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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 17 Settembre, 2007 - 14:25

laboratorio teatrale ai CTAS

L’associazione Culturale C.T.A.S. di Milano organizza, per il terzo anno consecutivo, un laboratorio teatrale destinato ad aspiranti attori.

Il laboratorio si rivolge a coloro che desiderino avviare o approfondire lo studio dell’arte recitativa e sviluppare le proprie capacità espressive. Obiettivo ideale del laboratorio è la formazione di un gruppo teatrale che possa essere in grado di lavorare sia in maniera autonoma sia insieme a CTAS in un graduale percorso di inserimento nelle sue produzioni ufficiali. E’ previsto un numero massimo di 15 partecipanti.

Gli incontri sono suddivisi in due parti: nella prima parte verrà lasciato spazio al lavoro di allenamento fisico e vocale. Nella seconda parte, il lavoro di training verrà messo al servizio delle tecniche di improvvisazione, di recitazione e di messinscena, arrivando entro la fine di giugno alla realizzazione di uno spettacolo che sarà presentato al pubblico in un teatro milanese e che verrà inserito nelle produzioni ufficiali di CTAS a partire dalla stagione 2008/2009.

Il laboratorio, che si svilupperà nell’arco di 350 ore di lavoro, è articolato in tre macro-frammenti di lavoro, di seguito descritti.

Primo frammento: ottobre – dicembre 2007 (70 ore di lavoro)
Due giorni a settimana, dalle 20.00 alle 23.00

Secondo frammento: gennaio – marzo 2008 (100 ore di lavoro)
Due – tre giorni a settimana  (terzo giorno facoltativo) dalle 20.00 alle 23.30
Al termine di questo frammento verrà proposta al pubblico un’anteprima del lavoro.

Terzo frammento: aprile – giugno 2008 (180 ore di lavoro)
Tre giorni a settimana, dalle 20.00 alle 23.30. Altri giorni di lavoro da concordare con i partecipanti.
Nell’ambito di quest’ultimo frammento di lavoro viene offerta la possibilità, a tutti i partecipanti, di approfondire il lavoro tramite uno o più week-end residenziali che si terranno dalla mattina del sabato alla sera della domenica (otto ore di lavoro al giorno), senza spese aggiuntive salvo il vitto.
Il laboratorio ha un costo complessivo di 450 euro, pagabili in un’unica soluzione (entro il 30 settembre, con uno sconto di 75 euro), oppure in tre parti, secondo le scadenze indicate:

Euro 150 per il primo frammento, da pagare entro il 10 ottobre

Euro 150 per il secondo frammento, da pagare entro il 10 gennaio
Euro 150 per il terzo frammento, da pagare entro il 10 aprile
per il secondo frammento, da pagare entro il per il terzo frammento, da pagare entro il per il primo frammento, da pagare entro il per il secondo frammento, da pagare entro il per il terzo frammento, da pagare entro il
         E’ prevista una riduzione sul costo del laboratorio anche per quelle persone che abbiano già frequentato e portato a termine negli scorsi anni un laboratorio con CTAS.
            I referenti del laboratorio sono Alessandro Veronese, Francesca Gaiazzi e Giulia Gibbon, rispettivamente regista e attrici di CTAS.
         Per iscriversi è necessario inviare un curriculum all’indirizzo corsoctas@yahoo.it
         Per i nuovi iscritti è previsto un incontro preliminare che si terrà tra la fine di settembre e i primi di ottobre.
         Ulteriori info al 347.6567614

Lunedì, 17 Settembre, 2007 - 13:15

Convegno Navigli

Milano 17 settembre 2007

 

Mercoledi 19 settembre 2007 alle ore 21,00 presso la sede dei Marinai d'Italia in darsena Navigli si
svolgera un convegno sul futuro del porto Turistico in darsena e nell'ambito dei Navigli.

Coordinatore Architetto Malara, relatori Assessore Croci, ex Assesore Goggi il presidente del Consiglio di Zona 6 Massimo Girtanner, un responsabile dei beni Culturali, ed'altri come da comunicato stampa.

