Da Milano Libera un filmato di Piero
Vi rendete conto a che punto siamo arrivati? Ho visionato il filmato (http://guerrillaradio.ioblogg
Ricordiamo tutti che la corruzione che si annida nelle istituzioni è fonte di pregiudizio alla democrazia di un Paese.
Penso che quanto mai sia doveroso considerare come necessaria una norma che vieti a persone pregiudicate o con pendenze in giudizio di assumere funzioni amministrative e istituzionali, in quanto chiaramente la propria attività e la propria funzione sarebbe utilizzata per assicurare a sè stessi un'area di impunità e chiaramente reati di questo tipo, quali quelli verificati come sussistenti a carico del soggetto, non possono essere visti come propedeutici all'esercizio di una funzione pubblica quale quella di assessore.
Dico questo con cognizione di causa, e con una certa sicurezza, forte di una pronuncia insindacabile quale quella del Tribunale, il terzo organo per eccellenza del nostro Stato costituzionale e repubblicano, autonomo, indipendente, e soprattutto evidenziando la persistenza di un comportamento arrogante da parte di un soggetto che, per l'attività esercitata amministrativa, dovrebbe quanto mai rendere edotta la cittadinanza del proprio precedente giudiziario, soprattutto se i reati di cui è stato condannato, sono di tipo penale amministrativo.
Povera Patria, la canzone di Battiato, fa da cornice a questo filmato: dileggiata e vituperata da coloro che ancora manifestano un comportamento medioevale nell'esercizio del proprio potere.
Penso che Milano abbia bisogno di cambiare e voltare pagina, pena la caduta totale in un'epoca di barbarie e di inciviltà irreversibile.
Alessandro Rizzo
Caro libri: il Comune di Milano dov'è?
I quattro attori interessati sono collegati dall'interesse a rendere questo esperimento funzionante e ottimale per risolvere un aggravio annoso per le finanze delle famiglie.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, l'anno scorso, aveva già avviato un percorso normativo utile a rendere i prezzi alla vendita delle edizioni scolastiche sottoposte a un calmiere, determinando anche dei limiti riguardanti la grandezza delle stesse, in Italia abbiamo libri con il 200% in più di pagine per edizione rispetto ai cugini europei, e la loro rinnovabilità, se così possiamo dire, ossia la loro ristampa, fonte, questo, di lauti guadagni per le imprese editrici stesse.
Il comodato d'uso, però, deve affiancare questo importante impegno assunto dal Governo e dal Ministero, e deve essere promosso dagli Enti Locali in modo congiunto, in totale condivisione del lavoro di monitoraggio e di censimento delle necessità sociali esistenti, affinchè si possa dare un'equa e distribuita diffusione sul territorio, nonchè uno sviluppo adeguato e omogeneo, senza creare sacche di soggetti non beneficianti, costituendo, così, fenomeni di discriminazione e di esclusione da un progetto che deve essere universalmente adottato con criteri unici e linee di indirizzo comuni.
