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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 20 Ottobre, 2010 - 15:06

PGT: finalmente anche la zona 3 convoca una riunione sul tema!

Data la particolare rilevanza dell'argomento ho chiesto in Conferenza dei Capigruppo di Zona 3 la convocazione di una commissione ad hoc che, con la presenza dei tecnici del Comune, fornisse ai cittadini:
- informazioni sui principali contenuti del futuro Piano di Governo del Territorio (PGT) e  
- istruzioni sulla corretta compilazione dei moduli di osservazione.

La mia proposta è stata condivisa e finalmente è giunta la convocazione della riunione della Commissione Urbanistica che si terrà   
 
Martedì 26 Ottobre p.v., dalle ore 19.00 alle ore 20.30,
presso il Consiglio di Zona.
  
Sono all'ordine del giorno i seguenti argomenti:
1) Comunicazioni del Presidente;
2) Descrizione/Presentazione Piano di Governo del Territorio.

Partecipa il Direttore del Settore Pianificazione Urbanistica Generale Dott. Giovanni Oggioni

Spero di vederVi numerosi!!

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin

Martedì, 19 Ottobre, 2010 - 16:09

la partecipazione attraverso la rete: prima, durante e dopo le elezioni

Elezioni comunali Milano 2011:
la partecipazione attraverso la rete: prima, durante e dopo le elezioni
 
=================================================
MERCOLEDI 20 ottobre, ore 17.30
Sala Lauree, Dipartimento di Informatica e Comunicazione via Comelico 39 - Milano
=================================================
 
Le elezioni comunali sono un momento di risveglio dell'attenzione sui temi della città, e la prosepttiva delle prossime elezioni comunali di Milano della primavera 2011 sta già suscitando vivaci dibattiti intorno alle elezioni primarie che si terranno a metà novembre.
Questa volta, come era inevitabile succedesse, la campagna elettorale di ogni candidato sarà giocata anche online, attraverso siti web e social network. Ma Facebook, dove per discutere con un candidato devo preventivamente dichiararmi suo fan, e' lo spazio online adeguato per farlo? E come fare affinchè questo 'marketing politico' permetta di garantire ai cittadini, dopo le elezioni, una effettiva maggiore possibilità di partecipazione? come fare in modo che i candidati ascoltino e discutano con i cittadini anche quando eletti? come verificare che gli impegni presi durante la campagna elettorale siano poi mantenuti? e quali impegni i candidati si impegnano a portare avanti quando eletti, sindaco, consigliere comunale o di zona? sono disponibili a tenere presente i problemi che i cittadini segnalano e ad "adottare" proposte che vengono dai cittadini?
Alla base delle risposte a questi quesiti c'è anzitutto la volontà politica di andare verso un allargamento degli spazi di partecipazione civica. Ma la tecnologia può ostacolare o favorire: per questo la Fondazione RCM - Rete Civica di Milano e il Laboratorio di Informatica Civica hanno sviluppato un ambiente online a supporto di cittadini e candidati. Un ambiente (che sarà ospitato nel sito sito www.comunalimilano2011.it attivo già dallo scorso luglio) non alternativo, ma complementare a quelli predisposti da ciascun candidato.
Lo presenteremo il 20 ottobre: abbiamo invitato il sindaco Moratti e i candidati sindaci alle primarie. Qualcuno ci ha garantito che ci sarà.
Ma invitiamo soprattutto chi ci ha seguito in questi anni su partecipaMi, chi ha raccolto insieme a noi la voce dei cittadini (senza ottenere risposte), coloro che hanno intenzione di candidarsi come consigliere comunale e di zona e tutti coloro che pensano che la partecipazione online, se vuole portare dei risultati, non sia un passatempo effimero, ma richieda impegno, senso di responsabilità, rispetto reciproco.
Venerdì, 15 Ottobre, 2010 - 21:07

Milano-Serravalle:Soldi solo per poteri forti e autostrade. Dita negli occhi per pendolari ...

Per opportuna informazione.

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
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COMUNICATO STAMPA

Milano - Serravalle, Gatti: ”Soldi solo per i poteri forti e le autostrade. Dita negli occhi per i pendolari e la scuola pubblica”
  
