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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 7 Luglio, 2007 - 15:37

Parla ti ascolto ... tanto ho già deciso

Apprendo in un post inviato dal nostro Oliverio, e che ringrazio, che l'assessora Colli ha deciso di fare un tour nei diversi Centri di Aggregazione Multifunzionale delle diverse zone per parlare con la cittadinanza, l'utenza, sui servizi che il decentramento, quella sorta di elemento immanente e impercettibile nell'amministrazione milanese, offre e dispone. Il fatto che questa notizia inerente all'attivazione del progetto "Parla, ti ascolto" da parte dell'assessorato venga ad apprenderlo da un post presente in questo nostro sito è alquanto testimone ed esempio di come i consigli di zona vengano ampiamente, costantemente e fortemente superati da un'amministrazione comunale centralizzante ogni decisione che riguarda materie e competenze che, in un sistema decentrato serio e coerente, dovrebbero essere di titolarità primaria delle circoscrizioni. Come è il caso dei servizi erogati da parte dei CAM, e della loro definizione in un ambito di programmazione dei criteri e degli indirizzi nell'ambito del Piano Munltifunzionale di Zona.
Ma vorrei domandare all'assessora Colli, impegnata in questa lunga passeggiata, da dove è nata l'idea e la proposta, quando gli stessi Consigli di Zona non sono stati nè sentiti, nè ascoltati, nè consultati per organizzare questo tour. Penso che occorra, da parte dell'assessore Colli, non tanto proseguire nell'itinerario presso i diversi CAM, cosa che, seppure importante, dovrebbe essere fatta in primis da parte dei singoli consigli di zona, delle proprie commissioni, organizzando convegni e appuntamenti, canali che maggiormente possano informare e formare la cittadinanza utente circa i servizi esistenti e adottati nei diversi Centri; ma rendere conoscenti la cittadinanza, i consiglieri di zona, i presidenti di commissione delle intenzioni politiche amministrative dell'assessorato e della direzione centrale di settore circa il futuro gestionale dei servizi erogati dai CAM. Quale è la volontà politica, se esiste, e quali le linee guida fonalizzate a rilanciare questi centri di aggregazione, patrimonio della città, unici in Italia come eseprienza di aggregazione e di monitoraggio sociale dei territori, dato che la Relazione Previsionale di Bilancio 2007/2009, approvata il 12 aprile, prevede operazioni di indizione, dopo il lavoro istruttorio di una commissione valutatrice della sussistenza delle condizioni, di bandi per esternalizzare servizi, oggi erogati aministrativamente e pubblicamente, ad associazioni e cooperative di diverso genere, esterne, terze, e non soggette neppure a un vincolo territoriale di operatività, come richiederebbe la funzione stessa di alta congizione delle dinamiche sociali e culturali della zona in cui il Centro dovrà operare. Il Bilancio stesso ha decurtato fondi di spesa per il capitolo aree cittadine, servizi per la cittadinanza erogati tramite i centri di aggregazione multifunzionale, con grave pregiudizio per la stabilità lavorativa e il futuro lavorativo e occupazionale degli attuali operatori, che vivono in uno stato di precarietà continuo, e che richiedono di essere riconosciuti non solo dal punto di vista della propria professionalità, ma anche del proprio diritto di avere un impiego stabile, sicuro, indispensabile per rendere il servizio erogato di qualità. Queste sono informazioni che io ho, che alcuni miei colleghi possiedono, ma che non sono ancora state rese pubbliche: quanto dovranno attendere gli utenti dei CAM prima di avere delle risposte a riguardo?
Scusate il tono perentorio del mio intervento, ma credo che l'assenza di prospettive e di informazioni riguardo al destino e al futuro gestionale dei CAM sia assolutamente non tollerabile, se ancora reiterato da parte dell'amministrazione. Non si può attendere, come sempre, che le decisioni vengano prese dal centro e che i consigli di zona debbano essere soggetti alle medesime, senza poter neppure esercitare la propria funzione. Soprattutto quando si tratta di servizi alla cittadinanza. Ma dov'è il decentramento, già umiliato e svilito, a Milano? Il decentramento consiste in un continuo atteggiamento, da parte dell'amministrazione, di superamento delle funzioni dei consigli di zona, come succede spesso per le DIA e i PII, i piani integrati di intervento, senza neppure avere la facoltà di governare, di poter esaminare i temi che riguardano il proprio territorio? E sui CAM perchè esiste questo silenzio, quando chiara è l'intenzione che sarà perseguita dall'amministrazione nella Relazione stessa? Quando è ormai da 3 anni in corso un abbattimento progressivo e costante della funzione dei CAM, centri che avevano un ruolo di monitoraggio del territorio, delle sociologie in esso esistenti e di risposte a esigenze che sono primarie per molte fasce deboli dei quartieri periferici abbandonati: prima si è passati dai CTS, basati sul criterio della partecipazione dell'utenza e delle associazioni al governo e alla definizione delle liee di indirizzo delle attività e dei criteri di erogazione dei servizi dei singoli Centri, eleggendo un comitato di gestione in modo palese, trasparente, democratico, universale. Oggi parliamo, invece, di una centralizzazione di questa funzione, che diventa, spesso, mera competenza del setore amministrativo, non ascoltando neppure previamente la commissione consiliare stessa, oggi organo che in teoria dovrebbe avere il ruolo di indicare i criteri e gli indirizzi della programmazione dei servizi e delle attività dei CAM medesimi.
Attendiamo risposte, io, in particolare, come consigliere di zona, come capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano in Consiglio di Zona 4, e come me, assessore Colli, diversi altri miei colleghi, anche di maggioranza di centrodestra che, nei diversi organi circoscrizionali notano, dato che è palese, come meno zone a Milano abbia significato meno servizi e meno competenze decentrate, meno partecipazione, meno servizio di monitoraggio dei territori, meno competenze per gli organi, i soggetti che a questo ultimo compito storicamente, da sempre, erano preposti, come i CAM.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
http://www.partecipami.it/?q=blog/172