Milano cosa intende fare? Il Comune cosa vuole proporre a proposito, essendo Milano, la città dove i costi della vita aumentano ogni anno progressivamente, dove diventa sempre più difficile sopravvivere, dato il caro vita complessivo, comprensivo non solo del caro libri, ma anche del caro casa, anche della cara mobilità, del caro prezzi di consumo. Non abbiamo ancora avuto risposte adeguate e funzionali a rendere questo progetto attautivo nel nostro territorio, sebbene ci sia l'ampia disponibilità della Provincia di Milano ad avviare questa proposta efficace, in sinergia con altri contesti locali e territoriali. Vorrei che si potesse dare una soluzione a partire dal prossimo anno a questa piaga, senza attendere che ulteriori e ultranei oneri sociali ed economici gravino sulle spalle delle famiglie a reddito più basso. Si deve chiedere all'assessorato all'istruzione del Comune se esiste un progetto che faccia fronte a questo problema, quali siano le intenzioni messe in atto per rendere operative forme alternative che diano soluzione al caro libri, quali sono le linee di indirizzo esistenti in merito, quali i criteri di censimento dei bisogni che vengono perseguiti per poter dare reale efficacia al provvedimento, se è stato considerato il comodato d'uso metodo utile a primario per risolvere questa problematica, i tempi e la durata del provvedimento adottabile, chi sono i beneficiari a cui il provvedimento si deve rivolgere. E, chiosando, posso considerare che, nonostante avessimo una sindaca che è stata ministra dell'istruzione, promotrice di una riforma che, a mio avviso, ma non solo mio, ha maggiormente acuito le differenze sociali, costituendo una scuola di classe, nessun tipo di intervento e di dichiarazioni di intenti è presente sul tavolo ed è stato presentato come funzionale a risolvere questo problema: dobbiamo attendere altri mesi, rendendo vano ogni tipo di provvedimento a riguardo e regalando alle nostre famiglie un altro anno di dispendio inutile di soldi per acquistare ultime edizioni? Se ci si infarcisce le proprie dichiarazioni retoriche di parole enfatizzanti il ruolo della famiglia come elemento principale di costruzione di una società, luogo fisico e sentimentale considerato inviolabile, tanto da organizzare poderose manifestazioni di pura propaganda ideologica, si dovrebbe, conseguentemente, provvedere ad avviare seri progetti e programmi funzionali a risolvere il gravoso onere economico a cui i nuclei familiari sono soggetti. Ma penso che dalle parole ci sia sempre un mare di distanza rispetto alla realizzazione dei fatti.
Alessandro Rizzo
GUIDA PER STUDENTI FUORI SEDE IN CERCA DI CASA
GUIDA PER STUDENTI FUORI SEDE IN CERCA DI CASA
www.studenti.it
Quando si entra a far parte della "grande famiglia" degli studenti fuori sede e si sceglie un'ateneo lontano da casa in una grande città, il disorientamento iniziale è inevitabile. Gli alloggi universitari sono pochissimi ed è difficile aggiudicarsene uno, i prezzi di quelli privati sono alti così come i prezzi di libri, iscrizione universitaria e trasporti. La situazione però migliora quando si scelgono centri più piccoli, meno dispersivi e più a dimensione di studente. Qui è più facile reperire informazioni e anche la quotidianità - sia dentro che fuori l'ateneo - è molto più vivibile.
> COME CERCARE CASA?
Il consiglio è quello di cercare un alloggio con parecchio anticipo. Se vi trasferirete ad ottobre è opportuno muoversi già verso maggio-giugno. In questo periodo, infatti, molte case e stanze si liberano e c'è molta più scelta. Senza fretta sarà più facile trovare la sistemazione che meglio si adatta alle vostre esigenze, per posizione e prezzo.
Le offerte più interessanti si trovano nelle bacheche di facoltà dove ogni giorno decine di persone pubblicano i propri annunci di cerco/offro alloggio, libri, ripetizioni... In alternativa ci sono giornali specializzati (quando arrivate nella vostra città universitaria chiedete in edicola) oppure può essere utile la ricerca su internet (vedi gli annunci delle città studentesche su studenti.it con centinaia di offerte oppure utilizza il servizio del CercaCasa). Ogni ateneo oggi ha il proprio sito internet e quelli più sensibili alle esigenze degli studenti hanno anche una bacheca virtuale, ovvero un forum all'interno del quale gli studenti possono incontrarsi e pubblicare i propri annunci.
Potete anche tentare la strada degli alloggi universitari cercando di approfittare del decantato "diritto allo studio"; ogni regione ha una propria struttura denominata ARDSU (Azienda Regionale Diritto allo Studio Universitario) o EDISU ( Ente Diritto Studio Universitario) disponibile anche sul web. Se lo cercate a Roma, ad esempio, andate su www.google.it ed inserite nel motore di ricerca "Diritto allo studio a Roma". Oltre agli alloggi vengono messi a disposizione contributi finanziari, servizi di ristorazione e prestiti agevolati.
