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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 3 Febbraio, 2009 - 07:53

Referendum Acqua Lombardia: una vittoria

Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua

COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio Regionale accoglie i quesiti referendari dei Comuni Lombardi e
modifica la legge regionale
Referendum Acqua Lombardia: una vittoria frutto della
mobilitazione dei Comuni verso la ripubblicizzazione
Milano, 22 Gennaio 2009. A distanza di un anno dal pronunciamento Consiglio Regionale della Lombardia che il 5 febbraio
del 2008, dopo 4 rinvii, votava l'ammissibilità del Referendum per l’abrogazione di alcuni articoli della legge regionale
sull'acqua, la n. 18/2006, il Contratto Mondiale sull’acqua che ha accompagnato e sostenuto la battaglia dei Sindaci
referendari esprime soddisfazione per l’accoglimento da parte della Regione dei quesiti referendari sancito oggi dal
voto all’unanimità del Consiglio Regionale.
E' una importante vittoria dei Comuni sulla strada della ripubblicizzazione ma anche dei cittadini e dei Movimenti che
hanno caparbiamente accompagnato e sostenuto anche sui territori, con dibattiti ed incontri, i lavori del Tavolo tecnico
avviatosi fra il coordinamento dei sindaci referendari e l’Assessore alle Reti e servizi di pubblica utilità Buscemi nel corso del
2008. Una trattativa, lunga e faticosa che ha però alla fine, grazie ad un paziente lavoro di confronto ha portato le forze
politiche della maggioranza e della opposizione ad esprimere nella VI° Commissione Consiliare a favore dell’accoglimento
dei tre quesiti referendari e le proposte di modifica richieste dai sindaci .
E’ una vittoria della democrazia dal basso, in cui cittadini e Comuni hanno saputo con forza contrastare il tentativo di
l’imposizione da parte della Regione di un solo modello di gestione dei servizi idrici, quello della messa a gara della
erogazione e la possibilità dei privati di partecipare alle società patrimoniali.
La vittoria conseguita con le correzioni apportate al modello “lombardo” di gestione consente di rimettere al centro delle
decisioni sull’acqua l’autonomia di scelta dei Comuni, attraverso l’Ambito Territoriale Ottimale, e di tracciare un nuovo percorso
anche rispetto ai modelli che nel frattempo sono stati definiti da una legge nazionale che è fortemente orientato a
condizionare a sottrarre la gestione ed il controllo dei beni comuni e dei servizi più direttamente rivolti ai cittadini dalle
competenze dei Comuni.
E’ opportuno ricordare che la legge 133 del 6 agosto con l’articolo 23 bis ha classificato l’acqua come un bene di
rilevanza economica espropiandoli ai Comuni ed obbligandoli alla messa a gara di tutti i servizi pubblici locali, acqua
compresa. Contro questa decisione del Governo sono stati opposti, da parte di alcune Regioni, ricorsi di costituzionalità ma è
indubbio che la decisione del Governo abbia fortemente condizionato l’autonomia di Regione, Province e dei soprattutto dei
Comuni.
Un secondo preoccupante segnale viene dai principi che sono alla base della Riforma Federativa la cui discussione è
stata avviata in Parlamento. Se a livello di “funzioni fondamentali” si sottrae ai Comuni i beni comuni ed in particolare il
servizio idrico integrato e quello dei rifiuti e tutti, lasciando loro solo la titolarità della gestione di “sanità,istruzione e polizia
locale” appare chiaro che ancora una volta l’autonomia dei Sindaci ed il loro rapporto con i cittadini rischia di essere minato da
un processo federativo che va in tutt’altra direzione da quella di rafforzare le autonomi locali.
Rispetto a questi due pericolosi scenari, il Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua rivolge ai Sindaci
alcuni appelli. Invita i Comuni lombardi ad aderire alla nascente Coordinamento nazionale degli Enti locali per l’acqua
pubblica ed ad affiancarsi al Movimento per sostenere due battaglie fondamentali lanciate dal Forum dei Movimenti
dell’acqua.
Il sostegno alle proposte di ripubblicizzazione dell’acqua come servizio pubblico contenute nella proposta di legge di
iniziativa popolare la cui discussione è stata calenderizzata alla Commissione ambiente della Camera associato alla
richiesta a tutte le forze politiche presenti in parlamento, della maggioranza e dell‘opposizione, per avviare una
revisione parlamentare dell’art. 23 della legge 133 che escluda l’acqua dai servizi di rilevanza economica e dall’obbligo
della messa a gara
La seconda proposta è quella che i Sindaci facciano sentire sui rispettivi partiti e sul governo, la loro richiesta di poter
decidere e gestire i servizi pubblici locali e di beni e risorse comuni presenti sui rispettivi territori.
E’ arrivato il momento in cui Comuni e cittadini devono far sentire al loro voce a sostegno e difesa dei diritti di cittadinanza.
L’impegno politico a difesa dell’acqua, un bene essenziale che non può essere gestito pensando al mercato deve essere il
punto di partenza di questa battaglie di civiltà e di democrazia partecipata.
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua
www.contrattoacqua.it

Lunedì, 2 Febbraio, 2009 - 17:35

Appello per il diritto alla libertà di cura

Io ho aderito, e voi cosa aspettate?