Il Presidente della Commissione Navigli di Zona 6Bianchi Gaetano   

Lunedì, 17 Settembre, 2007 - 11:50

12-13 settembre 2007: cambio di rotta!

Il clima sta cambiando, è un fatto. Le Nazioni Unite ne hanno già preso atto, l'Europa sta correndo ai ripari. Con la Conferenza Nazionale del 12 e 13 settembre tocca anche a noi cambiare strada. Finalmente.
  
fonte: www.lifegate.it
 
 Sarà la sede FAO di Roma ad ospitare, il 12 e 13 settembre 2007, la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, promossa dal Ministero dell'Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare, e organizzata da APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi tecnici), insieme alle agenzie locali Arpa e Appa.
In piena armonia con lo spirito della Conferenza, l'evento è interamente a Impatto Zero, così come le sessioni di preparazione che si sono svolte dal 21 giugno in tutta Italia.
Questo incontro rappresenterà la fase culminante di un percorso a più tappe, iniziato il 21 giugno, che ha visto approfondire, in diverse sedi, varie tematiche, tra cui desertificazione, erosione delle coste, scioglimento dei ghiacciai, siccità.
Obiettivo principale della conferenza è prevenire e limitare i danni provocati dai cambiamenti climatici, attraveso strategie di mitigazione (azione sulle cause; es: riduzione della CO2 in atmosfera) e adattamento (azione sugli effetti), come già proposto da tempo nei diversi rapporti IPCC.
I temi saranno affrontati sia dal punto di vista scientifico che, soprattutto, socio-economico, con particolare attenzione al nuovo, importante ruolo politico che giocheranno istituzioni ed enti locali, ed alle opportunità che il cambiamento climatico stesso offre all'economia del nostro Paese (ad esempio nei campi dell'edilizia, della produzione di energia pulita, ecc...).
Con questo incontro, anche l'Italia, come il resto d'Europa, inizia ad affrontare il cambiamento climatico in modo diverso, a "cambiare strada".
Ora si tratta di seguire quella giusta.
Chiara Boracchi
 

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 13:03

REFERENDUM CONTRO GLI OGM

REFERENDUM CONTRO GLI OGM
E LEGGE POPOLARE PER LA SOVRANITA' ALIMENTARE
Intervengono:

Gianni Cavinato, pres. naz. ACU – associazione Consumatori Utenti

Gianni Fabbris – coordinatore naz. Altragricoltura Foro Contadino

Nino Paparella – pres. Naz. ICEA Istituto per la Certificazione Etica
e Ambientale

--
Forum di discussione della Rete del Nuovo Municipio
http://www.nuovomunicipio.org - forum@liste.nuovomunicipio.org
Iscrizione: forum-subscribe@liste.nuovomunicipio.org
Cancellazione: forum-unsubscribe@liste.nuovomunicipio.org




Crescono le adesioni di organizzazioni, istituzioni e personalità al
comitato promotore delle leggi popolari per la dignità di chi produce
e consuma il cibo, fra le ultime quelle della sezione italiana del
Contratto Mondiale dell’Acqua, di Alex Zanotelli, di Francuccio
Gesualdi, di Medicina Democratica, della Rete del Nuovo Municipio, di
diversi Comuni della Rete dei Comuni Antitransgenici, di Megachip
(l’Associazione di cui è presidente Giulietto Chiesa), di ICEA (il
più importante istituto italiano di certificazione del Biologico),
della CUB ma, soprattutto, cresce l’adesione di numerose realtà
contadine di base, di gruppi d’acquisto, di associazione e gruppi di
cittadini attorno cui si stanno costituendo i comitati territoriali
di raccolta delle firme.

Queste adesioni si aggiungono a quelle di Altragricoltura Foro
Contadino, dell’ACU – associazione consumatori utenti, di Equivita,
di AM Terranova, di Agernova fra i soggetti che il 20 Luglio scorso
hanno depositato in Cassazione i testi di due leggi di iniziativa
popolare per l’obiettivo di raccogliere centinaia di migliaia di firme.

