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Il Blog di Antonella Fachin | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Antonella Fachin
Mercoledì, 4 Marzo, 2009 - 09:13

linee guida di progetto per l'isola ambientale di Porta Genova

Approvate a maggioranza, ieri sera in Consiglio di Zona 6, le "linee guida di progetto per l'isola ambientale di Porta Genova e S.Cristoforo". A seguito della prevista dismissione dei due scali il Consiglio di Zona ha stilato una serie di proposte che verranno inviate ai settori comunali competenti ed alla FF.SS. E' un primo passo che fissa dei paletti e propone delle soluzioni. Il Consiglio di Zona 6 dovrà essere vigile  e seguire gli atti passo dopo passo.
Angelo Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Martedì, 3 Marzo, 2009 - 17:16

costruire ponti invece di muri

"Per un’ecologia delle differenze, la laicità come dialogo"

ne discutono con Fiorello Cortiana:  Mons. Luigi Bettazzi e Stefano Rodotà

11 Marzo, 2009  ore 17,30
FORMA – Centro Internazionale di Fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro 1,  Milano   02.58118067 - 02.89075419

                 

Le evoluzioni della tecnica e della scienza pongono a ciascuno delle domande inedite per rispondere alle quali non sono sufficienti i riferimenti prescrittivi ed il rifugio nelle certezze dell’inimicizia verso l’altro da sé, “ho un nemico quindi sono” , risulta invece fruttuoso il confronto tra differenze nella sfera privata ed il reciproco riconoscersi come parte di un’unica comunità  nella sfera pubblica  su questa piccola terra .

 

Gli straordinari problemi economici, finanziari ed ambientali che interessano la vita sul pianeta non trovano soluzione nelle chiusure e nelle insicurezze, per questo il dialogo oggi costituisce un valore in sé oltreché la premessa per una possibile soluzione dei problemi che tutta l’umanità deve affrontare.

 

Questo è il senso degli incontri promossi da “Condividi la Conoscenza”.

 

Il dialogo tra due persone aperte, curiose e rispettose delle ragioni altrui come Mons.Luigi Bettazzi  e Stefano Rodotà è un’occasione preziosa per l’esercizio concreto della costruzione di ponti in luogo di muri.

 

Due libri recenti di Bettazzi e Rodotà già costituiscono un dialogo indiretto tra persone che affermano insieme il valore della libertà e l’etica della responsabilità.

Martedì, 3 Marzo, 2009 - 13:30

Il paradosso del nostro tempo

Il paradosso del nostro tempo
DEL DR. BOB MOORHEAD
Information clearing house

Il paradosso del momento storico in cui viviamo è che abbiamo edifici più alti, ma tolleranza più bassa; autostrade più ampie, ma punti di vista ridotti; spendiamo di più, ma abbiamo meno; compriamo di più, ma ne godiamo di meno.

Abbiamo case più grandi, ma famiglie più piccole; siamo più agiati, ma abbiamo meno tempo; abbiamo più lauree, ma meno buon senso; sappiamo di più, ma abbiamo meno giudizio; siamo più esperti, ma con più problemi; più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo, siamo spendaccioni, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloce, ci arrabbiamo più in fretta, facciamo le ore piccole, ci alziamo più stanchi, leggiamo troppo di rado, guardiamo troppa televisione e preghiamo raramente.

Abbiamo moltiplicato i nostri beni ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo di rado e odiamo spesso.

Sappiamo come guadagnarci da vivere, ma non sappiamo vivere; abbiamo aggiunto anni alla nostra vita, ma non vita ai nostri anni.

Siamo andati e tornati dalla luna, ma ci è difficile attraversare la strada per incontrare i nostri vicini. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore. Abbiamo fatto cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo ripulito l’aria, ma inquinato la nostra anima. Abbiamo scisso l’atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più ma impariamo meno; pianifichiamo più cose ma ne otteniamo meno. Abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare; abbiamo salari più alti, ma moralità più bassa; abbiamo più cibo, ma meno armonia; costruiamo più computers per contenere più informazione, per fare più copie che mai, ma comunichiamo di meno. Abbiamo migliorato la quantità ma non la qualità.

Sono tempi di cibo veloce e di digestione lenta, di uomini alti ma bassi di carattere, di enormi profitti, ma di rapporti superficiali.

Sono tempi di relativa pace nel mondo, ma di guerre interne; più agi, ma meno gioie; più tipi di cibo ma meno nutrimento.

Sono giorni di doppi salari, ma più divorzi; di case sfarzose ma distrutte da separazioni. Questi sono i giorni dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, della moralità da scarto, di avventure di una notte, di corpi sovrappeso e di pillole che ci esaltano, ci tranquillizzano e ci ammazzano.

È il tempo in cui c’è molto in vetrina, ma poco in magazzino. Il tempo in cui la tecnologia vi ha portato questo articolo, ed è il tempo in cui potete o fare la differenza oppure semplicemente “saltare alla pagina successiva”.

Il Dr. Bob Moorehead, è ex pastore della Overlake Christian Church di Seattle's. (Ritiratosi nel 1998 dopo 29 di attività in tale chiesa). Questo saggio è apparso col titolo "The Paradox of Our Age" in “Words Aptly Spoken” la raccolta del Dr. Moorehead del 1995 di preghiere, omelie e monologhi utilizzati nei suoi sermoni e trasmissioni radiofoniche

Titolo originale: "The Paradox Of Our Time"

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da GIANNI ELLENA

Martedì, 3 Marzo, 2009 - 09:51

Un capitolo di storia: Marzo ’44, i giorni della Breda

Un capitolo di storia

Marzo ’44, i giorni della Breda

Mese cruciale per la Resistenza. Dal 1° marzo tutta l’Italia controllata dai tedeschi viene scossa da una grande ondata di scioperi. Prima il triangolo industriale e poi molte altre realtà, nel Veneto, in Emilia e in Toscana. I ricordi di un protagonista di Giovanni Rispoli

“Questo fenomeno, di una vastità senza precedenti, è qualcosa di più di un movimento di classe (…). Ed è qualche cosa di più di un movimento nazionale in quanto esso si intona alla guerra di resistenza che si combatte senza quartiere in ogni paese dove ha messo piede il tedesco (…)”.