Questa è la motivazione con cui ho espresso la mia sottoscrizione

"è un principio fondamentale di uno stato laico ... se vogliamo preservare un minimo di democrazia"

Alessandro Rizzo

Appello per il diritto alla libertà di cura

Rispettiamo l'Articolo 32 della Costituzione
www.arcigay.itcomunicato stampahttp://testamentobiologico.ilcannocchiale.it/
Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico. 
Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.
Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.
Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.
Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione. 

http://testamentobiologico.ilcannocchiale.it/

Primi Firmatari
Ignazio Marino, chirurgo e senatore
Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio
Corrado Augias, scrittore
Bianca Berlinguer, giornalista
Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo
Maurizio Costanzo, giornalista
Guglielmo Epifani, Segretario Generale CGIL
Paolo Franchi, giornalista
Silvio Garattini, scienziato, farmacologo
Massimo Giannini, giornalista
Franzo Grande Stevens, avvocato
Marcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italiana
Luciana Littizzetto, attrice e cabarettista
Alessandra Kustermann, medico, ginecologa
Miriam Mafai, giornalista e scrittrice
Vito Mancuso, teologo
Erminia Manfredi, regista
Simona Marchini, attrice e autrice
Rita Levi Montalcini, premio Nobel
Giuseppe Remuzzi, scienziato, immunologo
Stefano Rodotà, giurista
Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica
Umberto Veronesi, oncologo
Mina Welby, delegato municipale ai diritti civili
Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale
Giuliano Amato, ex Presidente del ConsiglioCorrado Augias, scrittoreBianca Berlinguer, giornalistaAlessandro Cecchi Paone, conduttore televisivoMaurizio Costanzo, giornalistaGuglielmo Epifani, Segretario Generale CGILPaolo Franchi, giornalistaSilvio Garattini, scienziato, farmacologoMassimo Giannini, giornalistaFranzo Grande Stevens, avvocatoMarcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italianaLuciana Littizzetto, attrice e cabarettistaAlessandra Kustermann, medico, ginecologaMiriam Mafai, giornalista e scrittriceVito Mancuso, teologoErminia Manfredi, registaSimona Marchini, attrice e autriceRita Levi Montalcini, premio NobelGiuseppe Remuzzi, scienziato, immunologoStefano Rodotà, giuristaEugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La RepubblicaUmberto Veronesi, oncologoMina Welby, delegato municipale ai diritti civiliGustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale
Ignazio Marino, chirurgo e senatoreGiuliano Amato, ex Presidente del ConsiglioCorrado Augias, scrittoreBianca Berlinguer, giornalistaAlessandro Cecchi Paone, conduttore televisivoMaurizio Costanzo, giornalistaGuglielmo Epifani, Segretario Generale CGILPaolo Franchi, giornalistaSilvio Garattini, scienziato, farmacologoMassimo Giannini, giornalistaFranzo Grande Stevens, avvocatoMarcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italianaLuciana Littizzetto, attrice e cabarettistaAlessandra Kustermann, medico, ginecologaMiriam Mafai, giornalista e scrittriceVito Mancuso, teologoErminia Manfredi, registaSimona Marchini, attrice e autriceRita Levi Montalcini, premio NobelGiuseppe Remuzzi, scienziato, immunologoStefano Rodotà, giuristaEugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La RepubblicaUmberto Veronesi, oncologoMina Welby, delegato municipale ai diritti civiliGustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale

Lunedì, 2 Febbraio, 2009 - 17:33

L'Italia prenda esempio dall'Islanda

E' la prima donna premier dell'Islanda e il primo capo di governo dichiaratamente omosessuale del mondo.

www.arcigay.it
comunciato stampa

Johanna Sigurdardottir guiderà l'esecutivo che dovrà traghettare il Paese fuori dalla crisi economica in cui è piombato in questi mesi, fino alle nuove elezioni, previste per aprile.

La Sigurdardottir, 66 anni, ex hostess ed ex ministro degli Affari sociali, sarà alla testa di una coalizione tra il suo Partito socialdemocratico e la Sinistra verde. L'accordo è stato raggiunto dopo cinque giorni di trattative e il 1° febbraio la Sigurdardottir ha incontrato il presidente Olafur Ragnar Grimsson.

