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.: Il Blog di Antonella Fachin
Sabato, 22 Gennaio, 2011 - 17:26

Arcigay: bene l'Istat, coppie gay nel censimento 2011

Quest’oggi Istat ha presentato al Garante il progetto di censimento 2011, che partirà il 9 ottobre prossimo, e che censirà, esattamente come tutte le altre forme di convivenza, anche le coppie gay, previa approvazione del garante stesso.

L’Istat, con la formulazione “coppia convivente dello stesso sesso”, ha dato seguito all’impegno assunto dopo un incontro con l’associazionismo gay del marzo 2010. Proprio sull’assenza delle coppie gay dal censimento Arcigay ha condotto una battaglia politica decennale, accompagnata e fortemente sostenuta dal sito Gay.it.

La notizia di oggi ci riempi di piacere, ed è una svolta epocale nell’approccio del nostro paese all’affettività di gay e lesbiche perché per la prima volta, attraverso lo strumento del censimento, lo Stato italiano, attesta un interesse a conoscere e quantificare il fenomeno. Con il prossimo censimento cominceremo finalmente a costruire un quadro chiaro di quante coppie conviventi potrebbero usufruire di giuste leggi di piena parità e uguaglianza.

Arcigay auspica che il Garante alla privacy accolga il netto segnale proveniente da ISTAT dando il via ad una stagione di piena parità per i cittadini qualunque sia il loro orientamento sessuale.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
(foto: Torsten Seiler from Cologne, Germany (da flickr.com))

 

http://arcigay.it/arcigay-bene-l039istat-coppie-gay-nel-censimento-2011

Sabato, 22 Gennaio, 2011 - 15:30

Marchionne, i chiodi e l'economia del nostro tempo

Carissimi/e,

Gustatevi il video:
Ascanio Celestini del 13-01-2011.mp4
“… se il capitalismo è 5 miliardi di persone che producono 100 miliardi di chiodi e poi se li comprano, la domanda mia è questa: ………………”

http://www.youtube.com/watch?v=JSQeT5Lc3KA&feature=player_embedded

no, non vi dico quale è la domanda merita di essere scoperta da voi!!!
Se volete fate circolare tra amici e conoscenti per opportuna riflessione !!!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella
Venerdì, 21 Gennaio, 2011 - 17:31

"Ho visto Zingari e Italiani insieme felici": lunedì 24 gennaio 2010, ore 21.15

Carissimi/e,

lunedì 24 gennaio p.v. alle ore 21.15 in via Porpora 45, presso la casa della sinistra, si terrà il primo incontro del breve ciclo

"Ho visto Zingari e Italiani insieme felici" un percorso di conoscenza
per una convivenza possibile
Rom e Sinti:
attraverso
la STORIA:
lunedi 24 gennaio 2011 -ore 21:15
presso la Casa della Sinistra –Via Porpora 45, Milano
Conferenza del Prof. P. Finzi: giornalista, saggista e politologo
“A FORZA DI ESSERE VENTO: lo sterminio nazista dei Rom e dei Sinti”
la CULTURA:
lunedi 21 febbraio 2011 -ore 21:15
presso la Casa della Sinistra –Via Porpora 45, Milano
Conferenza dei
Prof. A. Alietti: docente di Sociologia Urbana e di Comunità, Università di Ferrara
Prof. M. Pagani: studioso e presidente dell’Opera Nomadi di Milano
“Origine, organizzazione e politiche possibili delle società Rom e Sinti”
l’ARTE:
domenica 13 marzo 2011 -ore 15:00
presso il parco Trotter, Viale Padova 69, Milano
Concerto di musica Rom con il gruppo “I MUZIKANTI”
Venerdì, 14 Gennaio, 2011 - 01:58