È il 6 marzo del 1944, già sera nell’Italia divisa in due dal conflitto. Il colonnello Stevens, da Radio Londra, commenta con parole piane lo straordinario evento che tedeschi e fascisti si trovano in quei giorni a fronteggiare: l’ondata di scioperi, data d’avvio il 1° marzo, che dopo Torino e Milano, passando per le fabbriche del vicentino, spingendosi a Porto Marghera, via Bologna scendendo a Firenze, ha bloccato un po’ dappertutto le regioni industriali del paese.

Beppe Carrà, oggi giovanissimo ottantenne allora diciottenne in fretta diventato uomo, ne fu a Sesto San Giovanni, cuore operaio della Lombardia, uno degli animatori – poi, dopo la guerra, sarebbe stato a lungo sindaco di Sesto e parlamentare del Pci –. Abbiamo voluto raccoglierne la testimonianza convinti che i suoi ricordi, in tempi di memorie troppo spesso recitate al presente, possano aiutarci non solo a illuminare un momento cruciale della nostra storia ma anche a guardare in maniera un po’ più avvertita a quel che oggi ci scorre davanti.

“Sì, lavoravo alla Breda ed ero membro del Comitato segreto di agitazione, l’organismo che aveva il compito di preparare lo sciopero. La fabbrica – ci dice scandendo le parole in questo inizio di racconto – l’avevo conosciuta nel marzo del ’40, a quattordici anni, due mesi prima che l’Italia entrasse in guerra. Entrato come apprendista, con la scuola serale ero diventato poi disegnatore meccanico.

“La mia famiglia veniva da Stradella. Prima di stabilirci a Sesto San Giovanni eravamo stati a Milano. Mio padre faceva il falegname, uno zio aveva messo su una piccola impresa in cui si lavorava il cuoio. Erano antifascisti. Per me fu del tutto naturale, una volta in Breda, stabilire un rapporto con gli operai che non si erano rassegnati alla dittatura. Importante in particolare l’incontro con Eugenio Mascetti, capo tecnico del reparto motori, che aveva fatto il confino, e Paolo Pulici, un operaio specializzato. Mi misero un po’ alla prova, per capire se potevano fidarsi. Verso la fine del ’43 ero già nel Pci.

“La Breda? Beh, per i tedeschi era assai importante. Un’azienda dedicata essenzialmente alla produzione bellica: armi, bombe, aerei e così via. Eravamo più di 18mila divisi in cinque sezioni. Io lavoravo al reparto torrette. Sì, quelle che si vedono nei film di guerra: le cupole girevoli degli aerei da dove sparano i mitraglieri. Come tutte le grandi fabbriche, la nostra era costretta alla disciplina militare. I tedeschi erano presenti direttamente con un loro presidio che aveva due compiti: primo, garantire le regole, ferree, d’occupazione; secondo, il controllo della produzione industriale. A fianco dei tedeschi i fascisti, che si davano da fare, diciamo così, con un ufficio disciplina.

“Mangiavamo malissimo. Ricordo un piatto orrendo fatto di fagioli e fichi secchi e, immancabile, il formaggio Roma, una roba scadente che non si capiva da dove venisse.

“Tu dici che gli storici ricordano sempre e giustamente come il grande sciopero del ’44 non sia nato all’improvviso e che era stato preceduto, nell’autunno-inverno, dalle forme più svariate di protesta. Ti voglio raccontare una cosa, allora. Eravamo a mensa, parlo di un episodio della fine del ’43: erano le 13, l’altoparlante dava come ogni giorno a quell’ora il bollettino di guerra. Non ne potevamo più: della guerra… del formaggio, di tutto il resto, e decidemmo di organizzare una protesta; ma lucidamente, non fu solo un moto di rabbia. Così, al grido di ‘Roma o morte’, lanciammo le nostre scodelle di alluminio contro l’altoparlante. La voce dello speaker prese a gracchiare, il formaggio era servito finalmente a qualcosa.

“Ma torniamo nei reparti. Lavoro duro, il cottimo che ci distruggeva le giornate. Vivevamo una doppia coercizione: quella che veniva dai ritmi imposti dalla direzione aziendale, quella esercitata dai tedeschi. I tempi poi si allungavano enormemente, per molti, a causa della difficoltà dei trasporti. Ci si muoveva in bicicletta, non c’era altro mezzo, lo facevo anch’io ma ero tra i fortunati, abitavo a un paio di chilometri dalla fabbrica. Non casualmente le gomme per le bici furono tra le rivendicazioni dello sciopero.

“Il clima, fuori, era cupo. All’ombra dei tedeschi, a Milano imperversavano gli uomini della Muti, per lo più criminali liberati dalle galere e arruolati nell’esercito di Salò. I bombardamenti erano pesanti, distrussero anche la quinta sezione della Breda, da dove uscivano gli aerei da caccia. Comprare qualcosa da mettere in tavola era un’impresa: si viveva di borsa nera, bisognava andare a rifornirsi nell’Oltrepò pavese, in Brianza. E i pochi soldi che si guadagnava erano sempre più pochi. Come non bastasse c’era l’assillo dei controlli. Con le prepotenze che dovevi sopportare. ‘Eccolo, viene dalla Breda, un altro sovversivo’. E ti mollavano una pedata. Poi dovevano lasciarti andare via: avevi il lasciapassare tedesco. Ma, insomma, il clima era questo: soffocante. E l’insofferenza era cresciuta enormemente. Bisognava solo organizzarla.

