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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 30 Marzo, 2009 - 17:26

HUMOR: voto d'addio al biotestamento

sondini_bassa.png
Ciao a tutti.
Che avessi una tendenza a limitare le mie visite al seggio elettorale si sapeva.
Però, da bravo stronzo di sinistra ho deciso di insistere, di crederci.
“Ecchecazzo” mi dicevo “prima o poi riusciranno a fare qualcosa di sinistra nel PD no?”.
Alla fine, invece, mi sono reso conto che l’unica cosa di sinistra che sanno fare è dividersi e non trovare mai una merda di linea comune. Soprattutto, il PD ha perso completamente la sua vocazione laica, dove per laica si intende prima il rispetto della nostra costituzione, poi quello dei dieci comandamenti.
Insomma: direi che da ieri, con l’affossamento del testamento biologico, la mia vita come elettore del PD è finita. E non c’è sondino che possa prolungarla. - Arnald
Domenica, 29 Marzo, 2009 - 10:48

IL GIOCO A TRE DEL RAZZISMO ISTITUZIONALE

IL GIOCO A TRE DEL RAZZISMO ISTITUZIONALE
di Roberto Biorcio
Stiamo assistendo ormai da mesi a un ripetitivo e pericoloso gioco a tre in materia di immigrazione
e sicurezza che coinvolge la Lega, i media e il governo. E' sempre più difficile fare un elenco esauriente
di tutte le proposte e le iniziative che hanno via via attirato l'attenzione del pubblico e alimentato
servizi informativi, dibattiti e talk show: dalle classi differenziate per i giovani immigrati alla denuncia
dei clandestini che ricorrono alle cure mediche, alla castrazione chimica per i pedofili, alle
tasse di soggiorno per gli immigrati.
La Lega esercita tutta la sua creatività per inventare iniziative e misure sempre più crudeli e raffinate
per punire in modo esemplare alcuni tipi di reato, ma soprattutto per rendere impossibile la
vita degli immigrati nel nostro paese. I media gestiscono alcuni episodi di cronaca nera in modo
tale da diffondere, al di là delle loro intenzioni, le emozioni e il clima di opinione più favorevole per
giustificare il continuo rilancio delle proposte leghiste. Il governo Berlusconi prima annuncia e poi -
almeno in parte - fa approvare decreti e disegni di legge che recepiscono e legittimano la sostanza
delle proposte inventate dal Carroccio.
Si tratta di un gioco a tre che si autoalimenta e si ripete con lo stesso formato, producendo effetti
sempre più profondi e duraturi sull'opinione pubblica, sul senso comune e sui valori su cui si fonda
la convivenza civile. Un gioco che crea le premesse per chiamare alla mobilitazione i cittadini non
solo per firmare petizioni ai gazebo ma anche per promuovere ronde e spedizioni punitive contro
gli immigrati, i rom e chiunque appaia diverso agli occhi del senso comune.
Il partito di Bossi non ha cambiato la sua identità e le sue parole d'ordine, che conosciamo da venti
anni: si è sempre presentato come rappresentante dei ceti popolari del nord con una identità etnoregionale,
proponendosi come alternativa anche se non in contrapposizione diretta alla sinistra. Ma
ha deciso, volta per volta, nelle diverse congiunture politiche e sociali, su quali temi era opportuno
insistere e costruire le sue campagne. La Lega ha abbandonato l'indipendentismo sostituendolo
con un progetto di federalismo fiscale favorevole alle regioni del nord. Su questo terreno la Lega
ha dovuto fare compromessi e subire talvolta sconfitte. Il federalismo resta ancora un punto di domanda:
una politica redistributiva verso il nord richiederebbe innanzi tutto un consenso più ampio,
una convergenza con il Pd, anche perché la proposta trova opposizione anche nel centrodestra.
Nell'ambito della coalizione guidata da Berlusconi, la Lega è riuscita a ritagliarsi uno spazio più
dinamico e aggressivo presentandosi come il partito più sensibile alla domanda di sicurezza che
nasce dall'impatto della globalizzazione sulla vita sociale e dalla crescita dell'immigrazione. Questo
filone di campagne leghiste prescinde totalmente dalla questione settentrionale e rappresenta il
terreno su cui la Lega ha avuto più successo nell'ultimo anno. Un successo che per ora è soprattutto
simbolico, legato all'adozione di provvedimenti che non sarà facile tradurre in politiche: ad
esempio la possibilità data ai medici di denunciare i clandestini non raccoglierà molti consensi ma
avrà l'effetto di spingere gli immigrati a non farsi curare. La Lega è così riuscita a dimostrare che
"bisogna essere un po' cattivi" come ha detto Maroni, e che è necessario usare anche metodi coercitivi,
al limite violenti (come la castrazione chimica).
Questa campagna può segnare una svolta fondamentale per il nostro paese perché si contrappone
frontalmente a una tradizione in cui erano egemoni i discorsi solidaristici dei cattolici da una
parte e i discorsi di solidarietà sociale proposti dalla sinistra dall'altra. La chiave del successo della
Lega può essere quella di riuscire a mobilitare i sentimenti "cattivi" che esistono nella popolazione
insieme ad altri naturalmente positivi. Si tratta delle paure della gente che si tenta di scaricare su
possibili bersagli rappresentati dagli immigrati che hanno altri usi e costumi rispetto alle popolazioni
autoctone. La Lega da un lato legittima questi sentimenti, dall'altro li mobilita. La gente potrebbe
spontaneamente desiderare la scomparsa dei campi rom. La Lega la mobilita per intervenire direttamente
con manifestazioni e altre forme di protesta.
Il gioco condotto dalla Lega può svilupparsi indisturbato anche perché sono tuttora molto limitate le
reazioni delle altre forze politiche, che non sono riuscite finora a innescare una adeguata mobilitazione
dell'opinione pubblica democratica. Hanno ottenuto qualche attenzione dai media solo le
prese di posizione del presidente della Repubblica e del presidente della Camera Fini.
Gli interventi di alcuni cardinali e di alcuni esponenti del mondo cattolico rispetto alle proposte del
governo in tema di sicurezza sono state sempre delegittimate dall'intervento del Vaticano che non
intende rompere i buoni rapporti con l'attuale presidente del consiglio. Le prese di posizione contrarie
ai provvedimenti governativi da parte di esponenti del partito democratico sono state in molti
casi prudenti, spesso smentite dalle iniziative degli amministratori a livello locale che hanno cercato
di imitare e riproporre alcune delle proposte leghiste.
Articolo pubblicato su “Lavori in corso”, Numero 142 febbraio 2009, Idee e contributi per l’ALTERNATIVA, Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Punto Rosso