interrogazioni presentate in Consiglio di Zona 4 il 13 gennaio 2011


Giovedì, 13 Gennaio, 2011 - 10:51

La politica assente e il paradigma FIAT


E’ incredibile lo strabismo messo in luce dalla politica italiana a fronte dell’intesa FIAT-Pomigliano, ma tant’è. Il PD, in piena afasia strategica e sotto la pressione del’OPA Vendoliana, viene chiamato direttamente in causa dalla FIOM, che dovrebbe invece vedersela in CGIL, l’attuale sindaco di Torino si propone come interlocutore nazionale della corporation internazionale con sede a Torino e il candidato sindaco Fassino si accredita come interlocutore locale. Mentre il governo italiano prende atto dell’accordo con un ruolo notarile , a buon rendere, quando si tratteranno questioni inerenti contenuti editoriali e sistema radiotelevisivo piuttosto che le grandi condotte di combustibili. Incassando, in un colpo solo, l’indebolimento dell’unità sindacale, che non era al dunque riuscita con il “Patto per l’Italia”, e la relativizzazione della Confindustria come soggetto negoziale. La questione ignorata è il Paradigma FIAT, che si definisce, si muove e si disloca all’interno dei cambiamenti industriali e dei flussi finanziari imposti dalla natura multipolare della globalizzazione. 
Noi non disponiamo di un sistema normativo e di una politica capaci di tradursi sul piano territoriale con qualità delle infrastrutture, dei servizi, dell’ambiente, adeguati a favorire la ricerca e la competitività delle nostre aziende, che si arrangiano anche significativamente. Adeguati ad attrarre investimenti industriali internazionali, non solo mano d’opera a basso costo, lavoro nero e contraffazione. Cosa dovrebbe fare una politica pubblica di un regime democratico, in quanto tale rispondente agli interessi generali di queste e delle future generazioni, a fronte di questo processo paradigmatico? Sul piano interno fare in modo che le rappresentanze nei processi negoziali, nei conflitti e negli accordi, da ratificare con i referendum e poi da rispettare, siano scelte dai lavoratori, gli stessi che poi votano ai referendum confermativi, in modo chiaro. Occorre cioè che l’espressione della rappresentanza non consenta rendite speculative di interdizione sugli accordi alla fine definiti e ratificati: pluralismo nella rappresentanza ed efficacia nella decisione. Questa è sostanza in una comunità nazionale che non vuole assecondare la sua dissoluzione attraverso l’atomizzazione sociale ed il qualunquismo. C’è un altro aspetto, se possibile ancor più significativo, che è un indicatore dell’autonomia e della capacità di azione e visione della politica pubblica italiana. Se la scala odierna delle relazioni economiche, finanziarie, sociali, tecnologiche, ambientali, è quella della globalizzazione in quello che è diventato pienamente il “villaggio globale”, o la politica è protagonista a quel livello o non è altro che l’uso di rappresentanza e risorse per relazioni imprenditoriali e finanziarie personali o di cordata.
Che iniziativa ha preso il governo italiano affinché l’Europa definisse un quadro di riferimento minimo per le relazioni industriali? Quale iniziativa per una comune azione politica europea dentro la ridefinizione dei mercati globali e dei loro protagonisti perché vi siano parametri comuni relativi ai diritti sindacali ed ambientali? E’ evidente che anche gli altri stati europei non vanno oltre la comune definizione degli standard da rispettare nella gestione degli effetti da vasi comunicanti del deficit/debito delle singole nazioni, ma questo non impedisce, anzi richiede, un’azione politica significativa. Insomma, che FIAT e sindacati siano portatori di interessi unilaterali è nelle cose, che non ci sia una indicazione di prospettiva di innovazione partecipata e un’azione che la pratichi da parte della politica costituisce una patologia per l’identità e il senso della Repubblica. Cos’altro se non andare all’estero per le Partite IVA della Conoscenza, costrette ad una adolescenza ed una precarietà senza fine? 
 
Domenica, 9 Gennaio, 2011 - 21:38

ROM: come vivono a milano tra pregiudizi e discriminazioni

Per opportuna informazione e riflessione allego l'articolo pubblicato su "L'Espresso".

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3 
Facebook: Antonella Fachin

Domenica, 9 Gennaio, 2011 - 13:57

Solidarietà agli studenti manifestanti: il Comune ancora una volta alza il conflitto