“La preparazione fu lunga. Con le rivendicazioni materiali, salario e razioni alimentari, c’era quella politica: via i nazifascisti, vogliamo la pace. Facemmo circolare per settimane, in fabbrica, i bollettini del Comitato d’agitazione, eravamo attenti alle regole cospirative ma poi c’erano i rapporti personali: si parlava, no? La coscienza operaia, in quei mesi, era cresciuta, si capiva che c’era ormai la volontà di farla finita con la guerra: non si trattava di una coscienza militante, intendiamoci, ma eravamo ben oltre i sentimenti che avevano animato gli scioperi dell’anno prima, del marzo ’43, quelli che avevano preceduto la caduta del fascismo.
“Così arrivammo al momento fatidico. Nei giorni precedenti le riunioni si erano infittite. La sera prima ci incontrammo ancora per definire tutti i particolari. E la mattina del 1° marzo, tra le 8 e le 10, la fabbrica si fermò.

“Se l’aspettavano? Certo che se l’aspettavano. Ma non pensavano che lo sciopero potesse avere quell’ampiezza. La direzione fece sapere che il lavoro andava immediatamente ripreso. Ma fu tutto inutile. Così, il giorno seguente, come accadde in molte altre aziende, venne decisa la serrata. I militi della Tagliamento occuparono poco dopo la fabbrica e il 3 presero in ostaggio i turnisti, che noi facevamo andare al lavoro. Provammo a entrare, ma ci bloccarono mentre sui muri era apparsa la scritta: ‘Operai, cosa volete, piombo?’.

“Altro che socializzazione, già. Poco prima, in febbraio, c’era stata questa trovata dei repubblichini. Ma non ci aveva creduto nessuno. E lo sciopero approfondì ulteriormente il fossato tra gli operai e il fascismo.

“Come si chiuse? Beh, ovviamente non poteva continuare all’infinito. Verso il 6-7 cominciammo ad avvertire qualche sintomo di sfilacciamento. La situazione si era fatta difficile. Erano iniziati gli arresti, alla fine sarebbero stati deportati centoventicinque lavoratori: praticamente tutti, centoventitrè, a Mauthausen. Fra l’altro si era diffusa un’aspettativa: l’arrivo dei partigiani; non solo i Gap, le formazioni che operavano in città, ma i partigiani di montagna. E questo, se in un primo momento ci aveva aiutato, era diventato poi controproducente. I partigiani non arrivavano, non potevano arrivare, serpeggiava una certa disillusione. Così l’8 marzo si decise di ritornare in fabbrica. Sotto il profilo pratico lo sciopero non diede nulla, è vero. Ma dal punto di vista politico ebbe un’importanza enorme. L’eco fu davvero grande, ne parlò tutta l’Europa. E ci aiutò in seguito a rafforzare la lotta partigiana.

“Cosa mi accadde? Poco dopo dovetti scappare. Si presentò in Breda una squadra della polizia di sicurezza tedesca. Ero stato già avvertito dai portinai. Scavalcai, entrai nella Pirelli, che era lì a un passo, i compagni mi tennero nascosto un giorno e una notte, presi poi la strada dell’Oltrepò dove andai a combattere nelle formazioni garibaldine. Ma nel febbraio del ’45 ritornai in fabbrica. Il comando militare partigiano di Sesto era caduto quasi tutto nelle mani dei nazifascisti: un colpo pesantissimo. La mia presenza era giudicata necessaria, mi chiesero di rientrare. Arrivai alla Breda con documenti falsi e andai dall’ingegner Bozzini, il capo del personale, che ovviamente mi conosceva, con la pistola in pugno. Bozzini non mi denunciò, questo gli avrebbe evitato in seguito l’epurazione. Non toccai più un solo strumento di lavoro: fino al 25 aprile, tutti i giorni, mi dedicai soltanto al mio impegno politico-militare. Gli altri operai, straordinaria complicità, facevano finta di nulla”.

Lunedì, 2 Marzo, 2009 - 15:56

W i COSMETICI cruelty-free

Per opportuna informazione pubblico un elenco di aziende produttrici di cosmetici cruelty-free, cioè aziende che utilizzano materie prime non testate su animali.

L'indicazione "Non testato su animali" sulla confezione di un prodotto cosmetico significa infatti che il prodotto finito non è stato testato su animali, ma non fornisce informazioni sulle materie prime usate.

L'elenco è stato fornito da un'ass. animalista, il Laboratorio Antispecista.