 

Domenica, 29 Marzo, 2009 - 10:46

NUCLEARE. SE LO CONOSCI LO EVITI

NUCLEARE. SE LO CONOSCI LO EVITI
di Marco Bersani
Pubblichiamo l'introduzione del libro "Nucleare: se lo conosci lo eviti" di Marco Bersani (Edizioni
Alegre, pp. 120, euro 12,00) da qualche giorno in libreria.
Non si può certo dire che i fautori nostrani del nucleare godano di una buona stella. Da quando
l'attuale governo Berlusconi ha deciso di riaprire le porte all'energia nucleare in Italia, si prodigano
generosamente e senza sosta in interviste sui quotidiani per affermare come il nucleare sia oggi
sicuro, come con le nuove tecnologie non ci sia più alcun pericolo, come i tremendi tempi di Three
Mile Island o di Chernobyl appartengano alla preistoria. E che dunque l'Italia torni alla precedente
saggezza e smetta di rincorrere paure ancestrali (e le solite minoranze sociali che tengono in ostaggio
l'avvenire del Paese).
Peccato che, ad ogni loro intervista, corrisponda quasi automaticamente la notizia dell'ennesimo
incidente ad una centrale nucleare, senza distinzione fra generazioni delle stesse, senza differenze
toponomastiche o geo-politiche. Slovenia, Spagna, Francia (5 incidenti in poche settimane!),
Germania, Belgio sono le più recenti tappe di un gioco dell'oca virtuale - ma, ahinoi, drammatico -
che li costringe ogni volta a tornare alla casella di partenza, fa riprendere loro la politica della minimizzazione,
riporta al punto iniziale la strategia di graduale penetrazione di una politica energetica
che, fino a prova contraria, il popolo italiano ha sonoramente bocciato nel novembre del 1987
con il referendum antinucleare. E, tuttavia, seppur non dotati di buona stella, i fautori del nucleare
possono contare su un blocco economico, politico e massmediatico imponente.
Dalla Confindustria alle grandi aziende del settore elettrico, dai colossi dell'ingegneria civile a quelli
del settore militare-industriale, dalla gran parte dell'arco parlamentare al solito disponibile mondo
"scientifico", la lobby è in campo. E, in tempi di profonda involuzione e frammentazione della società
italiana, in preda a una forte crisi economica e sociale, non è detto che non riesca nell'intento.
Naturalmente non è un fenomeno solo italiano. In tutto il mondo, le grandi industrie, che in questi
anni hanno molto investito nel nucleare, hanno urgente necessità che la nuova stagione si riapra,
e cercano di far accettare l'uovo oggi - centrali che, pur arrivate alla terza generazione di reattori,
conservano immutati tutti i problemi che hanno contrassegnato le precedenti - facendo balenare
davanti agli occhi la grassa gallina del domani: le mitiche centrali di quarta generazione, con le
quali ogni problema sarà risolto e l'avvenire del pianeta potrà essere guardato con rinnovata fiducia.
Sarebbe facile ribattere come - anche senza scomodare il "sol dell'avvenire" - la vera risposta stia
esattamente nell'"avvenire del sole". Ma il tentativo è serio e non va sottovalutato. Chi scrive questo
libro non ha particolari conoscenze scientifiche sul tema in oggetto. Nondimeno è un essere
vivente e pensante e come tale ritiene di avere l'inalienabile diritto di tutti i suoi pari a poter discutere
di energia nucleare, di modello energetico, di organizzazione sociale. Insomma della vita e di ciò
che la riguarda. Perché il primo tentativo, già in atto, da parte della lobby nucleare, è il sequestro
del diritto di decidere, che si vorrebbe sostituire con la delega a un "oggettivo" sapere scientifico e
con un mandato fiduciario ai controllori della tecnologia.
Una presupposta "razionalità" - si intende "maschia" e moderna - da contrapporre all'irrazionalità -
si intende femminile e primitiva - di chi si oppone in nome dell'inalienabilità del diritto alla vita, alla
salute, all'ambiente e al futuro. Ma perché si possa riconquistare il diritto a decidere tutti assieme
di quale politica energetica riteniamo ci sia bisogno, quale modello produttivo sia necessario, quale
organizzazione sociale sia più vicina ai nostri bisogni, è necessario che al bombardamento massmediatico
dei fautori del nucleare, corrisponda un'informazione dal basso, attenta e puntuale, che
sia in grado di smascherare le gigantesche bugie - perché di tali si tratta - che stanno dietro la "necessità
del nucleare" e di restituire a ciascuna donna e ciascun uomo di questo Paese conoscenze
e saperi che ne aiutino l'autonomia personale e l'autorganizzazione sociale.
Questo libro vuole essere un primo contributo in questa direzione. E' un libro di parte, perché chi lo
scrive non crede che esista una oggettività astratta e pensa, al contrario, che quando ci si affida ad
essa, si stia solo consegnando il proprio destino nelle mani dei poteri dominanti.
L'unica oggettività possibile è dichiarare apertamente da quale parte si osserva il mondo, come se
ne perlustrano i dintorni, su quali strade si cammina. Basterà qui affermare che chi scrive è dichiaratamente schierato contro il nucleare civile e militare e per il diritto inalienabile alla salute, alla
vita, all'ambiente e al futuro. Senza se e senza ma, secondo una felice espressione del movimento
altermondialista.
Ed è da questo punto di osservazione che il libro compie, col primo capitolo, una prima riflessione
sul rapporto uomo-natura e scienza-tecnica, e su come il mutato scenario dettato dalla contraddizione
ecologica modifichi tutte le precedenti narrazioni sul tema. Col secondo capitolo si ripercorre
la storia del nucleare nel mondo e in Italia e la situazione attuale.
Il terzo capitolo prova a dimostrare l'inscindibile legame tra il nucleare civile e quello militare. Il
quarto capitolo entra nel merito delle bugie con le quali i fautori del nucleare sostengono le loro
posizioni, analizzandole nel dettaglio e dimostrandone l'inconsistenza.
Il quinto capitolo ripercorre a grandi linee la storia del movimento antinucleare e, in particolare, il
percorso che, negli anni 70-80 del secolo scorso, ha portato in Italia al vittorioso referendum che
ha bloccato il programma nucleare nel nostro Paese.
Il sesto capitolo prova invece ad affrontare la situazione attuale, cercando di offrire spunti e suggestioni
per quello che chi scrive ritiene sia la vera necessità del Paese: la costruzione di un nuovo
movimento antinucleare che, prendendo atto anche dei limiti dell'esperienza precedente, sappia
mettere in campo una strategia più ampia per intraprendere un'alternativa di sistema.
Che, partendo dall'inalienabilità dei beni comuni, rivendichi in campo energetico un modello di autogestione
territoriale ad alta efficienza e bassa dissipazione, basato sulle energie rinnovabili, contro
l'attuale modello termico, centralizzato e militarizzato. Perché si scrive energia, ma si legge
democrazia e possibilità di futuro.

Articolo pubblicato su “Lavori in corso”, Numero 142 febbraio 2009, Idee e contributi per l’ALTERNATIVA, Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Punto Rosso

 

Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 16:07

affinchè sia impedito il raduno Nazifascista del 5 aprile pv

Ordine del Giorno
 
affinchè sia impedito il raduno Nazifascista del 5 aprile pv
 
Il Consiglio di Zona 4 di Milano
 
conosciuta
 
la volontà e l'intenzione del gruppo neofascista "Forza Nuova", da sempre soggetto a denunce per atti apologetici contrari alle disposizioni della nostra Costituzione Repubblicana, di indire un raduno paneuropeo con la partecipazione di esponenti del BNP - British National Party – (partito di soli bianchi), del Front National e dell’NPD - Nationaldemokratische Partei Deutschlands - (partito filonazista), che insieme a Forza Nuova rappresentano le destre estreme europee
 
si sottolinea che
 
la manifestazione è in aperta contraddizione e contrasto con i fondamenti antifascisti della nostra Costituzione, che si ispira ai principi di eguaglianza, giustizia sociale, rispetto e promozione dei diritti umani e libertà, e arrecherebbe pregiudizio grave all'ordine pubblico, offendendo la memoria storica della nostra città, Medaglia d'Oro della Resistenza
 
preso atto che
 
da tempo si stanno registrando attività ed eventi promosse da realtà e organizzazioni orgogliosamente in contrasto con la nostra Costituzione, spesso generatrici di odio razziale e propagandatrici di intolleranza,
 
considerato che
 
il raduno verrebbe effettuato in un mese di intensa attività preparatoria delle iniziative istituzionali e sociali collegate alle Celebrazioni della Liberazione dell'Italia e dell'Europa dal nazifascismo
 
in virtù
 
dell'ottima iniziativa presa dal presente Consiglio di Zona 4 presso la Questura e la Prefettura per chiedere il divieto preventivo di una manifestazione nazifascista che si sarebbe tenuta presso Largo Marinai d'Italia lo scorso aprile 2008

si chiede

al Presidente del Consiglio di Zona 4 di invitare il Consiglio Comunale e il Sindaco ad attivarsi con il Prefetto e il Questore per impedire tale manifestazione attraverso un divieto preventivo.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4

Franz Brunacci
Consigliere Gruppo Misto

Massimo Gentili
Consigliere Comunisti Italiani - Capogruppo La Sinistra

Daniele Olivieri
Consigliere Gruppo La Sinistra

Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 16:02

chiusura biblioteca oglio 18 mercoledì 18 marzo e caso wifi

 

Milano 26 marzo 2009
Alla c.a. del Settore Biblioteche del Comune di Milano
della Direzione Biblioteca Via Oglio 18 di Milano
della Commissione Educazione e Biblioteche del Consiglio di Zona 4 di Milano
Interrogazione in merito alla chiusura avutasi mercoledì 18 marzo dei locali della Biblioteca di Via Oglio 18 e all'attivazione servizio connessione WIFI all'interno degli stessi
Considerato
che nella giornata di mercoledì 18 marzo i locali della Biblioteca di Via Oglio 18 sono rimasti chiusi al pubblico per tutta la giornata di servizio
è consuetudine
che i locali della biblioteca di Via Oglio 18 siano chiusi ogni settimana, come in altri plessi, e che questa disposizione è recepita dall'utenza ed è giustificata dall'esigenza di avviare lavori di risistemazione e di pulitura dei vari locali
preso atto
che nella giornata di mercoledì 18 marzo i locali della biblioteca sono rimasti chiusi anche nelle ore pomeridiane, rendendo inagibili l'accesso al servizio per l'intera giornata recando qualche problema all'utenza che in numero sostenuto è giunta in sede e non ha potuto usufruire dei locali, probabilmente non informati in tempo dell'impossibilità di accedere ai locali per tutta la giornata
si chiede
alla Direzione della Biblioteca di Via Oglio 18 se la chiusura avvenuta nella data di MERCOLEDI' 18 MARZO lungo tutto il periodo di servizio sia stata tempestivamente comunicata con capillarità all'utenza e quali siano stati i motivi della suddetta chiusura, nonché se tale sospensione del servizio sia prevista anche in futuro e con quali modalità
alla stessa Direzione e alla Direzione Centrale Settore Biblioteche del Comune di Milano se è previsto nel breve periodo l'attivazione degli access point presenti all'interno della sala di consultazione al fine di rendere attuativo il servizio di connessione WIFI all'interno dei locali della biblioteca e il motivo della non attivazione finora non avviata di tale servizio, se esiste, infine, una specifica ditta appaltatrice che ha l'impegno convenzionale di provvedere a garantire tale attivazione
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4

Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 15:59

cascina monluè: stato dei progetti

 

Milano, 23 ottobre 2008

 

Alla c.a.
dell'Assessorato allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano;
del Settore Demanio e Patrimonio del Comune di Milano;
della Commissione Territorio, Viabilità e Ambiente del Consiglio di Zona 4 di Milano;
della Commissione Cultura del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Consiglio di Zona 4 e di tutte le sue Componenti
e p.c.
dell’Assessorato al Tempo Libero del Comune di Milano

 

Oggetto: richiesta di visione e avvio discussione concernente i progetti di intervento per la riqualificazione della Cascina Monluè, in vista dell'avvicinarsi della stagione estiva

 

