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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 2 Ottobre, 2007 - 08:28

Tutta colpa dei sindacati contro le libere pensioni

Care e cari,
vi allego un mio articolo sul tema delle pensioni, pubblicato su "Libero Mercato" del 22 settembre u.s.
Grazie per l'attenzione!

Giancarlo Pagliarini

Lunedì, 1 Ottobre, 2007 - 11:28

Occorre una battaglia per spazi liberi di comunicazione civica

Care e cari,
ho presentato in Consiglio di Zona nell'ultima riunione di giovedì 27 settembre, un'interrogazione in merito alla richiesta ai Settori competenti, Demanio e Arredo Urbano e Aree Cittadine, di avere
maggiori informazioni circa la sussistenza di un progetto che possa risolvere un problema che ritengo essere assolutamente grave per la democrazia nella città: l'assenza di spazi pubblici, dalle fioriere alle bacheche, dove poter affiggere comunicazioni sociali e civiche, politiche e culturali, da parte di associazioni, comitati, fondazioni, partiti, oggi angariati da pene pecuniarie di alta entità nel caso di affissioni fuori dagli spazi consentiti dalla normativa. Spazi, questi, oggi inesistenti. Il problema trova una mobilitazione ampia da parte di organizzazioni di varia tipologia e genere, riuniti in un gruppo di lavoro cittadino in cui si stanno delineando le prossime iniziative in merito, sia a livello istituzionale, interrogazioni e mozioni da definirsi in merito nelle sedi consiliari comunale e circoscrizionali, sia a livello di mobilitazione sociale, di divulgazione tramite stampa della vertenza che stiamo definendo.
Io credo che questa situazione sia intollerabile dal punto di vista costituzionale, la nostra Carta sancisce il diritto di libera espressione del pensiero, sia dal punto di vista del pluralismo
dell'informazione e della comunicazione politica, dato che solo chi ha i soldi e i fondi, vedi i partiti del centrodestra, possono permettersi inserzioni pubblicitarie di grandi dimensioni in luoghi
visibili. Io credo che, come dice l'architetto Boatti, a Milano vi sia una sovrabbondante presenza di affissioni pubblicitarie che imperano e che tolgono spazi utili e idonei per la comunicazione
sociale e politica, civica, non lucrativa e non fatta a scopi commerciali e di profitto. Pongo in sezione "documenti" il testo dell'interrogazione da me fatta in consiglio di zona, a cui seguirà
una mozione se dai settori competenti non ci saranno risposte. Penso che su un tema di tale urgenza si debba prevedere forme e modi di mobilitazione: una mobilitazione per sancire normativamente a livello comunale, oggi in totale assenza di un effettivo riconoscimento, il diritto di libertà di espressione del pensiero, privando e arginando le realtà più potenti economicamente di poter prevalere nella comunicazione rispetto a quelle più deboli ma importanti e fondamentali per l'azione di aggregazione sociale, civica e politica. Penso, infine, che il diritto alla libera informazione valga anche in senso contrario, in nome della trasparenza amministrativa: dal Comune e dai consigli di zona verso la cittadinanza. In diversi contesti comunali la
trasparenza dell'informazione pubblica garantisce luoghi visibili e pubblici dove vengono affisse comunicazioni inerenti l'attività consiliare e istituzionale, finanziamenti per attività e,
soprattutto, il bilancio delle attività in senso anche economico, sia nella fase di elaborazione, sia in quella di approvazione. A Milano tutto rimane nascosto in merito. Occorre, per avvicinare la
cittadinanza alle istituzioni, dare rilievo anche a questa particolare problematica.
Questo percorso istituzionale trova già una buona attenzione da parte di alcuni consiglieri de L'Unione: pensare di attivarsi anche su questo fronte per cercare forme e modi che possano essere condivisi in modo più ampio, quindi con testi che possano trovare un appoggio da parte di alcuni settori della maggioranza, delle maggioranze di centrodestra esistenti nei vari contesti, tranne in zona 9 dove il centrosinistra governa, e in cui non ci saranno problemi politici di sorta. Credo che l'urgenza della problematica non possa trovare forme dilatorie nei tempi e nei modi, dato che esiste l'esigenza di libera espressione del pensiero, che è sancita dalla Costituzione, ma anche dalla Carta dei Diritti dell'Uomo dell'ONU. Non si può impostare una battaglia istituzionale ideologica, che possa trovare avversione da parte delle componenti della maggioranza: vorrei che su questo tema, come cercherò di fare in consiglio di zona 4, ci sia la possibilità di trovare la convergenza in quanto voglio portare a casa un risultato politico che sancisca definitivamente la valorizzazione e il reperimento di spazi pubblici nuovi per dare e garantire libertà di espressione del pensiero.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 30 Settembre, 2007 - 11:43