La società e soprattutto la politica italiana devono prendere esempio dall'Islanda
. E' il commento di Rebecca Zini, responsabile esteri di Arcigay, alla nomina di Johanna Sigurdardottir a capo del governo.
"Non credo sia possibile che una cosa del genere avvenga anche nel nostro Paese, nell'immediato o in breve tempi. Ma penso - ha aggiunto Zini - che ciò sia auspicabile. Questo, come anche altri esempi che abbiamo avuto nel recente passato, ci danno la conferma che le discriminazione e il pregiudizio nei confronti delle persone che hanno un diverso orientamento sessuale, gay e lesbiche in particolare, possono scomparire con l'avanzare della società civile, con il riconoscimento dei diritti, con la tutela delle persone".
Rispetto a quanto avviene in Italia, dove si fatica a combattere l'omofobia con una legge, casi come quello della premier islandese "ci fanno percepire la distanza che c'é tra le due prospettive. Ma proprio per questo dobbiamo crescere sia dal punto di vista sociale, sia da quello politico. Politica che dovrebbe prendere esempio proprio dall'Islanda", ha concluso Zini.

Lunedì, 2 Febbraio, 2009 - 15:06

Medici Senza Frontiere: Appello contro segnalazione clandestini

Appello contro segnalazione clandestini

Un invito a tutti i medici affinché sottoscrivano l'appello 'non siamo spie', contro l'emendamento della Lega nord al Pacchetto sicurezza che elimina il principio di non segnalazione per gli operatori sanitari che assistono immigrati clandestini.

A rivolgerlo a tutti i camici bianchi della Penisola è la Fp Cgil medici, che invita a firmare l'appello lanciato da Medici Senza Frontiere, Associazione studi giuridici sull'immigrazione, Società italiana di medicina delle migrazioni e Osservatorio italiano sulla salute globale sul sito  www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it e a partecipare alla fiaccolata della società civile in programma il 2 febbraio, davanti a Montecitorio.

"La cura degli immigrati clandestini - scrive la Fp Cgil medici in una nota - è incompatibile con la delazione che potrebbe essere introdotta da un emendamento al Pacchetto sicurezza, in discussione in Aula la prossima settimana al Senato. In sostanza il medico prima dovrebbe curare il clandestino malato e poi denunciarlo alla polizia per l'espulsione. Basterebbe un po' di buon senso per capire che i clandestini sarebbero costretti a non curarsi alla luce del sole, a danno della loro salute e di quella di tutti i cittadini, per eventuali malattie contagiose non trattate. Eppure il ministro della Salute, Maurizio Sacconi, ha già affermato, insieme al collega dell'Interno Roberto Maroni, la sua condivisione" della norma. 

Segnalare è contro la deontologia

"Un provvedimento contro la deontologia medica, l'umana pietas e l'interesse della collettività". Così il senatore Ignazio Marino (Pd), presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Ssn, boccia l'emendamento del Governo al cosiddetto pacchetto sicurezza, volto a cancellare il principio di non segnalazione degli immigrati irregolari alle autorità da parte dei sanitari. Marino aderisce all'appello lanciato, tra gli altri, da Medici senza frontiere che, in vista della discussione del provvedimento in Aula al Senato il 3 febbraio, nel pomeriggio di lunedì prossimo ha organizzato anche una fiaccolata davanti a Montecitorio. "Io ci sarò - annuncia Marino - per dire con forza che, oltre a non incidere sul fenomeno dell'immigrazione clandestina, costringerci alla delazione ha tre fondamentali ricadute: sui medici, perché stravolge il giuramento d'Ippocrate e impone loro di derogare al principio di umanità che anima chi svolge con coscienza questa professione; sui migranti irregolari, perché li costringe a cercare percorsi di cura anch'essi irregolari oppure li porta a non curarsi affatto; sulla collettività, perché va da sé che se si è portati a trascurare malattie contagiose come la tubercolosi, l'epidemia non può che dilagare, con gli immaginabili enormi costi sociali ed economici. Quando mi sono iscritto alla facoltà di medicina - conclude il senatore del Pd - pensavo a una professione che potesse aiutare gli altri nel momento della sofferenza. Non avrei mai creduto che tra i miei compiti ci potesse essere anche quello di fare il delatore".

Fiaccolata contro segnalazione clandestini

Fiaccole accese nonostante il vento, e fischietti tra le labbra in segno di protesta. E' appena iniziata davanti a Montecitorio la fiaccolata organizzata da un gruppo di associazioni umanitarie, capitanate da Medici senza frontiere (Msf), contro l'emendamento della Lega Nord al pacchetto sicurezza che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per i clandestini che si rivolgono a una struttura sanitaria.
L'emendamento contro il quale protestano le associazioni approderà domani all'esame dell'aula di Palazzo Madama. "Ai senatori - spiega Kostas Moschochoritis, direttore generale di Msf Italia - chiediamo di dire no a un provvedimento che creerebbe paura ed ostilità, con conseguenze sulla salute degli immigrati e degli stessi italiani.
La diffidenza - riconosce - c'è già e peggiorerebbe con la paura dei clandestini di essere denunciati". A protestare davanti alla Camera dei deputati un centinaio di persone, immigrati ma soprattutto italiani. Tra questi tanti giovani medici di Msf, ma anche volontari di Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), Simm (Società italiana di medicina delle migrazioni) e Oisg (Osservatorio italiano sulla salute globale).
Per tutti una maglietta con su scritto 'Siamo medici e infermieri non siamo spie'.
Lunedì, 2 Febbraio, 2009 - 15:00

