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.: Il Blog di Roberto Jonghi Lavarini
Domenica, 31 Ottobre, 2010 - 12:36

Dalla Bicocca alla città: parliamo di una seria e utile politica della mobilità?

I cinque referendum ambientalisti sono stati accolti con la sottoscrizione di 15000 firme. Milanosìmuove, il titolo dell'iniziativa, è partita. Buona cosa: sollecitare dibattito e discussione su temi che riguardano la qualità del vivere nella città è sempre utile e importante. Ma le contraddizioni, anche minime, sorgono nel momento in cui tra i quesiti referendari, molto generici, alcuni dei quali inefficaci per la portata e per il contenuto, vedere a riguardo il tema dell'estensione dell'ecopass, e le esigenze primarie di servizio richieste come prioritarie della cittadinanza utente sussiste una forte discordanza. Tali quesiti, a parere del sottoscritto, infine, rischiano di risultare poco utili se non vengono contestualizzati e anticipati da prassi amministrative propedeutiche, ed elementari per una città europea e sviluppata oserei dire. Leggo su Repubblica di Milano che il servizio gratuito di trasporto per gli studenti e i docenti della Bicocca è stato soppresso per volontà dell'ATM. Si considerava da parte dell'azienda trasporti milanese che tale servizio fosse contrastante alla concorrenza e agli ambiti di azione commerciale promossi dalla medesima. E' vero oserei dire: a Milano i trasporti pubblici sono serviti da un'unica azienda e la competenza in merito è assoluta e non accoglie forme concorrenti. Il problema non è di natura giudiziaria ovviamente: non possiamo focalizzare l'attenzione su una diatriba di competenze e funzioni. Il problema è di natura squisitamente politica, ossia le linee politiche di promozione dell'utilizzo del trasporto pubblico con forme di agevolazioni per fasce di utenti specifiche, come accade in ogni città che viene definita europea, quindi vivibile, umanamente sostenibile. Mi affianco chiaramente alle mobilitazioni e alle denunce degli studenti e dei docenti che giustamente esprimono opposizione a una scelta non scelta che determina per questioni di competenza e di concorrenza la sospensione di un utile servizio. L'università Bicocca aveva più volte chiesto alla stessa azienda un simile servizio di trasporto gratuito solamente per determinate categorie, studenti, docenti, ricercatori, amministratori universitari, che collegasse direttamente la stazione di Greco con il polo accademico. L'ATM ha risposto, come ancora oggi fa giustificando un'insensata e irresponsabile assenza di servizio, considerando che il tratto interessato è servito in quanto esistono già due linee di tram e di autobus, non concependo, così, che l'utente che deve recarsi all'università dalla stazione di Greco deve cambiare due, addirittura tre linee di trasporto. Il servizio è stato appaltato con bando regolarmente indetto dall'Università a un'azienda barese, vincitrice. Il fatto ha comportato il ricorso dell'ATM per sovrapposizione di competenze. L'Università chiede a questo punto una pronuncia da parte del Comune che non arriva: 60 giorni scaduti e il silenzio assenso scatta. Ma dopo qualche giorno che l'appalto era stato indetto il Comune blocca la gara e il servizio viene sospeso e interrotto. L'azienda di Bari ricorre contro la pronuncia, vince e il servizio viene ripristinato. A un nuovo stop del Comune il servizio viene, infine, sospeso. Chi è penalizzato da questo iter giudiziario e amministrativo di pronunce e competenze? Docenti, studenti e ricercatori, impiegati e dipendenti del settore amministrativo dell'Università. Ossia sono penalizzate una serie di categorie che spesso provengono da fuori Milano, catalogabili genericamente come city user, e che sarebbero anche indotti a utilizzare i trasporti pubblici solamente se essi fossero funzionanti, efficenti e soprattutto discretamente estesi sulle aree di lavoro e di studio che quotidianamente frequentano. I treni dei pendolari delle Ferrovie Nord sono stati per il 35% soppressi: la Regione esprime questo "lutto" adducendone la causa ai tagli ai trasferimenti agli Enti Locali voluti da una finanziaria che penalizza tutti riducendo come un taglia erba i vari capitoli in modo indifferenziato. E' anche questa la causa, non c'è dubbio, ma spesso la causa principale di tali conseguenze angarianti consiste in un'assenza totale di strategie politiche funzionali a investire su una rete di trasporto pubblico agevole e diffusa. Su questi temi, che sono prioritari per una città in cui non c'è un disegno minimo dei criteri di ampliamento qualitativo e quantitativo del servizio di trasporto pubblico, che cosa il Comune è intenzionato a fare, e soprattutto l'Azienda dei Trasporti Milanesi, interessata solamente a definire con atti giudiziari amministrativi la sua assoluta competenza, lasciando scoperto un tratto che potrebbe essere collegato da un unico servizio agevolato di trasporto, magari ecocompatibile, come quello sospeso, e gratuito per determinate categorie? Perchè l'ATM in questo ambito specifico non ha essa stessa provveduto a offrire e corpire un servizio di trasporto diretto tra Greco e Bicocca, vantaggioso per la stessa azienda? Questa situazione è esemplificativa di una situazione più generale e direi devastante e devastata del servizio della rete di trasporti urbana. Che cosa significa, poi, lo chiedo alla direzione dell'ATM e al Comune di Milano, considerare che tale servizio fosse contrario alla concorrenza perchè offriva un trasporto gratuito a cui accedevano anche altre tipologie di utenze, e non solo le categorie interessate? Ha senso buttare, così, via l'acqua sporca con il bambino per il signor Elio Catania, amministratore delegato ATM? Non sarebbe semplice quindi aver affidato all'ATM la gestione di un simile e utile servizio intensificando i controlli al fine di evitare che alcuni utenti beneficiasero gratuitamente senza averne i requisiti? Ci sono linee metropolitane, la linea 4 per esempio, stoppate e fermate nel loro semplice avvio, la cui realizzazione era già stata promossa all'interno di quelle grandi opere da condursi in occasione del "mirabolante appuntamento" dell'EXPO. Ci sono zone intere della città il cui raggiungimento risulta essere difficile da parte di un'utenza spesso proveniente da situazioni lontane, dove sorgono grandi cattedrali del deserto, presentate come nuove città nella città, ora solamente poli fieristici o commerciali, o centri accademici di studio e di lavoro quotidiano. Domando, infine, ai promotori dei referendum ambientalisti, il cui intento è anche nobile ma inefficace nella maggior parte della portata delle richieste, se può essere interessante per queste categorie, la cui maggioranza proviene dalle città della provincia e della regione, parlare di estensione dell'ecopass, nel momento in cui un simile provvedimento, rebus sic stantibus, non farebbe altro che colpire fasce di utenza e categorie deboli senza offrire loro occasioni e offerte di servizio agevolato? Incominciamo veramente a parlare di strategie consone e opportune che agevolino l'utilizzo dei mezzi, abbandonando l'autovettura privata, con politiche che investino e diffondino la rete di servizio di trasporto pubblico su un'area che non sia solo quella municipale, sarebbe anacronistico restringere l'intervento solamente a questa porzione minima di spazio, ma anche metropolitana e meta-metropolitana, attraverso accordi e convenzioni tra i differenti comuni e le differenti province che vedono i propri residenti quotidianamente muoversi in direzione del capoluogo. Garantiamo a categorie specifiche, come avviene a Parigi, a Londra, a Berlino, a Lione, per esempio, agevolazioni utili e funzionali alle attività che queste persone si trovano a dover svolgere ogni giorno nella nostra città. Parliamo di servizi di trasporto gratuito che colleghino stazioni ferroviarie, oppure parcheggi non pertineziali, magari da costituirsi all'entrata della città, con stazioni della metropolitana vicine o addirittura poli di impiego e di studio, come può essere in questo caso la Bicocca. Questi sono i temi principali che devono essere affrontati da cui partire per rendere questa città vivibile e a misura d'uomo, di cittadino: sono le fondamenta di politiche di una mobilità moderna, efficente e soprattutto agevole. Solo così si può veramente incidere culturalmente ed economicamente per rendere l'utilizzo del mezzo pubblico conveniente e competitivo rispetto a quello privato. Dopo possiamo parlare di forme di pagamento del pedaggio stradale, la congestion charge, e non un'estensione semplice e insensata dell'ecopass che sarebbe solamente una tassa verso chi non può permettersi automobili a basso impatto ambientale. Partiamo valutando nuove politiche per una mobilità sostenibile e seria, agevolante la maggior parte delle persone, e diffusa. Penso che questo fatto che interessa la Bicocca, chi ci studia, chi ci lavora, chi ci inesgna, sia esemplificativo dello squallido fallimento che il Comune dolosamente ha attuato nell'ambito della programmazione di una politica sulla mobilità.