Milano, 15 ottobre 2010. Il Consiglio provinciale di Milano ha approvato nella seduta di ieri, con 26 voti a favore e 14 voti contro (quelli dei gruppi dell’opposizione), una delibera che prevede il via libera da parte della Provincia alla società controllata Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.A. a esercitare il diritto di opzione pro quota negli aumenti di capitale di alcune società partecipate (Autostrada Pedemontana Lombarda s.p.a., Autostrade Lombarde S.p.a., Società di progetto Brebemi s.p.a. e Società Autostrada Broni Mortara s.p.a.).
Il capogruppo in Provincia di Milano per Lista un’Altra Provincia-PRC-PdCI, Massimo Gatti, intervenendo durante il consiglio provinciale di ieri dichiarato:
“Dopo tanti mesi di assenza ieri il Presidente Podestà ci ha degnato della sua presenza in aula e dopo lo show inconcludente su Expo 2015, con una relazione senza contenuti e inconcludente, si è premurato di far approvare alla sua maggioranza questa delibera che prevede lo stanziamento di centinaia di milioni di euro per le autostrade attraverso la controllata Milano Serravalle s.p.a.
Uno scempio sul territorio e sulle tasche dei cittadini che si svuotano sempre di più. Un dito negli occhi ai pendolari e alla scuola pubblica. Gli atti concreti e già deliberati della Giunta PDL – Lega Nord sono solo per le autostrade. Per il trasporto pubblico e per la scuola sempre e solo promesse e rinvii.
Gli assessori della giunta Podestà dovrebbero vergognarsi di parlare di biglietto elettronico futuribile quando sanno solo aumentare il prezzo dei biglietti e tagliare le corse per i pendolari, e altrettanto dovrebbero evitare di chiacchierare su nuove scuole superiori virtuali (naturalmente dopo il 2013 come nel caso di Paullo), non avendo avuto il coraggio di investire un solo centesimo in più per le scuole pubbliche. I soldi veri sono solo per la pedemontana, per Auostrade Lombarde, per Brebemi e addirittura per la Broni Mortara; le metropolitane verso Vimercate e Paullo sono sempre più dimenticate.
Occorre una reazione dal territorio perché la Provincia di Podestà non ha a cuore le sorti delle nostre popolazioni e non risponde neanche alle domande sulle nomine indecenti effettuate recentemente proprio per il cda di Milano-Serravalle s.p.a.”
In allegato: la delibera approvata ieri in Consiglio provinciale

Venerdì, 15 Ottobre, 2010 - 13:29

Arcigay partecipa alla settimana Contro la Violenza nelle scuole

Arcigay, la maggior organizzazione nazionale italiana per la tutela e la promozione dei diritti e per la lotta al pregiudizio e alle discriminazioni di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali, parteciperà alla “Settimana contro la violenza” che si terrà nelle scuole di ogni ordine e grado.

L’iniziativa, che si concentrerà tra l’11 e il 16 ottobre, ma continuerà per tutto l’anno scolastico, è promossa dal Ministero per le Pari Opportunità, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e organizzata da UNAR, l’ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali presso il Ministero per le Pari Opportunità.

Arcigay sarà impegnata, con i suoi volontari, nella promozione della cultura della diversità e contro ogni forma di violenza e offrirà a studenti e docenti percorsi di sensibilizzazione, informazione e formazione sulla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e identità di genere.

“Siamo molto soddisfatti”, spiega il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè, “la partecipazione a questa iniziativa è il riconoscimento istituzionale della serietà, del valore e della bontà dell’impegno dei nostri volontari e costituisce anche una tra le prime risposte alle aspettative pubbliche di strategie di riduzione di omofobia e bullismo omofobico.

Arcigay, da anni, ha aperto una linea di comunicazione con molti istituti scolastici del paese e molti di essi hanno anche contribuito alla prima ricerca nazionale sul bullismo omofobico mai diffusa in Italia e finanziata dal Ministero del lavoro”.

“Proprio nel giugno scorso – continua Patanè - abbiamo diffuso i dati di quella ricerca che attestavano una massiccia presenza nella scuola di offese verbali e non rari attacchi violenti sul piano fisico. Nel corso della ricerca è stato predisposto un vademecum per studenti e studentesse per la lotta al bullismo che sarà un valido contributo nel corso della Settimana contro la violenza”.

L’attività di Arcigay negli istituti scolastici coinvolti, spiega Maura Chiulli, responsabile Scuola, Giovani e pari opportunità dell’associazione si esplicherà nel “mostrare agli studenti una nuova percezione globale e rafforzarne il senso di responsabilità, consentendo loro di oltrepassare i confini della propria esistenza singola. Il progetto di Arcigay, dunque, si propone di sensibilizzare ed educare al valore della diversità, fornendo semplici strumenti culturali, che avranno, in primo luogo, l’onere di indurre gli studenti ad un pensiero critico, in grado di ripensare il pensato, di smontare, quando necessario, i pregiudizi acquisiti nel tempo”.

Il presidente dell’Associazione conclude: “Siamo convinti che rendere la scuola più sicura per gli studenti e le studentesse gay, lesbiche è trans, tra le vittime più facili di discriminazione, sia un importante passo avanti verso il riconoscimento del valore delle differenze quale volano per il raggiungimento di una società più giusta, egualitaria e nella quale il diritto al benessere collettivo e individuale sia patrimonio di tutti.

La Costituzione poi, di una rete di associazioni (FISH, ARCIGAY, AGEDO, IREF, S.O.S. e ACLI) che operano sui maggiori fattori di rischio discriminatorio, ci avvicina all’Europa, da anni attenta a strategie di riduzione della discriminazione e della violenza anti-gay.

Al Ministro Mara Carfagna, al Ministro Mariastella Gelmini, ai Ministeri coinvolti, ad UNAR e ai volontari dell’associazione va un sentito ringraziamento per l’impegno profuso in questa iniziativa importante e necessaria”. 

12/10/2010 - Stefano Bolognini, Ufficio stampa Arcigay

Mercoledì, 13 Ottobre, 2010 - 11:25

Milano città del terzo millennio

Da tempo i milanesi manifestano un distacco sconcertato dalla politica pubblica e dai partiti che ne esauriscono la rappresentanza,

 pur esprimendo il più alto tasso italiano di partecipazione alle esperienze di volontariato e di sussidiarietà sociale.

