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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 17:12

attivazione del Progetto e21, stato attuale dell'iniziativa

Alla c.a.
Della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano;
Dell'Assessorato alle Aree Cittadine del Comune di Milano;
Dell'Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Capitale Umano
Del Settore alle Aree Cittadine del Comune di Milano;
del Consiglio di Zona 4 di Milano e di tutte le sue componenti

Interrogazione: attivazione del Progetto e21, stato attuale dell'iniziativa e fasi operative

Il 12 gennaio 2008 presso la Sala delle Tempere di Palazzo Marino a Milano alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale, Manfredi Palmeri, di diverse consigliere e consiglieri circoscrizionali, tra cui il sottoscritto, di una consigliera comunale dell'opposizione, Milly Bossi Moratti, si è avuto un incontro aperto al pubblico dal titolo "Cittadine e cittadini che ci credono", dove si è discusso ampiamente, con riferimenti di altre realtà comunali, in particolare Mantova, Vigevano, Desenzano del Garda, Pavia, dell'attivazione a Milano dell'esperienza del Progetto e21, ovvero un progetto sviluppato nell'ambito dell'"Avviso per la selezione di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy)", promosso in attuazione della IV linea di azione del Piano di e-government, co-finanziato dall'ex Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie.
Il progetto, che si sviluppa sul territorio regionale, mira ad alimentare e promuovere via rete processi di partecipazione e canali di maggiore trasparenza e informazione, comunicazione tra cittadinanza, da una parte, e amministratrici e amministratori, dall'altra, al fine di valorizzare i contenuti di democrazia e di collettivizzazione delle scelte che riguardano la città.
Molti Consigli circoscrizionali, tra cui il nostro Consiglio di Zona 4, hanno fatto propria l'esperienza di "e-participation", aprendo forum di discussione all'interno del portale di partecipaMi, iniziativa di Rete Civica di Milano, promotrice del suddetto incontro pubblico, sulle attività, iniziative promosse dal consiglio, e sulle libere istanze da parte della cittadinanza indirizzate allo stesso organo circoscrizionale. I forum sono aperti e garantiscono condivisione plurale di temi che interessano il proprio territorio e la propria comunità.
La e-participation, quindi, è quel modello di accesso all'informazione e alla condivisione di scelte e di proposte, di discussione diretta con i rappresentanti amministratori, di formulazione di idee e di istanze, di costituzione di una collegialità diffusa, tramite diversi strumenti via rete, quali forum o meeting on-line per la partecipazione regolata a distanza a forum o assemblee con notevole risparmio di tempo e di risorse nell'organizzazione, l'Agenda 21 supportata via rete, la mappa delle discussioni attive sul territorio (CityMap), l'Anagrafe, quest'ultimo volto a garantire una maggiore trasparenza nell'informazione che riguarda l'amministrazione economica del Comune e dell'Ente, nonché informazioni che facilitano una maggiore conoscenza delle dirette e dei diretti rappresentanti istituzionali.
La e-democracy nel sistema attuale di società delle informazioni e delle comunicazioni, dove la tecnologia diventa strumento di accesso e collegialità interessante e avanzato, è un presupposto essenziale che aiuta a rendere reale la democrazia, in un'epoca di crisi della semplice "democrazia della delega" e nella necessaria ricerca di modelli partecipativi e collegiali di discussione e di condivisione di scelte.
Nell'incontro promosso da Rete Civica si era addivenuti a promuovere anche a Milano un collegamento diretto con il Consiglio Comunale e a forme di discussione che prevedessero, oltre ai canonici strumenti sopra riportati, CityMap, agenda 21, Progetto e21, anagrafe delle elette e degli eletti, certificazione, e-governement, il raggiungimento finale attraverso i forum di una sintesi dei differenti interventi, tramite uno strumento di scrittura collaborativa a più mani simile a quello utilizzato per la Wikipedia.
Questo strumento di programmazione garantirebbe che i vari interventi si sommino in modo interagente, costituendo, così, una sintesi finale che veda l'elaborazione di un documento condiviso e concepito come integrazione tra le proposte. Ricordo che esperienze di questo tipo sono già ampiamente avviate a Pavia, Vigevano, Desenzano, Mantova con gli strumenti sviluppati, nell'ambito del Progetto e21, dall'Associazione Informatica e Reti Civiche della Lombardia (A.I.Re.C.) ritenuti come i più adatti per supportare i processi di Agenda 21, ossia la modalità di partecipazione civica indirizzata a realizzare uno sviluppo sostenibile, riconosciuta anche da convenzionia livello internazionale.