 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 29 Ottobre, 2010 - 15:26

XXVIII OTTOBRE 2010

Oltre un centinaio di patrioti, ieri sera a Milano, hanno festeggiato, come tradizione, l’anniversario della Marcia su Roma, alla cena organizzata dalla Associazione Nazionale Arditi d’Italia (ANAI).
Il Capitano Francesco Lauri ed il Caporale Leonardo Romano, Segretario del Reparto ANAI di Milano (intitolato all’Ardito Ampelio Spadoni, vice Comandante della Legione Autonoma Ettore Muti), dopo aver citato Josè Primo de Rivera (fondatore della Falange spagnola) hanno presentato il nuovo labaro della sezione, benedetto dal Cappellano Militare, Don Marco Melzi.
Il Cav. Pierpaolo Silvestri, Presidente Nazionale ANAI, ha ricordato la figura del Comandante Ardito Gianni Cordara di Milano che partecipò alla Marcia su Roma ed ha consegnato due medaglie commemorative del 90° anniversario di fondazione della gloriosa associazione combattentistica e patriottica, con relativi diplomi di benemerenza, a Don Melzi ed al Dott. Roberto Jonghi Lavarini. L’Ausiliaria ANAI, Marcandelli, ha declamato una bellissima quanto lunga poesia dedicata a Benito Mussolini.
Hanno portato il loro commosso saluto tre ex Combattenti della Repubblica Sociale Italiana: Ivan Bianchini (Marò del Battaglione Nuotatori Paracadutisti della Decima Flottiglia Mas del Comandante Principe Junio Valerio Borghese, con encomio solenne per azioni di guerra), Lino Menghini (Aviere Marconista della Regia Aeronautica poi aggregato come volontario “fallschirmjaeger”  alle truppe d’assalto germaniche) ed il vulcanico Sergio Spinelli (Volontario, a soli 14 anni, nelle Fiamme Bianche della RSI e figlio di Ardito della I Guerra Mondiale).
Erano presenti, fra gli altri: Dario Casorati (festeggiato per il suo 70° compleanno) ed il Conte Alessandro Romei Longhena in rappresentanza della Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, Sergio Pogliaghi (vice Presidente vicario della Associazione Combattenti della X° MAS), Romano Cramer di Albona (Segretario del Movimento Nazionale Istria-Fiume-Dalmazia), il Conte Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente della associazione insegnanti AESPI), Lucia Parisi (vice Presidente della Associazione per la Formazione al Giornalismo), Francesco Filippo Marotta (del movimento Destrafuturo), Mario Mazzocchi Palmieri (del Comitato Destra per Milano), Rino “Banana” Demango (del comitato Destra per Rho), Leonardo Bianchi (della associazione Progetto Zero di Monza), gli operai metalmeccanici Fallara e Fiore, rappresentanti del sindacalismo nazionale (dirigenti UGL ex CISNAL)  e l’Avv. Gabriele Leccisi (figlio di Domenico, mitico deputato missino milanese) con una folta delegazione della Fiamma Tricolore.
Sono giunti i saluti ufficiali di Pasquale Cioffi (Presidente della Associazione Arma di Cavalleria, pluridecorato reduce di Russia), del Conte Fernando Crociani Baglioni (Presidente del Centro Studi Storici e Politici Internazionali Patria e Libertà) e del Prof. Alberto Mariantoni.
Da segnalare, in nome della continuità ideale e generazionale che, da sempre, contraddistingue questi raduni camerateschi, la presenza di due bambini di pochi mesi, rispettivamente figli di Leonardo Romano e del Conte Ezra Foscari Widmann Rezzonico.

Per un gruppo di irriducibili, la serata è continuata, nei bar del rosso quartiere Isola di Milano, sotto la guida del Dott. Marcello Cerati e l'ultimo bindisi (quello della staffa) alla Rivoluzione Fascista ed alla Marcia su Roma è stato chiamato dal "Barone Nero" questa mattina alle ore 2.00.