Sabato, 7 Luglio, 2007 - 14:35

Sostenibilità territoriale in Provincia

definire i termini di una efficace politica di sostenibilità globale del territorio è indispensabile disporre di dati precisi e circostanziati.
La Provincia di Milano ha realizzato per il secondo anno, in collaborazione con l'Istituto di ricerche Ambiente Italia, il Rapporto EcoSistema Metropolitano.
Un'indagine a livello comunale che indi­vidua le risposte delle amministrazioni locali alle criticità evidenziate.
Parallelamente è stato messo a punto anche il primo Rapporto di sostenibilità della provincia milanese: un'analisi a scala provinciale che prende in esame il complesso dello stato ambientale.
I risultati di questi due documenti sono complementari, vanno a comporre un quadro integrato che permette di individuare gli strumenti per definire le scelte di compensazione degli squilibri e di pianificazione ad ampio raggio.

Milano, 10 luglio 2007 ore 9.30 - Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61
PROGRAMMA
Ore 9.30 Registrazione partecipanti e caffè di accoglienza
Ore 9.45 Apertura lavori Pietro Mezzi Assessore al territorio e parchi, Agenda 21 della Provincia di Milano
Modera Stefania Fontana Staff assessore territorio e parchi, Agenda 21
Ore 10.00 Ecosistema Urbano: storia e prospettive Mirko Laurenti Legambiente Nazionale – responsabile progetto Ecosistema Urbano
Ore 10.15 Rapporto EcoSistema Metropolitano 2007 e Rapporto di sostenibilità 2007: sinergie e integrazioni per il sistema di diagnosi provinciale
Duccio Bianchi e Maria Berrini Istituto di ricerche Ambiente Italia
Ore 10.45 Indicatori per il Rapporto ambientale della VAS del PTCP Eliot Laniado Poliedra - Politecnico di Milano; Maria Rosa Vittadini IUAV – Venezia
Ore 11.15 Come sta il territorio della Provincia di Milano? Damiano Di Simine Presidente Legambiente Lombardia
Ore 11.30 Premiazione delle Buone pratiche ambientali nei Comuni della provincia di Milano
Ore 12.00 Dibattito
Ore 12.30 Conclusioni

Fonte: Provincia di Milano
http://www.provincia.milano.it/

Sabato, 7 Luglio, 2007 - 14:05

In Polonia nomi di politici omosessuali schedati su un sito

Varsavia. Dopo mesi di indagini e l’uccisione di un anarchico (due settimane fa) la polizia ha arrestato quattro persone tra cui il webmaster del sito “Blood and Honor” (Sangue ed Onore).
Secondo quanto scoperto dagli inquirenti il nome della vittima era pubblicato sul sito neonazista insieme a quello di altri attivisti di sinistra, membri di associazioni GLBT e leader del movimento omosessuale polacco.
Oltre ai nomi, sul sito, si potevano trovare anche fotografie e indirizzi delle persone segnalate. 
La polizia, preso atto del materiale trovato, ha chiesto ai colleghi americani di oscurare il sito, il cui server ha sede negli Stati Uniti, ma al momento sembra impossibile.
La legge americana non persegue, infatti, la propaganda nazista/fascista.
Fonte: lamanicatagliata.com
giovanni.molaschi@gay.tv

fonte: www.gay.tv

Venerdì, 6 Luglio, 2007 - 19:07

Aggiornamenti Distributori Idrogeno

Aggiornamenti Distributori Idrogeno )))))))))))))))))))))))))))))))

La legge è stata presentata al parlamento italiano, LIVE EARTH CONCERT (concerto mondiale
per l'ambiente) ci saremo anche noi a far sentire la nostra voce e promuovere una petizione mondiale?
Fate girare please...