Cordiali saluti
Antonella Fachin

-----------------------------
COSMETICI cruelty-free (make-up e igiene della persona)
ARGITAL
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie, Farmacie
_NO test dall'anno: ---
_ingredienti animali: In alcuni prodotti Miele, Propoli, Cera.
_contatti: www.argital.it
 
CIBE (Mondo Naturale, Fiori&Futta-Antico Marsiglia, Antica Provenza Ligure)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1998
_ingredienti animali: Antica Provenza Ligure > Linea estratti: totalmente vegetale / Linea Marsiglia: alcuni prodotti contengono miele, latte, lanolina / Linea Dessert: i dessert da bagno contengono latte. Mondo Naturale e Fiori&Frutta-Antico Marsiglia: alcuni prodotti contengono miele, latte, lanolina
_contatti: www.cibelaboratori.it, www.fioriefrutta.it

COOP
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Supermercati COOP (tutti i prodotti per l'igiene della persona a marchio COOP)
_NO test dall'anno: ---
_ingredienti animali: ---
_contatti: www.e-coop.it
D'AYMONS NATURALERBE
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie,
Farmacie, Fiere
_NO test dall'anno: 1978
_ingredienti animali: Quasi tutto vegan. Alcuni prodotti contengono
miele, propoli, polline. Cercare il marchio VEGAN sulla confezione.
_contatti: www.daymonsnaturalerbe.it

DERBE (Regenè, Speziali Fiorentini, Seres)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1997
_ingredienti animali: Uova (solo in Olio Derbe all'uovo e maschera all'uovo) e prodotti delle api
_contatti: www.derbe.it
DR TAFFI
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: ---
_ingredienti animali: Pappa reale e Propoli in alcune creme
_contatti: www.drtaffi.com
FITOCOSE
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Acquisto on-line dal loro sito
_NO test dall'anno: 2003
_ingredienti animali: Alcuni preparati contengono prodotti delle api
_contatti: www.fitocose.it

FLORA-PRIMAVERA
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1989
_ingredienti animali: Non rintracciabile
_contatti: www.florapisa.it

HAWAY (Hawai, Oris, Anthyllis)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: ---
_ingredienti animali: alcuni prodotti contengono prodotti delle api e
midollo
_contatti: www.hawai-group.com
HELAN
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1998
_ingredienti animali: Miele, polline, propoli, cera d'api, pappa reale. Chiedere per ciascun prodotto
_contatti: www.helan.it

INDICA
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_No test dall'anno: 1978
_ingredienti animali: Nessuno
_contatti: www.indica.it

I SERAFINI
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Farmacie
_NO test dall'anno: 2003
_ingredienti animali: non pervenuto
_contatti: www.iserafini.it

L'ERBOLARIO
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1997
_ingredienti animali: Si
_contatti: www.erbolario.com
LINEA PROGETTO GAIA
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Negozio Progetto Gaia, Vendita on-line
_NO test dall'anno: 2005
_ingredienti animali: In alcuni prodotti sono presenti prodotti delle api
_contatti: www.progettogaia.it
LUSH
_fonte informazioni: Certificazione NatureWatch
_reperibile presso: Catene in Franchising
_NO test dall'anno: 1998
_ingredienti animali: Quando non indicato con V (vegan) il prodotto è latto-ovo-vegetariano
_contatti: www.lush.it

MONTAGNE JEUNESSE
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione BUAV (UK)
_reperibile presso: Supermercati
_NO test dall'anno: ---
_ingredienti animali: Non rintracciabile
OFFICINA NATURAE
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie,
Vendita on-line
_NO test dall'anno: 2005
_ingredienti animali: Derivati del latte in tutte le creme, gli altri prodotti sono vegetali; il "burro di chiuri" usato in molti loro prodotti è VEGETALE
_contatti: www.officinanaturae.com
PEDRINI (Lepo Line)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1998
_ingredienti animali: Miele, cera d'api, propoli nei prodotti: rossetti, stick labbra, matite contorno labbra, sapone ultradelicato, detergente al miele e propoli, maschera riequilibrante all'argilla e propoli, maschera nutriente al miele, stick correttivi
_contatti: www.lepo.it
REBIS
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1990
_ingredienti animali: Cera d'api, lanolina in alcune creme e unguenti
_contatti: rebiser@tin.it
REMEDIA
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Per corrispondenza
_NO test dall'anno: 1992
_ingredienti animali: Cera d'api in tutte le creme e Propoli nella crema all'elicriso
_contatti: www.remediaerbe.it
SAN.ECO.VIT (Bjobj)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie
_NO test dall'anno: 1999
_ingredienti animali: Nessuno
_contatti: www.sanecovit.it
SAPONIFICIO GIANASSO (Floralia, I Provenzali)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Supermercati
_NO test dall'anno: 2003
_ingredienti animali: non pervenuto
_contatti: www.saponigianasso.it

TEA NATURA
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con autocertificazione
_reperibile presso: Erboristerie, Centri di alimentazione naturale, Agriturismo bio, GAS
_NO test dall'anno: 2004
_ingredienti animali: Cera d'api bio e Lanolina negli unguenti
_contatti: teanatura@libero.it
THE BODY SHOP
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione BUAV (UK)
_reperibile presso: Catene in Franchising
_NO test dall'anno: 1990
_ingredienti animali: Collagene nelle perle da bagno (NON vegetariano), più altri prodotti che contengono latte, miele, etc.
_contatti: www.the-body-shop.com

Nota: La linea The Body Shop è ancora tecnicamente cruelty-free, poiché rispetta lo Standard internazionale "non testato su animali". Tuttavia il marchio è stato acquistato da L'Oréal, che invece effettua vivisezione per tutto il resto della vasta gamma dei prodotti offerti. Comprando The Body Shop si finanzia quindi anche L'Oréal (e la vivisezione), alla coscienza di ciascuno pertanto scegliere se acquistare o meno tali prodotti.
W.S. BADGER (distribuito da Blue Moon Trade)
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione BUAV (UK)
_reperibile presso: Negozi di alimentazione biologica, Erboristerie, Farmacie
_NO test dall'anno: 2005
_ingredienti animali: Prodotti delle api
_contatti: www.bluemoontrade.com
Riassumendo: Cibe (Mondo Naturale, Fiori&Futta - Antico Marsiglia, Antica Provenza Ligure), Coop, D'Aymons Naturalerbe, Derbe, Dr Taffi, Flora-Primavera, Haway (Hawai, Oris, Anthyllis), Helan, Indica, I Serafini, L'Erbolario, Linea Progetto Gaia, Lush, Montagne Jeunesse, Officina Naturae, Pedrini (Lepo Line), Rebis, Remedia, San.Eco.Vit (Ecoblu), Saponificio Gianasso, W.S. Badger.