Sentenza corretta su caso Englaro

Sentenza corretta su caso Englaro

E' quanto si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello del capoluogo lombardo

La Corte d'Appello di Milano, nel decidere sul cosiddetto caso Englaro "non ha invaso territori altrui".
E' quanto si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello del capoluogo lombardo, Giuseppe Grechi, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario milanese. "Qui dobbiamo solo ribadire - scrive il magistrato - che in uno Stato di diritto il giudice non può rifiutare una risposta, per quanto nuova o difficile sia la domanda di giustizia che gli viene rivolta e che, per altro verso, nel cercare la risposta, deve mantenere un atteggiamento di genuina umiltà e un costante ancoraggio ai principi della Costituzione". Costituzione che "è fondata sulla separazione dei poteri per cui un potere non può interferire in un altro" e, ricorda Grechi, "né il potere esecutivo né quello legislativo possono porre nel nulla le sentenze definitive".
Nei mesi scorsi la Corte d'Appello di Milano aveva decretato che il padre di Eluana può chiedere la sospensione delle cure che tengono in vita la figlia. E i "provvedimenti - dice ancora Grechi - non si giudicano, si impugnano".

Nella sua relazione Grechi ha ricordato poi come la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione e la Corte europea dei diritti dell'uomo "hanno già confermato la correttezza dell'operato" dei magistrati milanesi nella vicenda Englaro.

Sabato, 31 Gennaio, 2009 - 15:46

crisi economica e aiuti di stato

In questo momento di crisi, io mi sento di stigmatizzare il comportamento delle case automobilistiche, che agiscono senza senso di responsabilità sociale e senza etica: quando vendevano auto “a go-go” si sono tenute tutti i profitti senza investire seriamente in innovazione, risparmio energetico, riduzione impatto ambientale, auto ecologica ecc.
Ora, approfittano della crisi per esternalizzare –come sempre- i loro costi, e la parte pubblica glielo permette!!!
W, W il libero mercato,,, W, W l'assenza di scrupoli!!!

Ma le famiglie non fanno così!!!
Le persone, la gente comune, le famiglie nei momenti di crisi risparmiano e non si liberano dei componenti più deboli della famiglia!!! (Se abbandonassero il loro cane li denunceremmo!!!.. per non parlare dei figli!!!). Se necessario, aprono il salvadanaio e usano BENE quei soldi, frutto dell’impegno di molti.
Le imprese invece che fanno? Hanno un capitale sociale che non intaccano mai, neppure dei momenti di crisi, e subito buttano a mare i lavoratori come zavorra inutile…. Ma come?!?!? Proprio ora che i lavoratori non sono più considerati persone (personale) ma "RISORSE"!!! e come mai uno si libera delle sue risorse invece di conservarsele come un bene prezioso, il vero valore aggiunto della sua impresa che gli consentirà di dare un contributo fattivo al superamento della crisi?!?!
Oggi più che mai gli imprenditori devono sentire e agire coerentemente con la loro responsabilità sociale, dato che producono beni e servizi da cui traggono ricavi e utili con il lavoro di persone che, grazie al loro impegno sul lavoro, possono avere un reddito –più o meno dignitoso- con cui vivere.
Le imprese non dovrebbero tagliare posti di lavoro -distruggendo così la dignità e la serenità di centinaia di migliaia di famiglie- solo per "ridurre i costi" e/o "aumentare i profitti”, come ha dichiarato il colosso METRO alcuni giorni fa (più profitti con un taglio di 16.000 posti di lavoro).
NO!
Nei momenti di crisi dobbiamo cercare di farcela tutti assieme: le imprese rinunciando un po' ai profitti, ma sapendo che in questo modo svolgono in concreto il loro ruolo sociale e i lavoratori continuando a prestare la loro opera, le loro capacità e le loro competenze per contribuire a uscire dalla crisi.

Molte case automobilistiche hanno adottato codici etici di comportamento, pubblicano il bilancio sociale ma come riscono a conciliare i valori che professano con i comportamenti che tengono? 

Parlare di sovvenzioni, di defiscalizzazioni, di aiuti alle imprese mi preoccupa, perché  mi sembra che si reiteri il solito rito dell’esternalizzazione dei costi sulla collettività senza nulla in cambio in favore della collettività.
Del resto perché mai dovrei comprare un’auto euro 4 con le agevolazioni se nel 2011 entrerà in vigore l’euro 5?!?! .. e se nelle città l’accesso alle auto diventa sempre più difficile (giustamente ora si discute dell’inquinamento in termini assoluti di un SUV euro 4 rispetto a una panda euro 1).