2007.07.06 17:17:50

-----------------------------------------------------------------------------------------------

Gentili Amici! La legge sulle norme per l'installazione dei distributori multinenergy (metano,
idrogeno) è stata presentata il giorno 28/06/07 al parlamento italiano a opera di un onorevole
della Camera dei Deputati, la legge è stata presentata con una relazione introduttiva e gli
articoli, li troverete in fondo a questa email. Vi prego di sostenere il suo iter postando
sui vostri blog il comunicato stampa che presto rilascerò sul sito www.automobileidrogeno.com

LIVE EARTH CONCERT (CI SAREMO ANCHE NOI!)

Vi invito tutti a inviare email agli organizzatori dell'evento mondiale sull'ambiente
LIVE EARTH CONCERT che si terrà il 7 Luglio 2007 ( http://www.liveearth.org/ )
organizzato dall'ex vice presidente degli Stati Uniti d'America Al Gore chiedendo di far passare
in sovraimpressione il link www.h2petition.org durante l'evento in mondovisione, affinché si
possano finalmente accendere i riflettori su questa nostra importantissima iniziativa tutta
italiana. Se non conoscete l'inglese inviate questa email:

-----------------------------------Inizio lettera da spedire----------------------------------------
Dear Mr. Kevin Wall and Mr. Al Gore,

Italy is kindly asking you to read this letter during the event:

Italian people would like to inform you about their popular initiative to oblige oil multinationals
to install Methane and Hydrogen stations all over Italian territory.
The petition to introduce the proposal of law to the parliament reached the number of more than
500.000 signatures, this is an enormous success in Italy, ten times the signatures necessary.
An Italian deputee, Michele Bordo of the italian democratic party, finally introduced the law on the
28th of June 2007 to the parliament. We are kindly asking you to support our efforts in trying to do
something for climate crisis, and i'm sure this event can concretely bring to light this campaign and
our voice will sound as music to many people all over the world, hoping they will follow this example.

Please sign this world petition at

http://www.h2petition.org

a planet Earth citizen

Stefano Pino
------------------------------------Fine lettera da spedire------------------------------------------

mandate solo l'email in inglese ai seguenti indirizzi:
press@liveearth.org; sponsors@liveearth.org; broadcast@liveearth.org; green@liveearth.org;
nfo@liveearth.org; privacy@liveearth.org;

-------------------------------------------------------------------------------------------------

Norme per l'installazione di distributori multienergy sul territorio italiano

Art. 1 - Finalità ed oggetto della legge.
La presente legge si rivolge alle aziende petrolifere, private e pubbliche, affinchè adottino i
provvedimenti necessari finalizzati all'installazione di distributori multienergy, idrogeno e
metano, su tutto il territorio italiano.

Art. 2 - Distribuzione delle installazioni sul Territorio
E' prevista l'installazione di almeno un distributore ogni 50.000 abitanti entro il primo anno
dall'entrata in vigore della presente legge, ed almeno uno ogni 5.000 abitanti entro il quinto
anno dall'entrata in vigore della presente legge.

Art. 3 -- Incentivi alla installazione
1.Al fine di incentivare l'installazione del distributore multienergy, è costituito un Fondo
alimentato dalla devoluzione dello 0,5% del prelievo fiscale realizzato sulla vendita di
carburanti prodotti da fonti fossili.
2.Il Ministero per lo Sviluppo Economico è delegato all'elaborazione del regolamento di
attuazione del Fondo.
3.Il Ministro dell'Economia e delle Finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti,
le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4 -- Modalità di produzione dell'idrogeno
Le aziende produttrici di idrogeno hanno l'obbligo di produrlo esclusivamente con l'ausilio
di energie rinnovabili.

Art. 5 - Divieto d'importazione da Paesi non membri
E' fatto espresso divieto di importare l'idrogeno da altri Paesi che non siano membri della
Comunità Europea.

Venerdì, 6 Luglio, 2007 - 18:52

esiste un modello Lombardia?

NoProject + Contest
organizzano

"Milano in fondo a destra. La Destra tra politica e potere: esiste un modello Lombardia?"

Sabato 7 luglio 2007,

Olinda - Giardino degli Aromi,
ex O. P. Paolo Pini,
via Ippocrate 4, Milano

Per raggiungerci: Ferrovie Nord Milano,
linea Milano-Seveso/Meda, stazione Affori
oppure i mezzi pubblici 41, 52, 70 e 82.