Serve a poco l'attivismo del Sindaco Moratti, fotografata tra le bancarelle del mercato, sul bus o in bicicletta: il recupero di una empatia

reciproca tra l'amministrazione comunale ed i suoi cittadini non si risolve con una soddisfazione simbolica.

Sono anni che Milano non si percepisce in una relazione stretta con le sue istituzioni, orgogliosa di esprimere un'opinione pubblica avvertita

e di essere la città italiana agganciata ai processi di innovazione internazionali.

Nonostante il riscontro positivo del Manifesto per Milano lanciato dal Corriere,lo spettacolo cui i milanesi assistono da mesi ha visto in scena la riduzione di una opportunità di relazione globale, come l'EXPO sui temi dell'alimentazione e dell'energia, ad uno scontro di natura fondiaria ed immobiliare tutto ripiegato sugli ombelichi locali.

Del resto l'opposizione non è stata meno autoreferenziale.

Eppure la città e la sua area metropolitana esprimono eccellenze accademiche ed imprenditoriali, così nella sussidiarietà e nella ricerca.

Quando ci sono la fiera del design o la settimana della moda emerge in città la rete dell'imprenditoria cognitiva che valorizza a pieno le eccellenze artigiane e tecnologiche

e propone Milano come strordinario luogo di relazioni per la produzione di valore nell'economia della conoscenza.

Invece da mesi oltre alle divergenze fondiarie tra Formigoni e la Moratti il problema della città sembra Triboniano e i disgraziati che lì vivono: qualcuno tra amministratori e opposizioni si è chiesto che fine ha fatto l'Agenzia Nazionale per l'Innovazione che doveva fare incontrare creatività e credito, infrastrutture digitali e servizi?

Molti milanesi non si rassegnano ad essere spettatori sconcertati e da tempo stanno mettendo in rete esperienze e competenze capaci di rispondere alla vocazione storica di questa città, nodo delle relazioni economiche e culturali europee ed internazionali.

Un primo appuntamento pubblico si terrà sabato 16 dalle 14,30 al Teatro Franco Parenti,urbanisti, imprenditoria del design, economisti, esperti di mobilità e di partecipazione informata, proporranno il loro sguardo su quale Milano per quali milanesi a partire dal governo del territorio, quindi dal PGT e dall'EXPO. Il ventaglio ampio e trasversale dei promotori ha la consapevolezza e la necessità di superare le attuali e asfittiche gepgrafie partitiche affinché siano rimessi al centro del confronto pubblico il ruolo, l'identità e la funzione di Milano. Per questo durante l'incontro sarà possibile firmare i Referendum per la città, l'unico strumento a disposizione dei milanesi affinché il confronto elettorale non prescinda dalle questioni concrete che riguardano la qualità del vivere sociale nella città metropolitana. Un'offerta politica più coerente con la città, le sue preoccupazioni e le sue aspettative,può vedere l'aumento dell'interesse alla cosa pubblica e una percentuale di votanti superiore al 61,5%  degli aventi diritto come nelle scorse regionali.

 

Fiorello Cortiana

Allarme Milano Speranza Milano

 

 

 

Sabato 16 ottobre  h. 14,30 - 18,00

 

Teatro Franco Parenti, via Pierlombardo

 

 

 MILANO CITTA' DEL TERZO MILLENNIO

       i cittadini dopo le primarie

 

innovazione-territorio-partecipazione-welfare urbano

 

- Luca Beltrami Gadola ( Arcipelago Milano )

- Giovanni Lanzone  ( The Reinaissence Link )

- Edoardo Croci     ( Milano sì Muove )

- Fiorella De Cindio  (Rete Civica di Milano )

 

lo sguardo di:

- Piero Bassetti  ( Milania )

- Marco Vitale  ( Allarme Milano, Speranza Milano)

 

Milano vista dalla Grande Milano

- Giorgio Oldrini  (Sindaco di Sesto San Giovanni )

- Maria Ferrucci ( Sindaco di Corsico )

- Mario Sacchi ( Sindaco di Settimo Milanese )

- Eugenio Comincini ( Sindaco di Cernusco sul Naviglio )

 

interverranno nel dibattito

 

- Stefano Boeri

- Valerio Onida

- Giuliano Pisapia

- Michele Sacerdoti

 

 

conducono l'incontro

 

Fiorello Cortiana e Marco Cipriano

 

Immagini su Milano e i milanesi dal dopoguerra ad oggi a cura di Denis Curti  (Contrasto) 

 

promuovono l'incontro

 