Vengono processati e inquisiti gli studenti che hanno occupato diversi istituti superiori lo scorso dicembre. Alcuni presidi hanno deciso di segnalare alla Procura di Milano alcuni ragazzi identificati. L'iniziativa che trovo alquanto singolare e preoccupante ha avuto inizio al Caravaggio dove la preside spaventata dall'incursione di alcune persone nell'istituto ha deciso di procedere a informare la magistratura dell'azione. Altri istituti, tra cui anche il Liceo Blaise Pascal, hanno seguito lo stesso esempio a breve distanza. La mia preoccupazione deriva dal constatare come il diritto di manifestare venga fortemente compromesso e ristretto. Dico questo non tanto perchè voglia difendere chi ha devastato, sepure le mobilitazioni a Milano siano state meno invasive di quelle svolte in altre città e più pacifiche,  ma in quanto è chiaro l'intento intimidatorio che tali provvedimenti avranno su coloro che vogliono esprimere il proprio disagio circa il proprio futuro, circa il diritto allo studio, nei riguardi di una scuola pubblica sempre più compromessa e, infine, di una ricerca scientifica sacrificata. Penso, però, che i ragazzi non si faranno intimidire da simili provvedimenti nè, tanto meno, dalle volontà alquanto inconsueta e insignificante del vicesindaco del Comune di Milano, Riccardo De Corato, di costituire il Comune come parte civile in causa nel procedimento ancora non intentato e istruito a carico dei ragazzi segnalati.
Il Comune di Milano contravverte quanto indicato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invitato le istituzioni a dare ascolto ai ragazzi manifestanti perchè esprimenti un disagio verso una precarietà lavorativa, formativa e, soprattutto, esistenziale. L'invito del Capo dello Stato ha avuto come conseguenza un discorso di fine anno che ha fatto proprie le istanze delle giovani generazioni indicando il valore incommensurabile di un patrimonio umano per un paese: un patrimonio disconosiuto, ignorato, silentito da parte soprattutto di una classe dirigente sempre più gerontocratica ed esclusivamente autoreferenziale, aggiungo. L'esempio offerto dal nostro Presidente, ospitando una delegazione di studenti lo scorso 22 dicembre, vede un atteggiamento di chiusura e di ostilità da parte dell'amministrazione comunale intenzionata per voce di un suo alto rappresentante a mostrare, come spesso avviene da quando De Corato è vicesindaco di questa città, spero ancora per poco tempo, il pugno forte coi deboli. Lo dimostra il fatto che De Corato asserisca come le manifestazioni studentesche, scenario irreale e non avvenuto, abbiano messo in ginocchio la città nel momento in cui, invece, non esprime nessun tipo di condanna e di denuncia verso le orde di tifosi estremi e inquieti che ogni domenica si riversano dalle parti di San Siro mettendo a soqquadro la zona. De Corato utilizza due pesi e due misure: prassi, questa, da rigettare al mittente. Il pugno forte viene mostrato in azioni muscolari anche contro i centri sociali con la politica degli sgomberi, oppure contro campi di nomadi con un atteggiamento di intolleranza e di esclusione; oppure la politica delle transenne, della "privatizzazione" degli spazi pubblici, di una loro privazione, quasi come fossero misure disciplinari esemplari, verso le quali la cittadinanza devono silenziosamente osservare, come fosse una classe di indisciplinati scolari. Esprimo opposizione, denuncia di tale scelta amministrativa, dissociandomi come cittadino, oltre che consigliere circoscrizionale, da una volontà che non rappresenta la città di Milano, la sua storia democratica e civile, quel sostrato comunitario esistente fatto di pulsoni civiche, solidarietà, voglia di cambiamento, sentimento diffuso e comune di democrazia, richiesta di partecipazione alla cosa pubblica, alla sua gestione, alla sua promozione. Trovo miserabile l'atteggiamento del Comune che crea tutte le condizioni per inasprire il conflitto sociale destabilizzando quella necessaria occasione di aprire un dialogo e un confronto tra generazioni, tra persone utile motore per un progresso civile e la promozione della democrazia attraverso la partecipazione. Credo, come dice l'Avvocato Mirko Mazzali giustamente, che tale procedimento non avrà seguito dato che non sussiste nella storia della giurisdizione italiana istanze e procedimenti tentati a carico di studenti occupanti istituti scolastici: se la decisione fosse quella di procedere da parte del giudice aprirebbe inquitanti precedenti verso una repressione psicologica e sociale del diritto di manifestare. Attendiamo con attenzione la pronuncia del giudice invitando la cittadinanza a esprimere solidarietà ai ragazzi e a sostenere con maggiore determinazione le manifestazioni e le mobilitazioni civili e sociali per una scuola pubblica di qualità, che è un presupposto essenziale per lo sviluppo civico e culturale di un Paese, per la sua democrazia.

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 6 Gennaio, 2011 - 15:42

Un anno con Arcigay

31/12/2010 - Paolo Patanè. presidente nazionale Arcigay

 

Care e cari,

a conclusione di questo 2010, nell’esprimere gli auguri per l’inizio di un anno felice, voglio soffermarmi sul senso e sull’impegno di questi mesi di lavoro per me, per la Segreteria nazionale e per Arcigay tutta.

Il Congresso di Perugia ha rappresentato un momento ,molte volte analizzato e discusso, di verifica di un percorso politico di autonomia e di rilancio dell’Associazione.

Le difficoltà conosciute ed affrontate prima, durante e dopo, sono l’indizio di una fase di ricomposizione della nostra identità che và affrontata con lucidità e coraggio: senza infingimenti ma con la determinazione utile ad assecondare quei cambiamenti di cui Arcigay ha urgentissima necessità per mantenere un ruolo ed un significato in un quadro politico e sociale in profondo, e per certi versi, drammatico cambiamento. Il mondo intorno a noi continua a mutare velocemente e noi dobbiamo scegliere come ri contestualizzare la nostra strategia politica e la nostra comunicazione.