> COME RISPARMIARE
Sempre presso le bachehche universitarie -individuatele il prima possibile perchè vi saranno utilissime durante tutto il percorso di studi - sono presenti annunci di persone che vendono libri usati, fotocopie di appunti e dispense di seminari. Acquistare il materiale didattico in questo modo, ovviamente, vi farà risparmiare moltissimo.
Gli Enti per il Diritto allo Studio mettono a disposizione servizi di mensa piuttosto buoni ai quali possono accedere tutti gli studenti anche se, il prezzo che andranno a pagare, varierà a seconda del reddito dichiarato (così come le tasse universitarie).
Anche sugli abbonamenti mensili per bus e metro potrete risparmiare, anche se requisiti e modalità con cui potrete farlo variano da città a città. A Roma, ad esempio, solo gli studenti universitari residenti pagano l'abbonamento mensile 18€ anzichè 30€, mentre altrove è sufficiente essere "studenti universitari".
Una iniziativa degna di nota rivolta agli studenti fuori sede è quella della Mutua Studentesca che ha realizzato la Carta Salute, un servizio di assistenza sanitaria che permette di usufruire dei servizi sanitari minimi senza cambiare il medico (per informazioni: http://mutua.studenti.it oppure 06. 44265625).
> COME GUADAGNARE
Se diventerete dei bravi studenti, in regola con gli esami e con una discreta media, potrete accedere alle borse di collaborazione per servizi di orientamento, tutorato e placement (SOrT), in genere 150 ore per circa 1000€.
Fuori dalle mura universitarie, il lavoro verso il quale sono più orientati gli studenti generalmente è quello presso pub e ristoranti perchè permette di lavorare la sera senza nulla togliere allo studio e alla frequenza delle lezioni. Per lavorare a contatto con gli alimenti è però necessario il libretto sanitario, un documento che certifica che siete in salute e che potete lavorare a contatto con il pubblico. Questo va fatto presso la ASL del proprio comune di residenza, quindi se avete in mente di cercarvi un'attività di questo tipo procuratevelo prima di lasciare la vostra città.
Violenza omofoba: reprimerla ora con la solidarietà
E' quanto mai sconcertante che ancora nel Terzo Millennio si possano leggere fatti e notizie di questo calibro: nessuno ricorderà le baribarie a cui furono sottoposti omosessuali e lesbiche sotto i regimi omicidi nazifasciti, le deportazioni di massa a cui furono soggetti. Il triangolo rosa è una testimonianza: l'Italia è vittima di un pregiudizio che è come una forma cancerogena per il progresso umano e civile del nostro Paese, in consonanza con l'articolo 3 della Costituzione, ossia l'eguaglianza delle persone a prescindere da credi religiosi, da ideologie, da orientamento sessuale, da genere. Penso che occorra predisporre misure e provvedimenti atti a perseguire penalmente con azioni investigative di polizia gli autori di questi atti ignominiosi, aberranti, di intolleranza e di persecuzione verso gli omosessuali. Negli Stati Uniti d'America come in Svezia e in Norvegia sono stati istituiti speciali corpi della polizia di stato con il compito di indagare e di reprimere fenomeni di questo genere, episodi odiosi di questa portata: in Italia esiste un'interrogazione, firmata in primis dall'onorevole Grillini e dall'onorevole Luxuria, dove si chiede espressamente al Ministro degli Interni di provvedere a costituire in Italia un simile servizio di stato, con personale preposto e specializzato per accogliere denunce e per perseguire reati di questo genere. Ma, come scrive Luca Trentini dell'Arcigay, occorre anche prevedere forme di prevenzione culturale e di sviluppo di una solidarietà sociale utili a prevenire reati di violenza omofoba e a sostenere psicologicamente e socialmente le vittime di questi atti odiosi e brutali. Occorre definire un percorso che