Con la Legge per la Sovranità Alimentare i contadini e i loro alleati
indicano alle istituzioni la strada per uscire dalla pesantissima
crisi che sta investendo le campagne italiane. Nella legge si propone
alle istituzioni di assumere i principi della sovranità alimentare
come una delle chiavi possibili con cui affrontare il rilancio
dell’agricoltura italiana, mettendo al centro gli interessi di chi
lavora la terra e di chi consuma il cibo. La Legge per la Sovranità
Alimentare, oltre che indicare principi, punta a realizzare spazi di
partecipazione democratica con le Consulte per la Sovranità
Alimentare e strumenti operativi nuovi come quelli contro il dumping,
per promuovere il ciclo corto o l’Agenzia per la gestione dei beni
comuni e le risorse naturali in agricoltura.

La Legge che istituisce il Referendum contro gli OGM, realizza il
primo degli obiettivi della partecipazione democratica: quello di
permettere ai cittadini con il voto di decidere sull’introduzione
degli ogm in Italia. La normativa europea prevede la consultazione
popolare prima che gli ogm, sia pure nella forma della coesistenza,
vengano definitivamente liberalizzati nella produzione. E’ arrivato
il momento che il parlamento italiano, in ottemperanza al dettato
normativo del legislatore europeo, convochi, con apposita legge, il
referendum perché su questo tema così delicato i cittadini possano
esprimersi per far valere i loro interessi contro le pressioni delle
lobbies nazionali e internazionali del transgenico.

INFO: 3351336977

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 12:27

progetto di riqualificazione ex area Motta sita in Viale Corsica

Oggetto: Interrogazione su progetto di riqualificazione ex area Motta sita in Viale Corsica

 
Considerata
 
la finalità del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex stabilimento Motta, comprendente una superficie di 32.683 mq, i cui lavori sono iniziati a partire dal 2004
 
Visto
 
che il progetto comprende l’edificazione di strutture adibite a scopi residenziali, commerciali e amministrativi, comprendendo anche aree dedicate a giardini
 
preso atto
 
della volontà dei progettisti e dell’amministrazione di destinare l’ex palazzo dell’ATM, risalente ai primi del ‘900, a centro espositivo di arte contemporanea, sotto la gestione del Comune
 
Si chiede
 
al settore edilizia e case del Comune di Milano di poter informare la commissione competente del consiglio di zona e il consiglio stesso dei dati volumetrici delle costruzioni in via di conclusione, dello stadio attuale dei lavori, della sussistenza ed esistenza di apporti modificatori del progetto iniziale in fase definitiva, nonché delle destinazioni aggiuntive o soggette a cambiamento nel corso dell’attuazione del progetto.
 
Infine si chiede
 
di poter avere informazioni più dettagliate inerenti alla destinazione specifica dell’ex palazzina ATM, adibita, secondo il progetto, a centro espositivo e mussale sotto gestione dell’amministrazione, e da quando questo servizio sarà attivo.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
 

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 12:26

indizione consiglio straordinario su decentramento servizi

Oggetto: Richiesta di indizione di un consiglio straordinario sulla proposta di modifica del Regolamento sul decentramento e di una commissione CAM/PMZ sul tema del futuro gestionale dei Centri di Aggregazione Multifunzionale

 
Considerato che
 
il 31 luglio è stato licenziato da parte del Settore Aree Cittadine del Comune di Milano un testo di proposta di riforma del regolamento sul decentramento, sottoposto alla conoscenza delle Presidenze dei rispettivi 9 Consigli di Zona;
 