Perché mai le case automobilistiche –in uno stato di apparente non belligeranza concorrenziale (non voglio parlare di intesa, tacito accordo, cartello o quant’altro)- cercano di vivere di rendita e di raschiare il barile di prodotti concettualmente vecchi e inquinanti (facendo pochi ritocchi di mero restyling alle vetture e utilizzando sempre il vecchio processo meccanico del motore a scoppio/motore diesel e combustibili derivati dal petrolio, che è peraltro una risorsa naturale finita di cui fare buon uso) invece di fare vera innovazione e non meri prototipi per i vari saloni internaaionali?!? E' solo fumo negli occhi!

Tutto ciò nonostante le gravi conseguenze sulla salute dei gas di scarico dei veicoli (benzene, PM10, PM2,5, elevata emissione di NOx dei motori diesel  ecc.). Purtroppo anche in questo caso gli “effetti collaterali dannosi” di questi prodotti (gli autoveicoli e i loro carburanti) vengono “scaricati” sulla collettività (malattie + assenze sul lavoro+ricoveri ospedalieri+ invalidità e morti).

Quindi, cosa può fare la parte pubblica in questa situazione di crisi? Dare aiuti? Sì, ma è importante valutare COME dare gli aiuti alle imprese.
Gli aiuti non dovrebbero essere dati “a pioggia” per vendere prodotti già “vecchi” e per tirare avanti con questo sistema industriale ambientalmente insostenibile: per questo basterebbe che le case automobilistiche abbassassero i loro prezzi, che la filiera riducesse i propri rincari sul prezzo base (minori ricavi, ma più vendite!!! È una legge di mercato: o no?!?!).
Gli aiuti della collettività dovrebbero essere dati alle imprese che abbiano voglia di mettersi in gioco, a fronte di progetti concreti innovativi… proprio come Obama ha dichiarato di voler fare (speriamo!).
Inoltre sarebbe interessante dare una occhiata attenta ai bilanci e ai conti delle case automobilistiche per scoprire –forse- i tanti sprechi, le tante incoerenze, le tante spese di comunicazione e di rappresentanza, se non addirittura le tante liberalità ecc. che non vengono tagliati, pur essendo dei costi, mentre è assurdamente più facile tagliare posti di lavoro –togliere il lavoro a delle persone che di quel lavoro vivono- come fossero birilli da buttare giù.
E’ più facile licenziare persone che riorganizzare la struttura aziendale, razionalizzare i processi decisionali, chiedere ai manager superpagati di dare conto non solo delle loro azioni, ma anche e soprattutto delle loro INERZIE.

In USA, dove questi controlli si fanno (E IN ITALIA?!?) ne hanno scoperto delle belle!
Ebbene, come le banche prima di dare un prestito o un finanziamento vogliono verificare come viene gestita una azienda così, se fossi lo Stato, prima di concedere denaro pubblico verificherei come le aziende sono gestite, per evitare che il denaro venga dato a chi “ha le mani bucate” e non ne farebbe un uso personale "improprio" e non un buon uso nell'interesse del sistema paese.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
PS: ecco cosa ne pensa Arnald

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E così cari precari ci siamo.
Presto, il nostro amico Marchionne otterrà i famosi aiuti per l’auto.
Ora, se non fosse che tutti noi abbiamo a cuore il futuro degli operai italiani, verrebbe voglia di dire: “Compratevi un’auto francese, tedesca, marziana al limite. Ma non una del gruppo torinese”.Perché? Beh, principalmente perché sono decenni che lo Stato italiano elargisce denaro e aiuti a questi signori che però, invece di restituire almeno in parte il maltolto, si tengono tutto e hanno anche la faccia tosta di tornare a questuare.
In un altro paese Marchionne e compagnia bella sarebbero falliti da tempo e se è vero che questa crisi condanna tanti altri produttori di automobili, è anche vero che la Fiat ha una crisi ogni dieci (o meno?) anni.
C’è da dire che mentre Obama (anche se in condizioni di partenza diverse, lo ammetto) spinge i produttori verso l’eco-sostenibile, l’ibrido ecc., da noi si decide di dare incentivi per comprare anche auto già “condannate” dai nuovi canoni sulle emissioni emanati da Bruxelles, fregandocene quindi delle conseguenze gravose che ricadranno, tanto per fare una cosa nuova, sui consumatori: perché alla fine sopra di noi si può passare sempre impunemente.In ultimo, pur di vendere quattro macchine in più, la trovata più divertente: dare uno speciale incentivo a chi l’auto ancora non ce l’ha. In quel caso questi signori (me compreso) dovrebbero andare a rottamare il proprio conto in banca perché lo Stato gli farà risparmiare una somma vicino ai 1.500 euro per l’acquisto di una scatola in cui chiudersi per tre ore al giorno nel traffico.
Così, visto che le nostre città sono già coperte di lamiere su ruote che da ferme invadono le strisce pedonali, i marciapiedi e le terze file, e che in movimento congestionano completamente le strade, condannando chi vuole usare un mezzo pubblico a una vita di merda, si pensa bene di aggravare la situazione.Perché mai ai nostri saggi governanti non viene in mente che potremmo riconvertire le esigenze e i piani di business in appalti per la costruzione di mezzi pubblici e infrastrutture che, oltre a creare più posti di lavoro, renderebbero migliore la nostra vita e la nostra salute?
Amici miei, qui non si sta lavorando per il bene comune. Né si sta progettando qualcosa per far uscire dalla crisi le famiglie, i cittadini e i lavoratori senza un futuro. Qui si tratta di mettere una pezza alle ansie dei grandi miliardari e costruttori, in barba alla piccola impresa (che occupa ben più di 60.000 posti) e di permettere a signori che guadagnano almeno venti o trentamila euro al mese di mantenere il loro intoccabile stile di vita. E se questi soldi vi sembrano pochi, ricordate che la maggior parte di voi per guadagnare una cifra del genere ci mette quasi due anni se non tre.
Dunque, per tutti noi inferiori (di fantozziana memoria) c’è pronta una bella missione: comprare una nuova (nata vecchia) Fiat, affinché il suo consiglio d’amministrazione possa continuare a girare in Ferrari. - Arnald