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Laboratorio Antispecista
via De Predis 9, 20155 Milano
laboratorioantispecista@yahoo.it
infoline: 340-6368139

Domenica, 1 Marzo, 2009 - 13:16

HUMOR: posto fisso

generazione_bassa.png
Ciao a tutti precari,
Dove vivo io, la mattina la strada si trasforma in un inferno di lamiere guidate da pecore governate da lupi scaltri come volpi e affamati come squali.
Chi sono? Beh, la nostra classe politica collusa con il sistema produttivo che insegna al popolino a prendere l’auto per andare a lavoro, per andare a comprare il latte, o semplicemente per andare al creatore. Una pecora per auto e il gregge è fatto.
Quando vedo i romani (gli italiani?) affollarsi come bestie da macello sulle nostre strade capisco tutto. Capisco come è facile per i nostri politici, per gli industriali e per i potenti, farci qualsiasi cosa. Questo pensiero si rafforza quando entro in metro e mi rendo conto che lì sotto c’è un altro gregge, di cui faccio parte, obbligato a spartirsi stoicamente un altro pezzo d’indecenza quotidiana di questo paese: vagoni stracolmi come treni di Calcutta che trasformano un viaggio in metro in una odissea.
Penso a quanto è facile per noi italiani buttare al cesso ogni nostro diritto, ogni cosa buona che fino a oggi ha permesso alla maggior parte di noi di vivere una vita senza stenti e di avere accesso a diritti che puntualmente, a causa del popolo che siamo, abbiamo rivolto contro noi stessi come un’arma. Pensate all’uso che le passate generazioni - ma anche le nuove, di prove ce ne sono un’infinità - hanno fatto del posto fisso.
Il tempo indeterminato senza responsabilità ci ha resi pigri e ci ha convinti che ogni cosa è dovuta: che tutto è sempre stato lì e che non c’è mai stato nessuno a lottare e forse morire per darci tutto questo.
Il tempo indeterminato ottenuto in tutti i modi meno che per meriti ci ha trascinato dritti nel baratro dell’incompetenza.

Il tempo indeterminato senza obbiettivi ci ha portato a lasciare i posti di lavoro a gente inadeguata che tiene le aziende e l’azienda Stato Italiano per le palle.
Il tempo indeterminato unito alla parentopoli tutta italiana ha soffocato la ricerca, la mobilità sociale dando vita a vere proprie oligarchie di potere che controllano tutto, anche i fallimenti di queste ultime generazioni.
A volte ho la sensazione che non dare la certezza di un lavoro e di uno stipendio a tutti i costi, avrebbe obbligato tutti a essere più rispettosi di questo paese, delle nostre leggi, delle persone, degli operai, delle puttane e degli immigrati.
Eppure nessuno si è mai davvero ribellato a questo sistema. Non al tempo indeterminato, ovviamente, ma all’italianità imperante. Questa tendenza inarrestabile a sprecare tutto quello di buono che ci viene dato, per logiche che sfuggono alle masse e che arricchiscono, alla fine, solo una cerchia ristretta di potenti.
Nessuno si ribella all’italianità che diventa lega, sinistra litigiosa, destra ossequiosa, finto cattolicesimo e ronda.
Abbiamo trasformato la sanità in un lebbrosario, la scuola in un parcheggio generazionale, il lavoro in smarrimento, il parlamento in un bivacco.
Eppure viviamo in un’epoca in cui essere occidentali ci ha messo in condizione di non vendere fazzoletti ai semafori, di non pulire il culo ai nostri vecchi, di non dover fare lavori di fatica che a cinquant’anni te ne fanno avere ottanta. Eppure abbiamo permesso a chi manovra il sistema di sbatterci ai limiti della povertà con stipendi di base sempre più bassi, al punto che entrare a far parte della “generazione mille euro” sta diventando un obbiettivo.
Ma questo non può fermarci. Possiamo ancora fare tutto ciò che vogliamo di noi stessi: prima di tutto uscire dalla precarietà, quella condizione mentale che fa accettare ogni cosa mese dopo mese.
Dovete chiedere di più a voi stessi, non quando siete su posti di lavoro umilianti, ma quando fuori di lì non decidete di ammazzare quella parte di voi che urla di rabbia per un posto fisso che non avrete mai, ma del quale in fondo non avete bisogno.
Dimenticate la guerra fra poveri che ci oppone a chi ne ha uno. Dimenticate le loro pensioni perché potete star certi che non le avranno mai, proprio perché non ci sarà nessuno a versare i contributi necessari alle nostre come alle loro.
Quello che ci serve è toglierci dalle palle tutta la feccia che pretende di tenerci la testa sotto i propri piedi e l’unico modo è prendere direttamente il loro posto, smettere di leccare quei piedi che ci tengono sotto e cominciare a morderli. Perché quando si vuole conquistare una vetta, si comincia sempre dalla base. - Arnald

Sabato, 28 Febbraio, 2009 - 08:58

Da Basilio Rizzo:NOTIFICATA LA DIFFIDA PER LE NOMINE EXPO

                                COMUNICATO STAMPA
                  DEL CONSIGLIERE COMUNALE BASILIO RIZZO
                      DELLA LISTA UNITI CON DARIO FO

