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Il Blog di Antonella Fachin | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Antonella Fachin
Venerdì, 30 Ottobre, 2009 - 15:00

Discriminazione di genere e inquinamento visivo. Donna e media

Discriminazione di genere e inquinamento visivo. La donna e i media, che fare?
da
In Italia evidentemente la materia e' agli esordi, se si pensa che in Paesi come gli Stati Uniti gli studi di genere vengono impartiti agli studenti dei corsi di laurea piu' disparati, dalla musica, alla storia, all'economia ecc..., segno evidente che si tratta di materia ritenuta fondamentale nella creazione di una coscienza collettiva critica sui rapporti uomo donna. Cio' non di meno, anche qui da noi pare bollire in pentola un nuovo fermento. Certo, e' indubbio il ruolo delle ultime vicende mediatiche che hanno coinvolto il Premier, le sue veline, le 'sparate' televisive contro la Bindi e le reazioni di alcuni giornali che hanno raccolto il malcontento delle donne, come l'appello del quotidiano La Repubblica. Ma forse non e' tutto qui, forse si comincia oggi timidamente ad aprire gli occhi sul baratro in cui e' sprofondata l'immagine collettiva della donna, schiacciata tra il ruolo di moglie con il mocio Vileda in mano, oppure nuda e rifatta a sgonnellare accanto al conduttore.
Si cita in proposito l'ottimo video documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi, che ha affrontato senza velo la condizione televisiva del genere femminile sui nostri schermi televisivi.
Quali sono gli effetti di queste immagini e simboli sull'immaginario collettivo e -di conseguenza- sui rapporti sociali?
Perche' la donna accetta una visione di se stessa che la vede nuda, sgambettante intorno all'uomo avallando cosi' la propria subalternita' socio culturale nei confronti del genere maschile?
Tali, fra gli altri, sono i quesiti cui gli studi di genere intendono sciogliere.
Non pare eccessivo parlare di inquinamento visivo. Sembra ovvio, ma forse non lo si sente dire abbastanza, che attraverso il visivo si perpetuano forme di disuguaglianza sociale che proprio di quell'immaginario consolidato si avvalgono per legittimarsi. L'inquinamento consiste proprio nel far apparire "normali", "naturali" le disuguaglianze, che in realta' trovano invece profonde radici nella cultura e nelle politica di un popolo ancora involuto in punto di parita' fra generi. In Italia ad esempio, appare ovvio che in una pubblicita' di un detersivo una signora sulla quarantina pulisca la casa e stiri la camicia al marito, e cio' costituisce il modello e la base "familiare" sulla quale si fonda lo spot. In Francia, probabilmente, il pubblicitario si rivolge al pubblico femminile e maschile con altri stereotipi: la donna sulla quarantina fa yoga e dialoga con le amiche.
Insomma, nella societa' postmoderna, l'immagine, ben piu' della parola e della norma, detta regole su cio' che siamo, come ci poniamo, i modelli, i sogni e gli obbiettivi che ci auto-diamo o che ci son dati.

Ma cosa fare?
Due cose, forse.
In primo luogo parlarne e prenderne coscienza. Tutti, uomini e donne. Gia', perche' anche molti uomini si sentono offesi dalla spazzatura mediatica con cui si incarnano oggi gli idoli e gli ideali, sia maschili che femminili. Non tutti gli uomini hanno a cuore il rimanere depositari di un vecchio privilegio di dominio, che li vede protagonisti in scene degne di commedie all'italiana. Non tutti si sentono a proprio agio in questa dinamica sociale che li bolla di fatto come guardoni, sempre in cerca di seni e sederi su cui costruire in toto la propria sessualita'. Molti, ma molti no. Cosi' come anche le donne, del resto, possono forse prender coscienza dello squallore che circonda la propria figura al fianco dell'uomo, degli standard estetici che le sono imposti a tutte le eta', dell'esigenza di recuperare una identita' dignitosa, che non passi attraverso un proprio fedele adempimento.
In secondo luogo, forse, occorre porsi nuovi obbiettivi normativi a tutela della discriminazione di genere, che affrontino non solo il problema della parita' sul luogo di lavoro, piuttosto che i gravi problemi relativi alla maternita'. Ma anche quello di eliminare gli strumenti (nel caso le immagini) con cui in modo silente, e nemmeno troppo nel caso Italia, si perpetua l'assoggettamento e la discriminazione nei confronti delle donne. Partire dal concetto che le immagini "pesano", "inquinano" e determinano le attitudini sociali piu' di quanto si sia pronti a riconoscere. Che il "simbolo" incide. Cosi' come e' vietata la pubblcita' della sigaretta, o cosi' come non si tollererebbe una pubblicita' razzista o pedofila, allo stesso modo possiamo considerare lesive le immagini della donna oggetto, o della donna che assume ruoli di assoggettamento nei confronti dell'uomo, in termini di ruolo familiare, di compito assegnato dalla societa', di soggetto meramente passivo della bramosita' dell'uomo. Almeno nei messaggi pubblicitari a scopo commerciale.
Potremmo cominciare a parlarne, esattamente come si parla di quote rosa, se politicamente si volessero raggiungere gli obbiettivi della parita' uomo donna.
* Si veda 'Gender e Media, Verso un immaginario sostenibile' a cura di Anna Lisa Tota, che ringraziamo per la pubblicazione e da cui abbiamo tratto spunto per la stesura del presente articolo.
Giovedì, 29 Ottobre, 2009 - 12:33

BARCONI NAVIGLIO: PDL E LEGA VOTANO POSSIBILITA' CONDONO

BARCONI NAVIGLIO: PDL E LEGA VOTANO POSSIBILITA' CONDONO. DELLA SERIE: LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI
Le regole sono uguali per tutti? Ma neanche per sogno! E così, se sei un immigrato africano che vende abusivamente qualche borsetta in corso Buenos Aires, allora ti becchi presìdi, minacce e pattuglie dell’esercito, se invece sei un benestante commerciante che da 15 anni tiene abusivamente un barcone-bar sul Naviglio Pavese - come dire una miniera d’oro - senza nemmeno pagare le modeste “indennità” richieste dal Comune, allora ti offrono pure un simpatico condono.
E, visto che al peggio non c’è mai fine, quelli che inneggiano alla gazzarra di domani in corso Buenos Aires, tra cui i due Assessori regionali Boni (Lega) e Maullu (Pdl), sono gli stessi che oggi in Consiglio regionale hanno regalato la possibilità del condono ai barconi abusivi dei Navigli.
Infatti, la Lega e il Pdl hanno approvato un emendamento dell’esponente del Pdl, Alessandro Colucci, che ha reintrodotto nel progetto di legge n. 404, una maxi-sanatoria per tutte le occupazioni senza titolo (circa 70) sui laghi e corsi d’acqua lombardi, proprio la possibilità di condono anche per i barconi del Naviglio.
Un condono escluso in Commissione V il 14 ottobre scorso, dove un nostro emendamento in questo senso fu accolto all’unanimità, perché alla fine tutti si convinsero che c’è un limite anche nelle sanatorie.
Fu la stessa Giunta regionale, nel lontano 1995, a revocare le concessioni a questi barconi e a stabilire che in quelle aree non potevano stazionare in permanenza per svolgere attività commerciali. Ma, nonostante le molte segnalazioni e proteste dei residenti, tutti quanti, dalla Regione al Comune, hanno fatto finta di niente.
Soltanto il 15 luglio scorso una conferenza dei servizi, convocata dal Comune di Milano, ha deciso che quei barconi dovevano andarsene. E, particolare importante, decisivi per giungere a quella conclusione sono stati i pareri della Sopraintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e della Regione Lombardia, che si è richiamata proprio alla delibera del 1995, fino ad allora desaparecida.
Ma, particolare anche più importante, lo stesso 15 luglio la Giunta regionale deliberava il progetto di legge n. 404, cioè la maxi-sanatoria. E oggi, Lega e Pdl, inchinandosi alle pressioni di qualche lobby e mandando a quel paese i residenti dei Navigli, hanno anche eliminato l’unico elemento positivo che eravamo riusciti ad inserire in questo ennesimo condono.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare l’emendamento del centrodestra, che elimina esattamente quello nostro approvato prima in Commissione, passato in Aula con 37 voti a favore e 17 contrari (tutta l’opposizione).
 
Scarica Allegato
Mercoledì, 28 Ottobre, 2009 - 17:39

Aderisco all'appello: costruiamo una federazione di Sinistra

Il sottoscritto Alessandro Rizzo, Consigliere di Zona 4 di Milano,
aderisce convintamente all'appello

"PER UN NUOVO INIZIO - Costruiamo insieme a Milano la Federazione
della Sinistra"

per le seguenti motivazioni politiche, condividendo le parti
strutturanti dell'analisi e delle prospettive che il testo propone:

- la necessità politica di iniziare da Milano un itinerario collettivo
che sappia rinnovare la Sinistra culturalmente sia dal punto di vista
teorico, apprendendo i valori e gli ideali storici del Movimento
operaista, femminista, pacifista, antifascista, ambientalista, LGBTQ,
per i diritti civili, la difesa della laicità dello stato e delle
istituzioni, altermondialista, sia dal punto di vista della prassi,
costituendo momenti di radicamento nelle strutture scolastiche,
lavorative e sociali, dove si evidenzia la vita quotidiana della
comunità;
- la difesa della Costituzione e la sua attuazione, anche in vista di
una trasparenza della pubblica amministrazione, in una promozione
della legalità, che non significhi "sicuritarismo" ma eguaglianza
nelle opportunità per tutte e per tutti, senza privilegi;
- la costruzione di un'aggregazione politica e culturale delle forze e
delle realtà che si muovono nei partiti e fuori dai partiti per
un'alternativa in una città che è sintesi delle più acerrime
conseguenze del liberismo selvaggio e del capitalismo darwinista,
procedendo per la via di un ritorno al carattere pubblico e alla
difesa dei beni pubblici.

Alessandro Rizzo
Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Ottobre, 2009 - 11:36

A Milano altri episodi di omofobia. E' ora di dire BASTA

Tre ragazzi omosessuali sono stati vittime di aggressione omofobiche nella nostra città. Un giovane giovedì sera è stato aggredito da due energumeni con bastoni provoncandoglio le lesioni alle giunture del ginocchio. Due ragazzi gay sono stati avvicinati da una macchina con a bordo quattro persone in Corso Lodi sabato notte; scesi i quattro manigoldi hanno incominciato a insultarli per, poi, giungere all'attacco fisico arrecando ecchimosi e ematomi su varie parti del corpo nonchè danni agli occhi a uno dei due aggrediti.

Il livello di guardia sta raggiungendo il culmine dell'insopportabilità in un Paese che ha visto e registrato da gennaio 8 omicidi, 70 violenze ed aggressioni, 8 estorsioni e 7 atti vandalici, mentre il Parlamento presenta emendamenti riguarda eccezioni di costituzionalità contro un progetto di legge che prevedeva l'inserimento dell'aggravante dell'omosessualità nei reati contro le persone. Chiaramente è giusto e importante fare sentire la voce come comunità LGBT, nonchè a denunciare questi episodi con determinazione. Arcigay di Milano ha espresso solidarietà e ha fatto sapere per voce del Presidente che metterà a disposizione le proprie strutture e i propri legali per dare assistenza giuridica ai ragazzi colpiti da questo efferato atto.

Milano viene considerata la città più ospitale nei riguardi della comunità lgbt. Diversi sono gli spazi e i locali dove incontrarsi, conversare, fare cultura e promuovere la circolazione dei pensieri all'interno del movimento. Non credo, però, di poter dare a questa metropoli la patente di città della tolleranza e della perfetta integrazione. Numericamente a Milano le persone lgbt sono consistenti, determinando a livello statistico la presenza più alta in Italia. Ma culturalmente questa città vive ostaggio di un'assenza di iniziativa politica amministrativa utile a rimuovere ogni prregiudizio e a garantire un'estensione dei diritti e delle garanzie, delle opportunità per le persone lgbt. E' del maggio 2008 il voto contrario, espresso in modo trasversale, del Consiglio Comunale verso la proposta, che aveva trovato un consenso diffuso nelle commissioni rispettive. In Regione Lombardia durante la discussione sulla proposta dell'opposizione di provvedere all'adesione dell'Ente alla Giornata contro l'omofobia, che ha visto il suo rigetto da parte della maggioranza di centrodestra, il capogruppo della Lega ha apostrofato il testo con epiteti omofobi e offensivi di elevato grado, nonchè il capogruppo di Forza Italia ha ribadito l'insostenibile differenzazione tra famiglie naturali e orientamenti non considerabili come tali. Espressioni di questo tipo legittimano di fatto episodi di violenza e di persecuzione contro la comunità lgbt, contro persone gay, lesbiche, trans, bisessuali. In un paese civile l'amministrazione, a fronte di un incremento così grave di atti omofobici, avrebbe provveduto ad approvare misure e provvedimenti utili a prevenire e a reprimere aggressioni di tale entità, nonchè a garantire tramite delibere e regolamenti un percorso di estensione di diritti e garanzie per la comunità lgbt. Da tempo chiedo tramite interrogazioni a quale punto è attualmente il didattito riguardo a iniziative amministrative presenti in contesti metropolitani europei, ricordo Parigi, Berlino, Londra, e da ultimo il Comune di Washinghton DC, dove si sta discutendo l'approvazione del registro delle coppie di fatto.

Sarebbero utili attività del Comune volte a inserire nell'organico della Polizia Locale un corpo specializzato sul tema della prevenzione e delle repressione di comportamenti e reati a sfondo omofobico, come avviene a Edimburgo o a Stoccolma. Sarebbe utile e importante che la pubblica amministrazione disponesse di un servizio che assicuri legalmente e giuridicamente un sostegno alle vittime di reati a sfondo omofobico, anzichè lasciare che tale attività sia di origine puramente associazionistica e volontaria, certamente meritoria e nobile. Sarebbe utile che il Comune di Milano invitasse, insieme ad altri enti che hanno già accolto tale proposta, il Parlamento a definire un percorso necessario legislativo di estensione della Legge Mancino ai reati contro l'orientamento sessuale, combattendo ogni forma di persecuzione e di pregiudizio di cui il Paese è visibilmente intriso. Sarebbe importante, infine, che il Comune desse avvio all'istituzione di registri per cppie di fatto, siano esse omosessuali, siano esse eterosessuali, garantendo un recepimento di una forma di unione familiare fortemente presente nel tessuto sociale ma non ancora in quello culturale e istituzionale.

Nonostante l'incremento di atti omofobici e nonostante siano passati diversi mesi dalla prima lettura del testo di proposta indirizzato a istituire il registro delle convivenze affettive il Comune di Milano risulta ancora fermo e fortemente inattivo a provvedere alla promozione di iniziative funzionali a fronteggiare una piaga insostenibile per una città che si definisce europea in un paese che si definisce civile. 

Alessandro Rizzo

Lista Uniti con Dario Fo - Capogruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 28 Ottobre, 2009 - 11:30

FS: RESA GIUSTIZIA A DANTE DE ANGELIS, REINTEGRATO AL LAVORO

La lotta condotta da Dante De Angelis, con l'aiuto delle tantissime persone che lo hanno appoggiato in questi mesi, è finita con una vittoria.
Dante era stato ingiustamente licenziato dalle FS, solo perché si era permesso di adempiere al ruolo istituzionale che la legge (prima il D.Lgs.626/94 e ora il D.Lgs.81/08) ha dato ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Cioè quello di segnalare al Datore di Lavoro prima e, se da questi non riceve risposte soddisfacenti, alle Autorità di controllo, gravi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Dante era stato ingiustamente licenziato, perché, in tal senso, aveva segnalato la rottura degli organi di aggancio di treni (in particolare i convogli ad alta velocità), che avevano provocato e lo avrebbero potuto fare nel futuro, il distacco delle carrozze passeggeri dal locomotore, con rischi gravissimi non solo per il lavoratori delle FS, ma anche per i passeggeri.
Oggi Dante è stato reintegrato al suo posto di lavoro e le FS sono state condannate per 'atteggiamento antisindacale'.
Come per i lavoratori della INSE Presse, la lotta di Dante e di tutti coloro che lo hanno sostenuto in questi mesi, dimostra, ancora una volta che la lotta paga.
Non dobbiamo arrenderci mai. Uniti si può vincere !

DIFFONDETE & KNOW YOUR RIGHTS ! ! !

Da:http://www.dazebao.org

Lunedì 26 ottobre 2009 19:33

di Matteo Giuli

ROMA - "Ero preoccupato ma assolutamente fiducioso perché sapevo di aver fatto solo il mio dovere civico e svolto il ruolo di lavoratore responsabile e RLS".
Così Dante Dante De Angelis, il macchinista licenziato ingiustamente dalle Ferrovie dello Stato il 15 agosto del 2008, ha commentato il suo reintegrato al posto di lavoro.
La decisione arriva direttamente dal giudice del Tribunale di Roma,  Dario Conte, che questa mattina ha annullato il licenziamento deciso arbitrariamente dalle FS, obbligando l'azienda, condannata per atteggiamento antisindacale, all'immediata reintegrazione del rappresentante per la sicurezza e al risarcimento di tutte le retribuzioni perdute.
De Angelis la mattina di ferragosto di un anno fa si era recato al lavoro scoprendo di essere stato improvvisamente licenziato senza nessun preavviso dalle FS, che lo ritenevano colpevole per aver denunciato una situazione d'insicurezza.
I fatti su cui Dante De Angelis si era espresso riguardavano gli incidenti ferroviari avvenuti nei pressi di Milano il 14 e il 22 luglio del 2008, dove la rottura del tenditore di collegamento di un ETR 500 provocò il distaccamento tra due vagoni.

All'epoca dei fatti molti definirono ingiusto il licenziamento di De Angelis, tanto che dimostrazione dello sdegno per questa vicenda, molti lavoratori e cittadini si attivarono con appelli che raccolsero migliaia di sostenitori e presidi per  chiedere l'immediata riammissione al lavoro di De Angelis.
Ma la situazione sembrava essersi arenata, fino alla decisione di oggi.

Una vera e propria vittoria, hanno commentato in molti colleghi e non solo per Dante ma per tutti quei lavoratori che ogni giorno si battono per la sicurezza.

Oggi finalmente con la decisione del Tribunale si rende giustizia a De Angelis dopo oltre un anno di attese.

Mercoledì, 28 Ottobre, 2009 - 10:57

Milano, due episodi di aggressione

27/10/2009 - Ufficio stampa Arcigay

 

Giovedì 21 ottobre un ragazzo gay è stato aggredito a Milano con pietre e bastoni da due energumeni che gli hanno provocato la rottura dei legamenti di un ginocchio. Medicato al pronto soccorso è stato dimesso con una prognosi di 21 giorni.

Sabato notte 23 ottobre, attorno alle 4 del mattino, una coppia di ragazzi usciti da una discoteca nei pressi di corso Lodi sono stati affiancati da una macchina dalla quale quattro persone hanno cominciato a insultarli per poi passare alle vie di fatto causando ecchimosi e ematomi su varie parti del corpo a entrambi e danni ad un occhio ad uno dei due e che a seguito di ciò probabilmente dovrà subire un’operazione. Risultato: 10 e 30 giorni di prognosi.

In entrambi i casi è stata sporta denuncia.

"Queste brutali aggressioni segnalano il clima di violenza continua a cui è esposta la nostra comunità, che non risparmia nemmeno una città come Milano, tradizionalmente considerata più accogliente nei confronti delle persone omosessuali e trans.” – dichiara il presidente di Arcigay Milano Paolo Ferigo – “A tutti e tre gli sfortunati protagonisti diamo la piena solidarietà e vicinanza da parte del C.I.G. Arcigay Milano. Come sempre, mettiamo a loro completa disposizione la nostra struttura e i nostri legali perché sia fatta piena luce sull´accaduto e si tuteli così la dignità personale delle vittime dell´omofobia".

"Da gennaio 2009 ad oggi la cronaca ha registrato 8 omicidi, 70 violenze ed aggressioni, 8 estorsioni e 7 atti vandalici.” – aggiunge il responsabile lotta alla violenza Arcigay Luca Trentini – “Considerando il sommerso e il non denunciato la situazione è ormai fuori controllo.”

“In qualsiasi altro paese civile si sarebbe gridato all´emergenza.” – conclude il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “In Italia invece il parlamento rifiuta di discutere una qualsiasi Legge a nostra tutela, dando un ulteriore sfregio alle troppe vittime e legittimando le azioni di odio contro di noi".

Martedì, 27 Ottobre, 2009 - 19:02

"A quarant'anni dall'autunno caldo" a Palazzo Marino

I Gruppi Consiliari della Lista Uniti con Dario Fo e Rifondazione Comunista
hanno organizzato per il prossimo 6 novembre (a partire dalle ore 17.00) un
dibattito pubblico in occasione del quarantennale dell'autunno caldo.
Siamo  consapevoli  che  numerose  saranno  le  iniziative al riguardo; non
vogliamo  quindi che questa iniziativa sia un doppione di altre e tanto meno
debba ridursi ad un triste amarcord.
Vogliamo che sia una riflessione su quello che è stato portando al pubblico
che  sarà  presente  dei  contributi  che  saranno  forniti da chi in prima
persona ha avuto modo di vivere quelle esperienze.
Si  parlerà  del  mondo del lavoro e delle lotte operaie in fabbrica, della
partecipazione  e  del  ruolo  delle  donne  con  la  testimonianza,  della
contestazione  studentesca,  della  strategia  della tensione a qurant'anni
dalla strage di piazza Fontana.
In  chiusura  si cercherà di dare risposte ad alcuni interrogativi relativi
all'oggi  e  al  prossimo  futuro  di  fronte  alla  crisi economica e alle
problematiche del mondo del lavoro.
Saranno  presenti  Basilio Rizzo, Vladimiro Merlin, Emilio Molinari, Franco
Calamida,  Lidia Menapace, Mario Capanna, Giorgio Galli, Federico Sinicato,
Saverio Ferrari e Giorgio Cremaschi.
Il dettaglio degli interventi lo potete trovare nell'allegato.
Certi di aver solleticato il vostro interesse, vi aspettiamo numerosi.

Martedì, 27 Ottobre, 2009 - 18:41

L'Accademia di Brera deve essere difesa

Esprimo la mia solidarietà alle ragazze e ai ragazzi dell'Accademia di Brera in difesa degli spazi della propria struttura scolastica, che deve essere considerata patrimonio culturale della nostra città. Il Comune di Milano vuole spostare l'Accademia in Via Mascheroni al posto della vecchia Caserma dell'esercito. L'opposizione a tale prospettiva è dovuta essenzialmente al fatto per cui il trasloco nella nuova sede dovrebbe costare di più del previsto, 5 milioni di euro e non gli 800 mila euro preventivati, e dovrebbe garantire un minore spazio per l'attività didattica, 3.500 metri quadri e non i 26 mila promessi. Dario Fo ha denunciato chiaramente questi dati lo scorso sabato in un'assemblea indetta dalle studentesse e dagli studenti dei corsi. Ricordo come nel 2007 Dario Fo e Franca Rame avessero più volte affrontato il ema del degrado e della fatiscenza a cui l'Accademia è soggetta da tempo, segno di un'incuria da parte dell'amministrazione comunale. L'accademia di Brera risulta dimenticata nell'ambito contestuale urbanistico in cui sorge, dove maggiormente si rivela come canale di aggregazione sociale l'appuntamento consumeristico con l'aperitivo di massa nei locali adiacenti. Un tempo, sottolineava Dario Fo, le ragazze e i ragazzi si frequentavano nel cortile della struttura, si contaminavano con esperienze artistiche diverse, crescevano professionalmente e personalmente: si trovavano per parlare, per confrontarsi, studentesse e studenti, giovani che passavano per la città, ragazzi di tutto il mondo propensi a esprimere la propria creatività, le proprie inclinazioni, le proprie espressività. Oggi il Comune di Milano, a fronte del disagio che studenti e docenti hanno da tempo denunciato a livello strutturale dell'Accademia, ha offerto alla presidenza una soluzione che risulta essere una via d'uscita al ribasso rispetto alle esigenze dell'istituto: il trasferimento. La proposta del Comune di Milano è alqaunto insufficiente, fortemente riduttiva, esempio di un'assenza ormai totale di investimento in un'ente che dovrebbe essere patrimonio civico e culturale della nostra città. Certamente è chiaro: tutto ciò che crea cricolazione del pensiero e libera espressività della propria personalità disturba e poco interessa un potere amministrativo incline alle pressioni economiche e commerciali. Una struttura educativa di questo calibro non comporta nessun tipo di entrate a brevissimo periodo, seppure sia un percorso di costruzione di un futuro miglioramento sociale e collettivo e di una crescita comune, beneficiante anche in termini "monetari". Dario chiede agli studenti di mobilitarsi, di farsi sentire, di coinvolgere la città, spesso sorda difronte a tali problematiche o semplicemente non curante delle istanze che provengono dal mondo culturale ed educativo, nella prospettiva di crescita delle prossime generazioni. Io esprimo solidarietà a chi oggi, docenti, ricercatori, intelligenze artistiche e studenti, vivono questa struttura che deve essere difesa perchè è di tutte e di tutti, universalmente. Esprimo solidarietà e sostegno alle vertenze e istanze di chi vuole rappresentare la voce altra di una Milano soggetta e vittima di logiche di profitto e di monetizzazione della vita quotidiana, la voce di un universo culturale e artistico che ha il diritto di rivendicare un ruolo primario nella città, di prendersi questa città e portarla verso a un rinascimento culturale e civile.