Vista
 
l’importanza politica del tema in oggetto, soprattutto considerando la centralità dell’esigenza, avvertita da più parti, di garantire uno sviluppo di municipalità, assicurando ai consigli di zona, oggi esistenti, un aumento delle competenze primarie e decisionali in materie che interessano la circoscrizione, attualmente inesistenti e fortemente ridotte qualitativamente e quantitativamente;
 
con la presente chiedo
 
alla Presidenza del Consiglio di Zona di provvedere a indire un Consiglio Straordinario con la presenza dell’Assessora alle Aree Cittadine, Ombretta Colli, e di un dirigente del settore Aree Cittadine, affinché si discuta delle proposte approntate, si possa esprimere nostre proposte integrative, emendative e correttive a riguardo, e un parere del Consiglio stesso, prendendo come riferimento gli atti licenziati dal presente consiglio in materia, approvati all’unanimità;
 
a riguardo
 
 
sempre in materia di decentramento dei servizi, accolta la disponibilità della presidente di commissione PMZ/CAM a prendere in esame la mozione da me presentata inerente il futuro gestionale dei Centri di Aggregazione Multifunzionale, la cui elaborazione deriva da un esame ponderato e puntuale della questione a livello amministrativo;
 
considerato che
 
esistono, come esaminato in commissione, atti e letture interpretative che chiaramente definiscono l’intenzione dell’assessorato aree cittadine e del settore rispettivo di disporre della possibilità di procede ad una progressiva “esternalizzazione” della gestione dei servizi erogati;
 
si chiede
 
nell’ottica del percorso di lavoro impostato, che deve esaurirsi in un lasso di tempo utile a garantire, da parte del consiglio stesso, una presa di posizione incisiva a livello amministrativo, condizione fondamentale e, in aggiunta alla precedente, essenziale alla prosecuzione dello stesso lavoro impostato sul tema in oggetto, di indire una commissione straordinaria con la presenza di un rappresentante del settore Aree Cittadine ed estendendo l’invito al Direttore di Settore della Zona 4, affinché si possa avere elementi maggiori di valutazione concernenti il futuro gestionale riguardante i CAM presenti in particolare nella nostra circoscrizione.
 
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 12:25

progetto di modifiche al Piano Opere Pubbliche

Oggetto: Interrogazione su progetto di modifiche al Piano Opere Pubbliche

 
Considerato
 
che si è svolta nella scorsa settimana una Commissione Urbanistica dedicata al tema sulle modifiche al Piano Opere Pubbliche del Comune di Milano, per il triennio 2007/2009, approvata in Consiglio;
 
Vista
 
l’importanza che il Piano assume per la programmazione del territorio, materia di primario interesse per l’attività di governo amministrativo del Consiglio di Zona;
 
Si chiede
 
al Settore Urbanistica e Pianificazione del Comune di Milano e al Settore Lavori Pubblici di informare la commissione competente del consiglio di zona e il consiglio stesso sulla portata delle modifiche esaminate, sulle linee guida che hanno determinato la necessità di proporre queste ultime nel Piano, affinché possano essere discusse, se di interesse cittadino generale e circoscrizionale, in sede di Commissione del Consiglio di Zona,
 
a cui si chiede altresì
 
di provvedere a indire una riunione di commissione avente come oggetto l’esame delle disposizioni di modifica proposte nello stesso Piano triennale
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 11:39