Programma

15.00 - 17.00 prima parte
15.00 Relazione introduttiva, a cura di NoProject e Contest
15.20 Le politiche sanitarie, di Stefano Neri Università di Milano
15.50 Le politiche sociali, di Tommaso Vitale Università Milano Bicocca
16.20 La destra e la politica, di Roberto Biorcio Università Milano Bicocca
17.00 pausa rinfresco e caffè

17.30 - 19.30 seconda parte
Interventi di
Chiara Maffioletti (NoProject e coop. Articolo 3)
Corrado Mandreoli (Ufficio Politiche Sociali - Cgil)
Federico Gamberini (segretario circolo PRC A. Perucchini, zona 4)
Francesco Purpura (Contest e assessorato politiche giovanili Provincia di Milano).

A seguire dibattito aperto e conclusioni
degli organizzatori.

20.00 cena al ristorante JODOK

Da quando il sistema elettorale è diventato maggioritario, la
destra ha vinto tutte le elezioni per il comune di Milano e per
la regione Lombardia, e non è stata con le mani in mano. Sia
a livello regionale che a livello cittadino molto è cambiato, e
non nel senso auspicato da chi quindici anni fa criticava, da
posizioni di sinistra radicale, il sistema di potere delle giunte
rosse fondate su PCI e PSI degli anni 80, poi spazzate via dal
diluvio di Tangentopoli. La destra ha fatto di Milano e della
Lombardia un esempio, e sempre più frequentemente si sente
parlare di modello lombardo o modello milanese di
governo della cosa pubblica, in contrapposizione ai modelli
portati avanti dal governo nazionale o dalle amministrazioni
locali di centrosinistra.
Ma esiste un tale modello? Cosa lo caratterizza? Si possono
accomunare in un modello esperienze diverse come l’amministrazione
del leghista Formentini, quella dell’industriale
Albertini, la nuova giunta Moratti e il governo regionale del
supercattolico Formigoni? Il seminario promosso da NoProject e
da Contest cerca di fornire elementi di analisi per rispondere a
queste e a molte altre domande.
E’ convinzione dei promotori che la debolezza della sinistra in
città e in regione non sia solo dovuta a fattori contingenti, come
l’onda lunga di Tangentopoli, che diversamente che altrove ha
coinvolto in toto l’ex PCI, o il fatto che Berlusconi è milanese. Né
dipende dal fatto che i milanesi sarebbero di per se più di
destra degli abitanti, per dire, di Bologna o Torino. Se la destra
qui vince più che altrove, questo dipende da una sua maggiore
capacità di essere egemonica, cioè di strutturare i discorsi politici
(e mediatici) attraverso i quali si produce la legittimità del
governo. Di contro, la sinistra si presenta profondamente divisa:
la componente riformista si fa spesso tentare dalle parole d’ordine
della destra (sicurezza, riduzione delle tasse, decoro urbano),
mentre quella radicale, sia istituzionale che di movimento,
troppe volte si limita a condannare la destra perché è di
destra, senza cercare di capire perché così tanta parte del suo
elettorato di 20 anni fa oggi non voti più o voti per l’altra coalizione.
L’obiettivo dell’iniziativa è di contribuire a cambiare questa
situazione. Troppo spesso la sinistra politica, riformista e radicale,
dimostra una scarsa comprensione dei processi sociali ed economici
in atto, che stanno cambiando profondamente il tessuto
produttivo e riproduttivo della città e di tutta la regione. In particolare
argomenti di assoluta rilevanza come le politiche sanitarie
o socio-assistenziali sono utilizzati solo come terreni di polemica
politica, nella maggior parte dei casi senza analisi rigorose
di quello che sta succedendo realmente: proprio per questo
motivo la polemica rimane debole e legata ad assetti sociali e
istituzionali, quelli degli anni 70 e 80 e delle giunte rosse, ormai
indeboliti e difficilmente sostenibili.
Come proposta e preludio ad attività più sistematiche, vogliamo
quindi proporre un pomeriggio seminariale suddiviso in due
momenti. Il primo momento è più strutturato, e comprende l’introduzione
degli organizzatori e tre relazioni di studiosi, di cui
due su altrettanti aspetti operativi del governo di destra lombardo
(la sanità e i servizi sociali) e una sugli aspetti più strettamente
politici del modello lombardo e milanese. Il secondo prevede
un dibattito aperto, in cui alcune persone attive professionalmente
in campi direttamente toccati dalle politiche della destra
possano interagire con quanto proposto dai relatori della prima
parte.