Si chiede

- All'Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Capitale Umano se sussistano le condizioni per avviare strumenti di e-partecipation a livello tecnologico nell'ambito comunale, aprendo spazi che garantiscano forme di comunicazione e informazione diretta on-line per la cittadinanza nei riguardi delle amministratrici e degli amministratori, nonché nei riguardi delle consigliere e dei consiglieri, comunali e circoscrizionali;
- Alla Presidenza del Consiglio del Comune se sussiste l'intenzione di riportare la discussione su Progetto e21 e su forme di collaborazione attiva e proficua con Rete Civica di Milano, organizzazione da tempo riconosciuta come promotrice di canali di partecipazione on-line diretta a livello civico, in un punto all'ordine del giorno delle prossime riunioni di consiglio, al fine di vagliare un procedimento di accoglimento di forme di e-partecipation ufficiali nell'ambito comunale, con il coinvolgimento diretto dei Consigli di Zona e del settore decentramento cittadino;
- Al Settore Aree Cittadine e all'Assessorato alle Aree Cittadine se sussista un progetto di estensione delle forme di partecipazione democratica sui territori, attuando, così, le disposizioni internazionali istitutive dell'Agenda 21, anche amplificandone la portata attivando canali e veicoli virtuali di e-partecipation, come avviene già in diversi contesti cittadini lombardi attraverso il Progetto e21.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 17:10

servizio bike sharing e presenza postazioni in zona periferica

Milano, 29 gennaio 2009

Alla c.a.

Dell'Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;

Del Settore alla Mobilità del Comune di Milano;

Della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano

Interrogazione: servizio bike sharing e presenza postazioni in zona periferica

Considerato che

il 6 dicembre ha dato avvio il servizio bike sharing, ossia la possibilità degli utenti di poter disporre, attraverso abbonamento, dell'utilizzo di un mezzo ciclistico per potersi muovere all'interno della città

si evidenzia

nel progetto approntato e attuato la realizzazione di un parco bici di 800 veicoli a raggi e 65 rastrelliere dislocate all’interno della cerchia dei Bastioni, tutte in prossimità di fermate di bus, tram e metro il servizio propone al momento solo un abbonamento annuale da 25 euro, che si potrà acquistare fino alla fine di febbraio

si precisa

che le iscrizioni si possono fare via Internet, all’indirizzo www. bikemi. it, oppure andando in uno degli Atm point delle stazioni della metro di Duomo, Cadorna, Centrale, Loreto e Romolo. Ma da gennaio dovrebbero essere attivati anche gli abbonamenti giornalieri, a due euro, e settimanali, a sei euro

si chiede

  • All'Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano, i criteri individuati per collocare le diverse postazioni del servizio, ossia le rastrelliere da cui poter prelevare la bicicletta nell'ambito del bike sharing, mentre si riscontrano esigenze diverse da parte di residenti in zone periferiche di volere usufruire del servizio in prossimità della zona di abitazione, apponendo rastrelliere e postazioni in prossimità di fermate delle metropolitane anche nelle zone periferiche;

  • allo stesso assessorato alla Mobilità del Comune di Milano se si intende dare avvio a un'estensione che risulta necessaria delle postazioni delle rastrelliere in zone e ambiti che sono siti oltre alla zona centrale, quella delimitata dai Bastioni, e di individuare modalità e procedure per un aumento delle biciclette in dotazione al servizio, forti del fatto che le richieste di abbonamento sono in progressivo aumento;

  • allo stesso Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano se si intende promuovere l'intermodalità, ossia il sistema che garantisce una possibilità di maggiore scambiabilità tra l'utilizzo della bicicletta e l'utilizzo dei mezzi pubblici di superficie e sotterranei

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 15:29

Dijana Pavlovic:Appello contro il crimine dell'indifferenza

Stamattina davanti a casa mia, sotto le scale di un centro commerciale, è morta Florenzia, una ragazza di 22 anni, l'ottava vittima del freddo e dell'indifferenza di questa città. Vi invio questo appello con preghiera di diffonderlo e di aderire.

Dijana Pavlovic
 
Appello contro il crimine dell’indifferenza

 