Venire a Milano in metrò costa di più

Al rientro dalle vacanze, momento di per sè già difficile da affrontare anche dal punto di vista dell'acquisizione rinnovata dei ritmi giornalieri di vita, gli utenti dei servizi di trasporto pubblico si sono imbattuti nell'aumento dei biglietti per il tariffario extraurbano, il 2,3%. Le responsabilità di questa decisione impopolare di chi sono? Il Comune scarica la colpa alla Provincia, mentre la Provincia, giustamente, considera che l'ordinanza del 23 luglio scorso ha dettatto, dopo alcuni anni, l'adeguamento a quanto decretato dalle disposizioni regionali, unica istituzione competente a determinare il livello di tariffario a cui vincolarsi a livello territoriale e dei singoli ambiti provinciali. Fatto sta che 11 Amministrazioni locali (tra cui Sesto San Giovanni guidata da Giorgio Oldrini, Corsico da Sergio Graffeo e Opera da Alessandro Ramazzotti) hanno formato un Comitato a rappresentanza dei Comuni di prima fascia: il risultato di questa sinergia in opposizione istituzionale alla decisione determinata senza colpo ferire e senza sentire le parti interessate, in primis i comuni stessi, si è consolidato nell'indizione di un Tavolo in cui si è definito di discutere con tutte le istituzioni coinvolte della questione che grava sulle casse delle ginole famiglie e nuclei. Penso che l'adeguamento, seppure "giustificato" dall'aumento del costo della vita, sia assolutamente criticabile, anche alla luce del fatto che a doverne soffrire sono migliaia di pendolari che, lasciate le automobili nelle proprie città di provenienza, decidono di utilizzare i mezzi pubblici per giungere nella city lombarda. Si parla di ticket di ingresso, di pollution charge, ma si adeguano scelte che sono assolutamente non propedeutiche, anzi fortemente penalizzanti, per chi decide di utilizzare i trasporti. Non esiste un adeguamento omogeneo del tariffario, come non esiste una gestione direi concordata delle diverse aziende dei trasporti presenti sui territori comunali e provinciali lombardi, tale per cui si possa parlare di biglietti che possano durare maggiormente degli attuali 75 minuti, e a prezzo fisso, a costo sopportabile. Non ci sono le strutture e le condizioni favorevoli affinchè si possa parlare realmente di competitibilità e di convenienza nell'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico rispetto a quelli privati, inquinanti e fortemente congestionanti il traffico e la viabilità cittadini. Io penso che questa scelta sia quasi un nuovo balzello aggiuntivo dettato da una logica assolutamente autoreferenziale del Comune di Milano: la Provincia non ha responsabilità, avendo già congelato per molti anni il prezzo dei biglietti del tariffario extraurbano, e avendo disposto nella delibera del 23 luglio un tariffario che avrebbe dovuto interessare tutti i comuni della Provincia, come dice l'assessore ai Trasporti alla Provincia di Milano, Matteucci, e non solo quelli limitrofi escludendo Milano. E' una vera e propria decisione, quella dell'aumento del costo dei biglietti per gli utenti della prima e seconda fascia dei comuni vicini a Milano, che determina condizioni anche di incostituzionalità, in quanto "discrimina" le persone in base alla loro provenienza e al loro luogo di residenza, gravando sulle tasche di chi, pendolare, e ce ne sono veramente tanti, qualificabili come "city users", ossia persone che vivono la città nelle ore giornaliere, mangiano a Milano, fanno acquisti a Milano, quindi elementi importanti per lo sviluppo economico della città, deve ogni mattina venire nella metropoli lombarda per lavorare, studiare. Credo che si debba chiedere al Comune spiegazioni di questa decisione impopolare e alquanto iniqua: penalizzare una fascia di utenza è assolutamente inaccettabile e, soprattutto, grava su un'immagine di Milano come feudo che detta a proprio piacimento le tariffe e i balzelli, senza offrire un servizio di trasporti adeguato ed efficente, come da più parti si chiede, anche da parte della cittadinanza che risiede in città.

Le proposte sono già sul tavolo dei comuni interessati della provincia e sono fortemente antagoniste a questa volontà inaspettata e giustamente avvertita come ingiusta e insensata. Un adeguamento del livello tariffario a costi meno gravosi per una fascia di tempo di utilizzabilità dei mezzi, qualsiasi essi siano, dalla metrò ai bus, dal treno ai pullmann, più elevata di quella oggi vigente, e un'omogeneità del livello tariffario, affinchè non si creino sacche di differenzazione che aggravano i pendolari e l'utenza. Speriamo che qualcosa venga accolto, soprattutto da una Regione che decreta da qualche anno un continuo aumento del tariffario senza garantire un investimento nelle infrastrutture e da un Comune che crea Milano come isola felice e isolata, prendendo decisioni senza concordarle in rete con le altre istituzioni comunali limitrofe, sottoposte alle conseguenze negative derivanti dalle scelte comunali dell'amministrazione Moratti.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 14 Settembre, 2007 - 00:31

Ma a Milano la cultura dove sta andando?