Venerdì, 6 Luglio, 2007 - 18:51

L.P.M.-TESTO 1° VERSIONE DICHIARAZIONE

Carissimi/e,
Ieri, 5 LUGLIO, si è svolta una RIUNIONE di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO durante la quale si è avviata la discussione sulla PROPOSTA di testo di DICHIARAZIONE di MISSIONE che definirà il profilo identitario dell'associazione.
Vogliamo allegare a questa comunicazione il testo di tale PROPOSTA e che si trova anche nel nostro FORUM nella SEZIONE ARCHIVIO DOCUMENTI E VERBALI al seguente indirizzo:
Nello spirito di massima trasparenza e condivisione della discussione in questo momento così importante di definizione del profilo politico di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO, invitiamo ciascuno a fare PERVENIRE al FORUM, e/o a QUESTO INDIRIZZO, ogni suo COMMENTO.
Ogni commento inviato a questo indirizzo sarà COMUNQUE PUBBLICATO sul FORUM.
Per ragioni di efficienza, confermando che ENTRO mercoledì sera 11 LUGLIO (un giorno prima della prossima riunione) ciascuno RICEVERA' il testo di una NUOVA VERSIONE di PROPOSTA di DICHIARAZIONE DI MISSIONE di L.P.M., chiediamo a ciascuno di fare PERVENIRE i propri CONTRIBUTI ENTRO LUNEDI' 9 LUGLIO entro le ore 20.00 (a tal fine,saranno considerati soltanto i contributi, o le discussioni, pubblicati sul FORUM entro quel termine).
Tale nuova versione sarà discussa durante la PROSSIMA RIUNIONE già CONVOCATA per GIOVEDì 12 LUGLIO - ORE 19.00 c/o ARCI - VIA ADIGE 11 - MILANO - MM P.TA ROMANA
Saluti a tutti.
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO
Venerdì, 6 Luglio, 2007 - 12:18

LETTERE AI CITTADINI MILANESI

LETTERE AI CITTADINI MILANESI
Siamo un gruppo di cittadini di Milano e provincia che vive nel VOSTRO paese ormai diventato il NOSTRO paese. Siamo un gruppo di persone immigrate che ha deciso di partecipare attivamente e responsabilmente alla vita di questo paese, non solo versando i contributi ma organizzandosi socialmente.
Abbiamo a cuore un argomento vissuto in prima persona e che difendiamo a tal punto che ne abbiamo fatto la nostra ragione di vita e di lavoro. Per difendere i nostri diritti siamo spesso dovuti diventare ?immigrati di professione?.
Siamo un gruppo misto, di provenienze diverse e con una forte presenza di donne, che si sta impegnando su temi di questo calibro, perché crediamo che l?argomento è serio e va affrontato in maniera coerente, sistemica e umana.
Siamo componenti esperti nei vari ambiti legati al tema dell?immigrazione (ambito giuridico, sanitario, educativo, economico?) e lavoriamo come operatori e volontari nel territorio confrontandoci quotidianamente con realtà concrete.
Per questa grande ricchezza e il nostro impegno giornaliero in materia di immigrazione, abbiamo deciso di fare i primi passi nella costituzione di una rete ?la rete dei cittadini di fatto?; cittadini che affrontono volta per volta i diversi argomenti che riguardano l?ampio universo dell?immigrazione.
Crediamo in questo paese, dove abbiamo scelto di vivere, e lottiamo con coraggio per avere i diritti che ci spettano perché ci sentiamo profondamente cittadini (indipendentemente dal riconoscimento giuridico formale dello Stato) e perché siamo convinti che senza il nostro contributo da protagonisti non ci potrà essere un?Italia migliore.
Purtroppo abbiamo notato ultimamente in Italia e nella città cosmopolita di Milano che le aggressioni verbali e fisiche nei confronti della popolazione immigrata indistintamente aumentano drasticamente. Aumenta proporzionalmente anche la manipolazione psicologica sui cittadini italiani che oggi ci temono associandoci in maniera semplicistica e irreversibile a delinquenti. Gli psicologi sociali chiamano questa deformazione della percezione, così come quella di attribuire alle minoranze un tasso di criminalità più alto, ?correlazione illusoria? (Mente&Cervello, n.7 ? genn/febb 2004).
Siamo consapevoli della esistenza della delinquenza e vogliamo contrastarla esattamente come voi. Ma delinquenza non può e non deve essere sinonimo di immigrati. Diverso non è sinonimo di pericoloso.
In Italia, siamo 2.670.524 cittadini stranieri (dati ISTAT 01/01/06) e la maggioranza di noi è inserita nella società a tal punto da essere spesso invisibile o ?normale?, o erroneamente giudicata ?una eccezione?.
Ma basta che uno di noi ?sbagli? per essere immediatamente criminalizzati tutti.
La memoria non può essere corta: vi ricordate quando per la condotta di alcuni emigrati italiani tutta la vostra comunità veniva definita come mafiosa?
Non vogliamo che si ripetano luoghi comuni nefasti che solo contribuiscono a creare rabbia e odio. E i mass media hanno una responsabilità immensa, anche indiretta, nella campagna di odio che si sta creando nei nostri confronti.
Siamo convinti che l?unica strada per costruire una società dove tutti possano avere uguali diritti ma anche uguali responsabilità, una società di convivenza e co-cittadinanza è quella del dialogo, un dialogo tra tutti i protagonisti, che deve essere pensato e agito in base al rispetto e che deve vedere come soggetti i diretti interessati.
Noi continueremo a impegnarci seriamente a portare avanti le nostre riflessioni, proposte e azioni per migliorare la convivenza tra i cittadini. Da parte vostra chiediamo un ascolto affinché cerchiate di immedesimarvi per un minuto nell?altro, senza dovervi difendere di fronte alla diversità, affinché quella vostra memoria storica non rimanga nel nulla.
Vogliamo sperare che questo appello arrivi a persone che credono ancora nella ricchezza culturale di ogni singola persona, cultura, religione.
Vi aspettiamo domenica 8 luglio alle ore 15 alla fermata della metropolitana gialla di Porto di Mare a Milano per andare insieme al parco Cassini (parco delle rose) per fare qualche passo in avanti nella costruzione di questo dialogo e convivenza tra cittadini immigrati e italiani.
Milano, 04/07/07 - Rete Cittadini di Fatto
Per info - cittadinidifatto@gmail.com
Ass. Insieme per la Pace, Ass. Pakaritambo, Ass. Sunugal, Ass. Mosaico interculturale, Ass. Todo Cambia, Ass. Culturale di Progettazione e Coordinamento Ispano Americano; Ass. Antonimo Raimondi; Unione Latinoamericana (Rimini), Consejo de Consulta del Consulado general del Peru, Ass. Peruana Lombarda (Aspel), Circoli Bolivariano Internazionale, Todas las sangres, Ass. Unidos por Colombia, Cooperativa sociale A.Me.Lin.C , Ass. Cultural de Chile, Cooperativa Studio 3, Ci siamo anche noi (Pavia), Ass. Arci Zaghridì, Centro delle culture, Rivista El Carrete
Associazione Interculturale Todo Cambia
Piazza Ventiquattro maggio 2 - Milano - Italia
www.todocambia.org