renda forza e vigore al concetto e al principio di diversità, di tolleranza, di eguaglianza, di giustizia sociale, di cultura delle diversità, tramite azioni informative e formative, tramite proposte politiche chiare, tramite eventi e iniziative di conoscenza e di confronto, reprimendo ogni forma e ogni fonte che possa indurre a forme di intolleranza omofoba, di discriminazione e di persecuzione. Esistono e persistono nell'informazione odierna e quotidiana messaggi, subliminali o meno, che inducono a considerare il diverso come soggetto da emarginare, deridere, schernire. La violenza è un elemento troppo presente nella comunicazione mediatica massiva: un'informazione è equa se riesce a trasmettere in modo diretto e documentato la realtà sociale e civile quotidiana. Occorre che ci sia solidarietà diffusa, tramite un'azione propedeutica comune che sappia considerare le vittime di queste brutalità barbare come soggetti deboli in un contesto di intolleranza e persecuzione omofoba, alimentata da una diffusa strumentalizzazione di forze politiche che fanno della violenza la propria bandiera, che alimentano l'odio e l'emarginazione a fini elettoralistici e di consenso populista. Si proceda a tamponare in qualche modo una deriva violenta che rischierebbe di alterare la convivenza civile e sociale e di produrre fenomeni ulteriori di discriminazione verso coloro che vengono considerati come "diversi", perchè semplicemente esprimono forme e modi alternativi di vivere liberamente la propria esistenza: come scriveva Martin Niemöller se oggi non procedo per difendere un altro da atti di intolleranza e persecuzione solamente perchè quell'altro non appartiene alla mia "categoria" sociale, culurale, etnica, civica, sessuale, un giorno verrà che attaccheranno anche me violentemente e non avrò nessuno su cui valermi per potermi difendere in modo proficuo e determinato.
Alessandro Rizzo
La risposta di noi “froci di merda”
Da "Pegaso 09"
Il 15 maggio Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, viene aggredito in una pizzeria con pugni, schiaffi e minacce di morte. 13 maggio, Torre del Lago Marco, 27 anni, viene picchiato dopo un bacio con il fidanzato. 11 maggio, Padova, il vicepresidente di Arcigay Udine subisce un'aggressione. A Roma il 7 maggio un ventiduenne viene pestato da un gruppo di coetanei per aver rivolto loro un apprezzamento. Il 18 maggio a Rovigo aggressione ad un ragazzo di 21 anni da un gruppo di giovani vicini all'estrema destra. 20 maggio: viene rinvenuta una scritta sulla sede di Arcigay Grosseto «Froci di Merda». 11 maggio: Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle amministrative, trova tre volantini intimidatori: «Fuori i pervertiti da Pistoia, mai un finocchio in comune, difendiamo la famiglia tradizionale». In una scuola media il 28 aprile un ragazzino di 12 anni finisce all'ospedale dopo essere stato aggredito da un compagno che lo tormentava dicendogli: «sei gay», a poca distanza dalla tragedia di Torino: Matteo, 16 anni, si toglie la vita a causa del bullismo.
Ticket d'ingresso:ricorso al TAR dell'Osservatorio di Milano
Riporto dall'Osservatorio di Milano quanto segue:
Osservatorio di Milano
Via f. Alpini 3 20139 Mi. Tel. 02/5396230
L’Osservatorio di Milano opera dal 1989 a livello nazionale come istituto di ricerca sulle problematiche sociali e del territorio.
Ha effettuato un’indagine, dopo numerossime segnalazioni, email, fax e per telefono, pervenute da cittadini di Milano e provincia fortemente critiche sulla scelta da parte dell’Amministrazione comunale di applicare in autunno un “ticket” per chi entra con l’auto e per chi risiede, che non sia euro 3 o euro 4, nei giorni feriali dalle 7.00 alle 19.00 nella zona del centro della città delimitata dalla circonvallazione della linea tranviaria 29 e 30.
