fa?

Rimini ha risposto all'omofobia. Certamente non ha risolto una piaga insita nell'incultura generale e generalizzata di un Paese spesso incline alla visione maschilista ed eterosessista, di esclusione e di emarginazione del cosidetto "diverso". Ma ha dato un segnale concreto, possibile, forte contro forme di persecuzione a danno di persone lgbt. Il Parlamento ha palesato ancora una volta la propria totale assenza di responsabilità politica e di capacità rappresentativa di un'intera comunità, oggetto di atti violenti spesso con conseguenze drammatiche a livello fisico, psicologico, sociale. Il Parlamento non rappresenta circa un decimo, se le stime scientifiche sono attendibili ancora, della popolazione vivente in questo territorio dal momento che ha rigettato la proposta formulata dall'On. Paola Concia di estendere la Legge Mancino ai reati contro persone lgbt per motivi di natura discriminatoria basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. La legge Mancino garantisce la perseguibilità penale di violenze a danno di persone per ragioni illogiche, ovviamente, legate all'etnia, alla religione, all'opinione politica e alle appartenenze ideali. Una normativa contro la violenza sulle donne, approvata in ritardo rispetto al resto d'Europa, ha avuto un minimo di riscontro positivo, seppure siamo spettatori di un Governo che, a pochi giorni dal proprio insediamento, in nome della boutade propagandistica del taglio indistinto e generalizzato dell'ICI, ha sacrificato il fondo destinato al sostegno alle attività e iniziative per fronteggiare e reprimere le violenze contro le donne. Ma sui reati di violenza, sia fisica, sia verbale, perseguita in varie forme, anche persecutorie, contro omosessuali e trans il Parlamento non ha espresso alcun interessamento per bloccare una deriva sempre più consistente nel sostrato sociale di questo Paese. L'allarme lanciato quest'estate, in presenza di un'escalation preoccupante di violenze contro omosessuali e trans, sembra non avere scalfito altrettanti pregiudizi negli animi di alcuni deputati che hanno presentato un'eccezione di pregiudizio di incostituzionalità della proposta, addirittura oserei dire, in base a cosa mi domando, comparando gli omosessuali a pedofili, necrofili e soggetti dalla sessualità perversa. La comparazione non potrà che sortire l'effetto di provocare una legittimazione diffusa ad atti di aggressione contro persone lgbt. Il Comune di Rimini ha dato una risposta alternativa a un panorama istituzionale desolante, deprimente, irresponsabile, insensato, spesso espressione di prepotenze e presunzioni nel senso letterale ed etimologico del termine. Il Comune di Rimini ha approvato un ordine del giorno che non si limita a dettare un invito testimoniale di condanna dell'omofobia, ma istituisce dei servizi e dei provvedimenti che garantiscono un aiuto sostanziale alle persone lgbt, sia esse vittime di aggressioni a sfondo omofobico, sia esse cittadini aventi alcuni bisogni, necessità sociali e culturali. Si è istituito un corso di aggiornamento e di formazione dei dipendenti comunali sulle tematiche lgbt, mentre si è definito un percorso funzionale a promuovere uno sportello di aiuto e di assistenza per vittime dell'omofobia. Si è disposto un percorso istituzionale, condiviso con associazioni e organizzazioni lgbt, di inserimento di pratiche amministrative e politiche utili a proporre un'eguaglianza delle opportunità tra persone di orientamento differente. Qualcuno, abitante e residente in Europa e all'estero, mi ha chiesto come mai in Italia i servizi semplici dediti, per esempio, all'informazione turistica e culturale per le persone lgbt non siano predisposti dalle amministrazioni comunali, provinciali o regionali anzichè essere appannaggio volontario, lodevole chiaramente, di associazioni e organizzazioni private. L'unica risposta che si può dare a questa giusta domanda è la seguente: in Italia il pregiudizio è talmente radicato nella sottocultura di una maggioranza silenziosa che i livelli di avanzamento sociale e culturale e di emancipazione civica sono ancora fortemente bloccati.