Considerato
che in data 23 ottobre nella seduta di Consiglio di Zona il sottoscritto ha presentato un'interrogazione in cui si chiedeva notizie e informazioni riguardo a progetti di intervento per la ristrutturazione della Cascina Monluè e in cui si sotttolineava il fato che la stessa sia ormai diventato polo e luogo di interessanti iniziative culturali e aggregative fatte e promosse da associazioni di vario calibro e portata in collaborazione con gli assessorati dell’Amministrazione Comunale di Milano, soprattutto l’Assessorato al tempo Libero, l’Assessorato alla Cultura e, per alcuni convegni di natura sociale, con l’Assessorato all’Educazione e alle Politiche Sociali del Comune di Milano

 

si sottolineava
nella stessa interrogazione a cui non fecero seguito risposte dagli organi in indirizzo nel tempo previsto dal regolamento che l'estate scorsa non siano state disposte le utili e necessarie deroghe, che per consuetudine vengono previste per eventi di natura musicale principalmente, ai limiti di emissioni acustiche, al fine di dare piena esecuzione alle iniziative stesse, che hanno confermato anche l'anno scorso forte ritorno di pubblico
constatato
che una simile interrogazione era già stata formulata in un consiglio di zona del luglio scorso, rivolta in specifico alla direzione dell'ARPA, nella circostanza in cui l'evento della manifestazione culturale Est is West, promossa dall’ARCI Provinciale di Milano, a cui il Consiglio di Zona 4 da anni esprime il patrocinio, e che trova anche il sostegno da parte dell’Assessorato allo Sport e al Tempo Libero, è stato sospeso a causa di petizioni di denuncia di superamento dei livelli minimi di emissioni acustiche da parte di alcuni residenti presenti nelle viciniora

 

preso atto
che diversi progetti di intervento strutturale complessivo sono in discussion e preparazione e che sono indirizzati, in coerenza con un programma più complessivo di valorizzazione delle cascine presenti sul territorio comunale, nella tutela del quadro architettonico storico, in unaa dimensione di riutilizzo degli spazi al fine di promuovere iniziative aggregative sociali, culturali e formative
si chiede
- all'Assessorato allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano se, in una dimensione di promozione di progetti di recupero di cascine presenti sul territorio municipale, nel rispetto della qualità storica agricola e sociale urbanistica dell’area, esiste l’intenzione di provvedere a inserire una proposta di riqualificazione strutturale della Cascina, coinvolgendo i soggetti attivi del territorio e proponenti, negli ultimi anni, programmi qualificati e consolidati di utilizzo dello spazio, mettendo a confronto le varie proposte in merito formulate e prospettando formule adeguate per una gestione partecipata della realtà;
- Alla Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 e alla Commissione Cultura del Consiglio di Zona 4 di provvedere a inserire all’ordine del giorno di una prossima riunione congiunta di commissione l’analisi della situazione attuale della Cascina e invitare funzionari del Settore competente, Territorio, del Comune di Milano, e Tempo Libero, soggetto che ha palesato interesse all’utilizzo dell’area in diverse occasioni di rilievo culturale, al fine di valutare di concerto con le realtà che hanno promosso iniziative e programmi pubblici possibili progetti di riqualificazione e utilizzo futuro della Cascina, comparando le diverse proposte oggi presenti in materia da parte di diversi attori sociali, tra cui gli studi presentati dall’Architetto Stefano Boeri in merito alla riqualificazione strutturale degli spazi.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 15:58

realizzazione tunnel di linate/rho

 

Alla cortese attenzione dell'Assessorato al Territorio del Comune di Milano
alla cortese Attenzione all'Assessorato Lavori Pubblici del Comune di Milano
alla cortese attenzione della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano
alla cortese attenzione del Consiglio di Zona 4 e di tutte le sue Componenti
alla cortese attenzione della Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano
Si sta discutendo da diversi giorni sulla stampa della realizzazione di un tunnel che dovrebbe collegare il nuovo polo fieristico Rho – Pero, in entrata, quindi, con l'autostrada dei Laghi, con Linate, e che dovrebbe interessare parte del territorio della nostra circoscrizione, data la vicinanza con Linate
Il progetto riguarda la realizzazione di una strada sotterranea di oltre 14 chilometri, quanto stima il Comune stesso che ha reso nota l'intenzione di dare avvio alla fase iniziale di progettazione del tunnel, già identificato come proposta nella scorsa Giunta Albertini
E' di pubblica conoscenza, dati i diversi dossier su alcuni quotidiani negli ultimi giorni, che sono carenti i soldi e i fondi disposti per condurre a completamento le varie opere, nonché a livello direzionale manca ancora il nome dell'amministratore delegato della società che dovrà curare le infrastrutture
La proposta iniziale era stata avanzata con lo scopo e l'intenzione di ridurre il traffico presente e circolante in città, in vista dell'evento internazionale, che oggi grava sulle tangenziali per la maggior parte della propria mole e avrebbe richiesto un investimento di oltre due miliardi di euro, secondo alcune notifiche ufficiose
  • all'assessorato al Territorio del Comune di Milano e all'Assessorato Lavori Pubblici del Comune di Milano se sia previsto un progetto in fase preliminare dell'opera, quali sono i progettisti, se esista l'interessamento dei consigli circoscrizionali interessati per territorio, i tempi dell'eventuale intervento, le conseguenze che potrebbero verificarsi in ambito territoriale, urbanistico e viabilistico;
  • alla Giunta del Comune di Milano se sussista la copertura per l'avvio del bando di appalto per la ditta che dovrà provvedere alla realizzazione del progetto;
  • all'Assessorato al Territorio del Comune di Milano se esista la possibilità di dare carattere preferenziale alla realizzazione delle opere di incremento delle infrastrutture per promuovere una mobilità sostenibile e se tali coperture possano derivare dai fondi oggi previsti come desttinabili alla realizzazione del tunnel di collegamento Linate con il polo fieristico Rho/Pero
  • alla commissione territorio del consiglio di zona 4 di milano di provvedere a indire una riunione con all'ordine del giorno la discussione sulla proposta del progetto, invitando progettisti e dirigenti del settore e dell'assessorato competente
    Alessandro Rizzo
    Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano – Gruppo La Sinistra
    Consiglio di Zona 4
Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 15:55