I risultati delle indagini sono i seguenti:
- la quasi totale inefficacia del provvedimento nel ridurre il livello di inquinamento dell’aria;
- la sua inefficacia fa emergere il vero motivo che sta dietro il provvedimento: promulgare una vera e propria “tassa” che si aggiunge a quelle che già pagano i cittadini per rimpinguare le casse del Comune. Secondo le stime della stessa Amministrazione comunale dovrebbe aggirarsi attorno ai 40 milioni di euro all’anno.
Quest’ingiusta tassa viene a penalizzare:
a. i cittadini che abitano in centro costretti a pagarla anche se in misura ridotta: la tassa va dai
2 euro ai 10 euro al giorno;
- i cittadini che entrano nella zona chiusa provenendo da Milano o dai comuni della provincia
per motivi di lavoro e sono costretti a prendere l’auto o perché portano con se gli attrezzi di
lavoro o perché con i mezzi pubblici impiegano molto di più del tempo impiegato con l’auto
privata;
- i cittadini che attraversano quotidianamente il centro per motivi di lavoro o per raggiungere un familiare in difficoltà che, per non pagare l’ingiusto ticket, saranno costretti a passare intorno alla zona chiusa aumentando i tempi di percorrenza, i costi e subendo di più gli effetti dell’inquinamento.
- i cittadini che per motivi economici non hanno potuto acquistare un’auto euro 3 o euro 4, mentre nello stesso tempo privilegia questi ultimi che hanno una disponibilità economica tale da permettergli di acquistare una nuova auto.
Il provvedimento è da ritenersi molto immorale e diseducativo, soprattutto per i giovani, perché fa passare il seguente principio: “ Ti do la licenza di inquinare se tu paghi”.
In altri termini se tu paghi, vendo la mia salute e quella dei miei concittadini.
Questo principio è contrario alla costituzione italiana in quanto trasforma i cittadini in mercanti della loro e dell’altrui salute.
Per tutti questi motivi l’Osservatorio di Milano si è rivolto ad un noto avvocato, esperto in diritto amministrativo, che sta preparando un ricorso al TAR con cui si chiede, per i motivi sopra elencati, l’annullamento del provvedimento e di quelli che saranno adottata a metà ottobre, con sospensione immediata dei suoi effetti.
L’Osservatorio chiede a tutti i cittadini di Milano e provincia, per rafforzare l’iniziativa legale, di aderire al ricorso. Il ricorso può essere sottoscritto solo dai cittadini penalizzati da questo provvedimento, ovvero coloro che non possiedono un’auto euro 3 o 4, che abitano in una zona interdetta, che ci si recano per lavoro o che sono costretti a subire disagi non potendola attraversare.
Più siamo a ricorrere, più il giudice potrà ascoltare le nostre fondate ragioni.
Le spese di ricorso sono in buona parte a carico dell’Osservatorio di Milano; chi aderisce può dare se vuole un piccolo contributo alle spese.
Quando avremo un numero significativo di adesioni sarà indetta dall’Osservatorio - nella seconda quindicina di settembre, con la presenza dell’avvocato - un’assemblea per discutere insieme le iniziative da portare avanti a sostegno del ricorso.
Per aderire bisogna inviare un messaggio con nome, cognome, indirizzo e-mail e se si vuole il proprio recapito telefonico a questo indirizzo: osservatoriodimiliano@libero.
Per avere informazioni telefoniche chiamare lo 02/5396230 - 57301721
Agosto 2007
Intervista sui CAM
PER IL DECENTRAMENTO LA PAROLA D’ORDINE È ACCENTRARE
Anche sulla gestione dei CAM il comune decide senza consultare i Consigli di Zona
www.chiamamilano.it
Fino a quattro anni fa si chiamavano CTS (Centri Territoriali Sociali), poi dal 2003, con la riforma dell’allora Assessore al decentramento Giulio Gallera –oggi Capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale–, sono diventati CAM (Centri di Aggregazione Multifunzionale).