Giovedì, 28 Ottobre, 2010 - 09:37

Parole, parole, parole...

e gli 800 milioni del Governo per la Banda Larga?

Mercoledì, 27 Ottobre, 2010 - 16:47

News da Palazzo Marino

Cari amici,
la situazione politica in Consiglio Comunale in questi giorni è alquanto caotica.
Ma più che per parlare di problematiche e proposte della città, il tempo è impiegato soprattutto per questioni che riguardano il posizionamento dei singoli consiglieri.
Nei fatti oggi il centro-destra fa fatica ad approvare qualunque provvedimento, nonostante l’ampia maggioranza di partenza (36 a 24), per le scelte politiche e la disaffezione di diversi loro consiglieri.
Il Consiglio di martedì 26 ottobre così ha avuto come epicentro ed unico punto di discussione la scelta del Presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri di passare a Futuro e Libertà; è il secondo consigliere ad aderire alla formazione politica di Gianfranco Fini.
Il PDL, con un’unica eccezione, si è affidato alla coscienza di Palmeri perché si dimetta da Presidente del Consiglio Comunale. La coscienza di Palmeri, che ha parlato per bocca dell’interessato, ha detto di essere molto più serena adesso dei mesi precedenti, ricordando che esiste una procedura formale di revoca del Presidente e, se la maggioranza ritiene opportuno, può avviarla.
Il PDL non lo farà però perché non ha i numeri in aula. Su questo incide il fatto che, oggettivamente, Palmeri in questi anni si è dimostrato un Presidente super partes, sensibile ed affidabile, e quindi oggi godrebbe del voto dei consiglieri di opposizione, oltre che di un piccolo pezzo di maggioranza.
Un’altra vicenda però turba il PDL in questi giorni. Due consiglieri comunali, Stefano Di Martino e Guido Manca, sono stati rinviati a giudizio, con la Giunta che si è costituita parte civile contro di loro. Una scelta, ha dichiarato Manca in aula, “da infami”.
Andiamo a ricostruire rapidamente i fatti: siamo nel 2004, Manca è Assessore alla Sicurezza e Di Martino Presidente della Commissione Sicurezza del Consiglio Comunale.
Il Comune di Milano finanzia con 477mila euro l’Associazione Alkeos per attività di mediazione culturale con la comunità cinese di Milano. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri la pratica fu avviata dalla titolare dell’Associazione e da Di Martino quando Alkeos non era ancora regolarmente costituita (pratica irregolare), ma Manca, pur sapendo dell’irregolarità, porta comunque la delibera in Giunta. A questo si aggiunge che in larga misura non risultano documentate e svolte le attività finanziate. Una situazione ingarbugliata dove a far luce è ormai chiamata la magistratura ma che getta un’altra brutta ombra sul modo in cui questa città da anni è amministrata.

 
ALL’ORTICA INTIMIDAZIONI MAFIOSE E REAZIONI DECISE
Gli organizzatori della festa dell’Ortica, che si è svolta un mesetto fa nel quartiere, avevano ricevuto intimidazioni e richieste di denaro da parte di alcune persone che si erano accreditate come vicine all’amministrazione comunale.
Settimana scorsa è stata danneggiata l’auto di Giovanni Lanzetti, Presidente della Cooperativa dell’Ortica, e in risposta le associazioni del quartiere hanno organizzato una partecipata “castagnata antimafia” che ha avuto luogo domenica, alla presenza dei 4 candidati alle primarie per il Comune di Milano.
Con altri colleghi consiglieri ho chiesto che si acceleri l’indagine interna avviata dal Comune di Milano per verificare se quei signori hanno effettivamente dei contatti con l’amministrazione comunale.
 
IL PD IN P.LE LAVATER
Il 14 ottobre il Partito Democratico e Stefano Boeri si sono confrontati con i residenti di P.le Lavater, incantevole luogo della città che rischia di essere devastato da un progetto di box sotterraneo che mette a repentaglio verde e disegno della piazza.
Questo è il video dell’iniziativa: http://www.youtube.com/watch?v=QYkNsfkDawA
 
 
IL RAPPORTO SULL’IMMIGRAZIONE. COME CAMBIANO I MILANESI
Il 26 ottobre è stato presentato il dossier statistico della Fondazione Migrantes sul 2010.
Sulla città di Milano gli stranieri regolarmente registrati sono 199mila (il 15% dei residenti e il 20% dei minorenni). La crisi ha, ovviamente, colpito anche i lavoratori stranieri e per la prima volta nella storia vi è un calo del numero di occupati stranieri, anche se di poche migliaia di unità, ma in una misura inferiore agli effetti che si ripercuotono sui lavoratori italiani. Secondo il rapporto questo è dovuto alla maggiore propensione degli immigrati di accettare retribuzioni più basse e spostarsi per lavoro.
Il rapporto, che potete consultare a questo link, fornisce degli strumenti utili che dovrebbero essere letti ed ascoltati da chi governa Milano, ma è anche uno stimolo, per usare le parole di Don Davanzo della Caritas ad avere “una visione dinamica della nostra identità riconoscendo una reciproca contaminazione e recuperando la cultura dell’altro come ricchezza”.  

Mercoledì, 27 Ottobre, 2010 - 13:21

Manifesto di Ottobre, presentazione, testo e adesioni

Manifesto di Ottobre 
passione del presente: per una rinascita della res publica e per un nuovo impegno politico-culturale

 