casa delle associazioni zona 4

 

Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4
Milano, 26 marzo 2009
alla cortese attenzione del Settore al Decentramento del Comune di Milano
alla cortese attenzione dell'Assessorato alle Aree Cittadine del Comune di Milano
alla cortese attenzione del Consiglio di Zona 4 e della sue Componenti
alla cortese attenzione della Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano
interrogazione in merito allo stato di attuazione e di avvio della costituzione della Casa delle Associazioni prevista in Zona 4 presso i locali dell'ex Centro Civico Zona 13 di Viale Ungheria
considerato che
da tempo si discute dell'attivazione di un centro adibito a dare spazio alle attività e alle iniziative in senso condiviso alle associazioni culturali e sociali presenti nella Zona 4 di Milano e che l'identificazione di tale spazio ha visto la disponibilità da parte del Comune di Milano della struttura dell'ex Centro civico zona 13 presso Viale Ungheria
constatata
la notevole importanza, recepita dallo stesso consiglio di zona, artefice di un incontro pubblico con le realtà potenzialmente interessate a usufruire degli spazi, fortemente radicate sul territorio circoscrizionale e attive nel proporre iniziative ed eventi che danno avvio a proposte culturalmente variegate e socialmente aggregative per la zona
vista di fatto
la difficoltà sempre riscontrata dalla maggior parte delle associazioni non a scopo di lucro nel reperire spazi e situazioni utili a promuovere non solo iniziative ma a portare avanti l'attività amministrativa ordinaria sociale, dando forte ridimensionamento alle potenzialità aggregative delle stesse
preso atto
che il progetto di attivazione della Casa delle Associazioni ha subito un forte ritardo nei tempi anche e soprattutto dovuti al trasferimento nei locali del centro civico di Viale Ungheria di buona parte delle attività promosse dai CAM di Ponte Lambro, la cui sede è soggetta a ristrutturazioni e la cui attività deve poter proseguire per garantire l'efficienza del servizio finora assicurata e la sua continuità
si chiede
  • al Setttore al Decentramento del Comune di Milano e all'Assessorato alle Aree Cittadine se sia previsto, e in quali tempi, l'avvio di tale progetto e della costituzione della Casa delle Associazioni in Zona 4 al fine di dare conseguenza alle attese e alle prospettive offrite alle associazioni circoscrizionali interessate all'utilizzo degli spazi a fini associazionistici e il motivo dei ritardi oggi ancora presenti nel dare attuazione alla proposta
  • al Settore Demanio del Comune di Milano se sia prevista l'attivazione del progetto della Casa delle Associazioni nella sede pattuita precedentemente, anche a fronte di una temporanea presenza delle attività e delle iniziative promosse dal CAM Parea, a sua volta soggetto a interventi strutturali rendenti inagibili i locali, o, altrimenti, sia prevista una temporanea collocazione alternativa e, in caso affermativo, quale sarebbe quest'ultima
  • alla Presidenza del Consiglio di Zona 4 di provvedere ad affrontare il tema in Consiglio di Zona o delegandone la trattazione a commissioni consiliari tematicamente competenti, coinvolgendo i soggetti associazionistici interessati, al fine di stilare una proposta e un documento di sollecito all'avvio del progetto, nonché, in presenza di notizie riguardanti lo stesso avvio della proposta, informare il Consiglio stesso.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 27 Marzo, 2009 - 12:37