Della cultura non si dice niente. Un incontro promosso alla Festa de L'Unità a fine agosto aveva questa titolazione che, a parere del sottoscritto, era abbastanza esemplificativa della situazione politica culturale della Giunta e dell'amministrazione di centrodestra. Non potevo che considerarmi concorde sul significato del titolo stesso. La cultura è occasione di crescita della città: in senso civile, sociale, politico. E' vero: ma nel passato esistevano, come dice Fontana, strutture istituzionali. Esisteva nel 1921 la Fondazione Scala, come Enete autonomo, nel 1947 viene costituito il Piccolo Teatro. Si faceva sistema: è vero, come testimoniano le grandi linee progettuali della politica culturale o, meglio, della cultura politica, dato che la cultura deve essere essa stessa programma, progetto di una nuova società, rinnovata, riformulata, rivista, riletta, costituita e ricostituita, rigenerantesi civilmente. Oggi abbiamo l'assenza di questa visione complessa che è innata nella dimensione del fare cultura. Le nuove generazioni di artisti e di uomini di cultura, di impegno intellettuale, sono abbandonate da un potere che gestisce la cultura come momenti continui di pura ostentazione dell'effimero, della superficialità finalizzata a sè stessa, a volte al guadagno, a volte a rendere plateale quello che è altamente evanescente, esetmporaneo. Abbiamo la cultura dei grandi slogan, delle grandi boutade, dei "ballon d'essay", delle promesse esternate e, poi, subito, di seguito, ridimensionate, inevase, come insegnano i terribili precedenti del sostegno al Festival Gay Lesbico o della mostra "Vade retro". Abbiamo l'esempio di come spesso la cultura diventi solamente "elargizione" di beni e di contributi fortemente cospicui a realtà amiche, clientelamrnete vicine, che assicurano forte sostegno a un'assenza esautorante di cultura politica o poliica culturale. Dov'è la progettualità? Non esiste nessun tipo di pianificazione che dia a Milano una visione complessiva, generale, più completa di dimensione internazionale di cosa si intenda per cultura oggi, garantendo l'istituzione di laboratori, di confronti tra ispirazioni ed estri differenti, di incontro tra diverse tipologie di tagli interpretativi della realtà, riletta nell'ottica dell'artista che distrugge, crea e ripropone sotto l'ottica dell'innovatore del sentimento civile. Io penso drammaticamente a un fatto: in Europa esistono esperimenti anche azzardati, ma scommesse, quindi evolutive nella loro dimensione e struttura, che consistono nell'affidare a giovani compagnie teatrali la gestione artistica di grandi teatri, oppure a giovani registri la gestione di agenzie per la promozione del cinema, oppure, infine, giovani letterati nella gestione di festival internazionali di letteratura. A Milano abbiamo perpetui alla guida di epicentri della cultura: questo determina, se non ridimensionato, non sotto la prospettiva dello scontro intergenerazionale ma, bensì, sotto l'ottica della fiducia nella capacità dei nuovi, guidate dalle esperienze dei più vecchi, l'esaurimento delle spinte riformatrici e rifondatrici del fare e concepire cultura oggi e della sua funzione nella società attuale.
I giovani, dice Fontana, sono abbandonati a una "beata solitudo". Esiste come una forza oscura che ci protegge dal futuro, dal cambiamento, dalla rifomulazione e dalla messa in discussione in senso sperimentale dei canoni tradizionali e tipici su cui si struttura la conservazione culturale e asfittica, di cui Milano soffre: come disse un dirigente del regime dittatoriale di Salazar a proposito della forza populisitca del proprio duce, come ricorda Filippo Del Corno, musicista di dimensioni rilevanti.Ha ragione Del Corno a ricordare come la cultura conservativa di un