Venerdì, 30 Gennaio, 2009 - 13:51

Ex area benzianio v.le Liguria ang.Alzaia Naviglio Pavese

Ho presentato ieri sera - 29 gennaio - l'interrogazione che allego sulla grave situazione di degrado presente il viale Liguria angolo Alzaia Naviglio pavese.

Giovedì, 29 Gennaio, 2009 - 17:11

prove incontestabili dell'utilizzo di fosforo bianco a Gaza

Gruppo Consiliare La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

via Oglio, 18
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418

Milano, 29 gennaio 2009

Alla c.a.
Della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano;
del Consiglio di Zona 4 di Milano e di tutte le sue componenti

Comunicazione

prove incontestabili dell'utilizzo di fosforo bianco rilevato dai ricercatori di Amnesty international a Gaza

"I soldati (israeliani) hanno bombardato la casa e ucciso mia madre, mio padre, la mia bambina e 25 altri componenti della mia famiglia. Perché? Noi non siamo Hamas, non siamo combattenti. Perchè ci hanno fatto questo?"

[Salah Sammouni, Gaza - Gennaio 2009]

La comunicazione che abbiamo fatto come Gruppo La Sinistra lo scorso Consiglio di Zona del 15 gennaio di devolvere il gettone di presenza della seduta a cause in solidarietà alle popolazioni civili della Striscia di Gaza, era conseguente all'aggressione israeliana alla popolazione civile nei riguardi soprattutto delle bambine e dei bambini vittime primarie di una violenza efferata e di un crimine contro l'umanità.

Con il fragile cessate-il-fuoco in atto ora a Gaza e nel sud d'Israele, diventano sempre più chiare le dimensioni della devastazione provocata nelle ultime settimane.

Amnesty International ha rivelato in questo ultimo periodo di maggiore possibilità di verifica e di analisi la presenza di armi al fosforo utilizzate dall'esercito israeliano e causanti danni irreparabili sulle popolazioni colpite.

I ricercatori di Amnesty International, pertanto, in visita a Gaza e nel sud d'Israele hanno rinvenuto prove dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni del diritto internazionale compiuti da tutte le parti in conflitto.

 

“Le operazioni militari israeliane a Gaza hanno causato la morte di centinaia di civili palestinesi, devastato le infrastrutture e provocato una catastrofe umanitaria. Alcuni attacchi sono stati diretti ai civili o a strutture civili nella Striscia di Gaza, o sono risultati essere sproporzionati”, si legge nel rapporto di Amnesty International.

Si rivela, infine, da parte delle ispezioni e delle ricerche promosse dai ricercatori di Amnesty International, l'uso indiscriminato di fosforo bianco contro i civili palestinesi in aree densamente popolate di Gaza, come anche viene testimoniato da parte del responsabile del reparto ustioni del principale ospedale di Gaza in cui si denunciano pazienti, tra cui bambini, ricoverati con ustioni causate da fosforo bianco che non riuscivano a rimarginarsi.E' stabilito a livello internazionale che l'uso ripetuto e indiscriminato del fosforo bianco è un crimine di guerra.

Così come è crimine di guerra il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas e altri gruppi armati palestinesi che ha causato la morte di diversi civili israeliani.