Forum Mondiale dell’Acqua - Istanbul. Dichiarazione finale

Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua di Istanbul
Dichiarazione finale
Dopo Città del Messico 2006, che ha rappresentato un’importante tappa per il continuo lavoro svolto dai movimenti globali per l’acqua, ci siamo oggi incontrati ancora una volta ad Istanbul per mobilitarci contro il 5 Forum Mondiale dell’Acqua.
Oggi siamo qui per delegittimare questo ipocrita World Water Forum ma anche per dare voce all’agenda alternativa dei movimenti globali per l’acqua!
Posto che siamo qui in Turchia, non possiamo fare a meno di notare come questo paese stia offrendo un importante esempio dell’impatto distruttivo che possono avere le politiche di gestione dell’acqua.
Il governo Turco ha imposto la privatizzazione di entrambe gli ambiti del servizio idrico (sistema di distribuzione e sistema di raccolta), i corsi d’acqua ed ha programmato di costruire una diga in ciascuno dei fiumi del paese.
I quattro principali casi di dighe rischiose e distruttive che stanno per essere costruite in Turchia, sono rappresentati dalle dighe di Ilisu, di Yusufeli, di Munzur e di Yortanli. Per circa dieci anni le popolazioni interessate da queste dighe si sono fortemente opposte ai progetti per la loro costruzione, in modo particolare alla diga di Ilisu, che rappresenta parte del complesso progetto di irrigazione e di produzione di energia idroelettrica che va sotto il nome di Progetto dell’Anatolia sud est, o GAP.
La diga di Ilisu che fra i vari progetti di costruzione di dighe è uno dei più criticati in tutto il mondo, è particolarmente complesso e difficoltoso a causa delle sue implicazioni di politica internazionale per quanto riguarda tutto il Medio Oriente.
La diga è situata nella regione kurda dove tuttora sono in corso gravi violazioni dei diritti umani legate alla irrisolta questione del popolo kurdo. Il governo turco sta usando il progetto GAP per produrre delle conseguenze negative a danno della popolazione kurda ma anche per cancellare i loro diritti culturali e politici.
Noi come movimento, siamo qui per proporre delle soluzioni alla crisi idrica, ma anche per chiedere all’Assemblea Generale dell’ONU di organizzare il prossimo forum globale sul tema dell’acqua. La
partecipazione di importanti esponenti e rappresentanti delle Nazioni Unite ai nostri incontri è la dimostrazione che qualche cosa è cambiata. C’è un concreto e simbolico spostamento di legittimità: dal Forum officiale organizzato dagli interessi privati e dal World Water Council al Forum dell’Acqua della società civile, organizzato dalla società civile di tutto il mondo, e che include contadini, popolazioni indigene, attivisti, movimenti sociali, sindacati, organizzazioni non governative e reti che sono attive ovunque in difesa dell’acqua, dei territori e dei beni comuni.
Facciamo appello alle Nazioni Unite e agli stati che ne fanno parte a farsi carico di assumere l’ impegno formale, in qualità di principale fra i forum internazionali, di organizzare un forum sull’acqua che sia capace di imporre degli obblighi agli stati membri, e di farsi carico delle istanze della comunità mondiale.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni e ai governi presenti a questo 5° WWF, a impegnarsi affinchè questo sia l’ultimo forum dell’acqua gestito dalle corporations. Il mondo ha bisogno di un legittimo, affidabile, trasparente democratico forum sull’acqua che emerga attraverso un processo interno alle Nazioni Unite e che sia sostenuto dai paesi che ne fanno parte.
Confermando ancora una volta l’illegittimità del WWF, respingiamo la dichiarazione ministeriale in quanto essa non riconosce l’acqua come un diritto umano universale, ne tanto meno esclude l’acqua dagli accordi mondiali sul commercio.
Inoltre il testo della risoluzione ignora il fallimento delle privatizzazioni come strumento in grado di garantire l’accesso all’acqua per tutti, e non tiene da conto quelle raccomandazioni espresse attraverso le Risoluzioni del Parlamento Europeo.
Infine, la dichiarazione promuove l’uso dell’acqua per produrre energia idroelettrica attraverso le dighe, oltre all’aumento della produzione di biocarburante, i quali producono entrambe ulteriori iniquità e ingiustizie.
Riaffermiamo e rafforziamo tutti i principi e gli impegni espressi nel 2006 attraverso la dichiarazione di Città del Messico: sosteniamo l’acqua come elemento fondamentale di tutti gli esseri viventi presenti sul pianeta, come diritto umano fondamentale e inalienabile; insistiamo sul fatto che la solidarietà tra le generazioni presenti e future debba essere garantita;
respingiamo qualsiasi forma di privatizzazione e affermiamo che il controllo sull’acqua debba essere pubblico, sociale, cooperativo, partecipativo, equo e non destinato alla creazione di un profitto;
chiediamo una gestione democratica e sostenibile, rispettosa dell’ecosistema, che sia in grado di preservare l’integrità del ciclo dell’acqua attraverso la sua tutela, oltre a una gestione che tuteli le sorgenti e l’ambiente.
Ci opponiamo al modello economico e finanziario dominante basato sulle privatizzazioni, sulla commercializzazione e sulla finanziarizzazione dell’acqua pubblica e dei servizi di depurazione. Ci opporremo a questo modello di riforma distruttivo che esclude dalla gestione il settore pubblico, avendo constatato le ripercussioni che da esso derivano per le persone più povere, come conseguenza di rigide pratiche di remunerazione dei costi e di utilizzo di contatori prepagati.
A partire dal 2006, in Messico, il movimento globale per l’acqua ha continuato a sfidare il controllo delle grandi corporations sull’acqua per questioni di profitto.
Alcuni dei nostri risultati sono stati: la richiesta di ripubblicizzare quelle utilities che erano state privatizzate; incoraggiare e sostenere la partnership pubblico-pubblico; provocare delle perdite di profitto per le industrie che imbottigliano acqua; e realizzare tutti insieme simultaneamente attività collettive in occasione dell’Ottobre Blu e della Settimana di Azione Globale. Celebriamo gli obiettivi raggiunti attraverso il riconoscimento del diritto umano all’acqua in diverse costituzioni e leggi.
Allo stesso tempo abbiamo bisogno di attribuire le responsabilità della crisi economica ed ecologica che è in corso. Non pagheremo noi la vostra crisi!
Non intendiamo avallare questo modello economico sbagliato e insostenibile che ha trasformato: un incommensurabile espansione del credito in un enorme debito pubblico, l’acqua e i beni comuni in merce, e che considera l’intero habitat naturale in un deposito a cielo aperto di materie prime.
L’interdipendenza di fondo tra acqua e cambiamento climatico viene riconosciuta dalla comunità scientifica e viene anche sottolineata dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC).
Per tale ragione noi non accettiamo risposte sugli stravolgimenti del clima e relative al settore energetico, che seguano la stessa logica che ha prodotto la crisi in atto. Tale logica, che compromette in maniera irrimediabile la quantità e la qualità delle acqua e della vita, si basa sulla costruzione di dighe, di centrali nucleari, di coltivazioni intensive di biocarburanti.
Nel dicembre 2009 noi riproporremo i nostri timori e le nostre proposte alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen.
Inoltre, il modello dominante di agricoltura intensiva industriale, contamina e distrugge le risorse idriche, impoverisce i suoli, e distrugge la sovranità alimentare.
Tutto questo ha un forte impatto sulla vita e sulla salute pubblica. A partire dalla fruttuosa esperienza del Forum Sociale Mondiale di Belem, ci impegnamo a rafforzare l’alleanza strategica tra i movimenti mondiali dell’acqua e quelli per la terra, per il cibo e per il clima.
Ci impegnamo inoltre a continuare a costruire reti e nuove alleanze sociali, ed a coinvolgere sia le autorità locali che i parlamentari che siano determinati a difendere l’acqua come un bene comune, oltre a riaffermare il diritto ad un’acqua potabile per tutti gli esseri umani e non. Incoraggiamo inoltre tutte le utilities pubbliche che gestiscono l’acqua a mettersi in rete, e formare delle reti regionali e delle associazioni nazionali.
Accogliamo i risultati fino ad ora raggiunti e guardiamo in avanti per la prosecuzione della nostra collaborazione, a livello nazionale e continentale!