Allarme Milano Speranza Milano

Arcipelago Milano

The Reinaissence Link

Club Porto Franco

Fondazione Rete Civica Milano

Fondazione Ambrosianeum

Circolo Culturale Prospettive Democratiche

Forum delle Idee

Martedì, 12 Ottobre, 2010 - 08:19

Rinnovamento-Partecipazione-Trasparenza-Meritocrazia

Finalmente sta per entrare in vigore il nuovo regolamento attuativo delle riforma dei servizi pubblici locali, purtroppo non retroattivo, che, insieme ai tagli previsti dalla legge finanziaria, dovrà rendere più responsabili e trasparenti le amministrazioni locali. Si tratta di una serie di provvedimenti, fortemente voluti dal Governo Berlusconi, in particolare dai Ministri Brunetta e Tremonti ma anche da alcuni autorevoli deputati del PDL come Massimo Corsaro, per risparmiare soldi, tagliare sprechi e porre un freno alla sistematica lottizzazione partitocratica delle società pubbliche e partecipate. Sostanzialmente viene codificata l’incompatibilità fra ruolo politico nelle istituzioni e ruolo gestionale ed economico negli enti e nei consigli di amministrazione. E’ un primo passo molto importante, oltre a quello del taglio proporzionale del numero degli eletti e dei loro stipendi, verso il rinnovamento della politica ma, da solo, non basta. Sono i partiti (tutti, nessuno escluso) che devono riformarsi secondo principi di partecipazione, trasparenza e meritocrazia.

Condivido quindi l’appello del Presidente Berlusconi a migliorare il mio-nostro partito, il Popolo della Libertà. Finita la lunga fase iniziale e transitoria, chiuso il doloroso quanto necessario capitolo della scissione finiana, il PDL deve organizzarsi bene, aprirsi a tutti gli Italiani di buona volontà, radicarsi sul territorio e nella società, riprendere cioè il progetto iniziale di un grande partito popolare di centro-destra a vocazione maggioritaria. Un partito "conservatore" nella sostanza (i valori della nostra tradizione e civiltà europea e cristiana) e "riformista" nella forma (presidenzialismo, federalismo, giustizia giusta, fisco equo, incentivi a famiglie ed imprese, grandi opere ed infrastrutture) che possa ambire veramente al consenso della maggioranza del nostro popolo.

Ma se il PDL vuole veramente ottenere questa “rivoluzione conservatrice”, deve incominciare subito a ripensare e riorganizzare se stesso ed a darsi un vero e proprio codice etico. La prima cosa necessaria è eliminare le incrostazioni di potere, il vergognoso cumulo di cariche e di mandati dei mestieranti della vecchia partitocrazia, creare partecipazione e ricambio generazionale, allargare la base del consenso, imporre un ricambio degli eletti, selezionare una nuova classe dirigente, veramente degna, capace e meritevole. Come ha detto giustamente Berlusconi, ripreso anche da Corsaro, dobbiamo mandare a casa i “fanniguttun” , i parassiti che vivono di politica e non per la Politica, coloro che non hanno mai lavorato seriamente in vita loro, che non conoscono i reali problemi delle famiglie e delle imprese italiane. Serve, quindi maggiore mobilità della classe dirigente, la Politica come servizio alle propria comunità, lasciando spazio a tutti, ognuno al suo posto ed ognuno al suo turno.

Per questo faccio subito alcune proposte concrete che saranno presto tema di discussione, dibattito, approfondimento, confronto, analisi, elaborazione e sintesi politica con gli amici di Destra per Milano, Destrafuturo, Patria e Libertà, Circoli del Buon Governo ed Associazione Archè, con Marco Clemente, Stefano Di Martino (in alto, nella foto, con Berlusconi), Fabrizio Hennig ed Emanuele Villantieri.

1) No al cumulo delle cariche e dei mandati. Un rappresentante del PDL dovrebbe ricoprire e svolgere bene un solo ruolo alla volta e solo per due mandati. Questo dovrebbe valere per tutte le cariche elettive ed istituzionali (parlamentari e consiglieri), per tutti gli incarichi fiduciari e di governo (ministri, sottosegretari ed assessori) ed anche per le nomine di partito (coordinatori regionali, provinciali e comunali). Chi riceve nuovo incarico-promozione, dovrebbe dimettersi dal precedente e lasciare spazio al primo dei non eletti. I rappresentanti del PDL che percepiscono, ad ogni livello, stipendi e gettoni di presenza, dovrebbero avere l’obbligo di versarne il 25% al partito ed un altro 25% in beneficienza. Servono anche degli elenchi pubblici (disponibile e consultabile da tutti i cittadini anche online) degli eletti del PDL ma anche dei nominati negli enti e dei consulenti di ministeri ed assessorati (con loro titoli, dati anagrafici, emolumenti, presenze e riferimenti telefonici ed email) poter valutare i loro curricula ed il loro operato in nome e per conto del Popolo della Libertà.

2) Rinnovamento, nominale e generazionale, della classe dirigente italiana (la più vecchia d’Europa) imposto con dei precisi limiti anagrafici alle candidature per i rappresentanti del PDL: massimo 40 anni (per consiglieri di zona, comunali e provinciali), 50 anni (per presidenti di zona, assessori comunali e provinciali e consiglieri regionali), 60 anni (per sindaci, presidenti di provincia, assessori e presidenti regionali, deputati nazionali ed europei) e 70 anni (per senatori, sottosegretari e ministri). Selezione di candidati, nominati e dirigenti di partito, anche in base ad una attenta analisi dei loro reali curricula (di studio e professionali), alle loro dichiarazioni dei redditi ed ai loro certificati penali (chi è stato condannato, con sentenza definitiva in terzo ed ultimo grado di giudizio, per reati gravi e-o infamanti non può essere ricandidato e-o nominato in qualche ente o ruolo di partito). I Candidati Sindaci ed il 50% dei candidati del PDL (alla carica di consigliere e deputato) deve essere scelto attraverso lo strumento delle elezioni primarie (coinvolgendo non solo gli iscritti ma tutti i simpatizzanti).

