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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 08:13

Nuovo inceneritore

Nuovo inceneritore

Anche l’assessore all’Ambiente della Provincia di Milano Bruna Brembilla chiede il nuovo inceneritore. Testualmente- da La Repubblica del 29 maggio u.s - dice che “c’è un deficit di impianti per lo smaltimento dei rifiuti che vanno potenziati. Il nuovo termovalorizzatore è indispensabile”. “La Provincia non può essere autosufficiente: ci sono oltre 600 mila tonnellate l’anno di rifiuti non diversamente smaltibili, ha spiegato l’assessore”. “A questo scopo è stato stipulato un accordo tra Provincia, Consorzio compostatori e Cem ambiente per promuovere la raccolta differenziata favorendo così il recupero energetico dei rifiuti”.

Così anche l’assessore Brembilla, fino ad ieri – se non vado errato -  sostenitrice dell’autosufficenza della Provincia nello smaltimento dei rifiuti con una politica di incremento nella diversificazione della raccolta dei rifiuti compreso l’umido, si adegua al presidente Penati. Nei diversi incontri con i comitati contrari al nuovo inceneritore – o meglio termovalorizzatore come eufemisticamente viene oggi chiamato – ha sempre sostenuto che non era necessario. I cittadini della zona sud – dove dovrebbe essere localizzato in pieno Parco Agricolo Sud -  hanno tempo fa raccolto migliaia di firme contro il nuovo termovalorizzatore. Credo si sentano presi in giro da questi cambi repentini di posizione. Forse andrebbe fatta un pò più di chiarezza e detto fuori dai denti dove verrà realizzato così da non prendere in giro la gente.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 16:42

Il nucleare non serve all’Italia

A cura di Andrea Cocco • 29 Maggio 2008
http://amisnet.org

“Il nucleare non è sicuro, non è economico ed è controproducente per la lotta ai cambiamenti climatici”. Per ribadire tutti i NO al ritorno dell’energia dell’atomo in Italia, Greenpeace, Legambiente e WWF hanno reso pubblico un dossier congiunto su “tutte le verità sulle menzogne del nucleare”. A distanza di 21 anni dal referendum che ripudiò l’opzione nucleare attraverso il noto referendum, le associazioni ambientaliste smontano la tesi secondo cui la tecnologia è oramai sicura e conveniente oltre ad essere l’unica soluzione per ridurre i gas a effetto serra. A parte ribadire il problema irrisolto delle scorie nucleari e gli elevati rischi umani e ambientali in caso di incidente, le tre associazioni rivelano, conti alla mano, come il nucleare rappresenterebbe una spesa esorbitante e anti economica per il paese, da scaricare in buona parte sulle spalle dei contribuenti. “La campagna mediatica rilanciata con grande forza da Scajola” si legge nel dossier ”è costruita su bugie, conti fasulli e favole”. La realtà esposta in tutti gli studi internazionali, assicurano invece Greenpeace, Legambiente e WWF, mostra come l’energia nucleare sia la fonte più costosa e meno competitiva, tant’é che persino l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) prevede una riduzione del peso dell’atomo nella produzione elettrica dei prossimi anni. Gli esempi concreti di come si tratti di un pessimo affare li offrono gli ultimi esperimenti azzardati nella costruzione di nuove centrali. “La Finlandia è oggi l’unico paese che sta ritentando la strada dell’atomo dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia” sottolinea Stefano Ciafani di Legambiente. “Qui la costruzione del reattore EPR si sta rivelando un salasso per i contribuenti. I costi sono già aumentati del 25% e secondo le grandi industriali del paese, ciò si tradurrà in un aumento in bolletta di 3 miliardi di euro da spalmare sui contribuenti nei prossimi 5 anni”.