                 NOTIFICATA LA DIFFIDA PER LE NOMINE EXPO

Il  decreto ministeriale che istituisce la SO.GE. prevede che un membro del
CdA spetti al Comune di Milano.
Qualcuno   può   ragionevolmente  negare  che  l’ex-ministro  Stanca  (oggi
parlamentare di Forza Italia eletto nella Circoscrizione Piemonte 2) sia il
rappresentante  del  governo  nella  persona  del Presidente del Consiglio?
Logica  vorrebbe  che occupasse uno dei due posti di competenza del Governo
nel CdA SO.GE. Perché dovrebbe essere sul “conto” del Comune di Milano?
Il  Sindaco  e  –nessuno  credo possa dubitarne- ha dovuto soccombere nello
scontro  con  il  governo:  ma spingersi a proporre Lei il candidato di chi
l’ha sconfitta è pratica che avveniva solo nei C.C. dei partiti staliniani!
Se  la  dott.sa  Moratti  ha avuto delle contropartite personali non è dato
sapere,  ma  sarebbe  cosa  ben  triste:  perché neppure a Lei è consentito
mercanteggiare con un bene che le è “indisponibile” ovvero la dignità ed il
ruolo  di  Milano  che  rimarrebbe  senza  rappresentanti nella società che
gestisce l’EXPO di …..MILANO!
Se  quello  dell’EXPO è un affare privato di pochi tutto è possibile, e non
c’è  regola e forma che tenga. Ma allora basta con la retorica della grande
occasione, dell’interesse comune, del lustro per la città.
Se  al  contrario la nostra Sindaco ha voglia di reagire a nome e per conto
di  Milano  la “diffida” formale che in questi giorni Le è stata notificata
(e  che  accludiamo)  Le  offre una opportunità di rispettare le regole, le
prerogative  istituzionali  della  città  e  far  venire  allo scoperto chi
intende umiliare Milano.
Non  esistono  a Milano, mettiamo pur nell’ambito del centro destra –se non
si  vuole  una  soluzione  espressione  unitaria delle eccellenze milanesi-
persone   di   valore   riferibili   per  azione  professionale,  politica,
amministrativa  al nostro territorio, alle quali affidare la rappresentanza
di Milano, senza essere i segnaposto di scelte altrui?
Milano, 27 febbraio 2009

In allegato il testo fatto notificare tramite gli Ufficiali Giudiziari.

Venerdì, 27 Febbraio, 2009 - 18:24

interrogazioni presentate il 26 febbraio in Consiglio di Zona 4

Milano, 12 febbraio 2009  
c.a del Settore Aree Cittadine e Consigli di Zona del Comune di Milano; 
dell’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano; 
dell’Amministrazione della Milano Sport spa; 
della Commissione PMZ/CAM del Consiglio di Zona 4 di Milano  
 
 
Interrogazione in merito alla pubblicizzazione del bando indetto per 9 posti dal Comune di Milano per la figura professionale di coordinatore CAM  
 
Considerato che 
diversi animatori e diverse animatrici, diverse coordinatrici e diversi coordinatori, della circoscrizione e del Comune, preposti nei diversi Centri di Aggregazione Multifunzionale, sono venuti a sapere per caso dell’esistenza del bando per l'assunzione delle figure di coordinatore, uscito e già scaduto 
si evince 
dal testo del bando una professionalità che viene predisposta per la vincitrice e per il vincitore del bando che non assume i caratteri precipui del ruolo di coordinatore finora eseguito da chi chiede la partecipazione al bando  
constatato che 
il bando è stato indetto senza darne adeguata diffusione e pubblicizzazione tra i diretti interessati, dato che in diversi casi si è registrata l’assenza di un tempestivo avviso dell’apertura del bando stesso, rendendo, pertanto, impossibile la partecipazione di diverse potenziali candidate e diversi potenziali candidati  
in particolare 
la stessa situazione si è manifestata nella nostra circoscrizione rendendo, così, probabile una futura assenza del ruolo di coordinatore nell’ambito dell’organico del personale oggi preposto alla gestione dei CAM della zona, inficiando, pertanto, l’amministrazione e la promozione delle attività condivise dalle animatrici e dagli animatori  
si constata 
Spesso nei centri CAM presenti nella nostra circoscrizione, ma in tutta la città e il comune, i servizi vengono erogati grazie alla dedizione e alla professionalità, ancora non sufficientemente riconosciuta attraverso un adeguato livello retributivo, che vede operatrici e operatori sovente prestanti attività anche oltre al loro impegno lavorativo contrattato e richiesto, come il servizio di informazione dell’esistenza o della temporanea sospensione dei corsi o delle iniziative 
si chiede 
  • al Settore Aree Cittadine e Consigli di Zona del Comune di Milano come e con quali canali è avvenuta la pubblicizzazione del bando per l’assunzione a tempo indeterminato per la funzione di coordinamento e il motivo di un’assenza di conoscenza da parte di un cospicuo numero di interessate e interessati, e se, vista l’impossibilità di molte e di molti, per motivi ovviamente oggettivi, a parteciparvi, sia possibile e ipotizzabile la riapertura in tempi brevi di un nuovo bando con stesse caratteristiche e funzioni;
 
  • allo stesso Settore che cosa si intenda per “figura di coordinamento” nelle finalità previste dal bando e a quale ruolo e scopo l’assunta o l’assunto tramite vincita del bando sarà preposto, e se in continuità con la figura professionale fino a oggi espletata dai diretti interessati e candidati
 