Milano può fare qualcosa, come Comune, prendendo esempio da Rimini e da altre buone pratiche amministrative che hanno garantito l'abbattimento progressivo di un pregiudizio diffuso da un'ignoranza che colpisce, soprattutto, alcuni che dovrebbero essere definiti come "rappresentanti della collettività". Ma Milano non ha saputo ancora dare risposta a riguardo. Non ha saputo riprendere l'esame della proposta di delibera di istituire un registro delle convivenze affettive, così come licenziato dalle Commissioni Politiche Sociali e Pari Opoortunità. L'ISTAT ha deliberato di inserire nei moduli per la dichiarazione dei redditi l'opzione "conviventi omosessuali", garantendo un'uniformità nella modalità di dichiarazione alle coppie eterosessuali di diritto. E', questo, un passo in avanti che precede, come sempre, una legislazione stantia, anacronistica, fortemente ridotta ai pregiudizi ideologici e ai confessionalismi disumani. La società civile, cosiddetta, fatta di realtà, istituzioni giudiziarie, enti amministrativi palesa una sensibilità politica di rappresentanza della comunità lgbt maggiore di un Parlamento fermo e immobile nell'assicurare l'applicazione dell'Articolo 3 della Costituzione e nel recepire e comprendere, intelligere, le necessità e le identità di una comunità di cittadine e di cittadini che non possono essere considerati di livello inferiore rispetto ad altri. Milano ha visto diversi atti di intolleranza omofobica contro sedi, locali gay e lesbo, diverse aggressioni a danno di persone, ma ha rigettato una proposta di delibera con pretesti assurdi e infondati, con un voto negativo che ha visto appartenenze trasversali. E' certamente un problema culturale, ma la città non può attendere se viene definita europea, se viene definita civile, se viene definita come realtà dove la concentrazione di persone lgbt è ancora più forte, prevalente.
Ma quanto occorre aspettare ancora per vedere una riforma amministrativa che sappia garantire un riconoscimento di opportunità e di diritti e garanzie per le persone lgbt, che lavorano, che consumano, che pagano le tasse, che contribuiscono allo sviluppo collettivo della collettività? Ma è ancora tollerabile questo stato di cose immobile e fermo? Ma è ancora sopportabile sentire affermazioni di alcuni consiglieri, regionali e provinciali, che negano esserci un pregiudizio omofobico in alcune manifestazioni indegne della società, e che definiscono alcune proposte di buon senso di estensione delle opportunità a omosessuali e trans con epiteti denigratori e diffamatori senza precedenti? Ma come tollerare simili atteggiamenti di omofobia e di ignoranza da parte di alcuni che dovrebbero essere "rappresentanti della cittadinanza"? Ma chi credono di rappresentare così facendo?
Io attendo una svolta e credo che dai territori e dalla base sociale questa svolta può giungere, può essere detonata. Presenterò un'istanza, un livello di atto amministrativo del Consiglio di Zona che incide propositivamente ai livelli comunali, nel prossimo consiglio di giovedì 8 aprile per sollecitare un riesame della proposta di istituire il registro delle convivenze affettive e per assicurare un percorso che porti al recepimento di pratiche e provvedimenti simili a quelli adottati dal Comune di Rimini per fronteggiare coi contenuti e la determinazione una piaga sociale insopportabile e presente nel tessuto del nostro Paese, spesso incancrenito da pregiudizi e da discriminazioni verso il "diverso" di turno. Io non sono intenzionato ad attendere ancora molto, però. Io penso che sia giunta l'ora di fare sentire una voce soffocata dalle istituzioni, silentita, ignorata, la peggiore risposta data finora. Tutto questo deve avvenire sotto forme differenti di mobilitazione e di manifestazione della propria denuncia. Nella legalità, sia chiaro, ma con determinazione e inflessibile costanza.

Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 1 Aprile, 2010 - 23:17

L'Istat conterà anche le coppie omosessuali

01/04/2010 - Redazione arcigay

Le coppie omosessuali entrano nel Censimento 2011. Per la prima volta, nelle schede che verranno distribuite a tutti gli italiani, si avrà la possibilità di dichiararsi "convivente omosessuale" barrando l'apposita casella e, di conseguenza, compilare un solo questionario per due persone, proprio come fanno i conviventi eterosessuali. La decisione dell'Istat segue l'appello lanciato dal portale Gay.it e al quale hanno aderito circa 4600 lettori ed è stata annunciata alle associazioni gay che avevano chiesto al Presidente Enrico Giovannini di essere convocate.

Il requisito minimo di cui devono essere in possesso le due persone per poter essere considerate una coppia è uno solo: abitare sotto lo stesso tetto. Sono quindi esclusi i single - gay, lesbiche - le coppie non conviventi, e quelle transessuali che però verranno conteggiate a seconda del sesso di nascita (se la transizione non è ancora completata) o di quello di transizione (quindi solo se la riattribuzione del sesso è già terminata).

«È un grande passo in avanti - dice Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay - Per la prima volta si prende atto dell'esistenza di rapporti affettivi fra persone dello stesso sesso e addirittura delle famiglie gay con figli». Gli aspetti pratici della decisione dell'Istat sono molteplici. Basti pensare che i dati del questionario andranno ad aggiornare quelli in possesso degli uffici Angrafe dei comuni di residenza, rendendo più ponderate per i sindaci eventuali iniziative politiche a favore delle convivenze, anche omosessuali (ad esempio, le graduatorie per l'accesso all'edilizia popolare o, per chi ha figli, l'accesso agli asili nido).

«Siamo rimasti molto soddisfatti dall'incontro con l'Istat - continua Patanè - Il presidente Giovannini si è dimostrato da subito molto disponibile a ricevere le nostre istanze e le associazioni gay sono state definite "portatrici di interesse" riconoscendo così il nostro ruolo di rappresentanza della comunità lgbt italiana».

Il portale Gay.it aveva lanciato l'appello "Contaci!" nel quale chiedeva al presidente dell'Istat di prevedere la possibilità per le coppie gay di dichiararsi tali nei questionari che saranno distribuiti in occasione del Censimento generale della popolazione italiana 2011. I parlamentari radicali avevano annunciato anche un'interrogazione urgente a prima firma on.Maurizio Turco nella quale si sottolineava l'importanza di accettare «la sfida di governare la realtà cercando di conoscerla, impostando le politiche sulla base dei dati disponibili invece delle opinioni precostituite».

La decisione dell'Istituto di Statistica è arrivata dopo che le associazioni lgbt avevano chiesto e ottenuto un incontro con il Presidente dell'Istat al quale erano presenti Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno, AGEDO, Rete Lenford, MIT - Movimento Identità Transessuale, Associazione Trans Genere, Certi Diritti, Gaylib, Mario Mieli, Di’Gay Project, I-Ken Onlus