solidarietà alla protesta nonviolenta in Birmania

Milano, 29 settembre 2007

Comunicato stampa

Sabato 29 settembre a Milano in Piazza della Scala - 16,30
Solidarietà alla protesta nonviolenta in Birmania
Il Forum Umanista Europeo 
aderisce alla manifestazione di solidarietà 
con i monaci e il popolo birmano 


PER LA BIRMANIA
PACE, DIRITTI UMANI, DEMOCRAZIA
Dichiara Giorgio Schultze, Presidente della Regionale Umanista Europea 
e Portavoce del Forum Umanista Europeo
«Gli umanisti guardano con grande preoccupazione l'attuale situazione in Birmania. Il regime militare che ha violato i diritti umani della popolazione fin da quando ha preso il potere illegalmente nel 1962 sta reprimendo nel sangue le manifestazioni pacifiche in tutto il paese, arresta i monaci buddisti che le guidano e promette azioni estreme. E' ora che i militari mettano in moto un processo per trasferire il potere ad un governo eletto in modo democratico.

Esprimiamo il massimo appoggio alla protesta dei monaci e della popolazione birmana, che stanno usando la metodologia della nonviolenza attiva per ottenere il profondo cambiamento sociale di cui il paese ha bisogno.
Chiediamo che la giunta militare birmana prenda le seguenti misure:
- Fine immediata della repressione delle proteste pacifiche
- Immediato annuncio di un piano per restaurare la democrazia nel paese
- Liberazione di tutti i prigionieri politici e in primo luogo del Premio Nobel per la pace 
e leader democratica Aun Sang Suu Kyi, agli arresti domiciliari da anni e di recente trasferita 
in una prigione di sicurezza

A livello internazionale chiediamo:
- Un'azione immediata dell'ONU per far pressione sulla giunta militare birmana affinché rinunci al potere
- La fine dell'implicito appoggio al governo birmano da parte dei governi cinese e russo, che impediscono 
al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di prendere una posizione critica nei confronti della giunta militare, 
anteponendo i propri interessi economici e politici a quelli della popolazione birmana, oppressa 
da un regime brutale.

Il prossimo 2 ottobre si celebrerà la Giornata Mondiale della Nonviolenza, proclamata dall'Assemblea Generale dell'ONU qualche mese fa. Cogliamo questa occasione per ricordare gli esempi storici di Gandhi e Martin Luther King e diffondere quello moderno di Mario Rodriguez Cobos detto Silo. La nonviolenza attiva è l'unica metodologia etica e coerente per realizzare un cambiamento sociale e superare ogni forma di violenza.»



PRESSenza L'ufficio stampa dei diritti umani
Franca Banti cell. 3357792718 - e-mail franca.banti@fastwebnet.it
Venerdì, 28 Settembre, 2007 - 01:58

Documento di Arcilettore sulla Bibliodiversità

Documento di Arcilettore sulla Bibliodiversità

La difesa della bibliodiversità non può limitarsi ad un
riconoscimento ideale, tantomeno è solo una dichiarazione di
principio.

Se così fosse la battaglia sarebbe già persa.

Se si riconosce la Bibliodiversità come un elemento essenziale e
ineliminabile della nostra libertà di cittadini è necessario,
allora, sostenerla con una strategia concreta che permetta a tutti i
soggetti della filiera editoriale, dallo scrittore al lettore, di
vedere realizzato nei fatti questo sacrosanto diritto.

Qualunque sia la strategia che si vorrà mettere in atto, tuttavia,
non potrà che partire da un dato di fatto e cioè che l’attuale
mercato editoriale italiano è sostanzialmente asfittico a causa
della scarsità di lettori, quindi la Bibliodiversità non significa
solo la libertà di far entrare nel mercato nuovi scrittori o di
aprire nuove case editrici, ma soprattutto di conquistare nuovi
consumatori di libri.