La parola poetica, a differenza di quella politica, dice sempre la verità, senza infingimenti, senza ipocrisie. Di fronte all’ennesimo dramma di una persona anziana morta in solitudine nel capoluogo lombardo, Alda Merini ha detto che «C’è indifferenza a Milano, ed è il crimine più grosso».
Come una coperta spessa l’indifferenza attutisce le grida di dolore, nasconde i bisogni di tante persone. Assieme e grazie ad essa cresce anche l’insofferenza e l’intolleranza: per il diverso, per chi disturba. Anche solo la vista, attraverso la sua presenza pur silenziosa: immigrati, poveri, rom, senza dimora sono vissuti come ingombro da rimuovere e allontanare non come problema sociale da affrontare.
Un problema di fronte al quale bisogna agire molto di più, come ha richiamato a fare il cardinal Tettamanzi.
Bisogna fare di più. O almeno quanto è giusto e sufficiente. I sei morti di freddo e di stenti in poche settimane a Milano dicono che quel che viene fatto per i più deboli è drammaticamente poco.
Nel capoluogo lombardo e nel paese intero.
Oggi e ieri.
Ma oggi, complice la profonda crisi globale che mette a rischio masse crescenti di lavoratori e di famiglie, la condizione di povertà, anche estrema, non è più realtà lontana e impensabile, che riguarda solo “gli altri”, qualche sfortunato. È un evento traumatico nel quale molti possono precipitare anche semplicemente a causa della perdita del lavoro o della casa, per la rottura del nucleo famigliare o per un’improvvisa malattia.
Guardare ai morti di freddo, alla solitudine degli anziani, alle preoccupazioni economiche di molte famiglie non solo con compassione ma anche con indignazione per le responsabilità e le insufficienze non è sufficiente.
Occorre mobilitarsi per dire che queste morti erano evitabili, così come lo sono le prossime.
Occorre mobilitarsi per costruire risposte vere, immediate e concrete ai bisogni dei più deboli. Bisogni che richiedono politiche sociali adeguate e sufficienti. C’è necessità di affermazione di diritti e di riconoscimento di dignità.
Occorre mobilitarsi per dire che la questione delle povertà, le scelte legislative sull’’immigrazione, la mancanza di serie politiche abitative e di edilizia sociale, il progressivo venir meno del welfare, la privatizzazione di servizi sociali così come le risposte insufficienti che vengono date ai disoccupati e ai lavoratori precari e in mobilità sono capitoli di uno stesso discorso.
Non si tratta solo di dare risposte di emergenza alle urgenze. Si tratta di fornire le risposte giuste e le più efficaci. Ad esempio, installare costosi tendoni per i senza dimora non risolve alcun problema, giacché chi ha problemi ad andare nei dormitori (perché senza documenti, perché straniero irregolare o perché quelle strutture sono ad “alta soglia”, soggette a regole e imposizioni spesso eccessive – le strutture pubbliche debbono essere al servizio dei loro utenti, non viceversa) li ha anche a recarsi nei tendoni. Assai più pratico e accessibile sarebbe lasciare aperte le stazioni delle metropolitane nelle ore notturne, come avviene in altre città, e rafforzare i servizi mobili di sostegno e cura. E così pure sarebbe auspicabile che fosse consentito l’accesso notturno ad alcune altre strutture, ad esempio gli oratori. Certo, la Chiesa e le parrocchie già fanno molto, spesso più di quello che viene garantito dai servizi pubblici, ma questa ulteriore disponibilità sarebbe un segno ancora più forte e capace di scuotere maggiormente le coscienze e quelle forze politiche sorde e distratte.
Non è, del resto, solo problema di strutture e di risorse. Prima ancora, è questione di culture: se la politica lancia messaggi criminalizzanti nei confronti delle persone immigrate è del tutto conseguente e a quel punto inevitabile che costoro avranno timore a recarsi nei dormitori o negli ospedali per farsi curare. C’è una responsabilità nelle parole e nei messaggi, non solo nelle omissioni. E il rimedio non è certo il ricovero coatto. È decisamente ipocrita e intollerabile rovesciare la responsabilità sui senza dimora, sulla loro supposta indisponibilità a essere aiutati.
L’accoglienza è uno sguardo e un approccio, una concezione della città e della comunità prima ancora che un insieme di risposte organizzative, pure evidentemente necessarie.
Per sollecitarle entrambe, per chiedere che la Milano dell’’Expo e delle Banche diventi anche la città dei più deboli, dei poveri, degli esclusi, dei lavoratori in difficoltà, degli anziani lasciati soli; per chiedere che le istituzioni locali e centrali mutino radicalmente le proprie politiche nei confronti delle aree di fragilità sociale dando vita a una nuova stagione di politiche sociali; per il diritto al lavoro, all’’abitare, alla cura e al sostegno, lanciamo questo appello, anche in vista di una prossima iniziativa da costruirsi a Milano.

Per aderire manda una mail a: noindifferenza@dirittiglobali.it
Aggiornamenti su www.dirittiglobali.it

Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 09:16

Appello: RIPARTIRE DAL CONCHETTA

SINISTRA: RIPARTIRE DAL CONCHETTA
 
Lo sgombero del Conchetta è l'ultimo segnale dell'insensibilità sociale e culturale di chi governa Milano. È l'ultimo atto dell'ottusa catena di scelte che stanno rendendo irriconoscibile il volto della nostra città.
 
A colpi di sgomberi e atti di forza, si stanno distruggendo tutti i luoghi della cultura, della memoria e della socialità, senza proporre qualcosa di nuovo, ma lasciando sul terreno soltanto macerie.
 
Si sta procedendo sulla strada dell'omologazione, con il chiaro obiettivo di costruire una città in cui siano assenti le diversità, il dialogo e le culture. Una città in cui gli unici divieti che mancano sono quelli contro i poteri forti e la loro onnivora spinta a divorare fino all'ultimo centimetro di territorio.
 
Mettere a tacere le voci critiche eliminando i luoghi della socializzazione e della cultura alternativa, non è che un tassello di questo progetto di società disgregata, formata da tanti individui senza relazioni o in conflitto tra loro, sulla quale possono dominare indisturbati solo pochi potenti.
 