Martedì, 30 Marzo, 2010 - 13:00

Grazie Vittorio: ora occorre una SINISTRA UNA

Penso che i commenti a freddo siano sempre spesso fartti in modo affrettato e poco ponderato. Ma vedo comunque dei dati impressionanti che sono oggettivi e che devono portare a considerare la situazione presente e creatasi come pericolo ormai reale e non solo paventato da noi, che siamo stati spesso definiti le "cassandre" dell'odio. La situazione economica e sociale del paese è drammaticamente precipitata. Vedo sempre di più persone di qualsiasi età e di qualsiasi etnia, spesso, molto spesso, giovani italiani, davanti allo spaccio di Pane Quotidiano in Viale Toscana. Basta andare la mattina in quel sito e si può constatare, a pochi passi dal centro di formazione dell'imprenditoria italiana per eccellenza, l'Università Bocconi, quanta sofferenza e disagio ci sia e quanto questo sistema che noi vediamo perpretarsi in diverse forme sia fallimentare, crei esclusione, emarginazione. Nonostante questo il voto delle elezioni regionali ha premiato quella forza che da anni parla di riforme federaliste, fiscali, mentre al governo del Paese non ha proposto nulla che potesse beneficiare le condizioni sociali degli italiani: parlo della Lega che ha in scacco integralmente il governo di centrodestra e che da "costola della sinistra", drammaticamente definita da alcuni dirigenti del PD, è diventata la realtà che ha come "costola" il PdL. E' la Lega della semplificazione manichea della società, la divisione tra buoni e cattivi, i buoni gli italini, meglio se padani, gli imprenditori di piccola taglia che assumono in nero quegli stessi migranti senza diritti e senza prospettive umane, definiti come cattivi, pericolo per l'identità, non so bene quale sia, a volte simoboleggiata nelle pagane ampolle del Po, a volte nel simbolismo da crociata del crocefisso. La difesa dei simboli e la creazione del nemico fisico sono gli ingredienti micidiali di una nuova sottocultura di piazza e di governo, espressione di un localismo egoistico e ossessivo.

Io vorrei parlare della Sinistra. Credo che il PD abbia nuovamente manifestato la sua debolezza: la debolezza di un progetto mai esistito, mai partito, mai concretizzato, mai identificato, protervio a rincorrere la destra sulle parole "magiche" del sicuritarismo e sulla frase ormai perdente del privato è bello. Occorrerebbe a casa loro fare una riflessione su come si vinca con candidati forti e alternativi, Vendola in Puglia, e si perda coi candidati fotocopia del centrodestra, ostinatamente ossessionati nell'apparire come gli sceriffi agli occhi di un bacino di consenso non individuato, o comunque mai proprio, il caso è Penati.
Io vorrei parlare della Sinistra, appunto. Ho sostenuto Vittorio Agnoletto perchè credevo nella sua proposta che aveva un lungo periodo di attuazione programmatica. L'ho sostenuto, ma lo sosterrei ancora, convintamente. Aveva un programma e una proposta politica di lungo periodo: quella proposta rimane imperitura, attuale, aperta, necessitante di un radicamento territoriale e di un'elaborazione continua e puntuale. Grazie Vittorio, davvero, per quello che hai fatto, per quello che hai saputo rappresentare, per quello che hai potuto garantire e dare: ossia il sogno che la costruzione di una Sinistra Unica, una Sinistra di alternativa, una Sinistra indipendente, autonoma, sia una necessità assoluta che deve essere costruita senza distinzioni, senza esclusioni, senza differenzazioni, senza diffidenze e, soprattutto, senza veti incrociati tra chi si definisce più ideologico dell'altro. E' un'esigenza che è vincente. Ha ragione Vittorio quando dice: dove la sinistra tutta, quella sinistra a sinistra del PD, si presenta INSIEME, senza abbandonarsi, come a Milano, al canto mistificatore delle sirene delle tattiche di breve periodo, ha un ritorno forte, buono, consistente, cospicuo. E' il caso delle Marche, dove il candidato governatore, Rossi, ha saputo contare su un appoggio unitario della sinistra e ha saputo incardinare un progetto di alternativa forte che ha acquisito il 7% abbondante dei consensi. Quando la sinistra si presenta divisa, frastagliata tra realtà diverse, in schieramenti spesso differenti, una parte della quale magari, come a Milano, abbandonata alla tattica di corto respiro politico dell'alleanza di governo fine a sè stesso, perde, non riesce a catalizzare consenso, non capitalizza un ritorno elettorale di una cittadinanza che vuole partecipare e che chiede un cambiamento, che vuole avere sentinelle vigili nelle sedi istituzionali che possano arginare i pericoli delle logiche clientelari e affaristiche, di cui la Lombardia è intrisa. Ora ho paura perchè vedo un Consiglio Regionale dove la sinistra rischia di non avere consiglieri. Vedo un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile dire NO all'affarismo costruttivista legato alle "grandi opere faraoniche" e demolitorie del tessuto civile, sociale e culturale della regione, in conseguenza ai grandi appalti dati ai soliti noti in occasione dell'EXPO. Vedo un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile opporsi a una dilagante corruzione malavitosa, sempre più attrattiva di capitali, e sempre meno controllata e contrastata dalle istituzioni, dal Comune alla Regione, appunto. Un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile controllare le convenzioni sanitarie, la correttezza dei bilanci, oggi oggetto di indagini giudiziarie per il gioco perverso degli accrediti. Un Consiglio Regionale dove sarà difficile dire NO a manipolazioni dello statuto in nome di un federalismo fiscale non voluto dalla cittadinanza che disse No al referendum del 2006 a un progetto di fatto secessionista presente nelle controriforme costituzionali partorite dal centrodestra. Un Consiglio Regionale dove la laicità sarà una voce sempre meno presente, soprattutto nella tutela dell'autodeterminazione della donna, nella difesa dell'applicazione della normativa sull'aborto, nella garanzia dell'estensione dei diritti e delle opportunità pari anche per le persone lgbt, nella battaglia contro l'omofobia.
Vedo un Consiglio Regionale debole sulle pressioni dei poteri forti finanziari ed economico/corporativi. Questo perchè non c'è chi, come Vittorio, non è uno di loro: non è uno appartenente a quel consociativismo corporativo che vede ampie fette di torta possibilmente distribuibili tra più soggetti, che si siederanno al tavolo a discapito della difesa dei beni pubblici e della collettività. Non è qualunquismo, il mio. E' la realtà. L'amara realtà. Una realtà sempre più drammaticamente e presente in un panorama dove abbiamo un centrodestra che è proiettato a fare degli interessi privati la propria filosofia di governo, e un Partito Democratico sempre più incline ad amministrare il quotidiano, a non palesare un'alternativa, a considerare le voci del neoliberismo consociativo come voci interessanti.