“Ottobre 2010: si apre un varco per un atto di politica generativa, una decisione perché qualcosa
avvenga. Politicamente, cioè nella vita di tutti, con l’azione di tutti: un patto per la rinascita della res publica. Non una litania di valori ma un progetto per l’Italia contemporanea, una concreta costruzione di rigore e di impegno civile.”  Inizia così, con questa impegnativa affermazione, il Manifesto di Ottobre, una proposta che ho condiviso con Monica Centanni e Peppe Nanni, con i quali da decenni percorro sentieri comuni legati alla ricerca di strumenti con i quali affrontare le questioni che il novecento ci ha consegnato, dalle derive autoritarie delle ideologie e degli integralismi a quelle recenti e inedite dell’ecologia e della relazione tra tecnologia e scienza. Li avevo conosciuti insieme ad Alex Langer, quando la metafora verde sembrava proporsi oltre le rigidità ed i confini delle narrazioni del “secolo breve”. Alex sottolineava l’importanza “di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono "traditori della compattezza etnica", ma non "transfughi"” Oggi tutto questo trova un senso profondo ed una necessità non solo per chi è uscito dalle derive degli antagonismi assoluti degli anni ’70, ma per tutti coloro che sentono la necessità di un confronto aperto su questioni nuove come quelle relative alla bioetica o alla privacy nel tempo della tracciabilità digitale e della profilazione assolute.
Appaiono evidenti tanto la inadeguatezza, quanto la incapacità di trattenersi dalla strumentalizzazione, con le quali vicende come quella di Eluana Englaro sono state trattate nell’emiciclo parlamentare. La deriva plebiscitaria e personalistica, fondata sul populismo dell’antipolitica costituisce un buco nero che inghiotte ogni questione o risponde con simulazioni. Così molte persone hanno condiviso con noi la convinzione che “ [...] politica e cultura crescono insieme o insieme declinano. Senza cielo politico non c’è cultura, ma soltanto erudizione e retorica: un rinnovato impegno politico e intellettuale si offre oggi come occasione di rinascita civile, come segno di responsabilità  che coinvolge tutti i cittadini e in prima persona chi lavora con il pensiero e l’invenzione, con l’intelligenza e la fantasia, per stabilire la stretta relazione tra Potere e Sapere che dà virtù all’etica pubblica. [...] Il compito richiede coraggio – virtù politica per eccellenza.” Innanzitutto il coraggio di usare ogni contingenza di discontinuità nel sistema dell’appiattimento, della simulazione e della distrazione di massa, nel quale ci troviamo a vivere, fuori da ogni collateralismo ma con l’ambizione di svolgere una funzione inquieta, attraverso il confronto, senza la paura di essere utilizzati.
Il Manifesto si propone come una matrice aperta a successivi approfondimenti e articolazioni tematiche, fra cui saranno centrali i temi che ci stanno a cuore: paideia, bene comune e beni comuni, investimento sul patrimonio e sulla memoria culturale, cura della sfera delle libertà personali (e dei diritti civili) rispetto alla definizione dei diritti politici.  Alcune questioni caratterizzanti saranno: Modello italiano di cura del bene comune e dei beni comuni (patrimonio artistico e naturalistico italiano e beni condivisi); Modello italiano di integrazione (cittadinanza)
Modello italiano: investimento sulle arti come campo della vita activa ; Patriottismo repubblicano
Rappresentare gli invisibili (crisi e opportunità della rappresentanza politica); Paideia: investimento sull’educazione, la ricerca, il sapere, per la società della conoscenza; Libertà civili e libertà politiche: tutela della sfera individuale come garanzia di libertà e disponibilità di sé.
L’ampiezza e la trasversalità dei firmatari, e dei parlamentari, non deve indurre alla facile definizione “bipartisan”, l’incontro sul Manifesto di Ottobre avviene tra persone provenienti da diverse identità colturali che sentono la necessità di un’azione costituente che intende riconfigurare l’attuale assetto politico su nuove, urgenti, linee di frattura. Un’azione che trova un fondamento comune nella volontà di salvaguardare i valori fondativi della Carta Costituzionale, così validi da aver trovato una corrispondenza nel Trattato Costituzionale Europeo.

Fiorello Cortiana 

 

manifesto di ottobre

per una rinascita della res publica e per un nuovo impegno politicoculturale

Ottobre 2010: si apre un varco per un atto di politica generativa, una decisione avvenga. Politicamente, cioè nella vita di tutti, con l’azione di tutti: un patto per plae rrcinhaés qcuitaal cdoesllaa res

publica. Non una litania di valori ma un progetto per l’Italia contemporanea, una concreta costruzione di rigore e di impegno civile. La politica oggi non ha visione né passione, non sente né esprime i bisogni e i desideri dei cittadini, che, votanti o no, la rifiutano e ne sono rifiutati, confinati ai margini di una sfera pubblica occupata da interessi privati e oligarchici. Solo attraverso l’immaginazione e il progetto la politica può ritrovare il senso della realtà, rimediando alla rassegnazione esistenziale che spegne lo spirito individuale e contrastando lo scetticismo diffuso che azzera ogni sentimento della cosa pubblica. Ma politica e cultura crescono insieme o insieme declinano. Senza cielo politico non c’è cultura, ma soltanto erudizione e retorica: un rinnovato impegno politico e intellettuale si offre oggi come occasione di rinascita civile, come segno di responsabilità che coinvolge tutti i cittadini e in prima persona chi lavora con il pensiero e l’invenzione, con l’intelligenza e la fantasia, per stabilire la stretta relazione tra Potere e Sapere che dà virtù all’etica pubblica. La corruzione politica più grave non è quella di cui si occupano i tribunali: l’illegalità è solo l’altra faccia della routine e del cinismo al potere. La crisi è profonda perché come una vera ruggine ha sfigurato l’immagine e intaccato la sostanza della politica. Non sono solo i partiti a essere in crisi ma la politica stessa è in pericolo perché non ha più né parole né ragioni per dirsi. Le parole della politica sono corrose, sono spuntate, non fanno presa sulla realtà. È urgente uscire da una fase di transizione infinita, aprendo la strada alla modernizzazione della politica, della cultura, dell’economia italiana. Occorre promuovere una fase costituente, sottoscrivere un nuovo patto fondativo: costituzionale in un senso non solo giuridico, politico in senso non solo istituzionale. Occorre ritrovare il filo di un grande racconto, di una narrazione più vera e più nobile della cultura e della storia repubblicana contro il degradante clichè di una italietta furba e inconcludente: ripensare il modello italiano e incarnare quel progetto, ridare corpo a una tradizione civile di cui si possa andare orgogliosi. Mettere in gioco un libero pensiero, critico e creativo, in sintonia con le energie del presente per investire in questo nostro tempo: pensiero per sfidare il presente, ma insieme pensiero per costruire il   presente. Non c’è cultura né azione politica efficace senza passione del proprio tempo. Non c’è politica senza un pensiero di rottura delle consuetudine usurate: occorre abbandonare la retorica che inchioda il futuro al passato. Superando le vecchie e inaridite appartenenze, congedando le ossessioni e i ricatti delle memorie ferite, la politica rinasce nel punto in cui si incontrano immaginazioni diverse che congiurano per un nuovo patto politico.