A rischio non sono solo gli spazi sociali autogestiti. Ogni angolo della città è infatti sottoposto al medesimo processo di omologazione e di mercificazione della vita, dei diritti e dei bisogni. In primo luogo le periferie, nell'agenda degli amministratori esclusivamente per nuove speculazioni o per rinnovate politiche securitarie. Lo stesso centro storico da tribuna delle idee e di incontro è stato progressivamente trasformato in luogo destinato solo al consumo opulento, a vetrina infiocchettata della moda, impermeabile alla vita reale della metropoli.
 
È questa la Milano che vogliamo? Vogliamo aspettare che anche l'ultimo filo d'erba ci venga strappato da sotto i piedi o pensiamo di dover reagire?
 
Un editorialista del Manifesto chiedeva "Milano da che parte sta?". Noi rispondiamo che la grande mobilitazione antirazzista per Abba e lo straordinario corteo di sabato, hanno mostrato che in questa città esistono energie, forze vive, spiriti liberi che ancora non si rassegnano al velo oscurantista che punta a cancellare cultura e umanità.
 
La sinistra non può attendere oltre, divisa tra generosità impotente o timidezze. La sinistra, in tutte le sue articolazioni può e deve impegnarsi in un'ampia mobilitazione per la libertà e la democrazia. Deve incontrarsi subito per avviare una grande iniziativa unitaria e una battaglia di cultura e di civiltà, a partire dall'impegno per la riapertura del Conchetta.
 
Noi siamo pronti.
 
Ivan Della Mea - Luca Fazio - Dario Fo - Massimo Molteni - Maysa Moroni -  Moni Ovadia - Antonello Patta - Emanuele Patti - Dijana Pavlovic - Marco Philopat - Franca Rame - Basilio Rizzo - Paolo Rossi - Gabriele Salvatores - Renato Sarti - Bebo Storti
 
per adesioni: altramilano@gmail.com - info: 335.8277755 - 334.3952953

Martedì, 27 Gennaio, 2009 - 15:05

Per la tutela della legalità, della sicurezza su luoghi di lavoro

MOZIONE

Per la tutela della legalità, della sicurezza e dell’incolumità della persona nei rapporti di e sui luoghi di lavoro

Premesso

  • che dall’inizio dell’anno al 5 marzo 2008 in Italia sono morte sul lavoro oltre 100 persone e i dati comunicati a ottobre dalla Procura di Milano nel periodo 01/07/06 – 30/06/07 sono drammatici: il numero dei morti è passato da 15 a 28 rispetto allì’anno precedente, inoltre a questo dato va aggiunto quello dell’aumento di infortuni con lesioni gravi. La maggior parte degli incentivi vede come vittime extracomunitari che lavorano in edilizia;

  • che le leggi in materia in Italia ci sono, ma sono fortemente inadeguati i controlli: i tecnici ASL addetti alla prevenzione sono diminuiti dal 2001 al 2005 di 711 unità e gli ispettori Inail/Inps dal 2003 al 2007 di 727 unità;

  • che al dato nazionale di oltre un milione di infortuni annui denunciati si devono aggiungere i circa 200 mila infortuni annui mai denunciati, secondo INAIL, dovuti al fatto che nel nostro paese si verifica la più alta incidenza di lavoro nero irregolare dell’Europa comunitaria

Considerato

  • che l’art. 41 della Costituzione di cui si festeggia nel 2008 il 60° Anniversario, recita:

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”;

- che a Milano è già operante un nucleo della Polizia Municipale che svolge positivamente funzioni di controllo e in sede di bilancio preventivo 2008 è stato deliberato uno stanziamento di 250000,00 euro, poi utilizzando per portare a 12 i componenti dell’unità “freccia 5”

IL CONSIGLIO DI ZONA 4

CHIEDE

Al Sindaco e alla Giunta Comunale

  • di utilizzare con procedure d’urgenza i fondi di esponibili èper la costituzione di un nucleo di agenti della Polizia Municipale con funzioni di controllo, rendendo così disponibili almeno 5 agenti èper la nostra Zona;

  • di predi sporre, in collaborazione con la ASL territoriale e il Comando di Polizia Municipale di Zona 4 momenti formativi a beneficio degli agenti sulla sicurezza dei lavoratori e operatori del settore;

  • di voler attivare un programma di ispezioni in tutte le imprese pubbliche e priovate operanti in Zona (cantieri edili, attività produttive e di servizi) e indipendentemente dalla dimensione, da effettuarsi da parte della Polizia Municipale, per delle semplici verifiche utili a monitorare la situazione e per accertare il rispetto delle normative vigenti, come ad esempio:

regolarità contributiva dei lavoratori presenti (in caso di violazioni segnalazione ad autorità come da art 5 legge 123/2007);

tessera di riconoscimento o registro per il personale di imprese appaltatrici e subappaltatrici (art 6 legge 123/2007);

presenza o no delle figure previste dal D.lgs 81/2008 (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, addetti alle emergenze e primo soccorso, Medico competente se previsto);

reg0olarità dei contratti di appalto, d’opera e di somministrazione, onde verkificare, tra l’altro, se il datore di lavoro committente abbia elaborato in collaborazione con l’appaltatore un unico documento di valutazione dei rischi che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze;

di volere sollecitare gli Enti pubblici aventi compiti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (ISPESL e INAIL) a svolgere compiutamente i compiti di cui all’art. 9 del D.lgs 81/2008, tra cui si segnalano i seguenti:

  1. consulenza alle aziende, in particolare alle medie, piccole e micro imprese, anche attraverso forme di sostegno tecnico e specialistico finalizzate sia al suggerimento dei più adatti mezzi, strumenti e metodi operativi, efficaci alla riduzione dei livelli di rischiosità in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sia all’individuazione degli elementi di innovazione tecnologica in materia con finalità prevenzionali, raccordandosi con le altre istituzioni pubbliche operanti nel settore e con le parti sociali;

  2. progettazione ed erogazione di percorsi formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro;

  3. formazione per i responsabili della cultura della salute e della sicurezza del lavoro nei percorsi formativi scolastici, universitari e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa stipula di apposite convenzioni con le istituzioni interessate;

  4. elaborazione, raccolta e diffusione delle buone prassi finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro;

  5. al fine di rendere efficaci il complesso degli interventi di controllo, operati da strutture diverse e coordinate, è opportuno che i compiti svolti dal nucleo di agenti della Polizia Municipale siano eseguibili con ampia autonomia e che sia anche esaminata dagli uffici competenti la possibilità di riconoscere agli agenti autonomia sanzionatoria

IL CONSIGLIO DI ZONA 4

SOLLECITA

Inoltre

  • le istituzioni cittadine a un maggior coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza, anche alla luce di quanto disposto dall’art. 4 della legge 123/07;

  • la Regione Lombardia all’aumento delle risorse per la prevenzione, superando il blocco delle assunzioni ASL almeno per quanto riguarda i tecnici adibiti alla prevenzione nei luoghi di lavoro che proprio a causa del blocco sono diminuiti in questi anni

Proponenti:

Massimo Gentili

Consigliere Comunisti Italiani – Gruppo La Sinistra

Daniele Olivieri

Consigliere Partito Socialista – Gruppo La Sinistra

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Lunedì, 26 Gennaio, 2009 - 16:42

Guantánamo: il Presidente Obama apre alle sfide di Amnesty

Dopo anni di intense campagne da parte di Amnesty International (AI), le notizie secondo le quali il Presidente Obama ha ordinato la chiusura di Guantánamo e la fine della tortura rappresentano una vittoria conseguita al prezzo del duro impegno degli attivisti di AI e degli attivisti per diritti umani di tutto il mondo.
Tutti coloro che hanno partecipato a campagne su questi temi devono essere orgogliosi di quale importante obiettivo i loro instancabili sforzi abbiano conseguito.

Il 20 gennaio, a Guantánamo, la pubblica accusa aveva già chiesto ai giudici di sospendere per 120 giorni i procedimenti delle commissioni militari nei confronti di cinque prigionieri che, in precedenza, avevano trascorso fino a 4 anni e mezzo di detenzione in centri segreti della Cia prima di essere trasferiti, nel settembre 2006, a Guantánamo.

Nel documento si legge che il segretario alla Difesa Robert Gates ha, su ordine del presidente Barack Obama, chiesto al procuratore capo delle commissioni militari di sospendere tutti i procedimenti in corso, per consentire alla nuova amministrazione di "rivedere i casi dei detenuti attualmente a Guantánamo Bay, Cuba, che non siano in attesa di rilascio o trasferimento, allo scopo di determinare la necessità di un procedimento e quale sia la sede migliore per ogni futuro procedimento".

La campagna condotta in questi anni da AI e da altre organizzazioni per i diritti umani sta dando i suoi risultati. Chiediamo all'Amministrazione Obama di continuare ad agire con urgenza per rimediare agli errori commessi nel corso dei sette anni precedenti in nome della lotta al terrorismo.

Firma la lista di priorità per il nuovo Presidente
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/729