Carrubba avesse ingessato la proposta culturale: ma pur sempre di proposta si poteva parlare. Oggi non esiste proposta, come non esiste la dimensione di una cultura come basamento fondativo di una società libera, dell'ascolto, del confronto, della solidarietà, della tolleranza, della giustizia. Dell'uomo al centro dello sviluppo: della sostenibilità del sistema, come lo è un'opera architettonica, come lo è un'opera urbanistica, come lo è un quadro, che fa pensare, che rende lo spettatore conoscitore del proprio io in relazione al resto della realtà. Non si riesce a comprendere a Milano quanto la cultura possa essere fonte di investimento, ossia di opportunità di trasformazione urbana e di arricchimento economico e sociale della città, nell'età del post fordismo, del post industrialismo, delle aree dismesse. Esistono a Milano centri di eccellenza? Strutture atte a ospitare grandi eventi continuativi e costanti, programmatici, di arte e di cultura mondiale: non esistono spazi, ha ragione e convergo con l'assessora alla cultura della Provincia di Milano, Daniela Benelli. Dove sono gli investimenti nelle risorse umane e intellettuali che compongono lo scenario culturale e artistico? Non esistono opportunità e garanzie per chi vuole diventare protagonista del mondo dell'arte, di un grande progetto di trasformazione della città e in un'ottica di valorizzazione del terrtorio, dei territori, delle loro sociologie, di comprensione della sua caratteristica civica e politica. Il bene stare è anche sinonimo di bene vivere: ossia è sinonimo di un percorso che rende la città vivibile, a musira d'uomo, socialmente e umanamente sostenibile.
Esiste un fuga dei talenti, delle risorse intellettuali che potrebbero essere motore di un progetto di cultura come servizio per la cittadinanza, una nuova cittadinanza della consapevolezza e della responsabilizzazione. Non esiste la conoscenza culturale delle risorse che vivono il territorio, ma che sono soffocate, silentite da un ammasso di eventi di grido, di estemporanee kermesse, di meteoritici avvenimenti e iniziative effimere ed estemporanee, spesso cattedrali in un deserto di proposte e di continuità di progettualità culturale: dove sono le idee? Ma, soprattutto, cosa significa, come spesso fatto da Sgarbi, parlare di "economia di scala" nella promozione artistica? L'amministrazione non deve essere espressione di un consiglio di gestione di società di organizzazione di eventi ma, bensì, deve essere stimolatrice di programmi e garante di spazi autonomi e autogestiti di laboratori culturali. L'amministrazione deve creare la rete tra eccellenze, divenendo protagonista di un percorso di investimento nella fase dello start up, nella fase iniziale di costruzione di sostegni e di scommessa verso le nuove energie, sono molte, che affiorano e che attendono di essere considerate. Ha ragione Daniela Benelli quando denuncia a Milano l'assenza di strutture adeguate, quali biblioteche, musei, spazi, show room, laboratori diffusi, atti a dare albergo permanente a momenti artistici costruttivi e arricchenti.
A Torino abbiamo gli ecomusei che rappresentano progetti di interventi di archeologia industriale rivista e rivisitata, mentre a Roma le municipalità aprono luoghi di produzione artistica innovativa e sperimentale e a Firenze artisti e cittadini si mettono insieme per approvare momenti di conoscenze artistiche collegialmente definite e partecipate. A Milano dove sono queste risorse? Vogliamo attendere e investire dove già la pioggia cade sul bagnato? Vogliamo lasciare che le eccellenze intellettuali abbandonino una città che, se non consente il sostegno alla libera espressione dei pensieri e alla loro circolazione, rischia di implodere in una terribile era della decadenza?