Amnesty International, si legge nell'appello, chiede alle Nazioni Unite, e in particolare al Consiglio di Sicurezza, di intraprendere azioni immediate per accertare le responsabilità di tutte le parti in conflitto riguardo le violazioni del diritto internazionale. Il Consiglio di Zona 4 faccia propria una proposta verso il Consiglio Comunale affinchè si possa intraprendere un'iniziativa verso il Parlamento italiano e il Governo italiano affinchè si facciano promotori di tale proposta e appello presso le autorità internazionali.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 17:15

stato di attuazione wireless e Open Source

MOZIONE

stato di attuazione della connessione wireless e dell'utilizzo del software Open Source (OSS) nell'ambito del decentramento Settore Zona 4

considerato che

il Progetto Milano Wireless presentato a Palazzo Marino dai gruppi consiliari del centrosinistra e dell’assessore all’Innovazione Luigi Rossi Bernardi, nel marzo 2007, prevede la copertura di ampie zone della città e lo stanziamento di 17 milioni di Euro, e che al momento solo una parte del progetto è divenuta operativa

constatato

che nella proposta erano previsti 4 mila punti di accesso nell'arco di un biennio, individuando i diversi luoghi dove apporre le antenne quali lampioni, semafori degli incroci (700), scuole e sedi universitarie (300), biblioteche, punti di ritrovo di giovani e anziani e centri sportivi (170), parchi e giardini pubblici (50), fermate dell'ATM, compresi i tunnel delle tre linee metropolitane, già cablate, ponendo come data ultima di completamento del progetto il 2009

si evidenzia

che nel progetto, di cui si era disposto un emendamento a firma del consigliere del PD Davide Corritore nell'ambito della Relazione Previsionale e Programmatica di Bilancio 2007/2009, si garantisce una banda ad alta velocità grazie al collegamento con la fibra ottica di Metroweb, che oggi copre il 95% del territorio, in una città, quale Milano, che rappresenta l'area più dinamica del paese, ospitando il 13% delle imprese italiane attive nell'ICT

viste

le esperienze amministrative condotte da comuni di diverso calibro sul territorio nazionale, da ultimo quello di Venezia che tramite delibera ha avviato il piano di estensione, già in fase attuativa, della connessione wireless su tutto il territorio lagunare, nonché il caso riguardante la Provincia di Roma, dove si sta discutendo l'avvio di un piano per un'uguale estensione su tutta la superficie di competenza amministrativa

PQM

Si chiede

  • Alla Direzione di Settore Nuove Tecnologie e all’assessorato alle Nuove Tecnologie di provvedere a dare avvio al completamento del progetto iniziale, attivando canali condivisi con la cittadinanza e i Consigli Circoscrizionali presenti sui territori del decentramento, come è avvenuto per il Comune di Venezia, nell'individuazione delle località dove attivare “hotspot”, ossia le centraline da cui poter accedere per la connessione a internet senza fili, tecnicamente detta wi-fi;

  • Alla Direzione di Settore Nuove Tecnologie e all'Assessorato alle Nuove Tecnologie di avviare il completamento nei tempi previsti dal progetto e dalla proposta, e l'individuazione di un unico ente gestore del servizio a cui appaltare la fase di amministrazione della rete wi-fi

  • Al Consiglio di Zona 4, in virtù della delibera approvata all'unanimità il 31 maggio 2007, su proposta del testo della mozione “attivazione sul territorio circoscrizionale della proposta, approvata dal Consiglio Comunale tramite l’emendamento alla Relazione previsionale e programmatica di Bilancio 2007/2009, di estensione e implementazione della connessione wi-fi” presentata dal sottoscritto, di attivare questo percorso di monitoraggio delle aree dove attivare antennine di connessione a internet senza fili, wireless, tramite il coinvolgimento massimo dei diretti interessati alla stessa estensione, i residenti della circoscrizione, utenti primari del servizio gratuito, nonché i consigli delle zone limitrofe affinché si possa garantire uno sviluppo omogeneo e più equilibrato dell’accesso alla rete in banda larga, su una fascia di territorio più ampio

viene, infine, chiesto

  • al Settore Decentramento del Comune di Milano di dare seguito e attuazione alla delibera, di analogo tema trattato, approvata all'unanimità dal Consiglio di Zona 4, su proposta del sottoscritto, avente come oggetto “Utilizzo del software Open Source (OSS) nell'ambito del decentramento Settore Zona 4”, dove si chiedeva, e dove con la presente si intende rafforzare, di introdurre “da subito sui P.C. in ambiente Windows l’utilizzo di software alternativi agli applicativi più diffusi ... e valutando nel contempo la possibilità tecnica (compatibilità hardware) di aggiornare il vecchio hardware con sistemi operativi open source di comprovata sicurezza (quale Linux);

  • nella stessa delibera, a cui occorrerebbe dare seguito, si propone, infine, di destinare i conseguenti futuri risparmi sui costi delle licenze dei software utilizzati nel settore al finanziamento di corsi di formazione del personale funzionali a fornire le conoscenze opportune e fondamentali per la gestione e l’utilizzo della nuova tipologia di software impiegato

Alessandro Rizzo

Consigliere Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Gennaio, 2009 - 17:14

nuovi contratti definiti da Milano Sport spa con animatori

Milano, 29 gennaio 2009

c.a del Settore Decentramento del Comune di Milano;

dell’Assessorato alle Aree Cittadine del Comune di Milano;

della Direzione di Milano Sport spa;

della Commissione Politiche Sociali del Comune di Milano;

della Commissione Sport e Tempo Libero del Comune di Milano;

della Commissione PMZ/CAM del Consiglio di Zona 4 di Milano;

del Settore Decentramento di Zona 4 di Milano;

del Consiglio di Zona 4 e delle sue Componenti

Interrogazione in merito ai nuovi contratti definiti da Milano Sport spa con le animatrici e gli animatori