Qualsiasi politica d’incentivazione della lettura e,
conseguentemente, di nuovi consumatori di libri passa attraverso un
incremento delle copie vendute.

È indispensabile superare una visione ottocentesca ed elitaria della
lettura per calarsi nella nostra realtà che è quella di un mercato
nel quale la lettura deve diventare un bisogno che soddisfa il
lettore-consumatore mediante il bene-libro.

Il cittadino che compra un libro per leggerlo o regalarlo è un
consumatore di cultura.

Se, dunque, il libero mercato è lo scenario nel quale si colloca il
principio della Bibliodiversità, allora è necessario superare
qualsiasi logica assistenziale che finirebbe per porre la piccola e
media editoria in una “riserva naturale” che finirebbe per
negarle qualsiasi possibilità di sviluppo.

La piena realizzazione della Bibliodiversità passa solo attraverso
un allargamento della domanda che individua il libro come un bene di
consumo di massa.

I punti fondamentali di questa battaglia sono:

la vendita del libro deve essere sostenuta da strategie di marketing
occorre il coinvolgimento del Ministero per i beni culturali, del
Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero del Tesoro per
ottenere da loro specifici comportamenti
rivedere l’annosa questione della distribuzione
ripensare il problema delle rese

Il libro, per quanto bello sia, non si vende da solo. Anche le grandi
case editrici mettono in campo strategie di vendita, a maggior ragione
ciò vale per la piccola e media editoria.

Il Marchio di qualità, con tutte le operazioni che prevede,
l’attività di promozione televisiva di Leggendario sono operazioni
di marketing che, senza perdere la propria connotazione culturale,
servono a conquistare nuovi consumatori di libri e a vendere più
copie.

Cosa c’è di nobile in un libro che non viene letto? Qualcuno può
davvero credere che un libro inveduto aumenti la nostra libertà?
Garantiamo realmente l’attuazione del principio della
bibliodiversità con la vendita di trecento copie del libro che è
stato prodotto?

Pur essendo la figura di Don Chisciotte una bellissima figura
romantica, nessuno apre una casa editrice con l’obiettivo di
buttarsi contro i mulini a vento.

Tuttavia sappiamo che le capacità del mercato attuale sono quelle
che sono: scarse. Così come sappiamo che il suo andamento subisce
variazioni insignificanti. Ma una società progredita che vuole
restare tra le prime otto nel mondo non può accettare questa
condizione di drammatica arretratezza culturale.

Proprio per questo è essenziale l’intervento del Governo tramite
il Ministero per i beni culturali e il Ministero della Pubblica
Istruzione.

Al Ministero per i beni culturali va chiesta la realizzazione di
campagne pubblicitarie televisive, magari anche con testimonial
popolari, che rivalutino il libro e infondano a un pubblico crescente
il bisogno di comprarlo.

Al Ministero della Pubblica Istruzione e al Ministero del Tesoro va
chiesto che adottino provvedimenti che consentano agli insegnanti e
agli alunni di poter scaricare, dalla dichiarazione dei redditi, i
libri non scolastici acquistati.

Altra questione che va affrontata è la figura del distributore che
fa poco o nulla per garantire all’editore che il suo libro ha avuto
un adeguato trattamento, tale da facilitarne la vendita, ma, d’altra
parte, il problema specifico del distributore va collegato
direttamente a quello delle rese. Di fatto l’elemento di rischio
che è proprio di ogni attività imprenditoriale finisce per essere
esclusivo appannaggio dell’editore che riceve l’invenduto senza
che nessuna azione di promozione sia stata realmente fatta per
vendere il prodotto-libro.

Il libro non ha una scadenza, non deperisce con il tempo e, non a
caso, esiste un fiorente mercato dei reimanders. Allora perché il
libraio e il distributore non collaborano con sconti che possano
convincere il consumatore-lettore ad acquistare il libro?

La bibliodiversità è una necessità nella nostra società e
tuttavia va pensata con una mentalità nuova, aperta a soluzioni che
non si limitino al puro e semplice riconoscimento formale di un
principio, ma che muovano da esso per cambiare concretamente una
realtà che lo nega.