Tutto il lavoro svolto ha dunque inteso perseguire la strada del consolidamento dei percorsi storici di Arcigay e insieme del rinnovamento.

Sul piano interno ed organizzativo  si è provveduto ad una ridistribuzione delle attività dell’ufficio nazionale, alla costituzione di un protocollo che accrescesse la trasparenza e conoscibilità delle operazioni.

I rapporti con il Circuito ricreativo sono stati al centro di un’intensa attività di rinnovamento, in aderenza agli impegni congressuali, e  culminata con la costituzione  di un apposito gruppo di lavoro della Segreteria, presieduto dal grande Gianpaolo Silvestri,che ha realizzato una formidabile proposta di riforma che sarà oggetto di prossima presentazione al Consiglio nazionale. Siamo consapevoli ed orgogliosi  di avere lavorato alla più significativa riforma di questo nevralgico settore di tutta la storia di Arcigay.

Allo stesso modo e con gli stessi obiettivi si è lavorato per consegnare ai Comitati la possibilità di una maggiore partecipazione alla vita nazionale di Arcigay. La nomina di un Responsabile Aree Territoriali con specifica delega alla Formazione ha risposto a questa esigenza.

Nei mesi trascorsi sono state organizzate ben tre formazioni nazionali a Perugia, Milano e Pisa;approfondendo i temi dell’identità di gruppo e di movimento, quelli della salute (e per la prima volta in assoluto, in attività formative nazionali, anche al femminile)e dei giovani.

Per la prima volta nella storia di Arcigay si è lavorato ad una strutturazione della formazione interna, determinando una svolta copernicana: la formazione come meccanismo sistematico di crescita nella vita dell’associazione e non più occasionale o saltuario.

La volontà fortissima della dirigenza nazionale di procedere in questa direzione è stata inoltre confermata da una ricerca mirata a conoscere l’offerta (o la richiesta) di servizi all’interno della rete dei Comitati provinciali di Arcigay con la costituzione, anche qui per la prima volta in assoluto, di una Banca dati che raccolga le attività e le eccellenze dei territori favorendone la valorizzazione e la messa in rete, ed insieme calibri le nuove e costanti formazioni sulla base delle esigenze reali dei Comitati stessi.

Dal punto di vista delle tantissime attività legate ai Settori mi preme ricordarne alcune e innanzitutto la conclusione del Progetto Bullismo (che dà continuità ad una attività iniziata nella precedente gestione) e che ha realizzato la prima vera ricerca,scientificamente rilevante, sul fenomeno bullismo omofobico nelle scuole italiane. E poi l’allargamento importante della Rete Giovani al Sud con l’ingresso dei gruppi di Reggio Calabria, Palermo e Ragusa ed il consolidamento di altri al Nord; il rinsaldamento o la nascita di sinergie con i sindacati studenteschi e con Amnesty; il primo libro con il logo di Arcigay, a firma di una componente della Segreteria nazionale come Maura Chiulli, a raccontare il male ed il dramma dell’omofobia nel nostro Paese.

La Salute ha visto il varo di una grande campagna per il 1 dicembre come “Armi di protezione di massa” che è apparsa anche sul mensile Pride. Arcigay si è unita ad Anlaids, Lila e Nadir nel redigere un documento che definisce un piano di lavoro comune delle quattro associazioni nell'affrontare il tema della prevenzione dell'infezione da HIV e della promozione dei diritti delle persone HIV + nel nostro paese. Questo documento, che rappresenta il consolidarsi di un lavoro iniziato negli anni passati, segna uno step importante nel percorso di lavoro congiunto in vista di due importanti eventi: l'edizione 2011 di ICAR a Firenze e l'appuntamento italiano con la IAS, sempre nel 2011.

Molti ed importanti i progetti Salute in cui l’Associazione ha iniziato a lavorare o ha confermato un impegno,e tra questi sono da ricordare: il progetto EMIS, il progetto ministeriale riguardante gli indicatori ECDC, il progetto HIV Cobatest ed il progetto rete servizi AIDS.

Sempre nel 2010 Arcigay assieme a Nadir si è fatta sostenitrice della prima esperienza di laboratorio residenziale rivolto ad MsM sieropositivi, promossa dal Cassero. E' stata inoltre realizzata nell'ambito del progetto E-cademy una formazione nazionale dedicata ai volontari e alle volontarie dell'associazione sui temi della salute.  Da ricordare infine la partecipazione alla IAC di Vienna e la campagna HIV+, realizzata grazie ai finanziamenti di Abbot.