Mercoledì, 4 Luglio, 2007 - 13:46

DARFUR/DARFUR

  La mostra

Periodo
dal 3 Luglio
al 8 Luglio 2007
Orario
tutti i giorni dalle 11 alle 21
giovedì dalle 11 alle 23
chiuso il lunedì
Costo biglietto
ingresso libero
Elenco delle riduzioni
Per informazioni
02.5811.8067

http://www.formafoto.it

DARFUR/DARFUR

Martedì 3 Luglio alle ore 18,30, presso il bookshop di FORMA, sarà presentata un’iniziativa legata all’emergenza in Darfur. Tra le 300.000 e 400.000 persone uccise e due milioni di profughi dall’inizio del conflitto (2003), il Darfur rappresenta oggi una grave emergenza umanitaria. L’iniziativa DARFUR/DARFUR è un progetto digitale realizzato grazie al contributo di fotografi di fama internazionale, quali Lynsey Addario, Mark Brecke, Helene Caux, Ron Haviv di VII, Ryan Spencer Reed/Group M35, Paolo Pellegrin di Magnum, Michal Ronnen Safdie, e l’ex marine americano Marine Brian Steidle che hanno documentato la vita degli abitanti di questa martoriata regione del Sudan.

 La mostra itinerante, che è stata presentata a New York, nel Settembre del 2006 e tocca 24 città del mondo in 24 mesi, è stata creata da una organizzazione non-profit per sensibilizzare sull’emergenza Darfur e quindi cercare di raccogliere fondi per aiutare la regione africana. Dopo New York, la mostra è stata ospitata al United States Holocaust Museum, al George Eastman House di Rochester, al Los Angeles Hammer Museum, al Jewish Museum di Berlino, all’ICA di Boston e al the Capetown South Africa Holocaust Center.
 DARFUR/DARFUR è stata concepita dall’architetto Leslie Thomas e co-curata dalla produttrice Alexandra Kerr, dalla gallerista Daniela Hrzic, e dagli architetti Kevin Martin e Jane Sachs. La mostra è presentata in associazione con Global Grassroots, un’organizzazione non-profit che investe nel miglioramento delle condizioni della donna nei paese poveri.