A chi conviene il nucleare allora? Anche su questo punto le associazioni non hanno dubbi: ai gruppi industriali che sanno di poter guadagnare dagli enormi investimenti necessari al rilancio dell’atomo civile: Enel, Endesa e Ansaldo nucleare.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 15:29

DAI UN CALCIO AL RAZZISMO

DAI UN CALCIO AL RAZZISMO
DOMENICA 1 GIUGNO
 DALLE 15.00
­­ROMANO PARCO FIUME SERIO
COSTRUIAMO SPAZI SOCIALI
 
DAI UN CALCIO AL RAZZISMO
TORNEO DI CALCETTO ANTIRAZZISTA 3 CONTRO 3 SENZA PORTIERI. ISCRIZIONI A PARTIRE DALLE ORE 15.00.
PREMIAZIONE CON MAGLIETTE AUTOPRODOTTE. ISCRIZIONE LIBERA
BANCHETTI (CONTRO)INFORMATIVI
A cura di: COLLETTIVO USCITA DI SICUREZZA, RETE BASSA,
COLLETTIVO AUTONOMO ANTIFASCISTA DI SERIATE,
COLLETTIVO LIBERI E RIBELLI, YALLA ONLUS, COLLETTIVO Z
LA COSTITUZIONE IN MOSTRA
UNO SGUARDO AGLI ARTICOLI PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSERE IL NOSTRO PAESE E COME IN REALTA' E'
SOUND SYSTEM
NO SIAE MUSIC. MUSICA NO STOP DALLE 15.00 PER TUTTI I GUSTI
MICROFONO APERTO AUTOGESTITO
LIBERTA' DI INTERVENTI PER I PARTECIPANTI E
LETTURA DI COMUNICATI DEI COLLETTIVI
CIBI E BEVANDE
CIBO PER ONNIVORI, VEGETARIANI E CREDENTI.
DIMOSTRAZIONI ARTISTICHE
WRITERS REALIZZERANNO STRISCIONI
ESIBIZIONE DI CAPOEIRA
 
IN FESTA PER COSTRUIRE SPAZI SOCIALI
CONTRO VECCHI E NUOVI FASCISMI
ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
---------------------------------
SPACE INVADERS - IL RITORNO
DOMENICA 1 GIUGNO            SUL FIUME SERIO 
           ROMANO                        DALLE ORE 15.00
Si terrà una festa autogestita da e per invasori di spazi (autoctoni della Bassa e non, orobici e migranti e soprattutto migranti orobici!).
È autogestita perché vuole  dare vita a forme di espressione autonome e  denunciare la politica di gestione degli spazi pubblici nella zona.
È organizzata al fuori dalle meccaniche commerciali, collettivamente, senza rapporti di gerarchia nell'organizzazione e cercando di eliminare la separazione tra chi crea un immaginario e chi lo consuma.
È una festa aperta: una sorta di campo base dove rifornirsi di antidoti contro il nuovo fascismo che avanza, e poi ripartire. Un luogo, soprattutto mentale, dove prendere contatti e tessere relazioni.
È un momento di scambio di saperi e di tecniche: ci sarà un microfono aperto autogestito, ci saranno banchetti con info, cucina, e anche workshop in cui si potrà imparare a fare delle cose insieme.
Dalle 15.00 torneo di calcetto: DAI UN CALCIO AL RAZZISMO!!!
È una festa! Ci saranno musica e bevande.
SPAZI LIBERI, AUTOGESTIONE, FESTA!
Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 11:19