Non c’è politica senza un pensiero che esprima la passione del presente come intelligenza del futuro, che non è solo dopo, ma è anche altro: è sparigliare le carte e le compagnie del gioco per disegnare nuove coordinate dell’impresa comune. Esatta passione, mobilitazione di energie intellettuali e politiche per l’edificazione di un nuovo paesaggio nazionale. Il patriottismo repubblicano è la forma non retorica di questo sentimento che è regola, prima che tradizione, impegno prima che eredità. E che è anche cura del bene comune e dei beni comuni, difesa del paesaggio italiano, consapevolezza collettiva del patrimonio materiale e immateriale. Patriottismo repubblicano è promuovere un’idea espansiva e non puramente negativa della libertà. La   migliore garanzia contro l’ingerenza arbitraria del potere nella sfera della libertà personale l’attiva partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: “La libertà politica significa infatti il di èri tintofa dtti i ecidsnpisetssiltenc alriagdneveid nponiiardb ogroiltl”leie a t cstr aitraprla luer ep amd oepeenppln sprgtieooeis svruetoetenri eltndia oaean zr ot“iiicopv eoenp n erutoae,r tpscercnp aneor orcecenirst a eptsatneiidgtcrani hndtieifae,i nleccia zbhp aeeno r eupaa lluprliaeelai”n”rs tta((eiAC cgcarhlieilpe anua.m dnz itiao )ne.n dPgerel iper aio )qll.tui rLteiiac se atp o,d on eèloig tenrisca nsadee avnl illzvaaie arv ilnigetei aadl spnasu e“ibscdsubiovrlii acsraieo, naei La politica laica protegge, custodisce, riveste la nuda persona di tutti i diritti civili che vanno precisamente declinati e garantiti: ma afferma anche il valore dei diritti politici che fanno di una persona un cittadino attivo. Patriottismo repubblicano è anche coltivare un’idea positiva della competizione tra le parti e dell’agonismo tra le forze politiche come presidio della libertà, secondo la lezione che Machiavelli desume dall’esperienza della repubblica romana. Politica, però, è non solo rappresentazione dell’esistente, ma presentazione dei ‘senza parte’. Rappresentare gli ‘invisibili’, la realtà molecolare e disaggregata degli outsider i cui interessi non contano e non pesano nei rilevamenti statistici o nelle simulazioni dei sondaggi: che non hanno espressione e finiscono schiacciati e confusi nell’area indifferenziata del non voto e della renitenza civile. Non sono tutti poveri. Non sono tutti disoccupati o sottooccupati. Non sono tutti marginali. Non sono tutti stranieri. Ma sono tutti ‘clandestini della politica’, esclusi dalle logiche della rappresentanza e della decisione pubblica. Si tratta di persone – e sono milioni – la cui precarietà, prima ancora che da condizioni economiche e sociali, dipende da ragioni di esclusione e di afasia politica: refrattari alla vita pubblica e, proprio in quanto politicamente e intellettualmente più esigenti, non corrisposti dalle logiche privatistiche, antipolitiche, anticulturali che in questi anni hanno monopolizzato la sfera istituzionale.

Non c’è politica senza un pensiero che anticipi e accompagni l’azione trasformatrice. Il principale compito intellettuale della politica consiste nel riaccendere l’immaginazione progettuale della società. La politica deve rispondere con parole e azioni adeguate alle opportunità e alle sfide della scienza e della tecnologia nell’era della globalizzazione, dotandosi delle forme procedurali e istituzionali che possano governare i processi e i progressi dell’innovazione: investire strategicamente nella ricerca, nelle arti e nelle nuove sfide dell’apprendimento per avere presa sul futuro. Azione politica e impegno intellettuale: l’obiettivo è accrescere il capitale sociale rappresentato dall’intelligenza e dalle virtù civili degli italiani. La qualità di una Città e del suo futuro si misura sulla virtù e sul merito dei suoi cittadini. È in atto un sommovimento geologico delle categorie della politica e, in questa accelerazione dei tempi, la forza dinamica sprigionata dalla crisi può essere convertita in energia produttiva. La principale sfida politica e intellettuale che attende l’Italia è trovare la misura per riconoscere, chiamandoli con nuovi nomi, quanti sanno governare il presente e progettare il futuro, rispetto a quanti difendono l'esistente come il miglior mondo possibile. Il compito richiede coraggio – virtù politica per eccellenza.

 
 L’email a cui indirizzare altre adesioni è <manifestodiottobre@hetairia.org>.