Sempre a sostegno delle persone sieropositive Arcigay ha intrapreso , congiuntamente a Lila e Nadir, un'azione legale nei confronti dello Stato italiano per la mancata copertura delle spese per gli interventi chirurgici per correggere gli effetti della lipodistrofia, effetto collaterale teratogeno associato ad alcune classi di farmaci.

Sul piano delle attività progettuali complessive il 2010 ha consentito la crescita e l'implementazione del Gruppo Progetti. Anche qui la strategia si è consolidata sul piano di una forte intensificazione delle attività istituzionali e di consolidamento di reti. Abbiamo concluso il Progress 1 con un grande successo della convention di  Milano, ed iniziato il percorso del Progress 2 che determinerà un poderoso coinvolgimento dei Comitati provinciali.

Sono stati presentati due nuovi progetti al finanziamento del Ministero delle Politiche sociali (uno sulla nuova normativa delle APS, ed uno sugli educatori di prossimità) pensati per favorire ulteriori crescite cognitive, culturali e strutturali di Arcigay.

La collaborazione con UNAR e con il Dipartimento Pari Opportunità ci ha visti come interlocutori praticamente preferenziali grazie ad un lavoro quotidiano di relazione e contatto ed alla costruzione di una altissima credibilità.

Abbiamo concluso una convenzione per riorganizzare le attività di supporto dello Sportello legale nazionale che ha gia prodotto eccellenti risultati nel corso di questi mesi e che diventa destinatario delle segnalazioni e denunce del call center del Dipartimento Pari Opportunità. Ancora all’interno del Progress abbiamo iniziato a lavorare alle ricerche su omofobia e lavoro e sulle problematiche abitative determinate da fattori discriminatori.

All’interno della settimana contro la violenza si è costituito un tavolo straordinario con AGEDO, Telefono Azzurro, Telefono Rosa, Fish,ENAR, ACLI, con la costituzione di ATS che ha creato le premesse per la costituzione del più importante gruppo di associazioni trasversali contro le discriminazioni della storia del Paese e che ha ambizione di rendersi assolutamente stabile, definendo percorsi condivisi.

Si è costituito un Consulente Welfare che ha dato concretezza all’impegno assunto a Congresso di innovare Arcigay soprattutto dal punto di vista della sua capacità di comprendere il mutato quadro interno ed internazionale e di adeguarvisi strutturalmente per iniziare ad offrire servizi,creare risorse con modalità nuove, ed opportunità di lavoro.

Abbiamo instaurato una fittissima relazione con ISTAT per sollecitare l’inserimento della questione delle coppie lgbt all’interno del censimento e per svolgere un ruolo decisivo nella formulazione dei questionari per la ricerca sull’omofobia. Abbiamo promosso insieme a Gay Lib, Lenford e Polis Aperta la costituzione del primo Osservatorio delle Forze dell’Ordine contro le Discriminazioni (OSCAD) procedendo ad una serie di incontri con i massimi vertici della Polizia e dei Carabinieri che oggi ci consegnano una rete di relazioni istituzionali con questi interlocutori, che non ha precedenti.

Abbiamo concluso un protocollo d’intesa con Federconsumatori e successivamente avviato una cospicua rete di contatti e relazioni con i sindacati e principalmente CGIL, volta a creare le premesse di accordi nazionali e territoriali (a Bergamo il primo e prossimo esempio).In particolare si sono consolidati i rapporti con la Segreteria confederale con delega a welfare, giovani, pari opportunità. Abbiamo dunque rilanciato  la nostra presenza agli eventi,alle manifestazioni, agli incontri ed ai convegni su tematiche sociali,collegandoci alla crisi generale del Paese e partecipando in particolare alla manifestazione nazionale CGIL ed alle manifestazioni studentesche contro la Legge Gelmini.

Abbiamo ripreso le relazioni con i partiti ,incontrando esponenti di tutte le formazioni e leader nazionali da Dalla Vedova a Vendola, dal PD a FLI, dai Radicali a SEL, con la partecipazione  a numerosi congressi.

Abbiamo dato un contributo decisivo al dibattito con ARCI sul rilancio della Federazione ARCI ,attraverso numerosi incontri volti a rilanciare un colosso articolato in decine di migliaia di circoli e a portarlo in un progetto di grande alleanza sociale con CGIL, Federconsumatori ed altre forze.