All'Università di Roma un'aggressione di matrice neofascista

Si sta discutendo a Roma se intitolare una via ad Almirante, il segretario dell'MSI, deputato dello stesso partito. La giunta Alemanno è già in procinto a presentare la proposta che desta alcune perplessità. Nessuno ricorda chi era Almirante prima del 1945? Era il direttore di redazione della rivista "Per la difesa della razza", quel compendio di assurdità e brutalità barbare che avvallavano la necessità di annientare tutto ciò che non fosse ariano, cercando di dare "supporti" scientifici, alimentanti l'odio razziale e xenofobo, prodromici per l'accettazione delle leggi razziste varate da Mussolini e la persecuzione di ebrei, nomadi, slavi e altre categorie.
E' abbastanza improponibile dedicare una via di una città Medaglia d'Oro della Resistenza a colui che ha lavorato esclusivamente per l'affermazione delle drammatiche conseguenze derivanti dal fascismo.
In Università, La Sapienza di Roma, sempre nella stessa capitale, il preside della facoltà di lettere e filosofia ha dato il permesso a un'organizzazione di studenti di destra di organizzare un convegno sulle foibe. Il permesso era stato respinto dal rettorato, il cui vicerettore era fortemente contrario alla realizzazione di un appuntamento che sarebbe stato alquanto pericoloso per il mantenimento dell'ordine pubblico e della quiete sociale e pacifica dell'Accademia. L'organizzazione neofascista, non si può che considerarla tale dato che nelle sue fila abbiamo esponenti di nazirock, proponente l'incontro non aveva recesso dalla volontà di fare l'assemblea sulle foibe, nonostante il parere della massima autorità dell'Università. La prepotenza e l'arroganza, tipiche caratteristiche di quete falangi, si evidenziano in ogni momento, come anche a Milano dove, di fronte alla revoca dell'autorizzazione da parte della Prefettura di organizzare un concerto nazirock, gli organizzatori, Cuore Nero, "cugini di Casa Pound" di Roma, Forza Nuova, non recessero dal voler fare la manifestazione apologetica.
E' chiaro che l'iniziativa romana della destra neofascista non era altro che un'assemblea totalmente impermeabile al confronto aperto e laico, dato anche il titolo del convegno, se così si può dire, "La verità sulle foibe", e dati i relatori presenti, ossia Fiore segretario di Forza Nuova con precedenti vari di atti di forte violenza e di apologia negli anni 70 e 80.
In un clima di questa portata si spiega l'aggressione avutasi l'altro ieri alla Sapienza di Roma. E' un'aggressione niente altro quella che è stata perpetrata da un gruppo di giovani trentenni, esterni all'Università, neofascisti che con le automobili hanno bloccato il traffico nella via De Lollis, limitrofa all'Università e hanno potuto, così, agire indisturbati per quindici minuti ad aggredire con mazze puntate e chiodate e catene un gruppo di giovani antifascisti appartenenti ai Collettivi universitari mentre stavano attaccando manifesti di protesta e di denuncia oscurando, giustamente, i manifesti presenti e illeciti, dato il parere negativo del rettorato, promuoventi l'iniziativa sulle foibe.
Due dei giovani dei collettivi sono stati trasportati all'Ospedale, insieme a uno del gruppo neofascista. La propaganda neofascista ha subito cercato di scaricare la "colpa" della provocazione ai giovani dei collettivi, mentre era chiaro che la risposta tenutasi dai collettivi contro l'autovettura degli aggressori era conseguenza di un atto scientificamente preparato dai militanti forzanovisti di aggressione. Il traffico viene fermato, la macchina si apposta vicino ai giovani attivisti nell'atto di attaccare i manifesti di denuncia della vergognosa iniziativa, e il clima preparato permette di agire indisturbati. Il tutto era chiaramente organizzato e premeditato da parte del gruppo di Forza Nuova.
La stampa ha subito cercare di "degradare" e minimizzare la portata del fatto considerandolo immediatamente una semplice "rissa" tra studenti di fazioni diverse, in una funzione di equiparazione, oggi molto di moda, soprattutto nei settori revisionistici dei salotti benpensanti, tra aggressori e aggrediti, tra organizzatori di iniziative provocatorie e anticostituzionali e attivisti antifascisti e democratici. Come avviene per chi dice "anche i repubblichini hanno fatto una scelta ideale per la propria Patria, così come i Partigiani", così ieri sulle pagine dei maggiori quotidiani si è subito parlato di condanna alla violenza, cosa giusta e sana, da qualsiasi parte, però, provenga, non capendo bene che la dinamica dei fatti testimonia come l'incitamento all'aggressione sia stato ordito da una compagnia di scagnozzi neofascisti, fascisti, forzanovisti, apologetici, come dir si voglia.
Una semplice rissa tra due legittime fazioni, tutte e due autorizzate a contrastare reciprocamente, una goliardica "ragazzata" da non considerare e da ritenere ininfluente: sono stati i toni di editorialisti accomodanti.
Non è stata una semplice rissa,nè tanto meno una goliardica ragazzata: è stata un'aggressione premeditata e preparata a fronte di un atto di prepotenza indescrivibile che ha visto gli organizzatori neofascisti non recedere, a fronte del diniego del rettorato, a eseguire un convegno con la presenza di chi ha condanne precedenti per fatti di apologia di fascismo e di istigazione alla violenza.
Occorre vigilare sempre con massima attenzione affinchè si prevengano situazioni simili. Occorre che il responsabile dell'autorizzazione rilasciata e respinta dal rettorato, ossia il Preside di facoltà di Lettere e Filosofia, provveda ad assumersi le conseguenze deleterie di un atto sconsiderato e alquanto infondato nel permettere che un convegno di quella portata, fazioso e pericoloso per la pace sociale dell'accademia. Pensare di avere elevato un convegno di facinorosi sediziosi neofascisti alla portata di un'iniziativa dove il dibattito era negato e dove il confronto era silentito è alquanto ingenuo, da un lato, se non addirittura irresponsabile e funzionale alla creazione di un precedente che avrebbe legittimato futuri eventi di eguale portata. Occorre difendere l'Università, come fatto dai collettivi studenteschi, come luogo democratico di confronto vivace e pacifico, in un'ottica di crescita e di maturazione di quel senso civico e civile che è impresso nel rispetto della nostra Lex Fundamentalis quale la Costituzione. La mia solidarietà alle ragazze e ai ragazzi che hanno difeso la democrazia e l'antifascismo in Università è massima e totale, unendomi alla loro denuncia verso chi vuole degradare l'accademia a laboratorio di sperimentazione di legittimazioni verso forme di apologia di fascismo e di istigazione alla violenza.