Per maggior informazioni sul progetto contattare www.darfurdarfur.org

Mercoledì, 4 Luglio, 2007 - 13:39

La ciclabile fai da te alla romana

La ciclabile fai da te alla romana

www.repubblica.it

La ciclabile abusiva. È successo a Roma, vicino a Porta Pia, dove qualcuno, una notte imprecisata di queste ultime settimane, ha tracciato una pista appropriandosi di una striscia di asfalto: una riga bianca continua con il logo della bicicletta.
di Paolo Garimberti
Non è molto lunga, ma comunque serve finché non la cancelleranno. In quel tratto la strada è larga e pericolosa: vanno tutti come matti, automobili, motociclette, autobus. Poi si restringe all´improvviso con il cordolo che delimita la corsia per i servizi pubblici. La ciclabile fai da te non ha ovviamente valore diciamo così legale. E´ una simbolica forma di protesta.

L´amministrazione romana ha fatto una scelta precisa in materia di ciclabili, che continuano ad aumentare tra quelle già in lavorazione e quelle progettate con scadenze ben definite: le ciclabili servono per il tempo libero, non per gli spostamenti urbani. È un indirizzo discutibile fin che si vuole, ma che ha una sua razionalità: per la sua conformazione Roma non è una città adatta alla bici. Chi vuole andare con la bici da strada deve uscire sennò rischia troppo. Altrimenti mountain bike per girare nelle belle, grandi ville da Ada a Borghese, da Glori a Pamphili: si possono fare chilometri e chilometri. Milano è (sarebbe) diversa: città ideale per le bici, piatta e (teoricamente) scorrevole. Peccato che parole e promesse diventino bolle di sapone quando escono dalle bocche dei nostri amministratori.

Quando arriva il promesso piano di sviluppo delle ciclabili? A Monaco, nella più grande conferenza mondiale sulla bicicletta, è stata fatta una previsione: nei prossimi dieci anni la circolazione delle biciclette aumenterà del 50 per cento, forse anche oltre. Il ministro tedesco dei Trasporti Wolfgang Tiefensee ha parlato di «centralità» della bici nelle politiche di trasporto. Da noi un assordante silenzio. Non resta che la ciclabile fai da te, alla romana.

(29 giugno 2007)
Mercoledì, 4 Luglio, 2007 - 13:23

Via Cassinis: si ritorna alla Milano di Bava Beccaris?