Lunedì, 26 Gennaio, 2009 - 15:33

HUMOR: crisi economica

Mer 21 Gen 2009
crisi_bassa.png
Ciao a tutti flessibili e precari.
Obama è entrato ufficialmente alla Casa Bianca e il suo discorso di insediamento parla chiaro: è l’ora della responsabilità. Responsabilità condivise per il fallimento degli ultimi dieci anni di politica economica, sociale e bellica.
Di altro tono le dichiarazioni dei nostri saggi che ci hanno spiegato come perdere due punti di Pil non sia poi la fine del mondo. Significa solo tornare indietro di un paio d’anni. Non significa per loro, perdita di posti di lavoro, denaro e progetti di tanti che saranno costretti a ripartire, se tutto va bene, da zero. A me viene anche il sospetto che due anni fa le finanze di Berlusconi stessero meglio di oggi, ma non oso indagare per non finire nel solito cerchio dell’anti-berlusconismo.
Senza contare che a fronte di queste dichiarazioni non c’è mica un’opposizione capace di rispondere.
Al massimo c’è il solito poverto Veltroni che dice: “Il premier non sa cosa dice”. E invece secondo me lo sa benissimo, è questo il problema.
Comunque, speriamo che negli States qualcosa cambi sul serio, non fosse altro perché l’ondata riformista potrebbe arrivare anche sulle coste di questa Europa spezzettata e unita solo dal carovita e dai licenziamenti. Speriamo soprattutto che gli ci si metta finalmente in testa di cambiare stile di vita e di pensiero. Che si cominci col rimboccarsi le maniche prima di tirare la cinghia. Che partano progetti che non siano dedicati alle tasche dei soliti industriali del cazzo, ma che creino infrastrutture di uso comune e condiviso. Speriamo che si riparta dall’istruzione, dalla ricerca, dal made in italy e dal turismo, nostre vere e uniche risorse.
Cultura e istruzione amici miei, perché io a vedere che ai provini del Grande Fratello mi sono quasi pisciato sotto dalle risate nello scoprire l’imbarazzo dei candidati alla domanda: “Il tuo tallone d’Achille?” Ma poi, ripensandoci un po’, mi sono sentito offeso da tanta traboccante ignoranza.
Lo avrebbe saputo pure un immigrato senza istruzione cos’è un tallone d’Achille e senza dover essere passato per la Grecia. - Arnald
Sabato, 24 Gennaio, 2009 - 19:50

Arcigay: Non dobbiamo guarire da nulla!

Comunicato Stampa ARCIGAY
24 gennaio 2009
Arcigay: Non dobbiamo guarire da nulla!
Il Gruppo LOT considera esplicitamente l’omosessualità una malattia. Chiediamo al Ministero della Salute di indagare sui metodi utilizzati
Siamo venuti in possesso delle regole di partecipazione al gruppo di “guarigione” organizzato dal Gruppo Lot a Brescia. A differenza di quanto affermano sulla stampa, le loro teorie parlano proprio di “processo di guarigione”, e non di un “gruppo di persone che si riunisce a pregare”.
Questi stregoni manipolatori si approfittano della paura delle persone e giocano con i loro sentimenti, demonizzando quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una variabile naturale dell’identità e del comportamento umano” – dichiara il presidente nazionale Arcigay  Aurelio Mancuso – “Noi continueremo a renderci visibili – come accaduto oggi alla manifestazione a Brescia - e a portare alla luce la storia di milioni di persone gay e lesbiche che vivono con pienezza e felicità la loro omosessualità. Continueremo a denunciare la volontà di questi predicatori di rendere infelici le persone attraverso la diffusione di idee anti-scientifiche e basate sul terrorismo psicologico che non fanno altro che alimentare l’omofobia in questo Paese”.
”Chiediamo inoltre al Ministero della Salute di intervenire, indagando sui metodi utilizzati da questi gruppi nei loro “corsi di guarigione”.
Nel documento si leggono frasi che inequivocabilmente dimostrano la volontà ideologica e la falsità scientifica delle loro teorie, quali:
”Il nostro obiettivo principale è di proporre a tutti la possibilità ottimale di guarigione”
“Lot mette l’accento su una reale importanza nelle amicizie sane. Crediamo che la chiesa dovrebbe essere il luogo privilegiato, affinché ognuno possa sviluppare delle amicizie ricche e costruttive. Crediamo alla necessità di una sana relazione con persone che hanno la stessa vulnerabilità sessuale.”
“La guarigione che Dio vuole nella tua vita dipende anche dalla tua disponibilità a condividere e confessare le situazioni, i peccati vissuti nel passato e affrontarle nel modo giusto.”
Inoltre obbligano i partecipanti ad un comportamento vincolato nei confronti degli altri partecipanti e del mondo esterno, violando la privacy delle persone:
“La possibilità che tu sia attratto(a) da uno(a) partecipante del gruppo sussiste. E’ per questo motivo che chiediamo di non impegnarsi in nuove amicizie nel gruppo durante il corso. Non devono esserci scambi di n° di telefono, né intrattenimenti personali dopo la sessione. Ognuno dovrebbe rientrare da solo a casa. Delle eccezioni a questa ultima regola possono avvenire con l’accordo del coordinatore.”
“Viene richiesta ad ognuno dei partecipanti, affinché sappia che è rispettato e protetto su quanto esprime, di considerare, tutto quello che viene detto, pregato, condiviso, confessato, vissuto, durante le attività di Living Waters non deve essere ripetuto all’esterno.”
IN ALLEGATO:
- Comunicato stampa
- Volantino della manifestazione di Brescia di oggi Non Guarirete Mai dall'omofobia
***
Matteo Ricci
Ufficio Stampa
Arcigay Associazione Lesbica e Gay Italiana
tel +39.335.1689928
mail ufficiostampa@arcigay.it
web www.arcigay.it