e prime (più o meno) 100 firme
Lirio Abbate, scrittore
Gino Agnese, storico dell’arte, presidente Quadriennale Roma
Giampiera Arrigoni, storica delle religioni, docente Università di Milano
Salvo Ando’, giurista, docente e rettore Università Kore
Emanuela Andreoni, latinista, docente Università Roma Tre
Antonio Arena, funzionario parlamento europeo
Luca Barbareschi, deputato
Giuseppe Barbera, agronomo, docente Università di Palermo
Sergio Bertelli, storico, Università di Firenze
Piermario Biava, oncologo
Gianluca Bocchi, Filosofo della scienza, docente Università di Bergamo
Piercarlo Borgogelli Ottaviani, artista pubblicitario
Vito Bruno, scrittore
Maurizio Calvesi, storico dell’arte
Omar Camiletti, islamista
Alessandro Campi, politologo, docente Università di Perugia
Franco Cardini, storico, docente SUM-Italia
Alfio Caruso, scrittore
Giancarlo Cauteruccio, regista
Giuseppe Cecere, islamista, ricercatore IFAO Cairo
Monica Centanni, grecista, docente Università IUAV Venezia
Mauro Ceruti, senatore
Gioachino Chiarini, latinista, docente Università di Siena
Michele Ciacciofera, artista
Luca Ciancabilla, storico dell’arte, ricercatore precario Università di Bologna
Arnaldo Colasanti, scrittore, critico letterario
Giuliano Compagno, filosofo, scrittore
Paola Concia, deputato
Fiorello Cortiana, fondatore Verdi italiani
Luigi Crespi, direttore Crespi Ricerche
Giampaolo Cugno, regista
Paolo D’Angelo, filosofo, docente Università di Roma Tre
Roberto De Gaetano, storico del cinema, docente Università della Calabria
Benedetto Della Vedova, deputato
Fernanda De Maio, architetto, docente Università IUAV Venezia
Luigi Di Gregorio, politologo, docente Università della Tuscia
Bruno Di Marino, storico del cinema, docente UTIU
Massimo Donà, filosofo, docente Università San Raffaele
Maria Laura D’Onofrio, Institute of Studies for the Mediterranean and the East
Sergio Escobar, direttore Piccolo Teatro di Milano
Piercamillo Falasca, Fondazione Libertiamo
Michele Fasolo, archeologo, ricercatore
Mauro Federico, fisico, ricercatore, Università di Messina
Alberto Ferlenga, architetto, docente Università IUAV Venezia
Paolo Ferri, sociologo, Università degli Studi Milano Bicocca
Franco Fortunati, socio-economista,ricercatore precario Università di Bologna
Nadia Fusini, anglista, docente SUM- Italia
Manuel Giliberti, regista
Giulio Giorello, filosofo, docente Università Statale di Milano
Giuseppe Giulietti, deputato
Adriano Guarnieri, musicista
Fabio Granata, deputato
Piero Guccione, artista
Franco La Cecla, antropologo
Luciano Lanna, scrittore
Linda Lanzillotta, deputato
Giuseppe Leonelli, italianista, docente Università Roma 3
Arnaldo Lombardi, editore
Sebastiano Lo Monaco, attore
Gianfranco Macrì, storico delle istituzioni, docente Università di Salerno
Maurizio Makovec, scrittore
Giacomo Marramao, filosofo, docente Università di Roma Tre
Paolo Martino, linguista, docente LUMSA
Luca Meldolesi, economista
Angelo Mellone, politologo, dirigente RAI
Costanza Messina, Direttore artistico Festival del Paesaggio
Massimo Morigi, storico, ricercatore precario Università di Coimbra
Marco Mueller, Direttore settore Cinema, Biennale di Venezia
Peppe Nanni, coordinatore Forum delle Idee
Paolo Nifosì, storico dell’arte
Carmelo Palma, direttore Libertiamo
Antonio Paruzzolo, ingegnere Thetis- Arsenale Venezia
Flavia Perina, deputato
Ivelise Perniola, storico del cinema, docente Università Roma Tre
Sergio Claudio Perroni, scrittore
Vincenzo Pirrotta, attore e regista
Ermete Realacci, deputato
Bruno Roberti, storico del cinema, docente DAMS Università della Calabria
Sergio Roda, storico romano, docente e prorettore Università degli Studi di Torino
Luca Ronconi, regista
Filippo Rossi, scrittore, Festival Caffeina
Francesco Rovella, gallerista
Alberto Russo, giurista, docente Università di Messina
Gianluca Sadun Bordoni, filosofo del diritto, docente Università di Teramo
Daniela Santus, storica e geografa, docente Università di Torino
Andrea Sarubbi, deputato
Sergio Scalpelli, presidente Pierlombardo Culture
Spiro Scimone, regista
Sergio Sconocchia, latinista, docente Università di Trieste
Mirella Serri, storica, docente Università La Sapienza
Francesco Sframeli, attore
Umberto Silvestri, fondatore Maratona di Roma
Bruno Socillo, direttore RAI

Luciano Sovena, Cinecittà-LUCE
Nicoletta Stame, politologo, docente Università La Sapienza
Annalisa Terranova, scrittrice
Roberta Torre, regista
Fulvia Toscano, antichista, direttore artistico Festival Extramoenia
Daniele Tranchida, storico, docente Università di Messina
Ermanno Tritto, Teatro Franco Parenti Milano
Carlo Truppi, architetto, docente, preside Facoltà di Archiettura Siracusa, Università di Catania
Gabriele Vacis, regista
Giuseppe Valditara, senatore
Sofia Ventura, politologo, docente Università di Bologna
Massimo Venturi Ferriolo, filosofo, Politecnico di Milano
Alessandro Visca, Forum delle idee
Marco Vitale, economista
Elena Zaniboni, musicista

 

Sabato, 23 Ottobre, 2010 - 16:19

Milano ha bisogno di valori costituzionali: perchè sostengo VALERIO ONIDA

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Le primarie, mi domando, sono il giusto canale per esprimere un candidato alla carica di sindaco di una coalizione? Devo affermare che in verità pensavo potesse essere uno strumento partecipativo reale, come lo furono le primarie del 2005 quando venne eletto Prodi candidato del centrosinistra alla carica di premier, ma ho dei forti dubbi a riguardo. Ho visto tropep strumentalizzazioni da parte di singoli partiti che hanno voluto imporre in modo prevaricante le candidature, definendo già a priori i possibili risultati. La partecipazione avviene su un progetto, su idee, su proposte che potrebbero migliorare Milano: la candidatura di chi può rappresentare questa proposta viene di conseguenza, un passo completante un'iniziativa politica. Ora sembra tutto svolgersi su un ambito agonistico tra persone e soggetti, senza parlare di contenuti, spesso questi ultimi vengono in un secondo tempo, adombrati da una competizione basata sulla figura, sull'individuo. Abbastanza, infine, obiettabile è il quadro organico complessivo dell'accordo tra i diversi soggetti supporter dei singoli candidati: si parla al primo punto di "governare la Milano dell'EXPO", accettando l'Expo come dato di fatto, lo è in definitiva, ma non nella logica e nell'ottica di critica e di denuncia di cosa comporti questo appuntamento, la cui macchina è saldata su basi e presupposti puramente aziendalisti e affaristici, a causa di un'amministrazione attenta a privatizzare ogni spazio pubblico esistente in città e a eliminare ogni forma di partecipazione alla cosa pubblica. Rebus sic stantibus rendiamo almeno le primarie occasione di coinvolgimento e convincimento delle persone democratiche e stanche, angariate, asfissiate da un centrodestra che impera senza limiti in questa città da 17 anni, a votare per chi maggiormente può garantire un cambiamento politico e uno sviluppo sostenibile per Milano.

Io sostengo Valerio Onida. Sostengo onida in quanto credo possa veramente governare la città all'insegna di valori che ritengo essere universali, quelli costituzionali. La sua candidatura avrebbe dovuto fare passi indietro da parte di altri candidati. La sua figura autorevole poteva essere sostenuta in modo generale da quelle realtà politiche, sociali e culturali, civiche e civili che si riconoscono nei valori costituzionali e nei principi che fondano una "lex fundamentalis" scritta dalla Resistenza Antifascista, di cui Milano vede un riconsocimento storico in quanto Medaglia d'Oro.

Valerio Onida è una figura che rappresenta ampiamente quella Carta che può e deve diventare il piano di governo di una società, quale quella nostra, nata da un'antitesi di un regime fascista fatto di repressione e di negazione della dignità umana. Valerio Onida non è espressione di nessun partito, nel senso istituzionale del termine: è la candidatura di quelle persone che vedono maggiormente necessario un rinnovamento della partecipazione politica senza appartenenre a nessun tipo di "casa" ma, bensì, aderendo a un progetto politico nell'accezione di "azione per città".

L'esperienza civica, che credo essere sempre più importante in questa metropoli che vede umiliati e ristretti i luoghi di confronto e di crescita civile e sociale, deve essere un patto fondativo di un progetto di città futura umano, sostenibile, attento alle esigenze dei più deboli, che si forgi sulla partecipazione, sulla condivisione del pubblico, sul governo di una città intesa come patrimonio comune, di tutti. Oggi assistiamo a una Milano sofferente, asfissiata, emarginante, desolante, affaristica, individualistica, privatizzata, alienata e alienante. E' una città delle solitudini, della paura, dei timori generati da una "classe poco dirigente" e amministratrice che ama strumentalizzare le fobie delle persone, creando senso di sfiducia, di impotenza, di attaccamento al proprio particolare, di diffidenza verso l'altro. E' una città che esige una nuova politica che sappia fare crescere competenze, professionalità e sensibilità verso un ritorno del pubblico come etica di trasparenza e di convivenza, di rispetto delle cose comuni, di tutela del patrimonio di tutti, di promozione dei valori di legalità e di solidarietà.

Il sociologo Bonomi parlava di frustrazioni generalizzate e generate da un'amministrazione che ha privatizzato un'intera città, ha ristretto fortemente luoghi e spazi di confronto e incontro, soffocando momenti di crescita collettiva e di possibilità di usufruire di beni fondamentali per la crescita di una comunità: dalla cultura ai servizi sociali, dall'ambiente alla casa, dalla mobilità alla scuola, educazione. Credo che Valerio Onida possa rappresentare, ha una patente per farlo molto credibile e molto autorevole, tutto questo.

L'antipolitica è generata dal senso cinico di desolante disperazione incussa da coloro che vogliono detenere il potere, magari pensando prima al proprio interesse a danno di quello generale, siamo in presenza di una terrificante caduta del senso civico e di una sovrabbondante tendenza di vedere la politica come opportunità per arricchirsi individualmente: il risultato è quello di annientare ogni opportunità e occasione di cambiamento, di interessarsi alla cosa pubblica, generale e, quindi, anche soggettiva, pensando che tanto ormai ogni proposta e ogni idea è alimentata da coloro che vogliono guadagnare qualcosa presentandosi come candidato. Valerio Onida non è espressione di nessun partito, seppure abbia, da me condiviso, un grande senso di cosa dovrebbe essere costituzionalmente un partito, una funzione egregia e nobile, oggi spesso dimenticata, ma non è espressione di antipolitica ma, bensì, di una proposta che vuole rendere patecipi tutti a una possibile trasformazione della società.

Occorre una Milano che sappia rivolgere attenzione agli ultimi della catena sociale, totalmente dimenticati da un'amministrazione permeata da logiche affaristiche individuali e aziendaliste, dove il cemento soprattutto vede un PGT e uno sviluppo di un futuro di una città esclusiva nel senso negativo del termine: una città emarginante, dove chi vive la propria quotidianeità nei problemi generati dalla mancanza di lavoro e di occupazione, dalla mancanza di stabilità sociale per un futuro di precarietà esistenziale, da una scuola senza soldi e fondi, da una rete di trasporti inefficente, dalla perdita di lavoro, dalla mancanza di una casa e di un'abitazione, dall'assenza di servizi che sostengano dignitosamente la propria vecchiaia, da una vita notturna fatta solamente di divertimento fine a se stesso senza contenuti culturali aggregativi, dall'assenza di spazi di socialità perchè "sgomberati" dalla lunga mano di un'amministrazione che ama garantire alla dita appaltatrice lauti guadagni con futuri bandi per costruzione di quartieri alto residenziali accessibili ai pochi, non trova diritto di cittadinanza.

Vedo infine una città inospitale per i giovani. Le giovani generazioni, da studi recenti, abbandonano questa città perchè non trovano opportunità lavorative, di studio e di divertimento culturale utili e funzionali per una loro affermazione e autodeterminazione. Qualcuno considera Valerio Onida una figura nobile ma troppo anziana per candidarsi alla carica di sindaco. Posso, invece, affermare che Valerio Onida è l'unico che da subito ha parlato di una città per i giovani, fondata sul concetto di patto intergenerazionale dove competenze, professionalità ed esperienze possano essere tramandate da classi di età differenti, ma ognuna fondamentale per tale nuovo patto civile. Io credo che anziani e giovani possano e debbano avere un compito primario nel futuro di questa città se dialogano, se incominciano a pensare che Milano può diventare occasione di crescita di tutte e di tutti, senza conflitti spesso alimentati da coloro che strumentalmente vogliono vedere una lotta di tutti contro tutti per tornaconti elettorali. Valerio Onida ha parlato di competenze giovanili represse e soffocate da una logica affaristica che oscura le validità delle nuove generazioni per mantenere il controllo economico e sociale e la propria prevaricante presenza nel governo dei propri affari. I giovani devono governare la città, afferma Valerio Onida: ma non quei giovani in cerca di ritorni individuali ammalati da carrierismo. Occorre fare esprimere quelle doti che rendano il giovane protagonista di un futuro di una città che vive e prospera se fonda le sue logiche amministrative e civili sul concetto di cittadinanza.