Si è poi ritenuto di dare il più ampio spazio alla presenza sui territori, faticosa ed entusiasmante, ma mai sufficiente in un’Associazione articolata come Arcigay: partecipando ad eventi, convegni, congressi, manifestazioni da Pisa a Livorno da Trieste a Udine, Bergamo, Napoli e Reggio Calabria attraverso tutto il Paese.

Arcigay è entrata nell’organizzazione di Europride con la presenza del Presidente nazionale nel Direttivo ed ha iniziato una fittissima attività di relazione, contatti ed attività organizzative che guarda a tutto il territorio nazionale e che ha gia portato alla concessione del doppio logo(Arcigay /Europride) al Festival del Cinema Queer che avrà luogo la prossima estate a Palermo oltre che ad innumerevoli contatti con interlocutori nazionali ed internazionali.

Abbiamo realizzato un piano per il rilancio dell’editoria lgbt che ha preso spunto dalla straordinaria organizzazione del “Book out” ,voluta dal Comitato provinciale pisano, e che ci vedrà impegnati lungo tutto il 2011.

Abbiamo rilanciato il grande progetto della Federazione LGBT con numerosissimi incontri con le associazioni “sorelle” (Arcilesbica/AGEDO/Famiglie arcobaleno) e contemporaneamente avviando un grande programma di rilancio di tutte le nostre relazioni all’interno del Movimento.

Possiamo serenamente affermare che mai, da tanto tempo a questa parte, i nostri rapporti erano stati così costruttivi e solidi con tutti,da Certi Diritti al MIT.

Si è deciso da subito di partecipare con forza alla fase finale dell’iniziativa di Affermazione civile con la presenza storica durante l’udienza della Corte costituzionale su matrimonio omosessuale. Arcigay ha aderito al Comitato “Si lo voglio” confermando l’impegno assunto in Congresso a favore del matrimonio e definendo la sua partecipazione attraverso una importante serie di incontri preparatori.
Abbiamo poi partecipato a tutte le attività e gli incontri volti a favorire una ricomposizione dei conflitti all’interno del movimento trans con particolare riferimento a Livorno e Roma, e confermando il ruolo di mediazione che un’ Arcigay autorevole può svolgere.

Si è provveduto ad una trasformazione radicale del settore comunicazione, ancora oggi in atto, con la nomina di un nuovo Ufficio Stampa e la ridefinizione del suo ruolo anche in un’ottica di maggiore coordinazione con le esigenze comunicative dei territori.

I criteri di comunicazione sono mutati in ragione di un’esigenza di maggiore selezione delle circostanze di intervento ,volte a rappresentare una maggiore serietà dell’Associazione. Insieme con il Settore Relazioni internazionali si è poi scelto di offrire alla nostra comunicazione un respiro europeo e mondiale, traducendo i comunicati più significativi a livello internazionale in inglese. Questo ha permesso in ben due circostanze in pochi mesi (per la vicenda delle affermazioni di Bertone su pedofilia ed omosessualità e per la vicenda delle affermazioni di Silvio Berlusconi) di conquistare amplissimi ed inediti spazi sulla stampa di tutto il pianeta.

Il nostro settore esteri poi ha lavorato con grande attenzione ad un rilancio totale delle nostre relazioni storiche ed all’apertura di nuove con associazioni ed istituzioni in tutto il mondo. Importanti le sinergie avviate con alcune ambasciate :Olanda, Svezia ed Inghilterra in particolare.

Nell’anno di ILGA Torino 2011 grande impegno è gia stato profuso in quella direzione. Da quest’anno poi siamo ufficialmente lobbisti al Parlamento europeo.

Mi piace concludere con un grande evento che ha segnato il cuore e gli entusiasmi di tutte e tutti in questo 2010: il Pride nazionale di Napoli. Tra tante difficoltà e timori,ed anzi a dispetto di questi, è stato uno straordinario successo politico e di partecipazione. Un segno di svolta che è arrivato da Sud e che ha scritto una bella pagina nella storia dei Pride italiani .
Questo ed altro è stato il mio impegno personale e della Segreteria nazionale nel corso di questi dieci mesi.

E questo lavoro faticoso, appassionato, vissuto con determinazione, io e la Segreteria lo consegniamo alle socie ed ai soci di Arcigay con orgoglio e rispetto: consapevoli che tanto è ancora da fare e tante sono le esigenze e le istanze delle persone lgbt nel nostro Paese. Ma consapevoli anche della forza,della credibilità e del nome di Arcigay e degli spazi che questo lavoro può spalancare, anche grazie all’impegno di chi ci ha preceduti, ed all’impegno di chi continuerà a lottare e credere in questa straordinaria Associazione di donne ed uomini che confidano nei sogni camminando saldamente nella realtà.