Alessandro Rizzo
Uniti con Dario Fo - Capogruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 26 Ottobre, 2009 - 18:29

Caravaggio al tempo di Caravaggio di Dario Fo

Biblioteca Valvassori Peroni - Manifestazioni Culturali

Biblioteca Valvassori Peroni
Consiglio di Zona 3

 presso la nostra biblioteca ha luogo, il mercoledì,
PAGINE D'ARTE. ARTE E ARTISTI PROTAGONISTI DELLA NARRATIVA  CONTEMPORANEA
a cura di Opera d'Arte
un  ciclo  di  conferenze  tenute  da  storici  dell'arte,  accompagnate da proiezioni  per  alternare  al piacere della lettura stimoli provenienti da altri canali comunicativi.

La prossima conferenza, tenuta da Sara Bufano, sarà dedicata a
               Caravaggio al tempo di Caravaggio di Dario Fo
                           mercoledì 28 ottobre
                                 ore 17.30
                              ingresso libero
L'artista  del  Seicento  più  vicino  alla  sensibilità contemporanea e il grande  uomo  di  teatro  premio Nobel per la Letteratura si incontrano nel testo  tratto  da uno spettacolo teatrale di grande suggestione e successo, che fa rivivere il genio di Caravaggio.
Opera  d'Arte è specializzata in eventi sulle relazioni fra arte figurativa e letteratura.

Domenica, 25 Ottobre, 2009 - 21:45

Lutto per la scomparsa di Giuliano Vassalli.

Lutto per la scomparsa di Giuliano Vassalli.
Fu partigiano, ministro, presidente della Corte Costituzionale.
La notizia diffusa dalla famiglia a funerali avvenuti. Il cordoglio dell'ANPI: "L'Italia perde un galantuomo, un padre della Repubblica".

COMUNICATO STAMpA DELL'ANPI -

A S S O C I A Z I O N E    N A Z I O N A L E    P A R T I G I A N I    D ’ I T A L I A
Roma, 23 ottobre 2009
Roma, 23 ottobre 2009
L’ANPI: con Vassalli perdiamo un vero galantuomo e uno dei padri migliori della nostra Repubblica.
Con profonda commozione apprendiamo della scomparsa di Giuliano Vassalli. Una grave perdita per l’intero Paese, per le sue istituzioni, per la sua cultura democratica.
Ricordiamo prima di tutto un galantuomo - qualità rara - discreto, generoso, che si prestava alle presenze e alle dichiarazioni pubbliche solo quando una particolare situazione di difficoltà per la tenuta democratica del Paese lo richiedeva. O per rimarcare la necessità di fare memoria in un momento in cui si tende a revisionare per fini non storiografici il percorso che ha portato l’Italia alla conquista della libertà. E ci preme ricordare a questo proposito il suo appassionato intervento in una Sala della Camera dei Deputati, nello scorso gennaio, contro la proposta di legge 1360 che pretendeva di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani.
Vassalli è stato un valoroso partigiano. Tra i capi delle formazioni socialiste a Roma, sostituì Pertini nella Giunta militare centrale del CLN. La sua battaglia per la libertà lo condusse all’arresto e alla sopportazione di indicibili torture nel famigerato carcere di Via Tasso. Il profondo senso del dovere nei confronti delle Istituzioni - alla cui crescita democratica ha contribuito rivestendo importanti incarichi, da Ministro a Presidente della Corte Costituzionale - gli derivava proprio dall’esperienza dura e formativa della Resistenza.
La nostra Repubblica perde uno dei suoi padri migliori, e auspichiamo che il suo esempio di impegno disinteressato e rettitudine morale viva per sempre, in special modo nel cuore delle nuove generazioni, la futura classe dirigente.
L’ANPI, di cui Vassalli è stato uno dei fondatori nel 1944, è vicina al dolore della famiglia e a quello di tutti gli italiani.
LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

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