Roberto Jonghi Lavarini
Milano, 11 ottobre 2010

Domenica, 10 Ottobre, 2010 - 14:28

PRIMARIE 2010: VALERIO ONIDA CANDIDATO SINDACO

Conferenza stampa, 23 settembre 2010, di §Valerio Onida (1)
"Far funzionare Milano, senza slogan o interessi di parte. Io so come si fa".
Milano: gigante economico e nano politico?
Milano non è sempre stata così. Non è sempre stata un “gigante economico” e insieme un “nano politico”. Milano anzi in passato è stata laboratorio politico di avanguardia. Cosa succede oggi? Perché i milanesi si allontanano dalla politica? I canali della partecipazione appaiono ostruiti. Sempre più sembra che chi si interessa di politica siano quasi solo persone alla ricerca di una carriera o di un “posto”, che il gioco sia nelle mani di un “circuito stretto” di apparati circoscritti e gelosi del loro potere. I cittadini disertano le urne. L’antipolitica cresce. Ma l’antipolitica è davvero l’unica soluzione? Chi crede nella democrazia sa che i partiti, attraverso cui i cittadini concorrono a determinare la politica nazionale (e locale), come dice la Costituzione, sono indispensabili. Non c’è democrazia senza partiti. La mia non è una candidatura dell’antipolitica. Non è una candidatura contro i partiti, anche se non è espressione di partiti o di pezzi di partiti. La mia candidatura nasce dentro la società milanese, di quella Milano che rivendica il diritto e il dovere di avere una politica vera, che si prenda cura della città e di tutti quelli che la abitano. Questo significa occuparsi dei mille piccoli e grandi ostacoli che troppo spesso ci fanno apparire la città come ostile o incattivita.
Far funzionare la città
Affrontare i problemi della sua gente è il primo compito di un’amministrazione comunale. Occorre far funzionare Milano, con l’occhio puntato sui bisogni, indipendentemente dal numero e dalla provenienza di coloro che hanno bisogno e dal fatto che richieste e proteste siano espresse a volume più o meno alto di voce. Proprio qualche giorno fa ho ricevuto un e-mail nel quale mi venivano descritte le difficoltà che incontra a Milano una persona affetta da sordità, alla quale, per esempio, i numeri verdi non servono a nulla. Di questo bisogna occuparsi: dei problemi di chi ogni giorno si sposta per lavorare, di chi accompagna i figli a scuola, di chi cerca casa, di chi quotidianamente deve combattere contro le troppe cose che non funzionano. 2 Non si governa un grande Comune andando a rimorchio degli interessi particolari o corporativi che sanno farsi valere meglio, né raccogliendo e amplificando le paure e le angosce dei cittadini, alla ricerca di facili consensi. Non si governa una città con gli slogan. Occorre una visione che parta da valori forti e condivisi: la visione di una città da vivere, non fatta solo di edifici da costruire. L’amministrazione è uno strumento fondamentale per governare. Se c’è un ambito nel quale posso vantare specifica competenza ed esperienza è proprio quello del funzionamento degli apparati amministrativi. Per venticinque anni ho vissuto dall’interno la nascita e la crescita della Regione Lombardia, dal suo primo statuto in poi. Ho partecipato da vicino e dall’interno a molte vicende istituzionali milanesi, da quando negli anni novanta si scriveva il primo statuto comunale. Ho conosciuto i problemi dell’amministrazione anche attraverso il filtro del contenzioso amministrativo in qualità di avvocato. La macchina amministrativa del Comune, spesso vissuta dai cittadini e perfino dai responsabili politici come un ostacolo o una palla al piede, è in realtà una risorsa fondamentale per chi voglia governare. Non servono amministrazioni parallele fatte di consulenti scelti in sede politica, ma serve capacità di guidarla, di combatterne i difetti e le distorsioni, valorizzandone competenze e risorse. Le caratteristiche di alcuni problemi come i trasporti e la gestione dei rifiuti impongono poi di affrontarli nella dimensione metropolitana, attuando il disegno istituzionale ormai iscritto nella Costituzione e che da troppo tempo è rimasto inattuato soprattutto per le resistenze dei poteri che ne verrebbero intaccati. Questo il mio primo impegno concreto come candidato Sindaco: rimettere il cittadino e la comunità al centro dell’azione amministrativa. Puntare sulla qualità dei servizi; attivare controlli non sulla carta e sulla forma, ma sulla realtà effettiva e sui risultati. Il contrasto alle illegalità e alle mafie che avviliscono la città non può essere delegato solo all’opera meritoria della magistratura: deve cominciare dall’azione amministrativa. Efficacia e trasparenza della pubblica amministrazione devono andare di pari passo. La scarsità delle risorse dei bilanci pubblici non giustifica la cattiva qualità dei servizi (per esempio quelli legati alla scuola). Milano deve saper utilizzare tutte le risorse di cui dispone, non può limitarsi a lamentare i tagli e a chiedere soccorsi a Roma. Colpisce, ad esempio, il fatto che, delle esperienze di Community Foundations promosse dalla fondazione Cariplo, nessuna fino ad ora riguarda il territorio del Comune di Milano. Non ci sono solo, poi, le risorse dei bilanci: ci sono anche le risorse nel campo scientifico e della ricerca, di cui Milano è particolarmente ricca, risorse che devono essere adeguatamente valorizzate a vantaggio di tutti.