Alessandro Rizzo

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 10:07

Nessun parallelo, un'aggressione fascista

Nessun parallelo, un'aggressione fascista
Marco Bascetta
da Il Manifesto del 28 maggio 2008

Il veleno, la malafede, l'ipocrisia sono già nei titoli, dei telegiornali, dei dispacci d'agenzia, nelle notizie on line dei grandi quotidiani: «rissa». Con conseguenti arresti da una parte e dall'altra. La «rissa» in questione è un'aggressione in piena regola. Ma cambiare le parole non è un gioco ozioso, ha un senso preciso: agitare lo spettro, logoro ma irrinunciabile, degli «opposti estremismi».
Un sindaco con il passato e la formazione culturale, si fa per dire, di Gianni Alemanno incontrerebbe qualche difficoltà nell'aggredire a freddo realtà di movimento e soggetti politici indipendenti da rappresentanze e cordate politiche. Ma, diversamente possono andare le cose potendo denunciare la «spirale della violenza», la «guerra per bande» tra gruppuscoli isolati e ottenebrati dall'ideologia. Rimescolare tutto nel calderone indistinto della «violenza». Ed ecco allora che i vecchi amici di Alemanno, i cultori delle sue giovanili passioni, si adoperano nel mettere in moto la provvidenziale «spirale». E nel tentare di tirarci dentro i collettivi degli studenti, realtà ben radicate nell'Università, impegnate in una battaglia politico-culturale di grande rilievo contro quel processo di banalizzazione, immiserimento e svendita dell'Università che da anni destra e sinistra si passano di mano in mano senza mai dover rendere conto di fallimenti catastrofici e evidenti decadenze. Il profilo del gruppuscolo ottenebrato dall'ideologia nonché da gratificazioni muscolari e guerriere ben si attaglia invece a forza nuova e agli squadristi di via De Lollis. Nessun paragone è tollerabile.
Battendosi contro l'assemblea che Roberto Fiore, il leader di Forza nuova, avrebbe dovuto condurre nelle aule della Sapienza, gli studenti dei collettivi hanno felicemente dimostrato che l'Università non è il salotto di Bruno Vespa, dove tutto è facilmente sdoganabile in ossequio ai desideri del potere politico di turno, dove tutti i giochi sono truccati e sotto stretto controllo. È invece un luogo dove vivono soggettività politiche non disposte a ingoiare passivamente tutto in nome di un pluralismo fittizio e asservito alle gerarchie dominanti. Dove le ideologie neofasciste non hanno cittadinanza né diritto di parola. E da dove un'opposizione degna di questo nome potrebbe infine ripartire. La risposta di sconcertante prevedibilità è stata un'aggressione che va chiamata con il suo nome: fascismo, postfascista se volete, ma pur sempre fascismo.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 09:48

Estate Navigli:contrapposizione tra i cittadini e "il Palazzo"