Mercoledì, 25 Marzo, 2009 - 15:30

Risposta a Bagnasco sul preservativo

“Non è questione di polemiche o prese in giro, noi vogliamo ribadire che il preservativo è un presidio per la prevenzione da HIV e il suo utilizzo diminuisce la diffusione dell’AIDS.” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “Usare il preservativo significa avere la responsabilità di agire una sessualità consapevole, mentre il vaticano afferma cose irresponsabili.”
“Se Ratzinger non vuole essere “irriso”, come sostiene il presidente della CEI Angelo Bagnasco, basta che la smetta di dire sciocche falsità. I governi europei – Francia, Germania, Spagna in testa – hanno ribadito chiaramente che frasi come quelle pronunciate da Ratzinger, fatte in più da una persona che ha enorme influenza, vanno contro l'interesse della salute pubblica”.
“Vorremmo che fosse chiara la distizione tra lo stato vaticano e il nostro Paese, che purtroppo non si fa portavoce di una sensate politiche di prevenzione: nessun vero laico si farebbe intimidire da minacce degne della corte del Papa-Re.”
Bagnasco sentirà forte quest’anno nella sua città la voce della laicità e della libertà di ogni persona, con il Pride nazionale LGBT che si concluderà con una grande manifestazione di piazza il 27 giugno a Genova”.

fonte: Arcigay Nazionale

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