Considerato che

Giovedì 22 gennaio sono stati firmati i nuovi contratti definiti da Milano Sport spa che prevedono la durata di rapporto lavorativo secondo la tipologia dei “contratti coordinati a progetto” per un anno, ossia dal momento della stipula fino al 31 dicembre 2009

Si evidenzia

Nello stesso testo del contratto la definizione di nuovi livelli di retribuzione oraria, suddivisi nel loro ammontare in base alle nuove funzioni disegnate, ossia la funzione di “animatore del centro” e la funzione di “referente di centro”, e precisamente 12,75 € per la prima tipologia, 14,40 € per la seconda tipologia

Constatato

che il 18 dicembre 2007 è stato sottoscritto, da diverse consigliere e da diversi consiglieri, tra cui il Presidente della Commissione Politiche Sociali del Comune di Milano, Aldo Brandirali, un Ordine del Giorno collegato alla delibera n° 137 del Bilancio di Previsione avente come oggetto i Centri di Aggregazione Multifunzionale,

dove si afferma

il forte riferimento sociale e aggregativo storicamente interpretato dai Centri sui territori singoli in cui operano, l’offerta gratuita di libero accesso per cittadine e cittadini di ogni fascia generazionale e di reddito ai servizi molteplici da essi elargiti, nonché la qualità professionale di alto contenuto e spessore espressa dalle animatrici e dagli animatori operanti nei singoli centri, unici presupposti per garantire una continuità nell’efficienza e nel valore dell’offerta socio culturale

e dove si invita e impegna

il Consiglio Comunale a definire un progetto di potenziamento e riordino dei CAM presenti in città, avviando percorsi collettivi e partecipati con la stessa utenza, nonché consolidamenti e sviluppi dei centri stessi sul territorio comunale e nell’ambito delle attività socio culturali zonali in cui vanno a operare

constatato

che nel testo della delibera che delinea la convenzione con Milano Sport spa si prospetta una durata della concessione della gestione dei servizi espressi dai CAM, dai CAG e dai Centri Anziani, pari a tre anni, senza identificare percorsi e line guida posteriori sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista amministrativo

si apprende

che è stato indetto da Milano Sport spa un bando di concorso per 9 posti nell’ambito di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per la cui ammissione alla partecipazione è prevista come condizione di partecipazione la anzianità di servizio

si chiede

  • Alla Società Milano Sport spa quali siano le distinzioni di funzione esistenti tra le due figure previste nel contratto nella parte specifica inerente la determinazione retributiva oraria di animatore di centro e di referente di centro e di prevedere a rendere pubblici i criteri di definizione organizzative, gestionali, anche nell’aspetto delle linee di indirizzo produttive sociali, al fine di valutare la tipologia di servizio garantibile e dei rapporti contrattuali previsti con il personale;

  • Alla Società Milano Sport spa il motivo per cui sono stati dichiarati in alcuni consigli circoscrizionali previsioni retributive orarie differenti da quelle attuate nell’ambito dell’accordo firmato giovedì 22 gennaio, risultando queste ultime nettamente inferiori rispetto alle prime, chiedendo, altresì, al Settore Decentramento Zona 4 se siano stati dichiarati e resi pubblici da parte di Milano Sport spa i livelli di retribuzione definiti per le animatrici e gli animatori della Zona;

  • Al Settore Decentramento del Comune di Milano e all’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano il motivo per cui si evidenziava un impegno, espresso più volte prima dell’avvio della prima fase contrattuale tra Milano Sport spa e gli animatori, di prevedere una parificazione dei livelli di retribuzione nelle diverse circoscrizioni per gli animatori dei centri, prima differenti e spesso non aggiornati secondo gli indici ISTAT, come è avvenuto per diversi anni, dal 2001 precisamente, per le animatrici e gli animatori della zona;

  • Alla Società Milano Sport spa e all’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano che cosa si preveda per le animatrici e gli animatori non ammessi al bando di concorso o non selezionati, in merito al loro futuro occupazionale e lavorativo, nonché che cosa si preveda per i medesimi dopo la scadenza dell’attuale contratto siglato, precisamente il 31 dicembre 2009, dato che la tipologia di rapporto rientra nella forma del Contratto Coordinato a progetto;

  • Alla Commissione PMZ/CAM del Consiglio di Zona 4 di indire con urgenza una riunione con all’odine del giorno le questioni presentate attraverso la presente interrogazione, invitando un referente della società Milano Sport spa, al fine di valutare con trasparenza e chiarezza le linee direttive aziendali previste annualmente sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista dei rapporti occupazionali.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

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