All’assemblea dell’altra sera indetta dai comitati del Ticinese ho sostenuto, nel mio intervento, come il Consiglio di Zona 6 e il suo presidente – dandogli atto di impegno e coerenza con alcune scelte assunte dal Consiglio di Zona- si sono mossi per trovare le soluzioni le possibili mediazioni a problemi che si trascinano da anni. Il presidente Girtanner – forse anche visti gli animi accesi - ha promesso di intervenire in ogni dove, di sollecitare la polizia Municipale e le altre FF.OO.. Ma avrebbe dovuto dire che in realtà il Consiglio di Zona non ha alcun potere e spesso quello che viene fatto e deliberato non è tenuto in alcun conto. Molto più onestamente avrebbe dovuto sottolineare che poi il "palazzo" si muove in senso contrario senza tener conto delle richieste legittime dei residenti, delle loro associazioni e/o comitati, ma soprattutto del Consiglio di Zona. Quest'ultimo ha lavorato assieme alle realtà del Ticinese - compresi i commercianti ed esercenti gli esercizi pubblici, assenti all'assemblea dopo aver ottenuto quello che hanno voluto, per elaborare un regolamento che tutti auspicavano fosse tenuto in conto dalla Giunta e diventasse parte integrante di quello comunale. Così, in barba alla partecipazione, non è avvenuto. Nella delibera di Giunta del 16/5,(allegata), non solo non si è tenuto conto delle proposte del Consiglio di Zona elaborate nel regolamento dell’isola pedonale, ma si afferma che lo stesso programma "culturale" doveva passare al vaglio dei CdZona, prima dell’approvazione in Giunta. Invece è stato approvato dalla sola commissione Navigli e non con la totale presenza dei consiglieri iscritti. Anche della commissione comunale di controllo che dovrebbe "monitorare" l'isola per ora non c’è traccia e non sono formulati i compiti effettivi. Mi ricordo inoltre che il presidente Girtanner ha sempre sostenuto, battendo i piedi anche in commissione consiliare comunale, che l'isola non sarebbe partita senza le regole e i controlli. Ebbene le regole (si fa per dire) ci sono, anche se a favore degli esercenti, mai i controlli latitano. Pochi vigili agli ingressi pilomat (lo stesso comandante Bezzon ha dichiarato di non avere personale sufficiente da dislocare la sera), auto in sosta vietata ovunque, sui passi carrai, che bloccano i mezzi pubblici, sulle strisce gialle, in ogni dove. Autoambulanze che devono andare in retromarcia xchè non possono entrare, schiamazzi dentro e fuori i locali. Arredi urbani ancora differenti l'uno dagli altri, pubblicità ovunque. Tutto ciò verificato dalla commissione Navigli del CdZ6 sul posto. E come dice Bertoli il primo appuntamento "culturale" il jazz non si è visto. E sabato scorso era una giornata particolare con ancora limitate presenze al Ticinese. Tutta la vicenda ha un sapore kafkiano e alcuni politici di maggioranza attuano il cosiddetto teatrino col gioco delle tre carte. Sono con i comitati, fanno mozioni a loro favore, poi comunque qualcuno più importante di loro approva in Giunta senza fiatare e appoggia le decisioni del sindaco Moratti e dell'assessore Croci. C'è molto da meditare e adesso che è finita la campagna elettorale, occorrerebbe un pò più di impegno e serietà ad affrontare tematiche importanti come quella della movida del Ticinese prima che sfoci in esasperazione con iniziative incontrollate. A.Valdameri, consigliere di Zona 6 Lista Fo.

Mercoledì, 28 Maggio, 2008 - 23:18

Seconda assemblea pubblica della Sinistra

Seconda assemblea pubblica

Le prospettive della Sinistra in Italia
Dopo la sconfitta elettorale, le ragioni e le proposte per 
ricominciare il percorso della sinistra unita e plurale su nuove basi

Milano - martedì 3 giugno 2008 - ore 20.30
Camera del Lavoro - Corso Porta Vittoria 43

prosegue il dibattito iniziato il 13 maggio con interventi di 
rappresentanti delle zone di Milano, di singole e singoli, di 
comitati, associazioni ecc.

primi promotori

Associazione Culturale Punto Rosso, Leoncavallo Spa, Unaltralombardia, 
Socialismo XXI-Forum Sinistra Europea, Partito della Rifondazione 
Comunista, Sinistra Democratica, Uniti con Dario Fo per Milano, 
Movimento politico per la Sinistra, Forum Ambientalista, Anita Sonego 
(Libera Università delle Donne), Antonio Lareno e Nerina Benuzzi 
(Segr. Cgil Milano), Rolando Mastrodonato (Vivi e progetta un'altra 
Milano) e altri in via di definizione

Mercoledì, 28 Maggio, 2008 - 08:00

Il TAR respinge il ricorso dell'Osservatorio di Milano

IL TAR RESPINGE IL RICORSO DELL’OSSERVATORIO SULL’ECOPASS CON MOTIVAZIONI CHE NON RISPONDONO AI PROBLEMI POSTI DAI RICORRENTI.

“Le motivazioni a sostegno della sentenza del TAR - ha dichiarato Massimo Todisco direttore dell’Osservatorio di Milano - ci danno ampie possibilità di avere successo in sede di ricorso al Consiglio di Stato, dove ricorreremo”.

Questa sentenza è una sconfitta politica della città e dei ceti più deboli che sono abbandonati a se stessi, costretti a pagare una tassa ingiusta inefficace e immorale.

Per ricorrere al Consiglio di Stato – ha concluso Todisco –  c’è bisogno di un sostegno anche economico da parte dei cittadini e delle forze politiche contrarie all’Ecopass, con le quali bisognerà, nei prossimi giorni, trovare dei punti di raccordo e di intesa perché cresca un’opposizione dal basso a questa ingiusta tassa.

Massimo Todisco, Osservatorio di Milano

Tel 0371226520

Martedì, 27 Maggio, 2008 - 18:01

Appello della campagna “L’Europa dice no allo scudo spaziale”

Il governo degli Stati Uniti vuole installare una base radar in Repubblica Ceca, come parte del sistema di difesa antimissile detto “Scudo spaziale”. Lo scudo spaziale è un’arma di offesa e uno strumento per il dominio globale attraverso la militarizzazione e il controllo dello spazio. L’installazione della base radar in Repubblica Ceca è solo il primo passo e ha già causato un aumento delle tensioni internazionali e la ripresa della corsa agli armamenti, ricreando un’atmosfera da “guerra fredda”. Il progetto è avvolto in un alone di mistero, con accordi segreti tra gli Stati Uniti e vari paesi europei, tagliando fuori l’opinione pubblica e gli stessi Parlamenti, com’è avvenuto in Italia. La lotta contro questo progetto non riguarda solo la Repubblica Ceca (dove il 70% della popolazione è contraria alla base radar), ma deve estendersi a tutta l’Europa. Non possiamo permettere ai nostri politici di assecondare la folle intenzione degli Stati Uniti di trasformare l’Europa nel teatro di una possibile guerra nucleare, minacciando la pace e la sopravvivenza stessa dell’umanità. Il 13 maggio Jan Tamas e Jan Bednar, del movimento ceco contro la base radar USA, hanno iniziato uno sciopero della fame e varie città europee - Parigi, Madrid, Roma, Atene, Berlino, Bruxelles, Amsterdam, Copenhagen, Budapest, Zurigo, Tolosa, Malaga, Porto, Colonia, Milano, Trieste e Torino - si sono unite alla protesta portata avanti a Praga con diverse iniziative di denuncia e solidarietà. Vi invitiamo a sostenere ed allargare questa protesta nonviolenta, per formare una rete ampia e far pressione sul nostro governo perché prenda una posizione chiara contro lo scudo spaziale e a favore di un’Europa senza basi militari e armi nucleari. Come primo passo si può firmare e diffondere la petizione on-line al link www.nonviolence.cz, per chiedere che l’installazione della base radar in Repubblica Ceca venga sottoposta a referendum. Nel sito si trova anche informazione aggiornata sulla campagna. Per adesioni: adesioninoscudo@gmail.com Prime adesioni: Mondo senza guerre, Centro delle culture, La Comunità per lo sviluppo umano, Partito Umanista, Unaltromondo onlus, Sviluppo Umano, Cammini aperti, Rete Lilliput (Vicenza), Sinistra Critica (Trieste), Rifondazione Comunista (Trieste), Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia, Rete artisti contro le guerre (Trieste), Arci (Trieste), Dennis Visioli (assessore alla pace della provincia di Trieste) Alfonso Navarra, Lega per il disarmo unilaterale, Mariella Cao, Comitato sardo Gettiamo le Basi, Alessandro Rizzo, Berretti Bianchi, Basilio Rizzo, consigliere comunale Uniti con Dario Fo (Milano), Rete No War Roma e Lazio, Giulietto Chiesa, Comitato promotore Legge di iniziativa popolare sui trattati internazionali, le basi e le servitù militari, Rete semprecontrolaguerra, Disarmiamoli

Lunedì, 26 Maggio, 2008 - 10:12

No al dilagante razzismo in Italia

No al dilagante razzismo in Italia
Alex Zanotelli
Un paese che ha bisogno di stranieri ma che non li vuole integrare.
Che dimentica il suo passato da migrante. Che si dice cattolico ma che non vuole seguire l'esempio di Cristo. L'appello di padre Alex Zanotelli.
È agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo nostro paese.
I campi Rom di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita delle ronde notturne… offrono un'agghiacciante fotografia dell'Italia 2008.
«Mi vergogno di essere italiano e cristiano», fu la mia reazione, da poco rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge Bossi-Fini (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento del razzismo e della xenofobia nella società italiana, cavalcati dalla Lega (la vera vincitrice delle elezioni 2008 e incarnati oggi nel governo Berlusconi. (Posso dire questo perché sono stato altrettanto duro con il governo Prodi e con i sindaci di sinistra, da Cofferati a Dominici...)
Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano.
Mi vergogno di appartenere a una società sempre più razzista verso l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il mussulmano, che è diventato oggi il nemico per eccellenza.
Mi vergogno di appartenere a un paese il cui governo ha varato un pacchetto-sicurezza dove clandestino è uguale a criminale. Ritengo che non sia un crimine migrare, ma che invece criminale è un sistema economico-finanziario mondiale (l'11% della popolazione mondiale consuma l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.
L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un miliardo di "rifugiati climatici". I ricchi inquinano, i poveri pagano. Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri?
Mi vergogno di appartenere a un paese che ha assoluto bisogno degli immigrati per funzionare, ma che poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un linguaggio leghista da far inorridire.
Mi vergogno di appartenere a un paese che dà la caccia ai Rom, come fossero la feccia della società. Questa è la strada che ci porta dritti all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano Rom!).
Abbiamo fatto dei Rom il nuovo capro espiatorio.
Mi vergogno di appartenere a un popolo che non si ricorda che è stato fino a ieri un popolo di migranti ("Quando gli albanesi eravamo noi"): si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero. I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto lottare per i loro diritti.
Perché ora trattiamo allo stesso modo gli immigrati in mezzo a noi?
Cos'è che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il benessere?
Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi? Come possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"?
È la nuova tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal cuore dell'Africa all'Europa.
Mi vergogno di appartenere a un paese che si dice cristiano, ma che di cristiano ha ben poco.
I cristiani sono i seguaci di Gesù di Nazareth, povero, crocifisso "fuori dalle mura", che si è identificato con gli affamati, i carcerati, gli stranieri. «Quello che avrete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
Come possiamo dirci cristiani, mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le adozioni a distanza, mentre ci rifiutiamo di fare
le "adozioni da vicino"?
Come è possibile avere comunità cristiane che non si ribellano contro queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'è che i pastori prenderanno posizione forte contro tutto questo, proprio perché
tendenze necrofile?
Come missionario, da una vita impegnato a fianco degli impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza
razzista della società e del nostro governo.
Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.
Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa confessante sotto Hitler:
«Quando le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato perché non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i Rom, non ho protestato perché non ero un Rom. Quando sono
venute ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perché non ero un Ebreo.
Quando, alla fine, sono venute ad arrestare me, non c'era più nessuno a protestare».
Non possiamo stare zitti: dobbiamo parlare, gridare, urlare. È in ballo il futuro del nostro paese. Soprattutto è in ballo il futuro dell'umanità. Anzi, della vita stessa.
Diamoci da fare perché vinca la vita!
Questa è la mia reazione davanti agli ultimi avvenimenti nel nostro paese.
Se la condividi, aggiungi la tua firma, inviando una e-mail a online@nigrizia.it
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