 
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Milano, 12 febbraio 2009  
c.a dell'Assessorato alla Salute del Comune di Milano;
dell'Assessorato all'Educazione e alla Famiglia del Comune di Milano;
della Commissione Consiliare Comunale Salute;
della Commissione Consiliare Educazione del Consiglio di Zopna 4 di Milano;
della Commissione Consiliare Serivizi Sociali del Consiglio di Zona 4 di Milano   
Interrogazione in merito alla riunione della Commissione Salute del Consiglio Comunale avvenuta in data mercoledì 18 febbraio alle ore 16 con all’ordine del giorno l’audizione dell’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna  
Considerato che 
Il giorno mercoledì 18 febbraio si è tenuta la Commissione Consiliare Salute del Comune di Milano dove ha partecipato in funzione di audizione l’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna 
si apprende 
dall'articolo pubblicato su Repubblica di Milano online in data 11 agosto appresi, e ne feci oggetto di una mia interrogazione rivolta allo stesso Assessorato in data 25 settembre in seduta di consiglio di zona, la volontà dell'Assessorato alla Salute del Comune di Milano di attuare un programma inerente a una campagna di informazione volta a fornire conoscenze in merito alla prevenzione delle patologie infettive trasmissibili attraverso i rapporti sessuali rivolto alle alunne e agli alunni iscritti agli ultimi due anni delle scuole primarie di Milano 
constatato che 
la proposta dell’Assessore alla Salute del Comune di Milano venne valutata positivamente nella stessa interrogazione, tanto che veniva individuata come iniziativa necessaria a fronte di uno studio effettuato dal dipartimento di Pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, in cui si denuncia un abbassamento dell'eta relativa al primo rapporto sessuale e un aumento di diagnosi richieste da parte di utenti molto giovani, di età media di 14 anni, che oggi si rivolgono con maggiore frequenza al fine di ottenere consulti sanitari legati al rapporto stesso, nonché richieste di applicazioni mediche contraccettive quali la pillola del giorno dopo 
considerato che 
l’iniziativa fino a oggi non ha avuto seguito attuativo, pur considerando il progetto ben formulato e rispondente a un’esigenza sociale sempre più ampia di avere una maggiore educazione sessuale in età scolare, 
preso atto che 
durante un convegno promosso a Palazzo Marino, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmieri, lo stesso Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna ribadiva “Un’adeguata educazione sessuale deve iniziare in età pre-adolescenziale e progressivamente diventare comprensiva dell’esplicitazione dei rischi connessi a un atto che non deve e non può essere inteso solo come superficialmente liberatorio”
si sottolinea
l’importanza del ruolo pubblico delle istituzioni nell’acconsentire la conoscenza completa per le bambine e per i bambini del proprio corpo, affinché si possa garantire loro una maggiore consapevolezza e maturazione nel disporlo in relazione all’altra o all’altro, e affinché ci sia una responsabile e partecipata attività di prevenzione, senza scadere in inutili e sterili pregiudizi ideologici e strumentalizzazioni poco opportune 
si chiede 
  • alla Presidenza della Commissione Salute del Comune di Milano quali siano stati i punti discussi in relazione all’audizione dell’Assessore alla Salute del Comune di Milano, e se siano state affrontate proposte politiche utili a indirizzare interventi adeguati alla promozione dei servizi sociali sanitari di cui oggi dispone il Comune di Milano;
 
  • alla stessa Presidenza della Commissione Salute del Comune di Milano se sia stato affrontato il tema riguardante l’”educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”, nonché se esista l’intenzione di affrontarne la portata e di elaborare proposte adeguate e utili a dare attuazione alle dichiarazioni di volontà espresse dall’Assessore stesso;
 
  • all’Assessorato alla Salute del Comune di Milano se sia previsto un progetto identificativo di un percorso da sottoporre alle scuole al fine di istituire un’adeguata ed efficace educazione sessuale, coerentemente a quanto annunciato nell’estate scorsa, e in che modo e secondo quali canali tale progetto dovrebbe trovare compimento e attuazione, i tempi della sua realizzazione, nonché quali soggetti verranno coinvolti
 
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
  • al Settore Servizi al Cittadino del Comune di Milano e al Vicesindaco al Comune di Milano, con delega alla sicurezza, Riccardo Decorato, se siano previsti interventi, di concerto con la Protezione Civile del Comune di Milano e la Provincia di Milano, proprietaria della sede del distaccamento di Piazzale Cuoco, utili e funzionali a garantire una manutenzione adeguata e continuativa della sede stessa, da 9 anni non soggetta a nessun intervento di ristrutturazione, nonché interventi finalizzati a incrementare il numero di autovetture e autopompe al fine di garantire un servizio più puntuale ed efficiente, non sottoposto ai rischi fino a oggi verificatisi soventemente di non utilizzabilità dei mezzi da parte della Vigilanza del Fuoco;
 
  • allo stesso Settore e allo stesso Vicesindaco del Comune di Milano, Riccardo Decorato, con delega alla sicurezza, se è prevista l’apertura di altre sedi nell’ambito della zona sud di Milano, oggi di competenza esclusiva del distaccamento di Piazzale Cuoco, al fine di alleggerire l’ambito di intervento oggi vasto ed esteso del distaccamento di Piazzale Cuoco;
 
  • alla Commissione Politiche Sociali di provvedere a inserire in un punto all’ordine del giorno di una prossima seduta l’audizione di dipendenti e volontari del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Piazzale Cuoco, al fine di valutare la portata delle istanze e verificare soluzioni da sottoporre agli organi competenti, di cui tra i destinatari della presente interrogazione, del Comune di Milano
 
 
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Venerdì, 27 Febbraio, 2009 - 18:22

prospettive inerenti la gestione Asili Nido e Scuole Materne

Milano, 12 febbraio 2009  
c.a del Settore Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano; 
dell’Assessorato Assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano; 
della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 4 di Milano  
 