Credo che scene di guerriglia così non se ne siano mai viste a Milano. Uno stato di allarme mai raggiunto, ma preventivabile, chiaramente. Sto parlando dei fatti che hanno coinvolto Via Cassinis la scorsa domenica 3 luglio, dove, all'interno di una rivolta collettiva e di aggressioni contro i vigili urbani da parte delle comunità peruviane e sudamericane presenti nei giardini qui collocati, un vigile ha sparato un colpo in aria. Penso che ancora una volta siamo difronte a uno stato di incapacità dell'amministrazione, da 15 anni al governo della città, di prevenire questi fenomeni e di governare la questione dell'immigrazione, nella consapevolezza del dialogo continuativo e costruttivo. Penso che sia oltremodo necessario sottolineare come la riforma prevista al regolamento della Polizia Municipale di Milano che consente agli agenti di utilizzare la pistola e di essere impiegati in situazione che esulano dalle loro competenze ordinarie, sia la causa di un malessere che coinvolge pienamente e direttamente gli stessi agenti, che si trovano in situazioni ingovernabili per le quali la loro professionalità non può prevedere soluzioni di pronto intervento. Fabio Parenti, l'agente che ha sparato un colpo per aria per cercare di aiutare i propri colleghi e disperdere la folla accanita e avversa di alcuni soggetti della comunità, è stato chiaro e deciso nel sottolineare l'assoluta inadeguatezza della loro attività nel sostenere situazioni di questa portata e di questo genere. Non è possibile che la vigilanza urbana, che dovrebbe essere preposta al traffico e al governo della viabilità, venga predisposta per azioni riguardanti la sicurezza pubblica, che rientra nella competenza della polizia e della pubblica sicurezza. Credo che sia opportuno comprendere l'inadeguatezza di questi agenti che si trovano veramente a essere utilizzati come "carne da cannone" per interventi che sono inadeguati e per i quali sono giustamente impreparati, in quanto formati per altre tipologie di attività e di funzioni, utili e importanti. Il carico di lavoro e l'onere, l'alto livello di responsabilità che si trovano ad avere ulteriormente, determinano queste situazioni e avvenimenti che sono alquanto sconcertanti e che registrano l'inefficacia e la sporvvedutezza di alcune delibere di riforma dei regolamenti che l'amministrazione ha provveduto a licenziare senza la minima cognizione delle conseguenze che sarebbero necessariamente e naturalmente derivate. Bene ha fatto Rifondazione Comunista al Comune di Milano, tramite i suoi consiglieri, di inviare un'interrogiazione al Ministro degli Interni Amato per conoscere «quali misure intenda prendere per evitare l´uso improprio della polizia locale». Ma io formulerei la domanda alla Giunta, alla maggioranza di centrodestra, nonchè al diretto responsabile, l'assessore Decorato, e chiederei la motivazione del fatto che abbiano provveduto a destinare le risorse umane della vigilanza urbana per interventi di questo genere che competono alla pubblica sicurezza, unico organo destinato a risolvere questioni di ordine pubblico. Signor Decorato, quale è la ratio che ha determinato questa modifica insensata del Regolamento? Non comprende le conseguenze che potrebbero derivare da questo provvedimento, come è stato palesato negli ultimi fatti registratisi? E quali sono le misure che intende apportare per risolvere questo disagio diffuso, che riguarda la cittadinanza residente e le stesse comunità di stranieri, versanti spesso in sistuazione di estrema emarginazione, di esclusione, fonti sociologiche, queste, che comportano fenomeni malavitosi e di crimine di piccola e media portata? Vogliamo prevenire i fenomeni, cercare di incanalare l'azione amministrativa verso giuste direzioni che possano riportare a uno stato di normalità del governo degli spazi pubblici, soprattutto la preservazione dei parchi e il rispetto del regolamento stesso, tramite anche attività di condivisione e di coinvolgimento di soggetti diversi nella valorizzazione di questi spazi comuni fino a oggi abbandonati? Non può essere pensabile che ancora oggi abbiamo difronte situazioni di guerriglia urbana che potrebbe apportare gravi problemi alla convivenza civile e sociale: domenica lo sparo poteva avere come destinatario non il cielo, come è stato, ma un soggetto presente e vivo, un essere umano, magari un bambino, magari una donna. E come si sarebbe potuto proseguire se fosse avvenuto questo grave avvenimento? Io penso che sia doveroso anticipare gli eventi, cercare di non rendere la cultura dell'emergenza continua come prassi metodologica che apporta chiari interventi irresponsabilmente pensati, avventati, alquanto inadeguati, poco ponderati. Siamo sempre sottoposti a un'urgenza degli interventi per situazioni ormai sedimentate e difficili da risolvere: non possiamo chiudere le stalle quando i buoi sono scappati e usciti. Dobbiamo cercare di intervenire prima con un progetto amministrativo adeguato: questo elemento indica come sia assente una visione di lungo periodo nel governo delle problematiche che concernono la città. Sono molte ed è chiaro che il disagio siociale ormai diffuso aumenti uno stato di conflittualità e avversione mai avuta prima, con una rottura del patto di convivenza civile e sociale. L'integrazione, e domenica ne è un esempio, chiarisce che è la strada primaria da battere e percorrere, con un dialogo continuo e coerente con le comunità, coinvolgendole nell'aministrazione della cosa pubblica, del patrimonio pubblico, facendo sentire quel patrimonio come un valore cittadino, come un dono municipale, che deve essere tutelato e difeso, perchè di tutte e di tutti. I giardini e i parchi a Milano sono in uno stato di abbandono assoluto: versano in queste condizioni da anni ormai. E lei, signor Decorato, è al governo della città da ben 10 anni. La sicurezza è anche sicurezza sociale, che tramite la prevenzione può cercare di bloccare un aggravarsi di fenomeni che si reiterano da tempo. Milano come nel 1899, coi fatti di Bava Beccaris: la situazione è diversa, chiaramente, il caso è di genesi differenti, ma le cannonate sparate non sono poi così lontane dal caso odierno. Non è colpa dell'agente Parenti, anzi: ma è causa di una situazione per cui queste persone vengono preposte per servizi inadeguati alla loro professionalità. Sono in stato di disagio, di imbarazzo, di assenza di direttive, di mancanza di esperienza: e gli interventi possono essere estemporanei, assolutamente immediati, quindi non meditati, dovuti all'irrazionalità dettata dalla paura, dalla subordinazione a uno stato di alta emotività. Le pare adeguata questa situazione? Le pare necessario porre persone con una certa dignità, quali gli agenti della vigilanza urbana, in questo stato e in questa condizione? Penso che sia assolutamente inconcepibile questo stato di cose. Occorre cambiare rotta. Non si può accorgersi dell'esistenza del disagio sociale di alcune comunità, per motivi diversi, solo quanto la pentola a pressione da anni in ebollizione scoppia, causando devastazioni di diversa natura e nell'ambito prossimo. E' successo per Via Sarpi, dove ci si è accorti come amministrazione municipale solamente a guerriglia avanzata; è successo per i fatti di Via Triboniano; succede nuovamente adesso. Vogliamo proseguire su questa strada improduttiva e assolutamente logorante anche l'aspetto di una città europea che deve essere metropolitana e della convienza solidale?

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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