Giovedì, 27 Settembre, 2007 - 22:50

informa giovani: quale progetto?

c.a. dell’Assessorato al tempo Libero e Sport del Comune di Milano;
della Direzione di Settore Sport e Tempo Libero del Comune di Milano
della commissione sport e tempo libero del consiglio di zona 4;

Oggetto: Richiesta di informazioni in merito alla presentazione del progetto Informa Giovani

 
Venuti a conoscenza
 
dell’ordine del giorno della commissione Sport e Tempo Libero indetta per mercoledì 19 settembre avente come punto di discussione la presentazione del Progetto Informa Giovani
 
Vista
 
l’importanza di provvedere ad attivare sui territori zonali adeguate strutture utili a dare alle giovani generazioni informazioni concernenti la vita amministrativa e sociale della città, per una conoscenza adeguata della circoscrizione;
 
con la presente chiedo
 
alla Commissione Sport e Tempo Libero di informarsi presso la Commissione comunale preposta maggiormente e dettagliatamente in merito al progetto, ai punti fondanti del medesimo e alle linee di indirizzo e criteri di scelta che hanno costituito la fase di programmazione e di indire una commissione preposta alla discussione del progetto, all’individuazione di contributi reali che il consiglio di zona 4 può garantire all’attivazione sul territorio circoscrizionale del progetto stesso, invitando il direttore di settore o lo stesso presidente di commissione, Terzi;
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 27 Settembre, 2007 - 22:49

chiusura estiva piscina CAIMI

 
 
c.a. dell’Assessorato al tempo Libero e Sport del Comune di Milano;
della Direzione di Settore Sport e Tempo Libero del Comune di Milano;
della commissione sport e tempo libero del consiglio di zona 4;
dell’assessorato alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici;
della Direzione Centrale Infrastrutture e Lavori Pubblici;
della Commissione Territorio del consiglio di zona 4
 
 
 
 
Oggetto: Richiesta di informazioni in merito alla chiusura estiva della piscina sita in Via Caimi
 
Venuti a conoscenza
 
delle affermazioni del direttore di Milano Sport, società a cui è stata appaltata la gestione dello spazio della piscina di Via Caimi, in cui la chiusura della piscina viene giustificata adducendo la causa all’onere dei costi per la fornitura dell'acqua;
 
Evinto che
 
sempre dalla suddetta dichiarazione, le condizioni economiche a cui si ascrive l'accordo del Comune di cessione della gestione della struttura sportiva sono isufficienti per fare fronte ai costi stessi per la fornitura e che non sono oggetto a revisione
 
Preso atto
 
del fatto che la società sarebbe stata costretta, a fronte degli oneri, ad attingere acqua dalla falda per alimentare le vasche, arrecando pregiudizio alla necessaria manutenzione di una temperatura abbastanza elevata dell'acqua.
 
Visto di fatto
 
la presenza dei lavori nell’attigua struttura adibita a ospitare il Teatro Franco Parenti, in cui si pensa di occupare la parte del solarium della piscina per un’opera di ampliamento e di ristrutturazione complessiva.
 
si chiede
 
ai soggetti e organi amministrativi in indirizzo:
 
-          maggiori informazioni circa l'entità del progetto di ristrutturazione del Teatro, fino a oggi non soggetta a discussione in consiglio, e la collocazione degli spazi interessati al progetto di ampliamento, in rapporto con la struttura sportiva, affinché si possa cercare di evitare che ci sia un'espansione della struttura teatrale, struttura tutelare come  luogo di elargizione di un'offerta culturale, ma in modo non lesivo dell’integrità degli spazi della piscina e del loro utilizzo funzionale;
-          ottenere dal settore centrale sport del Comune di Milano le motivazioni che hanno apportato alla chiusura nei mesi estivi della struttura sportiva, unico luogo di aggregazione e di ristoro  per nuclei familiari che non abbandonano la città;
-          di rivedere l’entità economica della convenzione comunale di cessione della gestione dello spazio sportivo, e di verificare la sussistenza di possibili modifiche del progetto in itinere di ristrutturazione e ampliamento del Teatro, affinchè non arrechi danno alla piscina
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 27 Settembre, 2007 - 22:48

informazioni in merito alla localizzazione fermate ATM Via Cadore

c.a. della Direzione di Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano;
della Direzione di Settore Arredo Urbano del Comune di Milano;
della commissione Territorio e Trasporti del consiglio di zona 4

Oggetto: Richiesta di informazioni in merito alla localizzazione delle fermate ATM Via Cadore angolo Marinai d’Italia

 
Venuto a conoscenza
 
che a luglio sono stati abbattuti una decina di Bagolari, alberi presenti presso Via Cadore sul lato del Parco di Largo Marinai d’Italia
 
Considerato che
 
la motivazione addotta per l’abbattimento dei filari di alberi consiste nell’avere installato in quella sede due fermate di mezzi pubblici
 
con la presente chiedo
 
alla Direzione di Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano di verificare la possibilità di effettuare una ripiantumazione di altrettanti alberi in sede da definirsi nelle adiacenze della località interessata e alla Direzione di Settore Arredo Urbano del Comune di Milano di provvedere alla futura rilocalizzazione delle fermate ATM in luoghi che non arrechino pregiudizio agli alberi presenti, nonché di definire con il Consiglio di Zona e la Commissione Territorio e Trasporti la definizione dei luoghi stessi dove allocare le fermate medesime e delle sedi per la necessaria ripiantumazione dei Bagolari
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 27 Settembre, 2007 - 22:46

nuovi spazi pubblici riservati alla comunicazione

c.a. dell’Assessorato al tempo Libero e Sport del Comune di Milano;
della Direzione di Settore Sport e Tempo Libero del Comune di Milano;
della commissione sport e tempo libero del consiglio di zona 4;
dell’assessorato alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici;
della Direzione Centrale Infrastrutture e Lavori Pubblici;
della Commissione Territorio del consiglio di zona 4

Oggetto: Interrogazione in merito alla presenza di nuovi spazi pubblici riservati alla comunicazione sociale, politica e civica nella circoscrizione

 
Premesso che
 
l’articolo 21 della Costituzione sancisce come diritto fondamentale la libertà di espressione del pensiero nella dicitura “ … tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali della persona
 
Evinto che
 
la Legge Finanziaria 2007 ai commi 176 e 178 stabilisce che i Comuni non devono più riservare il 10% degli spazi totali per l’affissione di manifesti riguardanti Stato ed Enti pubblici, comitati, associazioni, fondazioni e ogni altro ente che non abbia scopi di lucro, manifesti relativi ad attività politiche e di qualsiasi altra tipologia e pubblicizzazione di eventi
 
Preso atto
 
che la normativa vigente lede ulteriormente il diritto di espressione di pensiero per le entità senza scopi di lucro di esercizio della libertà di espressione, dettando una forte scriminante economica e sociale, riducendo gli spazi pubblici adibiti
 
 
 
 
Visto in diritto
 
le poche possibilità aggiuntive alla comunicazione politica e sociale che il Regolamento comunale offre e la possibilità di incorrere in pene sanzionatorie non sostenibili, spesso, dai soggetti coinvolti, mentre persegue una situazione di inutilizzabilità delle “fioriere” in quanto spesso rimosse oppure semplicemente degradate nel proprio stato e utilizzabilità
 
si chiede
 
alla Direzione Arredo Urbano se è previsto un programma di ridefinizione con la collaborazione dei consigli di zona di un progetto di ricollocazione di spazi pubblici dove potere garantire l’espressione libera di pensiero da parte dei soggetti di cui sopra, definendo con questi ultimi la localizzazione degli spazi stessi e, alla Giunta del Comune di Milano, di prevedere una quota di proventi annuali non inferiore al 20% per garantire la libera e plurale manifestazione di pensiero, concependo una riforma del regolamento e una sua modifica con il coinvolgimento delle realtà istituzionali circoscrizionali, nonché ridefinendo una modalità diretta di comunicazione tra l’ente pubblico e amministrativo con la cittadinanza, in un’ottica di trasparenza circa le decisioni che riguardano, nelle diverse materie, il governo dei territori e del Comune.
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 26 Settembre, 2007 - 14:10

Appello ai buoni, di Dijana Pavlovic

APPELLO AI BUONI

 

 

In questa città ricca, opulenta, ambiziosa, piove.

Se non fosse per l’incattivirsi del traffico, per un appesantirsi dell’abbigliamento che problema sarebbe? Le case, gli uffici, i bar, i ristoranti e i negozi della nostra città sono comunque caldi e accoglienti.