Grazie a tutte e tutti e davvero di cuore BUON ANNO,con gli auguri di coraggio, passione, serenità e libertà.
 
Paolo Patanè

Martedì, 28 Dicembre, 2010 - 02:45

Un nuovo Cnl contro la deriva populista e autoritaria

www.anpi.it

Il messaggio del presidente nazionale dell'Anpi Raimondo Ricci

Questo il messaggio del presidente nazionale dell'Anpi, Raimondo Ricci.

Care compagne e cari compagni,

ritengo sia doveroso, in queste ultime settimane di dicembre 2010, compiere con voi una valutazione in ordine alle novità che sono intervenute sulla scena della politica italiana, sulle prospettive e sulle alternative che in ordine ad essa stanno maturando. Sul ruolo che la Nostra Associazione, l' ANPI, è chiamata a svolgere in nome dei valori, dei principi e degli impegni che caratterizzano la nostra stessa ragion d'essere.

Il presente messaggio non è peraltro indirizzato soltanto ai militanti della Nostra Associazione e delle altre associazioni che intendono mantenere viva la memoria della Resistenza e di tutto ciò che essa ha rappresentato e tuttora rappresenta nella storia d'Italia. È diretto anche e soprattutto alle forze politiche cui spetta il compito di garantire quanto più possibile, in una fase di profonda crisi globale, il progresso e il benessere della nostra comunità nazionale. Inoltre questo messaggio deve essere valutato da parte di ogni componente della nostra comunità, a cominciare dalle generazioni più giovani; e ciò al fine di contribuire a quel risveglio delle coscienze oggi più che mai indispensabile.

Non credo sia necessario enumerare in dettaglio tutti i comportamenti personali e quelli relativi alla gestione politica instaurati dal premier e dai suoi sodali.
Tutte le insufficienze, le deviazioni da un trasparente rispetto dei principi e delle regole sanciti dalla nostra Costituzione, le arbitrarietà anche interpretative che si collocano del tutto al di fuori della nostra Carta fondamentale e le illusioni sull'oggettiva realtà dei problemi che travagliano il nostro Paese. L'uso di aggressioni mediatiche nei confronti di chi non si attiene o si ribella a quelle illusioni. Il tentativo di stravolgere la Costituzione realizzato a livello parlamentare da una maggioranza ottenuta dal premier con gli strumenti di un populismo mediatico e fortunatamente bocciato da una larga maggioranza del popolo con il referendum del giugno 2006. L'attacco martellante nei confronti delle istituzioni di garanzia previste dalla Costituzione, a cominciare dalla Magistratura, un attacco alcuna volta esteso al Presidente della Repubblica che oggi può definirsi il più solido baluardo contro una minacciata deriva autoritaria. La tolleranza da parte del premier di attività contrarie alle leggi vigenti. L'ossessiva volontà di ricorrere a leggi “ad personam” per fronteggiare i propri guai giudiziari, senza curarsi (vedi la legge sul cosiddetto  processo breve) degli effetti di cancellazione di migliaia di processi in corso.
Ossessione affiancata da una pretesa riforma della giustizia indirizzata ad aggredire il requisito di autonomia e indipendenza della Magistratura e a sottrarre ad essa strumenti indispensabili per l'accertamento di reati, anche molto gravi, come quelli concernenti la criminalità organizzata.

Il complesso delle attività sopra citate è stato tale da suscitare il dissenso e la reazione di una parte stessa della destra, quella che fa capo al Presidente della Camera Gianfranco
Fini il quale, nel suo intervento programmatico di Perugia, ha chiaramente enunciato la necessità di una destra che nel suo agire politico si muova in conformità ai principi e alle regole disegnati dalla Costituzione.
Non è un caso che la Legge Fondamentale sia stata elaborata tra la metà del 1946 e fine 1947 in modo da elaborare un testo condiviso e approvato a larghissima maggioranza, fra tutte le forze politiche democratiche in campo, dai comunisti ai democristiani, agli azionisti ai liberali.

Oggi ci troviamo di fronte ad un'emergenza che non vede tanto una contrapposizione tra destra e sinistra quanto un conflitto tra chi intende muoversi nel solco della Costituzione e chi invece da essa vuole divorziare, onde conseguire un potere assoluto che pur non presentandosi con gli stessi attributi esplicitamente dittatoriali del fascismo intende instaurare un nuovo potere autoritario. Questo è il vero e concreto obiettivo del berlusconismo. In sostanza, il populismo è lo strumento di chi oggi governa l'Italia, l'autoritarismo è il risultato cui vuole pervenire.