 
Interrogazione in merito alle prospettive e alle circolari inerenti la gestione degli Asili Nido e delle Scuole Materne  
 
Considerato che 
il 14 febbraio si è tenuta in piazza Duomo una mobilitazione fatta di diversi nuclei familiari, operatrici e operatori della scuola, insegnanti che chiudeva la campagna delle "Segreterie della Buona Scuola" lanciata dall'Assemblea delle scuole del milanese, di valore sociale e interesse politico fondamentale per la città 
preso atto che 
la mobilitazione riguardava la richiesta di maggiore coinvolgimento dei diretti interessati nella definizione di politiche mirate a tutelare il carattere pubblico della scuola e della formazione in Italia 
constatato che 
da alcuni mesi risultano esserci, per quanto concernono gli Asili Nido e le scuole Materne, provvedimenti adottati da parte dell’Assessorato comunale di cui in oggetto volti alla cancellazione degli orari di compresenza del personale educativo, collocati quasi esclusivamente in apertura e chiusura degli orari giornalieri, alla revisione dei rapporti numerici fino a 30 bambini per sezione, all’iscrizione dei bambini di due anni e mezzo, alla copertura delle assenze con lo stesso personale in servizio, che deve continuare a garantire gratuitamente tutte le turnazioni orarie, gli straordinari e l’immediata reperibilità 
in particolare 
si evidenziano nessuna certezza per personale precario, nessun obbligo di sostituzione né regolamentazione adeguata, assenza del sostegno per bambine e bambini diversamente abili, non previsione di mediatrici o mediatori culturali per famiglie provenienti da altri Paesi 
Si aggiunge infine 
l’obbligo all’atto di iscrizione di indicare da parte delle famiglie, all’atto dell’iscrizione, nuovi moduli di frequenza, dalle 8 alle 13,30 o alle 16,30 o fino alle 18  
si constata 
una condizione spesso preoccupante per gli Asili nido a Milano, in quanto da alcuni anni vengono sottoposti a massicci interventi di privatizzazione, a rapporti numerici insopportabili educatore/bambino, pericolo per l’incolumità di quest’ultimo, all’istituzione di Sezioni primavera utili e funzionali solamente a svuotare di contenuto la frequenza degli asili stessi 
si chiede 
  • All’Assessorato Famiglia e Scuola del Comune di Milano quali siano le intenzioni prossime e le linee di indirizzo politico in merito alle attività didattiche promosse all’interno dei due rami formativi dell’infanzia e se siano previste riforme e revisioni di disposizioni, quali quelle illustrate precedentemente, assolutamente preoccupanti per il futuro qualittativo di un servizio educativo eccellente in Italia, quale quello fornito dagli istituti presenti a Milano, patrimonio culturale ed educativo della città;
  • Se è reale la volontà di rendere esecutivi tagli cospicui al settore formativo ed educativo, come testimoniano gli ultimi provvedimenti che rendono dequalificata l’offerta formativa ed educativa, , non dando, pertanto, risposte ai bisogni formativi delle bambine e dei bambini e alle esigenze sociali delle proprie famiglie, e preparando le basi per forti disuguaglianze sociali, nonché sprechi ingenti di risorse che dovrebbero essere adibite alla formazione e all’educazione in un concetto costituzionale di universalità
 
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 27 Febbraio, 2009 - 13:34

MEMORIA SFREGIATA

MEMORIA SFREGIATA
Imbrattata la lapide che ricorda Eugenio Curiel alla vigilia del sessantaquattresimo anniversario dell’assassinio
da ChiamaMilano del 27.2.2009

“Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana di eroismo, di amore per la Patria e per la Libertà”.
Sono le parole incise sulla lapide in piazza Conciliazione che ricorda Eugenio Curiel, riprese  dall’encomio che gli assegnò la medaglia d’oro al valor militare.
Eugenio Curiel fu ucciso dai repubblichini il 24 febbraio del 1945 in piazza Conciliazione. Quei repubblichini, o “ragazzi di Salò” come vorrebbe una zuccherosa vulgata revisionista,  che un progetto di legge che dovrebbe essere discusso dal Parlamento vorrebbe equiparare ai Partigiani nel riconoscimento di combattenti per l’Italia.
Eugenio Curiel aveva 32 anni, quando fu fucilato su indicazione di un delatore. Era giunto a Milano da Ventotene –dove era al confino dal 1940– nell’estate del 1943 per unirsi alla lotta di liberazione. Dirigeva l’Unità clandestina e guidava il Fronte della gioventù, la formazione unitaria dei giovani partigiani costituita dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, liberali e del Partito d'Azione.
Alla vigilia del sessantaquattresimo anniversario della morte la lapide che ricorda Eugenio Curiel è stata imbrattata con vernice rossa e alla sua base sono stati lasciati trenta bossoli di proiettile.
É l’ennesimo e indubbiamente più grave caso registrato a Milano negli ultimi anni. Dal 2007 si è verificato un crescendo di atti vandalici, dal chiaro significato politico, contro le lapidi che ricordano i Partigiani vittime delle esecuzioni dei repubblichini e dei nazisti: gli sfregi alle lapidi in Porta Romana e alla rotonda di Rozzano, la lapide in piazza Miani frantumata due volte, nel giugno del 2007 e nel gennaio 2008.
Tre giorni fa lo sfregio alla lapide in memoria di Eugenio Curiel. Un episodio che segna un preoccupante salto di qualità, poichè messo in atto proprio nell’anniversario dell’assassinio e condito da 30 bossoli di proiettile.
Impossibile derubricarlo, come vorrebbero gli “equiparatori” di memoria, a semplice atto vandalico.

B.P.

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