Ho paura di un consiglio regionale così strutturato, ma credo che da fuori le istituzioni si possa fare opposizione, radicando un pensiero che sia altro da quello unico e omologante. Di sinistra c'è bisogno, c'è necessità, c'è voglia. Penso che questa necessità sarà soddisfatta se insieme unitariamente si potrà e vorrà procedere, abbandonando diffidenze e sterili contrapposizioni anacronistiche, ma creando tessuti culturali unitaria basati su valori e ideali indefettibili. Un'unità che si possa basare su quel senso di civiltà e di onestà che ci contraddistingue. Occorre proseguire, con Vittorio e con tutte e tutti noi in questo percorso. Penso sia la strada buona per procedere verso quella "terra promessa" che in molte realtà territoriali non è più solo promessa, ma è reale, tangibile. Perchè non in Lombardia, a Milano?

Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 28 Marzo, 2010 - 20:05

Omosessualità. La FCEI aderisce all'appello “Sì lo voglio

Omosessualità. La FCEI aderisce all'appello “Sì lo voglio”  
A favore di un matrimonio civile per tutti e tutte
Roma (NEV), 24 marzo 2010 – Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha aderito all’appello ”per il riconoscimento del diritto al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso come principio di uguaglianza” proposto dal Comitato “Sì lo voglio”. I promotori dell'appello chiedono che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine venga garantita “parità e uguaglianza e pertanto anche il diritto di sposarsi, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale” (per il testo integrale vedi www.affermazionecivile.it).
“Pur nella complessità e diversità delle posizioni espresse dalle chiese membro della FCEI, riteniamo di voler aderire all’appello, nel quadro della difesa dello stato laico”, è quanto scrivono i consiglieri della FCEI ai promotori dell'appello. E continuano: “Nello specifico non riteniamo che lo stato debba e possa modellare la sua politica della famiglia sui dettati della morale cattolica, e affermiamo l’uguaglianza e la pari dignità sociale di ogni cittadino e cittadina, come sancito dalla Costituzione. In questo quadro preferiamo non omologare le unioni civili tra persone di diverso orientamento sessuale al matrimonio eterosessuale, ma sosteniamo il diritto delle persone di creare vincoli e legami responsabili e riconosciuti legalmente con coloro che amano”.
La Corte Costituzionale, che si sarebbe dovuta pronunciare ieri, 23 marzo, sulla costituzionalità di alcune norme in materia di matrimonio civile, ha rinviato la sentenza al prossimo 12 aprile. L'auspicio dei promotori è che essa possa fare una distinzione tra matrimonio religioso e matrimonio civile e affermare che il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso non è un tema eticamente sensibile, ma semplicemente un diritto fondamentale della persona che non può essere negato.
Samuele Bernardini
Centro Culturale Protestante
Milano
Giovedì, 25 Marzo, 2010 - 17:25