Gioventù ed esperienza
Milano riprenda in mano se stessa scegliendo bene il suo primo cittadino. Dicono che sono troppo vecchio per questo compito. Ma l’impegno per la città, per la comunità, è di per sé un impegno che travalica le nostre stesse esistenze, e vale per noi, per i nostri figli e i nostri nipoti. Una città, del resto, anche nel senso fisico, sopravvive sempre a lungo a coloro che la pensano, la costruiscono, ne definiscono le forme. Il destino di una città è anche legato alla trasmissione di valori e di opere, alla capacità di ogni generazione di consegnare il testimone a quelle successive. Per questo oggi c’è bisogno di giovani. Ma non di giovani che siano in cerca di posti o di affermazione, ma di giovani che possiedano competenze professionali e abilità e siano pronti anche a metterle, almeno per una parte della propria vita, al servizio della comunità. La mia storia e la mia esperienza mi consentono di attuare credibilmente questo passaggio di testimone. Posso presentarmi agli elettori delle primarie, e poi agli elettori delle elezioni comunali, come un candidato che non ha vincoli di fedeltà, né espliciti né sotterranei, che lo condizionino, che non ha niente da chiedere per sé e la cui piena indipendenza da qualsiasi apparato e da qualsiasi gruppo di potere può essere affermata senza tema di smentita.
*** Per dare subito la prova che alle parole dette corrispondono fatti, ho voluto oggi qui accanto alcune delle persone che condivideranno con me questo percorso. Non vi sto presentando la mia “squadra”, i miei futuri assessori, ma persone che, a titoli e con ruoli diversi, coerenti con le loro competenze e capacità, hanno accettato di impegnarsi nel nostro progetto. Fra loro alcuni sono nomi ben conosciuti, per la drammatica storia che ne fa un poco il simbolo della Milano che non si arrende alla violenza e al cinismo; altri sono nomi meno noti al grande pubblico ma accomunati dalle stesse caratteristiche di fondo. Uomini e donne. Vi diranno loro direttamente, in poche parole, le motivazioni del loro essere qui con me oggi.
Valerio Onida
Durante la conferenza stampa altri 5 esponenti della società civile milanese hanno dichiarato la loro adesione e collaborazione al progetto per Milano di Valerio Onida: Umberto Ambrosoli (avvocato e scrittore), Lucia Castellano (Direttrice del Carcere di Bollate), Benedetta Tobagi (ricercatrice e scrittrice), Michele Diegoli (insegnante, operatore sociale e attore), Gabriele Rabaiotti (architetto e ricercatore).
Leggi alcune biografie: >>>
Per amministrare bene una città, occorre una visione.
Questi i temi intorno ai quali Valerio Onida costruisce il proprio programma, grazie anche alle proposte e ai suggerimenti che darete nella sezione “Il programma lo costruiamo insieme”.
• Milano, città da vivere
• Milano, città dei giovani
• Milano, città della conoscenza
• Milano, città che produce
• Milano, città che lavora
• Milano, città solidale
• Milano, città plurale
• Milano, città metropolitana
• Milano, città d’Europa e del mondo
• Milano, città che funziona
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 (1):
Chi è Valerio Onida
E’ nato a Milano nel 1936, da padre sardo e madre siciliana – figlio quindi delle “mescolanze” tipiche di questa città - e qui ha vissuto sempre, salvo che nei tre anni dello “sfollamento” durante la guerra. Ha frequentato scuole pubbliche (liceo “Carducci”) e l’Università statale, per la laurea in giurisprudenza, con tesi in diritto costituzionale, relatore uno dei membri dell’assemblea costituente.
La sua socializzazione è avvenuta nella Fuci (universitari cattolici), in cui è stato presidente di circolo e incaricato di zona.
E’ sposato dal 1962, ha cinque figli e cinque nipoti (più uno in arrivo).
Dopo il servizio militare è stato assistente e poi professore di diritto costituzionale in varie sedi, da ultimo alla Statale di Milano, e insieme avvocato specializzato in questioni di diritto costituzionale e amministrativo. Ha vissuto il mitico “Sessantotto” da assistente e giovane professore, come un’epoca di grandi speranze e aspettative, anche di confusione, ma senza perdere mai la fiducia nella possibilità di una Università e di una società migliore.
Dagli anni settanta, con la nascita delle Regioni a statuto ordinario, ha lavorato come esperto per la Regione Lombardia (con la commissione per lo statuto presieduta da Carlo Ripa di Meana, e poi nel comitato legislativo della Giunta, con i presidenti Bassetti, Golfari, Guzzetti, Tabacci, Giovenzana, Ghilardotti, Arrigoni, fino alla nomina a giudice costituzionale), nonché per altre Regioni. Ha lavorato allo statuto del Comune di Milano nei primi anni novanta, e prima ancora al progetto di legge sull’ordinamento dei Comuni e delle Province con Umberto Pototschnig. Conosce dunque da vicino i problemi delle amministrazioni pubbliche, anche locali.
Come avvocato si è occupato di questioni di diritto costituzionale e amministrativo: soprattutto difendendo la Regione Lombardia e altre Regioni in controversie con lo Stato davanti alla Corte costituzionale (li chiamavano, lui e altri, gli “avvocati delle Regioni”), ma anche, per esempio, discutendo questioni di costituzionalità e alcuni conflitti fra il Consiglio superiore della Magistratura e il Ministro di giustizia, o fra la Procura di Milano e le Camere parlamentari.
Alla Corte costituzionale è stato eletto nel 1996, dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza di tre quinti dei componenti, come professore ordinario di diritto, su designazione dei gruppi di centro sinistra. Ma alla Corte le “origini” politiche lasciano il posto alla funzione. Si possono ricordare, negli anni del suo mandato, alcune decisioni adottate dalla Corte che “politicamente” spiacevano o potevano spiacere ai partiti del centro sinistra allora al governo, o magari a tutti i partiti (per esempio sull’abuso dei decreti legge o sulle prerogative parlamentari). Della Corte è stato Presidente dal 22 settembre 2004 al 30 gennaio 2005. Sul sito ufficiale (www.cortecostituzionale.it) si può leggere la sua relazione alla conferenza stampa annuale del 2005.
Finito il mandato di giudice è tornato a insegnare all’Università statale, dove tiene tuttora un corso di giustizia costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza, a esercitare l’avvocatura, a lavorare come esperto per alcune Regioni. Per tre anni (2007-2009) ha fatto parte del consiglio di amministrazione di RCS Quotidiani (l’editore del Corriere); dal 2009 è membro del Comitato di consultazione del Consorzio di banche “Pattichiari”, promosso dall’Associazione Bancaria Italiana.Collabora su temi costituzionali al “Sole 24 Ore”.Collabora come volontario allo “sportello giuridico” per i detenuti nel carcere di Bollate. Nel 2009 è stato eletto presidente, per tre anni, dell’Associazione italiana dei costituzionalisti.
Ha pubblicato lavori su diversi argomenti di diritto costituzionale. Ma il libretto cui è più affezionato è quello pubblicato dal “Mulino” che si intitola “La Costituzione”, dove ha cercato di illustrare la storia, i fondamenti e i principi della carta costituzionale in modo accessibile anche ai non addetti ai lavori. Il volumetto è stato distribuito in omaggio alla inaugurazione di un magazzino Coop in Emilia-Romagna, e in seguito distribuito in omaggio con il quotidiano “Il Sole 24 Ore” in occasione del sessantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione.
Non è mai stato iscritto ad alcun partito, ma ha condotto tante “battaglie” anche politiche, da cittadino e da avvocato. Per esempio la battaglia per il no nel referendum sul divorzio del 1974, e la difesa, come avvocato, di referendum di iniziativa radicale negli anni ottanta. La “cosa” più vicina alla politica che ha fatto è stata la partecipazione alla nascita dell’Ulivo nel 1994-95: referente milanese dei comitati per l’Ulivo, poi componente del gruppo di esperti per il programma formato da Prodi, fino a quando l’elezione alla Corte costituzionale, all’inizio del 1996, ha interrotto questa esperienza. Lasciata la Corte dopo i nove anni del mandato, ha preso parte alla campagna per il no nel referendum del 2006 sul progetto di riforma costituzionale (la c.d. devolution) e a tante iniziative, nelle scuole, in incontri pubblici, in sedi culturali, sindacali, politiche, in difesa della Costituzione e per diffondere la cultura costituzionale.
Si sposta in città con i mezzi pubblici. Tessera abbonamento senior per la rete urbana n. 190 316456439 dal 2005 Tessera Bikemi (dai primi mesi di funzionamento del servizio) n. 2036020812. E’ abbonato ad un radiotaxi.