Io sostengo Onida perchè credo che occorra portare la Costituzione come programma politico, ciò che essa è sostanzialmente, a guida fondamentale del futuro della città. Penso che la sua candidatura possa rinnovare impegno, partecipazione che è libertà intesa non come libertà singolare dell'individuo di fare tutto ciò che vuole per proprio interesse, ma come insieme coeso e inscindibile di diritti e garanzie, doveri e responsabilità civici dell'universalità di chi vive e agisce Milano.

 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 23 Ottobre, 2010 - 14:17

ROM:la storia del Rubattino in finale al festival “L’anello debole” di Capodarco,

Nei giorni scorsi l'ennesimo sgombero (Redecesio/Segrate, Cavriana/Forlanini) ... e i bimbi e i loro genitori faticosamente continuano nel percorso di integrazione che il comune sta ostacolando in tutti i modi.

Ho appena finito di vedere il documentario (di cui riporto il link qui sotto) e di ascoltare le parole delle maestre, delle mamme italiane e rom, del papà rom, dei volontari.

Spero che anche a voi possiate emozionarvi nell'ascoltare e nel vedere le immagini: sono messaggi semplici e chiari, di buon senso.
Spero che questo messaggio possa giungere non solo al cuore, ma anche –e sempre più- alle menti di un numero sempre maggiore di persone desiderose di vivere in un acittà capace di accogliere e di accompagnare le persone emarginate e stigmatizzate in un doveroso -e voluto!- percorso di integrazione.

Di che cosa si tratta?

E' il documentario realizzato dalla Scuola Civica di Cinema di Milano, “Seminateci bene” , in finale al festival “L’anello debole” di Capodarco, sulla storia di Rubattino

http://www.premioanellodebole.it/SchedaVideo.aspx?id=399


Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin

Sabato, 23 Ottobre, 2010 - 10:57

Napoli. Convegno nazionale sull'omofobia

Napoli, 18 ott. - Ostilita', condanna religiosa, mancato riconoscimento sociale e giuridico dei propri affetti e delle proprie famiglie.

Queste le barriere ancora da superare per gli omosessuali e i temi al centro del convegno nazionale sull'omofobia organizzato a Napoli dall'Arcigay, dall'Ordine degli psicologi e dalle universita' 'Parthenope' e 'Federico II'.

Dalla fine del secolo scorso l'omosessualita' non viene piu' considerata in ambito medico come una patologia, bensi' come una variante del comportamento sessuale. Nonostante i passi avanti fatti negli ultimi decenni, molti restano i problemi per chi vive l'omosessualita' e la transessualita'.

"Appuntamenti come questo - spiega il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patane' - sono importanti percha' tengono vivo un dibattito che altrimenti scema col tempo. L'omofobia, intesa come avversione nei confronti di persone omosessuali, e' un male per tutta la societa' e un limite alla democrazia".

Patane' e gli psicologi presenti al dibattito sottolineano l'importanza di intervenire nel momento della formazione dell'individuo. Ma rompere il muro di diffidenza ed entrare nelle scuole per realizzare progetti in merito e' complicato.

"Abbiamo contattato cento istituti per un nostro progetto - dice il presidente di Arcigay - e la meta' di questi non ha neanche voluto sapere di cosa si trattasse. Prima c'era un Nord piu' evoluto e un Sud piu' arretrato. Adesso l'omofobia e' un fenomeno che si estende a macchia di leopardo, con l'unica differenza che al meridione resta problema di retaggio culturale, mentre al nord e' il frutto dell'ideologia politica di movimenti come la Lega". Una barriera che diventa piu' solida quando si cerca d parlare di atti di bullismo omofobico.

"Abbiamo somministrato a 3.250 bambini delle scuole medie inferiori e superiori - sottolinea Dario Bacchini, docente di Psicologia della Seconda universita' di Napoli - un questionario finalizzato a rilevare il coinvolgimento dei ragazzi in episodi di bullismo omofobico. Oltre il 25% degli intervistati ha ammesso di essere stato attore o vittima di simili prepotenze".

Per questo assume maggior valore il progetto realizzato da Anna Lisa Amodeo, psicoterapeuta e ricercatrice della Federico II. Sono state selezionate cinque classi di una scuola superiore di Caivano, in provincia di Napoli, che hanno seguito un percorso della durata di tre anni.
Al termine di questi laboratori, hanno realizzato dei cortometraggi sul tema omosessualita' e omofobia. Il migliore ricevera' 500 euro.

"Molte scuole di Napoli - dice Amodeo - avevano offerto la loro disponibilita', ma poi si sono tirati indietro. E il progetto mostra una maturazione dei ragazzi che, inizialmente terrorizzati ad abbracciarsi tra loro nelle prime scena, alla fine delle riprese, comprendono che una persona omosessuale puo' essere sicuramente un buon amico".

18/10/2010 - AGI

Sabato, 23 Ottobre, 2010 - 10:12

interrogazioni presentate in cdz 4 - 21 ottobre 2010


Venerdì, 22 Ottobre, 2010 - 09:51

La Bellezza: dote positiva e dono di Dio!

Ho entrambe le figlie che frequentano il Collegio San Carlo di Milano e, oggi, insieme, ad un gruppo di una decina di "papà sancarlini" abbiamo dato vita al "Maestra Ielana Fans Club". La nostra è volutamente una provocazione goliardica per rispondere alle polemiche riportate oggi su tutti i giornali. Ci teniamo a ribadire che lo storico Collegio San Carlo è una scuola laica e cristiana, serissima e severa, che seleziona la migliore classe dirigente milanese con metodi di insegnamento tradizionali ma anche di avanguardia, sopratutto nell'insegnamento delle lingue straniere e nell'utilizzo delle nuove tecnologie. Per la cultura classica la bellezza estetica è una ricchezza ed una forza, per noi cattolici anche un positivo dono di Dio. Confermiamo che la maestra Ileana Tacconelli, oltre ad essere una ragazza estremamanete bella, è una insegnate altrettanto brava, intelligente, preparata, seria, sobria, rigorosa, assolutamente all'altezza del difficile ruolo educativo che le è stato affidato. La dolcezza del suo sorriso e la sensualità delle sue forme, generose quanto naturali, sono qualità ulteriori, secondarie, quanto assolutamente positive ed apprezzate da tutti. Le signore che si sono lamentate per la presenza di Miss Abruzzo al San Carlo, sono delle poverette ipocrite e complessate.
:-)
Roberto Jonghi Lavarini

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