E adesso?Cosa cambia? incontro di cultura lgbt all'arci50

Cosa cambia dopo decisione della Corte Costituzionale riguardo ai matrimoni fra persone dello stesso sesso

Ne parliamo con:
Persio Tincani - autore del libro “Le Nozze di Sodoma”
Paolo Rumi

Prossimo appuntamento culturale GLBT
- mercoledì 14 aprile 2010
"fra pubblico e privato"
Con Stefano Bolognini e Gian Mario Felicetti

Giovedì, 25 Marzo, 2010 - 12:47

Incrocio “maledetto” via Tolstoj – Zuara – Rondoni (IV) – INTERPELLANZA DI SOLLECITO

“Interpellanza urgente circa l’incrocio di via Zuara – Tolstoj –Rondoni

RICHIAMATA

la deliberazione del Consiglio di Zona 6 n° 108/09 del 22/10/2009, che si allega come parte integrante del presente documento, nella quale è evidenziata l’urgenza di trovare una soluzione al problema della pericolosità dell’incrocio tra le vie Zuara – Tolstoi – Rondoni e si propone la realizzazione di una rotatoria atta a ridurre la velocità dei veicoli;

APPRESO

che la Polizia Municipale ha effettuato una disanima degli incidenti stradali avvenuti dal 2000 ad oggi all’incrocio in oggetto e preso atto del trasferimento di tale lavoro al Settore Pianificazione Mobilità Trasporti e Ambiente nonché al Settore Attuazione Mobilità e Trasporti affinché venga predisposto uno studio di fattibilità dell’intervento;

RILEVATO

come a distanza di  sei mesi dall’ultimo incidente mortale occorso in quel sito sia ancora posizionato in luogo del cartello di segnaletica verticale divelto, un cartello provvisorio ancorato al suolo con mezzi di fortuna;

SI CHIEDE

per il tramite del  Presidente del Consiglio di Zona ai citati Settori :

1-      celere riscontro in merito alla fattibilità degli interventi strutturali proposti;

2-      tempistiche di realizzazione;

3-      cause ostative al ripristino della segnaletica.

Il Presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Urbanistica

Massimiliano Bombonati”

Giovedì, 25 Marzo, 2010 - 12:36

Box fantasma Primaticcio – Legioni Romane (III): deliberazione del Consiglio di Zona 6

Stasera porterò all’approvazione del Consiglio di Zona una delibera per impegnare la Giunta a tempi certi per la realizzazione dei box, a fornire garanzie per i cittadini che volessero recedere e riavere indietro le quote versate e all’accertamento delle eventuali responsabilità in ordine alle mancate fideiussioni nel bando.

(Qui) il testo della delibera.

Giovedì, 25 Marzo, 2010 - 12:02

Parco Blu – Nuovi orti urbani: i criteri per il bando di assegnazione

Si stanno finalmente per concludere i lavori relativi ai nuovi orti urbani del Parco Blu, inseriti nel contesto di riqualificazione di via Parri e via Calchi Taeggi.

Il primo lotto prevede la realizzazione di circa sessanta nuove particelle ortive e dei relativi servizi.

In commissione abbiamo predisposto  la delibera che fissa i criteri per l’assegnazione che sarà approvata in consiglio questa sera.

(Qui) i criteri.

http://www.massimilianobombonati.it

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