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 13 Settembre, 2007 - 11:48

BACI ALLA ROMANA

BACI ALLA ROMANA

www.arcigaymilano.org

NON SI PUÒ FARE A MENO DI NOTARE, PERÒ, CHE IN QUESTA CUPA EPOCA DI TOLLERANZE ZERO LE FORZE DELL'ORDINE VENGONO SPESSO IMPIEGATE IN UNA RICERCA DI ATTI OSCENI IL PIÙ DELLE VOLTE GAY. Un fremito di malizioso raccapriccio ha percorso ieri il torbido mondo dell'informazione alla notizia (falsa) della richiesta di rinvio a giudizio per i due ragazzi gay che la notte del 27 luglio scorso furono fermati da una pattuglia dei carabinieri nei pressi del Colosseo e denunciati per atti osceni in luogo pubblico. Come molti probabilmente ricorderanno, l'episodio ebbe notevole risalto sui giornali in seguito alla denuncia di Arcigay, che, credendo alla versione fornita dai due ragazzi, accusò i carabinieri di omofobia per aver qualificato come «atto osceno» un bacio appassionato. Sulla vicenda presero posizione anche diversi esponenti del governo in carica, precisando che un bacio, sia pure tra due persone dello stesso sesso, non può essere considerato perseguibile. I carabinieri, appoggiati a priori dalla destra omofobica, sostennero tuttavia che non di un bacio si sarebbe trattato, bensì di un altro genere di rapporto orale compiuto a «slip e pantaloni scesi». Ieri poi, quando la procura di Roma ha messo a disposizione degli indagati gli atti prodotti dai carabineri, si è sparsa la voce che «quindi» il pubblico ministero incaricato delle indagini stava per chiedere il rinvio a giudizio dei ragazzi dando ragione ai rappresentanti dell'arma. Perciò: altro che bacio (con tutto quel che segue in termini di pensieri pruriginosi). L'avvocato Stoppello, che difende gli indagati, ha invece fatto sapere che i suoi assistiti non sono stati ancora neppure interrogati dal magistrato e che chiederà «l'archiviazione del procedimento anche alla luce delle prove che saranno offerte all'inquirente». Ci sarà da attendersi ora un goliardico congetturare sulla qualità di tali prove. Questo per quanto riguarda la cronaca, e senza trarre conclusioni su ragioni e torti delle due tesi contrapposte. Non si può fare a meno di notare, però, che in questa cupa epoca di tolleranze zero le forze dell'ordine vengono spesso impiegate in una ricerca di atti osceni il più delle volte gay.
Una ricerca che, soprattutto nella stagione calda, si concentra in anfratti, spiaggette isolate e parcheggi di tutta Italia. Anche le cronache locali estive di questo infuocato 2007 sono state inzeppate di gustosi fatterelli del genere da commentare gustosamente sotto l'ombrellone. E spesso vivacizzate dalle prese di posizione di sindaci sceriffi che non vedono l'ora di ergere palizzate e disseminare di telecamere le campagne, gli arenili e i cespugli di città a strenua difesa del comune senso del pudore.
Passi pure per il Colosseo, data la celebrità e visibilità del luogo (ma fermo restando che i baci gay hanno lo stesso diritto di cittadinanza di quelli etero che ognuno può osservare in quantità in ogni dove). Ma setacciare alla ricerca del peccato gay luoghi ben più appartati, preferibilmente nelle ore notturne, che modo è di dimostrare che le forze dell'ordine non sono omofobiche, nonché di impiegare il denaro dei contribuenti?

Curioso poi che tutto questo avvenga in uno dei pochissimi paesi dell'Europa occidentale in cui si continua a negare strenuamente agli omosessuali il diritto alla rispettabilità attraverso il riconoscimento delle loro unioni more uxorio. Consoliamoci comunque, perché siamo in buona compagnia. In certi paesi islamici la caccia all'atto osceno omosessuale non è meno puntigliosa ed espone a conseguenze penali ben più gravi. E anche nell'America puritana ci sono fior di agenti messi al servizio del buoncostume per pizzicare i gay in cerca di sesso veloce e anonimo in luoghi pubblici.
Come il poliziotto dagli occhi azzurri che ha stroncato la carriera politica del senatore repubblicano Larry Craig (costruita sulla difesa dei valori morali trazionali) facendosi abbordare in un bagno pubblico per far scattare le manette subito dopo. In quel caso però, come in diversi altri che recentemente hanno riguardato esponenti della destra americana, ci si può parzialmente consolare con il fatto che la caccia al gay si è per combinazione trasformata in caccia all'ipocrita.

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