Sono spazi nati e messi a disposizione dal Comune alla fine degli anni ’70, luoghi d’incontro e aggregazione. Sono gestiti direttamente da operatori comunali o indirettamente da associazioni convenzionate che propongono ai cittadini attività gratuite polivalenti: dal laboratorio teatrale alle attività sportive per i più giovani, dal corso di cucina alla mostra fotografica per gli adulti, dal corso di ginnastica dolce all’evento di animazione per gli anziani.
Chi decide le attività da sviluppare all’interno dei 25 CAM della città?
Le scelte spettano, in ogni Zona, ad una Commissione di cui fanno parte alcuni dei Consiglieri di Zona coordinati da un funzionario del Comune, il Direttore di Settore di Zona, garante del rispetto delle linee guida definite dal Direttore Centrale delle Aree Cittadine Federico Bordogna.
Questa è la procedura in vigore dal 2003, quando la Delibera Gallera eliminò il vecchio Comitato di Gestione costituito da 5 Consiglieri del Consiglio di zona e 3 rappresentanti delle associazioni e/o degli utenti del CTS.
“Si è passati da una gestione democratica dal basso ad un accentramento del controllo dei CAM”, denuncia Alessandro Rizzo, capogruppo della lista Uniti con Dario Fo nel Consiglio di Zona 4.
“La delibera dell’ex Assessore al Decentramento Giulio Gallera paradossalmente fu manifestazione di un atteggiamento accentratorio da parte dell'amministrazione, di fatto espropriando delle loro funzioni i Consigli di Zona, che oggi possono ancora avanzare delle proposte, ma devono sottostare alle linee guida definite centralmente”.
Alessandro Rizzo, e con lui altri Consiglieri di Zona, riapre oggi la querelle sulla gestione dei CAM in seguito a quanto emerge dalla Relazione previsionale e programmatica di Bilancio 2007/09 che prevede la possibilità di esternalizzare l’attività dei Centri ad enti o associazioni private.
“Da Febbraio l’Assessore alle Aree cittadine (un tempo detto Assessore al decentramento) Ombretta Colli, senza consultare i Consigli di Zona, ha avviato un’indagine esplorativa di mercato finalizzata a verificare l’eventuale interesse di soggetti terzi ad ottenere, tramite appalto, la gestione dei CAM. Se avverrà questa privatizzazione, non solo i Consigli di Zona non avranno più alcuna voce in capitolo sulla programmazione delle attività, lasciate dunque ad un presumibile processo di depauperamento, ma ci saranno ricadute negative anche sull’utenza e sugli operatori attualmente presenti. Ai primi potrebbe addirittura venir meno la garanzia della gratuità dei servizi, i secondi verrebbero soppiantati dai nuovi; ipotesi questa preannunciata dal mancato rinnovo dei contratti per il prossimo anno”.
In alcuni Consigli di Zona è stata presentata una mozione che promuove la necessità di un’opposizione convinta e collaborativa dei diversi Consigli affinché l’esternalizzazione non si realizzi.
Il decano dei presidenti di Zona, Pietro Viola, Presidente di Zona 3, che attende per gennaio l’apertura del primo CAM nella propria circoscrizione, forse in base all’esperienza forse perché non riesce proprio a credere al rischio di una beffa proprio sulla linea del traguardo, scaccia ogni timore e considera gli allarmi sulla possibile “privatizzazione” dei CAM come frutto di un’interpretazione sbagliata del concetto di “esternalizzazione”.