Venerdì, 8 Ottobre, 2010 - 20:02

LETIZIA MORATTI, VIOLATRICE SERIALE DELLE REGOLE SU INCARICHI E CONSULENZE

Per opportuna informazione.
Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin

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DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE BASILIO RIZZO

LETIZIA MORATTI, VIOLATRICE SERIALE DELLE REGOLE SU INCARICHI E CONSULENZE

Ho  appreso  da un lancio dell’agenzia Radiocor che Letizia Moratti è stata condannata  dalla  Corte  dei Conti del Lazio in appello per una consulenza affidata a Ernst&Young nel 2001 quando era Ministro dell’Istruzione.
Non volevo crederci, ma una verifica sul sito della Corte dei Conti, a meno di improbabile omonimie, lo conferma.
Quando  dunque  la  Corte  dei  Conti  Lombarda  la indagò per i cosiddetti incarichi  d’oro  –noi non sapevamo (ma Lei si)- eravamo in presenza di una “recidiva”.
Al di là dell’entità monetaria della condanna (ovviamente spiccioli per chi può spendere milioni di euro per una campagna elettorale) è determinante il giudizio inequivocabile sulle violazioni delle regole.
Per  i  milanesi  non è certo gradevole sapere che il proprio sindaco ha il “vizietto”  di  affidare incarichi e consulenze al di fuori della legalità, soprattutto   in  vista  del  futuro  ruolo  di  commissario  straordinario all’Expo.
E’  tuttavia  possibile  che  non  tutti soffriranno per questa notizia: si immagini  il  pensiero  dei “signori dei grandi eventi”. Visti i precedenti (L’Aquila,  G8, etc.) quale migliore nuova che sapere che sull’Expo regnerà un  commissario  ben  predisposto ad assegnare incarichi e consulenze senza troppe fisime di rispettare regole, procedure, legalità.
Si saranno congratulati a vicenda: “anche stavolta un’ottima scelta….”.

Milano, 8 ottobre 2010
Giovedì, 7 Ottobre, 2010 - 11:07

Tagli ai docenti: penalizzati soprattutto studenti disabili

E' di pochi giorni fa la notizia raccapricciante quanto mai disdicevole per un Paese che si definisce europeo e civile di una madre di un ragazzo disabile dell'Albe Steiner di Milano costretta a rimanere per tutto il tempo dell'orario delle lezioni, ogni giorno, ogni mattina, per accudire al proprio figlio nella deambulazione e nel suo trasporto. Non ci sono insegnanti di sostegno e il personale presente in Istituto non è qualificato alla mansione di cura per il ragazzo. Il ragazzo è stato più volte rifiutato, anche da notori istituti, nella propria iscrizione in quanto nessuno poteva assicurarne tutela adeguata. L'Istituo Albe Steiner di Milano è stato l'unico istituto che aveva ammesso il ragazzo perchè dotato di strutture, fino a un anno fa. I tagli corposi e indecenti, fatti a raso senza alcuna attenzione e responsabilità politica, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, a fronte di un aumento, invece, dei finanziamenti, ormai non più solamente indiretti, dizione di forma che voleva solo legittimare ciò che  è incostituzionale, hanno fortemente ridotto il corpo docente, in particolare i mediatori linguistici e gli insegnanti di sostegno. Quest'ultimo capitolo è stato fortemente ridotto a partire già dallo scorso anno scolastico, come rileva un'interrogazione presentata dal sottoscritto nel maggio 2010, in cui chiedevo i motivi dell'assenza della copertura dei costi dei programmi di inserimento educativo e di sostegno integrativo didattico per ragazzi con disabilità nello stesso Istituto Albe Steiner, caso singolare che esemplfica, però, una situazione generale. Il preside dell'Istituto più volte aveva inviato una lettera all'Assessorato all'Educazione del Comune di Milano, ricevendo solo dinieghi, in cui lamentava della mancanza di soldi per garantire il completamento dei programmi, non essendoci più un fondo che finanziasse l'attività didattica e il costo degli insegnanti di sostegno, ruolo importante e di alta responsabilità, spesso non valorizzato e riconosciuto. Anche per il sottoscritto vale la stessa conseguenza avutasi con le lettere di sollecito di sblocco dei fondi da parte dell'assessorato all'educazione del Comune di Milano e dell'amministrazione: nessuna risposta in merito, con grave dann all'attività didattica integrativa.
E' di ieri, infine, il comunicato stampa di genitori di alunne e alunni con dsabilità di diversa entità e grado che chiedono interventi al fine di assicurare l'attività integrativa per i propri figli negli istituti vari del Comune di Milano, in particolare l'Istituto Ferrante Aporti, una scuola primaria. I tagli sono così ingenti che il diritto ad accedere a ogni forma e grado di istruzione scolastica a prescindere dalle proprie condizioni fisiche è compromesso severamente. Le parole del comunicato parlano da sole e disegnano una reale situazione drammatica in cui imperversa un particolare capitolo della scuola pubblica, angariata e sofferente di una politica assente del Ministero nonchè irresponsabile. Allego il comunicato, chiedo una diffusione e una risposta da parte dell'amministrazione comunale adeguata e non filtrata da considerazioni di circostanza: è in pericolo l'accesso e la prosecuzione degli studi, anche gli indirizzi obbligatori, per migliaia di bambine e bambini con disabilità di diverso genere e grado, quindi necessitanti di attenzione e di cura spesso personalizzata. E', questo, un vulnus civile oltreche sociale che compromette un Paese destinato a perire se a essere penalizzata è la scuola pubblica e l'istruzione per quella che sarà la futura classe dirigente. Un paese che menoma l'educazione, come diceva Calamandrei, è un paese di uomini non liberi, sottoposti vulnerabilmente in modo acritico alle pressioni di un potere autoritario. Occorre avere risposte in merito, assessore Moioli, nonchè Ministro Gelmini: non è più tollerabile un silenzio prolungato a fronte di politiche che vedono solo tagli effettuati in modo indistinto e indiscriminato, compromettenti il tessuto sociale della nostra comunità e l'eguaglianza dei cittadini della nostra Repubblica.

Alessandro Rizzo

Capogruppo la Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 7 Ottobre, 2010 - 10:45

In memoria dell'On. Professor Raffaele Degrada, esempio valoriale, intellettuale, umano


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