Martedì 14 dicembre il premier Berlusconi ha evitato la sfiducia per soli tre voti, dopo un'indecente attività di mercato. Ed ora si ripropone espressamente di operare, al fine di rafforzare la sua maggioranza, in modo da continuare questa sua deprecabile attività. La prospettiva è preoccupante, considerando la spregiudicatezza dei suoi comportamenti.
Per sconfiggere questa deriva che consegnerebbe il nostro Paese ad un ulteriore degrado dal quale sarebbe enormemente difficile risollevarsi, l'unica risposta non può che essere un'alleanza di tutte le forze d'opposizione che a questo disegno si oppongono in modo concreto e operante, senza alcuna esclusione.  È necessaria la realizzazione di una sorta di CLN dettato dall'emergenza, capace di ricreare le condizioni fondamentali affinché la normale dialettica politica possa ricostituirsi su basi nuove nell'ambito delle forme e dei limiti della nostra Carta Fondamentale. È un progetto verso il quale occorre muoversi, con una piena disponibilità di quelle forze che furono un tempo capaci dell'approvazione della nostra Legge fondamentale.

Nel concludere questo mio messaggio ritengo necessario soffermarmi sul disagio profondo che pervade studenti e giovani privati di una prospettiva futura, disagio latente da tempo,che negli ultimi giorni ha portato ad una reazione fondamentalmente giusta. Noi tutti però dobbiamo evitare che la violenza venga ritenuta l'ultima risorsa di chi è disperato. Per questo ai giovani in particolare,desidero dire che la degenerazione della protesta in atti violenti porta come conseguenza  il dare involontariamente ragione ai responsabili dell'attuale degrado. D’altro canto, le proposte di arresto preventivo – che riecheggiano leggi fasciste – e le altre iniziative volte a rafforzare la repressione dimostrano chiaramente l’intenzione dell’attuale governo di ridurre a questione di ordine pubblico il profondo anelito di giustizia e progresso che costituisce l’essenza delle proteste di studenti e precari. Per modificare le cose bisogna isolare le frange violente, di qualunque tipo esse siano e impegnare le migliori energie, a cominciare dalle nuove generazioni, nello sforzo comune per il cambiamento, forti del fatto che la coscienza del Paese è dalla parte delle legittime aspirazioni dei suoi giovani.

Con un fraterno augurio a tutti voi, per il prossimo Natale e per il nuovo anno, rendiamo sempre più operante il nostro impegno per il Bene della nostra Italia

Raimondo Ricci, presidente nazionale ANPI

Roma, 20 dicembre 2010

Venerdì, 24 Dicembre, 2010 - 12:22

ANPI: basta con gli attacchi alla Magistratura e alla Corte Costituzionale!

COMUNICATO  DELL’ANPI PROVINCIALE DI MILANO
Siamo profondamente indignati per i continui, violenti, volgari attacchi alla Magistratura ed alla Corte Costituzionale. Evidentemente, c’è chi vuole disconoscere princìpi e valori fondamentali della Costituzione, come la divisione dei poteri, l’autonomia e indipendenza della Magistratura, la funzione di garanzia della Corte Costituzionale, il rispetto dovuto alle istituzioni.
E’ una campagna vergognosa, condotta in prima persona da esponenti del Governo, per denigrare e delegittimare organi fondamentali di garanzia come la Magistratura e la Corte Costituzionale.
Un attacco del genere – che non ha nulla a che fare con la critica lecita – non colpisce solo i Magistrati, ma investe l’intero sistema costituzionale, e mette a repentaglio i diritti dei cittadini e la stessa convivenza civile, quale si addice ad uno Stato democratico.
Non si tratta solo, come pure è doveroso, di esprimere solidarietà alla Magistratura ed alla Corte Costituzionale, ma di riaffermare princìpi fondamentali, nell’interesse prima di tutto dei cittadini, di ribadire che i Magistrati e gli organismi di garanzia devono operare senza insulti, pressioni e intimidazioni, di riaffermare il dovere di tutti di rispettare le regole e il diritto, ugualmente di tutti, a vederle pienamente osservate.
L’ANPI trasmetterà questo comunicato, oltreché ai propri iscritti, agli organi rappresentativi della Magistratura milanese, riservandosi di individuare – d’intesa con i medesimi – le forme ed i modi più efficaci per illustrare ai cittadini la situazione reale della giustizia e per riaffermare i più volte ricordati princìpi di fondo del nostro sistema costituzionale, pretendendone l’assoluto rispetto.
Milano 24 dicembre 2010
                                                                                     Il Presidente
                                                                                     Carlo Smuraglia

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