“Ci sarebbe –assicura– solamente un ricambio gestionale che coinvolge enti o associazioni private vincitrici di appalti pubblici. Le attività rimarrebbero gestite indirettamente dall’Amministrazione, ma questa non è una novità perché già da anni alcune iniziative dei Centri sono affidate a terzi tramite convenzione. Gli operatori attualmente presenti all’interno dei CAM riceverebbero comunque nuovi incarichi comunali. I ricambi gestionali d’altra parte ci sono sempre stati, non è previsto nessun diritto di esclusiva. Per quanto riguarda invece i Consigli di Zona, invece, è assolutamente certo che non perderebbero il potere di delibera sulla programmazione delle attività.”
Due versioni contrastanti dunque. Che purtroppo amplificano la domanda: poiché se l’allarme “privatizzazione” potrebbe sembrare a prima vista esagerato, emerge comunque il fatto che lo studio commissionato dall’Assessorato alle aree cittadine costituisce non solo un viatico per l’Esternalizzazione ma l’ennesima prova che sul decentramento a Milano le decisioni vengono prese senza consultare i diretti interessati, ovvero i Consigli di zona.
Per cercare qualche ulteriore elemento ci siamo rivolti all’Assessore Colli, che, contattata telefonicamente, tuttavia, sostiene di non poter esprimere considerazioni su qualcosa che deve ancora essere definito.
“Per ora stiamo facendo uno studio per capire se ci sono le condizioni per affidare la gestione a terzi. Non posso dire altro”.
Ma alla nostra richiesta sulle motivazioni che hanno condotto a questo studio, e sui primi risultati che ne stanno emergendo, l’Assessore si dichiara troppo impegnata per rispondere.
Giulia Cusumano
http://www.chiamamilano.it/cg
COMUNICATO STAMPA IN MERITO ALLE AFFERMAZIONI DI FIDANZA
Le parole del consigliere di Alleanza Nazionale, Carlo Fidanza, sulla cerimonia funebre a Palazzo Marino, da poco conclusasi, per il compagno "Visone", Giovanni Pesce, esemplificano l'impossibilità di considerare in Italia, come avviene in altri paesi europei, l'antifascismo un valore assoluto e fondante, riconosciuto come tale da tutte le forze politiche istituzionali. Considerare come controversa la personalità onorabile e autorevole di uno dei fondatori di questa Italia liberata dalla barbarie nazifascista è quanto mai atto irresponsabile e abominevole da parte soprattutto di chi assume un ruolo istituzionale, in qualità di consigliere comunale, nella città Medaglia d'Oro della Resistenza. E' quanto mai sconcertante, infine, nelle parole ciniche e dispregiative che seguono nel comunicato di Fidanza, leggere l'auspicio di una presunta stagione di "pacificazione nazionale" condizionata dal venire meno dei valorosi combattenti Partigiani Resistenti che scrissero con il loro sacrificio le pagine della nostra Costituzione Antifascista e Repubblicana, come scrisse l'imperituro Piero Clamandrei. Credo che in nome di Giovanni Pesce e di tutti coloro che hanno combattuto per sconfiggere in Europa la brutalità omicida della dittatura nazifascista dobbiamo proseguire nell'azione di arginamento di attacchi indefessi perpetrati contro la memoria storica, contro la dignità dei Partigiani, contro quella condivsione di valori e ideali che intessono la nostra civiltà costituzionale, fatta di diritti civili e diritti sociali, di democrazia partecipativa e di emancipazione della classe lavoratrice.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
cerimonia per ricordare il compagno Visone
La camera ardente sarà allestita Lunedì 30 luglio dalle ore 8 alle ore 15 nella sala Alessi di Palazzo Marino.
Alle ore 15 si terrà la commemorazione ufficiale, presente il Sindaco Letizia Moratti.