Ma non per tutti. C’è un popolo di reietti da questa città, marginali ed emarginati per i quali la pioggia diventa non un fastidio passeggero ma un problema di sopravvivenza. Tra questi ci sono gli oltre 500 rom sgomberati  negli ultimi mesi: uomini, donne, bambini senza un ricovero, senza un riparo se non il telo di una tenda appoggiata per terra, terra che diventa fango ai margini di una discarica, di un terrapieno ferroviario.

Questi esseri umani, venuti da una terra infelice per cercare un brandello di felicità nel paese dei ricchi, sono oggi oggetto di una campagna violenta in cui si scarica l’egoismo e la solitudine di una città che sembra aver perso la propria identità e il senso di essere una comunità accogliente e fraterna soprattutto nei confronti dei più deboli e infelici.

Le istituzioni devono applicare e far rispettare le leggi e questo è il loro compito ma hanno anche la responsabilità del bene di una collettività più ampia che non può escludere, cancellare persone che sono nostri concittadini, nostri fratelli.

Ma oggi le istituzioni non si occupano di chi vive nel fango e non ha un tetto sotto il quale riparare i propri figli.

Per questo faccio un appello ai buoni di questa città, a quelli che non chiudono gli occhi di fronte a chi sta male perché si compia un gesto di semplice solidarietà umana. Non permettete di essere vittime di ipocrisia, a quella ci sta già pensando la politica. Non preoccupatevi dei bambini Rom solo quando li vedete nella metropolitana e sui telegiornali guadagnarsi qualche spicciolo per un panino suonando, elemosinando e anche rubando. Pensate al fatto che una volta finito il loro “lavoro” vanno a dormire nel fango e al freddo e che il loro benessere dipende dal benessere dei loro genitori. Per questo popolo che soffre, per il mio popolo, qualcuno trovi, adesso, un riparo, provvisorio ma sicuro che lo aiuti ad affrontare una stagione che può essere crudele per chi tra loro è più debole come le donne e i bambini.

 

Dijana Pavlovic, cittadina italiana e rom

dijana.pavlovic@fastwebnet.it

Sabato, 22 Settembre, 2007 - 13:51

50° Oscar dell'imballaggio

Al 50° Oscar dell’imballaggio


Scatole più leggere, vaschette più sottili, sacchetti con minore uso di materiale. Sono queste alcune soluzioni di packaging appena premiate dall'Istituto Italiano Imballaggio e dal Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi.
Pensate che a volte l'involucro di un prodotto è il 95% del suo volume.
Per questo Giancarlo Longhi, direttore generale del Conai, dice che "non di puro marketing si tratta". L'imballaggio dei prodotti infatti è il primo passo per ottimizzare l'impatto ambientale dell'intero ciclo produttivo e di recupero dei materiali.
"Negli ultimi 10 anni - continua Longhi - il peso e lo spessore degli imballaggi si e' ridotto in misura consistente (lattine di alluminio meno 9%, scatolette di acciaio meno 30%, bottiglie in plastica da 45 a 30 grammi) e l'uso di materiali da riciclo ha raggiunto livelli molto elevati: nel settore cartario, ad esempio, la fibra di riciclo rappresenta il 90% della materia prima per imballaggi in cartone ondulati".
Per la cronaca, i premi della cinquantesima edizione dell’Oscar dell'Imballaggio se li sono aggiudicati Seda Italy per l'Ice-coffee container, Collistar per il flacone della crema anticellulite, Coop Italia per le eco-confezioni dell'ammorbidente, Nuova Pansac per un sacco industriale di basso spessore, Assograph Italia e Bticino per due imballi monomateriale (più facili da riciclare).
Alcune menzioni speciali sono giunte infine alle aziende che hanno saputo coniugare ottimo packaging ed originalità.
In tema di design, per esempio, alla Cartografia Posterla per la nuova confezione-regalo del Veuve Cliquot Chic, che dopo l’apertura diventa un comodo secchiello da ghiaccio.
Per la sicurezza dell’imballo a Deles Imballaggi, per aver miglirato le prestazioni di isolamento termico dei farmaci durante il trasporto, con Temperature Controlled Pack.
Dai salumi alle creme di bellezza, confezioni regalo e bevande. Nessuna categoria è esclusa dalla sana competizione all’imballaggio più eco.

Redazione Ambiente

www.lifegate.it

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