Giovedì, 22 Gennaio, 2009 - 15:55

Darsena: un parcheggio che non s'ha da fare

Ieri, mercoledì 21 gennaio, c’è stato l’ennesimo sopralluogo della commissione Infrastrutture del Comune di Milano sull’area del cantiere Darsena.
Presieduta dal consigliere Giudice con la presenza di numerosi consiglieri di maggioranza e di opposizione, consiglieri di zona 6, rappresentanti dei comitati di quartiere e degli esercenti.
Il presidente della commissione ha brevemente ripercorso l’iter procedurale dall’assegnazione del cantiere, alla concessionaria Darsena S.p.A., ai giorni nostri, auspicando una soluzione della questione e/o si metta una pietra sopra.
Sono passati oltre 5 anni e nulla si è mosso. I lavori della soprintendenza sono andati avanti fino a scoprire, oltre alle mura del 1850, un pavimento ligneo del ‘400, opera unica in Europa.
Il cantiere da alcuni mesi è stato praticamente abbandonato dall’impresa appaltatrice -salvo che per alcuni lavori archeologici che sono proseguiti - e giace in uno stato di degrado pietoso, con uno spettacolo indecoroso per questa zona del centro città.
La recinzione in più punti è stata divelta - non solo dopo la curva di viale D’Annunzio, dove spesso accadono incidenti senza che sia stato posto un guard-rail - ma anche in altri punti vicino al mercato rionale di piazza XXIV Maggio. Macerie sono presenti ovunque e le mura sono coperte da una fitta vegetazione che ha preso il sopravvento. Topi, siringhe, bottiglie di vetro la fanno da padrone ovunque. L’acqua del bacino della darsena è stata interrotta nel suo deflusso con le chiuse, vicino al mercato.
Negli interventi di diversi consiglieri di opposizione è emersa l’esigenza che il Comune metta una pietra sopra al progetto del parcheggio interrato. Qualcuno ha anche avanzato la richiesta che l’avvocatura comunale intervenga e valuti gli eventuali danni derivati dall’immobilismo dopo oltre 6 anni dalla gara.
Inoltre è stata avanzata la richiesta che l’impresa metta in sicurezza l’area e assolva gli obblighi concessionari.  Di contro il Comune preme sull’acceleratore affinché si sblocchi la situazione e il cantiere riparta dal progetto iniziale che prevedeva 700 posti a rotazione, oltre alla richiesta di 300 box per residenti. Occorre che il Comune valuti il progetto definitivo presentato dalla concessionaria, dopo le indicazioni della Soprintendenza ai Beni Archeologici.
La considerazione che facciamo è che in questa brutta vicenda c’è stata un’inerzia del Comune che non ha saputo affrontare la situazione per tempo e decidere cosa andava fatto dell’area ascoltando tutte le parti in causa, residenti e commercianti compresi.
Non ultimo rifacendo la gara, visto che i presupposti si sono modificati, anche  e soprattutto alla luce delle scoperte archeologiche.
Noi siamo stati sempre contrari e lo siamo tuttora. Quest’area è troppo importante per la città per stravolgerla con un parcheggio interrato, che sarà attrattore per ulteriore traffico e vista la vicinanza del parcheggio pubblico di via Valenza di oltre 500 posti vuoto, sminuendo le caratteristiche storico-monumentali ed ambientali di tutta la zona circostante, togliendo all’acqua la funzione principale che Leonardo aveva voluto significare per Milano, anche alla luce delle importanti presenze archeologiche venute alla luce.
Angelo Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Giovedì, 22 Gennaio, 2009 - 14:39

Il Conchetta viene sgomberato: occorre opporsi

Milano è città dell'emergenza continua e degli sgomberi. Campi nomadi vengono trasferiti, chiusi, censiti, con schedature dei propri inquilini, sovente cittadini italiani, residenti a Milano, come testimonia il caso del campo di Rogoredo, ormai da anni presente sul territorio.Vengono sgomberate le associazioni, da sempre rappresentatrici di storie e di esperienze politiche aggregative di grande riliveo e autorevolezza, per fare posto a convenzioni e contrati con istituti finanziari e bancari nel processo ormai delirante e devastante della cartolarizzazione. Mi riferisco al rischio che l'ANPI sia soggetta a sfratto da una sede che è testimonianza della riconquista dell'antifascismo sul fascismo, della vittoria della Liberazione sulla barbarie dittatoriale e sanguinaria: la sede di Via Mascagni non è una sede qualsiasi, ma ha un significato intrinseco, ossia era sede della casa della fascio diventata sede di organizzazioni sindacali e dell'Ente Morale Antifascista per l'Ordine Repubblicano, figlio dei Comitati di Liberazione Nazionale. Ma nello stesso pericolo troviamo la sede dell'ANED, la sede della Lega dei Diritti dei Popoli, e altre organizzazioni democratiche che si trovano negli stabili di Via Bagutta. In questo caso l'intenzione del Comune è decentrare, ossia "spedire" in estrema periferia, raggiungibile se fossimo in una città organicamente sviluppata nell'ambito della mobilità sostenibile, inaccessibile stante la situazione attuale del servizio dei trasporti e di assenza di una rete capillare di comunicabilità.

Vediamo sedi di circoli ARCI, ormai espressione di una cultura aggregativa e creativa giovanile, di avanguardia spesso, di risposta alle sofferenze di quartieri periferici, ricchi di giovani, spesso abbandonati al loro destino, di laboratori contaminanti e interagenti altamente qualificati e vivaci, chiudere per controlli improvvisi da parte dell'annonaria, dopo pochi mesi dall'ottenimento del permesso di svolgere attività di ristorazione o di intrattenimento musicale. Mi riferisco al caso dell'ARCI Bitte, chiuso per motivi a dir poco strumentali, ossia al fatto che i gradini di accesso al palco erano minimamente inferiori alla norma. M ami riferisco anche alla campagna di denigrazione di un centro ormai di alto profilo come il circolo ARCI Magnolia, considerato da certa stampa in modo vilipendioso e ignobile come luogo poco raccomandabile, teatro di spaccio, di prostituzione. La campagna è chiara: voler affossare ogni opportunità di aggregazione alternativa a quella che viene offerta da una città vittima del consumerismo e della speculazione edilizia

Non devono esistere alternative, altre possibilità in una metropoli che vede in aumento esponenziale la popolazione anziana, quella superiore ai 60 anni e che vede un'emorragia di menti giovanili e propositive, che fuggono da un ambiente e contesto a loro ostile, per loro impervio.

La città della solitudine è Milano negli ultimi anni: è questa la reale insicurezza che si avverte. Esiste una paura di rimanere soli, abbandonati, totalmente ignorati, in un individualismo grottesco e micidiale, che annienta la personalità e la propria autodeterminazione in un lago di disperazione e di emarginazione. 

Tutto questo per dirvi che ancora stamattina, dopo l'Orso, la casa occupata di Via Gola, ormai centro di alto richiamo per la zona a livello culturale e sociale, vediamo sgomberare la sede del Cox18, del Centro Sociale Conchetta, di uno spazio di vitalità e di discussione politica, ma anche di divertimento e di esperimenti culturali, artistici, musicali. 

Ma Cox non è solo questo. In esso abbiamo da anni un patrimonio bibliografico senza precedenti, ricco di libri, pubblicazioni di diverso genere e tema, non solo "militanti", di supporti audiovisivi di nuova tecnologia, di documenti, di ciclostilati, che appartengono alla storia di una grande area culturale milanese e nazionale che ha fatt9o e costruito la nostra città. Il patrimonio era custodito ed era accessibile al pubblico presso la Libreria Calusca, e si trovava nell'ambito dell'Archivio primo Moroni, attivista anarchico.

Una lettera della figlia di Primo invita la cittadinanza democratica a fare propria una mobilitazione per resistere a un atto, voluto dalla presente amministrazione di centrodestra, un atto di imperio, un atto di comando, un atto di potere indistinto, che comprometterebbe la ricchezza di questo immenso patrimonio storico e culturale. In un'altra città europea tutto questo non sarebbe accaduto, ma sarebbe diventata occasione di un'istituzione di un centro di ricerca e di accesso al sapere che riguarda la memoria collettiva. A Milano viene tutto incluso in un'azione di intervento repressivo. Lo spazio del Conchetta dovrebbe essere ridestinato, date le intenzioni dell'amministrazione, al Comune che avrebbe ogni possibilità di destinarlo a qualsiasi funzione. Penso non sociale ma di incasso, magari procedendo con cartolarizzazioni varie. 

Il Cox18 verrà chiuso? Dove sarà destinato il patrimonio dell'Archivio, parte integrante di valore per la memoria collettiva? E la sede che destinazione avrà? Le domande rimangono inevase. Ma non è un atto di autorità che lede la libertà di associazione? Non è una volontà che è volta a dissipare e a disperdere un senso di collettività e di aggregazione sempre più in esaurimento nella nostra città? Ma come si può tollerare che spazi di questo calibro storico vengano soppressi, nel mentre si prosegue con il destinare lavori in appalto a ditte che risultano essere insolventi dal punto di vista economico, interrompendo lavori di intervento devastanti e deleteri per l'aspetto paesaggistico e urbanistico di una città, di un quartiere? Ma dove andrà a terminare questa corsa folle verso lo sviluppismo e contro ogni forma alternativa di socialità? Chi guadagna da scenari futuri angoscianti che vedono una città morta culturalmente e socialmente, depressa umanamente, fatta di persone alienate in contesti privati e individuali che alimentano frammentazioni e atomizzazioni deleterie per lo sviluppo sociale della comunità? Che cosa accadrà se per sicurezza si itnende una serie di provvedimenti di superficie volti a reprimere le libertà personali, volti a perseguire espressioni giovanili: il pacchetto contro i writer, il pacchetto contro chi fuma hasisc in pubblico (in privato, invece, è tollerato in una logica assurda), il pacchetto contro la prostituzione sulle strade che colpisce chi deve essere tutelato e aiutato a liberarsi da una condizione di sfruttamento generale e illegale?

Un altro centro viene chiuso a fronte di futuri nuovi scenari di edificazioni di residenze private decontestualizzate dalla zona in cui vengono erette e costruite. Tutto questo merita non una riflessione ma una risposta chiara di opposizione a questa deriva inaccettabile e inconcepibile.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

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