In memoria di Visone
Ricordo Giovanni Pesce come un riferimento costante per chi ogni giorno crede ancora nei valori dell'antifascismo, della democrazia, del progresso, della solidarietà, dell'eguaglianza e della giustizia sociale. Senza retorica ricordare il compagno Visone, che ci ha lasciati ieri, alle 12,30: i suoi funerali saranno istituzionali e saranno celebrati civilmente a Milano a Palazzo Marino, alle ore 15,00 di lunedì 30 luglio. Renderemo omaggio a Giovanni per ricordare insieme un uomo che ha combattuto con costanza e coerenza continua prima, nel corso della Resistenza antifascista, contro la barbarie nazifascista, che ha insanguinato non solo l'Italia, ma l'Europa; dopo per l'affermazione dei principi costituzionali, per la difesa della nostra Carta che è stata la conquista di libertà e di democrazia avutasi nella lotta partigiana. Penso che sia venuto il momento, noi nuove generazioni, di capire e comprendere la responsabilità che, gradualmente, andiamo ad assumere, soprattutto nel considerare che un domani toccherà a noi prendere il testione lasciato da questi valorosi padri della patria, nel proseguire la battaglia per l'affermazione della democrazia progressiva, come scriveva Eugenio Curiel. Penso a questo anche nella consapevolezza che la democrazia non è un dono perdurante, ma può essere scippato in ogni istante, momento, come scriveva Calamandrei. Si scopre l'insostituibilità di questo bene prezioso, comune, patrimonio della collettività, solo quando si avverte la sua mancanza: ma spesso può essere troppo tardi ripristinarla, riportarla, rinvigorirla. Penso che in nome del compagno Visone dobbiamo sapere proseguire in questa solco, che lui ha determinato, senza permettere che nessun tipo di revisionismo possa inquinarne la dignità storica e la portata indefferibile degli insegnamenti che, come grande magistra vitae, porta con sè: una maestra che è stata fatta, scritta da chi ha vissuto e fatto quella storia, ossia le compagne e i compagni, le amcihe e gli amici partigiani che hanno liberato il nostro Paese e l'Europa dalla dittatura brutale e omicida del nazifascismo. Nel ricordo e nella memoria di Visone dobbiamo proseguire per consegnare alle prossime generazioni un futuro dove gli errori brutali del passato, commessi dalla barbarie, in cui spesso l'umanità imbatte, non possano più ripetersi.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
con l'EXPO nuove aree edificabili: e il controllo?
Leggo a proposito su Repubblica del 4 giugno a firma di Stefano Rossi:
"Finita l´Expo, il contratto prevede che i proprietari presentino un piano attuativo «atto alla valorizzazione delle aree» con quasi assoluta libertà di azione, come si legge nella relazione al consiglio generale della Fondazione Fiera: «Un mix funzionale libero, con esclusione delle attività insalubri». I proprietari avranno anche il diritto di vendere le aree: diritti e obblighi saranno trasferiti con la proprietà all´acquirente. E' chiaro che l'edificabilità e la procedura di edificazione, il progetto stesso, sarà oggetto di transazione privata tra le parti contraenti: la cittadinanza, i consigli di zona e lo stesso consiglio comunale non avranno più alcuna possibilità di intervenire nella fase esecutiva e definitiva dei progetti. Sufficiente è solamente il fatto che sia tutto indirizzato alla realizzazione funzionale del grande evento dell'EXPO 2015. E', questa, a parere del sottoscritto un'eccezione che detta un precedente inquietante per il futuro dello sviluppo urbano della nostra città: ma soprattutto per il futuro coinvolgimento democratico della cittadinanza nelle scelte che riguardano l'amministrazone del territorio in un'ottica di condivisione e di definizione di un progetto sostenibile a livello umano e sociale. Credo che si tratti di una reale svendita di territori ai privati e di un affidamento della città e delle sue dimensioni alle volontà dei privati, che assumeranno una logica tutta imprenditoriale nell'assumere certe scelte che chiaramente non saranno avvertite come collettive e, quindi, condivisibili dalla cittadinanza e dalle istituzioni consiliari.
Se questo è il primo atto decisionale conseguente alle buone intenzioni espresse penso che siamo totalmente sulla strada sbagliata, anzi fuorviante.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano